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MEDICINA NATURALEDalla floriterapia alla chimica degli oli essenziali. Continua il viaggio alla (ri)scoperta del ‘sano’
PREVENZIONEIniziative ed obiettivi della LILT passano per il ruolo, fondamentale, del farmacista
ALIMENTAZIONEUna campagna del Bambino Gesù promuove le buone abitudini sulla tavola dei più piccoli06m
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017
Bimestrale - Anno II - Edisef s.r.l. ROC n° 17883 Pubbl. registrata presso il Tribunale di Roma n. 29 del 09.03.2016
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indice 1
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
l’editoriale 5 Ora, o mai più Maria Giulia Mazzoni
in primo piano 6 In cerca di una regola (chiara) Davide Gullotta
in primo piano 8 Non tutti i “batteri” vengono per nuocere Stefania Motta, Elio Mignini
in primo piano 12 Liberalizzate la Fascia C! Liberalizziamoci
la parafarmacia del mese 16 Farmacista per passione Adriana Berti
medicina naturale 21 La chimica degli oli essenziali Elisabetta Miraldi
medicina naturale 26 Siamo sicuri che tutto il “naturale” sia anche sano? Fabio Firenzuoli
medicina naturale 30 Floriterapia, se ne parla a Milano Giusy Messina
parafarmUP 34 ParafarmUP, buona la prima Massimiliano Genna
il medico 38 Non sottovalutiamo la salute dei piedi Nicola Del Bianco
il medico 40 Lo stile di vita come prima arma di prevenzione Francesco Schittulli
indice 3
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
business solution 42 La pratica galenica in parafarmacia: normativa ed opportunità commerciali
l’alimentazione 44 Ragazzi, datemi il 5 Gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù - IRCCS
business solution 50 Corman: da 70 anni una famiglia per la salute delle famiglie
l’alimentazione 52 Iodoprofilassi, il contributo dei farmacisti e dei Sian Giuseppe Ugolini
la nutraceutica 57 Appetito e senso di sazietà Matteo Micucci
nutrizione e sport 62 Le proteine… quante e quali? Emanuele Veronese
salute e benessere 66 Integratori, benessere in pillole Filippo Boschetti
l’omeopatia 68 Lo “stato di salute” del mercato omeopatico Giovanni Gorga
la vetrina 70
l’editoriale 5
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
Maria Giulia Mazzoni Direttore Responsabile
Ora, o mai più
Si sa, è proprio quando siamo ad un passo dal-
la meta che il terreno rischia di franarci sotto i
piedi ed è quel che rischiamo accada alla realtà
delle Parafarmacie che dopo anni di lotte, ri-
vendicazioni, piccoli e grandi successi si affaccia oggi ad
un bivio (forse) risolutivo: legittimarsi o sparire. La rifles-
sione prende lo spunto da una recente sentenza della
Corte Costituzionale che, tra mille polemiche, stabilisce
che l’erogazione di servizi di autoanalisi vada limitata
alle farmacie convenzionate e non esteso, come ha in-
vece fatto il Piemonte con una legge regionale, anche
alle parafarmacie. Ora, al di là delle (più che condivisibili)
rimostranze dell’FNPI che per bocca del suo presidente,
Davide Gullotta, ribadisce quanto sia “assurdo impedire
che l’autoanalisi si faccia anche in parafarmacia dal mo-
mento che ogni giorno milioni di pazienti si misurano la
glicemia o altri parametri ematici con strumenti di auto-
analisi da soli a casa propria o in qualsiasi altro luogo”,
vale forse la pena soffermarsi a riflettere sugli aspetti
più sostanziali della questione. Da anni, infatti, ci inter-
roghiamo sull’opportunità di liberalizzare la vendita dei
farmaci di Fascia C e ci chiediamo perché un farmacista
sia considerato più o meno ‘competente’ in materia a
seconda che eserciti la sua professione dietro il bancone
di una parafarmacia o tra le (a quanto pare più rassicu-
ranti) mura di una farmacia, ma a ben guardare per tutti
questi ragionamenti (legittimo e doveroso affrontare
una ad una tutte le questioni sul tavolo) esiste un mini-
mo comune multiplo. Una domanda cruciale che credo
sia arrivato il momento di porci con una certa attenzio-
ne: perché ogni volta che in Italia ci troviamo di fronte
ad un possibile cambio di passo siamo tendenzialmente
inclini a mantenere lo status quo esistente? Siamo dav-
vero un Paese così miope di fronte alle possibilità (spesso
ghiotte) offerteci dalle politiche del cambiamento?
La querelle delle parafarmacie è, diciamocelo, un chiaro
esempio di questa tendenza. Una ‘rivoluzione’, che na-
sce con l’intento di ampliare la possibilità di scelta dei
cittadini italiani, sta assumendo via via le connotazioni di
una feroce battaglia ideologica. Farmacisti, di farmacia,
contro farmacisti di parafarmacia. Una contrapposizione
talmente forzata che ricalca i tratti del paradosso. Tutto,
ma davvero tutto, sembra cristallizzarsi in una dicoto-
mia irrisolvibile che arriva anche a generare un perico-
loso cortocircuito di competenze. Basti semplicemente
pensare a come da un lato l’Antitrust e i TAR regionali
abbiano più volte ribadito che la parafarmacia è un eser-
cizio di ‘carattere sanitario’, mentre dall’altro la Corte
Costituzionale ribadisce come la legge della farmacia
dei servizi parli solo di ‘farmacie’. Così, nell’attesa di una
legge ad hoc che stabilisca la rotta da seguire, il nostro
Paese resta immobile (ed inerme), intrappolato ed inca-
pace di rispondere alle esigenze di una società, quella sì,
in costante divenire. È questa la battaglia che dovremmo
combattere e questa la domanda che dovremmo porci:
perché cambiare fa così tanta paura? I tanti farmacisti di
parafarmacia che hanno scelto di incarnare lo spirito di
un cambiamento, scommettendo in prima persona sul
proprio futuro, attendono risposta. E noi, assieme a loro.
Buona lettura. u
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
6 in primo piano
In cerca di una regola (chiara)Il presidente della FNPI, Davide Gullotta, coglie l’occasione, da una recente sentenza della Corte di Cassazione, per fare il punto sulla situazione di incertezza (reale ed istituzionale) in cui ristagna il mondo delle parafarmacie. “In attesa di risposte da parte del Legislatore, il plauso – conclude Gullotta – va ai professionisti che si spendono con passione ogni giorno”.
Davide Gullotta Presidente FNPI
in primo piano 7
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
Aprire una parafar-
macia è sempre una
scommessa, e questo
vale ancor di più oggi
che anni addietro.
L’incertezza legislativa ed un percorso
normativo che si è interrotto di fatto
rendono la parafarmacia un’attività
incompleta.
La nascita delle parafarmacie ha rap-
presentato per tantissimi farmacisti
un’importante possibilità, sia dal
punto di vista lavorativo, infatti le pa-
rafarmacie offrono e hanno offerto
lavoro a migliaia di farmacisti, sia dal
punto di vista professionale, laddo-
ve tanti farmacisti hanno cercato di
esplorare e sviluppare la professione
all’interno del proprio esercizio di vi-
cinato.
La legislazione che ha permesso la
nascita delle parafarmacie è però
rimasta incompleta, il percorso nor-
mativo che doveva piano piano dare
la vera libertà professionale ai farma-
cisti si è interrotto, lasciando di fatto
i farmacisti delle parafarmacie, sotto
tanti aspetti, in un limbo normativo.
Proprio questo limbo normativo è ciò
che più di tutti ha penalizzato la pro-
fessione dei farmacisti in parafarma-
cia, in molti casi anche più del limita-
to numero di farmaci che si possono
dispensare.
La mancanza di una legislazione
completa e chiara ha reso infatti la
vita molto difficile ai tanti farmacisti
che nella propria parafarmacia han-
no investito sia economicamente che
professionalmente.
Essere lasciati alle interpretazioni del-
le normative alle singole ASL o ASP
provinciali su tanti temi ha creato dif-
formità tra province e regioni e non
ha di sicuro aiutato i farmacisti che
in parafarmacia cercano di fare il pro-
prio lavoro.
Da ultimo l’esempio della sentenza
della Corte Costituzionale sull’autoa-
nalisi in parafarmacia lascia di stucco
(sentenza scaturita da una legge re-
gionale di cui non si sentiva il bisogno
e che non era necessaria, impugnata
dall’Avvocatura dello Stato).
Impedire l’autoanalisi in parafarma-
cia, quando milioni di persone la ef-
fettuano in qualsiasi luogo o a casa
propria, è grave e preoccupante.
Proprio la mancanza di una norma-
tiva lineare ed esauriente e l’accu-
mularsi di pareri e norme discordanti
determinano assurdità come questa
sentenza.
La parafarmacia doveva essere, forse
nella mente del legislatore nel 2006,
quel grimaldello che avrebbe scardi-
nato un sistema centenario che re-
lega l’accesso alla professione per i
farmacisti ad un sistema di carattere
medievale basato sul censo o l’eredi-
tarietà di un titolo vinto per concorso.
Con il senno di poi possiamo
dire che l’errore più grave è
stato proprio non portare al termine
il processo di liberalizzazione nel più
breve tempo possibile.
Nel frattempo le toppe che si sono
cercate di mettere in campo, come il
concorsone del 2012, mostrano tutti
i limiti e forse hanno complicato an-
cora di più la situazione.
La cosa veramente bella ed importan-
te è che, nonostante questo limbo
normativo in cui il “farmacista di vi-
cinato” deve orientarsi e le tante dif-
ficoltà che incontra quotidianamente
nel proprio lavoro, ad oggi grazie alle
parafarmacie tantissimi colleghi han-
no trovato lavoro e soprattutto stan-
no spingendo il mondo dei farmacisti
ad interrogarsi sulla professione e a
cercare di migliorarla.
Proprio dai farmacisti delle parafar-
macie sta arrivando una spinta inno-
vatrice, che mette in discussione la
professione di farmacista e che cerca
di riscoprire i valori e le caratteristiche
dimenticate nel corso di decenni du-
rante i quali esisteva solo la farmacia
ereditata o acquistata.
Grandissimo merito va ai farmacisti
che lavorano nelle parafarma-
cie che, nonostante i tanti
impedimenti e “bastoni
fra le ruote”, dopo solo
10 anni hanno reso la
parafarmacia un’istitu-
zione riconosciuta ed
apprezzata dal cittadino
italiano.
Aspettiamo che la politica si
renda conto che ormai i cittadini
italiani riconoscono nel farmacista
in parafarmacia un presidio sanitario
importante sul territorio. u
Con il senno di poi possiamo dire che l’errore più grave è stato proprio non portare al termine il processo di liberalizzazione nel più breve tempo possibile
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
8 in primo piano
Non tutti i batteri presenti sulla nostra pelle sono davvero nocivi, anzi, in alcuni casi svolgono una funzione protettiva molto importante. In questa analisi dei professionisti della SICC (Società Italiana di Chimica e Scienze Cosmetologiche) impariamo a distinguere i “buoni” dai “cattivi”, gettando nuova luce sul concetto di igiene.
Stefania Motta Presidente SICC
Non tutti i “batteri” vengono per nuocere
Elio Mignini Direttore Generale SICC
in primo piano 9
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
La flora batterica della
pelle è stata ultima-
mente ben determina-
ta attraverso l’uso delle
tecniche genomiche e
oggi conosciamo molto di più che in
passato sulla tipologia dei batteri che
rappresentano la flora residente della
pelle.
I microrganismi della flora residente,
o microbiota cutaneo, svolgono im-
portanti azioni a difesa della nostra
salute.
La colonizzazione batterica avvenuta
nell’evoluzione dell’uomo certamen-
te ci protegge dalla possibile colo-
nizzazione da parte di ceppi estranei
potenzialmente pericolosi.
Un’altra azione molto importante
svolta dalla flora residente è quella di
stimolare e mantenere attivo il nostro
sistema immunocompetente.
Già solo per questi due motivi è lo-
gico pensare che in qualche modo i
batteri cutanei non debbano essere
disturbati affinché possano svolgere
le loro azioni positive.
Tuttavia gli stessi batteri possono di-
ventare, in determinate condizioni,
dei patogeni.
La condizione più temuta è che l’e-
sposizione ad antisettici, antibiotici
o alcune sostanze chimiche possa
modificare l’ecosistema batterico e
soprattutto indurre resistenze. In al-
tre parole oggi sono temute le gene-
razioni di superbatteri, o superbugs,
resistenti ad ogni antibiotico, capaci
potenzialmente di uccidere per setti-
cemia l’ospite.
In diversi studi si è voluto valutare
quanto la cosmesi quotidiana possa
perturbare il microbiota della pelle.
Gran parte dei prodotti d’uso cuta-
neo, sia nella detergenza sia nello
skin care, contengono componen-
ti antisettici o conservanti. Questi,
nell’applicazione quotidiana e so-
prattutto per i prodotti leave-on, po-
trebbero generare alterazioni dell’e-
cosistema favorendo colonizzazioni a
potere patogeno.
Da qui il concetto popolare che la
pelle sporca si difende meglio della
pelle pulita o che fare la doccia senza
sapone sia più salutare.
Al di là dei detti popolari, esiste il
problema per tutto il mondo cosme-
tico di confrontarsi con l’aspetto mi-
crobiologico della pelle.
Andranno fatte delle scelte sia sul
tipo di preservante sia sulla percen-
tuale d’uso, selezionati secondo la
tipologia di prodotto.
Queste considerazioni con-
trastano ampiamente con
la messa in commercio
di prodotti topici ad
azione antisettica, ad
esempio saponi, den-
tifrici, collutori, gel per
le mani.
I prodotti a base di anti-
settici e disinfettanti
Questi prodotti giocano la loro car-
ta commerciale sulla paura delle in-
fezioni e dei contagi diffusa in gran
parte della popolazione.
Biologi e microbiologi ritengono che
La colonizzazione batterica avvenuta nell’evoluzione dell’uomo certamente ci protegge da eventuali ceppi estranei che potrebbero diventare potenzialmente pericolosi
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
10 in primo piano
tali prodotti abbiano motivo di esiste-
re solo in particolari ambienti, come
quello sanitario o della preparazione
dei cibi, ma che non debbano essere
di uso quotidiano.
Oggi infatti si abusa di antisettici in
ambiente domiciliare, nel quale pe-
raltro i disinfettanti hanno scarso
motivo d’impiego. Si disinfettano
i sanitari, i pavimenti e le piastrelle
e si arriva a disinfettare la bianche-
ria che va in lavatrice. È una vera e
propria ossessione contro i batteri
che non ha senso. Basta la normale
igiene. Si finisce con il selezionare
prodotti con antisettici anche per
l’igiene personale e in questo caso,
come detto, si ottengono più dan-
ni che benefici. Per questo anche la
nostra associazione è favorevole ad
una regolamentazione dell’impiego
di antisettici in ambiente domestico
o nei prodotti d’igiene personale.
Gli antisettici che possono causare
problemi cutanei dovrebbero essere
eliminati e per gli altri si dovrebbe
limitare la concentrazione.
Di questa disputa abbiamo avu-
to riscontro recente quando l’FDA
americana ha bandito il Triclosan da
dentifrici e da prodotti oral care. Il Tri-
closan è derivato triclorurato del fe-
nolo utilizzato principalmente come
antibatterico in saponi, dentifrici e
detergenti intimi. È certamente un
prodotto che possiede una tossicità
per l’uomo, in certe situazioni d’uso,
e per l’ambiente. Mentre l’FDA lo ha
escluso dai prodotti “skin care” poi-
ché è sostituibile da altri antisettici
più amici dell’uomo e dell’ambiente,
in Europa si è scelto di limitare la
concentrazione di Triclosan nei
prodotti allo 0.3%. Per molti,
e anche per noi, è una scel-
ta criticabile perché la concentrazio-
ne permessa può essere considerata
ancora a rischio.
Cosa fare
Occorre quindi rimeditare l’uso dei
prodotti contenenti antisettici e di-
sinfettanti quando:
• la pelle ha una tendenza acnei-
ca, poiché si infiamma ulterior-
mente;
• l’utilizzo del gel ad azione anti-
batterica per disinfettare le mani
diviene di utilizzo comune. Que-
sto infatti deve essere limitato a
situazioni particolari di possibili
contaminazioni e ad esso deve
essere preferito l’uso dei guanti
protettivi;
• la pelle è di tipo sensibile poiché,
squilibrando la flora batterica, si
irrita, diventa secca e pruriginosa;
• durante l’esposizione solare,
poiché il sole esercita già un’a-
zione antibatterica attraverso i
raggi UV.
In conclusione nella nostra società
occidentale, dove l’ossessione per
la pulizia e l’igiene personale por-
ta a comportamenti antiecologici, è
necessario diffondere la consapevo-
lezza che la flora batterica cutanea
è un importante risorsa per il nostro
benessere va quindi conservata e di-
fesa, non combattuta per pura bat-
teriofobia.
Sono quindi da premiare i prodotti
cosmetici che dichiarano di aver cura
della flora microbica residente e che
possano testimoniare, attraverso test
scientificamente attendibili, di favo-
rire l’ecosistema cutaneo positivo a
scapito dell’eventuale insorgenza di
patogeni. u
Definizione di microbiomagenoma dei microrganismi che normalmente risiedono nel corpo umano.Definizione di microbiotainsieme di microrganismi che vivo-no nel corpo umano.
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
12 in primo piano
Conad, FNPI e Altroconsumo stanno conducendo una dura battaglia a favore della liberalizzazione dei farmaci di Fascia C chiedendo a gran voce un intervento da parte della politica. Il risultato di questo cambiamento, spiegano, sarebbe un vantaggioso allargamento della rete vendita dei medicinali che andrebbe a favore dei cittadini. Vediamo perché.
Liberalizzate la Fascia C!
Liberalizziamoci
in primo piano 13
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
Maggiore dignità
ai farmacisti che
lavorano nelle pa-
rafarmacie, prezzi
più accessibili sui
medicinali con obbligo di prescri-
zione, possibilità di scelta tra diversi
canali distributivi. Sono queste le ri-
chieste che 170.000 cittadini hanno
rivolto alle più importanti cariche
dello Stato firmando la petizione pro-
mossa da Liberalizziamoci, piattafor-
ma creata da Conad che ha coinvolto
la Federazione Nazionale Parafarma-
cie Italiane e Altroconsumo.
Una petizione che chiede una rifor-
ma a costo zero per le casse dello
Stato, ma capace di dare respiro alle
famiglie e di scardinare un monopo-
lio che vizia il mercato dei medicinali
non mutuabili con ricetta. Parliamo
di una categoria di prodotti per cui
ogni anno gli italiani spendono circa
3 miliardi di euro: una voce di spesa
irrinunciabile, ma che incide sui bilan-
ci familiari in maniera sensibile.
Partecipando alla petizione i cittadini
invocano la possibilità di acquistare i
farmaci di Fascia C anche nelle para-
farmacie, alla presenza di un farmaci-
sta. Domandano, in altre parole, che
la liberalizzazione che ha già riguar-
dato le specialità di automedicazione
come l’Aspirina o il paracetamolo
venga estesa agli altri medicinali a
carico del cittadino: analgesici, an-
siolitici, pomate al cortisone, farmaci
antipsicotici, colliri e prodotti oftal-
mici, pillole anticoncezionali, così da
alleggerire anche questo capitolo di
spesa.
L’effetto della liberalizzazione dei
medicinali da banco è sotto gli occhi
di tutti: in dieci anni il prezzo è ca-
lato sensibilmente, e oggi i cittadini
possono comprare i farmaci di auto-
cura nelle parafarmacie private o nei
corner parafarmacia della GDO spen-
dendo fino al 40% in meno rispetto al
prezzo consigliato. Anche le rilevazio-
ni dell’Associazione Nazionale farma-
ci di automedicazione, che ogni anno
monitora i prezzi medi per confezio-
ne praticati su SOP e OTC mostrano i
benefici della concorrenza. Nel 2015
il costo medio dei medicinali SOP si è
attestato in farmacia sugli 8,3 euro.
Nelle parafarmacie della Gdo, pur
con un volume di vendite estrema-
mente più basso, questa cifra scende
a 6,1 euro, quasi il 27% in meno. E
anche nelle parafarmacie private, che
non hanno bacini di utenza parago-
nabili a quelli di un corner di un gran-
de ipermercato, sono stati praticati in
media prezzi inferiori di quasi il 10%
rispetto alle farmacie, arrivando a
una media di 7,6 euro a confezione.
A questo vantaggio si è aggiunto l’ef-
fetto “calmiere” che ha condizionato
in positivo l’intera dinamica dei prezzi
del settore: tra il 2005 (anno prece-
dente al Decreto legge 223/2006 che
ha aperto il mercato alle parafarma-
cie) e il 2013 i listini di questi medici-
nali hanno registrato un aumento del
12%, di tre volte inferiore a quello
avvenuto negli otto anni precedenti
la riforma (1997-2005), quando sul
mercato operava un solo attore – le
farmacie – in regime di completo mo-
nopolio.
Dal punto di vista economico e oc-
cupazionale, infine, gli effetti della
prima spinta liberalizzatrice si sono
tradotti in 5.000 nuovi posti di lavo-
ro, 700 milioni di investimenti, più
di 4.000 nuove attività commerciali.
Conad calcola che, a condizioni
di mercato immutate, il risparmio
complessivo garantito alle fami-
glie dalla liberalizzazione completa
della Fascia C nel solo fuori canale
sarebbe di circa 36 milioni di euro
all’anno. A questo vantaggio si ag-
giungerebbe l’effetto generato dalla
concorrenza tra più canali distribu-
tivi, che porterebbe tutti gli attori
del mercato a contenere maggior-
mente i listini, farmacie incluse.
Ulteriori passi avanti in senso
pro-concorrenza consentirebbero
inoltre ai nuovi operatori di conso-
lidare la propria posizione di mer-
cato e rafforzare la propria por-
tata competitiva, a vantaggio di
L’effetto della liberalizzazione dei medicinali da banco è sotto gli occhi di tutti: in dieci anni il prezzo è calato sensibilmente, e oggi i cittadini possono comprare i farmaci di autocura nelle parafarmacie private o nei corner parafarmacia della GDO spendendo fino al 40% in meno rispetto al prezzo consigliato
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
14 in primo piano
chi è dall’altra parte del bancone.
Forte di queste ragioni da più di un
anno Conad, Federazione Nazionale
Parafarmacie Italiane e Altroconsumo
stanno conducendo una dura batta-
glia per sollecitare la politica a inter-
venire su questo settore, nella con-
1. I farmaci di Fascia C con ri-cetta sono più costosi di quelli SOP e OTC
I medicinali con obbligo di prescri-zione (C-Op) non rimborsabili costa-no in media 12,1 euro a confezione, il 45,7% in più (3,8 euro) di SOP e OTC venduti nel canale farmacia, dove hanno un prezzo medio di 8,3 euro [1]. Molti dei più comuni farmaci C-Op hanno un prezzo che supera i 10 euro. Una tra le più conosciute pil-lole anticoncezionali, per esempio, costa 16,15 euro per confezione: l’as-sunzione di questo medicinale per 12 mesi ha un costo finale 193,80 euro. Un tubo di crema al cortisone 14,80 euro, 2 compresse di farmaco contro la disfunzione erettile 21,50 euro.
2. Una completa liberalizzazio-ne della Fascia C avrebbe un effetto calmierante generale
L’ingresso delle parafarmacie nel mercato farmaceutico ha avuto l’ef-fetto di contenere i prezzi dei medi-cinali di automedicazione anche nel canale farmacia, che detiene l’88,2% del mercato. L’associazione dei con-sumatori Altroconsumo, che ha mo-nitorato i prezzi di una settantina tra i più diffusi farmaci SOP e OTC tra il 2005 e il 2013 nel canale farmacia, ha rilevato che in questo arco di tempo i prezzi sono saliti del 12%, un incre-
1 Assosalute, Numeri e indici dell’automedica-zione 2016
mento di tre volte inferiore a quello registrato negli otto anni precedenti la riforma Bersani, quando era stato del 35%. Se le dinamiche di concor-renza si allargassero a tutta la Fascia C, potremmo godere dell’effetto cal-miere su un mercato da 5,5 miliardi.
3. Oggi le farmacie fanno sconti solo se “obbligate”
Il Decreto legge Salva Italia (DL 201 del 6 dicembre 2011, convertito nella Legge 214 del 22 dicembre 2011) ha concesso alle farmacie la possibilità di praticare sconti anche su medici-nali di Fascia C con obbligo di pre-scrizione, ma pochissimi mettono in pratica questa opzione. Una recente indagine di Altroconsumo ha mostra-to che su 100 farmacie campione di 10 capoluoghi italiani solo una ha applicato uno sconto (l’8%) sull’ac-quisto di due farmaci C-Op.
4. La liberalizzazione di SOP e OTC in dieci anni ha creato vantaggi evidenti per i citta-dini
L’ingresso sul mercato di nuovi attori ha permesso ai cittadini di risparmia-re in media fino al 15% sui prodotti più venduti. Assosalute calcola che oggi il prezzo medio dei medicina-li già “liberalizzati” è di 8,3 euro in farmacia, ma scende a 7,6 euro in parafarmacia, e a 6,1 euro nelle para-farmacie della GDO.
Quattro ragioni per firmare la petizione
in primo piano 15
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
vinzione che allargare la vendita dei
medicinali a carico del cittadino alle
parafarmacie sia un dovere per un
Paese che vuole definirsi moderno.
Se infatti è vero che in nessuno Stato
europeo la vendita dei medicinali con
obbligo di prescrizione è concessa
fuori dalle farmacie, è tuttora vero
che l’Italia è l’unico Paese dove a di-
spensare medicinali in parafarmacia
sono farmacisti abilitati alla profes-
sione, che garantiscono un controllo
su ciò che viene venduto.
Va poi rilevato, fattore non seconda-
rio, che il mercato italiano dei medi-
cinali è condizionato pesantemente
dalla presenza di un monopolio sulla
distribuzione. Basti pensare che già
dal 2012 le farmacie hanno la pos-
sibilità di praticare sconti, oltre che
su SOP e OTC, anche sui farmaci di
Fascia C-Op, ma solo pochissime tra
queste – circa una su cento, secondo
una recente indagine di Altroconsu-
mo – pratica questa opzione. È quindi
come se sui prezzi di questi prodotti
pesasse una sorta di “tacito cartello”.
Un fenomeno non trascurabile, dato
il periodo che sta attraversando il
nostro Paese, come denota l’ammi-
nistratore delegato Conad Francesco
Pugliese. “11 milioni di persone rinun-
ciano alle cure perché non possono
permettersele: si deve partire da tale
dato e dal fatto che le farmacie – che
pure si definiscono ‘presidi sanitari’
– non fanno nulla per non scarica-
re il peso delle loro inefficienze sulle
spalle dei cittadini, se si vuole andare
concretamente incontro alle esigenze
di quanti stanno subendo in modo
drammatico gli effetti della crisi eco-
nomica”, commenta il numero uno di
Conad. Che puntualizza: “La nostra è
una battaglia di principio, non certo
per interessi o fatturato. Ricordo che
parliamo di una cifra che si aggira su-
gli 80 milioni di euro all’anno a fronte
di un fatturato che lo scorso anno ha
raggiunto i 12,5 miliardi di euro. Chi
pensa che sia nostra intenzione fare
cassa anche con i farmaci di Fascia C
non sa di cosa parla. Né può sostene-
re che i farmacisti che lavorano nelle
nostre parafarmacie siano professio-
nalmente differenti da quelli che lavo-
rano nella farmacia tradizionale”.
Nel corso degli ultimi 11 anni tutti i
tentativi di allargare il mercato del-
la distribuzione farmaceutica sono
naufragati per via dell’ostruzionismo
delle lobby interessate a mantenere
il monopolio delle farmacie. Anche
il testo originario del Ddl concorren-
za, che dopo due anni di travagliato
iter parlamentare si avvia verso l’ap-
provazione, prevedeva nel capitolo
“farmaci” di allargare il mercato della
Fascia C. Purtroppo, come è già ac-
caduto in passato ad altri provvedi-
menti legislativi, il testo è stato subito
“emendato” in questa parte.
Di qui l’idea di promuovere una pe-
tizione tra i cittadini. Il 23 marzo il
plico con le 170mila firme ha rag-
giunto il Senato, e una missiva a
firma di Francesco Pugliese è stata
recapitata ai presidenti di Camera e
Senato, al premier Paolo Gentiloni, al
ministro allo Sviluppo Carlo Calenda
e al Commissario europeo alla Con-
correnza Margrethe Vestager.
Ma la battaglia continua. Liberaliz-
ziamoci manterrà aperta la raccolta
delle firme sul sito www.liberalizzia-
moci.it fino a quando queste istanze
non diverranno oggetto di un serio
dibattito politico. u
la parafarmacia del mese
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
16
Farmacista per passione
Lei è il titolare di una para-
farmacia. Comincerei con
il raccontare un po’ la sua
esperienza. Da dove è nata l’idea
di aprire una parafarmacia?
Dalla voglia di mettermi in gioco e
di investire su me stessa, come pro-
fessionista prima di tutto, ma anche
come donna e come imprenditrice.
Una sfida non da poco. Ma ammet-
to anche che è stata una scelta quasi
obbligata. Io non vengo dal mondo
dei “farmacisti”, nessuno in famiglia
ha una farmacia, e come dipendente
mi sono resa conto che nessuno era
disposto ad “investire” sulla mia pro-
fessionalità. Ho scelto di farlo io, ed
insieme a me la mia famiglia, i miei
genitori e mio marito.
Chiariamo la questione una volta
per tutte. Dietro al bancone di una
parafarmacia c’è un farmacista?
Ovviamente sì. Un farmacista laure-
ato ed abilitato, iscritto all’Ordine
dei Farmacisti con le stesse identiche
competenze di un farmacista che la-
vora in farmacia.
Di fronte ad un suo omologo che
lavora però in una farmacia che
cosa cambia?
Mi verrebbe da risponderle “nulla”.
In realtà, però, non è così. Il concetto
dovrebbe essere chiaro: stessa lau-
rea, stessa abilitazione, stesse identi-
che competenze, ma sta di fatto che,
ad oggi, l’assetto normativo vigente
ci dice che in parafarmacia il farma-
cista non può gestire tutti i farmaci,
non può gestire i farmaci con l’obbli-
go di prescrizione, in convenzione o
meno con il SSN. Questo, a volte, è
frustrante. Il senso di frustrazione va
però superato. Il mio modo di farlo
Adriana Berti Referente Lazio FNPI
la parafarmacia del mese 17
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
La dottoressa Adriana Berti, titolare di Pharmabenessere, ci racconta di sé parlandoci della passione che negli anni l’ha spinta a studiare farmacia e ad aprire una parafarmacia. Un percorso impegnativo, il suo, sostenuto da una grande voglia di investire sul reale valore di una professione e da cui nascono quotidianamente grandi soddisfazioni.
è stato quello di aumentare le mie
competenze nell’ambito delle terapie
complementari, fitoterapia e nutra-
ceutica in particolare.
Come vede il futuro della sua pro-
fessione?
A mio parere il farmacista territoriale,
sia in farmacia che in parafarmacia,
deve promuovere prima di tutto la
salute e la prevenzione, deve farsi
promotore dell’”uso consapevole del
farmaco” presso la popolazione. E
per farmaco intendo qualsiasi princi-
pio attivo sia esso di origine chimica
o di origine naturale.
Vede, il farmacista ha le competen-
ze tecniche, intellettuali e scientifi-
che per capire non solo quando un
farmaco va preso, ma anche, e so-
prattutto, quando un farmaco non
va preso; conosce profondamente
non solo gli effetti farmacologici di
un principio attivo, ma anche quelli
collaterali, le interazioni possibili con
altre terapie in atto, e gli eventuali ef-
fetti tossicologici.
Su queste competenze, su queste
conoscenze deve svilupparsi, a mio
avviso, la professione.
Se fosse consentita a lei la facoltà
di decidere come ‘disegnerebbe’ il
suo settore?
Sicuramente quello che vorrei è che si
portasse l’attenzione sul professioni-
sta: vorrei sentir parlare più spesso di
farmacista, piuttosto che di farmacia
o parafarmacia. Quindi, per ri-
PharmabenessereVia Santi Martiri della Selva Candida, 3600166 Roma
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
18 la parafarmacia del mese
spondere alla sua domanda, il settore
lo disegnerei a misura di farmacista,
appunto: libera imprenditoria e libe-
ra professione nel rispetto dell’etica
professionale, più valore alle compe-
tenze del singolo, valorizzando anche
il ruolo dei farmacisti collaboratori.
Penso alla figura del “farmacista pre-
scrittore”, che esiste in Inghilterra, ad
esempio, o al farmacista consulente
in nutrizione. Siamo la sola catego-
ria di professionisti le cui consulenze
non vengono retribuite. Le sembra
giusto questo? A me no.
Si sottolinea spesso quanto nel
mestiere del farmacista sia impor-
tante il rapporto di fidelizzazione
con il cliente. In una parafarmacia
questo è ancora più facile, giusto?
Soffermiamoci prima di tutto sul di-
scorso “fidelizzazione del cliente”
e spieghiamolo bene: il farmacista
deve ottenere la fidelizzazione innan-
zitutto con la propria professionalità,
mettendo a disposizione del pazien-
te-cliente le sue conoscenze, quelle
di cui abbiamo parlato fino ad ora.
Il resto, lo sconto, la promozione,
l’offerta del giorno, deve essere di
Penso alla figura del “farmacista prescrittore”, che esiste in Inghilterra,
ad esempio, o al farmacista consulente in nutrizione. Siamo la sola categoria
di professionisti le cui consulenze non vengono retribuite
la parafarmacia del mese 19
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
contorno. Mi spiego meglio: anche
l’attenzione verso il risparmio che si
offre al cliente finale è importante,
ma non può e non deve essere il cen-
tro del rapporto di fidelizzazione. A
questo tengo in maniera particolare.
Passiamo ora alla seconda parte della
sua affermazione: “In parafarmacia
questo è più facile”. Sì, è più facile,
a causa dei ritmi più dilatati rispetto
alla farmacia, ma non solo. Direi che
ci sta bene il detto “necessità fa vir-
tù”: parlare con il cliente, coccolarlo,
assecondarlo, ascoltarlo e consigliar-
lo è il modo per trasmettere la nostra
professionalità e chiarire il dubbio su
“Cosa vendete in parafarmacia?”.
L’immaginario collettivo si soffer-
ma sempre sui ‘punti deboli’ del-
le parafarmacie rispetto ai vostri
‘cugini’ delle farmacie, ma ci sono
altri vantaggi del lavoro in una
parafarmacia. Quali?
Posso risponderle solo a titolo pura-
mente personale: lavorare nella mia
parafarmacia mi ha permesso di “ri-
scoprire” il mestiere di farmacista, ba-
sato su un rapporto più umano, più
colloquiale. Diciamo che in un mondo
globalizzato le persone cercano an-
cora, per quanto riguarda la propria
salute, il proprio benessere, un con-
tatto diretto, meno frettoloso e più
attento. C’è poi ovviamente il lato
imprenditoriale che, per quanto fati-
coso, dà le sue soddisfazioni: è bello
veder crescere la propria attività ed è
gratificante sapere che le persone ti
scelgono per la tua idea di servizio. u
Lavorare nella mia parafarmacia mi ha permesso di “riscoprire”
il mestiere di farmacista, basato su un rapporto più umano, più colloquiale
medicina naturale 21
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
In questo numero la dottoressa Elisabetta Miraldi, della S.I.Fit., torna ad approfondire la tematica degli oli essenziali e lo fa focalizzandosi sulla loro composizione
chimica che, ci spiega la professoressa, è costituita da miscele complesse di varie sostanze organiche.
La chimica degli oli essenziali
Da un punto di vista chimico
gli oli essenziali sono mi-
scele complesse di svariate
sostanze organiche, che possono
essere presenti in quantità assai dif-
ferenti.
Di solito le essenze sono caratterizza-
te da due o tre componenti maggio-
ritari, presenti in alta concentrazione
(dal 20 al 70%), e generalmente re-
sponsabili dell’azione biologica, e da
un variabile numero di altri costituen-
ti, spesso presenti solo in tracce, ma
comunque importanti per il bouquet
e per l’attività.
I costituenti chimici degli oli essenziali
possono essere inclusi in tre
gruppi di diversa origine
biosintetica:
1. il gruppo principale è com-
posto da terpeni e terpenoidi
(principalmente monoterpeni e
sesquiterpeni);
2. il secondo da costituenti aro-
matici e alifatici derivati del fe-
nilpropano (C6-C3), che sono in
realtà poco frequenti, ad esem-
pio alcune aldeidi di una certa
importanza farmaceutica, come
anetolo, apiolo, eugenolo;
3. il terzo gruppo è costituito da
altri composti, generati dalla de-
Elisabetta Miraldi Docente di Botanica FarmaceuticaUniversità degli Studi di Siena
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
22 medicina naturale
gradazione di
composti non
volatili (ad
esempio da
acidi grassi), mediante perossi-
dazione, idrossilazione, ecc.
Un’altra classificazione divide i com-
ponenti dell’olio essenziale in base
agli elementi che contengono e quin-
di riconosce:
• il Gruppo dei composti conte-
nenti C e H, cui appartengono
idrocarburi monoterpenici alifa-
tici ed aromatici, idrocarburi di-
terpenici, idrocarburi sesquiter-
penici e azuleni;
• il Gruppo dei composti conte-
nenti C, H e O, cui appartengo-
no alcoli, aldeidi, chetoni, fenoli,
esteri, eteri e acidi organici;
• il Gruppo dei composti conte-
nenti C, H, O, N e S, cui appar-
tengono vari derivati solfociani-
ci, solforati e composti azotati.
I composti di natura terpenica sono
molto diffusi in natura; essi derivano
da un legame ripetitivo di una unità a
5 atomi di carbonio, l’isoprene.
Vengono considerati terpeni propria-
mente detti gli idrocarburi di base;
essi si distinguono dai terpenoidi, che
possono includere eteroatomi quali
l’ossigeno. I terpenoidi, noti anche
come isoprenoidi, sono il più grande
gruppo di composti organici trova-
ti finora, di cui fanno parte almeno
20.000 molecole distinte. Oggi è co-
mune includere anche i terpenoidi
nel termine “terpeni”, come si può
rilevare in molti testi scientifici.
A seconda del numero di unità iso-
preniche si possono avere i monoter-
peni, C10H16, formati dalla condensa-
zione di due unità; i sesquiterpeni,
C15H24, formati da 3 unità; i diterpeni,
C20H32, formati da 4 unità; i triterpe-
ni, C30H48, da 6 unità; i tetraterpeni
(caroteni), C40H64, da 8 unità, e così
via e in ognuna di queste classi si pos-
sono distinguere strutture acicliche e
cicliche.
Composti non formati da multipli in-
teri di unità isopreniche, ma connes-
si biologicamente a questa classe di
composti, sono gli steroidi.
La via biosintetica che porta alla for-
mazione dei terpeni passa attraverso
la fosforilazione dell’isoprene, che
implica un’attivazione energetica
della molecola (il legame fosforico è
come noto un legame ad alta ener-
gia). L’isoprene fosforilato, a seconda
della conformazione ottica acquisita,
può essere isopentenil-pirofosfato
oppure dimetilallil-pirofosfato; la mo-
lecola è la stessa, ma con conforma-
zioni ottiche differenti. Comunque la
molecola mantiene una struttura a 5
atomi di carbonio, che rappresenta
il mattone che permette di costruire
tutte le molecole di tipo terpenico.
Dalla biosintesi dei terpeni possono
risultare composti terpenici a basso o
ad alto peso molecolare; questo di-
stingue gli oli essenziali contenuti nei
peli ghiandolari di una pianta dalle
resine di natura semisolida. Le resine
delle conifere sono caratterizzate da
consistenza semisolida e da odore
fortemente aromatico; se le resine
rimangono esposte all’aria per un
certo periodo di tempo, la loro consi-
stenza si modifica e diviene solida, a
causa di diversi fattori, primo tra tutti
l’evaporazione delle molecole a più
basso peso molecolare, quindi volatili
(i monoterpeni, ad esempio); le mole-
cole ad alto peso molecolare, invece,
rimangono e sono rappresentate da
triterpeni o tetraterpeni.
Dunque un olio essenziale è liquido
perché non contiene terpeni ad alto
peso molecolare; una resina è solida
perché, oltre a contenere mono e se-
squiterpeni, contiene anche terpeni a
più alto peso molecolare.
Qui di seguito sono elencate le classi
più comuni di terpeni riscontrabili ne-
gli oli essenziali.
Monoterpeni
I monoterpeni si trovano nella gran
parte degli oli essenziali e sono costi-
tuiti da una struttura di 10 atomi di
carbonio ed almeno un doppio lega-
me; possono essere ciclici o aciclici.
La presenza di 10 atomi di carbonio è
dovuta all’unione di due unità isopre-
niche, ed infatti i monoterpeni hanno
formula bruta C10H16.
I monoterpeni sono sostanze volatili
molto profumate; conferiscono alle
piante ed ai fiori gran parte della loro
fragranza ed alcune di esse vengono
utilizzate commercialmente nella pre-
Classificazione Unità isopreniche Atomi di carbonioEmiterpeni 1 5
Monoterpeni 2 10
Sesquiterpeni 3 15
Diterpeni 4 20
Sesquiterpeni 5 25
Triterpeni 6 30
Tetraterpeni 8 40
medicina naturale 23
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
parazione di profumi ed essenze.
Le piante aromatiche possono sinte-
tizzare: monoterpeni profumati come
attraenti per gli impollinatori (linalo-
lo, cineolo); monoterpeni dal cattivo
odore come insetticidi (pinene, pire-
trina); monoterpeni dal cattivo sa-
pore come deterrenti per gli animali
(canfora, cineolo).
I monoterpeni reagiscono rapida-
mente in presenza di aria e calore e
pertanto gli oli essenziali caratterizza-
ti da elevato tenore in monoterpeni
non si conservano a lungo a causa
della loro facile ossidazione.
Sesquiterpeni
I sesquiterpeni sono un classe as-
sai numerosa di terpeni formati da
molecole molto diverse tra loro, che
hanno in comune l’essere costitui-
te da tre unità isopreniche (formula
molecolare C15H14). Sono presenti in
vari organismi, sia piante, sia insetti
e, come i monoterpeni, possono es-
sere ciclici o aciclici; a seguito di pro-
cessi ossidativi e di riarrangiamento,
possono formare i relativi sesquiter-
penoidi.
I sesquiterpeni sono prodotti dalle
piante principalmente come deter-
renti alimentari ed infatti sono carat-
terizzati da un gusto particolarmente
acre. Ben noti sono i lattoni sesqui-
terpenici amari delle Asteraceae,
come cicoria, carciofo, indivia, etc.;
questi composti sono spesso utilizzati
per aromatizzare vari tipi di liquori e
in particolare gli amari.
Tra i sesquiterpeni sono da ricordare
anche alcuni composti dotati di atti-
vità antinfiammatoria, come camazu-
lene e α-bisababolo (un alcol naturale
sesquiterpenico), entrambi compo-
nenti dell’olio essenziale di camomil-
la. Un altro esempio di sesquiterpene
ad attività antinfiammatoria è la ele-
nalina, lattone che si ritrova in Arnica
montana e Arnica chamissonis.
Tra i terpeni presenti soprattutto nelle
piante terrestri, ma anche nelle alghe
e nei funghi, citiamo ancora i diter-
peni costituiti da quattro unità iso-
preniche; il più conosciuto diterpene
è sicuramente il retinolo, una delle
forme animali di vitamina A. In gene-
rale, i diterpeni hanno proprietà an-
timicrobiche e antinfiammatorie che
possono essere di utilità alla salute
dell’organismo. I triterpeni, che sono
la classe di composti indubbiamente
più studiata e di maggiore interesse,
sono composti da sei unità di isopre-
ne. Derivano dallo squalene, compo-
sto così chiamato perché fu isolato
la prima volta dall’olio di fegato di
squalo, ma che è presente anche
in altri animali e nei vegetali. Sono
suddivisi in sette classi e sono i prin-
cipali precursori per la produzione di
antibiotici, antiparassitari e composti
antinfiammatori. Tuttavia queste ulti-
me due classi non sono prettamente
caratteristiche degli oli essenziali.
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
24 medicina naturale
Composti ossigenati
Qui di seguito sono elencati i compo-
sti ossigenati più comuni e frequenti
negli oli essenziali.
Le aldeidi, note per le proprietà an-
tinfiammatorie, sedative e antivirali.
Gli oli essenziali ricchi di aldeidi han-
no un caratteristico odore di limone
(melissa, citronella) dovuto alle al-
deidi citrale e citronellale che hanno
anche un’azione repellente per gli
insetti. Le aldeidi sono poco stabili e
si ossidano facilmente.
I chetoni sono sostanze chimiche
che presentano un rischio potenziale
a causa della tossicità neurologica di
alcuni di essi tra i quali il tujone (sal-
via, artemisia), il pulegone (menta) e
il pinocanfone; ma questo non signi-
fica che tutti i chetoni siano tossici:
non lo sono ad esempio jasmone,
presente nel gelsomino e fencone,
tipico del finocchio amaro. Sono ri-
tenuti in generale decongestionanti e
mucolitici. Un uso prolungato di oli
essenziali ricchi di chetoni può avere
effetto neurotossico.
Gli alcoli uniscono buone proprietà
antisettiche e antivirali a qualità im-
munostimolanti e tonificanti e sono
generalmente atossici. Si ricordano
linalolo (lavanda), mentolo (menta) e
terpineolo (pino e ginepro).
Dagli alcoli derivano gli ossidi che
sono potenti espettoranti, sedativi
della tosse e balsamici e, quindi, risul-
tano efficaci nelle patologie delle vie
aeree superiori. Un esempio è quello
dell’1,8-cineolo o eucaliptolo, princi-
pale costituente dell’olio essenziale di
eucalipto.
Un gruppo simile agli alcoli è quel-
lo dei fenoli (eugenolo, timolo) che
sono fortemente battericidi, antivira-
li, fungicidi e antiparassitari; tra essi
si ricordano il timolo presente nell’o-
lio essenziale di timo, il carvacrolo,
un monoterpene fenolico presente
nell’olio essenziale di origano e timo
e l’eugenolo presente nell’olio essen-
ziale di basilico, noce moscata, sas-
sofrasso, mirra e chiodi di garofano,
questi ultimi usati dagli Egizi nelle
pratiche di imbalsamazione per l’ele-
vato potere antimicrobico.
Gli esteri, come l’acetato di linalile
(lavanda, bergamotto) e l’acetato di
geranile (maggiorana), vengono pro-
dotti dalla reazione tra un alcool e
un acido. Si tratta probabilmente del
gruppo chimico più diffuso negli oli
essenziali. Sono tipicamente antimi-
crobici, sedativi, calmanti, spasmoli-
tici, fungicidi, spesso dotati di aroma
fruttato. Sono ottimi antinfiamma-
tori e decongestionanti della pelle.
Tra gli oli essenziali che contengono
un’alta percentuale di esteri ricordia-
mo: camomilla romana, lavanda, sal-
via sclarea, petit-grain, elicriso.
Gli eteri fenolici sono assai diffu-
si negli oli essenziali come ad
Gli esteri, come l’acetato di linalile (lavanda, bergamotto) e l’acetato di geranile (maggiorana), vengono prodotti dalla reazione tra un alcool e un acido. Si tratta probabilmente del gruppo chimico più diffuso negli oli essenziali
medicina naturale 25
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
esempio l’anetolo, che contribuisce al
sapore caratteristico dell’aneto (pian-
ta da cui prende il nome), dell’anice
e del finocchio. L’anetolo ha nume-
rosi impieghi commerciali nei settori
industriali farmaceutici e profumieri.
Variazioni nella composizione chi-
mica: i chemotipi
La quantità e la composizione dell’es-
senza possono essere fortemente
condizionate dalle condizioni am-
bientali in cui nasce e cresce la pianta
aromatica (natura del terreno, modi-
ficazioni annuali o stagionali di tem-
peratura e umidità, fattori ecologici,
ecc.).
Così accade che piante della stessa
specie botanica, ma cresciute in luo-
ghi differenti per altitudine, latitudine
e caratteristiche del suolo, sintetizzi-
no oli essenziali diversi da un pun-
to di vista chimico: per tale ragione
si parla di “chemotipo”, ovvero di
piante assolutamente identiche dal
punto di vista morfologico, ma diver-
se dal punto di vista fitochimico. Ad
esempio, esistono sul mercato diversi
chemotipi di Timo (Thymus vulgaris),
che hanno caratteristiche chimiche e
di conseguenza attività farmacologi-
che diverse:
• l’olio essenziale di timo, che-
motipo a timolo-carvacrolo,
che presenta elevate quantità
di timolo e carvacrolo (da 50 a
60%) e abbondanti monoter-
peni (p-cimene e γ-terpinene).
Ha una forte azione antisettica
e antimicrobica per cui è utile
come antisettico intestinale, e
nelle bronchiti e sinusiti. tra i vari
chemotipi è quello più aggres-
sivo, e irritante per la cute e le
mucose. Un impiego improprio
può comportare danni al fegato
e ai reni. Si distilla da piante di
timo raccolte in Francia a basse
altitudini, in garighe. Da non
confondere con l’olio ricavato
da Thymus zygis, detto Timo
rosso di Spagna, ricco in timolo,
ma povero in carvacrolo.
• l’olio essenziale di timo, chemo-
tipo a linalolo, contiene una pre-
valenza di alcoli quali il linalolo,
caratterizzato da odore floreale
e dolce (da 60 a 80%) e terpi-
nen-4-olo; i monoterpeni sono
presenti in minor quantità. È un
efficace antimicrobico, ma è an-
che neurotonico e leggermen-
te sedativo; più sicuro e meno
aggressivo, non irrita troppo la
pelle ed è più adatto per i bam-
bini e gli anziani; assai utile nelle
rinofaringiti del bambino e come
terapia post-antibiotico. Si distil-
la da piante di timo che cresco-
no più a nord, sulle colline fino a
1200 m d’altitudine.
• l’olio essenziale di timo, che-
miotipo a borneolo, caratteriz-
zato da sapore pungente, ma
gradevole, contiene in elevate
quantità borneolo (oltre il 33%),
α-terpineolo (circa 8%) e canfe-
ne (circa 10%). Meno aggressivo
del chemotipo a timolo è utile
come immunostimolante, nelle
rinofaringiti nel bambino e nelle
astenie post-infezione.
Il chemotipo è spesso considerato
un olio “selezionato” per le possibili
applicazioni salutistiche, che esaltano
specifiche caratteristiche della specie.
è importante riconoscere il giusto
chemotipo per ottenere la giusta ri-
sposta terapeutica. u
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
26 medicina naturale
Non sempre quel
che è naturale
è anche ‘sano’.
In un libro lei approfondisce il
tema. Da dove è nata questa esi-
genza?
L’esigenza nasce dalla quotidiana
constatazione che il paziente amante
del naturale è generalmente inconsa-
pevole del fatto che erbe e integrato-
ri medicinali ”verdi” possano anche
creare qualche problema se assunti
in modo inappropriato. Si tratta spes-
so di un rapporto fideistico, tanto per
l’efficacia (io ci credo, io non ci cre-
do), quanto per la sicurezza: chi ama
il naturale neppure pensa alle possi-
bili conseguenze dell’aggiungere, ad
esempio, una serie di integratori ad
una eventuale terapia farmacologica
che si stia già assumendo per una
malattia cronica. Neppure si pone
il problema di eventuali possibili in-
terazioni. E questo semplicemente
perché nella maggior parte dei casi
non conosce neppure l’esistenza del
problema.
Quali le sue principali conclusioni?
Fondamentale informare. Da qui l’e-
sigenza di una guida illustrata per un
“verde sicuro”. Informare il cittadino
Fabio Firenzuoli Medico esperto di fitoterapia,
fitovigilanza e interazioni tra erbe, alimenti e farmaci. Direttore del CERFIT, Centro di Riferimento in
Fitoterapia della Regione Toscana, del Centro per la Medicina
Integrativa − Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi, Firenze.
Docente aggregato di Fitoterapia e Fitovigilanza presso la Scuola di Scienze della Salute Umana
dell’Università degli Studi di Firenze
In questa intervista il dott. Fabio Firenzuoli sintetizza i risultati contenuti nel suo libro “Le insidie del naturale”. Nel contesto del fin troppo abusato termine “sano”, come distinguere le sostanze benefiche da quelle potenzialmente nocive? Entriamo nel dettaglio.
Siamo sicuri che tutto il “naturale” sia anche sano?
medicina naturale 27
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
prima di tutti, che spesso si rivolge
al fai da te incontrollato. Informarlo
dell’esistenza di queste “insidie”, che
in realtà sono tali solo finché riman-
gono sconosciute, ma che vanno af-
frontate e per decidere come risolver-
le. Insegnargli poi a seguire le regole
per un buon uso dei rimedi natura-
li. Ecco perché ho voluto inserire le
anche un “decalogo” semplice, ma
chiaro. Il tutto presuppone però la
conoscenza dei possibili rischi, onde
poterli appunto evitare, e dei quali
deve essere ben informato anche l’o-
peratore sanitario.
Lei parla proprio di ‘Rischi del Na-
turale’. Potrebbe entrare più nel
merito?
Quelli intrinseci alle erbe, come nel
caso delle piante tossiche che cresco-
no spontanee e che potrebbero esse-
re raccolte scambiandole per piante
buone e utili: ad esempio il fiore del
Colchico, pericolosissimo, scambiato
per quello dello Zafferano. Queste
piante sono numerose e nel libro vi
sono anche molte foto utili. Vi sono
poi piante potenzialmente tossiche
perché contengono sostanze a con-
centrazioni tali da non poter essere
utilizzate ad esempio negli integrato-
ri, e per queste basta seguire la lista
delle piante ammesse. Più comuni
sono invece i rischi dovuti all’uso
improprio di piante, anche “non
pericolose”, quando sono prescritte
ad esempio a pazienti con specifi-
che controindicazioni: chi soffre ad
esempio di insufficienza renale o di
ipertensione arteriosa, epatite cro-
nica, patologie della tiroide, tumore
sensibile agli estrogeni, ecc. non può
assumere certe sostanze benché na-
turali e benché le possa trovare in in-
tegratori di libera vendita. Il paziente
oncologico, il paziente trapiantato, il
cardiovascolare, o il paziente anzia-
no, così come in caso di eventuali
interventi chirurgici, hanno di per sé
una serie di limitazioni importanti,
descritte nello specifico. Importante
è conoscerle.
Come distinguere i rimedi ‘buoni’
da quelli potenzialmente nocivi?
Usando ovviamente prima di tutto
prodotti di qualità. La qualità e si-
curezza sono garantite nei
prodotti del mercato, ovviamen-
te relativamente agli alimenti, per
quanto riguarda gli integratori. Per i
medicinali vegetali, siano essi
di produzione galenica o
industriale, questi para-
metri di qualità e sicu-
rezza vengono rispetti-
vamente dai farmacisti
e dalle Autorità che ne
stabiliscono l’immissione
in commercio. Fondamen-
tale è far capire che non si
devono cercare nei campi le erbe
ad uso medicinale, ad esempio per
fare pozioni domestiche. E talvolta,
incredibilmente, abbiamo sentito an-
che questi consigli…
Nel suo libro lei parla dei rischi di
Fioritura Castelluccio di Norcia (luglio 2016). La favola, la bellezza, il silenzio, l’infinito, il mistero della Natura
Celiodonia
Cardo mariano in aperta campagna
Per i medicinali vegetali, siano essi di produzione galenica o industriale, questi parametri di qualità e sicurezza vengono rispettivamente dai farmacisti e dalle Autorità che ne stabiliscono l’immissione in commercio
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
28 medicina naturale
alcune erbe tossiche, ma anche
della non corretta assunzione di
rimedi di per sé non dannosi. È im-
portante anche il ‘come’ facciamo
uso di queste sostanze, giusto?
Certo. E qui si vede anche la compe-
tenza del professionista: si può avere
un prodotto di ottima qualità, ma, se
non si è in grado di usarlo in modo
appropriato, sorgono molti rischi.
Quindi importante è imparare bene
quali siano le indicazioni e soprattut-
to le loro specifiche controindicazioni.
Un estratto di riso rosso fermentato,
ad esempio, potrebbe essere utile in
alcuni casi, ma diventerebbe rischio-
so quando venisse consigliato ad un
paziente con polimialgia reumatica,
al posto delle statine di sintesi. Come
del resto è successo. In questi casi ab-
biamo armi fitoterapiche che proven-
gono anche da antiche medicine tra-
dizionali che i giovani professionisti
del settore non conoscono, neppure
per sentito dire, e che, se studiate e
riscoperte, possono davvero riservare
loro delle belle sorprese.
Chiuderei chiedendole qualche
utile consiglio per i farmacisti
che si trovano sempre più spesso
a gestire le richieste dei clienti,
che sembrano essere sempre più
inclini a ricorrere alla medicina
naturale.
Bene, hanno dalla loro la fortuna di
conoscere le materie di base. Ma non
basta, perché questo è un settore
particolarmente vasto e complesso,
molto più di quello che possiamo im-
maginare. Il consiglio quindi è quello
di non fermarsi alle informazioni che
possono ricevere, ad esempio, dalle
aziende che producono integratori
o materie prime, ma quello di stu-
diare, studiare studiare, perché ogni
giorno vi sono scoperte nuove, e so-
prattutto studiare la loro apllicabilità
clinica, anche attraverso l’arte della
galenica. Altrimenti rischiano di ren-
dere quasi sterile una materia di per
sé fantastica. u
Iperico
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
30 medicina naturale
Un congresso, organizzato per i primi di giugno nel capoluogo lombardo, approfondisce le principali tematiche legate all’affascinante mondo della floriterapia. Ce ne parla la dottoressa Giusy Messina, specialista in psiconeuroendocrinoimmunologia, che introduce gli argomenti che saranno affrontati dai relatori.
Floriterapia, se ne parla a Milano
Giusy Messina Psicologa psicoterapeuta specialista
in Psiconeuroendocrinoimmunologia Università degli Studi di Bergamo Dal 1987 Natur
sostiene il benes-
sere dell’uomo
offrendo una serie di prodotti
che mirano al raggiungimento di un
perfetto equilibrio psico-fisico. Il mer-
cato di riferimento di Natur è quello
della medicina naturale, all’interno
del quale si configura come leader
in Italia delle essenze floreali e rimedi
vibrazionali.
Quest’anno, per festeggiare i suoi
30 anni, Natur organizza un even-
to internazionale – l’International
Conference of Flowertherapy – che
richiama 7 tra i più influenti idea-
tori di rimedi vibrazionali – punti di
riferimento a livello mondiale – per 4
giorni interamente dedicati al mon-
do della Floriterapia: Ann Callaghan,
Andreas Korte, Daniel Mapel, Cyn-
thia Athina Kemp Scherer, Julian Bar-
nard, Vasudeva Barnao, Tanmaya.
Un evento unico che si rivela come
straordinaria opportunità di conosce-
re, approfondire e vivere il mondo
delle essenze vibrazionali direttamen-
te con chi, da anni, crea e sviluppa le
linee più conosciute.
Un Congresso a cui parteciperanno i
relatori italiani e internazionali – il 2
medicina naturale 31
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
giugno – sarà seguito da 3 giornate
di workshop e corsi di approfondi-
mento.
Il programma
2 giugno – Congresso Internazionale
Welcome e introduzione alla giorna-
ta (ing. Paolo Marchori).
Andreas Korte: PHI Es-
sences presents the Ho-
listic Light Treatments
HLT new ways of hea-
ling – I trattamenti olistici della luce:
nuovi metodi di guarigione.
Richard Katz e
Patricia Kaminsky
(intervento video): I
fiori californiani e la
loro azione sul mondo delle emozioni.
Vasudeva Barnao:
Healing through the
Psychology of Flowers
– Guarire attraverso la
psicologia dei fiori.
Ann Callaghan: Your
children are triggers for
your own inner child
healing – I vostri bambi-
ni sono la chiave per la guarigione del
vostro bambino interiore.
Tanmaya: An Intro-
duction to the Hima-
layan Flower Enhancers:
Healing tools for an out
of balance world – Un’introduzio-
ne alle essenze Hymalayan Flower
Enhancers: Strumenti di
guarigione per un mon-
do non in equilibrio.
Daniel Mapel: Embra-
cing the Wild: Using the Wild Earth
Animal Essences for emotional hea-
ling and Spiritual Development – Le
essenze animali selvaggi per la gua-
rigione emozionale e lo sviluppo spi-
rituale.
Cynthia Athina Kemp
Scherer: Flower Essen-
ces from the Arizona
Deserts – Le essenze
floreali del deserto dell’Arizona.
Julian Barnard (inver-
vento in videoconfe-
renza).
Ma chi sono i relatori?
Dopo oltre 20 anni, torna in Italia Va-
sudeva Barnao, creatore delle Living
Essences of Australia. La sua linea di
Floriterapia fonde i principi guida del
dott. Edward Bach con le tradizioni
millenarie degli aborigeni australiani.
Il particolare metodo di preparazione
di questi rimedi non prevede diluizio-
ne o scambio di materia tra acqua e
fiore, ma soltanto trasferimento di
vibrazioni energetiche.
Le sue essenze si sono rivelate parti-
colarmente efficaci nella terapia del
dolore: esse agiscono come la morfi-
na, senza però presentarne gli effetti
collaterali, ed è per questo che sono
utilizzate in ben 18 ospedali in Au-
stralia.
Questo sarà proprio il tema del suo
Workshop: “Terapia del dolore con i
fiori australiani: alleviare il dolore e lo
stress in modo efficace e veloce”.
Il suo Corso di Approfondimen-
to, di 8 ore, si concentrerà
invece sulla libertà e fe-
licità che si possono
ottenere attraverso la
psicologia dell’olismo.
Spesso lo stress e la
tensione a livello emoti-
vo sono causati da conflit-
ti che si generano nelle rela-
zioni interpersonali. Le essenze
australiane aiutano a sviluppare
una più profonda comprensione del-
la natura umana, a curare disfunzioni
e favorire benessere nelle relazioni.
Si tratta invece della prima volta, in
3 giugno 4 giugno 5 giugnoWorkshop 9.00 – 13.00 Cynthia Athina Kemp Scherer Tanmaya Julian Barnard
Workshop 14.00 – 18.00 Vasudeva Barnao Ann Callaghan Andreas Korte
Corso di Approfondimento 9.00 – 18.00 Daniel Mapel Vasudeva Barnao Cynthia Athina Kemp Scherer
Un evento unico che si rivela come straordinaria opportunità di conoscere, approfondire e vivere il mondo delle essenze vibrazionali direttamente con chi, da anni, crea e sviluppa le linee più conosciute
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
32 medicina naturale
Italia, per Cynthia Athina Kemp Sche-
rer, da anni ricercatrice con innume-
revoli esperienze, in particolare di
tipo alchemico, e fondatrice nel 1983
della Desert Alchemy negli Stati Uniti.
La Desert Alchemy è un’organizza-
zione dedicata alle essenze florea-
li del deserto Sonoran in Arizona.
Ciò che caratterizza queste essenze
è sicuramente l’ambiente in cui cre-
scono le piante. Le condizioni sono
estreme e la vita vegetale del de-
serto ha dovuto sviluppare energie
sorprendenti per adattarsi. L’idea è
che questa forza vitale possa essere
trasferita nell’organismo umano ed
impiegata come stimolo positivo. Di
questa forza e resistenza parlerà spe-
cificatamente Cynthia nel suo corso
di approfondimento.
Si concentrerà invece più sull’aspetto
della femminilità, le sue diverse sfu-
mature e il modo in cui è possibile ce-
lebrarla con l’aiuto delle essenze, nel
corso del workshop di 4 ore.
Tanmaya è il creatore delle Essen-
ze Himalayan Flower Enhancers,
che derivano da una remota valle
dell’Himalaya, dal monte Gulaga in
Australia e da molti altri territori in-
contaminati del mondo. Il termine
Enhancers – catalizzatori – indica la
proprietà delle Essenze per cui sono
in grado di favorire processi di riequi-
librio energetico e sviluppo spirituale.
In particolare, non si tratta di rimedi a
qualcosa di sbagliato, piuttosto il loro
lavoro è quello di migliorare ciò che
è giusto, scacciando ogni oscurità,
blocco o negatività immagazzinata.
Tra questi, esiste una serie di rimedi
che si concentra in particolare sull’a-
spetto della sessualità, nella coppia e
nel singolo, ed è di questo che par-
lerà Tanmaya nel suo workshop.
Daniel Mapel ha creato le Essenze
Animali Wild Earth nel 1995, nei Blue
Ridge Mountains, in Virginia. Questi
rimedi vibrazionali, al pari delle es-
senze floreali o degli elisir di gemme
e cristalli, aiutano a ritrovare armonia
ed equilibrio interiore in tutte le fasi
della nostra vita.
Venerati come sostegno e guida sin
da tempi antichissimi dai primi popo-
li primitivi, gli animali sono in grado
di offrirci energia pura ed un potere
primordiale che deriva direttamente
dalla loro essenza divina ed istintiva,
essendo loro a stretto contatto con
la Terra ed i suoi equilibri. Essi spes-
so incarnano forze pulsionali che
nella società moderna vengono me-
diate, distorte, mascherate creando
disarmonia, conflitti e tensioni che si
riflettono, in modo negativo, sul no-
stro equilibrio energetico e il nostro
stato emozionale.
Daniel dedicherà una parte del corso
di approfondimento alla sua nuova
linea che consente di entrare in con-
tatto e sintonia con uno degli animali
domestici più amati, i cani.
Un aiuto nel contrastare la dipen-
denza da nicotina, alcol e droghe in
generale può essere fornito anche da
rimedi vibrazionali. È il caso di una
serie di essenze ideate da Andreas
Korte.
Andreas ha sviluppato un suo me-
medicina naturale 33
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
todo di produzione delle essenze
nel 1984. Con un quarzo di cristallo
convoglia direttamente la vibrazione
energetica nell’acqua usata per la tin-
tura, in questo modo non si reca al-
cun danno agli esseri viventi che col-
laborano alla creazione delle essenze.
La sua linea si chiama Phi Essences e
aiuta a sviluppare armonia tra mente,
corpo e spirito, andando a lavorare
sulle radici nascoste dei conflitti in-
teriori.
Inoltre, il workshop si concentrerà
sulla ricerca che viene condotta su
due essenze sperimentali: la T1, che
può essere usata in caso di inquina-
mento da elettromagnetismo, cavi
d’alta tensione, dopo un trattamento
ai raggi X e dopo sovraesposizione
a radiazione nucleare, e Delph, che
rende l’atmosfera pulita ed energeti-
camente migliore, promuovendo l’a-
pertura del chakra del cuore.
Creatrice delle Essenze Indaco, Ann
Callaghan è un’omeopata irlandese
che da anni collabora con i bambini
di tutte le età per capire le loro esi-
genze, i loro bisogni e i loro nuovi
modi di vedere il mondo, affinché
possano vivere una vita adatta alla
loro nuova saggezza e sensibilità,
felici ed amati. Nella sua clinica ha
esercitato come omeopata e spe-
cialista nel trattamento dei bambini.
Ha anche insegnato omeopatia ed è
stata direttrice della Irish School of
Homeopathy.
Le sue essenze si rivelano di grande
aiuto nel trattamento di ogni tipo di
disturbo comportamentale, compresi
l’ADD (Attention Deficit Disorder –
Disturbo da Deficit di Attenzione) e
l’ADHD (Attention Deficit Hyperacti-
ve Disorder – Disturbo da Deficit di
Attenzione e Iperattività). Ha anche
creato combinazioni di essenze per
aiutare i bambini che sono vittime
di prepotenze e bullismo, che non
riescono a dare confidenza, che si
sentono spaventati, tristi, soli o, sem-
plicemente, si chiedono se ci sia qual-
cosa di sbagliato in loro. Di queste
formule composte, pronte all’uso e
rivolte a situazioni particolari parlerà
Ann durante il suo workshop.
Julian Barnard è il maggiore esperto
a livello mondiale della corretta pre-
parazione della tintura madre e dello
stock dei Fiori di Bach basata
sugli scritti del dott. Bach.
Fondatore della Healing
Herbs nel 1988, prepa-
ra personalmente ogni
essenza con acqua pura
di fonte e brandy, se-
guendo i metodi originali.
Ha scritto diversi libri sui Fiori di
Bach e ha istituito il Bach Educa-
tional Programme per far conoscere
e divulgare i suoi rimedi. Sarà colle-
gato in videoconferenza per tenere
un workshop in cui parlerà delle sue
ultime scoperte e presenterà il suo
nuovo libro.
Quando, dove e come iscriversi?
Il 2, 3, 4 e 5 giugno 2017, a Milano,
presso il Marriott Hotel, via Washin-
gton 66, 20146.
È possibile iscriversi a diversi pacchetti:
• Congresso Internazionale: 2 giu-
gno;
• Congresso Internazionale + 1
giornata a scelta;
• Congresso Internazionale + 3
giornate workshop: 2, 3, 4, 5
giugno;
• 3 giornate workshop: 3, 4, 5
giugno.
Per iscrizioni, visitare il sito http://
flowertherapyconference.com/it/
iscriviti, oppure scrivere a conferen-
ce@natur.it, oppure chiamare il nu-
mero 02 6693950, interno 6. u
Julian Barnard sarà collegato in videoconferenza per tenere un workshop in cui presenterà le ultime scoperte contenute nel suo nuovo libro
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
34
Si è conclusa con successo la prima edizione del ParafarmUP, nel corso del quale abbiamo avuto modo di raccogliere le tante esperienze dei titolari di parafarmacia e di metterle a confronto. Quel che è emerso è il quadro di una realtà dinamica, ambiziosa e vivace sostenuta dall’entusiasmo dei farmacisti che vi lavorano.
ParafarmUP, buona la prima
100esperienze da raccontare. 100
farmacisti che hanno investito nella
loro professione scegliendo di met-
tersi in proprio e aprire la propria pa-
rafarmacia. 100 voci che hanno con-
tribuito ad alimentare un dibattito
vivace e costruttivo. Questo è stato
il successo del ParafarmUP, l’evento
che la rivista ‘Parafarmacia’ ha voluto
realizzare a favore di una realtà con-
solidata: i farmacisti titolari di para-
farmacia.
Nell’organizzare quella che è stata
una vera e propria giornata di studio
abbiamo voluto approfondire temi e
criticità relativi a quattro sezioni spe-
cifiche:
• Gestione normativa/economi-
co/finanziaria
In questa sezione sono stati
trattati gli argomenti relativi la
normativa per aprire la propria
parafarmacia con aspetti legati
all’ottimizzazione di costi e flussi
nella gestione economico/finan-
ziaria.
• Scelta di identità
Il tema di maggior rilievo che
rispecchia l’identità del farmaci-
parafarmUP
Massimiliano Genna Redazione
35
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
sta. La scelta dell’immagine che
vuole avere per il suo territorio
e le soluzioni per migliorarne la
comunicazione e l’interazione.
• Marchi e prodotti da trattare
Focus sulla scelta delle soluzio-
ni migliori e più efficaci da pro-
porre al proprio territorio, per
rispondere alle esigenze della
clientela.
• Servizi al territorio
Incrementare il valore aggiunto
della parafarmacia sul proprio
territorio offrendo servizi che
implementano il dialogo e il
rapporto di fidelizzazione
con il pubblico.
I relatori si sono quindi alternati sul
palco e hanno, ci piace sottolinearlo,
intavolato una vera e propria discus-
sione con il pubblico in sala, che ha
avuto così modo di avanzare (e tro-
vare risposta a) tutte le proprie do-
mande. È stato questo il reale valore
dell’evento, che si è così trasformato
in una vera e propria tavola rotonda
in cui sono emerse diversità e con-
vergenze di un mondo che chiede
soprattutto di ottenere attenzione.
Contrariamente al consolidato mon-
do delle farmacie, infatti, quello delle
parafarmacie è da molti anni in atte-
sa di una regolamentazione ad hoc
che ne stabilisca standard qualitati-
vi (e quantitativi) ed è stato proprio
questo l’aspetto più frequentemente
evidenziato dal pubblico in sala: non
chiamateci farmacisti di ‘serie B’ per-
ché noi abbiamo scelto di diventare
farmacisti attraverso lo stesso percor-
so, abbiamo la stessa laurea e quindi
abbiamo lo stesso diritto di esercitare
la nostra professione mettendo a frut-
parafarmUP
L’evento si è trasformato in una vera tavola rotonda in cui sono emerse diversità e convergenze di una realtà che chiede soprattutto di ottenere attenzione. Contrariamente al consolidato mondo delle farmacie, infatti, quello delle parafarmacie è da molti anni in attesa di una regolamentazione ad hoc che ne stabilisca standard qualitativi (e quantitativi) ed è stato proprio questo l’aspetto più frequentemente evidenziato dal pubblico in sala
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
36 parafarmUP
to i nostri investimenti (universitari,
prima, ed economici, poi) anche se
abbiamo scelto di farlo dietro il ban-
cone di una parafarmacia. In una
discussione che ha toccato tanto gli
aspetti pratici quanto quelli ideologici,
è quindi emersa l’anima di un mondo
concreto, vivace, pieno di energia, di
sogni e di aspettative. Un mondo a
cui abbiamo scelto di dare voce an-
che con un libro, ‘Studio parafarma-
cia’, che vuole essere un compendio
della giornata di Roma e una raccolta
di esperienze vere, concrete. Testimo-
nianza tangibile del nostro impegno a
favore di questa entusiasmante realtà.
Arrivederci al prossimo anno. u
09:30-12:00 Gestione normativa/economico/finan-ziaria
In questa sezione vengono trattati gli argo-menti relativi la normativa per aprire la pro-pria parafarmacia con aspetti legati all’otti-mizzazione di costi e flussi nella gestione economico/finanziaria.
• Maurizio Bellante, FarMarketing. Studio di marketing, analisi di mercato, costi, investimenti e rischio di impresa.
• Roberto Santori, commercialista Sedi-va. Adempimenti per aprire una para-farmacia.
• Adriana Berti, referente Lazio FNPI. Adempimenti e normativa.
• Fabio Centurioni. Bandi e finanziamenti.
12:00-13:00 Scelta di identità Il tema di maggior rilievo che rispecchia l’i-
dentità del farmacista. La scelta dell’immagi-ne che vuole avere per il suo territorio e le soluzioni per migliorarne la comunicazione e l’interazione.
• Stefano Migliori, presidente Vifarm.
Studio di marketing, strategie, sistemi di comunicazione e standard di qualità.
13:00-14:00 Pranzo offerto
14:30-16:00 Marchi e prodotti da trattare Focus sulla scelta delle soluzioni migliori e
più efficaci da proporre al proprio territorio, per rispondere alle esigenze della clientela.
• Maurizio Bellante, FarMarketing. Studio di marketing, come scegliere i prodotti più recettivi.
• Silvia Turrini, Diepharmex Sa. Presenta-zione Micro H.
• Rossella Perrotta, Metagenics Italy S.r.l. Presentazione Curcudyn.
16:00-17:00 Servizi al territorio Incrementare il valore aggiunto della pa-
rafarmacia sul proprio territorio offrendo servizi che implementano il dialogo e il rap-porto di fidelizzazione con il pubblico.
• Marco Merigiola. La parafarmacia dei servizi.
La Giornata di Studio
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
38
Maria Giulia Mazzoni Direttore Responsabile
Tacchi alti e abitudini sbagliate possono comprometterela salute dei nostri piedi ed inficiare, di conseguenza, lo stato di benessere generale del fisico. In questa intervista il dott. Nicola Del Bianco si concentra su uno dei problemi più comuni: l’alluce valgo. Di cosa si tratta, quanti sono gli italiani che ne soffrono e quali sono i principali rimedi disponibili.
Non sottovalutiamo la salute dei piedi
il medico
Nicola Del Bianco Medico chirurgo specializzato
Alluce valgo: di
cosa stiamo par-
lando?
L’alluce valgo è una delle patolo-
gie più diffuse a carico del piede. È
caratterizzato da una deformità del
primo dito (l’alluce, appunto) che
comporta una deviazione latera-
le della falange, con lussazione dei
sesamoidi, due piccole ossa entro le
quali si trova l’articolazione dell’al-
luce. In genere, questa deformità è
accompagnata da una tumefazione
dolente della parte interna del pie-
de, quella che nel linguaggio comu-
ne viene definita “cipolla”, che altro
non è che una forma di infiammazio-
ne, dolorosa, da sfregamento con la
calzatura.
Molte donne soffrono di questo
disturbo. Quali le principali cause?
Si stima che in Italia circa una perso-
na su cinque soffra di alluce valgo. Le
donne poi risultano particolarmente
colpite, addirittura otto volte più de-
gli uomini, soprattutto in età dai 40
ai 60 anni.
Anzitutto è necessario dire che le
donne sono soggette a questa pato-
logia soprattutto per motivi di fami-
liarità, per un fattore genetico.
39
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
il medico
Si è constatato poi che l’uso di cal-
zature inadeguate (come i tacchi e le
scarpe prettamente di uso femminile)
sia un fattore di rischio nella genesi
di questa deformità. Se l’altezza del
tacco supera i due centimetri, infatti,
si ha un aumento del carico sulle dita
del piede e quindi sull’alluce. Non
solo, le scarpe alte spesso sono stret-
te in punta, con conseguente schiac-
ciamento verso il centro di alluce e
quinto dito.
La gravidanza poi è un altro fatto-
re prognostico negativo, a causa
dell’aumento di peso e delle disfun-
zioni ormonali, così come anche la
menopausa.
Quali i principali errori che faccia-
mo per la salute dei nostri piedi?
Può sembrare scontato da dire ma
camminare con una postura sbaglia-
ta può compromettere seriamente
la salute dei nostri piedi. I soggetti
che fin dalla giovane età mostrano
piattismo, pronazione o supinazione
se non corretti hanno una maggior
possibilità di sviluppare le patologie
dell’avampiede, dall’alluce valgo alle
metatarsalgie al dito a martello.
Come detto, poi, l’uso di calzature
inadeguate, non solo i tacchi, anche
le scarpe antinfortunistiche ad esem-
pio, può portare alla deformità dell’a-
vampiede.
Infine anche camminare scalzi, in una
cultura come la nostra “abituata”
alla scarpa, in terreni non idonei è un
errore che nel corso del tempo può
avere i suoi effetti negativi.
Esiste una qualche forma di pre-
venzione?
Se si escludono i motivi legati alla fa-
miliarità, esiste certamente una for-
ma di prevenzione. Un piattismo o
una pronazione, un piede piatto o un
piede cavo, presi per tempo possono
essere prevenuti, scoraggiando la fu-
tura formazione delle patologie.
Una visita ortopedica entro il 13°/14°
anno di età può per esempio evi-
denziare un piede piatto o una pro-
nazione e permettere di intervenire
chirurgicamente con interventi poco
invasivi, evitando poi al bambino di
dover convivere per tutta la vita con
un plantare.
Quali i possibili rimedi?
Nel caso in cui ci sia invece una pa-
tologia manifesta si ricorrere alla chi-
rurgia. Oggi è possibile ricorre alla
tecnica PBS, (Percutaneous Bianchi
System), grazie alla quale l’alluce
valgo viene risolto con un intervento
percutaneo in anestesia locale, sen-
za l’inserimento di viti o chiodi, che
permette di camminare immediata-
mente e recuperare in breve tempo
la funzionalità del piede. Particolarità
della tecnica è la possibilità di interve-
nire sull’alluce valgo in maniera poco
invasiva, limitando molto il dolore
e il fastidio. Attraverso piccoli fori
vengono inserite frese di dimensioni
ridotte per provocare micro fratture
nei punti giusti così da permettere il
riallineamento delle ossa. Le fratture
provocate vengono lasciate libere in
modo tale che la guarigione avven-
ga secondo il carico reale del pazien-
te, messo da subito in condizione di
camminare. Al termine viene prati-
cato un bendaggio che il paziente
terrà all’incirca 20 giorni. I vantaggi
di questa tecnica sono la rapidità
dell’intervento e la riduzione della
sintomatologia dolorosa, che in molti
casi è addirittura assente. L’assenza
inoltre di evidenti ferite, la possibilità
di successivi interventi per conservare
o accentuare l’allineamento ottenuto
e la totale assenza di mezzi di sintesi
che provocano maggior dolore e che
possono sostenere intolleranze e in-
fezioni.
È possibile evitare l’intervento
chirurgico?
Si può evitare in tutti quei casi in
cui non si percepisce dolore. Anzi, si
sconsiglia di intervenire su valgismi
lievi o moderati prettamente este-
tici. In questi casi è necessario solo
un monitoraggio costante, due volte
l’anno.
Una volta risolto, o contenuto, il
problema è dunque possibile tor-
nare ad indossare l’amato tacco 12?
Una volta che il problema viene ri-
solto, il paziente può tornare ad in-
dossare qualunque tipo di calzatura.
È però assolutamente sconsigliato ri-
tornare ad un abuso dei tacchi alti. Si
potranno indossare nuovamente, ma
con parsimonia e non di abitudine. u
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
40
Maria Giulia Mazzoni Direttore Responsabile
Francesco Schittulli Presidente LILT
In occasione della presentazione dei progetti LILT finanziati con i proventi del 5x1000, abbiamo intervistato Francesco Schittulli, il presidente dell’Associazione, che sottolinea l’importanza del ruolo ricoperto dal farmacista nella sensibilizzazione alla prevenzione e fissa un obiettivo ambizioso: mortalità zero per cancro entro il 2025.
Lo stile di vita come prima arma di prevenzione
il medico
Avete recente-
mente presen-
tato i risultati
di un importante progetto di
ricerca scientifica finanziato con
i fondi derivanti dal 5x1000. Co-
minciamo con ‘le presentazioni’:
di cosa si tratta?
Non si tratta di un solo importan-
te progetto, bensì di 13 progetti di
ricerca scientifica, finanziati con i
fondi della LILT derivati dal 5x1000
su tre specifiche tematiche inerenti
alla prevenzione: primaria (rimozio-
ne delle cause che possono indurre
lo sviluppo di un cancro), secondaria
(diagnosi, la più precoce possibile) e
terziaria (il prendersi cura delle pro-
blematiche della persona che abbia
vissuto l’esperienza cancro).
Quali le evidenze riscontrate?
È fuori dubbio la strategica importan-
za della prevenzione primaria legata
ai corretti stili di vita: lotta al tabagi-
smo ed alla cancerogenesi ambien-
tale e professionale. La prevenzione
secondaria si avvale della continua ri-
voluzione dell’”imaging” che, grazie
alla tecnologia diagnostica sempre
più raffinata, ci permette di scoprire
le lesioni tumorali minimali in fase ini-
41
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
il medico
ziale e vincere così il cancro.
La prevenzione terziaria è finalizzata
alla creazione di un rapporto sempre
più umano ed empatico che coinvol-
ga il paziente, la famiglia e gli opera-
tori sanitari.
Una delle risultanze che più mi ha
colpita associa la ‘scelta’ di pre-
venzione a fattori sociali ed am-
bientali. È corretto dire quindi che
la strada maestra per proseguire
con la sensibilizzazione della po-
polazione sia quella di creare una
cultura, il più possibile diffusa,
della prevenzione?
Sappiamo che il cancro è una ma-
lattia ambientale su base genetica.
Di qui la necessità di appropriarsi di
un ambiente sempre più salutare, per
non alterare, modificare, cambiare,
mutare i nostri geni. Perché siamo noi
che costruiamo l’ambiente, e quindi
siamo noi che produciamo il cancro.
Per questo siamo chiamati a diffon-
dere capillarmente la cultura della
prevenzione come metodo di vita.
I farmacisti che lavorano nelle
parafarmacie e che ogni giorno
entrano in contatto con tante
persone che a loro si affidano
per consigli e suggerimenti, qua-
le ruolo possono avere in questo
massivo sforzo di sensibilizzazio-
ne della cittadinanza?
Il ruolo del farmacista ha una rile-
vanza strategica in virtù del rapporto
diretto con il cittadino. La persona si
interfaccia sempre più con il farma-
cista, chiedendogli consigli, suggeri-
menti, pareri sanitari.
La sensibilizzazione della cittadinanza
non può non avvalersi della disponi-
bilità e competenza professionale dei
farmacisti.
È una buona notizia già il fatto
che in Italia si riesca ancora a fare
ricerca. Possiamo lanciare anche
questo messaggio?
Pur non disponendo di ingenti risorse
finanziarie in Italia si riesce ancora a
fare ricerca, soprattutto per la pre-
senza di molti giovani ed intelligen-
ti cervelli. Dobbiamo investire su di
loro, a garanzia della migliore salute
per la comunità.
Il progetto ha coinvolto capillar-
mente le realtà LILT territoriali.
Nelle vostre attività, quanto conta
il rapporto con il territorio?
La LILT è sensibilmente impegnata
a livello territoriale attraverso le sue
oltre 100 Sezioni Provinciali ed i suoi
400 Spazi prevenzione/ambulatoria-
le. Ed è qui che si registra la coesione
tra le varie realtà socio-sanitarie.
Parliamo ora della LILT. Un’inten-
sa attività che da anni vi pone in
prima linea nella lotta ai tumori.
Vi chiederei una fotografia delle
vostre iniziative.
A fronte di una, sia pur lenta ma
continua e progressiva, diminuzione
della mortalità per cancro, si registra
tuttavia un aumento dell’incidenza.
La LILT è impegnata ad ogni livello a
vincere i “big killers” rappresentati
dal tumore alla prostata, al colon-ret-
to, al polmone ed al seno attraverso
opera di sensibilizzazione sia a livello
di prevenzione sia a livello di diagnosi
precoce.
Quali i vostri progetti futuri?
Per il futuro la LILT ha allargato il suo
campo di azione, partendo dall’ade-
sione alla Giornata Mondiale contro
il Cancro (4 febbraio), organizzando
la Settimana Nazionale per la Pre-
venzione Oncologica e sottolineando
l’importanza di una corretta e sana
alimentazione (21 marzo), parteci-
pando alla Giornata Mondiale senza
Tabacco e promuovendo visite spe-
cialistiche senologiche per tutto il
mese di ottobre (Campagna Nastro
Rosa) dedicato alle donne per una
diagnosi precoce del tumore al seno
(big killer n.1). Nel prossimo futuro
altre iniziative saranno la Settimana
dermatologica, per vincere i tumori
cutanei, il Progetto Azzurro, dedi-
cato alla lotta ai tumori maschili, il
Progetto Solidarietà per gli immigrati
ed infine gli Stati generali del Volon-
tariato (dopo aver attivato la Scuola
Nazionale del Volontariato), previsti
per il prossimo 5 dicembre in occa-
sione della Giornata Nazionale del
Volontariato.
Quale il vostro obiettivo a lungo
termine?
Mortalità zero per il cancro! Obietti-
vo da raggiungere entro il 2025. u
Il ruolo del farmacista ha una rilevanza strategica in virtù del rapporto diretto con il cittadino in quanto rappresenta la prima interfaccia con chi entra a chiedere consigli, suggerimenti e pareri sanitari
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
42 business solution
Anche in parafarmacia è possibile allestire galenici. Per saperne di più, abbiamo fatto alcune domande a Flavia la Forgia, R&D Manager di Farmalabor, azienda di spicco nella produzione e commercializzazione di materie prime, packaging e attrezzatura per la galenica.
La pratica galenica in parafarmacia: normativa ed opportunità commerciali
È possibile allestire prepara-
zioni galeniche in parafar-
macia?
Sì, sulla base della Legge n. 27/2012.
Ovviamente, per ottenere farmaci
galenici correttamente realizzati sia
dal punto di vista tecnico che igieni-
co-sanitario, risulta essenziale mette-
re a punto un processo di produzione
capace di tenere sotto controllo
l’intero ciclo produttivo, qualsiasi
sia la complessità, attenendosi come
fonte di legittimazione alle “Norme
di Buona Preparazione” (NBP, DM
18/11/2003), riportate dalla F.U. XII
ed. Quindi, anche in parafarmacia,
una preparazione galenica deve ga-
rantire efficacia (in termini di perfor-
mance biofarmaceutica) e sicurezza.
Quali sono le possibilità formula-
tive per la parafarmacia?
Le possibilità sono numerose e deri-
vano da due diverse fonti di legitti-
mazione:
1. preparati erboristici in farmacia
(nota del Ministero della Sa-
lute 600.12/Ag 45.1/706 del
05/12/2002), erboristeria (nota
600.12/Ag 45.1/4 dell’8 genna-
io 2003) e parafarmacia (nota
19 maggio 2010).
La preparazione sarà estemporanea e
la dispensazione di tali preparazioni av-
verrà senza necessità di ricetta medica.
Si possono allestire preparati a base
di piante presenti nelle liste indicate
di seguito:
• Lista italiana di “Sostanze e pre-
parati vegetali ammessi”;
• Lista BELFRIT.
Tali preparati a base di erbe e loro
derivati preparati in farmacia, pa-
rafarmacia ed erboristeria ai sensi
delle Note del Ministero della Sa-
lute 05/12/2002, 19/05/2010 e
07/01/2003 ricadono nel campo ali-
mentare.
Pertanto se ne deduce che si possono
allestire in forma solida (es. capsule);
nel caso in cui si volesse allestire una
forma liquida viscosa, la parafarma-
cia ha 2 opzioni:
• allestisce una preparazione li-
quida contenente la quantità
voluta di un qualsiasi zucchero
business solution 43
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
ammesso oppure una mucillagine
(grazie ad un agente viscosizzante
ammesso) dolcificata con un edul-
corante ammesso; questa pre-
parazione può contenere anche
i conservanti ammessi, oltre agli
altri additivi permessi per la Cat.
17.2, e dovrà chiamarsi “Prepa-
razione liquida a base di…”
oppure “Concentrato di…” o
analoghe dizioni ma non dovrà ri-
portare mai la dizione “Sciroppo”;
• allestisce una preparazione
sotto forma di sciroppo conte-
nente esclusivamente saccarosio
o glucosio ad elevate concentra-
zioni, tali da garantire l’autopre-
servazione; questa preparazione
non può contenere conservanti,
ma soltanto gli altri additivi per-
messi per la Cat. 17.3, e può
chiamarsi “Sciroppo di…”.
Una delle tante formulazioni allesti-
bili è, ad esempio, il GINKGO COM-
POSTO.
Claim salutistico: favorisce natural-
mente le condizioni di benessere.
Modalità d’uso: una capsula 2-3
volte/die, evitando la somministrazio-
ne serale.
Avvertenze: se si stanno assumendo
farmaci anticoagulanti o antiaggre-
ganti piastrinici, consultare il medico
prima di assumere il prodotto.
2. Oggetto: Legge n. 27/2012, ar-
ticolo 11.
Comma 15. “Gli esercizi commer-
ciali di cui all’articolo 5, comma 1,
del decreto-legge 4 Luglio 2006, n.
223, convertito, con modificazioni,
dalla legge 4 Agosto 2006, n. 248,
in possesso dei requisiti vigenti, sono
autorizzati, sulla base dei requisi-
ti prescritti dal decreto ministeriale
previsto dall’articolo 32, comma 1.
del decreto legge 6 Dicembre 2011,
n. 201, convertito con modificazioni
dalla legge 22 Dicembre 2011, n.
214, ad allestire preparazioni ga-
leniche officinali che non preve-
dono la presentazione di ricetta
medica, anche in multipli, in base
a quanto previsto nella farmaco-
pea ufficiale italiana o nella far-
macopea europea”.
In questo caso, una delle formula-
zioni più richieste dalla clientela è la
LOZIONE acquosa di MINOXIDIL.
Preparazione: solubilizza ALOPLUS®
in acqua preservata; quindi aggiungi
il Minoxidil. È consigliabile l’aggiunta
di conservanti, in particolare Nipagi-
na e Nipasolo.
Bibliografia: B.P. 2015.
Regime di dispensazione: Prepara-
to officinale (S.P. per concentrazioni ≤
2%, R.R. per concentrazioni > 2%).
Cosa consiglia ad una parafarma-
cia che vuole dedicarsi alla galeni-
ca, anche partendo da zero?
Il primo consiglio è cominciare da
poche preparazioni officinali e te-
stare nel breve periodo la risposta
della clientela. Una buona parte del
successo di un prodotto galenico sta
nella scelta delle materie prime cer-
tificate e nella qualità delle attrez-
zature e del packaging utilizzati: in
questo, Farmalabor è leader di set-
tore. Inoltre, l’azienda offre servizi di
consulenza prima, durante e dopo
l’acquisto, proponendosi come rife-
rimento affidabile soprattutto per le
parafarmacie che vogliono puntare
sugli allestimenti di sciroppi, lozioni
e preparazioni topiche senza ricetta
medica. Quindi, si può cominciare
con un supporto prezioso.
Un altro consiglio è sviluppare sempre
nuove competenze. Anche in questo,
Farmalabor è accanto alle parafarma-
cie con il suo Campus, che offre un
calendario ricco di corsi di specializza-
zione nelle sedi di Canosa e Assago:
www.farmalaborcampus.it u
Ginkgo Composto Eleuterococco radice E.S. tit. 5% saponosidi 200 mgGinseng radice E.S. tit. 20% ginsenoside 100 mgGinkgo foglie E.S. tit. 24% ginkgoflavonglucosidi 60 mgEccipiente tipo II q.b. a 1 cps (tipo 0)
Minoxidil Minoxidil 2%Aloplus® 11,2%Acqua altamente depurata q.b. a 100%
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
44
Ragazzi, datemi il 5
l’alimentazione
SIP, FIMP, ADI e Ospedale Bambino Gesù scendono in campo contro l’eccesso di peso, un problema che colpisce più del 30% dei giovanissimi e lanciano la campagna dei pediatri e nutrizionisti ‘Dammi il 5’: una squadra di super-eroi insegna la dieta corretta per i bambini. Previste diverse iniziative, tra cui una serie di cartoni animati, libri, guide per insegnanti, incontri formativi, eventi finali e un concorso.
Una serie di carto-
ni animati in cin-
que puntate, una
guida per gli insegnanti, un libro
di avventure per bambini, incontri
formativi con le maestre nei 16 Co-
muni che hanno aderito al progetto
patrocinandolo, un evento finale nei
teatri, dedicato ai piccoli e ai loro ge-
nitori, e uno speciale concorso tra
scuole. I protagonisti di tutte queste
iniziative educazionali sono cinque
super-eroi. Cric, Memo, Scudo, Alma
e Luce rappresentano i colori della
salute legati alla frutta e alla verdura:
bianco, blu/viola, giallo/arancione,
rosso e verde. Saranno loro ad aiuta-
re i pediatri e i nutrizionisti ad inse-
gnare ai bambini italiani l’importanza
di una corretta alimentazione quoti-
diana. Sono questi gli obiettivi della
campagna Dammi il 5, ideata e rea-
lizzata da Mati Group con il contribu-
to scientifico dell’Ospedale Pediatrico
Bambino Gesù di Roma, la collabora-
zione della Federazione Italiana Me-
dici Pediatri (FIMP), dell’Associazione
Italiana di Dietetica e Nutrizione Cli-
nica (ADI) e il patrocinio della Società
Italiana di Pediatria (SIP). Le varie ini-
ziative del progetto sono state pre-
sentate nel corso di una conferenza
Gli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – IRCCS
45
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
l’alimentazione
stampa svoltasi presso l’Auditorium
S. Paolo dell’Ospedale Bambino Gesù
e con la quale sono stati presentati: il
libro illustrato d’avventure Dammi il 5
in Missione Speciale, la guida “Impa-
ra giocando le regole della sana ali-
mentazione”, contenente concetti
scientifici veicolati a misura di bambi-
no, giochi interattivi, ricette in tema,
spunti divertenti e originali e la serie
animata con sigla live/animation,
scritta da Maria Teresa Carpino e
composta da Paolo Vivaldi, nella qua-
le i personaggi saranno rappresentati
dagli Alpha Kids, giovani ballerini di
hip hop, che magicamente si trasfor-
meranno nei fantastici eroi animati.
L’iniziativa nasce da una evidenza:
“Un bimbo italiano su tre è in sovrap-
peso – spiega il dott. Alberto Villani,
presidente nazionale della SIP –. Si
tratta di una dato in leggero calo ri-
spetto agli anni precedenti, ma anco-
ra troppo alto. All’origine dell’ecces-
so ponderale vi sono una dieta
squilibrata e troppo ricca di grassi e
una diffusa sedentarietà che interes-
sa attualmente il 16% dei giovanissi-
mi. Sei su dieci passano troppo tem-
po davanti a TV e videogiochi.
Abbiamo perciò deciso di scendere in
campo e sostenere questo innovativo
progetto di prevenzione”. Nelle pros-
sime settimane partirà il tour di Dam-
mi il 5 con incontri nelle scuole di 16
Comuni in 5 diverse Regioni, con l’in-
teressamento non solo degli studenti
delle scuole primarie, ma anche degli
insegnanti e delle famiglie. Saranno
tenute speciali lezioni sulla salute, di-
stribuito materiale informativo e pro-
iettate le cinque puntate dei cartoni
animati con le avventure dei super-e-
roi della salute. “Più del 50% delle
madri di giovani obesi è convinta che
la quantità di cibo consumata dal fi-
glio sia corretta – sottolinea il dott.
Antonio Caretto, presidente naziona-
le dell’ADI –. Solo il 25% dei bambini
consuma tutti i giorni cinque porzioni
di frutta e verdura, così come racco-
mandato dalle autorità sanitarie
mondiali. Quattro su dieci non fanno
una colazione adeguata prima di an-
dare a scuola. È quindi necessario au-
mentare il livello di informazione e
consapevolezza sulla corretta alimen-
tazione, sia tra la popolazione infan-
tile che tra quella adulta. Per educare
alle giuste abitudini alimentari sono
stati scelti strumenti piacevoli, diver-
tenti, chiari e facilmente comprensi-
bili come libri e cartoni animati”. Il
progetto, realizzato grazie al suppor-
to non condizionante di Menarini,
prevede anche la realizzazione di uno
speciale concorso tra le scuole prima-
rie coinvolte: Oscar di Dammi il 5!
Tutte le classi si sfideranno nell’idea-
zione di nuove storie di avventure dei
cinque super eroi, producendo elabo-
rati che devono avere come protago-
nista un personaggio totalmente
nuovo e inventato dai bambini. In
ogni città sarà organizzato un evento
finale, durante il quale i super eroi
“in persona” consegneranno alla
scuola vincitrice del concorso un pre-
mio, che sarà offerto da General Be-
verage, azienda specializzata nella
distribuzione di acqua microfiltrata e
di bevande sostenibili. “Non è mai
troppo presto per insegnare le regole
della salute e del benessere – aggiun-
ge il dott. Giampietro Chiamenti,
presidente nazionale della FIMP. Un
obeso ha infatti un’aspettativa di vita
inferiore di dieci anni rispetto ad un
normo-peso. I chili di troppo in età
pediatrica favoriscono la probabilità
Alla luce delle evidenze è necessario aumentare il livello di informazione e consapevolezza sulla corretta alimentazione, sia tra la popolazione infantile che tra quella adulta. Per educare alle giuste abitudini alimentari i più piccoli, sono stati quindi scelti strumenti piacevoli, divertenti, chiari e facilmente comprensibili come libri e cartoni animati
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
46 l’alimentazione
di sviluppare una serie di malattie
croniche non trasmissibili come di-
sturbi cardiovascolari, tumori, insuffi-
cienza respiratoria, ipercolesterole-
mia, ipertensione e diabete”. “Il
grave eccesso di peso è un problema
mondiale, con un interessamento di-
verso nelle varie regioni – sostiene il
dott. Giuseppe Morino, responsabile
U.O. Educazione Alimentare dell’O-
spedale Pediatrico Bambino Gesù di
Roma. In Italia le Regioni del Sud
sono maggiormente interessate da
questo fenomeno. In Campania, per
esempio, il tasso di sovrappeso/obesi-
Eccesso di peso in età pediatrica L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l’o-besità come: “una condizione caratterizzata da un eccessivo peso corporeo dovuto all’accumulo di tessuto adiposo (gras-so), in misura tale da influire negativamente sullo stato di salute”. Se il peso supera del 30% quello ideale si è in sovrap-peso, quando va oltre il 40% si parla di obesità.L’indice più utilizzato per misurare l’eccesso ponderale è il Body Mass Index (BMI) o Indice di Massa Corporea (IMC), ottenuto dividendo il peso corporeo (in kg) per il quadrato dell’altezza (in metri). L’obesità e il sovrappeso insorgono quando, per lungo tempo, la quantità di calorie introdotte con l’alimentazione supera il consumo di energia. L’ecces-so è trasformato ed immagazzinato sotto forma di grasso. A determinare una condizione di obesità possono contribuire inoltre anche fattori genetici, endocrini e metabolici. La cau-sa principale è comunque un’eccessiva introduzione di cibo per non corrette abitudini alimentari e/o per un disturbo del comportamento alimentare su base psicologico/psichiatrica. Il tutto associato ad uno stile di vita non adeguato, in assenza o scarsità di attività fisica. I chili di troppo sono considerati un importante fattore di rischio per l’insorgenza di gravi pa-tologie. Un obeso ha un’aspettativa di vita mediamente ridot-ta di 10 anni (9 per le donne e 12 per gli uomini). L’eccesso di peso comporta una serie di gravi malattie (diabete melli-to di tipo 2, ipertensione, infarto, insufficienza respiratoria e renale, tumori, ipercolesterolemia, vasculopatie, malattie
articolari, ictus, problemi della sessualità e fertilità)1.Il sovrappeso e l’obesità in bambini e adolescenti è ancora un importante problema di salute pubblica nella Regione Europea dell’OMS. I chili di troppo in età pediatrica sono associati ad un rischio maggiore di morte prematura e disabilità adulta. In più aumentano la probabilità di sviluppare patologie non trasmissi-bili già da giovani e successivamente da adulti. Secondo gli ulti-mi dati disponibili i bambini italiani in sovrappeso sono il 20,9% e gli obesi sono il 9,8%. Tra questi ultimi i bambini gravemente obesi ammontano al 2,2%. Le femmine in sovrappeso e obese sono rispettivamente il 21,2% e il 9,4% mentre i maschi sono il 20,7% e il 10,3%. Le Regioni del Centro e del Sud continuano ad avere prevalenze più elevate rispetto a quelle del Nord.Negli ultimi anni si assiste ad una riduzione del fenomeno dell’eccesso di peso nei bambini. Nel 2008-09 era obeso il 12% degli under 9 italiani e in sovrappeso il 23,2%.È provato scientificamente che alcuni scorretti stili di vita au-mentano la probabilità di eccesso di peso. Tra i giovanissimi residenti nel nostro Paese: • l’8% non fa colazione al mattino e il 31% invece ne con-
suma una non adeguata;• il 52% a metà mattina si nutre con alimenti ad elevata
densità energetica;• il 25% dei bambini non mangia quotidianamente frutta
1 Ministero della Salute. http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=175&area=Malattie_endocrine_e_meta-boliche
47
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
l’alimentazione
tà interessa un bambino su due
(47.8% dei bambini secondo i dati
OKkio alla Salute 2014) mentre in
Lombardia solo il 23.6% è interessa-
to. Alla base di queste differenze ci
sono motivi culturali e sociali, ma so-
prattutto la sedentarietà e l’abban-
dono da parte dei giovani della dieta
mediterranea e l’orientamento verso
stili alimentari ricchi di grassi e car-
boidrati semplici e scarsi in fibra. L’ac-
centuata selettività per determinate
categorie di alimenti, quali frutta,
verdura, legumi e pesce, contribuisce
negativamente alla diffusione del fe-
nomeno. Nonostante i dati 2014 di
OKkio alla Salute riportino un au-
mento del consumo di frutta e/o ver-
dura del 2% rispetto al 2012, esso
rimane comunque ridotto, come evi-
denziato da una ricerca del nostro
ospedale in una scuola media di
Roma in cui solo il 23,7% consuma
quotidianamente 5 porzioni di frutta
e verdura; mentre il 30,8% non con-
suma alcuna porzione di frutta al
giorno e il 54,4% nessuna di verdura.
L’approccio più efficace rimane quel-
lo di stimolare un percorso multisen-
soriale positivo che porti all’assaggio
sia in famiglia che a scuola. Infatti,
come emerso da un recentissimo stu-
dio americano (Bezbaruah and Brunt,
2017) sulle preferenze di frutta e ver-
dura nei bambini di età compresa tra
9 e 11 anni, l’assaggio di nuove tipo-
logie di frutta e verdura è un fattore
importante di gradimento insieme
con fattori sensoriali come il gusto,
l’aspetto e l’odore. Con Dammi il 5
vogliamo stimolare i ragazzi ad un
approccio positivo proprio verso quei
cibi meno graditi, ma fondamentali
nella prevenzione del sovrappeso”.
Importante quindi è trasmettere un
e verdura;• il 41% beve tutti i giorni bevande zuccherate e/o gassate;• il 12% dorme meno di nove ore a notte.Diversi studi scientifici hanno dimostrato quanto sia deter-minante l’influenza dei genitori sugli stili di vita dei figli e, in particolare, sui loro comportamenti riferiti alla salute (abitu-dini alimentari e attività fisica). Nel nostro Paese:• il 49% delle madri di bambini in sovrappeso e il 13% del-
le madri di bambini obesi considerano il proprio figlio
normopeso;• Il 75% delle madri dei bambini in sovrappeso e il 53% di
quelli obesi pensano che la quantità di cibo assunta dal proprio figlio sia giusta;
• Il 59% delle madri di bambini sedentari ritiene che il pro-prio figlio svolga una sufficiente quantità di attività fisica2.
2 Istituto Superiore di Sanità (ISS) Il Sistema di sorveglianza OKkio alla Salute: risultati 2014
CampaniaCalabria
MoliseAbruzzo
BasilicataSicilia
PugliaUmbriaMarche
LazioEmilia-Romagna
LiguriaToscana
SardegnaPiemonte
VenetoFriuli-Venezia Giulia
LombardiaProvincia Autonoma di Trento
Valle d’AostaProvincia Autonoma di Bolzano
ITALIA
28,6 19,2 24,6 16,2 24,9 15,8 27,2 11,4 25,0 13,4 23,2 13,9 23,1 13,5 22,8 10,0 23,1 8,1 21,7 9,4 20,9 7,7 20,2 6,9 19,5 7,318,6 7,318,6 6,717,4 7,0 18,2 5,717,1 6,5 17,4 5,514,7 4,413,4 4,0 20,9 9,8
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50
SovrappesoObeso
Percentuale
Sovrappeso e obesità (%) nei bambini 8-9 anni per Regione. Italia, 2014
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
48 l’alimentazione
Attività fisica nei bambini L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce attività fisica: “qualunque sforzo esercitato dal sistema mu-scolo-scheletrico che si traduce in un consumo di energia superiore a quello in condizioni di riposo”. Rientrano quin-di in questa definizione anche semplici abitudini quotidia-ne come camminare, andare in bicicletta o fare una corsa al parco. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato che l’attività fisica comporta grandi benefici alla salute fisica e psichica della persona: • migliora la tolleranza al glucosio e riduce il rischio di
ammalarsi di diabete di tipo 2;• previene l’ipercolesterolemia e l’ipertensione e riduce i
livelli della pressione arteriosa e del colesterolo;• diminuisce il rischio di sviluppo di malattie cardiache
e di diversi tumori;• riduce il rischio di morte prematura, in particolare
quella causata da infarto e altre malattie cardiache;• previene e riduce l’osteoporosi e il rischio di fratture,
ma anche i disturbi muscolo-scheletrici (per esempio il mal di schiena);
• riduce i sintomi di ansia, stress e depressione;• previene, specialmente tra i bambini e i giovani, i
comportamenti a rischio come l’uso di tabacco, alcol, diete non sane e atteggiamenti violenti e favorisce il benessere psicologico attraverso lo sviluppo dell’au-tostima, dell’autonomia e facilita la gestione dell’ansia e delle situazioni stressanti;
• produce dispendio energetico e quindi diminuisce il rischio di obesità1.
L’esercizio fisico, però, è utile dal punto di vista terapeu-tico solo se effettuato con metodo e frequenza costante, altrimenti è più difficile trarne beneficio. Secondo gli ultimi dati il 16% dei bambini italiani è da considerare come “non attivo” con lievi differenze di genere (le femmine sono più pigre dei maschi 17% vs 15%). Il 18% pratica attività fisica per non più di un’ora a settimana e solo il 15% vi si de-dica 5-7 giorni nel medesimo arco temporale. I maschi si muovono generalmente più delle femmine e con maggiore frequenza: il 17% dei maschi e il 12% delle femmine pratica attività fisica 5-7 giorni a settimana.Tra gli under 9 residenti nel nostro Paese: • il 28% va a scuola a piedi o in bicicletta mentre la mag-
gioranza (59%) usa l’automobile e il 10% lo scuolabus;• il 65% trascorre fino a un massimo di 2 ore e 30 al
giorno davanti alla TV e/o giocando ai videogiochi. Il 6% dedica 5 o più ore a queste attività;
• chi ha un genitore obeso presenta livelli di sedenta-rietà maggiore (44%) rispetto ai coetanei con genitori sotto-normopeso (29%);
• il 42% ha una TV nella propria stanza2.
1 Ministero della Salute. http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.
jsp?id=51&area=Vivi_sano
2 Istituto Superiore di Sanità (ISS) Il Sistema di sorveglianza OKkio alla
Salute: risultati 2014
Cinque-sette giorni
Quattro giorni
Tre giorni
Due giorni
Un giorno
Zero giorni
12,5 17,3 9,2 11,3
21,3 2 26,7
35,6 29,4 11,6 8,5 9,76,7
0 10 20 30 40
MaschiFemmine
Percentuale
Percentuale di bambini che svolgono almeno un’ora di attività fisica per frequenza settimanale per sesso.
49
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
l’alimentazione
messaggio e farlo nel modo
più facile da recepire per i
ragazzi: “Educare in manie-
ra divertente e insolita è la
strategia della mia Società,
da sempre impegnata a
produrre progetti per bam-
bini sulla sana alimentazio-
ne – afferma infatti la dott.
ssa Maria Teresa Carpino,
autrice del progetto Dammi
il 5 e amministratore dele-
gato di Mati Group, società
specializzata nella comuni-
cazione sul benessere –. Il
titolo è strategi-
co ed
emblematico. Sono partita da Dam-
mi il 5 come gesto che vuole rappre-
sentare segno di soddisfazione e gra-
titudine. E poi sono giunta a creare 5
super eroi, che rappresentano i 5 co-
lori della salute. Il nostro scopo è
quello di suscitare nei bambini il desi-
derio di immedesimarsi nei nostri
fantastici eroi e quindi cercare di imi-
tarli, mangiando molta frutta e ver-
dura per diventare come loro. Una
volta fatto potranno battersi il 5 e
sentirsi soddisfatti. Tutta la campa-
gna ha il bollino dei vertici istituzio-
nali della pediatria e della nutrizioni-
stica italiana e quindi i contenuti
sono validi da un punto di vista scien-
tifico. Il nostro auspicio è che grazie
ad iniziative di questo tipo sempre
più bambini e adulti percepiscano
l’importanza di una sana alimenta-
zione e di uno stile di vita corretto”.
“La nostra azienda è orgogliosa di
poter sostenere un progetto così im-
portante e originale – conclude il
dott. Carlo Grossi, direttore BU OTC
Italia Menarini –. Abbiamo deciso su-
bito di partecipare a questa campa-
gna, perché è rivolta ai bambini: in-
vestire nella loro educazione significa
investire nel futuro di tutta la società.
In Italia il consumo di frutta e verdura
è molto lontano dagli standard rac-
comandati dalle linee guida nazionali
e internazionali. Consumare quoti-
dianamente 5 porzioni di frutta e ver-
dura di 5 colori diversi garantisce il
giusto apporto di vitamine, minera-
li, antiossidanti e fibre fondamen-
tali per la crescita dei bambini.
Menarini è molto attenta a que-
sta problematica e supporta le
mamme nell’integrazione alimen-
tare quotidiana dei propri figli”. u
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
50 business solution
Corman: da 70 anni una famiglia per la salute delle famiglie
L’Azienda leader nel mon-
do nella produzione di
assorbenti ipoallergenici
100% cotone e nella distribuzione di
medical device racconta al Cosmo-
farma 2017, 7 decenni di innova-
zioni per la salute.
La famiglia Mantovani da due ge-
nerazioni ha la mission di ricercare
le migliori soluzioni per la salute. 70
anni di scelte di valore, 70 anni da ri-
percorrere insieme durante il Cosmo-
farma nello stand-installazione tra
video e immagini, sempre proiettati
al futuro e al mondo.
Per questa occasione Corman ha
deciso di preparare per l’importan-
te appuntamento del Cosmofarma
uno spazio creativo e coinvolgente
con un’installazione artistica, con
l’obiettivo di ripercorrere le tappe
salienti dei 7 decenni dell’azienda, e
sopratutto per coinvolgere i farmaci-
sti per guardare insieme al futuro e
vivere l’esperienza internazionale di
Corman.
In questa occasione Corman lancia il
context per i farmacisti ambassador
da invitare a novembre a New York.
Un educational tour per conoscere
da vicino e raccontare la realtà ame-
ricana della farmacia e la presenza
internazionale di Corman.
Per partecipare alla selezione basta
compilare la cartolina distribuita in
Cosmofarma, o collegarsi entro set-
tembre 2017 al sito www.corman.it o allo stand virtuale di Corman in
www.pharmacyhub.it
La sfida di Corman è iniziata nel
1947 con Corrado Mantovani, che
fondava a Milano la Corman .Dall’a-
cronimo del nome e cognome scatu-
riva un marchio molto conosciuto e
apprezzato, non solo in Italia. Oggi i
figli Guido e Giorgio sono ai vertici di
una società attiva in Italia nella com-
mercializzazione di dispositivi medici
per il canale Farmacia e Parafarmacia
e leader in 26 Paesi del mondo nel
business solution 51
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
settore degli assorbenti 100% coto-
ne ipoallergici.
Da 70 anni, c’è nel DNA di Corman la
visione di sviluppare in Italia collabo-
razioni con partner internazionali per
mettere a disposizione dei pazienti i
più avanzati medical devices: dai mi-
suratori della pressione arteriosa ed
i nebulizzatori per l’aereosol terapia
del leader mondiale Omron, agli aghi
per la somministrazione di insulina di
Becton Dickinson, ai sistemi di moni-
toraggio della glicemia progettati da
Abbott. La qualità dei prodotti e la fi-
losofia di un approccio naturale per la
soluzione delle problematiche intime
femminile, ha sviluppato il supporto
dei ginecologici di ogni continen-
te, che raccomandano gli assorbenti
completamente in cotone che Cor-
man ha sempre prodotto in Italia.
Il made in Italy che conquista i merca-
ti stranieri non è solo moda e vini. La
linea assorbenti in cotone Lady Pre-
steril, infatti, si è imposta nelle oltre
8.000 Farmacie della catena ame-
ricana CVS, servita direttamente
dalla filiale Corman in USA. Il mi-
glior cotone arriva dall’America, ma
viene lavorato alle porte di Milano
e poi esportato. Una materia prima
molto difficile da trattare che la fa-
miglia Mantovani ha saputo domare
con linee produttive high tech, uni-
che nel mondo.
Il 2016 è stato un anno molto impor-
tante per Corman, che ha visto supe-
rare gli 80 milioni di euro di fatturato
e gettare le basi per un 2017 ricco
di importanti novità e nuove sfide da
vincere.
“Siamo orgogliosi di avere il quartier
generale nel cuore del Parco Agricolo
Sud Milano – dice Guido Mantovani,
Ad di Corman –. In 70 anni, la nostra
struttura si è abituata a confrontarsi
con esigenze e realtà di ogni ango-
lo del Pianeta, dal Canada alla Cina
all’Australia. Accettare sempre nuove
sfide ci ha reso un’azienda all’avan-
guardia nel campo della cura della
persona. Da sempre Corman porta
nelle farmacie prodotti certificati dal-
la classe medica. La formazione del
farmacista e il suo coinvolgimento
attivo sono una priorità. A maggio in
collaborazione con Omron e Abbott
lanciamo una importante ricerca a
livello internazionale presso le Farma-
cie e Parafarmacie italiane sulla pre-
venzione dei danni da ipertensione.
Progetto Zero con l’egida della Fon-
dazione della Società Italiana dell’I-
pertensione e della Società Italiana
di Medicina Generale ha l’obiettivo
di abbattere con la corretta misura-
zione della pressione arteriose della
glicemia questo killer silenzioso”.
Corman è da sempre attenta alle
novità del mercato e orientata ad
investire in nuove realtà e tecnologie
che possono rispondere a necessità
insoddisfatte dei pazienti o che pos-
sono migliorare la qualità di vita dei
pazienti affetti da patologie acute o
croniche. Per questo per il secondo
anno Corman è Partner dell’Adopton
Program allo StartUp Village, il pro-
gramma-ponte tra Aziende pharma
e startup con attività di mentoring e
open innovation.
L’attività di sviluppo delle nuove solu-
zioni e dei nuovi prodotti è affidata ad
Andrea Verniani, Marketing Manager
di Corman, che sta seguendo la strada
intrapresa da tempo da Corman con
collaborazioni anche con i principali
poli universitari internazionali per la
ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti.
L’ultimo ed innovativo prodotto è Ci-
stiset Advance, nato dalla partnership
con Biosfered, spin-off dell’Università
degli Studi di Torino. Il team accade-
mico ha sviluppato tecnologie innova-
tive per l’estrazione e la funzionaliz-
zazione di molecole bioattive estratte
dalle piante. In particolare, dal cran-
berry, così prezioso contro i disturbi
della cistite, ha ottenuto il contenuto
più elevato di Proantocianidine A,
molto attive per il trattamento della
cistite. u
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
52
L’integrazione della dieta con un’adeguata quantità di iodio risulta estremamente importante per la prevenzione di patologie anche importanti. Al fine di favorire questa consapevolezza appare fondamentale coinvolgere i farmacisti e i servizi di igiene degli alimenti e della nutrizione (SIAN) dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASL territoriali che costituiscono la prima interfaccia con il pubblico.
l’alimentazione
Iodoprofilassi, il contributo dei farmacisti e dei SIAN
In Italia, come in molti
altri Paesi del mondo,
lo iodio è presente in
quantità così esigue nel suo-
lo, nelle acque e negli alimenti che
il fabbisogno minimo giornaliero
necessario per una normale attività
tiroidea non può essere soddisfat-
to. Ciò fa sì che la carenza iodica
si traduca in quadri morbosi le cui
manifestazioni variano in funzione
del periodo della vita interessato da
questo deficit. Sebbene il gozzo sia
il più frequente effetto di questa ca-
renza nutrizionale, in realtà le conse-
guenze più gravi sono rappresentate
dai disturbi neurologici derivanti da
un’esposizione fetale e neonatale
all’insufficiente apporto di iodio. In-
fatti, a seconda della gravità, della
durata e del periodo di esposizione
alla carenza possono prodursi dan-
ni a carico del sistema nervoso cen-
trale e periferico, per il cui sviluppo
gli ormoni tiroidei sono essenziali.
Inoltre la carenza iodica anche lieve
produce effetti negativi soprattutto
in condizioni come la gravidanza e le
prime fasi dello sviluppo, nelle qua-
li è necessario un superiore apporto
di iodio. Una quantità insufficiente
di iodio in queste fasi si esplica, in-
Giuseppe Ugolini Dirigente medico nutrizionista Sian
ASL Roma 2
53
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
l’alimentazione
fatti, in una eccessiva prevalenza
del gozzo in età pediatrica, in difetti
dell’accrescimento di vario grado e
nel raggiungimento di un quoziente
intellettivo inferiore a quello otteni-
bile in condizioni di ottimale apporto
di iodio [1-3].
L’integrazione della dieta con una
adeguata quantità di iodio risulta,
pertanto, di estrema importanza per
la prevenzione delle patologie sopra
descritte. Coerentemente con l’invito
dell’OMS a ridurre l’introito giorna-
liero di sale per la prevenzione dell’i-
pertensione e delle malattie cardiova-
scolari [4], la strategia raccomandata
dalla stessa Istituzione a livello mon-
diale per l’eradicazione dei disturbi
da carenza iodica è quella di utiliz-
zare come veicolo il sale alimentare
arricchendolo delle opportune quan-
tità di iodio. Tale scelta è giustifica-
ta dalle seguenti motivazioni: il sale
è un alimento consumato da quasi
tutta la popolazione, il suo con-
sumo è stabile, le modalità
tecnologiche di arricchimento sono
compatibili sotto il profilo economico
e potenzialmente implementabili ne-
gli stabilimenti di lavorazione del sale
alimentare. Inoltre, risulta un prodot-
to sul quale è possibile attuare effica-
cemente programmi di sorveglianza
nei diversi punti critici del sistema di
produzione e distribuzione.
La legge n. 55 ”Disposizioni fina-
lizzate alla prevenzione del gozzo
endemico e di altre patologie da ca-
renza iodica”, emanata nel marzo del
2005, mette a disposizione a livello
nazionale un importante strumen-
to legislativo volto a ridurre la fre-
quenza dei disordini derivanti dalla
carenza di iodio. La normativa preve-
de infatti una serie di misure atte a
promuovere il consumo di sale arric-
chito su tutto il territorio nazionale,
quali la presenza obbligatoria di sale
arricchito con iodio nei punti vendi-
ta, la fornitura del sale comune sol-
tanto su specifica richiesta dei
consumatori, l’uso di sale
arricchito di iodio nella
ristorazione collettiva e
la possibilità di utilizzo
nella preparazione e
nella conservazione dei
prodotti alimentari.
A supporto dello stru-
mento legislativo l’intesa
Stato-Regioni del 26 febbraio
2009 ha istituito l’Osservatorio
Nazionale per il Monitoraggio della
Iodoprofilassi in Italia (OSNAMI), il cui
coordinamento è stato affidato all’I-
stituto Superiore di Sanità (www.iss.
it/osnami/) . L’OSNAMI rappresenta la
struttura epidemiologica mediante la
quale viene effettuata la sorveglianza
su scala nazionale del programma di
iodoprofilassi e che, in collaborazio-
ne con il Ministero della Salute, l’As-
sociazione Italiana Tiroide ed esperti
del settore, ha il compito di coordina-
re attività finalizzate a:
1. verificare l’efficienza della iodo-
profilassi, ovvero la capacità di
quest’ultima di raggiungere la
popolazione e quindi di miglio-
rarne l’apporto iodico, attraver-
so la valutazione di indicatori
che consentano di verificare
l’adeguato apporto nutrizionale
di iodio della popolazione (dati
di vendita di sale iodato, con-
tenuto di iodio nelle confezioni
di sale immesse in commercio,
iodurie in campioni rappresenta-
tivi della popolazione generale);
2. valutare l’efficacia della iodo-
profilassi, ovvero la capacità di
quest’ultima di produrre un ef-
fetto positivo sulla popolazione
in termini di riduzione di alcune
patologie, attraverso l’analisi
dell’andamento nel tempo dei
valori di TSH neonatale, dell’in-
cidenza dell’ipotiroidismo con-
genito a livello nazionale e della
prevalenza di gozzo in campioni
della popolazione in età scolare
reclutati in specifiche “aree sen-
tinella” opportunamente indivi-
duate;
3. effettuare la sorveglianza dei
nuovi casi di ipertiroidismo,
quale transitorio effetto conse-
guente all’uso generalizzato di
sale iodato nella popolazione
generale;
4. sostenere la campagna di infor-
mazione sull’uso di sale iodato
presso la popolazione.
I dati prodotti dall’OSNAMI hanno
documentato un costante progresso
Coerentemente con l’invito dell’OMS a ridurre il consumo di sale, la strategia raccomandata dalla stessa Istituzione per l’eradicazione dei disturbi da carenza iodica è quella di utilizzare come veicolo il sale alimentare arricchendolo delle opportune quantità di iodio
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
54 l’alimentazione
nella vendita del sale iodato che nel
2016 ha raggiunto il 60% del totale
di sale venduto nella grande distribu-
zione. Sebbene incoraggianti, questi
valori sono ancora lontani da quel
90% indicato dal WHO come target
da raggiungere perché il programma
di iodoprofilassi possa avere successo.
È evidente quindi la necessità di
un’efficace campagna di informazio-
ne presso la popolazione, affinché
questa partecipi con consapevolez-
za e competenza al programma di
prevenzione. Tale obiettivo potrà es-
sere raggiunto solo con il contributo
di tutti gli interlocutori coinvolti in
questa importante problematica di
Sanità Pubblica. Particolarmente im-
portante sarà il ruolo svolto dai Ser-
vizi di Igiene degli Alimenti e della
Nutrizione (SIAN) dei Dipartimenti di
Prevenzione delle ASL territoriali. Vi
sono attualmente in Italia circa 150
SIAN capillarmente distribuiti sull’in-
tero territorio nazionale a garanzia
di prestazioni uniformi ed erogabili
in ogni località. La “mission” fonda-
mentale di tali servizi è rappresentata
dalla tutela della salute pubblica e dal
sostegno delle attività imprenditoriali
(imprese alimentari). Di fatto, i ripe-
tuti allarmi sulle condizioni nutrizio-
nali della nostra popolazione hanno
rappresentato motivazioni sempre
più forti ad assumere impegni cre-
scenti nell’attuare azioni di supporto
in tema di promozione della salute,
come la lotta ad obesità e sovrappe-
so, a malattie cronico-degenerative
e a carenze nutrizionali prioritarie in
Italia, quali iodio ed acido folico.
Anche (e particolarmente) il contri-
buto dei farmacisti risulterà estre-
mamente rilevante in quanto sta-
keholders culturalmente formati alla
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
56
divulgazione dell’informazione fina-
lizzata alla tutela della salute pubbli-
ca. Inoltre, essendo le farmacie e le
parafarmacie italiane capillarmente
presenti in tutte le aree del Paese e
con ampia disponibilità di orario di
apertura delle proprie strutture, co-
stituiscono un punto di riferimento
fondamentale per i numerosissimi
cittadini che ogni giorno vi si recano
rivolgendosi al farmacista con asso-
luta fiducia e certi di trovare risposta
alla loro necessità di informazione. Il
farmacista, quindi, potrà contribuire
ad un importante processo di educa-
zione sanitaria della popolazione dif-
fondendo il concetto che il sale ioda-
to è un alimento e non un farmaco
e che, pertanto, la iodoprofi-
lassi non rappresenta un intervento
terapeutico, bensì una misura di tipo
nutrizionale attraverso la quale sarà
possibile prevenire le patologie de-
rivanti da un inadeguato apporto di
iodio. È evidente, quindi, che i quali-
ficati interventi di consulenza dei far-
macisti ai cittadini, coadiuvati anche
dall’offerta gratuita di eventuale ma-
teriale divulgativo istituzionale, quali
depliant, brochure ed affissione di
poster, oltre che dalla rispettosa os-
servanza della legislazione in merito
alla vendita del sale iodato, potranno
risultare estremamente utili alla pro-
mozione della iodoprofilassi in Italia,
come pure per altre future campagne
nazionali di prevenzione. A tal fine
la rete dei SIAN (Sianet) si
potrà attivare perché in
ogni Regione italiana
si possa interloquire in
tempo reale per la promozione del-
la iodoprofilassi tra il referente SIAN
dedicato e i farmacisti di tutte le far-
macie e parafarmacie che intendono
aderire alla campagna in gestione in-
tegrata. u
Bibliografia1. Bonofiglio D., Catalano S., Perri A. et
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l’alimentazione
È evidente che i qualificati interventi di consulenza dei farmacisti ai cittadini, coadiuvati anche dall’offerta gratuita di eventuale materiale divulgativo istituzionale, quali depliant, brochure ed affissione di poster, potranno risultare estremamente utili alla promozione della iodoprofilassi in Italia, come pure per altre future campagne nazionali di prevenzione
57
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
I rimedi vegetali sono stati uti-
lizzati per moltissimi anni, nella
medicina tradizionale cinese, per
il trattamento di numerosi disturbi.
Anche nel contesto delle malattie me-
taboliche, è stato possibile individuare
estratti vegetali e miscele di estratti
considerati utili nella regolazione del
metabolismo. In modelli sperimentali
animali, è stato possibile dimostrare
gli effetti antiobesogenici e antidiabe-
tici di piante e funghi medicinali.
Soppressione dell’appettito
Il senso di appetito e di sazietà sono
regolati da interazioni complesse tra
intestino, cervello e tessu-
to adiposo1.
La grelina è un ormone rila-
sciato dal tratto gastrointestinale,
quando lo stomaco è vuoto, ed in-
duce la fame agendo sull’ipotalamo2.
La presenza di cibo nel tratto ga-
strointestinale attiva le vie afferenti
del nervo vago, portando ad inibizio-
ne del centro cerebrale della fame2.
L’assunzione di cibo induce il rilascio
di colecistochinina da parte delle cel-
lule epiteliali intestinali, che inibisce
l’attività del neuropeptide Y, nell’ipo-
talamo3.
La leptina è un ormone che induce
Matteo Micucci Dottore di Ricerca Europeo in Scienze Farmaceutiche – Dip. Farmacia e Biotecnologie, Laboratorio Biofarmaceutico e Nutraceutico Università di Bologna
In questo approfondimento il prof. Matteo Micucci, esperto in nutraceutica, prende in considerazione alcuni
rimedi vegetali utili al controllo dell’appetito e capaci di indurre il senso di sazietà. Quali sono i più comuni,
come agiscono sul nostro metabolismo e perché sono, da moltissimi anni, largamente utilizzati dalla medicina
tradizionale cinese?
la nutraceutica
Appetito e senso di sazietà
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
58 la nutraceutica
sazietà, rilasciato dagli adipociti su
stimolazione insulinica1-3.
La leptina inibisce l’attività del neu-
ropeptide Y, e l’effetto stimolatorio
sulla fame dell’anandamide1-3.
Anche la serotonina, la noradrenali-
na, la dopamina e gli endocannabi-
noidi regolano il senso di appetito e
di sazietà1-3.
Il celastrolo (Fig.
1) è un triterpe-
ne pentaciclico
individuato nel-
le radici di Trip-
terygium wil-
fordii Hook.f4.
Questo triterpene, in topi stabulati
con una dieta ad alto contenuto di
grassi, somministrato alla dose gior-
naliera di 10 mg/Kg, per 3 settima-
ne, ha determinato una riduzione del
peso corporeo del 45%. Tale effetto
è imputabile, principalmente, ad un
aumento della sensibilità alla leptina4.
Inoltre, il celastrolo determina una
riduzione dello stress del reticolo en-
doplasmatico ed attiva il signalling
del recettore della leptina nell’ipo-
talamo, determinando un migliora-
mento della sensibilità alla leptina4.
Nel medesimo lavoro, è stato osser-
vato che il celastrolo aumenta la tol-
leranza al glucosio nei topi stabulati
con dieta ad alto contenuto di grassi4.
Una pianta medicinale che svolge
un’azione inibitoria nei confronti del
senso di fame è il fieno greco (Trigo-
nella foenum-graecum L.). I principali
phytochemicals presenti nei fitocom-
plessi utilizzati in clinica sono costituiti
da trigonellina, alcaloide piridinico, da
saponine quali la protodioscina, la dio-
scina, e la diosgenina (Fig. 2) e fibre5.
È stato dimostrato che la sommini-
strazione di una tisana di fieno greco
a soggetti coreani, di genere femmi-
nile, in sovrappeso, prima dei pasti,
riduce il senso di fame ed il consumo
di cibo6.
Nello studio clinico di Mathern J.R.
e colleghi7 è stato dimostrato che
la somministrazione giornaliera di 8
grammi di fibre di fieno greco a sog-
getti obesi, a colazione, aumenta il
senso di sazietà, e riduce l’assunzio-
ne di cibo.
Le membrane delle piante verdi e i
tilacoidi riducono il senso di fame ed
il desiderio di cibi gustosi, oltre a
determinare perdita di peso
in donne in sovrappeso8,9.
Tali effetti sono correlati con un’al-
terazione della secrezione degli or-
moni che regolano l’appetito quali
la grelina, la colecistochinina, ed il
glucagon-like peptide-1 (GLP-1), nei
roditori, nei maiali e negli esseri uma-
ni10,11.
Stenblom E.L. e colleghi12 hanno di-
mostrato che il trattamento di donne
in sovrappeso, con un estratto di spi-
nacio ricco di tilacoidi, somministra-
to ad una dose corrispondente a 5
grammi giornalieri di tilacoidi, ha ri-
Figura 1
Figura 2 Figura 3
Anche la capsaicina ha mostrato di possedere effetti antiobesogenici ed inibitori nei confronti del senso di fame
59
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
la nutraceutica
dotto il senso di fame, ha aumentato
la sazietà, ha determinato un decre-
mento del desiderio di cibi gustosi.
Vari studi clinici hanno confermato
tali azioni13,14.
Anche le fibre del lino (Linum usitatis-
simum L.) sono ampiamente utilizza-
te nella regolazione del metabolismo
e per inibire il senso di fame.
Ibrügger S. e colleghi15 hanno dimo-
strato che la somministrazione di 2,5
grammi/die di fibre di lino inibisce
significativamente l’appetito e riduce
l’assunzione di cibo. Risultati analo-
ghi sono stati ottenuti nello studio
clinico condotto da Kristensen M. e
colleghi16.
Anche la capsaicina ha mostrato di
possedere effetti antiobesogenici
ed inibitori nei confronti del senso
di fame. Per l’appunto la sommini-
strazione di 900 mg di un estratto
di Capsicum annuum L., titolato allo
0.25% in capsaicina, riduce il sen-
so di fame, l’assunzione di cibo e di
grassi17.
Molteplici estratti vegetali e phyto-
chemicals inibiscono la differenzia-
zione e la proliferazione dei prea-
dipociti, ed inducono l’apoptosi di
adipociti maturi.
L’epigallocatechina gallato (EGCG)
(Fig. 3), estratta dal tè verde, riduce
la vitalità dei preadipociti in modo
dose e concentrazione-dipendente18.
Inoltre, il resveratrolo e l’EGCG sono
in grado di indurre apoptosi negli
adipociti maturi19-21.
Altri phytochemicals in grado di in-
durre apoptosi in adipociti maturi
sono la genisteina22,23 (un isoflavone
prevalentemente presente nella soia),
la glicirrizina24 (un componente della
liquerizia), la capsaicina25 (presente
nel peperoncino), la quercetina20. Il
resveratrolo e la quercetina inibisco-
no, inoltre, l’espressione del PPAR-ϒ,
che è il fattore di trascrizione respon-
sabile dell’attivazione della differen-
ziazione delle cellule staminali me-
senchimali in adipociti26.
Llaneza P. e colleghi27 hanno dimo-
strato che la somministrazione di un
estratto di soia ricco di isoflavoni,
unita ad una dieta specifica e all’eser-
cizio fisico, ha prodotto effetti bene-
fici sui livelli di leptina, adiponectina
e TNF-α in soggetti obesi di genere
femminile.
Anche il ginseng possiede potenziali
effetti antiobesogenici. La sommini-
strazione di radici di ginseng a topi
stabulati con dieta ad alto contenuto
di grassi, alla dose giornaliera di 500
mg/Kg, per 8 settimane, ha ridotto
del 62% la dimensione degli adipo-
citi di tessuto adiposo bianco28. u
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n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
62
In questo nuovo appuntamento il dott. Emanuele Veronese, il nostro esperto di nutrizione e sport, si concentra su un argomento complesso: le proteine. Cosa sono, a cosa servono e qual è il modo più corretto di utilizzarle per sfruttare a pieno (ed in modo sicuro) le loro potenzialità?
nutrizione e sport
Emanuele Veronese Farmacista specializzato in nutrizione
sportiva - Parafarmacia “Mens sana in corpore sano”, Camponogara (VE)
Le proteine… quante e quali?
Oggi vorrei parlare
di un argomento
molto richiesto
specialmente dagli sportivi e da
coloro che vanno in palestra o prati-
cano attività sportiva, ma anche mol-
to complesso e “spinoso” da tratta-
re: le proteine.
Spesso in parafarmacia mi capita di
ricevere la visita di moltissimi adole-
scenti che, su consiglio dei loro amici
o dei personal trainer, chiedono di
acquistare delle proteine.
Cosa sono le proteine?
Le proteine sono dei macronutrienti
molto utili al mantenimento del cor-
retto funzionamento del nostro orga-
nismo.
Le proteine servono alla produzione
di energia, per la contrazione mu-
scolare, per formare molecole base
come anticorpi, ormoni ed enzimi,
per il trasporto di ossigeno e grassi,
per il corretto trofismo muscolare e
per la riparazione dei danni a seguito
di un allenamento o di uno sforzo.
Ma quante proteine occorre assume-
re durante la giornata?
Prima di tutto vorrei sottolineare che,
a livello legislativo, gli unici che pos-
sono consigliare un’integrazione di
proteine sono gli operatori sanitari:
63
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
nutrizione e sport
medici, biologi nutrizionisti e farma-
cisti. Altri operatori non hanno le
competenze per un consiglio corretto
di tale integrazione.
Quando un atleta, o presunto tale, si
reca in parafarmacia per acquistare
proteine e gli domando la ragione
dell’acquisto mi risponde quasi sem-
pre che desidera aumentare la massa
muscolare o avere un fisico più de-
finito.
A questi ragazzi dico sempre di stare
molto attenti perché l’integrazione di
proteine, così come la nutrizione, va
adattata al singolo individuo. Questi
macronutrienti che sono alla base
della nostra alimentazione sono mol-
to utili, ma se eccediamo sopra i limiti
indicati dall’Organizzazione Mondia-
le della Sanità possiamo andare in-
contro a danni importanti, e spesso
permanenti, per il nostro organismo.
Spesso si commette l’errore di appor-
tare un’integrazione di proteine sen-
za tener conto di quelle ingerite con
la dieta.
Capita di frequente di vedere un
fanatico della palestra che, dietro il
consiglio del suo personal trainer,
mangia una quantità spropositata di
uova e di petto di pollo assumendo
anche integratori di proteine: queste
persone si ritrovano in poco tempo
con disturbi importanti e, molto più
sovente, con valori ematici fuori dalla
norma.
Io personalmente, da farmacista ap-
passionato di sport, seguo le indica-
zioni dell’ISSN (International Society
Sport Nutrition).
Questa società scientifica indica che
la persona sana sedentaria ha biso-
gno di un quantitativo totale di pro-
teine giornaliere pari a 0,8-1 grammi
per kg di peso corporeo. I valori cre-
scono al variare dell’attività fisica e in
base al tipo di attività (un giocatore
di rugby sicuramente avrà bisogno
di un dosaggio proteico superiore a
quello di un maratoneta) e al variare
dell’età dell’individuo.
Le recenti linee guida spingono l’an-
ziano a un consumo bilanciato, ma
elevato, di proteine per prevenire la
sarcopenia (perdita di forza che so-
praggiunge con l’avanzare dell’età).
Bisogna però considerare altre pro-
blematiche.
Se mangio 100 grammi di petto di
pollo avrò introdotto 100 grammi di
proteine? La risposta è: no. Dobbia-
mo tenere presente quante proteine
contiene ogni singolo alimento.
Ma non finisce qui: chi consiglia
un’integrazione proteica deve tene-
re sempre conto dello stato di salute
generale dell’individuo e dei farmaci
che utilizza e adattare la sommini-
strazione in base a questi parametri
e a molti altri.
Quindi c’è sempre bisogno di un pro-
fessionista che, oltre a valutare lo sta-
to di salute dell’individuo, consideri
anche la conformazione corporea
dello stesso prima di calcolare l’introi-
to proteico utile.
Una persona con problemi di obe-
sità avrà bisogno sicuramente di un
introito proteico differente rispetto
ad un individuo normopeso o ad una
persona sottopeso.
Quali proteine utilizzare?
Per rispondere correttamente a que-
sta domanda si entra in un mondo
di teorie, dibattiti e ipotesi differenti.
Le proteine possono essere di origine
animale e vegetale e sappiamo ormai
da decenni che le proteine a più alto
valore biologico sono quelle di origi-
ne animale.
Negli ultimi anni, però, moltissime
persone hanno scelto di intraprende-
re una dieta vegetariana o addirittura
vegana.
In questo tipo di alimentazione si in-
troducono delle proteine di origine
vegetale, come i legumi.
Chi consiglia un’integrazione proteica deve tenere sempre conto dello stato di salute generale dell’individuo e dei farmaci che utilizza per adattare la somministrazione in base a questi parametri e a molti altri
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
64 nutrizione e sport
I legumi, in realtà, hanno una grossa
percentuale di carboidrati e una mi-
nore concentrazione proteica rispetto
alle carni.
Dobbiamo poi tenere presente che le
carenze in merito al valore biologico
delle proteine vegetali possono essere
compensate, per esempio, assumen-
dole insieme ai cereali integrali in modo
da assumere gli amminoacidi mancan-
ti; non è comunque come mangiare
della carne, del latte o delle uova.
Dunque, al di là di quante proteine
vegetali introdurre nella dieta, se
volessimo essere precisi sull’efficacia
dell’apporto proteico si dovrebbero
sempre inserire anche delle proteine
animali o di origine animale (latte,
uova…).
Non a caso l’uomo dell’età della pie-
tra era prima un cacciatore poi, evol-
vendosi, è diventato un coltivatore di
ortaggi.
In moltissimi casi non è sufficiente
una corretta analisi della composizio-
ne corporea per consigliare il corretto
dosaggio di proteine, ma occorre col-
laborare con il medico che darà la sua
opinione sulla corretta funzionalità
epatica e renale per valutare il giusto
dosaggio proteico, sia nel soggetto
sano che nel soggetto patologico.
Nel caso il soggetto sano voglia ave-
re una nozione generale su quante e
quali proteine assumere, il farmaci-
sta è il primo professionista al quale
rivolgersi e deve essere in grado di
consigliare il giusto dosaggio da as-
sumere con l’alimentazione e l’even-
tuale integrazione.
Avete quindi compreso come non
sia semplice dare consigli in merito
all’assunzione di proteine e il mio
personale invito è di affidarsi sempre
a professionisti seri e certificati.
Buon allenamento a tutti! u
Riferimenti bibliografici• Essential of sports nutrition and
supplements. Humana press, 2008, 251-266.
• Dietary protein for athletes: From requi-rements to optium adaptation (Stuart M., Philips G., Luc J.C., Yan Loon).
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
66
Sempre più utilizzati nel nostro Paese, gli integratori stanno divenendo una componente fondamentale delle nostre abitudini quotidiane. Ma cosa sono e perché il loro mercato vive una crescita costante? Entriamo nel dettaglio di un utilizzo che spesso va al di là di una semplice risposta alle sbagliate abitudini alimentari.
salute e benessere
Filippo Boschetti Strategy & Innovation, Consumer
Health Italy, QuintilesIMS Italy
Integratori,benessere in pillole
Negli ultimi decen-
ni gli italiani han-
no dimostrato
di essere sempre più attenti alla
salute e alla prevenzione in genera-
le, e più consapevoli di come alcuni
minerali, vitamine e sostanze naturali
facciano bene all’organismo. Questa
tendenza spiega, in parte, il fenome-
no che vede nel nostro Paese, ma an-
che più in generale nei Paesi occiden-
tali, l’introduzione degli integratori
alimentari come parte, “integrante”
appunto, delle proprie scelte di vita.
Dall’alga all’aloe, dal mirtillo alla
caffeina fino ai preparati tipici del-
la medicina tradizionale orientale,
il mercato degli integratori oggi
conta un universo ricco di sostanze
che possono essere impiegate per i
disturbi più eterogenei – dall’inson-
nia alla depressione, dalle emorroidi
ai disturbi della menopausa – e che
coinvolgono tutte le parti del corpo
(occhi, orecchie, bocca, gambe, sto-
maco, capelli, articolazioni).
Questa ricca lista di sostanze è divi-
sibile in classi, in grado di facilitare
eventuali analisi e valutazioni sulle
tendenze del mercato. Come fun-
ziona in Italia? I prodotti distribuiti
in farmacia a scopo terapeutico o
67
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
salute e benessere
di prevenzione sono classificati sulla
base di parametri come la modalità
di registrazione o immissione in com-
mercio o la classificazione NEC (Non
Ethical Classification). I prodotti con
finalità non terapeutiche, come gli
integratori, vengono immessi in com-
mercio previa notifica al Ministero
della Salute e inclusi in un Registro
che il Ministero aggiorna periodica-
mente, sono costantemente moni-
torati e possono essere commercia-
lizzati solo da una lista selezionata di
produttori autorizzati.
Nel nostro Paese quello degli inte-
gratori è un mercato maturo che
cresce in modo costante e più veloce
rispetto alle altre nicchie del compar-
to Consumer Health: parliamo della
spesa pro-capite media più elevata
tra i Paesi europei. Dal 2009 il fat-
turato complessivo è raddoppiato,
raggiungendo i 3 miliardi di euro nel
2016 (senza contare i prodotti distri-
buiti tramite commercio al dettaglio
su larga scala e e-commerce), mentre
in termini di volumi sono 230 i milioni
di confezioni raggiunte.
L’integratore alimentare si posiziona
in una fascia di prezzo medio-alta:
costa in media 15 euro contro i 10
del parafarmaceutico o dei prodotti
di igiene ed i 9 dell’autocura, ma no-
nostante ciò le vendite non hanno su-
bito una battuta d’arresto. A farla da
padroni sono i probiotici e gli integra-
tori minerali e vitaminici, seguiti dai
prodotti per l’apparato circolatorio,
(soprattutto quelli per il colesterolo)
e del segmento urologia/ginecologia.
Fra le prime dieci classi di prodotti
(che coprono il 90% di consumi e
fatturati) nel 2016 hanno registrato
una buona performance anche le so-
luzioni contro le malattie respiratorie,
gli analgesici e i prodotti per favorire
il sonno e combattere l’ansia.
Ad uno sguardo complessivo quello
che influenza maggiormente le pre-
stazioni dei prodotti, e di conseguenza
il mercato, è l’innovazione: non solo
in composizioni e formulazioni, sapori
e packaging ma anche in pubblicità e
passaparola. Tutto contribuisce ad at-
tirare l’interesse dei consumatori e a
favorire la crescita del mercato.
In questo contesto risulta strategico
il ruolo dei professionisti della salu-
te: dai farmacisti che raccomandano
il food supplement per chi è in cerca
di consigli nutrizionali, ai medici che
li consigliano nell’approccio terapeu-
tico per problematiche specifiche.
Per quanto riguarda i medici che
consigliano l’integratore si spazia dai
medici di famiglia (17,4% dei con-
sigli) ai pediatri di base (17,2%) che
prescrivono soprattutto prodotti rela-
tivi all’apparato digerente e preparati
per tosse e raffreddore, agli specialisti
come ginecologi (16.4% del totale),
oculisti (12.2%) e ortopedici (12%).
Quali sono i prodotti più prescritti? Vi-
tamine e minerali (19%), prodotti per
apparato digerente e intestino (14%),
oftalmici (13%), urologici e per il si-
stema riproduttivo (12%), prodotti
per tosse, raffreddore e apparato re-
spiratorio (12%) e analgesici (10%).
Insomma l’integratore viene vissuto,
molto più di altri prodotti healthcare,
come contiguo al farmaco e le mo-
dalità di prescrizione hanno un peso
fondamentale per incoraggiare la
costanza in chi li assume. Fatte rare
eccezioni, infatti, è solo la continuità
nell’assunzione che rende visibile gli
effetti benefici dell’integratore di tur-
no. Per questo motivo risulta deter-
minante l’incisività e le modalità della
prescrizione: la costanza della terapia
alimenta il circolo virtuoso della fe-
deltà e del riacquisto. u
In questo contesto risulta strategico il ruolo dei professionisti della salute: i farmacisti come interlocutori per chi è in cerca di consigli nutrizionali e i medici per l’approccio terapeutico
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
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Giovanni Gorga Presidente Omeoimprese
l’omeopatia
Il 2016 è stato un anno nero per l’omeopatia. In occasione della giornata mondiale, Omeoimprese diffonde i fatturati del settore italiano (che chiude con un preoccupante segno meno) e coglie l’occasione per lanciare un appello: senza le risposte che da tempo stiamo attendendo da parte del Governo, il comparto rischia il tracollo.
Lo “stato di salute” del mercato omeopatico
In occasione della
Giornata dell’Omeo-
patia Omeoimprese,
l’associazione che rappresenta
le più importanti case produttrici e
distributrici di farmaci omeopatici,
diffonde i fatturati 2016 e lancia un
appello: senza un dialogo con il Go-
verno e il rinvio di alcune stringenti
scadenze burocratiche, il comparto
rischia il tracollo.
“Rispetto all’anno 2015 – spiega il
presidente di Omeoimprese, Giovan-
ni Gorga – il mercato ha avuto un de-
cremento sia in termini di fatturato
(-4,8%) sia in termini di numero di
pezzi venduti (-7,4%). Negli ultimi 12
mesi le aziende hanno bruciato qua-
si 15 milioni di euro, la prima e an-
nunciata conseguenza della scaden-
za burocratica del 30 giugno 2017,
termine ultimo per i produttori di
farmaci per la consegna all’Agenzia
del Farmaco delle domande di rinno-
vo dell’AIC relative ai prodotti già in
commercio da 30 anni e più”.
“Le aziende – continua Gorga – han-
no cominciato a ritirare i prodotti per
i quali non intendono rinnovare le
autorizzazioni, una procedura one-
69
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
l’omeopatia
rosa e complicata. Inoltre per ogni
farmaco omeopatico in commercio,
esattamente come accade per gli
allopatici, dovrà essere versata una
tariffa annuale. Si tratta quindi, al
momento, di un calo fisiologico, le-
gato ad una selezione dei prodotti,
che nasconde però un problema più
serio”.
Da un censimento interno ad Ome-
oimprese risulta che sono circa
13.000 i medicinali attualmente in
commercio. A seguito dei dossier
di registrazione richiesti da AIFA ne
resteranno sul mercato non più di
5.000/6.000. Il motivo di questa dra-
stica riduzione va ricercato, soprat-
tutto per quanto concerne le piccole
e medie aziende, in una motivazione
di tipo economico.
“In questi mesi come Omeoimprese
– prosegue Gorga – ci stiamo batten-
do per ottenere dal Ministero della
Salute una proroga alla scadenza del
prossimo 30 giugno. Non si tratta di
una mancanza di responsabilità da
parte del settore, ma una richiesta
di ossigeno. Senza un rinvio,
tutto quello che non sarà stato con-
segnato nei termini di legge sparirà
dagli scaffali delle farmacie alla fine
del 2018. Una vera ecatombe per il
settore con la perdita di 70 milioni di
euro, la chiusura delle attività italiane
più piccole e 4.000 lavoratori con un
futuro a rischio. Una situazione che
andrebbe a vantaggio solo delle mul-
tinazionali straniere dell’omeopatia
che distribuiscono in Italia e che sono
dotate di altre risorse e mezzi”.
L’omeopatia in numeri
Sono 8 milioni gli italiani che usano
l’omeopatia almeno una volta all’an-
no (dato EMG Acqua aprile 2016).
Il 4,5% della popolazione si affida
alle cure complementari con una
frequenza quotidiana/settimanale
e il 60,4% degli users di medicina-
li omeopatici sono donne per lo più
di un’età compresa tra i 35 e i 54
anni. Oltre la metà degli utilizzatori
(53,7%) ha un’istruzione superio-
re. Chi ricorre all’omeopatia lo fa me-
diamente da 6,5 anni ed ha iniziato
su consiglio del farmacista (22,6%),
di parenti e amici (21,7%), del medi-
co generico (15,3%), dello specialista
(14,1%). Si curano soprattutto riniti,
raffreddori, influenze (63,6%), dolori
articolari o muscolari (30,4%), aller-
gie e problemi all’apparato respirato-
rio (21,8%).
Un altro dato interessante è l’utiliz-
zo degli omeopatici in pediatria: un
medico su tre li prescrive ai bimbi. La
ricerca è stata condotta nel giugno
2016 fra i pediatri della FIMP (specia-
listi del SSN). u
“Bruciati 15 milioni di euro rispetto al 2015, senza un dialogo con il Governo perdite fino a 70 milioni e migliaia di posti di lavoro a rischio”
[Giovanni Gorga, presidente Omeoimprese]
n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
70 la vetrina
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Linea Depurerbe
la vetrina 71
PARAFARMACIA n° 6 mag/giu 2017
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n° 6 mag/giu 2017 PARAFARMACIA
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Davide Gullotta, presidente FNPIMatteo Branca, vicepresidente FNPIPaolo Novelli, farmacista Emanuele Veronese, farmacista specializzato in nutrizione sportiva - Parafarmacia “Mens Sana in corpore sano”, Camponogara (VE)Federica Mastronardo, biologa nutrizionista - presidente ASPENIElham Allameh, referente regionale FNPI, Valle d’AostaAlessandro Saitta, referente regionale FNPI, VenetoPaola Romano di Peppe, referente regionale FNPI, ToscanaGiuseppina Pierotti, referente regionale FNPI, ToscanaMichela Monti, referente regionale FNPI, Emilia-RomagnaEmanuela Lodi, referente regionale FNPI, LazioAdriana Berti, referente regionale FNPI, LazioRaffaella Di Lisa, referente regionale FNPI, AbruzzoSergio Milo, referente regionale FNPI, MoliseFederica Giuzio, referente regionale FNPI, BasilicataFabio Sirsi, referente regionale FNPI, PugliaSalvatore Tondo, referente regionale FNPI, CampaniaFrancesco Provenzano, referente regionale FNPI, CalabriaSebastiano Limma, referente regionale FNPI, SiciliaAntonella Sini, referente regionale FNPI, SardegnaFrancesco Maria D’Amore, presidente AFENSusanna Motta, segreteria SIFAPDomenica Nicoloso, farmacistaElisabetta Miraldi, docente di Botanica Farmaceutica, Università degli Studi di Siena
La collaborazione è sempre gradita, ma deve rispettare alcune caratteristiche tecniche. Articoli – I testi devono essere originali, liberi da diritti d’autore verso terzi e non sottoposti ad altre pubblicazioni. La decisione sull’eventuale pubblicazione è ad esclusiva discrezione della Redazione. I testi devono pervenire in formato elettronico in qualsiasi forma di Word Processing e non devono superare le 15.000 battute (spazi inclusi). Grafici, loghi e immagini a corredo devono pervenire in redazione in f.to jpg, tiff, pdf o eps con risoluzione minima di 300 dpi.
Testi e immagini devono essere inviati a:redazione@edisef.itoppure visti in originale a: EDISEF - Piazza Pio XI, 62 - 00165 ROMA
ABBÉ ROLAND p. 11
ALBO LAND III cop.
CORMAN I cop.
CORMAN p. 50-51
DIEPHARMEX p. 2
FARMALABOR p. 42-43
FARMODERM p. 37
FASTER IV cop.
METAGENICS p. 61
PHYTOGARDA p. 4
SPECCHIASOL II cop.
SPECIALI PARAFARMACIA p. 29
VISISLIM p. 55
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