1 UNIVERSITA degli STUDI G. dANNUNZIO di CHIETI - PESCARA FACOLTA di SCIENZE MANAGERIALI - PESCARA...

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UNIVERSITA’ degli STUDI “G. d’ANNUNZIO” di CHIETI - PESCARAFACOLTA’ di SCIENZE MANAGERIALI - PESCARACORSO di LAUREA in “ECONOMIA e MANAGEMENT”

Economia PubblicaProf. Gianfranco Giulioni

Sistemi di protezione sociale

lezione del 9 maggio 2007 - Dott. Edgardo Bucciarelli

e.bucciarelli@unidav.it

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Economia Pubblica come...

Analisi dell’intervento pubblico: - in risposta ai fallimenti del mercato (il mercato non è in grado di condurre il sistema all’efficienza: ad es. in presenza di beni pubblici, asimmetrie informative, di esternalità e in situazioni di monopolio); - nell’ottica del trade-off tra efficienza ed equità;

Scendere nel merito dell’intervento pubblico nel sistema socioeconomico, soprattutto in termini di spesa per il welfare state.

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Le motivazioni principali dell’intervento pubblico in un’economia di mercato

Fallimenti del mercato: funzione allocativa dello Stato (tende a correggere tale inefficienza, modificando incentivi e comportamen.)

Redistribuzione: trasferimento di risorse da un gruppo o individuo ad un altro: funzione redistributiva dello Stato (si attua attraverso il mix spesa pubblica/prelievo fiscale);

Stabilizzazione: interventi volti a garantire un livello di produzione di “pieno impiego”.

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Come intervenire (strumenti di azione)

attraverso il meccanismo dei prezzi (tasse e imposte);

usando il proprio potere coercitivo per far produrre

il bene o il servizio di cui c’è necessità;

procedendo alla produzione diretta;

finanziando con fondi pubblici la relativa produzione

privata;

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Definizione dell’operatore pubblico

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Dimensioni del settore pubblico (1) (comparazione int.le)

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Dimensioni del settore pubblico (2) (comparazione int.le)

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Spesa pubblica in % GDP (comparazione internazionale)

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Pressione fiscale in % GDP (comparazione internazionale)

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Debito pubblico in % GDP (comparazione internazionale)

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Una definizione di welfare state

“…un insieme di interventi pubblici connessi al processo di modernizzazione, i quali

forniscono protezione sociale sottoforma di assistenza, assicurazione e sicurezza sociale,

introducendo fra l’altro specifici diritti sociali nel caso di eventi prestabiliti nonché specifici

doveri di contribuzione finanziaria”.

Ferrera M., (1993), Modelli di solidarietà, Bologna, il Mulino.

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Finalità generali

A partire dalle loro origini più distanti, i sistemi di protezione sociale hanno contribuito profondamente alla modernizzazione della società europea, stabilizzando le fluttuazioni del ciclo economico di mercato ed, al tempo stesso, consolidando per gradi le fondamenta democratiche degli Stati. Il complesso sistema congegnato, più volte riformato aveva ed ha, dunque, come obiettivo generale quello di combinare il benessere con la coesione sociale.

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Indirizzi di politica economico-sociale (1)

Per raggiungere una finalità così importante i vari policy maker succedutisi nel tempo e in esperienze diverse hanno guardato a:

- attenuare gli effetti dovuti alla condizione di povertà;

- promuovere e salvaguardare la salute dei cittadini;

- difendere e sostenere la qualità di vita delle famiglie;

- valorizzare il raggiungimento delle pari opportunità tra donne e uomini;

- sviluppare e favorire l’istruzione dei giovani e la formazione degli adulti;

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Indirizzi di politica economico-sociale (2)

- assicurare la popolazione o categorie della medesima contro i rischi economico-sociali promananti da particolari condizioni e circostanze della vita conseguenti ad eventi come la disoccupazione, la malattia, l’invalidità di varia origine (civile, del lavoro, di guerra), la vecchiaia ed in generale ogni forma di esclusione sociale;

- accrescere l’efficienza del sistema, sia da un punto macro, dunque evitando l’esplosione dei costi di certe funzioni a scapito di altre, sia micro, curando l’efficiente divisione delle risorse tra i diversi tipi di interventi.

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Il welfare state o stato sociale è un insieme di istituti principalmente

di natura pubblica il cui obiettivo principale è quello di tutelare i

cittadini dai rischi sociali:

1) Rischi legati al mercato del lavoro (rischi del lavoro) 2) Rischi che colpiscono gli individui in momenti

particolari del loro ciclo di vitale (rischi di ciclo vitale)

3) Rischi connessi ad aspetti intergenerazionali (rischi intergenerazionali)

e garantire la fruizione di diritti di cittadinanza: offrire quei servizi

sociali indispensabili per consentire un’esistenza dignitosa e

consapevole all’interno di una comunità

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I rischi sociali possono essere:

internalizzati dalla famiglia gestiti dal mercato assorbiti dallo stato sociale

Quando è lo Stato ad assorbire i rischi, lasoddisfazione dei bisogni è sia

defamilizzata(sottratta alla famiglia) sia demercificata

(sottrattaal mercato).

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Modelli di protezione sociale in Europa

1 - il modello liberale (U.K., Irlanda)

2 - il modello socialdemocratico (Finlandia, Danimarca, Svezia…)

3 - il modello conservatore (Germania, Francia, Austria, BeNeLux)

3.1 - il modello mediterraneo (Italia, Spagna, Portogallo, Grecia)

Gosta Esping-Andersen (1990), The three worlds of welfare capitalism, Cambridge,Policy Press.

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Modello liberale

1. individualizzazione dei rischi sociali e promozione soluzioni di mercato (stretta dominanza del mercato);

2. ruolo residuale del ws (Stato minimo): modello di welfare che riguarda solo i casi di emergenza e di estrema necessità;

3. peso maggiore dei programmi basati sul bisogno piuttosto che fondati sui diritti di cittadinanza;

4. means testing (prova dei mezzi): trasferimenti selettivi e condizionati alla verifica della condizione di bisogno;

5. diritti sociali garantiti sono minimi, modesti piani di sicurezza sociale poiché è il libero mercato che gioca un ruolo preminente nella distribuzione delle risorse;

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Modello socialdemocratico

1. regime di welfare state dominato dallo Stato;

2. universalismo: riferimento al cittadino e a programmi universali; i diritti alle prestazioni dello Stato sono riconosciuti agli individui sulla base del diritto di cittadinanza e non sulla contribuzione, sui rapporti di lavoro, sulla prova della condizione di bisogno;

3. tendenza alla de-mercificazione del benessere degli individui, a ridurre al minimo o anche abolire la loro dipendenza dal mercato (dipendenza dalla generosità dei sussidi erogati in tal senso);

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Modello conservatore/mediterraneo (1)

1. politiche sociali ispirate dallo statalismo monarchico (Germania, Austria, Francia), oppure dal corporativismo, oppure dalla dottrina sociale della chiesa (Sud Europa);

2. sistema di welfare state «familista»: protezione sociale centrata sul maschio principale percettore di reddito e attribuzione alla famiglia la responsabilità ultima del benessere dei suoi membri e i principali compiti di cura;

3. il sistema di ws interviene solo se le famiglie dimostrano di non riuscire a provvedere da sole ai propri bisogni (principio di sussidiarietà);

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Modello mediterraneo/mediterraneo (2)

4. famiglia e reti parentali, così come sono assistite, hanno una responsabilità primaria di tutela, mentre lo Stato interviene soltanto con modalità residuali;

5. protezione pubblica privilegia apporti finanziari rispetto ai servizi (ad es. ricoveri, ospedali diurni, assistenza domiciliare, ecc.) che sono delegati alle famiglie;

6. generosità sistema pensionistico.

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LIBERALE

SOCIAL

DEMOCRATICO CONSERVATORE

Ruolo diFamiglia

Mercato

Stato

Marginale

Centrale

Marginale

Marginale

Marginale

Centrale

Centrale

Marginale

Sussidiario

Welfare State

Unità sociale della solidarietà

Luogo prevalente della solidarietà

Grado di de-mercificazione

Esempi modali

Individuo

Mercato

Minimo

Usa, U.K.

Universo degli individui

Stato

Massimo

Svezia

Parentela

Corporazioni

Stato

Famiglia

Alto (per il lavoratore capofamiglia)

Germania

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Struttura della spesa sociale nell’Unione Europea alla fine del XX secolo (in percentuale sul totale delle prestazioni sociali)

Previdenza (vecchiaia e reversibilità)

Malattia, spese sanitarie, invalidità

Famiglia e infanzia

Disoccupa-zione

Alloggioed

esclusione sociale

UE-15 46,0 34,9 8,5 6,8 3,8

Svezia 39,5 36,9 10,5 8,1 4,9

Finlandia 35,1 37,2 12,8 12,8 3,7

Danimarca 38,0 31,7 13,0 13,0 6,1

Germania42,1 36,0 10,5 10,5 2,6

Francia 44,2 34,0 9,8 9,8 4,6

Italia 64,0 30,0 3,6 2,2 0,2

Grecia 50,7 31,0 7,6 5,7 5,0

Portogallo 43,7 45,6 5,2 3,7 1,8

Spagna 46,2 37,0 2,1 12,9 1,9

Fonte: Eurostat, 2000.

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imposizione fiscale totale datori lavoro lavoratori altre fonti

Contributi sociali

Fonti di finanziamento della protezione sociale per tipologia (1999, in percentuale sul totale delle fonti)

Fonte: Eurostat, 2000.