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- dello Spedaluccio di Capo Lettera 214
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- Con desiderio di vedervi fondate e in vera pazienza e profonda
umilt
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- Al nome di Ges Cristo crocifisso e di Maria dolce
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- Carissime figliuole in Cristo dolce Ges. Io Catarina, serva e
schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue
suo; con desiderio di vedervi fondate in vera pazienza e profonda
umilt, acciocch possiate seguire il dolce e immacolato Agnello;
perch in altro modo non potreste seguirlo.
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- Ora il tempo, figliuole mie, di mostrare se noi abbiamo virt; e
se siete figliuole, o no. Con pazienza vi conviene portare le
persecuzioni e le detrazioni, infamie e mormorazioni delle
creature, con umilt vera, e non con scandalo n con impazienza; n
levare il capo per superbia contro ad alcuna persona.
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- Sapete bene che questa la dottrina che n' stata data; cio, che
in su la croce ci conviene pigliare il cibo dell'onore di Dio e
della salute dell'anime, e con vera e santa pazienza.
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- Oim, figliuole dolcissime, io v'invito da parte della prima
dolce Verit, che voi vi destiate dal sonno della negligenza e amore
proprio di voi; e offriate umili e continue orazioni, con molta
vigilia e conoscimento di voi medesime, perch il mondo perisce per
la moltitudine di iniquit e irriverenze che si fa alla dolce Sposa
di Cristo.
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- Or diamo dunque l'onore a Dio, e la fatica al prossimo. Oim,
non vogliate, n voi n l'altre serve di Dio, che termini la vita
nostra altro che in pianto e in sospiri; perch con altro mezzo non
si pu placare l'ira di Dio, la quale manifestamente si vede venire
sopra di noi.
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- Oh disavventurata me! Figliuole mie, io credo essere quella
miserabile che son cagione di tanti mali, per la molta
ingratitudine e altri difetti che io ho commessi contro il mio
Creatore. Oim, oim!
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- Chi Dio, che offeso dalle sue creature? colui, che somma ed
eterna Bont; il quale per la carit sua cre l'uomo allimmagine e
similitudine sua; e lo ricre a Grazia dopo il peccato nel sangue
dellimmacolato e amoroso Agnello, unigenito suo Figliuolo.
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- Siamo coloro, che non siamo noi per noi, se non quanto siamo
fatti da Dio, ma per noi siamo pieni d'ogni miseria. E non pare che
si cerchi se non in che modo si possa offendere Dio, e l'una
creatura l'altra, in dispregio del Creatore. E chi l'uomo
mercenario e ignorante, che offende il suo Creatore?
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- Vediamo coi miserabili occhi nostri perseguitare il Sangue
nella santa Chiesa di Dio, il quale Sangue ci ha dato la vita.
Scoppino dunque i cuori nostri per ansietato e penoso desiderio:
non stia pi la vita nel corpo; ma innanzi morire, che vedere tanto
vituperio di Dio. Io muoio vivendo, e domando la morte al mio
Creatore, e non la posso avere.
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- Meglio mi sarebbe a morire che a vivere, innanzi che vedere
tanta rovina quanta venuta, ed per venire nel popolo cristiano.
Traiamo fuori l'arme della santa orazione, perch altro rimedio io
non ci veggo.
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- Venuto quel tempo della persecuzione dei servi di Dio, i quali
si conviene che si nascondano per le caverne del conoscimento di
loro e di Dio; chiamando a lui misericordia per i meriti del sangue
del suo Figliuolo. Io non voglio dire pi; perch se io andassi alla
voglia, figliuole mie, io non mi resterei mai fino che Dio mi
trarrebbe di questa vita.
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- O figliuola mia, tu hai cominciato a mettere mano all'arato
delle virt, partendoti dal vomito del peccato mortale; ti conviene
dunque perseverare a ricevere il frutto della tua fatica, la quale
porta l'anima, volendo raffrenare la sua giovent, che non corra ad
essere membro del dimonio.
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- Oim, figliuola mia! e non hai tu considerazione, che tu eri
membro del dimonio, dormendo nel fracidume della immundizia; e Dio
per la sua misericordia ti trasse di tanta miseria l'anima e il
corpo, nella quale tu eri? Non ti conviene dunque essere ingrata n
sconoscente, perch male te ne piglierebbe; e tornerebbe il dimonio
con sette compagni pi forte di prima.
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- Allora dunque mostrerai la grazia che hai ricevuta, d'essere
grata e conoscente, quando sarai forte contro le battaglie del
dimonio, contro il mondo e la carne tua, che ti d molestia; sarai
perseverante nella virt.
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- Attccati, figliuola mia, se vuoi campare da tante molestie,
all'albero della santissima Croce, con l'astinenza del corpo tuo,
con la vigilia e con l'orazione; bagnandoti per santo desiderio nel
sangue di Cristo crocifisso. E cos acquisterai la vita della
grazia, e farai la volont di Dio, e adempirai il desiderio mio, il
quale desidera che tu sia vera serva di Cristo crocifisso.
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- Onde io ti prego che tu non sia pi fanciulla, e che tu voglia
per sposo Cristo, che t'ha ricomperata del sangue suo. E se tu
vorrai pure il mondo, ti conviene aspettare tanto, che si possa
avere il modo di dartelo per modo che sia onore di Dio e bene di
te.
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- Sia suddita e obbediente fino alla morte, e non uscire dalla
volont di Catarina e di Giovanna, ch so che elle non ti
consiglieranno n diranno cosa, che sia altro che onore di Dio, e
salute dell'anima e del corpo tuo. E se tu non lo farai, mi farai
grandissimo dispiacere, e a te poca utilit.
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- Spero nella bont di Dio, che tu farai s che egli ne avr onore,
e tu ne avrai il frutto, e a me darai grande consolazione. A te
dico, Catarina e Giovanna, che per l'onore di Dio e salute sua
adoperiate fino alla morte. Figliuole dolci, ora il tempo di
fatiche, le quali ci debbono essere consolazioni per Cristo
crocifisso. Altro non dico.
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