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Agenda 2008‐2009‐2010
IILL PPEERRCCOORRSSOO DDEELLLLAA CCIISSLL FFPP Dal protocollo del 30 ottobre 2008 all’intesa del 4 febbraio 2011: due anni vissuti pericolosamente, ma sempre a testa alta!
Abbiate coraggio, la gente capirà
Ezio Tarantelli
Estate‐autunno 2008 Il decreto 112/08 e la campagna “anti‐fannulloni”, il sindacato è sotto attacco ma la Cisl Fp non demorde La situazione politico‐sindacale è molto preoccupante. La campagna mediatica sui “fannulloni”ripete: se il sistema pubblico perde colpi è tutta colpa dei sindacati. Le responsabilità ricadono interamente su milioni di lavoratori. Pagine di giornale e spazi tv riempiti di luoghi comuni. Il decreto 112/08 opera tagli e impone misure vessatorie nei confronti dei lavoratori e delle loro possibilità di tutela sindacale. 30 ottobre 2008 Il PROTOCOLLO D’INTESA: la Cisl Fp costringe il governo al confronto e inizia un percorso a tappe Con la ratifica ufficiale del protocollo d’intesa si apre il confronto con il governo e si ottengono garanzie precise sugli impegni sottoscritti il 23 ottobre. Questi i principali punti al centro della discussione:
• Rinnovi contrattuali in tempi rapidi • Recupero di risorse da destinare alla produttività • Riforma del modello contrattuale
Novembre 2008 I lavoratori preferiscono i risultati concreti al richiamo delle piazze della sola Cgil I lavoratori pubblici, con la bassa partecipazione agli scioperi confermati dalla sola Cgil, dimostrano che una volta conquistato lo spazio di trattativa che la Cisl ha fortemente voluto e ottenuto, non è più necessaria una prova di forza. Aver ottenuto l’impegno per il recupero delle risorse tagliate in precedenza dal governo, è un risultato importante, da migliorare al tavolo di confronto. Si apre la sfida dei rinnovi contrattuali 2008‐2009 e della riqualificazione delle amministrazioni pubbliche. 12 novembre 2008 Rinnovo del contratto Ministeri: era dal 1995 che non si firmava un contratto dopo soli 10 mesi dalla scadenza La Cisl Fp presenta un risultato tangibile: il primo rinnovo contrattuale dopo soli 10 mesi dalla scadenza! Il rinnovo, nelle condizioni date, rappresenta un ottimo risultato:
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• aumento del 3,2% per il biennio 2008‐2009 • 70+8 euro medi di rivalutazione del tabellare • vacanza contrattuale dell’anno in corso • recupero dei tagli decisi con altri decreti legge.
Gli ulteriori aumenti in busta paga vengono ancorati al recupero di efficienza amministrativa e ai risultati conseguiti. 25 novembre 2008 Rinnovo contratto agenzie fiscali ‐ firma in 11 mesi (contro 25 medi dei precedenti rinnovi) Aumento medio per 82 euro (77 sul tabellare e 5 sull’indennità di amm.ne). Una risposta semplice a chi preferiva altri 15 mesi di lotta. L'accordo prevede il recupero entro giugno 2009 dei tagli ai fondi unici di amministrazione per la produttività e l'impegno a recuperare risorse dei fondi previsti da leggi speciali utilizzando i risparmi aggiuntivi dovuti a processi di razionalizzazione dei costi di funzionamento dell'amministrazione. Il contratto conferma l'accordo già siglato a Palazzo Chigi, c'e' il recupero integrale dei soldi tagliati da Tremonti. 23 dicembre 2008 Rinnovo contratto Epne: in 12 mesi contro 25 medi. 98 euro medi di aumento Recupero entro giugno 2009 dei tagli ai fondi per la produttività. Impegno a recuperare le risorse dei fondi previsti dalle legge 88/1989 per la maggiore produttività, anche utilizzando i risparmi aggiuntivi dovuti a processi di razionalizzazione e riduzione dei costi di funzionamento dell'amministrazione. Si apre per il sindacato un ruolo nuovo: negoziare risparmi di funzionamento degli enti per destinarne una parte al salario dei dipendenti dei settori interessati. 22 gennaio 2009 Nuovo modello contrattuale anche per il pubblico impiego: un cambiamento storico per i lavoratori e le lavoratrici Durata triennale, più forza alla contrattazione decentrata, possibilità di ridurre tasse e contributi sulla retribuzione collegata agli obiettivi di produttività e qualità dei servizi pubblici. Si avvia il cammino di riforma del modello contrattuale per favorire una equa remunerazione e valorizzazione delle tante professionalità della P.A.
¤ 2 febbraio 2009 La Cisl Fp non rinuncia a cercare una strategia unitaria e lancia un appello per la costruzione di piattaforme congiunte in Sanità e Autonomie locali in merito delle questioni contrattuali aperte. La federazione rimane coerente con la propria azione e cerca di unire l’azione sindacale e non di dividere i lavoratori. L’appello verrà raccolto in seguito.
(¤ Sono indicate con questo simbolo le iniziative di carattere unitario)
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Febbraio 2009 Contratti di Ministeri, Agenzie Fiscali ed Epne A sostegno dei rinnovi firmati, la Cisl Fp lancia una raccolta di firme tra i lavoratori Tra i lavoratori pubblici circa il 60% firma la petizione, tra gli iscritti alla Cisl Fp si contano ben il 90% di firme. Adesioni di molto superiori di quelle fatte registrare dal “referendum” autoconvocato e autogestito della Fp Cgil (9 e 10 febbraio: 30% degli aventi diritto) e dal fallimentare sciopero della sola Cgil (13 febbraio: adesione sotto il 10%). 17 febbraio 2009 la Cisl Fp e la sfida del cambiamento. Con l’iniziativa “LA CISL UNISCE le persone con la Contrattazione” e lo slogan “Change to win” la Cisl Fp, insieme al segretario confederale Bonanni, lancia la sfida dell’innovazione. Bisogna cambiare per vincere. Cambiare il modo di amministrare e di dirigere, cambiare il modo di organizzare il lavoro nelle amministrazioni pubbliche e cambiare anche un certo modo di fare sindacato che nella Cisl già da tempo non trova più spazio. 25 Febbraio 2008 La legge delega sul pubblico impiego (L. 15/2009): è approvata la cosiddetta riforma Brunetta. La Cisl Fp: la sfida dell’efficienza non ci fa paura “Non ci spaventa nessun percorso che porti più responsabilità dei lavoratori, dei dirigenti, dei politici e dei sindacati seri per migliorare i servizi ai cittadini. Le riforme sono un punto di partenza, così come lo sono state la legge quadro del 1983, il decreto legge 29 e le leggi Bassanini''. 28 aprile 2009 La legge delega sul federalismo fiscale (L. 42/2009): per la Cisl Fp è una opportunità da non mancare per realizzare il decentramento e responsabilizzare gli enti Un provvedimento che riscrive il sistema di finanza pubblica secondo il dettato del nuovo titolo V della costituzione. Per la Cisl Fp si tratta di una grande opportunità che se ben sfruttata e collegata alle altre riforme, può consentire al Paese di agganciare il treno del cambiamento. Ma occorre responsabilità: l’attuazione del federalismo sarà utile se, riuscirà ad invertire la tendenza in atto e a produrre nel sistema un risparmio di risorse e non un aggravio di spesa. 30 aprile 2009 Firma definitiva del NUOVO MODELLO CONTRATTUALE per il pubblico impiego. Pochi giorni dopo il settore privato, la Cisl sottoscrive l’accordo per il nuovo modello contrattuale nel settore pubblico: la direzione giusta è quella del cambiamento Con la firma del 30 aprile la Cisl Funzione pubblica ha confermato che la direzione giusta anche nel settore pubblico è quella del cambiamento e dell’innovazione. E di questo percorso il nuovo modello contrattuale cui finalmente si darà attuazione è un tassello fondamentale. L’intesa sottoscritta, che conferma e integra l’accordo del 22 gennaio nella parte relativa al pubblico impiego, ha infatti il significato di dare risposta ad un’esigenza oggi maggioritaria nel paese: un nuovo sistema di relazioni sindacali di carattere partecipativo e decentrato in grado di dare valore alle tante professionalità del settore pubblico e allo stesso tempo di rilanciare la qualità dei servizi. Ma anche quello di ripensare l’equilibrio contrattuale in funzione di una nuova responsabilità locale, di una maggiore vicinanza delle decisioni rispetto ai luoghi in cui si realizza
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concretamente l’offerta di servizi e di una maggiore attenzione rispetto alla domanda espressa dai territori e dalle comunità locali. 6 maggio 2009 Il Ministro Sacconi pubblica l’atteso libro bianco sul modello sociale. Per la Cisl è l’occasione di avviare un percorso di riadeguamento del sistema di welfare Positivo il giudizio della Cisl Fp che ha partecipato attivamente al dibattito che ha accompagnato la redazione del documento: “Oggi la dimensione pubblica è tornata ad essere considerata fondamentale e non è più in discussione il principio di uno stato sociale che prenda in carico i cittadini.” L’attuale fase recessiva ha messo in mostra i limiti del modello vigente, il Libro bianco del Ministero del welfare può rappresentare l’occasione per avviare un percorso di riadeguamento con l’obiettivo di dare al paese un nuovo “modello sociale italiano” più sostenibile e inclusivo. Maggio 2009 La discussione sul decreto attuativo della L. 15/09 (approvato dal Consiglio dei Ministri il 15 maggio 2009): la Cisl Fp costringe il ministro alle prime modifiche Il ministro della Funzione pubblica mette a punto lo schema del decreto legislativo di attuazione della legge 15/2009. La prima stesura presenta elementi di grave criticità; la CISL FP fa sentire la propria voce non apprezzando la mancanza di un confronto serio con i rappresentanti dei lavoratori pubblici. Il ministro Brunetta, ospite al Congresso della CISL FP, è costretto a fare marcia indietro su alcuni punti: concertazione, fasce reperibilità malattia, salario accessorio. Il testo del decreto cambia, ma non è abbastanza.
¤ 14 maggio 2009
Rinnovo contratto Sanità Si firma l’ipotesi di contratto nazionale del comparto Sanità per il b.e. 2008‐2009. La firma è raggiunta sulla piattaforma unitaria condivisa da tutte le organizzazioni sindacali. Il rinnovo arriva in vigenza di contratto e non mesi dopo la scadenza come in passato. L’ aumento medio è pari a 74 euro più 20 euro medi quali risorse regionali aggiuntive E’ la prima tappa per i rinnovi dei contratti dei settori decentrati, una fase innovativa nel sistema di relazioni sindacali, articolato in regionale e aziendale.
¤ 8 giugno 2009 Rinnovo contratto Autonomie locali Con la firma unitaria del contratto autonomie locali si chiude il ciclo dei rinnovi, almeno per i comparti numericamente più consistenti. L’aumento è di 63,20 euro (per la posizione economica C1) più un massimo dell’1,5% del monte salari 2007 (pari a 29,16 euro medi pro capite medi mensili) Una firma raggiunta sulla base della piattaforma unitaria e condivisa da tutte le organizzazioni sindacali che conclude la fase dei rinnovi del biennio 2008 ‐ 2009 per i lavoratori dei comparti del lavoro pubblico e lascia aperto solo il rinnovo dei contratti delle aree dirigenziali.
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26 giugno 2009 Decreto anticrisi: si torna alle vecchie fasce di repereribilità Con il decreto anticrisi passa l’equiparazione tra pubblico e privato per le fasce di reperibilità per i lavoratori in malattia: si torna alle vecchie fasce di reperibilità 10‐12 e 17‐19. “E’ una grande conquista della Cisl Fp” che si deve ad un’azione responsabile e risoluta: la Cisl Fp ha infatti preteso il rispetto dell’impegno del ministro Brunetta al congresso di Fiuggi. Ma non solo: il decreto fiscale contiene anche l’abrogazione dei tagli al salario di produttività collegati a tutti i permessi. 2 luglio 2009 DPCM: ripristinate le risorse per produttività e leggi speciali Il recupero dei fondi destinati alla produttività delle amministrazioni centrali e delle leggi speciali chiude il percorso iniziato dalla Cisl Fp con l’accordo del 30 ottobre 2008! Attraverso il Dpcm si riportano alla contrattazione integrativa le risorse tagliate a ministeri, enti e agenzie fiscali dal dl 112. Oltre a rappresentare un risultato importantissimo per i 300 mila lavoratori interessati e per l’efficienza delle amministrazioni, il provvedimento dimostra che chi fa accordi seri ottiene risultati concreti. Estate‐autunno 2009 Discussione sul decreto attuativo Brunetta: l’evoluzione della normativa e la contrattazione. La Cisl ribadisce la sua posizione sulla riforma del p.i.: in passato le riforme che hanno funzionato sono state accompagnate da accordi sindacali importanti. In tutti i paesi europei, l’esigenza di rendere sempre più moderne e proattive le amministrazioni pubbliche è oggi prioritaria. La Cisl Fp chiede quindi di partecipare, insieme al governo e alle parti sociali, all’evoluzione della normativa. Ma per premiare il merito, sanzionare chi non fa il proprio dovere e garantire servizi veloci e moderni occorrono intese e buona contrattazione nazionale e locale. “Meno regolamentazione legislativa, più spazio alla contrattazione”. Settembre 2009 Si presenta la Finanziaria 2010: il governo si impegna a reperire le risorse mancanti (è la prima volta che lo mette per iscritto) Le risorse stanziate dalla Finanziaria per il pubblico impiego non bastano per rinnovare i contratti. Come è sempre avvenuto con tutti i governi all’inizio di ogni stagione contrattuale (Prodi nel 2006 aveva addirittura previsto 8 euro!). Ma l’art. 2 comma 6 del provvedimento fissa l’impegno del governo a trovare le risorse mancanti: non era mai successo!
¤ 25 settembre 2009
La nuova vertenza nasce unitaria. Il documento congiunto per il valore pubblico e la partecipazione La Cisl Fp presenta insieme a Fp Cgil e Uil Fpl il documento congiunto che apre la nuova stagione contrattuale. Obiettivo: riorientare attraverso lo strumento contrattuale il sistema pubblico in funzione dei nuovi bisogni del Paese. Leve del cambiamento: la partecipazione dei lavoratori pubblici e il coinvolgimento degli stakeholder nella organizzazione e nella erogazione di servizi appropriati ed efficienti.
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27 ottobre 2009 Il d.lgs. 150/2009 entra in vigore La Cisl Fp: solo con la contrattazione c’è cambiamento La Cisl Fp condivide l’obiettivo di rilanciare servizi pubblici con più merito, più trasparenza, più attenzione ai bisogni dei cittadini. Ma la legge pone solo norme generali: è con la contrattazione e il confronto che si decidono soluzioni praticabili. Mettendo i lavoratori nelle condizioni di lavorare meglio. Da qui il maggior ruolo del sindacato: l’accordo del 30 aprile dovrà costituire la guida attuativa del vero cambiamento nel pubblico impiego.
¤ 26 settembre 2009
La lettera unitaria a Governo, Regioni, Anci: un tavolo di confronto per rilanciare i servizi pubblici I sindacati chiedono formalmente che l'apertura della tornata contrattuale coincida con la convocazione di un tavolo di confronto con governo centrale e amministrazioni locali. Obiettivo: discutere di modelli organizzativi, professionalità, spazi di innovazione per un sistema pubblico che tenga conto dell'esperienza di chi i servizi li offre giorno per giorno, e delle necessità di chi li utilizza. E quindi definire le piattaforme per i rinnovi. Novembre 2009 La Fp Cgil inizia a sfilarsi: prime avvisaglie di una ricaduta Il 5 novembre la Fp Cgil inizia unilateralmente a parlare di sciopero del pubblico impiego. La Cisl Fp li richiama alla correttezza: “Abbiamo chiesto unitariamente il tavolo di confronto al governo, condividendo l’inizio di un percorso. Una presa di posizione di questo tipo non giova ai rapporti tra sindacati, ma soprattutto non serve ai lavoratori che pretendono risultati e politiche innovative, e non l’ennesima chiamata alla piazza che farebbe solo un favore alla politica”. 26 Novembre 2009 Cisl Fp e Uil Fpl lanciano la mobilitazione, ma la Fp Cgil vuole lo sciopero Cisl Fp e Uil Fpl: mobilitarsi PER Richiamare alle proprie responsabilità le istituzioni nazionali, ma anche gli amministratori locali che, in un’ottica di vero federalismo, devono trovare, con la lotta agli sprechi, i risparmi di gestione e l’eliminazione delle consulenze inutili, le risorse per rispettare gli accordi e chiudere i nuovi contratti. Cgil Fp: scioperare CONTRO La federazione cigiellina lancia invece l’ennesimo sciopero “politico” mandando in frantumi l’unitarietà faticosamente ristabilita. 30 Novembre 2009 Anche i lavoratori delle amministrazioni centralizzate aderiscono alla mobilitazione Cisl Fp e Uil Pa: mobilitazione Per rompere lo stallo della vertenza i lavoratori delle ammimistrazioni centralizzate aderiscono alla mobilitazione e indicono per il 10 dicembre presidi a Roma e in tutte le prefetture: si chiede di trovare in finanziaria, nei bilanci degli enti e con la lotta agli sprechi le risorse necessarie per i contratti
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Cgil Fp: piazza La Cgil conferma invece una strategia che rinuncia alla responsabilità per “mostrare i muscoli” 1 dicembre 2009 La Cisl Fp chiede coerenza La Cisl Fp continua a richiamare un percorso condiviso che ha dato risultati concreti ai lavoratori. Come già l’anno precedente, dopo le piazze vuote, è toccato alla Cisl Fp contrattare le soluzioni ai problemi: rinnovi contrattuali, recupero risorse per la produttività, scommessa sul nuovo modello contrattuale. Così anche in questo caso la Cisl Fp pretende responsabilità e coerenza da parte di tutti: governo, amministrazioni locali, sindacati! 9 dicembre 2009 La Cisl ottiene dal governo la conferma degli impegni Gli impegni ribaditi dal governo nell’incontro del 9 dicembre con la Cisl sono un segnale importante, perché si ottiene:
- La conferma che l’esecutivo intende rispettare tutti i patti definiti con l’accordo del 30 aprile e il valore della contrattazione
- l’impegno scritto in Finanziaria a trovare le risorse necessarie per rinnovare i contratti dei lavoratori pubblici
- e ad aprire un tavolo per concordare entro marzo una manovra aggiuntiva per definire il come e il quanto.
11 dicembre 2009 Lo sciopero generale è un flop Come prevedibile lo sciopero generale (inutile) indetto da una sola sigla, la Cgil, si rivela un flop… … nonostante le dichiarazioni dei promotori l’adesione è sotto il 10%! A conferma delle ragioni della Cisl Fp che aveva avvertito: lo sciopero generale è una scelta legittima, ma non serve ai lavoratori perché completamente inutile sul piano dei risultati. Ma perché far scioperare i lavoratori su una finanziaria già chiusa? Con quali obiettivi? La Cisl Fp continua a chiedere con forza:
• Il rispetto dei ccnl 2008‐2009 già firmati e l’esigibilità immediata delle risorse aggiuntive (0,80% per la sanità e 1,5% per le autonomie locali);
• L’accantonamento delle risorse per il ccnl 2010‐2012 in una manovra aggiuntiva alla Finanziaria e nei bilanci delle Regioni e degli Enti locali,
• L’avvio immediato di un confronto “vero” e “partecipato” per la qualificazione dei servizi attraverso l’individuazione di sprechi, inefficienze e costi inutili
16 dicembre 2009 Firmata l’ipotesi di contratto integrativo del Ministero della Giustizia: mette fine a 10 anni di inerzia sulle progressioni di carriera Sottoscritto dalla CISL FP, insieme alla CONFSAL, il contratto sblocca le progressioni di carriera e introduce i nuovi profili professionali necessari per migliorare il servizio ai cittadini. Insieme al contratto integrativo viene firmata un’intesa relativa alla progressiva ricomposizione dei profili ed al rifinanziamento del Fondo Unico di Amministrazione per l’organizzazione giudiziaria. Lo sciopero indetto successivamente (5 febbraio) da altre sigle contro il contratto, registra un’adesione molto al di sotto degli annunci.
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17 dicembre 2009 Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Cisl ferma il tentativo di ripubblicizzare i contratti di lavoro Stralciata la norma sulla ripubblicizzazione dei contratti dei dipendenti della Pcm. Grazie all’intervento della Cisl, e alla presa di posizione di Bonanni, fallisce il tentativo far uscire dalla contrattazione i rapporti di lavoro per i dipendenti di Palazzo Chigi, a partire da quelli della Protezione civile. E’ un risultato importante che sbarra la strada ad un’idea sbagliata e controproducente, che avrebbe portato conseguenze negative sia per i lavoratori che per la tutela delle specificità di questa amministrazione. 15 gennaio 2010 Firmati i decreti sulle risorse per la produttività ai Ministeri: una conquista della Cisl Fp Il recupero dei fondi destinati alla produttività delle amministrazioni dello stato relativi alle leggi speciali è una grande conquista della Cisl Fp e conclude il percorso iniziato con l’accordo del 30 ottobre 2008. I decreti contengono le risorse tagliate alle leggi speciali per la produttività dei lavoratori dei ministeri. Risorse che il Dpcm del 3 luglio 2009 aveva formalmente ripristinato e che ora vengono concretamente distribuite alle amministrazioni e quindi ai lavoratori. Febbraio 2010 Milleproroghe, la Cisl Fp dice no ai tagli generalizzati al personale della Pa e ottiene l’allungamento della lista degli enti esclusi La Cisl si dichiara contraria all’emendamento Malan che prevede una ridefinizione delle dotazioni organiche (‐10% sia per i dirigenti che per i dipendenti). Non è riducendo il personale con provvedimenti generalizzati che si rendono efficienti le amministrazioni: la spesa pubblica e i bilanci vanno riqualificati, ma a partire dalla lotta agli sprechi, dai risparmi di gestione e dalla fine delle logiche clientelari che fanno lievitare i costi. La Cisl ottiene l’allungamento della lista degli enti esclusi dal provvedimento, che riguarda comparti importanti come quello della giustizia. Febbraio 2010 La Cisl Fp chiede una legge nazionale in materia di sicurezza integrata: fondamentale la funzione della polizia locale La CISL FP intensifica la sua azione per sostenere una rapida definizione da parte del Parlamento di una moderna legge nazionale in materia di sicurezza integrata, di qualificazione delle strutture e del personale di polizia locale, che sappia coniugare il riconoscimento e la valorizzazione della professionalità con i bisogni dei cittadini. Si sottolinea la necessità di mantenere la natura privatistica del rapporto di lavoro del personale, così come la collocazione del personale all’interno del Comparto Regioni‐ Autonomie locali ed il ruolo fondamentale della contrattazione collettiva. Molte delle istanze sono riprese nel disegno di legge bipartisan Saia‐Barbolini. 10 febbraio 2010 Contratto dirigenza sanitaria area non medica, la Cisl Fp (così come Cgil e Uil) non firma: sulla libera professione non c’è accordo. Restano le critiche sulla modifica delle indennità di esclusività
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12 febbraio 2010 Amministrazioni statali, stipula definitiva CCNL dirigenti (Area I) quadriennio normativo 2006‐2009 e bienni economici 2006‐2007 e 2008‐2009. Cisl Fp: risultato importante che porta miglioramenti significativi e rilancia il ruolo della dirigenza 22 febbraio 2010 Autonomie locali, stipulato il CCNL 2006‐2009 parte normativa e il biennio economico 2006‐2007 dirigenza. Un accordo che dà valore al lavoro degli oltre 10mila dirigenti del comparto 23 febbraio 2010 Centinaia di lavoratori delle Casse Professionali e degli Enti privatizzati in assemblea per il rinnovo del CCNL. La Cisl Fp chiede, congiuntamente alle altre sigle, un unico contratto per tutti i lavoratori 24 febbraio 2010 La Cisl Fp rilancia l’idea di una P.A. women friendly. Il settore pubblico laboratorio virtuoso per l’occupazione femminile. Serve più attenzione al turnover e alle giovani professioniste 3 marzo 2010 Cnel, stipula del CCNL quadriennio normativo 2006‐09 e biennio economico 2006‐07 dirigenti. Prosegue il percorso dei rinnovi contrattuali della dirigenza pubblica. Il 25 maggio viene siglato l’accordo anche per il b.e. 2008‐09 12 marzo 2010 Polizia locale, la posizione della Cisl Fp è condivisa anche da Cgil e Uil: i sindacati chiedono insieme all’ANCI un immediato intervento sulla riforma della polizia locale. Viene ribadita l’importanza di un ruolo attivo di tutte le istituzioni locali a partire dai Sindaci, nel percorso di riforma della polizia locale, che rappresenta la figura centrale per lo sviluppo di un sistema integrato di sicurezza sul territorio. 31 marzo 2010 Niente polemiche sulla vacanza contrattuale, Fp e Scuola insistono per rinnovare i contratti Mentre si alza la polemica sulla quantificazione dell’indennità di vacanza contrattuale, Cisl Funzione Pubblica e Cisl Scuola intervengono congiuntamente per mandare un messaggio forte chiedendo il rinnovo dei contratti per i lavoratori del pubblico impiego e della scuola. La contrattazione va rilanciata secondo le regole del nuovo modello contrattuale e sulla base del nuovo indicatore Ipca, così come nel privato. Le federazioni chiedono di tenere fede alla disposizione inserita nella Finanziaria 2010, che per la prima volta aveva messo nero su bianco l’impegno dell’esecutivo a trovare le risorse mancanti per la firma dei rinnovi e il cronoprogramma stabilito nell’incontro del 9 dicembre… ma gli effetti della crisi si abbattono sulle finanze pubbliche italiane (e degli altri paesi europei). 28 aprile 2010 Firmata l’ipotesi di CCNL quadriennio normativo 2006‐2009 e biennio economico 2006‐2007 dei dirigenti degli Enti Pubblici non Economici e delle Agenzie Fiscali e dei Professionisti (Area VI). Il 12 maggio 2010 viene firmato anche il b.e. 2008‐2009.
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4 maggio 2010 Professioni sanitarie, la Cisl Fp consegna sei proposte al ministro Fazio per un sistema di salute più umano e responsabile. La presa in carico delle persone passa dal lavoro dei 500 mila professionisti non medici della cura Sei proposte concrete per rilanciare le professioni sanitarie e scommettere con decisione sull’umanizzazione del sistema di salute e sul miglioramento dei servizi al cittadino. E’ questo, insieme alla richiesta di un tavolo di confronto permanente, il viatico che la Cisl Fp lascia al ministro della Salute in occasione del convegno “Riqualificazione della sanità e diritto alla salute: l’azione della Cisl”, organizzato dalla confederazione e concluso dal segretario generale Raffaele Bonanni.
1. Presa in carico della persona e umanizzazione 2. Evoluzione delle professioni sanitarie 3. Integrazione fra professioni sanitarie e con le altre professioni 4. Programmazione universitaria 5. Sanità privata 6. Formazione professionale
12 maggio 2010 La CISL FP firma l’ipotesi di CCNL 2008‐2009 dirigenti “non medici” del SSN. Dopo i rilievi della Corte dei Conti, i contenuti del contratto sono tornati nel percorso sostenuto dalla Cisl Fp 13 maggio 2010 La crisi aggredisce i conti pubblici: BONANNI, TAGLIARE GLI SPRECHI E NON SUI DIPENDENTI PUBBLICI Si fanno più concrete le minacce agli equilibri di finanza pubblica determinati dalla crisi economica, ma anche dalla cattiva gestione della spesa. Si comincia a fare più certa la necessità di una manovra correttiva. Bonanni sintetizza la posizione di responsabilità della Cisl: ''Noi siamo pronti a collaborare sul taglio della spesa pubblica improduttiva. Chiediamo anche agli altri di farlo''. ''La crisi va affrontata con grande senso di responsabilità e con grande forza. Il governo deve avere il coraggio politico e civile di tagliare tutti gli sprechi e le ruberie che sono davanti a noi. Questo è il problema vero, un problema di recupero di risorse e quindi di recupero di credibilità verso l'opinione pubblica''. Per Bonanni non si tratta di intervenire sul taglio di welfare, pensioni e sanità: “Noi chiediamo la riforma dell'assetto amministrativo e denunciamo un costo troppo alto della politica. Però diciamo no a uscite demagogiche sul fannullonismo: la verità è che i fannulloni sono quei politici che non hanno voluto affrontare i nodi veri, che impastoiano da almeno 15 anni il Paese''. 24 maggio 2010 Firmato il CCNL della Presidenza del Consiglio dei Ministri b.e. 2008 – 2009. Con il nuovo contratto aumento medio di 86,80 euro mensili 25 maggio 2010 Si delinea la manovra estiva. La Cisl Fp giudica ingiusto il blocco dei contratti, ma lancia proposte concrete per evitare derive peggiori come accade nel resto d’Europa. La piazza non serve: parte la mobilitazione per denunciare gli sprechi in ogni ente. Priorità riqualificare la spesa pubblica. Non è una novità che non ci siano i soldi per i contratti dei pubblico impiego, i governi cambiano ma la musica resta sempre la stessa. Il blocco dei contratti è una misura annunciata vista l’aria che tira in Europa dove i tagli agli stipendi li hanno fatti davvero, come in Grecia e in Spagna. Ciò non
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toglie che sia l’ennesima spia di una situazione paradossale. Governi e amministrazioni locali si sono sempre dimostrati incapaci di accantonare, con una buona programmazione, le risorse per rinnovare i contratti, come avrebbe fatto ogni buon imprenditore. E invece continuano a comportarsi come pessimi datori di lavoro. Le stesse riforme non hanno mai riguardato norme che imponessero ai politici di inserire la dinamica salariale nei bilanci pubblici. La Cisl evita responsabilmente di chiamare la piazza. E mette in campo una campagna di mobilitazione vigorosa dei dipendenti pubblici per denunciare, insieme ai cittadini in ogni ente, azienda o agenzia pubblica, gli sprechi, le forme di disorganizzazione, le consulenze date agli amici di partito, l'aumento dei dirigenti ad ogni nuovo governo o consiliatura. 26 maggio 2010 La Cisl Fp lancia l’idea di un ACCORDO QUADRO per ridefinire le regole delle relazioni sindacali Il blocco dei contratti che si delinea nella manovra finanziaria non può significare anche uno stop alla ridefinizione delle regole delle relazioni sindacali e del nuovo equilibrio tra contrattazione collettiva e partecipazione nel settore pubblico. La Cisl Fp avanza con forza la proposta di un accordo quadro per fare finalmente chiarezza e per far ripartire la contrattazione integrativa. Confrontarsi e decidere su aspetti chiave per l’organizzazione dei enti, agenzie e aziende significa restituire serenità alle relazioni tra lavoratori, dirigenti e amministratori per affrontare una fase complessa. 31 maggio 2010 Entra in vigore il d.l. 78/2010. C’è il blocco dei contratti per il p.i., ma vengono recepite dal provvedimento alcune modifiche chieste dalla Cisl Il blocco dei contratti pubblici rimane nel provvedimento, ma vengono recepite alcune misure che consentono di evitare tagli vivi ai salari (come avviene in molti paesi). Nel provvedimento c’è la stretta sull’evasione fiscale, il taglio dell’80% della spesa per le consulenze, il taglio degli stipendi del personale non contrattualizzato (magistrati, i prefetti e altre cariche). La Cisl Fp aveva infatti chiesto di intervenire sulla lotta agli sprechi e ai costi della politica: il decreto 78 contiene anche il taglio delle spese di rappresentanza, pubbliche relazioni, convegni e pubblicità, risorse destinate spesso a finanziare le campagne elettorali degli amministratori di turno. Così come il blocco delle missioni all’estero e il limite ai gettoni di presenza negli organi collegiali, con cui si iniziano ad eliminare sperperi e privilegi che affossano i bilanci degli enti pubblici. Altre misure vengono modificate come la norma sulla rateizzazione del trattamento di fine servizio. 5 giugno 2010 All’assemblea dei quadri e delegati (Hotel Ergife) la Cisl dà il via ad una grande mobilitazione sindacale ed etica per inchiodare la politica sugli sprechi e la spesa pubblica L’assemblea dei quadri e delegati è un’occasione per discutere di manovra finanziaria e rilanciare l’azione del sindacato in vista di possibili e opportune modifiche al provvedimento nel corso dell’iter parlamentare. Per la Cisl Fp inizia da qui la mobilitazione sindacale ed etica per riqualificare la spesa pubblica e mettere in fila le responsabilità di chi ha contribuito a farla lievitare, governi e amministrazioni locali in primis. Fare di più con meno è lo slogan scandito agli oltre 5mila delegati. Per un nuovo modo responsabile di utilizzare i soldi delle tasse di cittadini e imprese che coinvolga tutti i livelli delle amministrazioni. Con:
‐ Più controlli su come vengono spese le risorse, con quale destinazione e con quali risultati, con che effetto sulla soddisfazione degli utenti,
‐ Più studi sui costi standard, un concetto chiaro nelle premesse che tuttavia non è stato ancora indagato a fondo e non ha ancora trovato una concretizzazione,
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‐ Più trasparenza e più informazione ai cittadini, che quasi sempre sono tenuti all’oscuro rispetto alle sorti delle tasse che pagano,
‐ Più partecipazione dei lavoratori all’organizzazione e all’andamento delle amministrazioni. 8 giugno 2010 Pensioni donne, la Ue impone l’equiparazione entro il 2010. Per la Cisl Fp è sbagliato riaprire una questione già risolta e ingiustificato aumentare ulteriormente la pressione sul pubblico impiego L’ingiustificata rigidità della Ue sull’età pensionabile delle donne nel pubblico impiego rischia di aprire una nuova questione di sostenibilità sociale. La Cisl giudica negativamente la nuova richiesta della Commissione europea rispetto dell’equiparazione entro il 2012 (e non entro il 2018 come concordato in precedenza) dell’età per la pensione di vecchiaia di uomini e donne: la soluzione c’era ed era stata trovata di comune accordo con la legge 102/09. E’ un errore tornare nuovamente sull’argomento dopo che meno di un anno fa si era scelto un cammino graduale per adempiere agli obblighi comunitari: è impensabile imporre un innalzamento verticale della soglia per la pensione dall’oggi al domani. 11‐12 giugno 2010 La Cisl Fp alla convention di Levico con lo slogan “RIPRENDIAMOCI LA CONTRATTAZIONE”. Si intensifica la mobilitazione A Levico la Cisl Fp presenta la sua proposta per cambiare il modo di gestire le risorse pubbliche ed evitare quello che negli ultimi decenni è stato lo “Scacco matto alla spesa pubblica”. Con l’Assemblea nazionale del pubblico impiego e della scuola s’intensifica la mobilitazione della Cisl Fp che rilancia l’idea di accordo per:
‐ definire gli spazi e i luoghi della contrattazione integrativa e decentrata, ‐ incentivare i risparmi di gestione da destinare al miglioramento dei servizi e al salario
accessorio del personale coinvolto, ‐ bloccare qualsiasi restituzione o diminuzione delle risorse destinate alle busta paga dei
lavoratori, sia a livello nazionale sia a livello di contrattazione integrativa o decentrata, ‐ bloccare qualsiasi decurtazione del salario accessorio in applicazione delle nuove norme del
d.lgs. 150 per la parte del salario già definito dalla contrattazione locale e nazionale, ‐ ripristinare il valore della contrattazione collettiva come leva per la gestione delle risorse
umane nel pubblico impiego, ‐ nella vigenza degli accordi di secondo livello, garantire alle parti lo svolgimento delle
procedure di informazione e consultazione, verifica, concertazione come previste dalle leggi, dai contratti collettivi nazionali di lavoro di categoria e dagli accordi collettivi per la gestione degli effetti sociali connessi alla trasformazione delle amministrazioni quali innovazioni tecnologiche, organizzative e dei processi di ristrutturazione,
‐ definire presso l’Aran un nuovo accordo quadro per le relazioni sindacali, in modo tale da accompagnare una proposta di contrattazione di qualità per uscire dalla crisi ed evitare interpretazioni e prassi che nel blocco della contrattazione vedano un avallo rispetto ad una gestione unilaterale dell’organizzazione e del personale delle amministrazioni pubbliche.
21 giugno 2010 Manifestazioni in tutta Italia per far ripartire la contrattazione. Dai lavoratori un messaggio chiaro: risparmiare sulla spesa e trovare i soldi per i contratti di lavoro
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La mobilitazione della Cisl Fp culmina con il grande successo delle manifestazioni del 21 giugno. Si tengono iniziative, presidi e volantinaggi in tutti i posti di lavoro per chiedere con forza al governo di modificare la manovra finanziaria e far ripartire la contrattazione integrativa. Insieme a tanti lavoratori la Cisl Fp manda un messaggio chiaro a governo ed amministrazioni locali: serve rigore contro gli sprechi e le disorganizzazioni nella Pa, ma la manovra economica va corretta. Bisogna rilanciare subito i contratti decentrati: dai risparmi di spesa nei bilanci degli enti devono venire le risorse per pagare i contratti di lavoro. 25 giugno 2010 La Cgil allo sciopero generale. Ma i lavoratori pubblici preferiscono gli obiettivi sindacali dietro cui si schiera la Cisl Fp E’ bassa l’adesione del pubblico impiego allo sciopero della Cgil: solo il 4,8% ha incrociato le braccia. Segno evidente che tanti lavoratori hanno preferito le ragioni della Cisl Fp contro l’impostazione ideologica cigiellina. Luglio 2010 I provvedimenti di austerity dei Paesi europei si fanno sempre più aspri. In Italia l’azione della Cisl evita il taglio ai salari pubblici. Mentre la manovra diventa legge, il sindacato prepara il pressing su governo e amministrazioni locali In un quadro in cui si inaspriscono le manovre di austerity dei vari paesi europei e in cui il taglio degli stipendi pubblici coinvolge dopo Spagna e Grecia, anche Germania, Irlanda e altri paesi, in Italia la manovra estiva diventa legge. La pressione della Cisl permette di re‐indirizzare molti degli interventi sulla spesa pubblica evitando sforbiciate ai salari pubblici. Un risultato che la Cisl può rivendicare, ma che non basta. L’obiettivo è recuperare con la contrattazione integrativa le risorse per gli aumenti di salario che la manovra economica ha bloccato. Lo slogan è ancora “Riprendiamoci la contrattazione”:
‐ per un nuovo contratto quadro sulle Relazioni Sindacali nel lavoro pubblico ‐ Per avere più contrattazione integrativa ‐ Per eliminare le consulenze inutili e le esternalizzazioni ‐ Per servizi più efficienti con più controllo sociale nella spesa pubblica ‐ Per valorizzare le professioni lanciando un osservatorio
1° settembre 2010 In mancanza di un accordo, si scatena la polemica strumentale sul rinnovo delle Rsu. La Cisl Fp ribadisce con chiarezza la posizione: Sì alle elezioni, ma subito nuove regole. Andare al rinnovo senza un nuovo accordo sindacale “serve a mettere le bandierine sui posti di lavoro ma non aiuta i lavoratori” La Cisl Fp ribadisce chiaro e tondo il proprio Sì al rinnovo Rsu e chiede di procedere immediatamente alla definizione delle nuove regole. La partecipazione è la chiave di volta del cambiamento e le Rsu sono un momento irrinunciabile di coinvolgimento dei lavoratori nella riorganizzazione dei servizi pubblici. Ma le Rsu devono essere riviste e rilanciate mettendo a punto le regole contrattuali, sulla rappresentatività e sui comparti, attraverso cui dare pienamente senso e quindi più forza alla partecipazione. 6 settembre 2010 Contratto integrativo Inps. La Cisl Fp contro l’interruzione dei rapporti con l’azienda. Pronti ad ogni iniziativa per il rispetto dell’accordo
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8 Settembre 2010 Aggressione a Bonanni Il clima nel paese si avvelena e Bonanni è oggetto di una vile aggressione alla festa del Pd di Torino dove viene colpito da un fumogeno. E’ il primo di una serie di episodi che rischiano di innescare un’escalation di violenza contro Bonanni e contro la Cisl.
¤ 15 settembre 2010
Sanità privata Aiop, firmato il CCNL 2006 – 2007. Per Cisl Fp un risultato unitario importantissimo, dopo un’attesa di 56 mesi L’unità di azione con la Cgil si ritrova sulla sanità privata, che porta ad un grande risultato: si sblocca dopo 56 mesi una vertenza difficile e complicata, a fronte di una controparte datoriale che ha opposto molta resistenza al rinnovo. E si chiude con un risultato che restituisce valore e dignità al lavoro dei tanti operatori in servizio nelle strutture sanitarie Aiop. 23 settembre 2010 Contratto integrativo Inps: assemblee della Cisl Fp in tutte le sedi per il rispetto dell’accordo. Coraggio e coerenza nuove nella contrattazione integrativa dimostrano che la Cisl Fp rappresenta solo gli interessi dei lavoratori dell’Inps. 9 ottobre 2010 La grande manifestazione di Roma. I lavoratori pubblici in piazza con la Cisl (e la Uil) Il 9 ottobre migliaia di lavoratori pubblici scendono in piazza con la Cisl per chiedere meno fisco e più riforme per il lavoro pubblico e per il paese. Manifestano per dire basta a cambiamenti insufficienti, a progetti incompiuti che lasciano troppi nodi irrisolti, all’aggravarsi dello squilibrio tra chi porta il peso del fisco e chi ne trae profitto. Ma anche per chiedere subito un tavolo di confronto in cui discutere di innovazione nei servizi pubblici, di produttività pubblica, di rappresentanza sindacale, di nuova dignità contrattuale per il pubblico impiego. Ancora una volta obiettivi chiari:
‐ Meno tasse sul lavoro pubblico. ‐ Superare il blocco dei contratti e detassare il salario di risultato anche per il pubblico
impiego. ‐ Più contrattazione e più partecipazione per le riforme. ‐ Una nuova prospettiva che, partendo dai progetti di riforma realizzati o in cantiere (dal
federalismo al nuovo modello contrattuale), metta in moto una riqualificazione reale del modo in cui i servizi pubblici sono organizzati e gestiti
‐ Un tavolo di confronto per un nuovo accordo sindacale. La straordinaria partecipazione alla manifestazione porta all’apertura di un tavolo con il governo per la riforma fiscale. Un risultato storico! 13 ottobre 2010 Segretari comunali e provinciali, firmato il Ccnl 2006 – 2007. Di nuovo una vertenza unitaria che porta ad una firma importante dopo 5 anni di attesa. I sindacati ottengono anche un impegno sull’equiparazione dello stipendio con quello della dirigenza, che sarà realizzato con il Ccnl 2008/2009 del 2 dicembre 2010 29 ottobre 2010 Immigrazione, precari del Ministero dell’Interno: iniziativa della Cisl Fp di fronte alle Prefetture e alle Questure di tutta Italia
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Entra nel vivo la vertenza dei 650 lavoratori a tempo determinato impiegati presso gli Sportelli Unici per l’Immigrazione delle Prefetture e gli Uffici immigrazione delle Questure che rischiano di perdere il posto. La Cisl Fp è la prima a chiedere la proroga del contratto e la possibilità di un percorso di stabilizzazione. Una vertenza di cui la Cgil rivendicherà senza ragione la paternità, ma sulla quale i tre sindacati confederali si troveranno di nuovo insieme. 30 ottobre 2010 Per la Cgil è ancora sciopero generale: ma il giorno dopo cosa è cambiato? 5 novembre 2010 Giornata dell’informazione Cisl Fp Dopo il risultato della manifestazione del 9 ottobre, la Cisl Fp rilancia per l’avvio di un altro tavolo di confronto sul miglioramento e l’ottimizzazione dei servizi pubblici. Cioè sugli obiettivi specifici tracciati nei mesi precedenti. Il 5 novembre prende vita in tutti i posti di lavoro, la Giornata dell’Informazione della Cisl Fp. Il messaggio è la necessità di una riorganizzazione profonda delle attività e dei servizi pubblici che si assicurano con le tasse. Senza rigore nei bilanci il sistema pubblico rischia di diventare insostenibile. La riqualificazione dei servizi pubblici non può essere affidata in modo semplicistico né all’aumento quantitativo della spesa pubblica (che anzi va controllata) né ai tagli lineari delle risorse. Deve invece comportare una diversa organizzazione capace di mettere al centro dell’azione il cittadino e i suoi bisogni, e di coinvolgere responsabilmente i lavoratori. Ciò vuol dire valorizzare professionalmente i dipendenti pubblici, attraverso scelte normative, contrattuali e regolamentari da assumere a livello nazionale e locale in tutte le amministrazioni. La Cisl Fp continua a ritenere inaccettabili le soluzioni “precotte” contenute nelle varie manovre, come i tagli indistinti alle risorse della pubblica amministrazione o il blocco indiscriminato del turn over. Ma soprattutto riteniamo inaccettabile il blocco della contrattazione aziendale e il conseguente congelamento delle leve necessarie al cambiamento e alla riorganizzazione finalizzata al recupero di efficienza e di risorse da sprechi e sperperi che possono essere reinvestite nella qualificazione di servizi e professionalità. Novembre ‐ dicembre 2010 Riprendiamoci la salute con la partecipazione La Cisl Fp riprende l’iniziativa per la qualificazione del sistema di salute e rilancia le proposte per una nuova centralità delle professioni sanitarie. Parte una serie di incontri che vedrà protagonista la categoria del pubblico impiego Cisl insieme alla Fnp e alla Confederazione. Incontri che serviranno a coinvolgere lavoratori, pensionati e cittadini intorno ad un’idea di sistema sanitario centrato sulla presa in carico della persona, sulla prossimità territoriale e sulla qualificazione dei professionisti della cura e dell’assistenza: infermieri, tecnici sanitari, specialisti della prevenzione, operatori socio‐sanitari. Figure chiave di un modo innovativo e moderno di concepire la risposta ai bisogni di cittadini e comunità, attraverso la costruzione di percorsi integrati di cura e assistenza, unendo l’alta specializzazione scientifica e professionale con la responsabilità etica, l’adeguatezza delle prestazione con lo sviluppo della prevenzione. 3 dicembre 2010 Coop sociali, in tutti i capoluoghi di regione i lavoratori manifestano per il contratto E’ un settore in forte crescita, ma in cui la vertenza è estremamente complicata. La Cisl Fp guida il fronte con Cgil, Uil e Fisascat. E’ alta la partecipazione all’iniziativa unitaria, in una battaglia che è anche per la dignità del lavoro.
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13 dicembre 2010 Sciopero dei precari del Ministero dell’Interno. La Cisl‐Fp conduce la battaglia insieme a Fp‐Cgil e Uil‐Pa: subito la proroga dei contratti, garantire lavoro e servizi
¤ gennaio 2011 Pubblico impiego, la piattaforma unitaria in 12 punti: la Cisl insieme a Uil e Cgil reclama un cambio di rotta sul pubblico impiego L’impegno unitario della Cisl‐Fp porta alla piattaforma congiunta con Cgil e Uil in cui si chiede un cambio di rotta a governo, regioni ed autonomie locali: “i lavoratori pubblici non possono essere gli unici a pagare per le colpe di classi politiche irresponsabili, e sono pronti ad accettare la sfida della produttività pubblica per migliorare la qualità dei servizi per i cittadini” recita il documento. I sindacati confederali, insieme, lanciano quindi la loro proposta responsabile al Paese. Dodici punti programmatici che il 26 gennaio 2011 sono presentati ufficialmente alle segreterie unitarie:
1. Il blocco della contrattazione nazionale è ingiusto: rilanciare il valore della contrattazione
2. Più responsabilità da Regioni e Autonomie Locali: no all’opportunismo a spese di lavoratori e cittadini
3. Tagliare gli sprechi e la spesa improduttiva e non i bilanci familiari dei lavoratori pubblici
4. Rilanciare la contrattazione integrativa: più strumenti e più risorse dai risparmi di gestione
5. Meno tasse per il lavoro dipendente
6. Via le limitazioni ingiustificate al salario e alla carriera: modificare il d.lgs. 150/2009
7. Stabilizzare i lavoratori precari
8. Sbloccare il turn‐over per gli enti virtuosi
9. Più valore al lavoro pubblico con la partecipazione
10. Un nuovo accordo per le relazioni sindacali
11. Per una amministrazione pubblica che tuteli i diritti di cittadini, famiglie, comunità serve un progetto che guardi al futuro
12. Una data certa e condivisa per le Rsu: il rilancio del ruolo delle rappresentanze sindacali è infatti premessa per una riforma vera della Pa
¤ 20 gennaio 2011 Lettera unitaria a Brunetta: Cgil Cisl Uil chiedono al ministro un tavolo di confronto. La pressione della Cisl è forte e il negoziato si sposta a Palazzo Chigi.
Mentre aleggia la minaccia di un decreto correttivo del d.lgs. 150/2009 – cioè il tentativo di definire per via legislativa e unilaterale le zone d’ombra della riforma e di chiudere alcuni spazi importanti di partecipazione ‐ le federazioni scrivono congiuntamente al ministro Brunetta per chiedere un incontro urgente. La Cisl mette in campo tutta la sua capacità di pressione: lo schema di decreto torna nel cassetto e il tavolo di confronto si sposta a Palazzo Chigi. Nonostante il risultato, riemerge l’anima “politica” della Cgil: è presente al tavolo ed è informata degli sviluppi, ma incredibilmente comincia a sfilarsi.
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4 febbraio 2011 Cisl e Uil firmano a Palazzo Chigi l’INTESA SULLE RELAZIONI SINDACALI, la Cgil ancora una volta si sfila. Per la Cisl Fp è una grande vittoria: CI SIAMO RIPRESI LA CONTRATTAZIONE
Il confronto con il governo porta al risultato sperato: la Cisl ottiene insieme alla Uil la sottoscrizione dell’intesa del 4 febbraio. Una firma importantissima che riporta i lavoratori al centro del cambiamento nella Pa e fa finalmente chiarezza: niente pagelle sul salario, nessun taglio di stipendio, nessuna applicazione delle fasce 25‐50‐25 ai salari dei dipendenti pubblici. E’ il coronamento del lavoro di mesi: “Ci siamo ripresi la contrattazione”.
Grazie all’accordo, infatti, il modello contrattuale definito dall’intesa del 30 aprile 2009 inizia a prendere corpo: la partecipazione dei lavoratori diventa il fulcro dell’innovazione e dell’efficienza del settore pubblico, mentre si superano le incertezze interpretative che volevano relegare i lavoratori e le rappresentanze ad un ruolo subalterno.
La Cisl Fp, che ha sempre sottolineato i limiti dei cambiamenti introdotti per legge e l’urgenza di salvaguardare gli stipendi pubblici sottoposti al blocco dei contratti, può rivendicare il risultato. La Cgil che si è sfilata dall’accordo alza il polverone. Ma l’accordo parla chiaro: ai lavoratori pubblici non potrà essere tolto un euro in busta paga. Il criterio del 25‐50‐25 non interverrà sui salari attuali in godimento, ma sarà applicabile solo ad incrementi resi possibili da eventuali risorse aggiuntive.
In tema di riforma, la novità contenuta nei 5 punti dell’Intesa è la previsione di commissioni paritetiche nazionali per l’applicazione del d.lgs. 150/2009: ciò vuol dire che il sindacato e i lavoratori saranno protagonisti del miglioramento delle performance individuali e collettive.
Un grande passo in avanti, dunque, che impegna governo ed Aran a sottoscrivere un contratto nazionale quadro sul sistema delle relazioni sindacali, proprio come chiesto dalla Cisl fin da maggio 2010: riportando la responsabilità sindacale nelle dinamiche relative all’organizzazione degli uffici e della qualità dei servizi al cittadino.
Luglio 2010 – febbraio 2011 I temi lanciati sulla stampa. L’opinione pubblica segue
‐ Nuova linfa ai contratti integrativi (luglio 2010) ‐ Un contratto nazionale quadro che riveda i rapporti tra le parti ‐ Manovra, l’impegno della Cisl per evitare i tagli agli stipendi
‐ Governance partecipata per tutti (settembre 2010) ‐ Valutazione, lavoratori protagonisti
‐ Una rivoluzione delle professioni (settembre 2010) ‐ Nuovi poteri per le rappresentanze sindacali
‐ Meno fisco più riforme per il paese. Un tavolo di confronto per un governo trasparente
delle risorse (ottobre 2010) ‐ Un nuovo accordo quadro per andare oltre il blocco dei contratti
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‐ Pa, dirigenti e lavoratori uniti. Un alleanza con il sindacato per rispondere ai nuovi bisogni (ottobre 2010)
‐ Rilanciamo insieme la qualità del servizio pubblico (novembre 2010)
‐ Sistema di salute, serve un impegno forte sulle risorse umane (novembre 2010)
‐ La sicurezza fa lavorare meglio. Il benessere organizzativo aumenta la performance (dicembre 2010)
‐ Donne e Pa: colmare il gap con bilancio di genere e contrattazione (dicembre 2010)
‐ Collegato lavoro, cantiere aperto (gennaio 2010)
‐ Terzo settore, lo sviluppo del welfare richiede tutele e buoni contratti
‐ Intesa 4 febbraio: pubblico impiego, nuovo assetto Il lavoratore torna al centro del cambiamento della Pa
36 Venerdì 30 Luglio 2010 CISL FUNZIONE PUBBLICA
Dopo la pausa estiva la Cisl Fp riprenderà l’azione di pressing su governo ed enti locali
Nuova linfa ai contratti integrativiFaverin: le professionalità interne sono troppo trascurate
DI GIOVANNI FAVERIN*
Succede spesso che quan-do si tenta di dare qual-cuno per spacciato si fi-nisce per ritrovarlo più
forte e vivo che mai. Così dopo l’entrata in vigore del dlgs 150 in molti hanno iniziato a canta-re il requiem del sindacato nel pubblico impiego, immaginan-dolo relegato in un cantuccio o al più destinato ad un ruolo su-balterno. Ma con una evidente distorsione della realtà.
Come avviene ormai da anni, con tutti i governi e le maggio-ranze anche locali, la politica ha riversato su sindacato e la-voratori pubblici colpe e respon-sabilità proprie, che hanno in questo stesso atteggiamento di tracotanza la loro origine per-versa. E che sono la vera causa di una insoddisfazione crescen-te da parte dei cittadini, stretti fra una spesa pubblica sempre più alta e finanziata da un fisco sempre meno equo, e apparati pubblici in cui gli sprechi e le inefficienze alimentati dalla po-litica del consenso drenano le risorse destinate alla qualità
dei servizi e all’innovazione. In questa situazione da molte
parti la logica è stata rovesciata nel suo contrario, mentre si è tentato di mettere la sordina a principi cardine di relazioni sin-dacali forti e partecipative come quelle stabilita ad aprile 2009. È lo stesso errore di prospettiva che ha generato il congelamento per legge dei ccnl pubblici e che avrebbe portato a conseguenze ben più pesanti se la parte più responsabile e libera del sinda-cato non avesse dimostrato qua-le capacità di rappresentanza continua a detenere.
A prescindere dalle analisi interessate di molte sirene me-diatiche, è stata proprio la leva della contrattazione, segnata-mente di quella integrativa e decentrata, a disegnare fin qui il cambiamento virtuoso in molti enti e aziende pub-bliche del Paese. La concer-tazione allo stesso tempo ha accompagnato le esperienze migliori così come è stato grazie alle buone pratiche di partecipazione che il coinvolgimento dei lavo-ratori pubblici ha acquisito
sovente un valore proattivo. In termini semplici, ad un esame onesto, laddove il sindacato ha saputo spin-gere sul pe-dale dell’in-novazione e ha svol-t o b e n e la propria funzione, il riequili-brio dei ruo-li rispetto alla politica e il
contrasto agli sperperi e alle disorganizzazioni ha consen-tito una gestione pubblica di gran lunga più soddisfacente per i contribuenti e gli utenti
dei servizi. Soprattutto attra-verso il riconoscimento delle professionalità e del buon lavoro pubblico.
La verità è infatti che sono vent’anni ormai che i governi e le giunte di ogni colore trascurano il tema
della valorizzazione delle professioni interne alle pub-
bliche amministrazioni. La ricerca di solu-
zioni facili e di mani libere ha favorito il ricorso a e s t e r n a -lizzazioni e appalti invece che dare va-lore alle
r i s o r s e umane in servizio e rec lutare nuove com-
petenze necessarie. Gli scenari di oggi impongono
di invertire la rotta: occorre fare delle professioni il fulcro di una vera e propria rivoluzione nella p.a., che dia finalmente il giusto peso - anche economico – alla formazione, alle competenze e all’esperienza di ciascuno, e nel contempo le utilizzi al me-glio per aumentare la qualità e l’efficienza del servizio.
Per questo la Cisl Fp ripren-derà con forza, subito dopo la pausa estiva, la sua azione di pressing su governo ed enti locali. Per un nuovo accordo quadro sulle relazioni sinda-cali, che faccia chiarezza in questa fase transitoria e tor-mentata, per la ripresa della contrattazione integrativa, che dai risparmi di gestione faccia uscire le risorse per pagare meglio i lavoratori, e per un maggior controllo sociale sul-la spesa pubblica: mai come in una stagione così complica-ta gli interessi dei cittadini e delle comunità hanno coinciso con quelli dei dipendenti e pro-fessionisti pubblici.
* segretario generale Cisl Fp
Troppo spesso, parlando di lavoro pubblico, si assiste a un dibattito miope e contraddittorio, la cui vittima predestinata sembra essere il ruolo di rap-presentanza dei lavoratori nelle sue forme storiche della partecipazione e della contrattazione. Si tratta di un dibattito che accalora soprattutto chi, scoprendosi commentatore riformista, dimentica o vuol far dimenticare le proprie responsabilità pregresse nel ruolo di dirigente o politico, e preten-de di inventarsi una purezza di competenza che ovviamente sfugge ai più. Ebbene, il dibattito è miope, se non cieco, perché non riesce a vedere oltre il proprio naso. Cioè non vede che le soluzioni adottate tanto nel settore privato quanto a livello internazionale per superare la crisi e favorire la crescita si basano tutte sul rilancio dei sistemi di dialogo sociale e rela-zioni sindacali. E che tutte pongono una particolare enfasi proprio sugli strumenti della partecipazione e della responsabilizzazione comune. Ma il dibattito è anche contraddittorio, perché nel riassorbire nel solo ruolo della legge e della pretesa autosufficienza dirigenziale tutta la decisione organizzativa delle pubbliche amministrazioni, contraddice quei valori di pluralismo delle fonti, di sussidiarietà, di trasparenza che non solo sono alla base dell’ordinamento costituzionale, ma sono costantemente richia-mati in tutte le politiche di innovazione istituzionale e amministrativa del paese (dal federalismo all’organizzazione dei servizi). Nell’intesa del 30 aprile 2009 sul nuovo assetto contrattuale, è ribadito l’impegno a conti-nuare sulla strada della partecipazione e della contrattazione collettiva, in uno spirito di responsabilizzazione condivisa. Un impegno che deve essere reso immediatamente esigibile e che nessuna miope contraddit-torietà può offuscare. Qualche settimana fa, un commentatore insisten-do sulla pretesa emarginazione del ruolo sindacale nel lavoro pubblico, parlò di «contratto senza sindacato». Una formula paradossale, sbagliata sotto ogni punto di vista, giacché in quel contesto una decisione assunta senza il sindacato non può in alcun modo definirsi contratto. Tuttavia da quella formula emerge non solo l’impostazione che una certa vulgata vuol far passare, ma anche il clima in cui si svolge la discussione. Tanto è vero che per avvalorare la tesi si ricorre ad interpretazioni del testo legislativo tanto riduttive da rasentare l’illogicità e l’irragionevolezza. In questa situazione normativa è impossibile e pretestuoso presumere una inattaccabile certezza interpretativa, peraltro negata anche da recenti vicende giurisprudenziali. Meglio allora fare come dice la Cisl Fp: gli attuali contratti nazionali non sono stati abrogati. C’è un’esigenza di ri-equilibrio delle forme di relazioni sindacali? Si faccia allora rapidamente, con senso di responsabilità, un contratto nazionale quadro che riveda i rapporti tra le parti nelle amministrazioni e si restituisca così serenità all’organizzazione e alla rappresentanza.
Carmine Russodocente di diritto del lavoro
all’Università Magna Graecia di Catanzaro
Un contratto nazionale quadro che riveda i rapporti tra le parti
Anche in Italia la manovra finanziaria avrebbe potuto ricalcare le ricette di austerity approntate da vari paesi europei: tagli netti in busta paga ai dipen-denti pubblici, come in Irlanda e in Spagna, riduzione delle tredicesime come in Germania, migliaia di posti pubblici cancellati entro il 2013 come in Francia, Spagna e Gran Bretagna, o ancora decurtazione dei fondi per la produttività delle Pa, come già si tentò di fare da noi nel 2008. Grazie all’azione della Cisl, invece, buona parte dei tagli è stata dirottata sulla spesa improduttiva - consulenze, sponsorizzazioni, incarichi e poltrone, costi della politica - e sugli emolumenti di quelle categorie non contrattualizzate del pubblico impiego alle quali finora nessuno aveva mai chiesto sacrifici, come magistrati e alti dirigenti. Ciò non toglie che il blocco dei contratti nazionali deciso con il decreto 78/2010 sia una scelta sbagliata, così come la minaccia di sterilizzare i contratti decentrati. Esiste una necessità oggettiva di riportare la spesa pubblica sotto controllo, dettata non solo dall’Europa, ma da considerazioni sulla sostenibilità a lungo termine della macchina pubblica; ma deve passare attraverso una riorganiz-zazione strutturale, che distingua lo spreco vero e proprio (sperperi, ruberie, spese per consenso e clientele) da quello che invece è investimento produttivo (risorse umane e professionalità in primis). La Cisl ha presentato al governo e alle amministrazioni locali una posizione univoca, chiedendo rigore nei conti pubblici e nell’utilizzo delle risorse, buona amministrazione nel predisporre i bilanci di enti e aziende, un freno efficace all’evasione e all’elusione fiscale; ma soprattutto, di mettere in sicurezza le finanze pubbliche partendo dagli sprechi e dalle inefficienze. Abbiamo chiesto più responsabilità anche agli amministratori di regioni, province e comuni, perché la spesa pubblica va riqualificata anche a livello locale. La scarsa capacità gestionale dimostrata in questi anni ha im-pedito che venissero progressivamente accantonate le risorse per rinnovare i contratti, e ha promosso invece un utilizzo dei budget spesso distorto rispetto ai bisogni dei cittadini; ora bisogna costruire un ciclo virtuoso che consenta di «fare di più con meno», tanto più nella prospettiva del federalismo avviato dalla legge 42/2009 e dai provvedimenti che sono seguiti (federalismo demaniale) o che sono in discussione (fabbisogni standard, federalismo municipale e fisca-le). Dopo la pausa estiva, saremo ancora impegnati per costringere governo e amministratori a riprendere la contrattazione integrativa, che è la vera leva del cambiamento, della partecipazione e della difesa delle retribuzioni. Ancora una volta, come è successo dopo il dl 112 del 2008, è possibile recuperare le risorse per i giusti aumenti di salario che la manovra economica ha bloccato, riportando alla contrattazione le risorse sottratte agli sprechi e alle disorganizzazioni. Il 30 aprile del 2009 abbiamo sottoscritto un accordo sui nuovi assetti contrattuali che rendesse più efficace e più puntuale questo meccanismo, rafforzando il coinvolgimento dei lavoratori e del sindacato nel promuovere amministrazioni più moderne e veloci. Di quell’accordo ora pretendiamo l’applicazione da parte di ogni ente e azienda. Il processo di modernizzazione della p.a. è legato all’ap-plicazione di strumenti contrattuali nuovi, i cui capisaldi irrinunciabili sono la partecipazione e il decentramento decisionale.
Manovra, l’impegno della Cisl per evitare i tagli agli stipendi
Giovanni Faverin
41Venerdì 10 Settembre 2010VenCISL FUNZIONE PUBBLICA
Ai dipendenti e al sindacato il compito di svolgere un controllo sociale sugli enti pubblici
Governance partecipata per tuttiIl dibattito non deve restare confi nato solo al settore privato
DI GIOVANNI FAVERIN*
I l dibattito sulla parte-cipazione dei lavoratori agli utili d’impresa e alla governance aziendale ha
finalmente trovato la giusta ribalta tanto nella discussio-ne nei posti di lavoro (dove è nato) quanto nelle arene che formano l’opinione pubblica e nell’agenda politica. Si tratta però di un dibattito zoppo che resta incomprensibilmente confinato ai settori dell’econo-mia privata e che sembra col-pevolmente osteggiato quando si chiamano in causa le ammi-nistrazioni pubbliche.
Perché accade questo? Non è forse il settore pubblico il luo-go d’elezione per sperimentare nuovi strumenti e nuove mo-dalità di gestione organizza-tiva a cui affidare la crescita di produttività e competitivi-tà degli enti e di conseguenza del sistema-Paese? Non è lì che i più alti livelli medi di scolarità, di competenza e di professionalità dei lavoratori favorirebbero un esercizio più efficace della partecipazione organizzata? E non è lì che at-traverso le riforme attuate (in primo luogo il nuovo modello contrattuale) e di quelle in programma (federalismo) po-trebbe aprirsi il vero cantiere delle nuove relazioni sindacali partecipative e della vera in-novazione decisa e contrattata ente per ente?
Il fatto è che a dispetto di tutto ciò nel nostro Paese tende a prevalere la vecchia impostazione giacobina se-condo cui il cambiamento si
dirama esclusiva-mente (o quasi) dal l ivel lo centrale a quelli locali, cioè sol-tanto attraverso un movimento dall’alto in basso. È in verità una finzione (e un er-rore) a cui ormai non crede più neanche la classe politica, ma che per convenienza o per interesse di cor-to respiro continua a rappresentare la spi-na dorsale di tanti in-terventi normativi e interpretativi in tema di pubblico impiego. L’effetto è quello di concepi-re progetti di rinnovamento istituzionale e organizzativo calcati su modelli teorici, o ancora peggio il tentativo di escludere il contributo deter-minate dei soggetti più inte-ressati a quei cambiamento. Si tratti di persone, imprese, comunità o parti sociali. Da tutti i provvedimenti realizza-ti negli ultimi decenni, o che sono all’ordine del giorno, l’as-senza di previsioni che raffor-zino e rinnovino lo strumento partecipativo a livello di posto di lavoro rischia di vanifica-re ogni sforzo di rimettere la macchina pubblica al passo con le esigenze del paese. Tan-to più in un momento in cui finalmente la combinazione di una prospettiva federalista (responsabile e solidale) e una corretta attuazione del princi-pio di sussidiarietà potrebbero alimentare quel processo.
La soluzione - proprio a par-tire da una tradizione positiva
di radicamento delle parti so-ciali - è nella partecipazione dei lavoratori e dei sindacati all’andamento degli enti, delle aziende e delle agenzie pub-bliche. Partecipazione intesa come leva insostituibile rispet-to alla qualità dei servizi, alla tenuta dei bilanci, all’esercizio dei controlli, alla trasparenza sui costi e sui conti pubblici, alla soddisfazione del cittadi-no. D’altra parte è di questo che si parla quando si fa ri-ferimento alla funzione delle rappresentanze sindacali uni-tarie (Rsu) che qualcuno vor-rebbe mettere in discussione. Mentre è proprio da lì che si deve ripartire, rinnovandone e rivitalizzandone le preroga-tive, di fronte alle nuove sfide che si chiamano costi stan-dard, adeguatezza, decentra-mento. Un ragionamento che non può essere disgiunto dai temi della valutazione del la-voro e della performance. Ma anche da quello di una valuta-
zione sull’utilizzo della spesa pubblica che deve rilanciare il «controllo sociale» sulla ge-stione degli enti e dei servizi.
Il primo impulso all’aumen-to di appropriatezza ed effi-cienza delle prestazioni, deri-va infatti dalla coincidenza di interessi tra chi produce ser-vizi pubblici (e vuol produrre sempre meglio) e chi quei ser-vizi li riceve (e pretende più qualità a costi più limitati). Partecipazione e controllo so-ciale sulla spesa – a partire dal livello decentrato del sin-golo ente, agenzia o azienda – sono i presupposti di una migliore progettazione, orga-nizzazione, gestione e control-lo sulle attività di interesse pubblico. In Gran Bretagna e in altri paesi, si discute oggi di «Big society», concetto che non va inteso come semplice arretramento dello Stato in parallelo ad un avanzamento del mercato, bensì come crea-zione di un modello partecipa-
tivo e sussidiario di gestione dei servizi pubblici. È interes-sante notare come i riflessi nel nostro paese siano rimasti estremamente limitati, con l’eccezione di alcuni osserva-tori. L’esigenza è infatti co-mune e risponde alla doman-da di come ridurre i costi di un sistema di welfare che sta diventando rapidamente inso-stenibile e di come rendere più solido, inclusivo e competitivo il modello sociale che ne è alla base. Le risposte che insisto-no in un passaggio di poteri e responsabilità dal centro alla periferia, in un diverso e più profondo ricorso ai corpi sociali intermedi, in un ri-chiamo all’esprit d’association esaltato da Tocqueville hanno il merito di indicare una di-rezione corretta su cui anche l’Italia dovrebbe muoversi. Il punto rimane però il «come» adeguare lo stato sociale ren-dendolo realmente «capaci-tatore» e regolatore rispetto alle potenzialità di comunità e territori. Ecco perché la no-stra proposta insiste sull’esi-genza di un ruolo concreto dei lavoratori e del sindacato in merito al controllo socia-le sugli enti e sulle politiche pubbliche. Di un mutamento nella funzione di rappresen-tanza delle organizzazioni dei lavoratori che partendo dalle professioni porti nei sistemi di welfare, soprattutto su scala decentrata, quei cambiamenti senza i quali il nostro modello sociale difficilmente vedrà un futuro.
* segretario generale Cisl-Fp© Riproduzione riservata
La Civit ha pubblicato la versione defi nitiva della delibera 89/2010 con la quale – a seguito della consultazione svolta sul testo provvi-sorio – individua indirizzi per la costruzione del sistema di misurazione e valutazione della performance organizzativa; indirizzi ai quali le diverse amministrazioni, anche in base al tasso di autonomia di cui godono nel com-plessivo assetto istituzionale, possono ricor-rere per defi nire gli strumenti di valutazione del proprio apparato. Una funzione, quindi, soft e di stimolo, che rispetto alla versione precedente perde molti appesantimenti di stringente e puntigliosa metodologia e che rende esplicito che non è possibile valutare il personale se prima non si valuta l’organiz-zazione.
Per la fruibilità degli indirizzi proposti dalla Commissione è utile in primo luogo che ogni amministrazione valuti la propria struttura organizzativa rispetto alla propria funzione istituzionale e sociale: la complessità degli strumenti adottati deve infatti essere compa-tibile con la propria organizza-zione per evitare che il sistema di misurazione che si adotta diventi un appesantimento ed un intralcio all’azione ammi-nistrativa: la delibera Civit va utilizzata come una guida ai processi decisionali di chi, dovendo organizzare e misura-
re l’organizzazione, deve scegliere processi e percorsi ottimali (anche eventualmente più semplifi cati rispetto a quelli proposti) per valutare la performance organizzativa.
Questa capacità di costruzione di un mo-dello funzionale all’organizzazione deve ba-sarsi su pochi elementi necessari che corret-tamente sono individuati negli obiettivi (con caratteristiche di concretezza e fattibilità), negli indicatori (misurabili) e nella struttura di supporto e nei processi (che siano adeguati agli obiettivi); a questi elementi va aggiunto il coinvolgimento di interlocutori interni ed esterni in funzione di programmazione e veri-fi ca delle risorse e dell’organizzazione.
In questo importante spazio si deve collo-care l’azione della rappresentanza dei lavora-tori che non deve perdere la sua naturale di-mensione collettiva (per evitare ogni rischio di strumentalizzazione della frammentazione degli interessi), ma che deve sempre più ca-ratterizzarsi per la connotazione professiona-le delle competenze che esprime, per imporsi
come necessario elemento di contemperamento delle risor-se organizzative e per consen-tire un passaggio non trauma-tico dalla valutazione della performance organizzativa a quella della performance in-dividuale.
© Riproduzione riservata
Valutazione, lavoratori protagonisti
Il parere 34439/2010 espresso dalla Funzione pubblica al mi-nistero del lavoro prende posizione in merito alle procedure di impugnazione dei provvedimenti disciplinari, ma più che chiarire pone problemi interpretativi sia per la fase attuale, sia soprattutto per quella futura. Rispetto all’attuale situazione normativa non si chiarisce come possa coesistere un criterio di delega che vieta la istituzione e l’attività dei collegi arbitrali di disciplina con una norma di dettaglio che non consente alla contrattazione collettiva di prevedere procedure di impugnazione dei provvedimen-ti disciplinari; assimilare una particolare forma di collegio (storicamente individuabile e peraltro già da considerare abrogata dall’art. 6 del Ccnq su conciliazione e arbitrato del 23 gennaio 2001) a procedure di impugnazione che possano prevedere anche forme di arbitrato, comporta di fatto la ri-nuncia a qualsiasi forma di arbitrato anche non riconducibili ai collegi di disciplina.Questa contraddizione risulta ancora più evidente in prospet-tiva. Sta infatti terminando il suo iter parlamentare il disegno di legge (atto S. 1167-B/BIS, cd. «Collegato lavoro») che, nel valorizzare le procedure di conciliazione ed arbitrato per la risoluzione di controversie individuali di lavoro, affi da alla contrattazione collettiva privata e pubblica la facoltà di pre-vedere soggetti e procedure senza limitazioni di materie.Come si concilierà, a quel punto, l’art. 68.3 del dlgs 150 con il più limitato criterio di delega della legge 15 e con il più ampio ambito di applicazione della prossima legge?
Carmine Russodocente di diritto del lavoro
all’Università Magna Graecia di Catanzaro
Provvedimenti disciplinari, impugnazione senza certezze
Pagina a cura diCISL FUNZIONE PUBBLICA
50 Venerdì 24 Settembre 2010 CISL FUNZIONE PUBBLICA
In vista della manifestazione del 9 ottobre la Cisl rilancia l’idea di un osservatorio permanente
P.a., rivoluzione dal di dentroValorizzare le professionalità interne e arricchire le competenze
DI GIOVANNI FAVERIN*
Né l’avvento dell’era glo-bale, né una crisi econo-mico-finanziaria senza precedenti sono riuscite
a svegliare la politica sull’au-tentica rivoluzione copernicana che il sistema pubblico richiede-rebbe: quella delle professioni pubbliche. E così molte riforme, passato l’effetto annuncio, han-no finito per restare inchiodate al punto di partenza, e molti buoni propositi sono addirittura rimasti in confuse dichiarazioni di principio.
Nella furia di rivedere equi-libri e procedure, di soppesare poteri, eliminare controlli ed in-tralci, affi dare pezzi di welfare ad amici e sodali, governi, giun-te e molti vertici politici di ogni ordine e grado hanno trascurato in modo sconcertante il capitale umano. Che tradotto signifi ca le persone, le conoscenze, le pro-fessionalità che compongono il vero fattore di autoriforma del sistema.
Con una metafora si potrebbe dire che tanta classe politica si è alternata alla guida della mac-china pubblica affaccendata nel-la lettura delle mappe stradali del consenso, senza ascoltare il navigatore, senza preoccupar-si di come andasse il motore e senza pensiero alcuno per il carburante. Da almeno due de-cenni al centro e in periferia, si è continuato nella spartizione dei posti, nella perpetuazione dei privilegi, in una gestione della spesa e delle risorse pubbliche spesso sorprendentemente in-differente al bene comune e at-tentissima all’aspetto elettorale
e di clientela. Mentre sul versante dei ser-
vizi al cittadino, i dipendenti e professionisti pubblici sono stati sovente «abbandonati» dai datori di lavoro. Molti amministratori hanno tendenzialmente scorag-giato - a volte con superfi cialità, altre volte con scoperto fastidio - ogni forma di innovazione dal basso e ogni forma di coinvolgi-mento partecipativo. In molti casi gli interventi normativi e regolatori si sono avvicendati
come se il destino del nostro wel-fare fosse scritto nelle procedure, nelle formule organizzative ca-late dall’alto, nella dimensione verticale della decisione.
E non nelle competenze e nella professionalità di chi la-vora, calate in una dimensione collaborativa delle relazioni sin-dacali. Così leve importanti di innovazione come quelle costi-tuite da un modello contrattua-le più moderno e partecipativo sono state aggirate da inconce-
pibili provvedimenti come il blocco dei contratti pubblici. Mentre i primi risultati sulla lotta agli sprechi e alla spesa improduttiva, sono messi a repentaglio da un’evasione fi scale senza precedenti che fa da contraltare ad un at-teggiamento di fi nto rigori-smo sull’utilizzo dei risparmi di spesa. Una manovra a te-naglia, che a livello di stato centrale come a quello locale si spinge fi no a mettere in di-scussione la contrattazione integrativa.
Anche per questo con la manifestazione del 9 ottobre la Cisl vuol dire basta. E lan-ciare non una provocazione, ma una vera battaglia rifor-matrice e di cambiamento. Perché proprio in una fase come questa, per rinnova-re e riqualificare i servizi pubblici ai cittadini e alle imprese (che poi vogliono dire sviluppo e coesione so-ciale) è essenziale valoriz-zare il patrimonio enorme di professionalità interne e far entrare nelle pubbliche amministrazioni le nuove competenze necessarie. Inve-
ce sono vent’anni che governi e maggioranze di ogni colore pre-feriscono ricorrere a esternaliz-zazioni e appalti. Noi vogliamo invertire la rotta: vogliamo, pur in un contesto diffi cile, fare delle professioni il fulcro di una vera e propria rivoluzione, che dia fi -nalmente il giusto peso – anche economico – alla formazione, alle competenze e all’esperien-za di ciascuno, e nel contempo le utilizzi al meglio per aumen-tare la qualità e l’effi cienza del
servizio.Le aspettative che cittadini
e imprese rivolgono alle am-ministrazioni pubbliche sono sempre più elevate in termini di specifi cità, rapidità ed effi ca-cia: per venire incontro a queste esigenze bisogna puntare sulle professioni pubbliche. Occorre anche per il pubblico impiego un sistema di certifi cazione del-le competenze, analogo a quello previsto dalle linee guida per la formazione nel 2010; e occorre pensare ad un percorso di rior-ganizzazione professionale mo-dellato sui nuovi servizi e i nuovi fabbisogni. Per questo abbiamo rilanciato l’urgenza di attivare un osservatorio sulle profes-sioni, che costituisca un tavolo di confronto permanente per stabilire quale parte del lavoro pubblico serva alle comunità, come si possa migliorare, quali professioni siano utili a garanti-re servizi migliori. Solo così sarà possibile rendere virtuoso quel sistema di valutazione della performance organizzativa che deve riguardare anche la moder-nizzazione e il miglioramento qualitativo dell’organizzazione e delle competenze professionali, dentro alle riforme istituzionali in corso.
Guardare al futuro vuol dire anticipare i bisogni e prevede-re le risposte: oggi quei bisogni sono fatti di velocità, appropria-tezza, conformità dei servizi ai costi standard. E le risposte come sempre sono nelle capacità e nelle motivazioni delle persone che li sanno adeguare alle attese dei cittadini.
* segretario generaleCisl Fp
La partecipazione è la chiave di volta del cambiamento. E le Rsu sono un momento irri-nunciabile di coinvolgimento
dei professionisti in forza alle am-ministrazioni nella riorganizzazione vera dei servizi pubblici. Oggi più che mai possono costituire lo stru-mento più efficace per raccordare le esigenze di chi lavora (le professioni pubbliche) con quelle di chi fruisce dei servizi (i cittadini e le imprese). Per questo la Cisl ne ha sempre sot-tolineato la centralità e difeso la fun-zione, anche di fronte a chi, spesso in malafede, ne metteva in dubbio la validità.
Tuttavia come ogni fat-to umano e organizzativo non sono impermeabili al variare del contesto nor-mativo, istituzionale, so-ciale e per giocare il ruolo che spetta loro, in una fase come questa, hanno biso-gno di essere rilanciate e
rinnovate.Proprio a partire da una necessi-
tà forte di aggiornare il sistema di welfare e il modello sociale sotteso, e proprio di fronte a quelle riforme che servono al Paese (un fisco più equo in primis), è essenziale dare un nuovo riconoscimento e un nuo-vo protagonismo alle professioni e alla rappresentanza nel pubblico im-piego. Tanto più quando si bloccano i contratti pubblici e si mettono in discussione i budget di spesa degli enti.
Una nuova rappresentanza dei la-
voratori e delle professioni ha biso-gno insomma di nuove Rsu. Cioè di nuovi rappresentanti unitari eletti con poteri di controllo - rinnova-ti ed effettivi - da esercitare negli enti, nelle agenzie e nelle aziende pubbliche.
Le prerogative stesse delle Rsu elette nel 2007 sono cosa diversa da quelle che servono oggi. Per questo non è importante solo il voto. Non è importante la sola competizione elettorale o il nuovo mosaico delle sigle. Quanto la rivalutazione della funzione delle rappresentanze che
devono recuperare una competenza negoziale anche di controllo socia-le sulla spesa e sull’ope-rato degli amministra-tori pubblici.
Chi vuole il voto sen-za un nuovo accordo sindacale che dia alle rappresentanze potere, diritto, responsabilità e
capacità di essere terminale informa-tivo, contrattuale e propositivo nella stagione della valutazione collegata al lavoro, alle professioni e ai costi standard, porta avanti un’idea di Rsu come mera spartizione elettorale dei lavoratori tra sindacati. Così non si aiutano le professioni a contare di più nei posti di lavoro. E si confonde la politica con il futuro del sindacato che nel pubblico impiego deve com-battere una battaglia professionale, etica e sociale per un rinnovamento del lavoro e del sistema.
La Cisl Fp vuole il voto ed esige l’esercizio di un diritto fondamentale dei lavoratori, ma lo vuole per nuove Rsu. Ecco perché prima di indire la consultazione serve un nuovo accor-do quadro sulle relazioni sindacali: per mettere le rappresentanze in condizione di generare quel decen-tramento contrattuale e quelle in-novazioni che servono ai lavoratori e ai cittadini.
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CHI VUOLE VOTARE SENZA UN ACCORDO SULLE PREROGATIVE PUNTA ALLA SPARTIZIONE DEI LAVORATORI
Nuovi poteri per le rappresentanze sindacali
51Venerdì 22 Ottobre 2010VCISL FUNZIONE PUBBLICA
I manager pubblici devono avere il coraggio di smarcarsi dal giogo della politica
P.a., dirigenti e lavoratori unitiUn’alleanza con il sindacato per rispondere ai nuovi bisogni
DI GIOVANNI FAVERIN*
La dirigenza pubblica è oggi al centro di uno sno-do determinate non solo rispetto alla sua funzio-
ne peculiare, ma soprattutto rispetto all’indispensabile pro-cesso di miglioramento organiz-zativo dei servizi pubblici. Si è chiusa infatti la fase, fi n troppo prolungata, della contrapposi-zione dei ruoli e della rivalità tra funzioni che per molti anni ha colpevolmente rallentato il cambiamento. Tuttavia sten-ta ancora ad aprirsi un nuovo corso in cui la condivisione di responsabilità comuni rispetto agli obiettivi fi nali delle ammi-nistrazioni riesca ad innescare, al di là dei limiti di una politica spesso insipiente, il percorso di modernizzazione dei processi produttivi, dei servizi prodot-ti, dei livelli qualitativi, delle formule organizzative. In una parola la re-ingegnerizzazione degli enti della quale la dirigen-za, insieme ai lavoratori e a un sindacato responsabile, dovrà essere protagonista. E di cui l’alleanza coraggiosa fra pro-duttori dovrà essere il motore.
La riforma è attesa alla prova dei fatti
Una logica ben intesa dell’or-ganizzazione pubblica vuole che il corpo dirigente della p.a. sia in grado di assicurare la tra-duzione degli indirizzi politici attraverso adeguate modalità di programmazione e organiz-zazione del lavoro. La respon-sabilità del corpo dirigente è infatti quella di garantire la coerenza dell’azione ammi-nistrativa cogliendo i giudizi espressi dall’istanza politica, e allo stesso tempo garantire l’autonomia gestionale della pubblica amministrazione e il principio di imparzialità verso gli utenti. Ciò all’interno di un sistema di relazioni fra soggetti che deve rendere virtuosa l’in-terattività con amministratori, professionisti, parti sociali e utenti fi nali dei servizi.
Le modifi che introdotte dal dlgs 150/2009 hanno puntato, e non senza vistosi errori di scarsa coerenza ed eccesso di standardizzazione, a inserire la fi gura del dirigente in un con-testo organizzativo più monito-rato e trasparente, all’interno di un modello di responsabilità più accentuato e controllato. Sono in parte cambiate le fasi e le prerogative del potere or-ganizzativo, sono aumentate le responsabilità nella gestio-ne del personale, così come le sanzioni per gli inadempimenti che hanno portato a delineare
anche una responsabilità per danno erariale. Alla base degli obiettivi della riforma c’è un’esi-genza forte di riqualificare i servizi pubblici, cioè l’urgenza di renderli più effi cienti e più moderni migliorando la quali-tà e l’organizzazione del lavoro a livello di singolo ente. Ma le nuove norme sono ora attese alla prova dei fatti.
Un nuovo ruolo per la di-rigenza
Trovare la giusta armonia fra cambiamento organizzativo e professionale e risposte attese dai cittadini costituisce la vera sfi da per il settore pubblico. La leva da attivare è quella della professionalizzazione dei lavo-ratori e della riorganizzazione delle strutture pubbliche. Bi-sogna scommettere sull’inno-vazione, sulla partecipazione, sull’autonomia che segnano il passaggio da un modello di azione burocratica (correttez-za formale) ad uno di azione orientata ai bisogni (soddisfa-zione dell’utenza). Ma questo è impossibile se non si riconosce e si realizza concretamente un nuovo ruolo per la dirigenza, corrispondente a una cultura autenticamente manageriale. Laddove la managerialità pub-blica è di natura diversa e più complessa rispetto al privato.
Indubbiamente la dirigenza e il management, non sempre sono messi in condizione di svol-gere al meglio il proprio incarico. Non è soltanto un problema di numeri o di prerogative, quanto di possibilità reale di agire se-condo il binomio autonomia-re-sponsabilità e di evitare quella turnazione (spoils system) che impedisce di dare continuità al lavoro. In molti casi è pregiudi-
cato il corretto equilibrio delle funzioni tra politica e mana-gement e manca una corretta delimitazione dei rispettivi campi di azione, con ripercus-sioni negative anche sul piano del buon lavoro dei dipendenti. Molto spesso l’ingerenza della politica sulle funzioni ammini-strative compromette il buon funzionamento degli enti così come i processi di innovazione spinti dall’interno.
In molti casi inoltre gli inca-richi dirigenziali non vengono conferiti sulla base del valore professionale. La mancanza di concorrenza e di meritocrazia genera nella dirigenza come nei dipendenti uno stato di inerzia, che li vede soggetti a norme sanzionatorie severe cui non corrisponde una possibilità di miglioramento, e li espone a for-me di corruzione professionale, come conseguenza della man-canza di premialità, o di cor-ruzione penalmente rilevante, come effetto di un sistema privo di valori etici e professionali.
Per queste ragioni occorre mettere in moto un percorso di motivazione e valorizzazione
del ruolo della dirigenza pub-blica. Misure che mirino a ridi-segnare la struttura salariale secondo principi della semplifi -cazione e dell’equità, tra l’altro già contenuti nelle norme che ora regolano la contrattazione nel pubblico impiego, e ad im-porre il «merito» come parame-tro irrinunciabile di valutazio-ne, eliminando sperequazioni e rendite di posizione oggi più che mai insopportabili.
L’impulso del sindacato: partecipazione e contratta-zione
Il ruolo del sindacato, di cui la Cisl Fp vuol farsi carico, è dare impulso a questo proces-so: anzitutto alla promozione di una cultura della valutazione delle prestazioni dei dirigenti e ad una selezione del personale basata sulle competenze. Negli ultimi anni è mancato il con-fronto, anche con il sindacato, sui nuovi profi li professionali di dirigenti e quadri necessari a rispondere ai nuovi bisogni del paese. Nel contempo, il blocco del turnover e le limitate possi-bilità di ingresso nelle ammini-
strazioni pubbliche hanno reso e rendono più diffi cile reperire quelle risorse vitali costituite da un maggior numero di gio-vani nella classe dirigente sia politica che amministrativa, che rappresenterebbero il vero acceleratore del cambiamento.
Lo sforzo di innovazione deve avvenire in un quadro in cui, per l’interdipendenza tra i ruoli, il personale dipendente non può che essere coinvolto in maniera sempre più partecipa-tiva. La legge può individuare alcuni ambiti di partecipazione, ma è la contrattazione, nazionale e decentrata, il luogo principale per articolare partecipazione e potere dirigenziale. Soprattutto con un numero di comparti ed aree dirigenziali ristretto e con un maggior ruolo dei comitati di settore, gli strumenti della parte-cipazione possono essere la chia-ve di volta per rendere i dirigen-ti insieme ai lavoratori pubblici soggetti proattivi del processo di ammodernamento, senza re-stringere il momento di confronto alla sola dinamica negoziale delle defi nizione e distribuzione delle risorse. Il compito che attende il sindacato è costituire un’interfac-cia costante con la dirigenza per introdurre nei processi lavorativi quelle innovazioni organizzative che portino le pubbliche ammi-nistrazioni all’altezza dei nuovi compiti. Mentre il compito della dirigenza sarà sempre più quel-lo di mettere in atto un’azione coraggiosa che la smarchi dalla cappa di piombo in cui la politi-ca tende a relegarla.
In questo senso starà proprio all’alleanza tra dirigenti capaci e sindacato intelligente dimo-strare di essere all’altezza della sfi da.
* segretario generale Cisl Fp
A partire dalla legislazione del 1993, il dirigente pubblico opera «con la capacità e i poteri del pri-vato datore di lavoro». Intorno a
questa defi nizione si è costruita nel tem-po un’immagine carica più di simbolismi che di funzioni ed ultimamente ha preso il sopravvento una visione della respon-sabilità dirigenziale caratterizzata da un ruolo gerarchico/punitivo nei confronti dei lavoratori e di pretestuosa autosuffi cienza nei confronti delle loro rappresentanze. Ma quella locuzione si limita ad assimilare la responsabilità dirigenziale a quelle dato-riali individuate dal codice civile, senza pre-supporre a priori le modalità di esercizio del potere. In altri termini, la fi gura diri-genziale si costruisce dentro l’organizza-zione e non attraverso un’interpretazione preconcetta di locuzioni giuridiche. Ciò che organizzativamente conta è che il dirigente sia l’unico soggetto che intrattiene rapporti con tutti gli altri: rapporti con caratteristi-
che diverse (separazione di funzioni e colla-borazione di ruoli con la dirigenza politica; partecipazione sociale e consultazione con l’utenza; gerarchica con i lavoratori; parte-cipativo/negoziale con i sindacati) ma che richiedono, come fondamentale esercizio di potere organizzativo, la capacità di ot-timizzare le informazioni che derivano da queste relazioni convertendole in risorse e decisioni organizzative. Chiedere al diri-gente di accettare il confronto con rigore dei ruoli e trasparenza delle regole signifi -ca valorizzare la posizione cardine che egli occupa nell’organizzazione dei servizi. Ma può questa delicata posizione sopprimere le libertà costituzionali riconosciute ad ogni lavoratore? E, per essere più concreti, è ac-cettabile ritenere che il coinvolgimento atti-vo in un’organizzazione sindacale signifi chi di per sé perdita di imparzialità e compro-metta la competenza? La legge 15 e il dlgs 150 operano questa criticabile assimilazio-ne e ora la circolare 11/2010 della Funzione
pubblica dà un’interpretazione della legge che se da un verso ne «limita» l’applica-zione ai soli soggetti preposti a strutture che abbiano specificamente la funzione della gestione del personale, dall’altro la estende anche ai titolari di posizioni orga-nizzative. Inoltre, considera una locuzione amplia (anche più di quella utilizzata per la presunta incompatibilità di appartenenti a partiti politici) del requisito impeditivo del-la militanza sindacale, includendo di fatto tutte le fi gure di rappresentanza (Rsu, Rsa, terminale associativo e carica statutaria di qualunque livello). Si manifesta così sfi ducia nei confronti dei dirigenti ed una rappresentazione della militanza sindaca-le come incompatibile per defi nizione con l’imparzialità e la responsabilità.
Carmine Russodocente di diritto del lavoro
all’Università Magna Graecia di Catanzaro
FA DISCUTERE LA CIRCOLARE DI BRUNETTA
L’incompatibilità sindacale, un segno di sfiducia
Pagina a cura diCISL FUNZIONE PUBBLICA
42 Venerdì 5 Novembre 2010 CISL FUNZIONE PUBBLICA
Oggi la Giornata dell’informazione della Cisl. La legge di stabilità è un’occasione per invertire la rotta
La qualità della p.a. va rilanciataTagliando il personale a pagare saranno solo i cittadini
DI GIOVANNI FAVERIN*
Quando si parla di pub-blica amministrazione a tenere banco sono più spesso le polemi-
che e gli scontri sui numeri di quanto non lo siano i proble-mi di fondo. Accade così che le cifre messe fuori in questi giorni sulla progressiva ridu-zione degli organici pubblici, che sono l’effetto di una preci-sa impostazione del problema, finiscano per esserne conside-rate la causa. Il tema vero è la necessità urgente, da un lato, di riorganizzare la pro-duzione dei servizi in modo da renderla più efficiente e meno costosa per i contribuenti e, dall’altro, quella di farlo at-traverso un coinvolgimento forte e concreto tanto dei la-voratori pubblici, quanto dei cittadini.
Il blocco del turnover, nelle modalità di azione generaliz-zata messa in campo in Italia a partire dalla finanziaria del 2006 (e poi resa ancora più stringente dalle successive manovre), risponde a un prin-cipio «economicistico» che ha l’effetto di aggravare i mali che si prefigge di curare. I dati certificati parlano di un trend di contrazione tra il 2006 e il 2008 di quasi 97 mila addetti all’anno, cioè -2,87% su base annua. La logica, confermata dai vari governi e giunte, è ridurre la spesa pubblica ini-ziando dal personale, senza preoccuparsi di dove e come si interviene, né di quali con-seguenze si scarichino sugli utenti finali dei servizi pub-blici. È la logica delle scelte dall’alto (che si tratti indiffe-rentemente di governo o enti locali) che tende a scavalcare le responsabilità pubbliche rispetto al benessere delle persone e delle comunità.
Ben altra cosa è pensare a riqualificare la spesa e rior-ganizzare i servizi partendo non da schemi precostituiti ma dalle realtà dei singoli posti di lavoro. Significa rico-noscere che le amministrazio-ni pubbliche sono chiamate a cambiare pelle. A cambiare il modo in cui è gestita la spesa e in cui sono organizzati gli uffici, il modo di valorizzare le tante professionalità del pubblico impiego, il modo di rispondere ai bisogni di citta-dini e imprese. Ma significa anche riconoscere che gli stru-menti più adatti a questi sco-pi sono quelli che hanno fino-ra dato i frutti migliori e sui quali occorre pertanto pun-tare: a partire dalla parteci-pazione dei lavoratori e dalla contrattazione decentrata. Gli accordi fatti in questi anni in molte amministrazioni sono lì a dimostrarlo.
Il 9 ottobre scorso i lavo-ratori pubblici sono scesi in campo con la Cisl e la Uil pro-
prio con lo scopo di incalzare la politica sulle riforme neces-sarie per il paese. Il risultato è stato l’apertura del tavolo con il governo per l’avvio di una ri-forma fi scale attesa e insegui-ta da decenni. Ora occorre un passo in più e l’apertura di un nuovo tavolo sui contratti e le professioni pubbliche, in modo da sbloccare la contrattazione integrativa nel pubblico impie-go e da far decollare le nuove relazioni sindacali partecipati-ve defi nite con l’accordo del 30 aprile 2009.
Per questo è indispensabile impegnarsi in una azione for-te che spinga su questi tasti, seguendo ambizioni alte e nel contempo soluzioni realistica-mente convincenti. Non basta infatti limitarsi a discutere in astratto di organici e di costi della p.a., servono leve prati-cabili per analizzare il detta-glio di ogni amministrazione e spingere il cambiamento di conseguenza. In questo senso l’iter parlamentare della legge di stabilità, cioè della vecchia «Finanziaria», offre una chan-
ce importante, perché rimette al centro dell’agone politico la questione dei bilanci degli enti pubblici e le previsioni sull’im-piego della spesa pubblica. Sa-rebbe un peccato se l’occasione per un cambio di passo rispetto al fi ato corto e alle intenzioni rimaste sulla carta delle tan-te «riforme» messe in cantiere fi no ad oggi, andasse perduta sotto il solito cumulo di inte-ressi particolari, rendite di posizione e miopia politica di governo e opposizione.
È questo il messaggio che
porteremo oggi in tutti i luo-ghi di lavoro con la «giornata dell’informazione». Perché il cambiamento è possibile e necessario, a patto però di raccontare sempre la verità ai lavoratori e ai cittadini.
*segretario generale Cisl Fp
Pagina a cura diCISL FUNZIONE PUBBLICA