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Raimondolegge RaimondoIl Montecuccoli di Luraghi
di Andrea Testa
Societ Italiana di Storia Militare
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Raimondo legge RaimondoIl Montecuccoli di Luraghi
di Andrea Testa
Quando incontrai per la prima volta il mio "maestro" Raimondo
Luraghi nel lontano 1982, mi raccont che si stava accingendo a curare
la prima edizione critica delle opere di Raimondo Montecuccoli, grazie
ai finanziamenti messi generosamente a disposizione dall'Ufficio Storico
dell'Esercito. Aggiunse che da tempo stava preparandosi all'intrapresa,
memore di quanto gli aveva detto il suo maestro Piero Pieri (1893-1979),
il quale, nel 1955, considerava ben doloroso che in Italia si debbano
studiare gli scritti del Montecuccoli nella traduzione tedesca del Veltz,
sottolineando la situazione a dir poco disastrosa riguardante le edizioni
delle principali opere teoriche di Montecuccoli. Questa era la
spiegazione razionale. Poi per mi raccont che, quandera bambino,
una complimentosa amica di famiglia aveva sottolineato il fausto
presagio di portare lo stesso nome del
grande feldmaresciallo imperiale. Pure
Luraghi, profondo studioso delle filosofie
orientali, vi vedeva una sorta di kharma
personale che l'avrebbe condotto, prima opoi, ad occuparsi di Montecuccoli:
dunque, il momento era arrivato. In
effetti, per una strana congiunzione
astrale, anch'io mi trovai coinvolto nel
progetto in modo "casuale": stavo infatti
lavorando a tutt'altro studio riguardante il
viaggiatore ed esploratore Carlo Vidua
(1785-1830) e Luraghi mi chiese se avevo
notizie di un manoscritto di Montecuccoli
a questi appartenuto e citato nell'opera di
Giuseppe Grassi del 1821. Quante probabilit c'erano di rinvenire, nellelettere inedite di Vidua, peraltro per la maggior parte disperse, un
accenno a tale manoscritto? Invece (sempre per un caso!) lo trovai e
contribuii inizialmente a un tassello della ricerca a tutto campo che
Luraghi aveva cominciato e nella quale poi mi coinvolse.
I problemi editoriali da lui affrontati sono stati essenzialmente di
natura cronologica, filologica e interpretativa: bisognava ripartire da
zero, usando esclusivamente l'immensa mole di materiale documentario,
spesso disordinato, delNachlass viennese ove giacevano gli autografi di
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Montecuccoli che nessuno aveva mai visionato, basandosi le precedenti
edizioni su traduzioni di traduzioni. Si pensi alledizione a cura di UgoFoscolo negli anni 1806-1807 che fece invero una prima recensio degli
apografi degliAforismi allora utilizzabili1, ma le fonti a sua disposizione
erano gi scarsamente attendibili ed egli peggior la situazione
decidendo arbitrariamente di correggere litaliano di Montecuccoli,
considerato corrotto e decadente in quanto proprio di un periodo il
Barocco- che godeva allora di scarsa considerazione. Nel 1821 Giuseppe
Grassi, lavorando su 3 apografi, fece stampare una nuova edizione degli
Aforismi basata ancora su fonti che non davano garanzia di affidabilit,
ma non cambi il testo originale come aveva fatto Foscolo2.
Tra il 1899 e il 1901 vide la luce la
monumentale edizione di quasi tutti gliscritti di Raimondo Montecuccoli a
cura del capitano Alois Veltz; questi,
capitano austriaco di origine italiana,
non pubblic i testi del Nostro in
originale, ma li tradusse in tedesco.
Inoltre egli dovette operare una scelta
per cui, oltre alle opere militari di
Montecuccoli, pubblic alcuni scritti
minori in forma sunteggiata3.
Nel 1924 Adriano Gimorri diede allestampe unedizione di una scelta dei
diari di viaggio di Montecuccoli,
condotta sui manoscritti viennesi, ma in parte contaminata ancora una
volta con l'intento di migliorare litaliano di Montecuccoli.
A ben poco quindi potevano servire tali edizioni che si dimostrarono
per buona parte errate anche solo rispetto alla datazione degli scritti di
Montecuccoli, alla loro attribuzione, nonch infarcite di errori e
contaminazioni, fino ad arrivare a non isolati casi di creazione di
pastiches di opere del Nostro, trovate senza titolo e plasmate dai
curatori-bricoleurs in una forma arbitraria. Per non parlare poi della
1Opere di Raimondo Montecuccoli illustrate da Ugo Foscolo (2 voll.), Milano, 1807
sg. Tale edizione, splendida dal punto di vista tipografico, fu tirata in soli 170
esemplari e messa in vendita ad un prezzo assai elevato per l'epoca (superiore ai cento
franchi).
2Opere di Raimondo Montecuccoli corrette e illustrate da Giuseppe Grassi, (2 voll.),
Torino, 1821.
3Alois Veltz (a cura di), Ausgewhlte Schriften des Raimund Frsten Montecuccoli
(4 voll.), Wien-Leipzig, 1899-1901.
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grafia di Montecuccoli, di difficile lettura, i cui termini che a un primo
esame risultavano illeggibili, furono completamente omessi nellatraduzione tedesca di Veltz, o tradotti talvolta in modo completamente
sbagliato. E' noto l'uso del raddoppio consonantico nell'italiano
secentesco, per cui la parola collazione, utilizzata da Montecuccoli, deve
intendersi per colazione. Veltz invece cade in errore, traducendo in
tedesco tale termine nel significato italiano di collazione, con tutti gli
equivoci conseguenti nel testo, che lascio immaginare ai lettori. Altro
esempio dato dal sostantivo billico, da intendersi per bilico, e invece
interpretato da Veltz come bellico, aggettivo, e reso in tal modo in
lingua tedesca. Come Ezio Raimondi ha notato inAnatomie secentesche,
la seriet tutta militare, burocratica, che doveva stare alla base della
monumentale intrapresa, non solo sembra degna, come egli afferma,dellironia egizia di un Musil o della penna acre e autunnale di un
Roth ma crollava addirittura nel ridicolo dellequivoco, proprio della
commedia napoletana.
Giustamente Luraghi amava definire i primi due volumi delle opere di
Montecuccoli da lui curati una vera e propria rivoluzione copernicana
relativa a tale universo. E, come tutte le rivoluzioni di tale portata,
manifest molte volte a me, negli anni, il suo disappunto di come fosse
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ancora lontana non solo dall'essere compresa, ma anche semplicemente
menzionata in quelle opere di riferimento che hanno trattato diMontecuccoli, successive alla sua edizione: ad esempio, nella Storia
della Letteratura italiana a cura di Enrico Malato, il saggio sulla
letteratura e trattatistica del Seicento, per opera di Mario Scotti, si limita
a citare le edizioni di Foscolo e di Grassi (vol. V, Roma, 1997, pp. 1151-
sg.), come pure avveniva nella Storia della Letteratura italiana Einaudi.
Alcuni studiosi si erano giustificati dicendo che ledizione dellUfficio
storico era poco diffusa, ma in realt, i volumi a cura di Luraghi si
trovavano in ben 27 biblioteche italiane, fra cui le Nazionali di Firenze e
Roma, Venezia e Napoli.
La considerazione che Montecuccoli aveva fra gli storici militari
stranieri non era delle migliori: se si esclude il lucido contributo espressonellopera di Thomas Barker del 1975
4, per il resto Luraghi mi segnalA
History of Military Thoughtdi Azar Gat, edita dallOxford University
Press nel 2001 in cui lo storico era convinto (nota 6, p. 17) che le opere
di Montecuccoli fossero state solo raccolte nelledizione di Veltz,
quindi scritte originalmente in tedesco. Basandosi quasi esclusivamente
sullanalisi dello Zibaldone, egli arriv ad affermare che Montecuccoli
stato un entusiasta studioso della forte tradizione della ricerca
dellocculto, dellalchimia, della magia naturale. Pertanto, egli intitola
il capitolo del libro suddetto Montecuccoli, limpatto della proto-
scienza sulla teoria militare.
Il primo indubbio merito di Luraghi stato quello di stabilire
definitivamente la cronologia delle opere di Montecuccoli. Come egli
scrisse giustamente, si possono individuare 5 periodi compositivi, nel
corso della sua vita:
- il primo, durante la seconda prigionia in mano svedese presso ilcastello di Stettino (anni 1639-1642);
-il secondo, nel 1645, nel proprio ritiro di Hohenegg;-il terzo, durante gli anni 1650-1653;
-il quarto, dal 1665 al 1670;-il quinto, durante il 1673, dopo l'ultima vittoriosa campagna
contro Turenne e Cond.
La produzione del primo periodo, secondo quanto Montecuccoli stesso
afferma, si pu dividere in due gruppi:
4Thomas M. Barker, The Military Intellectual and Battle - Raimondo Montecuccoli
and the Thirty Years War, Albany, NY, 1975.
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a) nove quaderni, rilegati in cartapecora (e detti pecorine) disoggetto militare vario e dei quali viene fornito dall'autore un indicedei vari capitoli;
b)un volume vero e proprio, intitolato Trattato della guerra.Le pecorine si ritennero, per molti anni, completamente perdute,
eccezion fatta per la nona, il cui
sommario coincideva con quello che
sarebbe diventato il trattato Delle
battaglie, di cui esistono due manoscritti:
uno a Modena e uno a Vienna. Lo storico
militare Piero Pieri ipotizz che il
manoscritto modenese Delle battagliefosse la nona pecorina, e che il materiale
documentario riguardante le fortezze
(essenzialmente le pecorine 1 e 2) fosse
confluito, in forma di sunto, nei Saggi
matematici militari che Montecuccoli
invi al padre gesuita Mario Bettini, il
quale li pubblic nell'opera Apiariorum
Philosophiae Mathematicae5; in ci Pieri fu influenzato da Adriano
Gimorri6. La prima parte di questa tesi stata confutata da Raimondo
Luraghi il quale, sulla scorta di quanto affermato da Kurt Peball,
ordinatore del Fondo viennese, scrisse che il Delle battaglie modenesenon pu essere identificato tout court con la nona pecorina, ma ne
rappresenta una versione totalmente riveduta e assai arricchita; inoltre, i
nove quaderni, nel loro complesso, apparivano piuttosto appendici
tecniche supplementari e non lavori preparatori al trattatoDella guerra;
e che pertanto la stesura delDelle battaglie doveva essere posteriore al
Della guerra.
La seconda parte della tesi di Pieri non ha retto quando, nell'occuparmi
della edizione del terzo volume delle opere di Montecuccoli affidatomi
da Luraghi, ho rinvenuto a Vienna, fra le carte del Kriegsarchiv, un
quaderno manoscritto rilegato in carta pecora dal titolo Delle
5 Piero Pieri, Guerra e politica negli scrittori italiani, Milano, 1971, p. 76, n.1.
6 Adriano Gimorri (a cura di), Raimondo Montecuccoli, i viaggi, Modena, 1924. Si
tratta di una rara edizione, essendo stata stampata in soli trecento esemplari. A p.
XXXIII lo scrittore cita un breve articolo di Ferdinando Jacoli a supporto di tale tesi.
L'opuscolo in questione si trova presso l'Archivio di Stato di Modena, Archivio Privato
Jacoli, Busta 12 (Documenti aggiunti), Intorno a uno scritto di Raimondo
Montecuccoli, s. l ., 1892.
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fortificazioni7. Esso fonde insieme gli argomenti della prima e della
seconda pecorina e pertanto avvalora ulteriormente l'ipotesi di RaimondoLuraghi che lo schema primitivo di nove pecorine non sia mai stato
veramente e completamente realizzato, e che queste, anzich perdute,
siano rimaste allo stato di progetto. Il documento in questione la spia di
un passaggio intermedio avvenuto presumibilmente nel primo periodo
(1641) e dimostra come Montecuccoli avesse abbandonato il piano
originario delle nove pecorine esposto nelDella guerra.
Appartengono al secondo e al terzo periodo lelaborazione del secondo
trattato Delle battaglie e le Tavole
militari. Ma cosa davvero aveva inviato
Montecuccoli a Mario Bettini? Il 15
luglio 1652 gli fece pervenire quattrobrevi saggi matematici militari, che il
gesuita incluse nel terzo volume
dell'opera Apiariorum Philosophiae
Mathematicae, pubblicata a Bologna con i
tipi di Giovanni Battista Ferroni nell'anno
16548. Gli scritti sono preceduti dalla
seguente lettera accompagnatoria:
Illustrissimo Signore, Conforme alla richiesta
di V. S. Illustrissima, le transmetto qui annesse,
per saggio, alcune cosette militari matematiche, le
quali non sono cose punto volgari, n communi,
ma sono per corroborate dall'autorit
degl'ingegni pi assottigliati e autenticate dalla
prattica pi moderna. Concernono la fortificazione e l'Artiglieria, materie nella
milizia le principali intorno a cui s'aggiri la Matematica; sono poche in
numero, e molte in sostanza, perch regolano tutte le proporzioni d'ogni sorte di
fortificazione e d'ogni sorte d'Artiglieria. Io avrei potuto mandarle in questo
genere qualche cosa toccante le battaglie, ma poich questa parte la pi
conspicua di tutta l'Arte della guerra, unicamente propria del Capitano, io mi vi
sono affaticato intorno con particolar cura in questo campo della Germania,
nella quale la frequenza de' combattimenti campali gli ha, appresso tutto il
mondo, acquistato il grido di vera scuola de' fatti d'Arme; e ne ho scritto un
trattato intiero, e compito, il quale non pu esser mutilato, ma a suo tempo e in
miglior congiuntura si potr poi communicare, insieme con altre cose
totalmente nuove pur di fortificazione e d'Artiglieria, le quali per essere
invenzioni fuori dall'uso commune, non posson uscir nude, ma voglion esser
accompagnate dall'induzione di molte ragioni fondamentali che le sostengano, e
7 Ora pubblicato inLe opere di Raimondo Montecuccoli, ( a cura di Andrea Testa), vol.
III, Roma, 2000.
8Appare quindi evidente che gli eruditi e studiosi Jacoli, Gimorri e Pieri non hanno
mai analizzato a fondo tale opera di Bettini.
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dalla dimostrazione oculare di molte figure, il che moltiplicherebbe troppo il
volume, contro a quello che V. S. desidera. E le bacio con ogni affetto le mani.
Di Hohenech, li 15 Luglio 1652 Raimondo Montecuccoli9
Seguono i saggi propriamente detti, in forma assai schematica, ma
corredati da parecchie incisioni e tabelle:
- il primo tratta brevemente delle proporzioni e misure del forte grande
reale, dal quale possibile ricavare le regole per fortificare luoghi pi
piccoli e poligoni irregolari;
- il secondo contiene una succinta regola per fortificare un campo, con
esempi tratti dagli eventi militari degli anni 1644 e 1647;- il terzo il pi breve di tutti e contiene un esempio di approcci diritti,
ritenuti migliori di quelli obliqui;
- il quarto tratta brevemente dell'Artiglieria, divisa in due generi
(cannoni e colubrine, con calibri corrispettivi), cui s'aggiunge l'artiglieria
da campagna.
Da un confronto con le Tavole militari appare evidente che i Saggi in
questione ne rappresentano un'anteprima che Montecuccoli volle inviare
a Bettini; questa tesi avvalorata dalla suddivisione della materia, del
tutto simile, e dalle incisioni presenti in entrambi gli scritti, le quali sono
identiche. Pertanto si pu affermare che Montecuccoli, com'egli stessospiega nella lettera, non poteva mandare a Bettini le Tavole militari
complete per evidenti ragioni di spazio; e che quindi tali Saggi non sono
un sunto delle prime pecorine, come s' ritenuto in passato, bens il frutto
di un'elaborazione successiva durante il soggiorno a Hohenegg negli
anni 1650-1653, la quale lo avrebbe portato alla composizione delle
Tavole militari dedicate all'Imperatore Ferdinando III, come si deduce
dalla Prefazione all'opera suddetta, datata 20 marzo 1653. Quest'ultimo
lavoro viene evidentemente preannunciato nella lettera, quando
Montecuccoli allude ad altre cose totalmente nuove pur di fortificazione
e d'Artiglieria che sarebbero state, a quella data, gi pronte.
Ma v' di pi: infatti apprendiamo che egli aveva gi composto un
trattato sulle battaglie intiero, e compito, il quale non pu esser mutilato,
ma a suo tempo e in miglior congiuntura si potr poi communicare. Si
9 La presente lettera stata recentemente pubblicata da Denise Aric nell'opera
Scienza, teatro e spiritualit barocca: il gesuita Mario Bettini, Bologna, 1996. Si tratta
di un'eccellente ed esaustiva biografia del padre Bettini, in cui l'autrice analizza assai
dettagliatamente i rapporti intercorsi con Raimondo Montecuccoli.
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tratta evidentemente del secondo Delle battaglie, poich basta
confrontare lo stile e le date della Prefazione a tale trattato con quellodella lettera in questione, per rendersi conto dell'evidente analogia.
Scrive Montecuccoli nella Prefazione alDelle battaglie:
[...] Ho voluto penetrare l'interno dell'arte e de' principi che la costituiscono avendo
presa per guida l'esperienza di 22 anni di guerra nella Germania (ove li fatti d'armi sono
stati frequentissimi) [...]
La lettera recita:[...] io mi vi sono affaticato intorno [alle battaglie] con particolar
cura in questo campo della Germania, nella quale la frequenza de' combattimenti
campali gli ha, appresso tutto il mondo, acquistato il grido di vera scuola de' fatti
d'Arme. [...]
La Prefazione al secondo Delle battaglie senza data, ma essa (ebuona parte dell'intero trattato) stata congetturata da Raimondo
Luraghi, anche sulla scorta degli studi di
Thomas Barker, nell'anno 1651. Tale ipotesi,
alla luce di questo fondamentale documento
(la lettera di Montecuccoli a Bettini), pu
ritenersi senza ombra di dubbio fondata.
Pertanto, durante il soggiorno di Hohenegg,
Montecuccoli aveva elaborato compiutamente
il secondo trattatoDelle battaglie e le Tavole
militari. Ma, mentre quest'ultime non furono
oggetto di ulteriori revisioni, ilDelle battaglie
rimase un work in progress, dal momento che
il definitivo manoscritto viennese reca la data
del 1673 e contiene riferimenti a eventi
successivi al 1651, come ha scritto Luraghi
nel secondo volume delle Opere di
Montecuccoli.
Quindi lo scritto Delle fortificazioni raggruppa gli argomenti presenti
nel progetto delle prime due pecorine; poi si deve dedurre che l'autore,
resosi conto della vastit dei soggetti da trattare e della loro
interconnessione, modific quasi subito il piano originario tralasciandodi scrivere le pecorine indicate coi numeri dal 3 all'8, facendo confluire
buona parte della materia col indicata nelle successive Tavole militari.
Al quarto periodo si fa risalire con certezza la composizione degli
Aforismi, il clou della sua opera di scrittore militare e per la quale
maggiormente conosciuto.
Il quinto periodo caratterizzato da opere minori di carattere
memorialistico.
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Oltre alle opere di carattere militare, ne esistono moltissime di
argomento letterario e filosofico, nonch un importante Zibaldone,piccola enciclopedia portatile che Montecuccoli sera fabbricato
attingendo numerose citazioni dalla sua cospicua biblioteca ove avevano
un posto di primo piano gli scritti di Tommaso Campanella.
Il secondo merito di Luraghi sta nell'aver analizzato compiutamente e
in modo insuperato le radici del pensiero militare di Montecuccoli. Esso
si bas dapprima sull'esperienza militare, rappresentando egli un unicum
nella storia di tutti i tempi: da soldato semplice a Luogotenente Generale
dell'Impero, pass attraverso tutti i gradi e tutte le specialit, dalla
fanteria alla cavalleria, all'artiglieria e all'ingegneria militare.
Secondariamente, egli analizz l'arte militare dei grandi condottieri
dell'epoca e la tradizione della scienza militare italiana dal sec. XV alsec. XVII, nonch fu interprete dell'eredit culturale del Rinascimento. Il
primo grande condottiero che, da molti, venne considerato il maestro di
Montecuccoli, fu il re Gustavo Adolfo di
Svezia (1594-1632). Luraghi sottoline,
durante tutti i suoi studi in merito, come la
cattiva influenza della tradizione romantica
derivata da Clausewitz (1780-1831) sia stata
la peggior nemica nello screditare e
minimizzare la figura di Montecuccoli, sulla
base di teorie che poco avevano di consolidato
nella realt dei fatti. La sopravvalutazione di
Gustavo Adolfo appartiene a tale nefasto
motivo conduttore, che Luraghi seppe
demolire pezzo per pezzo. Anche se
indubbiamente il genio militare del re di
Svezia rifulse nell'organica, nella tecnica degli
armamenti e nella tattica, restituendo egli alla cavalleria e alla fanteria
delle capacit per l'azione offensiva, tuttavia non pratic la famosa
"strategia annientatrice" (che molti storici confusero semplicemente con
la sua temerariet) poich difettava nell'organizzazione della logistica,
sostituita in modo decisamente fallimentare col saccheggio. Diventa cosinsostenibile la tesi che Montecuccoli sia stato l'interprete dell'arte
militare di Gustavo Adolfo, poich il comandante modenese seppe
vedere chiaramente tutti gli errori e i lati negativi del grande re,
sviluppando altres genialmente i lati innovativi riuscendo a eguagliarlo
e a superarlo. Un altro personaggio che influenz il Nostro fu Albrecht
von Wallenstein (1583-1634), il vero creatore della logistica moderna
che, come dice Luraghi, "per essa aveva il genio che Gustavo Adolfo
aveva per la tattica", mettendo fine alla tirannia del saccheggio. Fu
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dunque proprio Wallenstein il modello principale cui si ispir
Montecuccoli, diventandone non solo il continuatore, ma il suoperfezionatore.
Dalla cultura rinascimentale Montecuccoli eredit pensiero e azione,
logica e matematica che applic al controllo del fenomeno complesso e
sfuggevole della guerra, arrivando ad essere artista, scienziato, soldato e
scrittore. Giustamente Luraghi rilev il notevole influsso che ebbe su di
lui l'opera di Machiavelli Dell'arte della guerra, citando la seguente
massima che Montecuccoli avrebbe ricordato per tutta la sua vita: "per
poter difendere i propri sudditi occorre amare la pace e saper fare la
guerra; se si hanno intorno o troppi amatori di pace o troppi amatori
della guerra, si sbaglier". La sua aspirazione sar quella di costruire la
dottrina militare come scienza attraverso basi metodologicheuniversalmente valide. Tuttavia egli non fu mai un teorico puro: a
differenza di Clausewitz e Jomini (1779-1869), spesso prigionieri di
schemi e pregiudizi, dimostr di possedere un'enorme flessibilit che gli
derivava dall'esperienza non solo del suo tempo; inoltre, facendo tesoro
di questa, era possibile far derivare dei dati utili per l'avvenire.
In campo tattico Montecuccoli fu a torto accusato, secondo Luraghi, di
aver sostenuto l'uso della picca per la
fanteria e della lancia per la cavalleria in un
periodo in cui gi Gustavo Adolfo avrebbe
indicato un'evoluzione verso il prevaleredell'arma da fuoco individuale. Tale
affermazione non fondata poich si basa
su una massima generica tratta dagli
Aforismi mentre nel Delle battaglie egli
propone come ideale il rapporto, in un
esercito, di 34.048 moschetti e moschettoni
contro 6080 picche. L'uso del moschetto ad
anima liscia del sec. XVII lo rendeva di
scarsa utilit offensiva: Montecuccoli lo
comprese benissimo e lo adoper in chiave
difensiva a favore delle picche, che avevanoil compito di inchiodare la fanteria nemica
per permettere alla propria cavalleria di
attaccarla ai fianchi. Secondo lui, l'uso offensivo del fuoco poteva
avvenire solo con l'artiglieria: in questo egli anticip le tattiche usate poi
da Federico il Grande e da Napoleone. Un altro suo merito fu la
teorizzazione della battaglia d'ala, ossia delle linee interne, precursore in
ci del futuro ordine obliquo di Federico il Grande: egli era pronto a
diminuire o ad aumentare, secondo le esigenze, le linee di difesa in
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profondit, ad usare abilmente i dragoni e, come s' visto, a combinare al
meglio l'unit tattica picca-moschetto. Inoltre introdusse l'artiglierialeggera reggimentale ad elevata mobilit e una nuova combinazione tra
moschetti a miccia e a pietra a scopo sperimentale.
Un altro campo in cui Montecuccoli dimostr il suo grande ingegno fu
la logistica (e anche in questo, not Luraghi, furono poste in
circolazione, nei secoli successivi, le pi gravi inesattezze). Negli
Aforismi egli stabil la forza massima di un esercito in campo a 50.000
uomini, numero che pu apparire esiguo per un generale che aveva fatto
della superiorit nei confronti del nemico un ovvio caposaldo. Ma ci
denota che egli aveva compreso, in virt della logistica dei tempi, il
basilare principio secondo cui gli organici dovevano fondarsi sulle
possibilit logistiche, e non il contrario; principio che non fu capito daGustavo Adolfo e dagli altri generali della guerra dei Trent'anni i quali,
fiduciosi del sistema del saccheggio, avevano visto assottigliarsi sempre
pi le loro forze a poche migliaia di uomini. Avendo sempre presente
Wallenstein, Montecuccoli pianific un'organizzazione razionale dei
rifornimenti basata sull'acquisto e l'immagazzinamento dei viveri, primo
fra tutti il pane, che mai sarebbe dovuto mancare alle truppe. Questo il
motivo per cui il numero "aureo" divenne 50.000 unit, alle quali
sarebbero occorsi almeno 50 tonnellate di pane e 15 tonnellate di carne
al giorno per poter combattere degnamente: egli dimostr di aver capito
che la fame distrugge gli eserciti pi del ferro. Dal momento che occorre
perlomeno una densit di 35 abitanti per kmq perch un esercito possa
sopravvivere acquistando o requisendo viveri, e che nella sua epoca solo
poche regioni europee raggiungevano tale standard, egli si rese conto
che il problema da risolvere era dotare l'Impero di una efficiente rete di
magazzini, pena l'esaurimento dei viveri in pochi giorni di campagna
militare. E a questo punto, ancora ritorna Clausewitz e soprattutto la
folta schiera dei suoi epigoni, cattivi interpreti del "maestro" prussiano:
Luraghi fa notare l'assurdit delle critiche mosse con derisione e
disprezzo nei confronti di quei generali del sec. XVII (Montecuccoli in
primis) che avrebbero condotto le operazioni militari a mo' di minuetti
per essersi fatti schiavi dei magazzini, rinunciando cos alla miticastrategia annientatrice, che sarebbe stata possibile solo da una
concezione (romanticamente) ampia e audace, posta in atto da
Napoleone. Innanzitutto falso che gli eserciti d'allora fossero impediti
dal fatto di essere ancorati ai magazzini, come ha dimostrato in modo
definitivo Martin van Creveld10
il quale sostiene che non pi dell'11%
10Martin van Creveld, Supplying War: Logistics from Wallenstein to Patton ,
Cambridge GB,1977.
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dei rifornimenti proveniva da essi, mentre il restante era acquistato o
requisito sul posto. Secondariamente altrettanto falso che la celeritdelle operazioni napoleoniche fosse dovuta al fatto che egli si fosse
liberato dalla schiavit dei magazzini: non solo l'Imperatore pot
giovarsi, al suo tempo, di un'enorme crescita della popolazione europea
tale da poter contribuire a mantenere i suoi eserciti numerosi, ma mai si
mosse senza essersi organizzata un'accurata rete di magazzini e, quando
non lo fece, dovette fronteggiare gli stessi
problemi del sec. XVII andando incontro ai
rovesci decisivi delle campagne di Spagna e di
Russia. Ne consegue che giustamente, secondo
Luraghi, i grandi scrittori e generali del
Seicento (leggi Montecuccoli) gettarono le basidella logistica moderna cui Napoleone si
attenne; il suo segreto della vittoria non fu,
come ritenne Clausewitz, la strategia
annientatrice, se vero che dopo la campagna
di Ulm egli mand a Parigi il famoso
telegramma dicendo "Ho annientato il nemico
solo con le marce" e lo considerava il suo pi
grande trionfo, avendo costretto le forze
austriache ad arrendersi, perch le aveva messe in uno stato tale in cui
queste non avevano pi altra soluzione che arrendersi o perire.
Sul piano operativo e strategico, non affatto vero che Montecuccoli
non abbia mai usato la "mitica" strategia annientatrice. Piero Pieri
ricorda che, nella guerra dei Trent'anni, fermati i franco-svedesi in
Baviera, egli aveva proposto una strategia di radicale annientamento del
nemico per piombare in Boemia, liberare Praga e trasferirsi poi sul
Danubio per l'urto decisivo. Nelle operazioni contro i Turchi, nel Saggio
della combinazione ad artem sciendi universalem del 1662,
interessante notare l'intimidazione strategica che il generale propone di
mettere in atto:
La Lega contro al Turco deve porre un'Armata Navale nel Mediterraneo,
nell'Arcipelago, la quale possa sempre sbarcare da 20 milla in 25 millauomini. A questo modo s'ingelosir tutta l'Asia e tutti i luoghi littorali del
Turco, li Dardanelli, e Costantinopoli istesso, perch un buon vento fresco
pu far portar l'Armata, in 24 ore, a cento leghe di paese. Onde il Turco sar
costretto non solo a tenere la soldatesca di patria coll come in iscacco, ma
anche mandarvene dell'altra dall'Europa. Senza questo modo della
diversione, egli totalmente impossibile di ammaestrare qui un corpo di gente
proporzionata a combattere il Turco, perch mancano i mezi di sostenerlo, ed
allontanare s gran numero di gente, come mostrano gli essempi passati
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d'esserciti grossi consumatisi11
.
Dopo la battaglia di San Gottardo del 1664, solo il rapido sfasciarsidella coalizione salvarono gli Ottomani dal completo annientamento,
mentre gli stessi piani preparati da Montecuccoli furono alla base delle
sfolgoranti vittorie del principe Eugenio di Savoia.
Secondo Luraghi, il Nostro aveva ben compreso che la strategia
annientatrice non che una delle forme di guerra fra le tante che si
offrono al perfetto generale e non n superiore n inferiore alle altre:
semplicemente, vanno valutate le circostanze, altrimenti essa potrebbe
portare a un disastro. Negli Aforismi egli delinea le condizioni che
conducono alla scelta della strategia pi appropriata: l'apparecchio (cio
organizzazione e disponibilit di materiali e finanze); la disposizione
(cio i rapporti di forze, le condizioni geografiche, i fini che si intendono
raggiungere); infine la fase operativa. Solo in rapporto a ci si possono
scegliere gli strumenti operativi e strategici, e non in base a principi
astratti, privi di riscontro con la realt. Montecuccoli aveva ben presenti
i tre requisiti fondamentali, ossia comando, controllo, comunicazioni.
Torniamo pertanto all'esperienza del soldato e del generale: egli aveva
comandato o combattuto 41 campagne militari dirigendo decine di
battaglie senza mai uscirne sconfitto, cosa eccezionale per un
condottiero che si era spesso trovato ad affrontare nemici superiori per
numero e mezzi, combattendoli in condizioni di quasi disperata
inferiorit operativa e strategica. Secondo Luraghi ci fu possibile graziea quella che ritiene la sua pi splendida delle doti: l'estrema flessibilit e
la capacit di scegliere, con intuito pi unico che raro, la soluzione
operativa pi adatta in ogni circostanza. In questo egli fu maestro di ci
che, nel linguaggio strategico attuale, si chiama avoidance, ossia
capacit di scansare la disfatta, di evitarla, riuscendo sempre a trarre
vantaggio da situazioni apparentemente disperate.
Nel campo della strategia globale, Montecuccoli eccelse come ben
pochi, perfettamente padrone del rapporto tra politica e guerra che non
interpret in modo riduttivo come far Clausewitz: egli cap, secoli
prima, la carica di irrazionalismo insita nel fatto bellico, cio che la
guerra anche la continuazione della politica con mezzi differenti.
Conscio dei fattori psicologici, sociali e religiosi che caratterizzano i
conflitti, si trovano in lui tutti i principi della guerra psicologica e della
psicologia militare usata come strumento bellico; la metodologia delle
moderne azioni di commandos, lo studio del terrorismo come strumento
di strategia globale, nonch la lotta anti-terrorismo, e persino la tecnica
11 Pubblicata inLe opere di Raimondo Montecuccoli, ( a cura di Andrea Testa), cit.
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del colpo di Stato come strumento di azione bellica sia interna, sia
internazionale. Montecuccoli intu pertanto che la guerra uncontinuum, cio non esiste un vero limite tra essa e la pace. Non esiste
un discrimine tra la minaccia della forza e l'uso di questa: si arriva al
capovolgimento della tesi di Clausewitz per cui "la pace la
continuazione della guerra con mezzi differenti" principio applicato con
maestria dai Sovietici durante la Guerra fredda. E Montecuccoli questo
lo teorizz ampiamente molti secoli prima prevedendo misure relative a
scenari che solo nella nostra storia recente si sono presentati, quando ci
siamo trovati di fronte a forze che non fanno dichiarazioni di guerra
formale ma usano spietatamente ogni mezzo per abbattere il nemico
servendosi di una pace che non pace ma che diventata davvero la
continuazione della guerra con altri mezzi. Fu solo grazie alla tremendaesperienza della guerra dei Trent'anni (ove dominavano l'odio religioso,
la guerra civile, l'intolleranza, le atrocit peggiori, i saccheggi e le
torture) che Montecuccoli cap come essa si sarebbe potuta riprodurre e
quindi pianific misure per fronteggiare le minacce con una metodologia
a carattere universale.
Forte di questi studi, egli divenne uno degli ultimi difensori di imperi
dell'et moderna. Seppe individuare i nodi cruciali per la difesa
dell'Impero Absburgico: una forza armata
permanente e un sistema di fortificazioni che lo
rendesse praticamente impenetrabile. Da uno
studio sui molti e minuziosi scritti sulle
fortificazioni, che interessarono Montecuccoli
fin dalla giovane et, emerge che egli, e non il
pur grandissimo Vauban (1633-1707), fu il
vero maestro dell'arte fortificatoria del sec.
XVII che govern la costruzione delle
fortificazioni sino all'avvento del cannone
rigato. Con questo non s'intende porre in
dubbio la grandezza di Vauban, ma solamente
rilevare che Montecuccoli fu l'iniziatore della modernizzazione delle
fortificazioni: si pensi all'esatta intuizione sugli angoli dei baluardi chedevono, secondo lui, essere acuti poich, se ottusi, non possono coprirsi
a vicenda col fuoco. Egli individu la chiave di volta dell'Impero nella
Boemia prima e nella Moravia e nella Slesia poi: col si sarebbero
dovute erigere 18 fortezze, fatte in modo da garantirsi copertura
reciproca, mentre per proteggere le terre ereditarie della Casa d'Austria e
l'Ungheria 3 o 4 per zona sarebbero potute bastare: in tal modo si
sarebbe mantenuto l'Impero stesso e la Germania. I pericoli sarebbero
derivati dall'eventuale scontro con la Francia e l'Impero ottomano,
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mentre l'Ungheria avrebbe rappresentato una zona militarizzata ove
espandere la propria influenza. Per Montecuccoli ben comprese che ilfine strategico ultimo degli Absburgo dovesse essere difensivo:
allontanata la minaccia turca e neutralizzata quella francese, sarebbe
stato imprudente spingersi oltre, addirittura con la Francia egli sembrava
pensare a un compromesso. Cos, secondo Luraghi, Montecuccoli fu uno
tra i primi artefici di quella cauta politica europea absburgica che fece
dell'Impero austriaco un fattore di equilibrio, stabilit e pace che gli
avrebbe garantito altri due secoli e mezzo di vita.
Oltre alle leggende generate dai cattivi interpreti di Clausewitz,
Luraghi si impegnato a demolirne un'altra, del tutto italiana, che
purtroppo la pi dura a morire, poich ancora serpeggia come un fiume
carsico in molti testi storici e letterari odierni. Si tratta dell'accusaformulata durante il Risorgimento contro Montecuccoli, accusato di
essere stato un transfuga postosi al servizio dell'odiata Austria. Gi
Benedetto Croce aveva stigmatizzato l'invenzione di una tradizione di
un'Italia unita preesistente a quella che sarebbe "risorta" nel sec. XIX,
tradizione, aggiungiamo noi, frutto di una manipolazione e di una
riscrittura della storia ben presente nei nuovi programmi culturali della
nascente scuola pubblica nazionale, che ebbe in De Sanctis e nella sua
Storia della letteratura italiana il massimo, deprecabile, esponente. Fu
liquidato un intero secolo, il Seicento e il Barocco, considerato un
periodo di somma decadenza, quando invece l'italiano era la lingua
franca parlata in tutta Europa: si pensi che quando Montecuccoli
incontr Cristina di Svezia, durante una delle sue pi importanti missioni
diplomatiche, parlarono sempre nel nostro idioma, che deteneva il
primato letterario rispetto alle lingue di tutte le letterature straniere.
Questa nefasta operazione di manipolazione e riscrittura della storia
aveva il fine di esaltare il Romanticismo, corrente letteraria che non ci
apparteneva, per sfruttarne il messaggio politico e rivoluzionario
dell'idea di nazione, per arrivare quindi all'agognata unit dell'Italia
sacrificando, a mo' di esempio per le future generazioni, piccole vedette
lombarde e tamburini sardi. In che cosa poi degener l'idea di nazione,
regalando all'Italia la "inutile strage"
12
della prima guerra mondiale e ilnazionalismo e l'imperialismo razzista del totalitarismo fascista, non
qui il luogo per approfondire; certo che, in campo letterario, fu
"spianato" un genio a livello europeo come Giovan Battista Marino, fu
inventato un romanticismo letterario in Manzoni e in Leopardi, per poi
12Nei lunghi colloqui avuti con Raimondo Luraghi nel corso degli anni, egli soleva
dire che l'espressione dell'allora pontefice, "inutile strage", riferita alla prima guerra
mondiale, era quella che coglieva appieno il significato storico complessivo
dell'immane conflitto.
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infine esaltare poeti mediocri di poesie civili privilegiando il filone
Carducci-D'Annunzio. Non dobbiamo meravigliarci quindi seMontecuccoli, poeta anch'egli e molto amico di Fulvio Testi, sia stato
cancellato dalle storie letterarie, la sua prosa oggetto di "ripulitura" da
parte di Ugo Foscolo e, per maggior cordoglio, gli sia stato affibbiato il
marchio di traditore: faceva parte di un maldestro "piano". Tanti altri
generali italiani come Galasso e Piccolomini servirono l'Impero
absburgico ma non pensarono mai di tradire un'Italia-nazione che non
esisteva: essere Italiani allora voleva dire essere cittadini del mondo e, in
pi, fornire i quadri dirigenti della grande rivoluzione culturale d'Europa.
Nel sec. XVII gli Italiani mostrarono la loro maestria intellettuale al
mondo e, in campo militare, agli Europei poich, come Luraghi sostenne
a ragione, l'arte militare moderna nacque in Italia.Concludo con quello che ritengo uno dei pi bei pensieri di Raimondo
Luraghi relativamente alle opere di Raimondo Montecuccoli:
Il compito di curare la prima edizione italiana, fondata sui manoscritti
originali, delle opere di Raimondo Montecuccoli si rivelato assai pi difficile,
lento e complesso di quanto inizialmente previsto: mai, per, un compito
ingrato. Il vivere per diversi anni in compagnia ed in solitario colloquio con un
uomo di raro ingegno, di cultura enciclopedica e di profonda umanit, stato
infatti un premio cos grande in se stesso da illuminare e rendere liete le lunghe
giornate, le settimane, i mesi, gli anni di questo lavoro.
I Ritratti di Montecuccoli
Silvio Leoni, "Toccata e fuga" nel mondo del ritratto.
Alcuni ritratti di Raimondo Montecuccoli, nel sito Lo
Scoltenna Accademia scientifica, letteraria e artisticadel Frignano
https://sites.google.com/site/raimondomontecuccoli/trac
ce-del-passato-1/documenti-storici-on-line/raimondo-
montecuccoli/biografia-di-raimondo-montecuccoli
Ritratto, in Theatrum Europaeum, VI, Francoforte1663, p. 308
Ritratto equestre, informazioni non disponibiliRitratto, 1670, inHistoria di Leopoldo Cesare, vol. I,di Galeazzo Gualdo Priorato
Ritratto, in Theatrum Europaeum, IX, Francoforte1672, p. 1196
Ritratto, in Theatrum Europaeum, VIII, Francoforte 1693, p. 1166
Ritratto, 1704, inMemorie del General Principe di Montecuccoli, a cura di Enrico diHuyssen
Saggio calligrafico di Raimondo Montecuccoli: lettera del 1673 inAusgewaehlteSchriften e trascrizione.
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Ritratto, 1710 ca. (?) informazioni non disponibiliRitratto, 1718, in Commentarii bellici Raymundi S.R.I. principis Montecuccoli...
Ritratto, 1760, inMmoires de Montecuculi (il ritratto si ripete, con lievi varianti,dalla prima edizione francese del 1712)
Ritratto, 1775, inElogio di Agostino Paradisi (il ritratto si ripete daApiariorum
Philosophiae Mathematicae etc. di Mario Bettini, 1654)
Ritratto, 1805 (?), informazioni non disponibili. Come quello all'anno 1821, macolorato all' acquerello
Ritratto, 1814 ca., in Oesterreichischer Plutarch di Joseph Hormayr (pubblicazioneautorizzata da Etvs Lornd University Library di Budapest)
Ritratto, 1821, si veda l'articolo Vite e ritratti di uomini illustri a quell'anno
Ritratto, 1821, in Opere di Raimondo Montecuccoli a cura di G. Grassi (Scribendofecit aeterna quae gessit)
Ritratto, 1831, nella seconda edizione di Opere di Raimondo Montecuccoli a cura diG. Grassi
Ritratto, 1836, inL'Album, fascicolo 43Ritratto, 1840, inIconografia Italiana (un ritratto simile, ma speculare e di incisore
diverso, nell'articolo Cosmorama pittorico, 1846)
Ritratto, 1850 ca., molto simile al precedente ma coloratoRitratto, 1863, inL'Italia dai tempi pi antichi fino ai nostri giorniRitratto, 1899, inAusgewaehlte Schriften a cura di Alois Veltz
Edizioni delle Opere
Memorie
Memorie del General Principe di Montecuccoli, che rinfermano una esatta instruzione
de i Generali ed Ufficiali di guerra, per ben comandar un'armata assediare e
diffendere citt, fortezze, e&c. e particolarmente le Massime Politiche Militari, e
stratagemmi da lui pratticati nelle guerre d'Ungheria, d'Italia e contro gli Svedesi
in Germania, colle cose successe le pi memorabili: alle quali si ha aggiunta la vita
dell'Autore per il signor H[enri]. D[e]. H[uyssen]. C. R. D. P.: il tutto con note
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cavate dagli autori antichi e moderni, poste in luce per il P. Enrico di Huyssen,
consigliere di guerra di S. M. il czar di Moscovia. Colonia, 1704, in-12, pp. 475.
Ferrara, Filoni,Vol. I, II [Catalogo Floncel I, p. 122, N. 1452. Ayala, p. 42.Fantoni, p. 502]. In Opere, 1852, pp. 65-239. Considerazioni di Ugo Foscolo:
Dell'uso degli antichi libri di guerra dopo il decadimento della disciplina romana
(243). De' dragoni (249). Delle mine (256) . Della fortificazione de' campi e de'
campi trincerati, di Turpin de Criss (262). Dei campi trincerati e delle posizioni
fortificate, del sig. di Bousmard (283).
Mmoires de Montecuculi Generalisime des Armes ou Principes de l'Art Militaire en
gnral, divisez en trois livres: Trad. d'italien en franois par Jacques Adam. Paris
Chez Jean Geoffroy Nyon, 1712, pp. 458. Doulssecker, 1734, pp. 469. 1751.
Mmoires de Montecuculi Generalisime des troupes de l'Empereur, divis en trois
livres. Nouvelle Edition, revue, corrige en plusieurs endroits par l'Auteur, &
augmente de plus de 300 Notes historiques et gographiques. Avec des figures entaille douce. A Amsterdam & Leipzig, chez Arkste & Merkus, 1756, pp. 456. A
Paris, Chez Nyon, 1760, pp. 520.
Commentarii bellici Raymundi Sacr. Rom. Imp. principis Montecuccoli juncto artis
bellicae systemate ex Bibl. Viennensi. Viennae Austriae, Typis Ignatii Dominici
Voigt, 1718. [Fantoni, p. 502].
Mmoires de Montecuculi Generalisime des Armes, et gtrand matre de l'artillerie de
l'empereur; avec les Commentaires de Monsieur le Comte Turpin de Criss,Marchal des Champs et Armes du Roi, Inspecteur Gnral de Cavalerie & des
Dragons, des Academies Royales des sciences & Belles Lettres de Berlin & de
Nancy. Ed. Adam. Amsterdam 1746. 3 Voll. in-8. 1757. 1769. A Amsterdam &
Leipzig, chez Arkste & Merkus 1770 in-8, 4 vol. Reprint Bibliobazaar 2010. I De
l'art militaire in general. pp. XXIV-399; II De la guerre contre le Turc. pp. 435; III
Relation de la campagne de 1664 pp. 495. 41 tav. incise in rame.
Commentaires sur lesMmoires de Montecuculi Generalisime des Armes, et gtrand
matre de l'artillerie de l'empereur: par Monsieur le Comte Turpin de Criss,
Marchal des Champs et Armes du Roi, Inspecteur Gnral de Cavalerie & des
Dragons, des Academies Royales des sciences & Belles Lettres de Berlin & de
Nancy. A Paris, Chez Lacombe & Lejay, 1769, 3 vol.
Aforismi
Aforismi dell' arte bellica in astrattoMs in-4 nel Catalogo Floncel I, p. 121, N. 1439.Ms. prsent au grand Cond et reli ses armes; ancien n 848 des mss. du
collge de Clermont Paris ("Manuscrits de la collection Phillipps acquis
rcemment pour la Bibliothque nationale", inBibliothque de l'cole des chartes,
Anne 1903, Volume 64, N. 64, pp. 214-215. Cart., in fol., sec. XVIII, ff. n. n.
Provenienza: Bargiacchi. Leg. in cart. II, I, 156.
Aforismi dell'arte bellica in astratto opera del famoso gentilissimo Montecuccoli"(Giuseppe Mazzatini, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, L. S.
Olschki, 1897, VII-IX.).
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L'Ungheria l'anno 1673 del principe Raimondo Montecuccoli, [ms di Giacinto Bossi
Milanese edito da Giuseppe Grassi, in Opere 1831, II, 383 ss; in Opere, Torino,
1852, pp. 509-550 e Dissertazione di Grassi sull'autenticit del ms, pp. 551-565].Tranchida, 1992, pp. 68.
L'Attione bellica del Conte Montecvcoli prencipe del Romano impero, e luogotenente
generale delle armi dell' imperatore, dedicata a Vittorio Amedeo II duca di Savoia.
Torino, per Gio. Battista Zappata, 1692, in-12, pp. 118. [Ayala, p. 42].
Aforismi dell'arte bellica. Libro primo. Aforismi riflessi alle pratiche delle ultime
guerre nella Ungheria negli anni 1661. 1662. 1663, 1664. Libro secondo. Aforismi
applicati alla guerra possibile col Turco in Ungheria, libro terzo. Della guerra e del
suo apparecchio. In Opere a cura di Enrico di Huyssen. Colonia, 1704, in-12. In
Opere di Raimondo Montecuccoli illustrate da Ugo Foscolo, Milano, per Luigi
Mussii, 1807, tomo I. Edizione a cura di Giuseppe Grassi, Torino, dalla stamperia
di Giuseppe Favale 1821, in-8, vol. 2 (col ritratto dell'A. e l'elogio scritto dalconte Agostino Paradisi). Milano, presso Giovanni Silvestri, 1831, in-16, vol. 2.
Venezia, 1840, vol. I della "Biblioteca classica" del Carrer. [Ayala, pp. 41-42]. in
Opere, Torino, 1852, pp. 313-399 (Libro I); pp. 400-506 (Libro II). ed. a cura del
generale Giacomo Carboni [capo del SIM] Firenze, F. Lemonnier, 1939, pp. 213.
A cura di Emilio Faccioli, Milano, Fratelli Fabbri, 1973, pp. 245. Aforismi
dell'arte bellica con le Considerazioni di Ugo Foscolo. Tranchida Editori, 1987,
pp. 85; 1996, p. 82. Della guerra col turco: aforismi applicati alla guerra
possibile contro il turco in Ungheria, a cura di A. Pomella. Napoli, Guida, 2002,
pp. 108.
Commentarium generales artis bellicae aphorismos continens, 1716.
Altri scritti editi
Literae Subiectissime Supplices ad Illustrissimum Dn. Dn. Raymundum tum, S.R.I.
Comitem nunc, Serenissimum Principem De Montecucoli Pro suscipiendo S.R.I.Academiae Naturae Curiosorum Protectoratu. J. C. Sartorius. Literis Knortzianis,
1678.
Besondere und geheime Kriegs-Nachrichten des Frsten Raymundi Montecuculi
worinnen die Anfangs-Grnde der Kriegs-Kunst sehr deutlich beschrieben sind.
Verlegt in dem Weidmannischen Buchladen, 1736, pp. 358.
Lebensbeschreibung des Frsten Raimund Montekukuli, des Frsten Wenzel
Lichtenstein, des Hofraths Ignatz von Born. Herausgegeben von Johann Pezzl.1792, pp. 261.
Arte universal de La guerra del principe Raymundo Montecuculi, Teniente General de
las Armas del Emperador. Traducido de Italiano en Espaol, por Don Bartolom
Chafrion, Alferez de Infanteria Espaola del Tercio de Valencia, Barcelona, Por
Rafael Figuer, Ao 1746, pp. 56. [Ayala, p. 42]. Madrid 1808.
Briefe an den Feldmarschall Raimund Grafen Montecuccoli. Beitrge zur Geschichte
des nordischen Krieges in den Jahren 1659-1660, bearbeitet von Dr. Adalbert Fr.
Fuchs. C. W. Stern, 1910, pp. 290.
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I viaggi: opera inedita, pubblicata a cura di Adriano Gimorri e preceduta da una
Notizia sulla vita e sulle opere dell'autore. Modena, Societ Tipografica
Modenese, 1924, pp. 201.
Raccolte delle Opere
Opere di Raimondo Montecuccoli illlustrate da Ugo Foscolo. Tomo primo (-secondo).
Milano, per Luigi Mussi, 1807-1808. 2, ritr., ed. di 170 esemplari, con dedica al
generale Augusto Caffarelli, ministro della guerra del Regno d'Italia. Milano.Ritratto di Montecuccoli intagliato da Rosaspina, Il tomo I contiene: Avvertimenti
dell'Illustratore, Elogio del conte Agostino Paradisi, Aforismi dell'arte bellica e
Considerazioni dell'Editore. Il tomo II comprende Commentari delle Guerre
d'Ungheria Libri due; Il sistema dell'arte bellica; Cinque Lettere inedite;
Considerazioni dell'Editore. [BNCF- Pal. 8. 1. 6. 9 Es. XXXIX al signor
Domenico Artaria di Mannheim, firma autografa di Ugo Foscolo].
Opere di Raim. Montecuccoli corrette, accresciute ed illustrate da Giuseppe Grassi nel
1821. Seconda edizione colle notizie sulla vita e su le opere dello stesso
illustratore. Milano, per Giovanni Silvestri, 1831, vol. I, II.
Opere di Raimondo Montecuccoli annotate da Ugo Foscolo e corrette, accresciute eillustrate da Giuseppe Grassi, Torino, Tip. Economica, 1852, pp. 591. Ristampa
BiblioBazaar, 2010, pp. 594. Contiene l'Elogio di Agostino Paradisi (pp. 17-61), le
Memorie (65-310), gli Aforismi (313-506) eL'Ungheria nell'anno 1673 (pp. 509-
65).
Massime di guerra dell'imperatore Napoleone I. e del generale R. Montecuccoli:
raccolte e pubblicate per cura di Francesco Galvani. Tip. e calcografia delVulcano, 1859, pp. 36.
Ausgewhlte Schriften Des Raimund Frsten Montecuccoli, General-Lieutenant Und
Feldmarschall, Herausgegeben von der Direktion des K. u. K. Kriegsarchiv.Bearb. v. Hauptmann Alois Veltze. Wilhelm Braumller, K. u. K. Hof-und-
Universitts Buchhndler, 1899-1901. I Militrische Schriften, 1899, pp. 556, II,
pp. 472. III Geschichte (Kriegsgeschriften, mmoiren, reisen) , 1901, p. 530. IV
Miscellen. Correspondenz, Ortsnamen- und Sachregister, 1901, pp. 528. Reprint
Bibliobazaar 2010.
Le pi belle pagine di Raimondo Montecuccoli, a cura del Maresciallo Luigi Cadorna,
Milano, Treves, 1934, pp. 243.
Le Opere di Raimondo Montecuccoli, Edizione critica a cura di Raimondo Luraghi.
Roma, Ufficio Storico dello SME, 1988. I vol pp. 459 (Introduzione. Nota Critica.
Trattato della guerra pp. 125 ss.). II vol. pp. 649 (Delle Battaglie I. Tavole Militari.
Discorso della Guerra contro il Turco. Della Guerra contro il Turco in Ungheria:
Aforismi. Dell'Arte Militare. Delle Battaglie II). III Vol. (Opere minori
d'argomento militare e politico. Diari di viaggi e memorie) a cura di Andrea Testa
con la collaborazione di Luigi Villa Freddi, pp. 490 e 15 tav. f. t.