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Tutto quello che avreste voluto sapere sullo screening mammografico: risultati attesi,

mammografi vecchi e nuovi, età delle partecipanti, falsi positivi e negativi, sovradiagnosi. Discussione

Livia Giordano – GISMa

Lo screening per il tumore alla mammella:

incidenza e mortalità

Tumore della mammellaGrande variabilità di incidenza

Si stima che nel nostro paese siano diagnosticati ogni anno oltre 47.000 casi di tumore alla mammella.

L’esame dei tassi di incidenza per età mostra come il tumore della mammella sia molto raro nelle prime due decadi della vita, ma già nella terza si misura in decine di casi per 100.000 donne-anno:

- nelle 40enni: 100-200 casi / 100.00 donne-anno

-nelle 50enni: 200-250 casi / donne-anno

- nelle 60enni: circa 300 casi / donne-anno

- stabile nelle età successive.

L’incidenza presenta alcune differenze tra aree geografiche con livelli maggiori nelle aree centro-settentrionali e inferiori nel meridione.

Tumore della mammellaSopravvivenza a 5 anni – Europa 1995-

1999

Fon

te:

EU

RO

CA

RE 4

- T

he L

an

cet

On

colo

gy,

2007

Tumore della mammellaSopravvivenza a 5 anni – Italia 1995-

1999

Fonte: E&P, 2007

Scre

en

ing

Definizione di screeningDefinizione di screening

Identificazione presuntiva di malattie o difetti non riconosciuti, attraverso l’applicazione di test, esami ed altre procedure che possono essere applicate rapidamente.

I test di screening selezionano persone, che probabilmente hanno una malattia da quelle che probabilmente non hanno una malattia.

Non è da considerarsi diagnostico.

Le persone con risultati positivi o sospetti devono essere inviate dal loro medico per la diagnosi ed il necessario trattamento.

Presupposti per l’attuazione di un Presupposti per l’attuazione di un programma di screening di programma di screening di

popolazionepopolazione

EVIDENZA DI EFFICACIAEVIDENZA DI EFFICACIA:: deve esistere una evidenza di efficacia del programma di screening per la specifica patologia tumorale considerata in termine di riduzione della mortalità (ed eventualmente della incidenza delle forme invasive).

RILEVANZA SOCIALERILEVANZA SOCIALE:: la malattia tumorale oggetto del programma deve costituire un serio problema sanitario, deve cioè essere abbastanza comune e rappresentare una importante causa di morte e morbosità.

Deve essere identificabile uno stadio di latenza o uno stadio precoce asintomatico

POPOLAZIONEPOPOLAZIONE:: la popolazione bersaglio deve essere chiaramente definita ed identificabile. Tutta la popolazione deve essere monitorata per quanto riguarda la mortalità, ed eventualmente l’incidenza specifica per la neoplasia considerata.

INVITO E PROMOZIONE ALLA PARTECIPAZIONEINVITO E PROMOZIONE ALLA PARTECIPAZIONE:: il livello di partecipazione della popolazione invitata deve essere il più possibile elevato. Devono essere programmate specifiche iniziative di incentivazione della risposta.

Presupposti per l’attuazione di un Presupposti per l’attuazione di un programma di screening di programma di screening di

popolazionepopolazione

TEST DI SCREENINGTEST DI SCREENING:: il test di screening deve essere accettabile per la popolazione invitata, accurato, innocuo ed efficiente.

PERIODICITA’PERIODICITA’:: deve esistere un protocollo convalidato di richiamo per i soggetti negativi al test.

PROTOCOLLO DIAGNOSTICO TERAPEUTICOPROTOCOLLO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO:: deve essere disponibile un protocollo diagnostico-terapeutico per i soggetti risultati positivi al test ed un protocollo di trattamento efficace per i casi diagnosticati nel corso del programma di screening.

Devono essere disponibili strutture per la diagnosi e il tratta mento

Presupposti per l’attuazione di un Presupposti per l’attuazione di un programma di screening di programma di screening di

popolazionepopolazione

FOLLOW-UP ATTIVO:FOLLOW-UP ATTIVO: devono esistere le condizioni per cui i soggetti positivi al test di screening seguano le indicazioni del protocollo diagnostico e i soggetti risultati affetti dalla malattia seguano, in accordo con i propri medici curanti, le indicazioni del protocollo e del follow-up.

RISORSE:RISORSE: devono essere disponibili sufficienti risorse in termini di personale e di strutture sia per l’attuazione del programma che per gli approfondimenti diagnostici dei soggetti positivi e per il trattamento ed il follow-up dei casi diagnosticati. Tale disponibilità deve essere prevista anche per gli anni successivi all’avvio del programma. Il

IL costo dei casi identificati dallo screening (inclusi la diagnosi ed il trattamento dei casi diagnosticati) deve essere economicamente valutato in relazione alla spesa sanitaria possibile nel suo complessoIdentificare i casi di malattia deve essere un processo continuo e non un progetto una tantum

Presupposti per l’attuazione di un Presupposti per l’attuazione di un programma di screening di programma di screening di

popolazionepopolazione

Negli SCREENING Negli SCREENING

si passa dal concetto di si passa dal concetto di

Medicina clinica

Medicina preventiva

Cura sintomiCura sintomi

NON NON cura sintomicura sintomi

È evidente la frattura fra esperienza È evidente la frattura fra esperienza di malattia e malattia biologicadi malattia e malattia biologica

Si distingue:

SCREENING SCREENING OPPORTUNISTICOOPPORTUNISTICO

TEST SPONTANE

O

SCREENING DI SCREENING DI POPOLAZIONEPOPOLAZIONE

INVITO ATTIVOINVITO ATTIVO

ORGANIZZAZIONORGANIZZAZIONEE

Specificità etica dello Specificità etica dello screening (Mc Keown, 1968)screening (Mc Keown, 1968)

““cambia la relazione tra medico e cambia la relazione tra medico e paziente: non è il paziente che ricerca paziente: non è il paziente che ricerca l’assistenza del medico, ma è il l’assistenza del medico, ma è il medico che ricerca chi ha bisogno medico che ricerca chi ha bisogno della sua assistenza”della sua assistenza”

Il medico che si “lancia” in uno screening ha una responsabilità

accresciuta verso i suoi “pazienti”: deve (Cochrane e Holland, 1971)

disporre di PROVE CONCLUSIVE che lo screening può alterare il corso

naturale della malattia in una proporzione significativa delle

persone sottoposte

Paradigma di GeorgetownParadigma di Georgetown

•NON MALEFICITÀ

•BENEFICITÀ

•RISPETTO DELL’AUTONOMIA DECISIONALE DEL

PAZIENTE

•EQUITÀ O GIUSTIZIA

ENTITÀ NON INDIPENDENTIENTITÀ NON INDIPENDENTI

ETICAMENTEETICAMENTE, ,

è da tenere presente il concetto è da tenere presente il concetto bene illustrato da bene illustrato da Geoffrey RoseGeoffrey Rose

IL PARADOSSO DELLA PREVENZIONE (primaria o

secondaria):Il beneficio dell’intervento è per la COLLETTIVITÀ e non necessariamente per l’individuo. Un soggetto prevenuto può ammalarsi e morire lo stesso, laddove un soggetto non prevenuto può non ammalarsi.La rilevanza etica di questa constatazione è importante, perché mette a fuoco IL CONTRASTO CHE PUÒ AVVENIRE TRA DIRITTI INDIVIDUALI E INTERESSI DELLA SOCIETÀ.

La bilancia tra vantaggi e svantaggidello screening ha un equilibrio

delicato

La bilancia tra vantaggi e svantaggidello screening ha un equilibrio

delicato

•Migliore prognosi

•Trattamenti conservativi

•Rassicurazione casi negativi

•Riduzione dei costi per la terapia delle forme avanzate

•Prolungata coscienza di malattia

•Sovradiagnosi e sovratrattamento

•Falsa rassicurazione nei casi “falsi negativi ”

•Induzione di ansia nei casi “falsi positivi”

•Interventi non necessari nei casi falsi positivi

•Fastidio e dolore per l’esame mammografico

•Possibile rischio da radiazioni

•Costi del programma di screening

VERI POSITIVI

RIDUZIONE DELLA MORTALITÀ cioè aumento delle guarigioni

RIDUZIONE STADI AVANZATI Interventi meno invalidanti

Migliore qualità di vita

VERI POSITIVI

Più lunga consapevolezza della malattia in coloro che

non guariscono

Sovradiagnosi e sovratrattamento

Angoscia in attesa della diagnosi

Danni fisici da esami invasivi

Rischio di stigma “anormale”

Adesione ai successivi screening?

FALSI POSITIVI

Falsa rassicurazione

Possibile ritardo diagnostico

Problemi medico-legali

FALSI NEGATIVI

VERI NEGATIVI

Rassicurazione

temporanea definitiva

Evidenze scientifiche

• Tra la metà degli anni ’60 e gli anni ‘90 sono stati condotti ben 8 studi randomizzati, con oltre 650.000 donne arruolate. Questi studi sono caratterizzati da molte differenze relativamente al test di screening offerto :

(mammografia in 1 o 2 proiezioni, singola o doppia lettura, qualità del test, associazione dell’esame clinico), le fasce di età coinvolte e la frequenza dell’intervallo di screening.

Screening mammograficoScreening mammografico Evidenze da studi randomizzati con end-point Evidenze da studi randomizzati con end-point

la mortalità per carcinoma mammariola mortalità per carcinoma mammario

0 0.5 1.0 1.5 2

HI P

Two countiesMalmoe

UK

Edinburgh

Nijmegen

Utrecht

Florence rischio relativodi mortalità per CM

diminuzionerischio

aumento rischio

valore osservato

limiti confidenza

evidenza di effi cacia dello screeningin donne di oltre 50 anni

metanalisi

tutti gli studi mostranouna riduzione di mortalità,molti a livello significativoe la metanalisi riportauna riduzione del 40%

Ciatto-2001Ciatto-2001

“Swedish meta-analysis of five screening

trials….showed that screening lowered mortality

from breast cancer by 29% in women aged 50-69

years”

P. C. Gǿtzsche, O. Olsen: The Lancet, January 2000

Swedish meta-analysis

“…three important sources of bias:

1. suboptimal randomization methods

2. lack of masking in outcome assessment

3. exclusion after randomization

“…the observed decrease in number of deaths

from breast cancer was 0.8% (not significant),

whereas the expected decrease was 11%...”

P. C. Gǿtzsche, O. Olsen: The Lancet, January 2000

“…we conclude that screening for breast

cancer with mammography is unjustified....”

Evidenze scientifiche

• A seguito della metanalisi che metteva in discussione l’efficacia dello screening (Goetsche ed Olsen), l’Agenzia Internazionale contro il Cancro (IARC) di Lione ha rivalutato le evidenze disponibili sulla efficacia dello screening mammografico e, in conclusione, ha stimato che la partecipazione allo screening organizzato su invito attivo, secondo quanto indicato dalle linee guida internazionali (50-69 anni con mammografia biennale) riduce la probabilità di morire per cancro della mammella del 35%.

Gotzsche PC, Olsen O. Is screening for breast cancer with mammografy justifiable?

Lancet 2000;355:129-33

IARC Handbooks of Cancer Prevention. Volume 7: Breast Cancer Screening. IARC Press. 2002 Lyon

Raggiungere conclusioni affidabili è un processo lungo, costoso e non privo di controversie

scre

en

ing

PRESUPPOSTI DI BASE PER UNO SCREENING

Ω ORGANIZZAZIONE ATTIVA

Ω CENTRALIZAZZIONE

Ω CONTROLLO COSTANTE DELLA QUALITA’ (QUALITY ASSURANCE)

Ω FORMAZIONE ED AGGIORNAMENTO DEL PERSONALE

Ω COMUNICAZIONE ADEGUATA

Ω MULTIDISCIPLINARIETA’

Lo screening mammografico in Italia:

l’organizzazione

Obiettivo dello screening:

diminuire la mortalità e/o l’incidenza di una neoplasia

identificandola con un test in fase asintomatica e attivando percorsi diagnostico-terapeutici capaci di modificarne la storia naturale.

Raggiungere con l’invito allo screening tutta la

popolazione.

EQUITA’

Gli obiettivi

selezione popolazione

inviti (appuntamento)

esame primo livello (esecuzione test, refertazione)

Verifica di qualità

esame secondo livello

trattamento e follow-up

Fasi dello screening

Programmi organizzati di screening

• Invito attivo

• Protocollo di gestione delle positive

• “fail safe system”, monitoraggio e controllo di qualità di tutte le fasi

I PROGRAMMI DI SCREENING IN ITALIA

Invito attivo della popolazione bersaglio (donne tra i 50 e i 69 anni) tramite lettera personalizzata (firmata in molti casi dal medico di famiglia della donna)

Periodismo del test: ogni 2 anni

I livello: mammografia a doppia proiezione

II livello: Le donne con un test sospetto vengono richiamate ad effettuare una sessione di approfondimento durante la quale si effettuano test aggiuntivi (mammografia in altre proiezioni, ecografia, agobiopsia, ecc…) a seconda del dubbio evidenziato con l’esame precedente.

invito firmato dal medico di famiglia

appuntamento prefissato modificabile contattando gli appositi numeri verdi

Risposte all’utenza e informazione al medico

esame gratuito (primo e secondo livello)

non e’ necessaria l’impegnativa del medico

L’invito al programma di screening Prevenzione Serena

ACCORDO REGIONALEACCORDO REGIONALE

FIRMA DELLA LETTERA DI INVITOFIRMA DELLA LETTERA DI INVITO

CORREZIONE DELLA LISTA ASSISTITE CORREZIONE DELLA LISTA ASSISTITE

eventuali esclusioni dagli elenchi delle invitabili eventuali esclusioni dagli elenchi delle invitabili

COUNSELLING ALLE DONNECOUNSELLING ALLE DONNE

mirato per:

donne non aderenti

le donne sottoposte ad approfondimenti e/o terapie

le donne in follow-up

SEGNALAZIONI DI CANCRI INTERVALLOSEGNALAZIONI DI CANCRI INTERVALLO

CONTRIBUTO AL CONTROLLO DI QUALITA’ DEL PROGRAMMACONTRIBUTO AL CONTROLLO DI QUALITA’ DEL PROGRAMMA

segnalazione di problemi al centro di coordinamento

MEDICO DI MEDICINA GENERALE E MEDICO DI MEDICINA GENERALE E SCREENINGSCREENING

AD OGNI ROUND DI SCREENING IL AD OGNI ROUND DI SCREENING IL MEDICO RICEVE LA LISTA DELLE MEDICO RICEVE LA LISTA DELLE ASSISTITE INSERITE NEL PROGRAMMA ASSISTITE INSERITE NEL PROGRAMMA (UNA VOLTA ALL’ANNO);(UNA VOLTA ALL’ANNO);

NESSUNA ESCLUSIONE E’ PERMANENTE NESSUNA ESCLUSIONE E’ PERMANENTE A MENO DI UNA RICHIESTA ESPLICITA A MENO DI UNA RICHIESTA ESPLICITA DELLA DONNADELLA DONNA

Screening mammografico

Motivi di esclusione delle donne dall’esecuzione del test:

1. assistita in terapia o in follow up clinico (ad intervallo ravvicinati) per carcinoma della mammella

2. assistita che ha avuto una mastectomia bilaterale

3. assistita malata in fase terminale (per tutte le patologie)

4. assistita con gravi problemi psichiatrici, tali da non ritenere opportuno questo invito

5. casi particolari che il MMG preferisce non invitare personalmente

6. deceduta

Modalità organizzative di un programma di screening mammografico

Si raccomanda l’impiego della doppia lettura dell’esame mammografico, con eventuale discussione tra i radiologi o il giudizio da parte di un terzo radiologo nei casi discordanti. I radiologi che operano nel programma di screening devono: - essere dedicati all’attività senologica per almeno il 50% del loro

tempo - leggere almeno 5000 esami di screening ogni anno - partecipare a riunioni periodiche multidisciplinari su casi clinici,

insieme alle altre figure professionali coinvolte (patologi, chirurghi, oncologi, radioterapisti, personale tecnico e infermieristico)

- partecipare alla revisione periodica della propria attività. Per ogni programma di screening va individuata un’unità di riabilitazione, dotata di un servizio di counselling psicologico. Ogni programma dovrebbe avere una o più unità chirurgiche di riferimento (almeno 100 casi di tumore mammario trattati ogni anno) a cui indirizzare i casi selezionati.

Le Regioni,devono:: pianificare l’attivazione di programmi di screening di alta qualità sul territorio regionale valutare i programmi di screening sulla base delle informazioni epidemiologiche rilevate attuare programmi di formazione degli operatori, secondo i criteri stabiliti in sede nazionale e regionale fare controlli di qualità per le procedure a cui devono attenersi i programmi di screening definire le modalità di controllo (assicurazione di qualità) consultare i rappresentanti dei cittadini.

Le Asl devono: promuovere i programmi di screening assicurare le risorse necessarie per la loro attuazione assicurare il coinvolgimento dei medici di medicina generale assicurare l’informazione e la sensibilizzazione della popolazione assicurare la gestione e la valutazione dei programmi programmare l’attività formativa degli operatori.

Fa parte del Sistema Informativo Sanitario e comprende:

un aspetto gestionale ed organizzativo, dedicato al linkage con l’anagrafe, all’invio delle lettere di invito, di sollecito, di esito, all’accettazione nei centri di screening, alla saturazione delle agende dei centri stessi;

un aspetto valutativo per le analisi sull’attività, la qualità e la rendicontazione degli screening,

DATA WAREHOUSE: un “magazzino di dati che fotografa” periodicamente l’archivio gestionale ed elabora le informazioni sulla base della richiesta dell’utente e le restituisce in forma di tabella;

un aspetto accessorio di valorizzazione economica dell’attività svolta, ai fini della compensazione in regime di mobilità sanitaria.

Il sistema informativo

La formazione

La formazione rappresenta un elemento strategico per la diffusione degli screening in Italia.

Le Raccomandazioni sugli screening oncologici, pubblicate nel 2006, sottolineano che la formazione:

deve riguardare tutti gli aspetti della qualità, inclusa la comunicazione deve coinvolgere tutte le categorie professionali

deve privilegiare modalità didattiche di tipo “esperienziale”

deve prevedere percorsi formativi per i Medici di medicina generale

deve prevedere indicatori di efficacia.

Formazione e screening

Nel nostro Paese i programmi di screening prevedono che la formazione sia effettuata dalle Regioni, tuttavia l’Osservatorio Nazionale Screening svolge un ruolo importante in due settori:

l’organizzazione di convegni congiunti degli screening citologico, mammografico e colorettale e i seminari sulla comunicazione

la promozione degli interventi formativi in collaborazione con Regioni, società scientifiche e altri soggetti.

Per lo svolgimento di queste attività, nel 2007, è stato costituito un comitato di coordinamento che ha individuato alcune linee di sviluppo: segnalare ogni anno i corsi regionali accessibili anche a operatori extra-regionali promuovere l’allestimento di stage pratici presso centri di eccellenza organizzare o patrocinare corsi nazionali su tematiche di particolare interesse supportare le diverse Regioni per la creazione di moduli formativi tipo.

Esempi dei corsi fatti dal programma di screening regionale piemontese

Corsi teorici e pratici per tecnici sanitari di radiologia medica e radiologi

Corsi di aggiornamento SQTM

Corsi sulla mammografia digitale

Workshop annuali di presentazione dei dati dell’attività di screening regionale

Corsi di aggiornamento/formazione sulla comunicazione nello screening, sia al primo che al secondo livello dedicati a tutto il personale coinvolto nel programma

In alcuni programmi si sta allargando la fascia di invito, includendo sia le donne al di sotto dei 50 anni (tra 45 e 49, come in Piemonte ed in Emilia Romagna), sia quelle sopra

dei 69 (generalmente fino a 74 anni).

Raccomandazioni condivise:

1) Prioritaria la copertura nazionale, il consolidamento e la promozione e verifica continua

della qualità del programma fra i 50 ed i 69 anni (come da documenti e normative citate)

2) Iniziative attive per governare, monitorare e controllare attivamente la domanda spontanea delle donne di età diverse garantendo accesso agevolato, ottimizzazione ed integrazione

dei percorsi diagnostico-terapeutici.

3) Si ritiene che i programmi di screening si debbano fare attivamente carico della richiesta spontanea in queste

fasce di età al fine di monitorare, ottimizzare e qualificare i percorsi diagnostico-terapeutici

4) Lavorare sull’appropriatezza mediante l’elaborazione diprotocolli diagnostico-terapeutici ed organizzativi

(percorso integrato) condivisi con i MMG per il governo della domanda

5) L’estensione del programma di screening alle donne sotto i 50 anni potrà essere preso in considerazione nelle Regioni

che abbiano già regolarmente consolidato l’intervento fra i 50 ed i 69 anni e dove sia verificata la presenza di risorse

sufficienti (costi stimati 2-3 volte superiori)

6) Lavorare molto sulla comunicazione, corretta e dettagliatainformazione alle donne sui rischi e benefici per partecipazione

consapevole con il coinvolgimento dei MMG

7) proporre intervallo annuale con doppia proiezione e doppia lettura

8) Accurato monitoraggio della performance diagnostica e terapeutica con indicatori e standard adeguati

9) Partecipazione a studi multicentrici collaborativi finalizzati

Ann Intern Med 2009; 151:716-26

USPSTF RecommendationScreening for Breast Cancer 2009

• The USPSTF recommends against routine screening mammography in women aged 40-49 years. “C” recommendation

• The decision to start regular biennial screening mammography before the age of 50 should be an individual one and take patient context into account….

USPSTF RecommendationScreening for Breast Cancer 2009

• The USPSTF recommends biennial mammography for women aged 50-74 years. “B” recommendation

• The evidence is insufficient to assess the benefits and harms of mammography in women 75 and older. “I” recommendation

• “D” recommendation for BSE

• “I” recommendation for CBE

VALUTAZIONE della VALUTAZIONE della QUALITA’QUALITA’

(QUALITY ASSURANCE)(QUALITY ASSURANCE)• EFFICACIAEFFICACIA

• EFFICIENZAEFFICIENZA

• EQUITA’EQUITA’

• SODDISFAZIONE UTENZASODDISFAZIONE UTENZA

L’impatto dello screening L’impatto dello screening mammograficomammografico

•L’efficacia di un programma di L’efficacia di un programma di screening dipende da alcuni screening dipende da alcuni parametri che devono essere parametri che devono essere considerati in fase di considerati in fase di pianificazione e monitorati in pianificazione e monitorati in itinere.itinere.

•L’efficacia di un programma di L’efficacia di un programma di screening dipende da alcuni screening dipende da alcuni parametri che devono essere parametri che devono essere considerati in fase di considerati in fase di pianificazione e monitorati in pianificazione e monitorati in itinere.itinere.

Perché Valutare ?

• Per verificare se (e quanto) il risultato è stato raggiunto, rispetto all’atteso (indicatori di risultato)

• Per individuare punti critici nel processo organizzativo (e porvi rimedio).

Indicatori nello screening mammografico (1)

• Indicatori di processoIndicatori di processo– tasso di partecipazione– tasso di richiami– tasso di identificazione– tempi di attesa– specificità (capacità di individuare i veri negativi tra i “sani”))– valore predittivo positivo

• Indicatori precoci di esitoIndicatori precoci di esito– tasso biopsie benigne– rapporto B/M– tumori invasivi <= 10mm– stadio alla diagnosi– accertamento Ca intervallo– sensibilità (capacità di individuare i veri positivi tra i “malati”)

• Indicatori tardiviIndicatori tardivi– mortalità

• Indicatori di impatto del Indicatori di impatto del programmaprogramma– morti prevenute– anni/vita guadagnati– qualità della vita– effetti collaterali– costo efficacia

Indicatori nello screening mammografico (2)

Le linee guida Internazionali...Le linee guida Internazionali...Le linee guida Internazionali...Le linee guida Internazionali...

European guidelines for quality assurance in breast cancer screening and diagnosis

Fourth Edition

European Commission

European guidelines for quality assurance in breast cancer screening and diagnosis

Fourth Edition

European Commission

... E Nazionali...... E Nazionali...... E Nazionali...... E Nazionali...

Gruppo Italiano Screening del Cervicocarcinoma

Gruppo di lavoro – Terapia e Approfondimenti Diagnostici

I report annuali dell’ONSI report annuali dell’ONSwww.osservatorionazionalescreening.it

I report annuali dell’ONSI report annuali dell’ONSwww.osservatorionazionalescreening.it

Giordano L, Giorgi D, Frigerio A, Bravetti P, Paci E, Petrella M, Ponti A, de' Bianchi PS; Gruppo Italiano per lo Screening Mammografico.Indicatori e standard per la valutazione di processo dei programmi di screening del cancro della mammella. Manuale operativoEpidemiol Prev. 2006 Mar-Apr;30(2 Suppl 1):5-9, 11-47. ( 442 Kb)

GISMA ONS

Survey annuale

Ministero della salute italiano

Monitoraggio e sistema di accreditamento

Livello:

0-2 = inviti, adesione, richiami

3 = livello 2 + casi

4 = livello 3 + TNM (parziale)

5 = complete

Anno 2009 Livello completezza delle informazioniRegione 0 - 2 3 4 5

Invitate, adesione, richiami

Come 2 + casi

Come 3 + TNM

(parziale)Completi Totale

ProgrammiValle d'Aosta 1 1Piemonte 2 7 9Liguria 2 2 4Lombardia 7 8 15Trentino 1 1Alto Adige 1 1Veneto 7 14 21Friuli V. Giulia 1 1Emilia Romagna 2 9 11Toscana 3 9 12Umbria * 1 1Marche 2 3 6 2 13Lazio 2 2 6 2 12Abruzzo 1 1Molise 1 1Campania 1 2 3Puglia 1 1Basilicata 1 1Calabria 3 1 2 6Sicilia 1 1 1 3Sardegna 3 1 4

Totale 13 10 40 59 122

* Fornito dato regionale (nel 2008 erano 4 programmi)

Livello 5 = 48.4%

Livello 4 = 32.8%

Livello di completezza delle informazioni – 2005-2009

Livello: 0-3 = inviti, adesione, richiami, num. casi B e M

4 = livello 3 + TNM (parziale)

5 = complete (> 90% dei casi)

0

20

40

60

80

100

120

140

2005 2006 2007 2008 2009

livello 0-3

livello 4

livello 5

123129 130 135 122

Num. programmi

Estensione scr mammografico – attività 2009

Est. teorica Italia

93,8%

< 50%

50 - 74%

75 - 94%

> 94%

Est. corretta Italia

69,5%

Estensione (%) dei programmi di screening mammografico per Area. Periodo 2003-2009

Estensione (%) per anno - 2003-2009

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Estensione teorica Estensione effettiva

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

Estensione (%) per anno - 2003-2009

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Estensione teorica Estensione effettiva

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

ITALIANORD

Estensione (%) per anno - 2003-2009

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Estensione teorica Estensione effettiva

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

CENTRO

Estensione (%) per anno - 2003-2009

0

10

20

30

40

50

60

70

80

90

100

Estensione teorica Estensione effettiva

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009

SUD

Adesione grezza 2009

25-49%

50-69%

70% e +

Italia 55,3%

Anno 2009 – adesione grezza e corretta (%) per regione

10° percentile: 39,1% e 43,0% 90° percentile: 74,4% e 79,3%

0.0

10.0

20.0

30.0

40.0

50.0

60.0

70.0

80.0

90.0

100.0

Adesione grezza per singolo programma: attività anno 2008

Nord

Centro

Sud e Isole

Esaminate 2009Invitate 2009

89,2

81,2

36,4

54,5

43,6

14,3

RR (%), DR totale stand. (x 1000), DR tumori ≤ 10 mm (x 1000) – Esami successivi - 2009

esami successivi

0.0

2.0

4.0

6.0

8.0

10.0

12.0

14.0

16.0

18.0

20.0

22.0

CampaniaSici

lia

Marche

Calabria

Abruzz

o

Toscana

Liguria

Lazio

Val d’Aosta

Lombardia

Veneto

Umbria *

Molise

E. Romagna

Friuli V

G

Piemonte

Sardegna

Basilicata

Trentin

oNord

Centro

Sud e Isole

Italia

DR tot standard DR tum. ≤ 10 mm RR

4,6

4,4

1.51

RR (%), DR totale stand. (x 1000), DR tumori ≤ 10 mm (x 1000) – Primi esami - 2009

primi esami

0

2

4

6

8

10

12

14

16

18

DR tot standard DR tum. ≤ 10 mm RR

8,0

6.2

1.35

Tumori duttali in situ (%) Primi esami e successivi - 2009

0.0

5.0

10.0

15.0

20.0

25.0

30.0

35.0

40.0

45.0

50.0

Primi esami Esami successivi

14.1

4.

14.4

4.

%

Rapporto B/M – Primi esami e successivi – 2009

0.00

0.20

0.40

0.60

0.80

1.00

1.20

1.40

Tren

toLi

guria

Piem

onte

Vene

toLo

mba

rdia

E.R

omag

naFr

iuli

VG

VdA

Um

bria

Mar

che

Lazi

oTo

scan

aM

olis

eC

ampa

nia

Abru

zzo

Cal

abria

Sici

liaBa

silic

ata

Sard

egna

Nor

dC

entro Sud

Italia

Rapporto B / M

Primi esami Esami successivi

Richiami per approfondimenti (%) -- 2004-2009

Richiami per approfondimenti - esmi ripetuti - periodo 2004-2009

0,0

2,0

4,0

6,0

8,0

10,0

12,0

14,0

Nord Centro Sud Italia

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Richiami per approf (%) - primi esami - periodo 2004-2009

0

1

2

3

4

5

6

7

Nord Centro Sud Italia

2004 2005 2006 2007 2008 2009

Adesione agli approfondimenti (%) per tipo di esame – 2009

Adesione agli approfondimenti primi esami 95,5%

esami successivi 97,4%

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

Primi esami Esami successivi

88,8%

95.1%

Figura 4. Andamento temporale dei richiami per approfondimento: attività 2000-2008

7,0 6,9

7,67,3

7,8

8,7 8,6

9,4

8,7

3,63,3

4,3

3,4 3,3

4,1 3,9 4,1 4,2

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

9,0

10,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

primi esami esami successivi

Figura 5. Andamento temporale del rapporto B/M: attività 2000-2008

0,39

0,32

0,29

0,25

0,28

0,24

0,190,20

0,210,22

0,19

0,22

0,18

0,13

0,100,11

0,150,14

0,00

0,05

0,10

0,15

0,20

0,25

0,30

0,35

0,40

0,45

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

primi esami esami successivi

Figura 6. Andamento temporale del detection rate totale: attività 2000-2008

6,8

7,47,6

6,6 6,7

6,06,2

5,45,7

5,0 5,1 5,1 5,0 5,1 5,2

4,8 4,85,0

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

8,0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

primi esami esami successivi

Figura 7. Andamento temporale del detection rate dei tumori <= 1 cm: attività 2000-2008

2,2

1,81,7

1,3

1,6

1,31,4

1,6

1,4

1,81,9

1,8

1,5

1,71,6 1,6

1,21,3

0,0

0,5

1,0

1,5

2,0

2,5

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

primi esami esami successivi

Figura 8. Andamento temporale del detection rate dei tumori in situ: attività 2000-2008

0,7

0,8

1,0

0,7 0,7

0,8

1,1

0,9

1,1

0,7 0,7

0,9

0,7

0,9

0,7 0,7

0,8

0,7

0,0

0,2

0,4

0,6

0,8

1,0

1,2

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

primi esami esami successivi