Post on 02-May-2015
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Adattamento a testo di:Enzo Bianchi
Come entrare nella preghiera? Occorre innanzitutto comprendere che è Dio che prega in noi, un Dio che viene a noi e ci dice: "Prima che voi mi invochiate, io dico: Eccomi!".
La preghiera deve iniziare con l'attesa, l'ascolto.
Non si prega per afferrare Dio, ma per attenderlo, per
ascoltarlo, per incontrarlo.
Si, la preghiera nasce da questa sorta di attesa e di riconoscimento. Penso a quanto mi ha
giovato l'essere stato fin da piccolo educato alla preghiera.
Già a due anni ripetevo quelle semplici, elementari preghiere che mia madre, vicino al
letto, mi faceva pronunciare.
Quando una persona cresce addestrata a percepire questa presenza invisibile, l'ascolto e il dialogo si sviluppano Naturalmente, nella sua vita di credente.
Purtroppo oggi i genitori non insegnano più ai figli a pregare; di conseguenza diventa difficile, per un cristiano, imparare in età adulta, se fin da piccolo non ha accolto in sé questa forma di dialogo che afferma la presenza di qualcuno, al di là del visibile, di me stesso e del mio mondo circostante!
Oggi tra i cristiani c’è la consuetudine della preghiera comunitaria, ma è necessaria anche la preghiera personale!
Se non c'è questa vita interiore, se non c'è più Se non c'è questa vita interiore, se non c'è più questaquesta
possibilità di dialogo con il Dio che abita in me, possibilità di dialogo con il Dio che abita in me, con questa Trinità di Dio che viene a dimorare in con questa Trinità di Dio che viene a dimorare in
me,me,
anche la preghiera collettiva si ridurrà
a formulazioni e a segni esterni, che mai mi permetteranno di
diventare uno che da del tu a Dio.
Infatti pregare è anche dare del tu a Dio, è accogliere la sua presenza, è vivere questa comunione con lui.
Pregare per me è arrivare a dire al Signore con "tutto il mio essere": "Resto in tua attesa", "mi rifugio all'ombra delle tue ali", "ti amo, Signore, tu sai che ti amo", "il tuo amore vale più della vita", "nella tua luce vedo la luce"...
Quanto alle condizioni esterne che liberano la preghiera, occorre innanzitutto trovare il tempo nella giornata per pregare. Dobbiamo dedicare del tempo a Dio.
Nella giornata devo dare il primato a quest'esigenza, per celebrare
l'alleanza con Dio, perché tra amanti è necessario parlarsi, è necessario
ascoltarsi, è necessario anche stare accanto in
silenzio. C'è anche bisogno di una certa solitudine.
La preghiera può indubbiamente essere collettiva, e trova la sua forma massima nella preghiera delle preghiere, che è l‘Eucaristia,l‘Eucaristia, ma per interiorizzaretutto questo e viverlo con tutto il proprio essere,
bisogna anche cercare una propria solitudine, un metterci di fronte a Dio con la nostra realtà personale che non può essere stemperata in nessuna compagnia e in nessuna fraternità.
Occorre poi accogliere il silenzio, una dimensione di cui l'uomo di oggi ha urgente bisogno, e tanto più il cristiano. Solo il silenzio ci permette di acconsentire al non detto, di ascoltare il Signore. La preghiera cristiana è innanzitutto ascolto.
Non è necessario dire tante cose, questo è l'atteggiamento dei pagani, ci ha avvertito Gesù. Tutto
l'Antico e il Nuovo Testamento è ritmato da questa esortazione all'ascolto
del Signore:"Ascolta, Israele"; oppure: "Ascoltatelo!", detto dal Padre sul Figlio Gesù Cristo.
L'ascolto è il primo atteggiamento del cristiano. L'ascolto è il primo atteggiamento del cristiano. E l'ascolto non è semplice, richiede un lungo E l'ascolto non è semplice, richiede un lungo apprendistato, perché occorre far tacere se apprendistato, perché occorre far tacere se stessi, stessi, occorre imparare a discernere la presenza di occorre imparare a discernere la presenza di Dio.Dio.
Occorre arrivare, dopo un lungo tragitto, a riconoscere le visite del Verbo, cioè il Verbo che ci visita con la sua presenza elusiva, con una presenza che noi non riusciamo a trattenere e neppure a descrivere, tanto è ineffabile.
Eppure chiunque conosca
la preghiera cristiana nelle sue dimensioni
profonde, vere e autentiche, sa che cosa sia la visita
del Verbo, soprattutto quando
si è impegnati nella meditazione
delle Scritture, nella contemplazione della Parola divina, attraverso la quale
il Signore si fa presente e ci visita.
A volte il Verbo A volte il Verbo ci ferisce e ci ferisce e
allora allora piangiamo, piangiamo,
a volte ci a volte ci consola consola
e noi e noi esultiamo di esultiamo di
gioia.gioia.
Certo, a volte nella preghiera Certo, a volte nella preghiera si è distratti, a volte si è aridi, si è distratti, a volte si è aridi,
a volte ci si annoia anche: a volte ci si annoia anche: non importa, noi siamo e non importa, noi siamo e
restiamo uomini ed è difficile restiamo uomini ed è difficile l'operazione di radunare tutte le l'operazione di radunare tutte le
nostre facoltà e di indirizzarle nostre facoltà e di indirizzarle verso l'Unico.verso l'Unico.
L'importante è restare là a pregare, è restare là per Dio e non
intraprendere altre occupazioni. Qualcuno dubita
di questa necessità, ma non bisogna essere idealisti:
senza dare materialmente
del tempo a Dio, non si può conoscere
la comunione con Lui
e neppure si può conoscere
una vera carità con i fratelli
Un monaco ha Un monaco ha scritto: "Quando scritto: "Quando penso alle penso alle mie ore quotidiane mie ore quotidiane di preghiera, di preghiera, esse mi appaiono esse mi appaiono come un immenso come un immenso
cumulo di sabbia cumulo di sabbia che trascino davanti che trascino davanti a Dio; in quella a Dio; in quella
sabbia appaiono ogni sabbia appaiono ogni tanto alcune pepite tanto alcune pepite d'oro d'oro e queste sole e queste sole
valgono, valgono,
ma senza quell'enorme carico di sabbia in cui ma senza quell'enorme carico di sabbia in cui sono nascoste, non avrei pepite d'oro, non avrei sono nascoste, non avrei pepite d'oro, non avrei neppure frammenti di amore autentico per gli neppure frammenti di amore autentico per gli
uomini".uomini".
Uscendo da Gerico insieme ai suoi discepoli
e a molta folla, il figlio di Timeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù
Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di
me!».
Molti lo rimproveravano, perché tacesse,
ma egli gridava ancora più forte:
«Figlio di Davide, abbi pietà di me,»
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!».
Chiamarono il cieco, dicendogli: Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Alzati, ti chiama!; » «Coraggio! Alzati, ti chiama!; »
"Egli, gettato via il suo mantello, "Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù, balzò in piedi e venne da Gesù,
allora Gesù gli disse: allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia «Che cosa vuoi che io faccia
perte?».perte?».
E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». « Và, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo».