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1. Relazione generale Pag. 1
1.1 La situazione socio economica di partenza 4
1.2 L’iter attuativo 9
1.3 I risultati finali 13
1.4 Punti di forza e punti di debolezza affrontati dal P.I.A. del Canavese 18
2. Le relazioni specifiche 21
2.1 Riconversione funzionale di area industriale localizzata presso l’officina “H”
del complesso I.C.O. a Ivrea
21
2.2 Museo a cielo aperto dell’architettura moderna di Ivrea 29
2.3 “Business Centre” di Chivasso 40
2.4 Realizzazione di struttura polivalente a finalità culturale e turistica di
supporto al turismo rurale del Comune di Lauriano
50
2.5 Riqualificazione delle Terme di San Genesio e loro rifunzionalizzazione ad
uso pubblico del Comune di Castagneto Po
57
2.6 Sportello territoriale per la qualità e lo sviluppo della piccola e media impresa 64
2.7 Agenzia della pietra 78
2.8
Agenzia di sviluppo e valorizzazione della ceramica di Castellamonte
86
2.9 TS Canavese - Diffusione dell’innovazione tecnologica nell’industria manifatturiera del Canavese
98
TS Canavese – Rapporto finale 116
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1. RELAZIONE GENERALE
La presente relazione costituisce il resoconto finale dell’attività di realizzazione del P.I.A. del
Canavese nel suo complesso e per singoli specifici interventi.
Il Progetto Integrato di Area del Canavese, avviato nel 1998, si è concluso nell’ottobre 2001. A
quella data tutti gli interventi sono stati realizzati e sono stati liquidati tutti i pagamenti da parte dei
soggetti attuatori, così come risulta dalla documentazione prodotta dai medesimi.
L’operazione “Progetto Integrato di Area del Canavese” per la Provincia di Torino, che è stata
responsabile della sua attuazione, ha significato anche un coinvolgimento ampio di soggetti, un
dialogo diretto e innovativo con il proprio territorio, una riflessione sull’uso e sulla promozione di
nuovi strumenti a favore dello sviluppo locale, un’esperienza che completava quella già avviata del
Patto Territoriale del Canavese.
L’esperienza maturata lungo questo percorso è stata caratterizzata da un grado significativo di
flessibilità nella sua conduzione, fatto, questo, che ha portato alla realizzazione di attività anche non
previste inizialmente ma che sono state ritenute necessarie ed attivate perché considerate importanti
per raggiungere il risultato finale, come la predisposizione di documenti esplicativi di supporto
all’attività di rendicontazione periodica dei soggetti attuatori o la realizzazione di incontri con
ciascuno di essi per discutere e trovare soluzione a puntuali problemi.
Questa relazione intende anche dare conto di questa attività, attraverso i numerosi documenti che
sono stati prodotti e che, forniti in allegato, costituiscono parte integrante della relazione medesima.
Alcuni (allegati n° 3 e 4) sono strumenti meramente operativi (il verbale-tipo di deliberazione di
giunta per l’approvazione del quadro economico, le note esplicative per le rendicontazioni:
strumenti necessari ai soggetti attuatori meno esperti in procedure complesse) messi anche a
disposizione, su loro richiesta, di enti coordinatori e gestori degli altri P.I.A. piemontesi; altri (come
l’allegato n° 5) costituiscono una riflessione metodologica sull’esperienza in corso, che guarda alla
nuova fase di programmazione 2000/2006, con un’attenzione particolare al documento sui PIT
(Programmi Integrati Territoriali) pubblicato dal Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione
Economica, oggi Ministero dell’Economia e delle Finanze.
L’attività che ha interessato la Provincia di Torino nell’attivazione e gestione del Progetto Integrato
di Area del Canavese è positiva in primo luogo nei suoi risultati, in secondo luogo perché ha
consentito di maturare una riflessione approfondita sullo strumento del P.I.A. e sul ruolo che la
Provincia ha svolto per la sua riuscita, tale da consentire di elaborare indicazioni per iniziative
analoghe che sono in fase di avvio.
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Il Progetto Integrato di Area del Canavese si è rivelato più di un semplice programma di
coordinamento di interventi sul territorio; esso ha assunto connotazioni di vero e proprio piano di
sviluppo strategico di quel territorio, sia per la sua integrazione con altri strumenti di sostegno allo
sviluppo locale, come il Patto Territoriale, sia per le caratteristiche dell’evoluzione del suo processo
e del ruolo degli attori che vi sono stati coinvolti.
In primo luogo è stato rilevante il ruolo assunto dalla Provincia di Torino sia nella fase di
attivazione del progetto che in quella di gestione, monitoraggio e controllo.
Fin dall’inizio la Provincia ha svolto un ruolo di regia candidando al P.I.A. un’area sistema già
interessata da un Patto Territoriale, sottolineando così la complementarietà tra i due strumenti, e
promuovendo le opportune iniziative che hanno permesso di giungere alla definizione e redazione
del programma attraverso un’attenta valutazione dei diversi progetti che erano stati proposti dal
territorio.
Nella fase di gestione del processo attuativo la Provincia di Torino ha svolto un ruolo di
coordinamento delle azioni degli enti attuatori nonché di vigilanza, per conto della Regione
Piemonte, sulla coerenza di tali azioni sia nella realizzazione degli interventi, verificandone la
corrispondenza al progetto proposto, sia nella regolarità della gestione amministrativa, finalizzata
alla richiesta di erogazione dei finanziamenti.
La Provincia di Torino ha svolto questo compito con la consapevolezza di affrontare un’esperienza
nuova e impegnativa e ha deciso di farlo attivando un’azione continuativa di assistenza tecnica,
finanziata quasi interamente con risorse proprie, affidata alla Società S.&T., che ha consentito di
stabilire con i soggetti attuatori un costante dialogo, diretto ad affrontare insieme e risolvere i
diversi problemi che andavano emergendo in questo percorso.
Il carattere di novità del Progetto ha impegnato tutti, i soggetti attuatori, la Provincia, la Regione
Piemonte, e l’assistenza tecnica, in una operazione di costruzione di azioni ma, soprattutto, di
“dialogo verticale e orizzontale” non sperimentati in precedenza; si è trattato, pertanto, di un'attività
che, partendo da un canovaccio preliminarmente predisposto, ha dovuto man mano mettere in atto
procedure ed azioni necessarie a risolvere problemi spesso non prevedibili nella fase di avvio del
progetto stesso.
L'attività svolta dall’assistenza tecnica è stata, sempre, improntata ad oggettivare la peculiarità del
singolo problema in modo da costruire norme comportamentali trasferibili, ovvero valide per tutti
gli interventi ed utili come indicazioni di buone prassi da seguire per esperienze analoghe.
La Provincia di Torino, attraverso i propri uffici e l’assistenza tecnica, ha garantito:
a) attività di assistenza ai singoli soggetti attuatori per fornire il necessario supporto alla
definizione e realizzazione del progetto,
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b) attività di monitoraggio costante delle attività degli interventi al fine di consentire alla Provincia
di gestire la fase attuativa del Progetto Integrato d'Area del Canavese, così come previsto dalla
Convenzione stipulata con la Regione Piemonte.
c) Coordinamento dell’attività di rendicontazione amministrativa dei singoli interventi e
predisposizione della documentazione necessaria alle richieste del finanziamento
d) Predisposizione di relazioni periodiche (trimestrali e quadrimestrali) al fine di dar conto con
continuità dello stato di avanzamento dei lavori e delle eventuali criticità, nonché delle soluzioni
adottate
e) Attività di verifica finale di coerenza di contenuti, obiettivi e gestione finanziaria
f) Attività di diffusione dell’esperienza del P.I.A. del Canavese (seminari, brochures, ecc.)
Il P.I.A. del Canavese si configura come un vero piano di sviluppo di quel territorio anche per
l’interrelazione attivata tra i singoli progetti, rafforzatasi nel tempo anche grazie ad una migliore
comunicazione raggiunta dai soggetti attuatori, i quali hanno riscontrato complementarietà tra gli
interventi e concordato azioni comuni, sviluppando un’azione orientata ad una “logica distrettuale”,
coerente alla seconda fase del Patto Territoriale del Canavese, in cui la strategia di sviluppo
individuata è stata quella di realizzare e consolidare la fisionomia di “distretto multivocazionale”
del Canavese.
Di sicuro impatto per l’evoluzione economica e sociale del territorio è non solo la continuità nel
tempo delle azioni attivate quanto l’innovatività dell’operazione che ha attivato infrastrutture sia
materiali che immateriali e, soprattutto, quella integrazione sia interna al progetto che esterna,
riscontrata nella ricaduta economica sulle imprese, nella costruzione di un efficiente e ampio
partenariato, nel costante riferimento all’azione del Patto Territoriale, che fa del progetto un volano
di iniziative diverse e nuove.
Il P.I.A. del Canavese può essere considerato emblematico nell’esperienza dei progetti integrati
attivati dalla Regione Piemonte nella precedente fase di programmazione dei fondi strutturali, sia
per la complessità e il numero degli interventi realizzati, sia perché esso è stato inserito
coerentemente in un percorso di sviluppo locale che questo territorio aveva avviato con l’esperienza
del Patto Territoriale e che, ancora oggi, è in fase di continua implementazione tale da farne un
“caso studio” (CENSIS, Università di Torino, Regione Piemonte, COREP, riviste specializate,
ecc.). Proprio l’esperienza del P.I.A. del Canavese deve indurci a riflettere su un nodo cruciale: i
progetti integrati di area possono dare risultati significativi in qualsiasi contesto territoriale, ovvero
a prescindere da una consuetudine di concertazione fra attori pubblici e privati per lo sviluppo
locale?
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L’esperienza realizzata dimostra la positività di adottare una strategia di concentrazione di risorse
per indurre cambiamenti significativi in un’economia locale. In questo quadro, infatti, il Canavese
rappresenta emblematicamente la crisi di un modello economico centrato sulla grande impresa,
modello che questo territorio ha cercato di superare con la costruzione di un modello nuovo di
sviluppo dal basso, offrendo spazi, risorse, ricerca alle PMI e dunque individuando fattori di
competitività fondati sulla costruzione di un sistema socio-economico locale fatto da imprese,
territorio, infrastrutture materiali e immateriali, innovazione, internazionalizzazione, investimenti
sulle risorse umane, valorizzazione delle politiche di inclusione sociale, di sostenibilità ambientale e
di pari opportunità fra uomini e donne; tutto ciò attraverso un metodico lavoro in rete o, se si
preferisce, un lavorare in modo integrato per progetti, per attori, per scenari, che si sta rivelando
oggi la marcia in più di questo territorio, nonché l’espressione più coerente di valore aggiunto
comunitario, così come indicato nei documenti fondanti dei fondi strutturali.
È in questo contesto che il P.I.A si è coerentemente inserito ed ha implementato nuovo sviluppo.
1.1 La situazione socioeconomica di partenza
Può essere significativo, alla fine di un percorso avviato nell’estate del 1998, richiamare il quadro
socio economico in cui il Progetto Integrato di Area del Canavese ha preso avvio, perché ciò
consente di capire meglio le motivazioni iniziali che hanno sollecitato e giustificato l’intervento e,
anche, di valutare più correttamente il risultato finale.
Riportiamo una sintesi della Relazione socio economica del territorio contenuta nel rapporto del
Progetto Integrato di Area del Canavese approvato con deliberazione di Giunta provinciale il 30
settembre 1998; tale sintesi è stata utilizzata anche nella relazione di valutazione intermedia del
P.I.A. riportata integralmente all’allegato 1.
Sintetizziamo tale analisi per punti di forza e di debolezza del territorio
?? punti di forza
1. L’ambiente naturale – le potenzialità di attrazione determinate dalla qualità ambientale
L’analisi del territorio aveva evidenziato la presenza di un ambiente naturale e paesaggistico
assai diversificato e con caratteristiche di alto pregio, costellato da un patrimonio storico-
architettonico per il quale erano già in atto importanti operazioni di valorizzazione.
Tali risorse generalmente assumono una non trascurabile rilevanza nelle scelte insediative
residenziali e produttive, sempre più attente alla presenza di elementi di “qualità”.
L’attenzione nei confronti di questo patrimonio costituisce, inoltre, il cardine della
salvaguardia ambientale e lo stimolo alla creazione di nuovi giacimenti occupazionali
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improntati proprio alla valorizzazione economica delle risorse ambientali, culturali ed
artistiche.
Su tali premesse poggiava, ovviamente, la speranza di un rilancio turistico dell’area, fino ad
allora relegata ad un ruolo di marginalità e di territorio di “transito” dall’area metropolitana
a nord, verso la Francia e la Svizzera, e ad est verso Milano.
2. L’ambiente amministrativo – la volontà di fare insieme un Patto
Il Canavese, inteso come area oggetto del progetto integrato, non si è mai identificato in un
soggetto politico-amministrativo unico ed autonomo: il governo di questo territorio è infatti
affidato ad un numero rilevante di Enti Locali: 123 comuni e 5 Comunità Montane che con
58 enti e 115 imprese avevano stipulato un accordo finalizzato a promuovere lo sviluppo
locale durevole del territorio.
Tutti i sottoscrittori avevano manifestato una volontà di coesione e, su iniziativa della Città
di Ivrea, avevano aderito ad un impegno comune a cooperare, coscienti che solo attraverso
un’azione congiunta sia possibile superare le crisi congiunturali e promuovere lo sviluppo
futuro.
In tale azione si può leggere una moderna intuizione del nuovo atteggiamento di
cooperazione che si deve instaurare tra pubblico e privato per promuovere e, soprattutto, per
non ostacolare lo sviluppo locale. Si può senz’altro affermare che un ambiente
amministrativo favorevole costituisca un elemento di vantaggio competitivo di un territorio
ed un elemento di attrazione per le imprese nelle loro strategie localizzative
3. Le risorse umane – incremento demografico – livello di istruzione
Nella prima metà degli anni ’90, i Comuni aderenti al Patto Territoriale del Canavese
avevano complessivamente, seppure di poco, visto crescere la loro popolazione.
Si trattava di un incremento determinato essenzialmente da un movimento migratorio
positivo, che peraltro non investiva tutti i comuni, ma che poteva essere considerato un
segnale della presenza di elementi di attrazione dell’area sia relativi a nuove possibilità
occupazionali sia determinate da favorevoli condizioni ambientali e residenziali.
L’area era caratterizzata dalla presenza di un livello di istruzione e formazione professionale
mediamente più elevato di quello regionale; tale situazione è stata condizionata dalla storica
presenza di un’azienda che ha sempre sostenuto il binomio ricerca- industria e che, pur non
avendo più le caratteristiche per assorbire occupazione, ha condizionato, non solo
negativamente, le aspirazioni dei lavoratori e delle lavoratrici e le scelte di innovazione delle
imprese.
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4. Risorse economiche – le caratterizzazioni territoriali –
Il processo di forte deindustrializzazione che ha colpito il Canavese e il Chivassese nel corso
della prima metà degli anni ’90, a causa della ristrutturazione della Olivetti e la chiusura
dello stabilimento Lancia, non era stato tuttavia sufficiente a mutare il carattere di elevata
industrializzazione che tutta l’area continuava, e continua ancora oggi, ad avere, anche se lo
spostamento della forza lavoro dalla grande impresa alle PMI aveva provocato un fenomeno
di sfasamento tra la velocità del cambiamento del contesto ambientale e la velocità di
crescita/adattamento delle PMI.
La deverticalizzazione del sistema produttivo aveva reso evidente una specializzazione delle
aree che le grandi imprese oscuravano:
- Il Canavese Occidentale vantava una specializzazione nei settori della forgiatura
dell’acciaio e dello stampaggio a caldo, che dipendeva fortemente dalle richieste delle
imprese del settore automobilistico, e che necessitava di un rilancio per la salvaguardia
economica ed occupazionale del settore;
- L’Eporediese legava il suo sviluppo industriale ad un rapporto più o meno conflittuale
con l’Olivetti e le sue scelte strategiche, ma poteva, e può ancora oggi, anche vantare
una specializzazione elettronico/informatica che non ha eguali nella regione;
- Il Chivassese, grandemente favorito dalla propria posizione in una zona pianeggiante e
al centro di un nodo di infrastrutture viarie e ferroviarie, nonostante il recente passato di
crisi occupazionale determinato dalla chiusura dello stabilimento della Lancia, offriva
ottime possibilità localizzative per nuovi insediamenti e manteneva una struttura
economica sufficientemente articolata per caratterizzarsi come polo commerciale e di
offerta di servizi alle imprese del Canavese.
5. Le opportunità localizzative per le imprese
La evidenziazione delle potenzialità attrattive del territorio, per il rilancio della sua attività
imprenditoriale, è, generalmente, fortemente condizionata dalla disponibilità di offerta di
aree a destinazione produttiva.
L’analisi economico-territoriale aveva evidenziato una significativa offerta di aree
disponibili.
L’offerta era variamente caratterizzata e poteva soddisfare le esigenze localizzative sia di
imprese industriali di grandi dimensioni che di piccole o medie imprese anche artigiane;
varia era anche l’organizzazione territoriale e strutturale dell’offerta che presentava sia
grandi aree attrezzate che disponibilità di siti o di capannoni dismessi.
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?? punti di debolezza
1. Situazione di marginalità dell’area – criticità del sistema delle comunicazioni
L’analisi delle caratteristiche del territorio aveva evidenziato il fatto che, pur essendo l’area
collocata in una posizione geografica strategica rispetto al contesto europeo, e cioè in
posizione molto prossima all’intersezione tra il corridoio est-ovest (che chiameremo di
collegamento dell’Italia con il bacino del Mediterraneo) ed corridoio nord-sud
(fondamentale per il collegamento del porto di Genova e dell’intera area tirrenica con il
Nord Europa), essa soffrisse di una condizione di marginalità.
Tale marginalità era determinata sia dalla particolare struttura orografica dell’area, costituita
per gran parte da rilievi montuosi, sia dalla criticit à del sistema di comunicazione.
L’armatura del sistema infrastrutturale, sia viario che ferroviario presentava, in più
situazioni, problemi di congestione in quanto:
- non erano ben articolate e separate le funzioni proprie di un livello locale da quelle di un
livello di rango superiore, nazionale e internazionale;
- il trasporto e la distribuzione delle merci, caratterizzato da un flusso di mezzi pesanti,
entrava in conflitto con un sistema territoriale fragile caratterizzato da componenti
paesistico-ambientali e storico-antropiche di particolare interesse;
- l’area era fortemente tributaria al nodo di Torino soprattutto per tutti i collegamenti
nazionali ed internazionali.
Le caratteristiche di marginalità e infrastrutturali penalizzavano fortemente l’area anche
sotto l’aspetto di una sua valorizzazione turistica che, come emergeva dall’analisi,
presentava forti potenzialità ma che non riusciva a decollare proprio perché considerata di
“transito” rispetto ad aree limitrofe come la Valle d’Aosta e risentiva della forte concorrenza
di altre aree piemontesi più propositive e organizzate come, ad esempio, le Langhe.
2. Insufficiente valorizzazione dell’immagine dell’area
Le vicende delle grandi imprese che nel recente passato avevano fortemente condizionato le
sorti economiche dell’area –trasformazione dell’Olivetti nel Canavesano e chiusura dello
stabilimento Lancia nel Chivassese- avevano assunto un ruolo emblematico nella
rappresentazione interna ed esterna della vitalità dell’economia dell’area tanto da offuscare
la vitalità di imprese più piccole.
Sul piano della rappresentazione esterna le vicende delle grandi imprese avevano assunto un
ruolo assai più incidente di quello dovuto alla contrazione di una occupazione e di un indotto
importante ma non maggioritario, mettendo in ombra la crescente diversificazione
industriale manifatturiera e la creazione di servizi avanzati.
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3. Situazione occupazionale
Critica si presentava la situazione occupazionale del Canavese sia dal punto di vista
dell’offerta che da quello della domanda.
L’offerta di lavoro era in costante crescita ed era rappresentata, in misura prevalente, da
lavoratori disoccupati adulti prevalentemente di sesso femminile e con bassi livelli di
istruzione, per i quali è sempre difficile ipotizzare un reingresso nel mercato del lavoro.
Negli anni compresi tra il 1993 e il 1997 il tasso di disoccupazione cresce in maniera
progressiva; in quegli anni il numero degli iscritti presso le Sezioni circoscrizionali per
l’impiego di Ivrea, Cuorgnè e Caluso passava da 9.657 a 13.661.
4. Modificazione della struttura delle imprese e loro difficoltà a dialogare tra di loro e con le
istituzioni
La crisi del modello di organizzazione aziendale basato sulla monoindustria aveva cambiato
lo scenario imprenditoriale dell’area evidenziando la presenza sul territorio di una
imprenditoria diffusa di piccole e medie dimensioni. Queste si erano trovate ad affrontare i
problemi organizzativi, burocratici, promozionali che nel passato erano sempre stati mediati
e pilotati dalla grande industria, senza possedere le competenze e le risorse economiche,
culturali e tecnologiche di questa.
Questo nuovo scenario ha comportato la fatica di creare rinnovate relazioni tra imprese
appartenenti alla stessa filiera di produzione o operanti sulla stessa area e tra queste e tutti
gli organismi istituzionali che fino ad allora erano stati abituati ad avere pochi (se non un
unico) interlocutori.
5. Indebolimento della struttura territoriale ed economica dell’agricoltura
L’agricoltura risentiva delle difficoltà proprie del settore, riscontrate in tutta la regione;
particolarmente grave risultava l’abbandono delle aree di montagna, soprattutto da parte
delle generazioni più giovani, fenomeno che ha avuto ripercussioni sull’equilibrio
ambientale anche dei territori a valle.
6. Debolezza delle strutture finanziarie
Il maggiore dei problemi era la difficoltà, propria delle imprese minori, di accesso al credito,
tant’è vero che, a partire da questa consapevolezza, all’interno del Patto Territoriale del
Canavese era stato definito un protocollo del credito per dare pari opportunità a tutte le
imprese che fanno investimenti nel territorio, a prescindere dalla loro dimensione.
Nell’area Canavesana, a fronte di un ingente volume di risparmio locale, le banche e gli altri
intermediari finanziari mantenevano un atteggiamento scarsamente dinamico rispetto alle
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imprese minori.
Si avvertiva la necessità di individuare nuovi strumenti per aiutare le piccole imprese
dell’area ad utilizzare le risorse disponibili e quelle di media dimensione ad accedere
direttamente ai mercati di capitali ed ottenere, per questa via, un’effettiva riduzione dei costi
di indebitamento.
È in questa situazione socio economica che si rafforza l’idea e l’azione del Patto Territoriale del
Canavese e, in maniera strettamente coerente anzi come diretta emanazione di questo, si concretizza
il progetto Integrato di Area del Canavese a cui seguirà l’approvazione del Patto Tematico
Agricoltura e Pesca, anch’esso finanziato.
1.3 L’iter attuativo
Questa relazione conclusiva non può prescindere dall’analisi di un processo che si è rivelato lungo e
complesso, ma costruttivo in quanto ha consentito alla Regione Piemonte e alle Province di
sperimentare, con la misura 6.1 del DOCUP ob. 2 97/99, uno strumento innovativo che ha dato
strumenti procedurali e finanziari nuovi per la messa a punto di un’asse indirizzato al sostegno
dello sviluppo locale nella programmazione del DOCUP 2000/2006, all’interno del quale viene
definita la nuova misura 3.1,
Nel ripercorrere l’intero processo, ne descriveremo le fasi più significative richiamando e
completando la relazione predisposta ad aprile 2000 per la valutazione intermedia prevista dal
regolamento della Commissione UE (art. 6 Reg. CE 2081/93) il cui testo integrale costituisce
l’allegato n° 1.
Fase 1
Il primo periodo è stato caratterizzato dalla messa in atto delle attività che hanno consentito l’avvio
del progetto, che possiamo sinteticamente riassumere:
- il 19 marzo 1998 la Provincia di Torino con deliberazione di Giunta n° 9-47784/98 ha
individuato nel Canavese, il territorio di 123 comuni interessato dal Patto Territoriale, l’area
sistema su cui realizzare la misura 6.1 del DOCUP 1997/99;
- il 1 giugno 1998 la Regione Piemonte, con deliberazione n° 67-24739, accoglieva l’indicazione
avanzata dalla Provincia di Torino e individuava l’area del Canavese, quale bacino economico
locale di questa provincia sul quale attivare il Progetto Integrato di cui alla misura 6.1 DOCUP
97/99; approvava lo schema di indirizzo contenente gli obiettivi e le linee guida di riferimento
per l’elaborazione del “Progetto Integrato”, prevedendo orientativamente l’ammontare delle
risorse a valere sul F.E.S.R. in circa 11 miliardi di lire riferite all’area-sistema della provincia di
Torino; individuava nella Provincia di Torino l’Amministrazione capofila incaricata del
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coordinamento, della definizione e della predisposizione del Progetto Integrato dell’Area del
Canavese, nonché della successiva gestione della fase attuativa del Progetto medesimo;
- tra giugno e settembre 1998 si svolgeva una metodica azione di pubblicizzazione dell’iniziativa,
di confronto e concertazione con gli attori pubblici e privati del Canavese per l’individuazione e
la successiva valutazione di progetti di intervento e la selezione dei progetti stessi da candidare
sul P.I.A. in base alla loro coerenza con gli obiettivi e gli indirizzi della misura 6.1 DOCUP
97/99, nonché con le esigenze di sviluppo del territorio. Dei progetti presentati, a seguito della
lettera di invito da parte della Provincia di Torino, 16 sono stati quelli selezionati da proporre
alla Regione;
- il 30 settembre 1998, con deliberazione n° 48-157255, la Giunta della Provincia di Torino
approvava la proposta di Progetto Integrato del Bacino Economico del Canavese da sottoporre
alla Regione per l’ammissione a finanziamento;
- il primo febbraio 1999 la Direzione Industria – Settore Osservatorio Settori Produttivi
Industriali - della Regione Piemonte, con determinazione n° 7, ammette a finanziamento, per
l’importo complessivo di L. 12.561.106.000 a carico del DOCUP, il “Progetto Integrato d’Area
del Canavese” e affida alla Provincia di Torino la gestione della fase attuativa del Progetto in
base ad apposita convenzione;
- il 29 marzo 1999 veniva firmata la Convenzione tra Regione Piemonte e Provincia di Torino per
la gestione della fase attuativa del Progetto Integrato d’Area del Canavese (Misura 6.1 DOCUP
97/99);
- il 15 luglio 1999, con determinazione regionale n° 69, si ammetteva a finanziamento, per L. 11
miliardi, l’intervento “Diffusione dell’innovazione tecnologica dell’industria manifatturiera del
Canavese” che diventava parte integrante del Progetto Integrato di Area del Canavese, portando
il budget di cofinanziamento a carico del DOCUP a complessive L. 23.561.106.000.
Fase2
La seconda fase non è temporalmente consecutiva alla precedente, in quanto molte delle attività
sopra descritte sono state realizzate parallelamente, coprendo un periodo che va dal giugno 1998,
ovvero dalla redazione della bozza del Progetto Integrato d’Area, fino al dicembre 1999, data entro
cui tutti i soggetti attuatori degli interventi costituenti il Progetto Integrato avrebbero dovuto
assumere gli impegni giuridicamente vincolanti per accedere al finanziamento.
Questa fase si caratterizza in due distinti periodi:
- il primo, caratterizzato dalla definizione di ciascun progetto costituente il P.I.A. del Canavese,
materialmente rappresentato dalla predisposizione delle schede descrittive e del
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cronoprogramma di riferimento, elementi integranti della Convenzione stipulata tra la Regione
Piemonte e la Provincia di Torino per la gestione della fase attuativa del P.I.A.
- il secondo, contraddistinto dall’avvio dei progetti nel rispetto del quadro finanziario e temporale
indicato nella Convenzione, ovvero dall’assunzione di tutti gli impegni giuridicamente
vincolanti, indispensabili per l’accesso ai finanziamenti, entro il 30 dicembre 1999.
È in questo periodo che si costituisce il Comitato di Pilotaggio del P.I.A. del Canavese, formato da
tutti i soggetti attuatori dei singoli progetti e dalla Provincia di Torino, che ha svolto un ruolo di
animazione, regia del progetto, operando al fine di rafforzare la logica e la cultura di integrazione.
Fin dalla sua costituzione, avvenuta il 17 luglio 1999, il ruolo del Comitato di Pilotaggio è stato
quello di far sì che tutti i soggetti coinvolti abbiano potuto raccogliere una serie di valutazioni
periodiche sull'esperienza e lavorare insieme ad un risultato che ha dato visibilità non solo ai singoli
progetti ma a tutto il territorio. Un altro obiettivo del Comitato di Pilotaggio è stato quello di far
emergere dalle attività dei singoli progetti altre idee di sviluppo, soluzioni tali da creare quel valore
aggiunto che costituisce un elemento di qualità nell’utilizzo di provvidenze comunitarie. Il
Comitato di Pilotaggio del P.I.A. del Canavese è tuttora in carica e la riunione più recente si è svolta
il 12 novembre 2001 quando si è discusso della nuova programmazione dei fondi strutturali.
Gli incontri sono stati accompagnati da verbali e documenti redatti congiuntamente e sottoposti alla
valutazione di tutti i soggetti attuatori del P.I.A. del Canavese, con la finalità di far emergere nuove
idee che rafforzino il partenariato locale che si è andato costituendo in questi anni. Tali documenti
sono consultabili nell’allegato n° 2.
Nella fase 2 si è ridefinito il quadro finanziario complessivo sulla base di due fattori:
- a seguito di economie verificatesi in sede di gara per l’affidamento dell’esecuzione degli
interventi o di acquisto di attrezzature,
- a causa di difficoltà insorte, in corso di realizzazione, per il progetto relativo alla creazione del
Polo dello stampaggio a caldo, che hanno reso impossibile assumere gli impegni necessari entro
i termini indicati (31/12/99); ciò ha comportato l’esclusione di tale intervento dal P.I.A. del
Canavese e la revoca di finanziamento che, tuttavia, è stato riassegnato dalla Regione Piemonte
su un’altra voce del bilancio regionale (Fondi del Patto per lo Sviluppo)al fine di non tradire le
aspettative delle imprese che ripongono nella realizzazione di questo intervento la speranza di
risolvere i gravi problemi ambientali che minacciano ancora oggi la continuità produttiva di un
settore di importanza strategica per il Canavese occidentale, e non solo.
A seguito di tali fattori la Regione Piemonte, con determinazione della Direzione Industria n° 9 del
25 gennaio 2000, per gli interventi inseriti nel Progetto Integrato di Area del Canavese, ha
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rideterminato l’importo complessivo pari a L. 27.182.375.000 e relativo finanziamento a carico
Docup 97/99 pari a L. 17.615.188.000.
Fase 3
È la fase che corrisponde a quella di attuazione vera e propria dei diversi interventi e che, in base
alle direttive regionali, avrebbe dovuto concludersi al 30 giugno 2001, che invece si è conclusa al
31 ottobre 2001, per proroga accordata ai soggetti attuatori dalla Regione Piemonte.
È nel monitoraggio di questa fase che emergono le differenze nella realizzazione tra interventi di
differente natura, in particolare tra il gruppo costituito da interventi di attuazione di opere edili e
quello di progetti mirati a fornire servizi immateriali o attività di trasferimento tecnologico alle
imprese.
La linea di differenziazione, non irrilevante, è costituita principalmente dalle diverse modalità di
richiesta dei finanziamenti. In particolare le condizioni di richiesta del 1° acconto, che viene erogato
alla stipula del contratto di appalto e alla consegna dei lavori per gli interventi di esecuzione di
opere edili, viene erogato al raggiungimento del 30% dell’investimento per interventi consistenti
erogazione di attività o servizi.
Gli interventi di natura edile (infrastrutture materiali), una volta avviati i cantieri, hanno proceduto
ad un ritmo regolare nella realizzazione delle opere, salvo alcuni inconvenienti incontrati lungo il
percorso che hanno reso necessaria la redazione di varianti e la richiesta di proroga dei termini di
chiusura dei lavori da giugno a settembre 2001.
Salvo casi particolari determinati o da eventi eccezionali, come l’alluvione dell’autunno 2000, o
non prevedibili, come l’inadempienza della ditta appaltatrice dell’opera di realizzazione del Museo
a cielo aperto di Ivrea, si è trattato prevalentemente di inconvenienti abbastanza usuali nella
realizzazione di opere edili per le quali si sono attivate le procedure solite nella realizzazione di tali
opere.
Più complesso si è rivelato l’avvio dei progetti mirati alla realizzazione di servizi o di attività di
trasferimento tecnologico. L’incertezza iniziale è stata determinata dalla novità nella procedura di
rendicontazione dell’attività e dalla difficoltà ricevere il 1° acconto di finanziamento vincolato al
raggiungimento del primo 30% di investimento. Superate queste difficoltà, tutti gli interventi sono
stati realizzati, in alcuni casi senza necessità di richiedere la proroga dei termini di conclusione.
Nei rapporti relativi ai singoli interventi, che costituiscono parte integrante della presente relazione,
è riportata la storia di ciascuno di essi.
Fase 4
È la fase conclusiva dell’intero Progetto Integrato d’Area.
13
Secondo l’articolo 4 della Convenzione stipulata tra Regione Piemonte e Provincia di Torino per la
gestione della fase attuativa del P.I.A. del Canavese, entro il 30 giugno 2001 avrebbero dovuto
concludersi le attività di attuazione di tutti gli interventi, con la chiusura dei cantieri, il collaudo
delle opere edili e il pagamento a saldo dei beneficiari finali.
Alla data stabilita, quattro erano gli interventi completati, precisamente:
?? Per la realizzazione di opere o lavori pubblici, a carattere edilizio:
- Realizzazione di struttura polivalente a finalità culturale e turistica di supporto al turismo
rurale nel Comune di Lauriano, attuata dallo stesso Comune,
- Riqualificazione delle Terme di San Genesio e loro rifunzionalizzazione ad uso pubblico,
attuata dal Comune di Castagneto Po
?? Per la realizzazione di servizi o attività di trasferimento tecnologico alle imprese:
- Agenzia della pietra, attuata dalla società Gest.ar.tur
- Agenzia di sviluppo e valorizzazione per la ceramica di Castellamonte, attuata dal Comune
di Castellamonte.
I rimanenti interventi, per ragioni diverse, non hanno potuto concludere i lavori entro il 30 giugno
2001, perciò i relativi soggetti attuatori hanno presentato, in tempo utile, una richiesta di proroga
nell’ultimazione dei progetti al 30 settembre 2001, richiesta accolta dalla Regione Piemonte con
determinazione n° 106 del 26/6/2001.
La richiesta di proroga non era un sintomo di criticità, quanto espressione della necessità di avere
margini di tempo più ampi nel portare a termine gli ultimi adempimenti. Infatti al 30 settembre
hanno tutti portato a termine gli ultimi lavori e avanzato la richiesta di erogazione di saldo entro
ottobre 2001.
1.3 I risultati finali
I risultati possono considerarsi sicuramente positivi: tutti gli interventi sono stati completati e
risultano essere organici, funzionali e coerenti ai progetti inizialmente presentati e ne hanno
realizzato le finalità, così come dettagliatamente è descritto nelle relazioni specifiche a ciascun
intervento.
L’investimento complessivo
Il risultato dell’investimento è importante: a fronte della fiducia accordata dalla Regione Piemonte
al Progetto Integrato di Area del Canavese, con una disponibilità finanziaria superiore al
preventivato, i soggetti attuatori hanno risposto affrontando, non senza difficoltà, spese superiori al
previsto.
14
Nella tabella 1 si è riportato il quadro riassuntivo degli investimenti operando un confronto tra gli
importi impegnati, e approvati con determinazione della Direzione Industria n° 9 del 25 gennaio
2000, e quelli effettivamente spesi.
Le prime due colonne sono dedicate ai valori impegnati così come ridefiniti nella succitata
determinazione regionale:
- nella prima colonna sono riportati gli importi complessivi,
- nella seconda gli importi di finanziamento a carico del Docup.
Gli importi effettivamente spesi per la realizzazione degli interventi sono organizzati nelle
successive tre colonne:
- nella terza è riportato l’importo speso, considerato ogge tto di agevolazione: è l’importo totale
riportato nelle schede di richiesta di saldo; dal confronto del totale di questa colonna con il
totale della prima colonna risulta che è stato necessario affrontare una spesa superiore a quella
preventivata di circa 50 milioni di lire;
- nella quarta sono riportati gli importi finanziati dal DOCUP, calcolati sulla base dei valori
indicati nella colonna precedente: sono gli importi relativi al finanziamento richiesto; a fronte di
un maggior valore dell’importo speso si registra un risparmio del finanziamento a carico della
Misura 6.1 di circa 10 milioni di lire determinate dal riconoscimento di spese finanziabili
inferiore al previsto per gli interventi di realizzazione delle Terme di San Genesio e le Agenzie
della pietra e della ceramica.
- nell’ultima colonna sono riportate le spese complessive effettivamente sostenute, a cui i soggetti
attuatori hanno dovuto far fronte perché indispensabili alla realizzazione dell’intervento: sono
le spese necessarie alla realizzazione di opere in variante, quelle relative al reale valore di
acquisto di edifici (l’Officina H di Ivrea, ad esempio), altre che al momento di impegno di spesa
non sono state preventivate, ma che è stato necessario spendere. Il confronto tra i totali della
prima e dell’ultima colonna mostra una differenza considerevole: più di 1 miliardo di lire,
interamente sostenuto dai soggetti attuatori.
L’incremento occupazionale
Risultati importanti sono stati ottenuti anche in termini di occupazione sia direttamente coinvolta in
fase di realizzazione del progetto, sia stabilmente in fase di gestione.
?? La riconversione funzionale dell’Officina H ad Ivrea ha occupato in cantiere una media di 6
addetti, con un picco di 14 in fase di lavorazione più intensa. L’attivazione dei Corsi di Laurea
due Facoltà, ovvero Scienze della Comunicazione e Scienze Politiche ha consentito l’iscrizione
rispettivamente di 470 e 165 studenti, con l’impegno complessivo di 39 docenti e 3 dipendenti
con funzioni amministrative; a questi si aggiungano i 10 studenti del corso di formazione post
15
16
?? universitaria denominato “Web Carrieers”, seguiti da altrettanti docenti universitari di discipline
diverse.
?? La realizzazione del Museo a cielo aperto dell’architettura moderna di Ivrea ha richiesto
mediamente il lavoro di 4 persone in cantiere, con un picco di 8; la gestione del Museo è
affidata all’Ufficio Cultura della Città di Ivrea che si avvale della collaborazione di due
lavoratori socialmente utili impiegati a tempo parziale e determinato, per i quali si prevede un
rinnovo di contratto. L’attività di accompagnamento dei visitatori è affidata a due cooperative
che intervengono su richiesta e con interventi mirati alle esigenze dei visitatori stessi: la
cooperativa Conte Verde accompagna gruppi di studiosi, universitari, ecc., la cooperativa Alce
Rosso a disposizione di scuole e come coadiutori di attività di laboratorio. Ad ogni intervento
sono messi a disposizione due operatori.
?? La realizzazione del Business Centre di Chivasso si è avvalso dell’operato di 5 addetti in media
in cantiere; per la fase di gestione è difficile al momento quantificare il numero degli occupati.
Lo scopo del Centro è quello di mettere a disposizione del territorio competenze e servizi,
perciò più che creare occupazione all’interno della struttura, ne genererà all’esterno. Per quanto
concerne le attività che vi si svolgono o vi si svolgeranno, si prevede l’occupazione di 2 persone
presso l’Agenzia Canavese Sviluppo costituitasi per gestire il Palazzo dell’Economia e del
Lavoro “Luigi Einaudi” (Direttore e personale con funzione amministrativa), mentre per tutte le
altre attività (ASCOM, CNA, CCIAA, Laboratorio di ricerca del Politecnico) verranno utilizzati
addetti dei singoli enti. Va segnalato che il laboratorio del Politecnico, ospitato nella Caserma
Giordana e finanziato nell’ambito di TS Canavese, costituirà un vero e proprio “incubatore di
talenti” a livello europeo e, dunque, un valore aggiunto sul piano dell’incremento occupazionale
e della sua qualità.
?? L’intervento di Lauriano ha impegnato 3 addetti in cantiere, mentre la gestione del centro è
affidata ad una persona.
?? Anche la ristrutturazione delle Terme di San Genesio ha occupato 3 addetti in cantiere e se ne è
affidata la gestione ad una persona.
?? Il consorzio per la qualità di Caluso ha assunto 1 persona per il funzionamento del laboratorio e
1 per mansioni amministrative; tali persone, insieme al direttore, che ha un contratto di
consulenza, dopo aver lavorato per la realizzazione dell’intervento ne garantiscono la gestione.
?? L’Agenzia della pietra si è avvalsa della collaborazione di 2 persone in fase di realizzazione del
progetto, il cui contratto è scaduto e si stanno valutando le modalità di gestione dell’agenzia.
17
?? L’Agenzia della ceramica di Castellamonte, in fase di realizzazione si è avvalsa dell’operato di
2 persone a tempo pieno e 2 a tempo parziale; dopo la costituzione dell’Agecer la gestione è
affidata a 1 persona e si attende la nomina del direttore.
?? Il progetto TS Canavese ha avuto risultati particolarmente significativi anche dal punto di vista
occupazionale: la notevole mole di attività che i Centri di Competenza devono effettuare hanno
consentito l’inserimento di un numero di nuovi addetti superiore alle previsioni. Al 31 dicembre
2000 nei Cinque Centri erano stati inseriti 30 addetti di cui 11 in organico, 17 tra Borsisti e
Dottorati di Ricerca e due consulenti per la gestione tecnico-amministrativa del Progetto.
L’avvio di attività ricerca e trasferimento tecnologico correlate ai centri di Competenza ha
creato anche nelle aziende l’esigenza di potenziare l’organico. A luglio 2001 risultava che 20
nuovi addetti erano stati inseriti in attività di Ricerca e Sviluppo svolte nell’ambito di
collaborazioni con i Centri di Competenza o ad esse correlate.
La ricaduta sulle imprese locali
Superiore alle previsioni è stato il coinvolgimento e la risposta in interesse da parte delle imprese
del territorio:
- L’attività di trasferimento tecnologico attivato dal progetto TS Canavese, includendo
consulenze iniziali o audit tecnologici, feasibility study, progetti di R&S con/per imprese, ha
comportato un numero complessivo di circa 250 interventi di cui 140 in progetti di fattibilità o
progettazione/prototipazione, coinvolgendo finora circa 118 aziende diverse. La tabella che
segue mostra i dati sintetici relativi ai diversi Centri di Competenza.
Centro di competenza Audit
Tecnologici Fattibilità,
Consulenze, Progettazioni
Numero di aziende coinvolte
Stampaggio 25 28 25 Lavorazioni laser 29 34 30 Meccatronica e Microlavorazioni 37 37 40 Lamiere cellulari 16 15 17 Microsistemi 1 26 21
Totale 108 140 133
A queste si aggiungano interventi di trasferimento tecnologico a fruizione collettiva attraverso
attività seminariali e convegnistiche, di cui si fornisce dettagliata informazione nella relazione
sull’intervento specifico.
- Le aziende che si sono consorziate al Consorzio della qualità aziendale e delle Tecnologie,
attuatore del progetto “Sportello territoriale per la qualità e lo sviluppo della piccola e media
18
impresa”, sono state 16; il Consorzio ha contattato circa 30 aziende presenti sul territorio
canavesano, per 5 ha svolto attività di consulenza e 2 di queste, grazie al lavoro svolto dal
Consorzio, hanno già ottenuto la certificazione ISO 9001:2000.
- L’Agenzia della Pietra di Traversella ha svolto la sua azione di promozione per le 5 aziende
associate.
- L’Agenzia di sviluppo e valorizzazione della Ceramica di Castellamonte si è attivata per le 7
aziende associate, prevedendo di allargare il proprio raggio di azione.
Per maggiori specificazioni, anche sul tipo di attività intrapresa, si rimanda alle relazioni sugli
specifici interventi.
1.4 Punti di forza e di debolezza affrontati dal P.I.A. del Canavese
Alla conclusione di un percorso progettuale è indispensabile fare un bilancio delle azioni concrete
messe a punto, ma è anche utile riflettere e valutare l’intero processo per ricavare dall’esperienza
portata a termine indicazioni metodologiche per il futuro. È quanto è stato fatto in occasione del
seminario promosso dalla Provincia di Torino “I fondi strutturali ed i progetti integrati d’area”
tenutosi il 18 maggio 2001. In quell’occasione venivano analizzati gli elementi di grande forza di
questa esperienza e si rilevavano le difficoltà incontrate; quelle considerazioni sono state
riformulate nel documento “I Programmi Integrati di Area. Dalla programmazione 1997/1999 alla
programmazione 2000/2006 – Analisi di un’esperienza per promuovere iniziative innovative
nell’ambito della Provincia di Torino” (allega to n° 5) di cui richiamiamo in questa sede alcune
considerazioni.
L’applicazione della Misura 6.1, proprio per la sua natura sperimentale, è stata oggetto di
un’attenzione particolare da parte del Comitato di Sorveglianza dell’ob. 2, come è possibile rilevare
dalla relazione di valutazione intermedia del Docup ob.2 97/99 del Piemonte; in quella sede
venivano espressi giudizi che, seppur problematici sull’attuazione della Misura, per l’insufficiente
“integrazione e complementarietà” tra gli interventi, erano più positivi nei confronti del P.I.A. del
Canavese che, nascendo in un contesto “infrastrutturato” da una pratica più ampia di concertazione
del Patto Territoriale, è stato in grado di dare risultati più significativi soprattutto in riferimento alla
realizzazione di servizi di ricerca e trasferimento tecnologico e di nuove realtà (come le Agenzie) al
servizio dello sviluppo del territorio.
Come tutte le azioni innovative anche il Progetto Integrato di Area del Canavese ha mostrato luci e
ombre, la cui valutazione serve ora per affrontare la nuova fase.
Sicuramente il Progetto Integrato di Area del Canavese si segnala per i seguenti risultati positivi:
19
- lo sforzo di promuovere più progetti in un territorio delimitato cercando di identificarne i fattori
di complementarietà e organicità nello sviluppo locale; certo l’integrazione tra interventi non è
stata assoluta, ma si è realizzata per gruppi di progetti tra loro simili, con un nocciolo duro
costituito dal progetto TS Canavese, che è riuscito a costruire interessanti sinergie con altri
interventi attraendo “poteri forti” nel campo dell’innovazione tecnologica verso il Canavese e
facendo diventare la presenza di questo tipo di servizi un elemento di marketing territoriale
innovativo e di grande interesse: oggi le imprese sono interessate non solo dalle autostrade per
le merci, ma dalle infrastrutture per la ricerca;
- la cooperazione tra enti a diversi livelli (Comuni, Provincia, Regione), che ha consentito di
affrontare le difficoltà con un dialogo che ha coniugato formalità ed informalità ponendosi come
obiettivo il raggiungimento del risultato e suggerendo cosa possa essere in concreto la
semplificazione amministrativa: la strategia del dialogo, la vittoria del diritto sostanziale su
quello formale;
- la creazione di sinergie fra progetti simili (le Agenzie della Pietra e della Ceramica), o fra
progetti complementari (il Business Center e la sua Agenzia Canavese Sviluppo, il Distretto
Tecnologico del Canavese e l’Università ad Ivrea), al fine di accentuare il valore aggiunto di
progetti di sviluppo, di valorizzazione dei prodotti e delle iniziative rilevanti per quella parte di
territorio che è maggiormente legata ai prodotti tipici, al saper fare più tradizionale, che è
espressione peculiare della cultura di un territorio, dei suoi abitanti, delle tradizioni locali;
- la sperimentazione di un sistema di accompagnamento che ha creato pari opportunità di
informazioni e condizioni operative tra enti piccoli, medi e grandi.
Insieme ai molti punti di forza sono, comunque, emerse difficoltà, determinate non tanto dalla
novità dello strumento e dal suo carattere sperimentale, quanto dalla necessaria proceduralizzazione
di tutte le fasi. Rilevarle ci aiuta ad individuare azioni utili a migliorare le future performance di
interventi simili:
- necessità di definire un coordinamento più puntuale delle azioni volte a sostenere l’intervento
sul piano finanziario (difficoltà per le attese degli accrediti);
- costi esorbitanti per accedere al sistema di credito ordinario e indisponibilità ad applicare il
protocollo del credito,
- necessità di migliorare la strategia di integrazione del Piano al suo interno e con le altre
iniziative di sviluppo locale in atto sul territorio,
- necessità di migliorare l’azione della sede orizzontale di lavoro congiunto, il Comitato di
Pilotaggio,
20
- necessità di rafforzare l’esperienza di gran parte dei soggetti coinvolti ad assumere l’abitudine
ad accettare la rigidità delle regole che segnano l’impostazione dell’iter procedurale,
- necessità di impostare il cronoprogramma sapendo che questo dovrà necessariamente essere
rispettato,
- necessità di definire, anche in fase preliminare, un budget di progetto più puntuale,
Va, inoltre, rimarcato come sia stato talvolta sottovalutato il tema della visibilità al progetto da parte
degli enti che hanno concorso alla sua realizzazione.
Sottolineiamo quest’ultimo aspetto come un nodo particolarmente sensibile poiché dal
comportamento tenuto dai singoli attuatori, nella quasi totalità dei casi, si evince la necessità di
lavorare ancora di più per incoraggiare anche questi aspetti.
La proposta è che, nell’attività di accompagnamento che si dovrà realizzare per la nuova
programmazione, alle attività svolte dall’assistenza tecnica si aggiunga la pratica della
“comunicazione” finalizzata a mettere gli attuatori nelle condizioni di rispettare puntualmente le
indicazioni prescritte, ma soprattutto di far propria una delle regole di fondo del marketing
territoriale, cioè la capacità di mettere in valore le “reti lunghe” che determinano il successo e la
competitività del territorio, a partire dall’alleanza con Provincia, Regione, Stato Centrale, Unione
Europea.
21
2. LE RELAZIONI SPECIFICHE
Nel capitolo precedente si è analizzato il Programma Integrato di Area del Canavese nella sua
completezza, mettendone in evidenza gli obietti, il processo formativo, quello di attuazione e i
risultati raggiunti, evidenziando l’azione propulsiva che tale strumento può avere sul territorio nel
suo complesso. In questo capitolo ci soffermiamo nell’analisi dei singoli interventi, ciascuno con la
sua storia fatta di difficoltà superate e di risultati spesso superiori alle aspettative iniziali.
Ciascuna relazione è costituita da una iniziale descrizione dell’intervento con l’evidenziazione degli
obiettivi che ci si era proposti di raggiungere, le attività compiute e i risultati conseguiti; si descrive,
quindi, l’iter attuativo e finanziario, corredando tale descrizione con tabelle riassuntive ed
esplicative.
2.1 Riconversione funzionale di area industriale localizzata presso l’officina
“H” del complesso I.C.O. a Ivrea
Obiettivo dell’intervento è stato il recupero funzionale di una porzione di edificio industriale di alto
pregio architettonico – si ricorda che era stato premiato dall’IN-ARCH nel 1958 come il più
importante edificio industriale realizzato nel corso degli anni ’50, progettato dagli architetti Figini e
Pollini – al fine di creare le condizioni strutturali, impiantistiche ed ambientali necessarie
all’insediamento di un centro universitario.
L’intervento rientrava in un’operazione più vasta volta alla creazione ad Ivrea di un insieme
integrato di funzioni formative, produttive e culturali previste nel programma di riconversione
urbana denominato “Officine Culturali I.C.O.”.
L’intervento, prettamente edilizio, è consistito nella messa in opera di tutte le operazioni necessarie
a rendere adatto un edificio, nato per esigenze industriali, alle attività didattiche.
Tali operazioni si sono concretizzate in:
- azioni di bonifica dei locali,
- suddivisione degli spazi al fine di definirne l’autonomia dal resto dell’edificio e di creare le
condizioni per l’insediamento universitario,
- ripristino di condizioni di abitabilità confacenti alle mutate esigenze in termini di coibentazione,
illuminazione ed aerazione, dotazione di servizi igienici,
- ristrutturazione delle urbanizzazioni connesse alla porzione di edificio oggetto dell’intervento,
al fine di consentire una gestione economicamente conveniente ed autonoma rispetto alle
rimanenti parti ancora di proprietà privata,
22
- ripristino della situazione impiantistica, riconvertendo gli impianti di tipo industriale ai fini delle
mutate esigenze degli spazi utilizzati per attività didattiche e di servizio,
- ricostruzione di sistemi di sicurezza proporzionati nelle quantità e nella tipologia ai livelli di
affollamento ed al tipo di attività specifici e caratteristici della nuova struttura.
Due sono i corsi di laurea già attivati nella struttura dell’Officina H:
- Corso di Laurea di Scienze della Comunicazione (sede decentrata dall’Università di Torino)
organizzata in tre anni con un numero complessivo di 470 iscritti; gli studenti sono affidati
all’insegnamento di 18 docenti coordinati dal prof. Maggia. La struttura si avvale di due
dipendenti con funzioni amministrative e un custode.
- Facoltà di Scienze Politiche (sede decentrata dall’Università di Torino) – corso di Laurea dio
Scienze dell’amministrazione, anch’essa organizzata in tre anni con un numero complessivo di
165 iscritti; gli studenti sono affidati all’insegnamento di 21 docenti coordinati dal prof.
Console.
Nella struttura dell’Officina H quest’anno si è svolto anche un corso di formazione post
universitaria denominato “Web Carrieers” organizzato dall’Università degli Studi di Torino, la Città
di Ivrea e Getronics, una società multinazionale che fornisce servizi e soluzioni software per il
commercio elettronico; il corso, organizzato in sei mesi di attività didattica teorica e quattro in stage
presso aziende, ha coinvolto 10 partecipanti seguiti da altrettanti docenti universitari di discipline
diverse. I diplomi relativi al 1° anno sono stati assegnati il 14 dicembre 2001.
ITER ATTUATIVO E FINANZIARIO
L’intervento sull’Officina “H” ha comportato l’attivazione di operazioni preliminari all’apertura del
cantiere; in primo luogo è stato necessario procedere all’approvazione di una variante al PRGC
della Città di Ivrea per il cambiamento di destinazione d’uso dell’edificio, in secondo luogo si è
proceduto all’acquisto dell’edificio stesso dalla Società Olivetti Multiservices.
Il cantiere è stato aperto il 15 settembre 1999.
La realizzazione delle opere hanno avuto uno svolgimento regolare per tutto il periodo di
realizzazione, grazie anche alla costante attenzione e vigilanza da parte sia del responsabile
dell’ufficio tecnico comunale che del direttore lavori; infatti i lavori sono stati ultimati il 22
novembre 2000, nonostante sia stata necessario eseguire una variante in corso d’opera, il cui
maggior importo è stato totalmente assunto dal soggetto attuatore.
23
Tempi lunghi hanno, invece, caratterizzato le operazioni di collaudo in quanto è stato necessario
effettuare verifiche a determinate cadenze temporali degli impianti di riscaldamento, ventilazione,
elettrico, illuminazione, antincendio e rilevazione fumi.
Tale situazione ha messo il soggetto attuatore nella condizione di chiedere una proroga
all’ultimazione dell’intero processo al 30 settembre 2001.
Tutti gli impegni di spesa sono stati assunti dal soggetto attuatore, comune di Ivrea, che, con
deliberazione n° 288 del 22 settembre 1999, approvava il nuovo quadro economico di spesa
dell’intervento a seguito dell’espletamento della gara di appalto per la realizzazione dell’opera,
siglata con la firma del contratto di appalto con la ditta C.A.R.E.B. il 17 settembre 1999. Nel nuovo
quadro economico di spesa erano compresi gli impegni per le spese tecniche e gli impianti. Entro la
fine di settembre 1999 è stata anche sottoscritta la promessa di compravendita dell’immobile, cui è
seguito l’atto il 30/06/2000.
Tutti gli importi impegnati sono confluiti nella scheda descrittiva allegata alla convenzione stipulata
tra Regione Piemonte e Provincia di Torino (confronta Tab. 1 allegata).
?? Il cantiere è stato aperto il 15 settembre 1999, ciò ha consentito di richiedere l’erogazione del 1°
acconto di finanziamento (Tab. 2).
?? Il 2° acconto è stato richiesto al raggiungimento del 30% dell’investimento, documentato dai
seguenti atti amministrativi:
- 1° S.A.L. e relativo Certificato di pagamento, in data 24/12/1999, per un importo di L.
259.235.633 oltre IVA 10%;
- 2° S.A.L. e relativo Certificato di pagamento, in data 13/3/2000, per un importo di L.
273.633.452 oltre IVA 10%;
- 3° S.A.L. e relativo Certificato di pagamento, in data 20/04/2000, per un importo di L.
261.525.692 oltre IVA 10%;
- ordinanza di liquidazione n° 004/2000 parcella ARCHILOCO per un importo di L.
126.534.385 (IVA compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 005/2000 parcella Società METEC per un importo di L.
65.198.601 (IVA compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 006/2000 parcella studio I.C.I.S. s.r.l. per un importo di L.
101.495.039 (IVA compresa);
- Atto Notarile di acquisto dei locali officina “H” dalla OLIVETTI MULTISERVICES per L.
1.200.000.000 di cui 200.000.000 per IVA, di cui è ammesso a finanziamento solo un
importo pari a L. 532.202.874 (60% del 10% degli importi relativi alla realizzazione
dell’opera);
24
- ordinanza di liquidazione n° 007/2000 a favore di ENEL distribuzione per un importo di L.
33.887.600 (IVA compresa), di tale importo si è considerato, ai fini della richiesta di
finanziamento, solo L. 24.029.513 relativo ai soli allacciamenti, così come previsto nel
quadro economico, mantenendo la restante cifra di impegno per l’esecuzione delle opere;
?? Il 3° acconto è stato richiesto il 15 marzo 2001 a completamento dell’opera, testimoniata dalla
presentazione ed approvazione dello Stato Finale in data 20 febbraio 2001 e con attestazione
della realizzazione dell’intervento con i seguenti atti amministrativi:
- 4° SAL e relativo Certificato di pagamento in data 21/7/2000 per un importo di L.
319.141.143 oltre IVA 10%;
- 5° SAL e relativo Certificato di pagamento in data 21/8/2000 per un importo di L.
252.756.744 oltre IVA 10%;
- 6° SAL e relativo Certificato di pagamento in data 24/8/2000 per un importo di L.
461.690.923 oltre IVA 10%;
- 7° SAL e relativo Certificato di pagamento in data 19/10/2000 per un importo di L.
264.747.236 oltre IVA 10%;
- 8° SAL e relativo Certificato di pagamento in data 1/2/2001 per un importo di L.
228.430.271 oltre IVA 10%;
- liquidazione riserve con determinazione n.2001\56\150 del 28/06/2001 per un importo di L.
18.162.831 oltre IVA 10%;
- liquidazione lavori extracontrattuali con determinazione n.2001\56\150 del 28/06/2001 per
un importo di L. 20.278.047 oltre IVA 10%;
- liquidazione disapplicazione parziale della penale per ritardata ultimazione con
determinazione n.2001\56\150 del 28/06/2001 per un importo di L. 60.000.000 oltre IVA
10%;
- liquidazione somme a garanzia di cui al DMLLPP 145/2000, con certificato di collaudo per
un importo di L. 12.071.161 oltre IVA 10%;
- ordinanza di liquidazione n.016/2000 del 13/10/2000 in favore di ARCHILOCO di Torino
per un importo di L. 57.794.975 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n.017/2000 del 13/10/2000 in favore di ICIS di Torino per un
importo di L. 41.370.786 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n.018/2000 del 13/10/2000 in favore di METEC di Torino per un
importo di L. 30.543.316 (IVA compresa)
25
?? La richiesta di erogazione del saldo di finanziamento è stata conseguente alla redazione dei
certificati di collaudo emessi dal direttore dei lavori in data 28/06/2001 e approvati con
determinazione n° 2001/56/200 del 17/08/2001dal responsabile del Servizio lavori pubblici e
dal pagamento dei beneficiari finali, documentati da:
- ordinanza di liquidazione n.016/2001 del 19/09/2001 in favore di ARCHILOCO di Torino
per un importo di L. 7.899.979 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n.017/2001 del 19/09/2001 in favore di ICIS di Torino per un
importo di L. 12.575.952 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n.016/2001 del 19/09/2001 in favore di ARCHILOCO di Torino
per un importo di L. 7.676.255 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n.017/2001 del 19/09/2001 in favore di ICIS di Torino per un
importo di L. 44.463.817 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n.018/2001 del 19/09/2001 in favore di METEC di Torino per un
importo di L. 7.871.967 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n.015/2001 del 19/09/2001 in favore dell'Ing. Balzaretti
Piermichele di Torino per un importo di L. 19.989.698 (IVA compresa)
Come si evince dallo specchietto riassuntivo riportato nella Tabella 2, tutti i pagamenti sono stati
liquidati al 31 ottobre 2001.
Nella stessa scheda riassuntiva sono riportate in nota gli importi di spesa reale relativi agli
allacciamenti e all’acquis to dell’edificio; mentre nelle voci di costo relative alla realizzazione dei
lavori gli importi sono comprensivi delle opere eseguite in variante; il maggior onere è interamente
a carico del soggetto attuatore.
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2.2 Museo a cielo aperto dell’Architettura Moderna di Ivrea - MAM
L’intervento rientra in un più ampio progetto di valorizzazione e “museificazione” del patrimonio
storico legato all’esperienza industriale della Olivetti che ha rappresentato un fenomeno per molti
aspetti anomalo ed innovativo nel panorama della storia industriale italiana. Tale progetto tende a
costituire occasioni e luoghi di diffusione e di riflessione in particolare sull’eredità del pensiero e
dell’azione di Adriano Olivetti
Tra le eredità materiali più significative dell’opera di Adriano Olivetti, le architetture rappresentano
l'elemento di maggiore spicco, notevole soprattutto perché difficilmente è possibile trovare su un
territorio limitato una tale concentrazione di esempi architettonici qualitativamente rappresentativi
di un periodo storico di grande fermento.
L’intervento finanziato ha l’obiettivo di mettere in moto il complesso meccanismo di rivalutazione
dell’intero patrimonio distribuito nel Canavese, partendo da una vasta area urbana caratterizzata
dalla presenza di edifici moderni universalmente considerati di alto valore storico-documentale.
Il Museo risponde all’esigenza di creare una fruizione turistica degli edifici stessi per una completa
comprensione della storia a cui essi sono legati.
Museo a cielo aperto, dunque, intanto perché la gran parte di questi edifici mantengono una
proprietà privata, ma anche perché organizzato lungo un percorso secondo sequenze temporali e
tematiche che consente l’esplorazione del patrimonio architettonico eporediese offrendo un servizio
al già discreto flusso turistico che esisteva anche in assenza di strutture informative adeguate.
Le strutture del Museo sono costituite da percorsi pedonali segnalati, protetti ed illuminati, aree
verdi di sosta e osservazione, aree informative con relativo arredo, illuminazione di aree ed edifici
significativi.
Le opere di realizzazione del Museo sono consistite nella realizzazione di:
a) un complesso sistema di percorsi pedonali insistenti su aree di proprietà pubblica e privata
(quest’ultima sottoposta ad apposita convenzione per l’utilizzo), che ha seguito percorsi
esistenti, completandone il disegno e ampliandone lo sviluppo con nuovi tracciati, in modo da
realizzare un sistema a rete continua e unitaria che consente di connettere tutti i punti ed i luoghi
all’interno dell’area museale attribuendone la necessaria unità di immagine,
b) un sistema di illuminazione di servizio ai percorsi pedonali e di un sistema di illuminazione
scenografico destinato ad esaltare particolari aspetti paesaggistici del percorso,
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c) sette postazioni caratterizzate da un articolato e vario complesso di attrezzature allestitive ed
informative, sistemi di illuminazione, arredi e pavimentazioni, volte a rendere completa
l’informazione nonché comoda l’osservazione degli edifici e degli spazi urbani,
d) un sistema di arredi e attrezzature distribuiti lungo il percorso costituito da un insieme di oggetti
(dissuasori, paline segnaletiche dei percorsi e dei monumenti, supporti per indicazioni e
informazioni, elementi segnalatori di punti di vista, pennoni per stendardi, nuove fermate dei
mezzi pubblici, panchine, cestini ecc.) alcuni appositamente disegnati in modo armonico con le
restanti strutture del Museo, costituenti elementi di supporto ed integrazione delle attrezzature e
delle informazioni contenute nelle aree informative del percorso museale,
e) un centro di accoglienza dotato di attrezzature volte alla comunicazione sintetica dei contenuti
del Museo ai visitatori, alla realizzazione di incontri, alla proiezione di filmati, alla
consultazione di siti inerenti l’attività del Museo attraverso strumenti multimediali, alla vendita
di oggetti, pubblicazioni, gadgets, servizi connessi all’attività della visita e di produzione di
eventi legati alla operatività del Museo.
L’intervento edilizio vero e proprio è stato accompagnato da una consulenza prestata da studiosi dei
Politecnici di Torino e di Milano che hanno offerto il supporto operativo e scientifico
all’elaborazione della struttura informativa e divulgativa attraverso una ricerca storico-
museografica.
Il completamento dell’intervento è avvenuto il 29 settembre 2001.
La gestione del Museo è affidata all’Ufficio Cultura della Città di Ivrea che si avvale della
collaborazione di due lavoratori socialmente utili impiegati a tempo parziale e determinato, per i
quali si prevede un rinnovo di contratto.
L’attività di accompagnamento dei visitatori è affidata a due cooperative che intervengono su
richiesta e con interventi mirati alle esigenze dei visitatori stessi: la cooperativa Conte Verde
accompagna gruppi di studiosi, universitari, ecc., la cooperativa Alce Rosso a disposizione di scuole
e come coadiutori di attività di laboratorio. Ad ogni intervento sono messe a disposizione due
operatori.
ITER ATTUATIVO E FINANZIARIO
L’attuazione dell’opera si è rivelata complessa fin dall’inizio, sia per le caratteristiche innovative
dell’intervento, che si configurava come un’operazione mista tra un’opera edile/infrastrutturale e
una di allestimento mostre, sia per la molteplicità degli attori coinvolti.
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In primo luogo è stato necessario sottoscrivere il 27/09/1999 un atto tra la Città di Ivrea e l’Olivetti
Multiservices per la concessione in comodato d’uso delle aree di proprietà Olivetti destinate al
“Museo a Cielo aperto”.
Quindi è stata indetta la gara d’appalto pubblica per la realizzazione delle opere edili e le gare a
trattativa privata per la fornitura delle diverse attrezzature complementari alle opere edili.
La gara per le opere edili è vinta dalla Ditta Brach Prever con un ribasso del 6.40% sull’importo a
base d’asta; con tale ditta si stipula il contratto di appalto il 21/09/1999.
Il 16/09/1999 vengono espletate le gare inerenti:
- la fornitura di arredamenti e per l’allestimento della sede del Centro di Accoglienza del Museo;
vince la ditta FIRMA di Ivrea con un ribasso del 0,1531%,
- la fornitura di attrezzature informatiche relative al Centro di accoglienza del Museo; vince la
ditta ZIA di Ivrea con un ribasso del 26%,
- la fornitura di applicazioni grafiche inerenti il Museo; vince la ditta GRAFECO di Torino con
un ribasso del 37%,
- la stampa del catalogo e del pieghevole relativi al Museo; vince l’editore SKIRA con un ribasso
dell’1%.
Con deliberazione di Giunta comunale n° 289/99 viene approvato il quadro economico ridefinito a
seguito dei ribassi d’asta (confronta tabella 1 allegata). Il cantiere viene aperto il 21/09/1999.
All’inizio del 2000 l’ufficio tecnico del comune di Ivrea segnalava un ritardo nella realizzazione
delle opere da parte della ditta appaltatrice. Tale situazione si era ulteriormente aggravata nel
secondo trimestre dell’anno, inducendo il soggetto attuatore a prendere decise misure per
salvaguardare la realizzabilità dell’opera.
Nel mese di maggio il Direttore dei Lavori aveva proceduto ad una verifica fiscale, alla presenza
dell’Impresa e della Stazione appaltante, constatando l’incapacità, o quanto meno dell’impossibilità
tecnico-operativa, della ditta Brach Prever di portare a compimento nei tempi contrattuali e con un
livello qualitativo sufficiente i lavori di realizzazione ad essa affidati.
Alla fine di maggio, su richiesta del soggetto attuatore, si è svolto un incontro presso la sede del
Servizio Industria della Regione Piemonte, presenti rappresentanti della Regione stessa, della
Provincia di Torino, della Città di Ivrea e della S.&T., per affrontare il problema.
È subito emersa la gravità della situazione e del rischio di compromettere la stessa esecuzione
dell’opera, dal momento che l’eventuale rescissione del contratto avrebbe comportato l’esclusione
dal finanziamento a carico Docup, essendo ormai scaduti tutti i termini per indire una nuova gara
d’appalto ed essendo in assenza di un secondo aggiudicatario della gara espletata.
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La soluzione proposta dall’Amministrazione committente ha comportato l’attivazione del
procedimento previsto dall’art. 341 della legge n° 2248/1865 sui lavori pubblici per l’esecuzione
d’ufficio delle opere appaltate. Tale procedura prevedeva di esautorare l’impresa dalla prosecuzione
dei lavori, senza addivenire alla rescissione del contratto, e di eseguire i lavori d’ufficio con il
ricorso a ditte esterne, in quanto il comune di Ivrea non disponeva in proprio di mezzi, maestranze e
risorse imprenditoriali adeguate.
La soluzione proposta è sembrata l’unica percorribile da parte e di Regione e Provincia; si è chiesto,
pertanto, una sua formalizzazione con una relazione esplicativa per l’accettazione con l’impegno di
sottoporre la soluzione prospettata all’analisi del Comitato di Sorveglianza che, in un momento
successivo, ha rilasciato il suo assenso.
Come conseguenza della soluzione prospettata, in data 26/05/2000 il dirigente dell’area tecnica
della Città di Ivrea, arch. Nedo Vinzio, ha emesso ingiunzione nei confronti della ditta Brach Prever
per il completamento delle opere ordinate dal Direttore Lavori con ordine di servizio n. 28 del
04/05/2000, entro il 05/06/2000.
In data 05/06/2000 lo stesso responsabile ha proceduto alla redazione del verbale di constatazione in
contraddittorio con l’impresa ed il Direttore Lavori, attestando che l’ingiunzione impartita dalla
Stazione Appaltante non era stata adempiuta.
Con deliberazione del 07/06/2000 n. 170 la Giunta Comunale ha disposto l’esecuzione d’ufficio dei
lavori.
In data 09/06/2000, con determinazione dirigenziale n. 2000\56\110, sono state impartite le
disposizioni per l’esecuzione d’ufficio; conseguentemente il Direttore dei lavori ha redatto lo stato
di consistenza dei lavori già eseguiti e l’inventario dei materiali presi in possesso, in contraddittorio
con l’impresa.
A decorrere da tale data, l’impresa non ha più potuto dare attuazione al contratto di appalto, ma si è
dovuta limitare a vigilare sull’esecuzione d’ufficio.
In data 21/06/2000 la Giunta Comunale, con deliberazione n. 182, ha approvato la perizia inerente
l’esecuzione d’ufficio dei lavori di completamento della realizzazione del Museo a cielo aperto
dell’architettura moderna di Ivrea e, conseguentemente, il Coordinatore Servizio LL.PP, in pari
data, con determinazione n° 2000\56\114 ha indetto per il giorno 04/07/2000 la trattativa privata dei
lavori inerenti la perizia.
Rimane, quindi, aggiudicataria la ditta Impresa Costruzioni Fratelli Benedino di Ivrea, in
associazione temporanea d’impresa con le ditte Gianni Astrua s.r.l. di Mongrando e Scali Impianti
Elettrici s.n.c. di Ivrea, con un ribasso dello 0,46% sull’importo lavori a base d’asta di L.
957.885.828.
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In data 24/07/2000 vengono consegnati i lavori alle ditte suddette.
La necessità di una nuova gara ha comportato una maggiorazione di spesa rispetto all’impegno
preso, la cui differenza viene totalmente assunta dal soggetto attuatore.
I lavori riprendevano alacremente per recuperare il ritardo accumulato; ma l’evento alluvionale
dell’ottobre 2000, procurando danni alle opere già eseguite, aveva provocato ulteriori ritardi tale da
giustificare la richiesta di proroga al 30 settembre 2001 per la fine dei lavori.
A seguito di una accelerazione finale nella realizzazione delle opere, è stato possibile completare i
lavori entro settembre ed inaugurare il Museo.
Con la richiesta di erogazione del saldo il soggetto attuatore ha dimostrato di aver concluso l’opera
al 30 settembre e di aver liquidato tutti i pagamenti ai beneficiari finali alla stessa data.
Tutti gli impegni di spesa sono stati assunti dal soggetto attuatore, comune di Ivrea, che, con
deliberazione n° 289 del 22 settembre 1999, approvava il nuovo quadro economico di spesa
dell’intervento a seguito dell’espletamento della gara di appalto per la realizzazione dell’opera,
siglata con la firma del contratto di appalto con la ditta Brach Prever. il 21 settembre 1999. Nel
nuovo quadro economico di spesa erano compresi gli impegni per le spese tecniche, gli impianti
speciali e le consulenze.
Tali importi sono confluiti nella scheda descrittiva allegata alla convenzione stipulata tra Regione
Piemonte e Provincia di Torino (confronta Tab. 1 allegata).
?? Il cantiere è stato aperto il 30 settembre 1999, ciò ha consentito di richiedere l’erogazione del 1°
acconto di finanziamento (Tab. 2).
?? Il 2° acconto è stato richiesto al raggiungimento del 30% dell’investimento, documentato dai
seguenti atti amministrativi:
- 1° S.A.L. e relativo Certificato di pagamento, in data 11/04/2000, per un importo di L.
300.834.088 oltre IVA 10%;
- ordinanza di liquidazione n° 010/1999 parcella Giacopelli per un importo di L. 107.492.464
(IVA compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 011/1999 parcella Urbano per un importo di L. 44.616.000
(IVA compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 012/1999 parcella Bendin per un importo di L. 42.564.600
(IVA compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 013/1999 parcella Scrivano per un importo di L. 15.818.400
(IVA compresa);
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- ordinanza di liquidazione n° 014/1999 parcella Bonifazio per un importo di L. 12.675.000
(IVA compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 015/1999 parcella Fuso per un importo di L. 30.420.000 (IVA
compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 016/1999 parcella Vidari per un importo di L. 21.125.000 (IVA
compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 017/1999 parcella Corbellini per un importo di L. 19.981.729
(IVA compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 009/2000 parcella Giacopelli per un importo di L. 16.937.963
(IVA compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 010/2000 parcella Bendin per un importo di L. 6.068.592 (IVA
compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 011/2000 parcella Corbellini per un importo di L. 2.849.088
(IVA compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 012/2000 parcella Urbano per un importo di L. 6.361.555 (IVA
compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 013/2000 parcella Scrivano per un importo di L. 2.255.460
(IVA compresa);
- della copia di ordinanza di liquidazione n° 014/2000 parcella Bonifazio per un importo di L.
1.807.260 (IVA compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 015/2000 parcella Vidari per un importo di L. 3.012.100 (IVA
compresa);
- ordinanza di liquidazione n° 016/2000 parcella Fuso per un importo di L. 4.337.424 (IVA
compresa);
?? Il 3° acconto è stato richiesto il 30 settembre 2001 a completamento dell’opera, con attestazione
della realizzazione dell’intervento con i seguenti atti amministrativi:
- 1° S.A.L. Ditta Fratelli Benedino e relativo Certificato di pagamento, per un importo di L.
212.365.731 oltre IVA 10%;
- 2° S.A.L. Ditta Fratelli Benedino e relativo Certificato di pagamento, per un importo di L.
295.350.817 oltre IVA 10%;
- 3° S.A.L. Ditta Fratelli Benedino e relativo Certificato di pagamento, per un importo di L.
223.955.416 oltre IVA 10%;
- 4° S.A.L. Ditta Fratelli Benedino e relativo Certificato di pagamento, per un importo di L.
221.807.588 oltre IVA 10%;
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- ordinanza di liquidazione n° 019/2001 del 24/09/2001 in favore della Ditta Zia di Ivrea per
un importo di L. 19.669.200 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 006/2001 del 18/06/2001 in favore della ditta Firma di Ivrea per
un importo di L. 36.000.000 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 021/2001 del 24/09/2001 in favore della ditta Skira di Milano
per un importo di L. 52.744.000 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 020/2001 del 24/09/2000 in favore della ditta Grafeco di Torino
per un importo di L. 52.655.491 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 007/2001 del 09/04/2001 in favore di Arch. Enrico Giacopelli
per un importo di L. 17.285.184 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 008/2001 del 09/04/2001 in favore di Geom. Luigi Bedin per
un importo di L. 5.128.560 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 009/2001 del 09/04/2001 in favore di Paola Urbano per un
importo di L. 5.376.571 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 007/2001 del 18/06/2001 in favore di Arch. Enrico Giacopelli
per un importo di L. 43.506.502 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 008/2001 del 18/06/2001 in favore di Geom. Luigi Bedin per
un importo di L. 7.134.696 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 012/2000 del 23/06/2000 in favore di Paola Urbano per un
importo di L. 7.478.671(IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 022/2001 del 24/09/2001 in favore di Arch. Enrico Giacopelli
per un importo di L. 19.089.914 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 023/2001 del 24/09/2001 in favore di Geom. Luigi Bedin per
un importo di L. 4.587.552 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 024/2001 del 24/09/2001 in favore di P.I. Renato Corbellini per
un importo di L. 16.949.152 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 025/2001 del 24/09/2001 in favore di Paola Urbano per un
importo di L. 4.807.202 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 010/2001 del 09/04/2001 in favore di Softart studio di Luisa
Fuso per un importo di L. 3.665.844 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 011/2001 del 09/04/2001 in favore di Arch. Pierparide Vidari
per un importo di L. 2.545.725
- ordinanza di liquidazione n° 010/2001 del 18/06/2001 in favore di Arch. Paolo Scrivano per
un importo di L. 4.557.768 (IVA compresa)
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- ordinanza di liquidazione n° 011/2001 del 18/06/2001 in favore di Arch. Patrizia Bonifazio
per un importo di L. 3.652.058
- ordinanza di liquidazione n° 012/2001 del 18/06/2001 in favore di Arch. Pierparide Vidari
per un importo di L. 3.541.038
- ordinanza di liquidazione n° 022/2001 del 24/09/2001 in favore di Arch. Enrico Giacopelli
per un importo di L. 11.280.000 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 026/2000 del 24/09/2001 in favore di Arch. Paolo Scrivano per
un importo di L. 768.371 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 027/2001 del 24/09/2001 in favore di Arch. Patrizia Bonifazio
per un importo di L. 1.365.682
- ordinanza di liquidazione n° 028/2001 del 24/09/2001 in favore di Softart studio di Luisa
Fuso per un importo di L. 8.376.732 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 029/2001 del 24/09/2001 in favore di Arch. Pierparide Vidari
per un importo di L. 3.976.137
?? La richiesta di erogazione del saldo di finanziamento è stata conseguente alla redazione del
certificato di collaudo in data 18/10/2001 e alla sua approvazione con determinazione n°
2001/56/274.
Come si evince dallo specchietto riassuntivo riportato nella Tabella 2, tutti i pagamenti sono stati
liquidati al 30 settembre 2001 in concomitanza della presentazione dello Stato Finale e della
richiesta del 3° acconto di finanziamento.
Per le vicende descritte in questa relazione, la realizzazione dell’opera ha comportato una spesa
superiore a quanto impegnato al 1999; il maggior onere è interamente a carico del soggetto
attuatore.
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2.3 “Business Centre” di Chivasso - da “Caserma Giordana” a Palazzo del lavoro
e dell’economia ”Luigi Einaudi”
L’intervento di recupero dell’ex Caserma Giordana, reso possibile grazie al contributo finanziario
messo a disposizione dalla misura 6.1 del DOCUP 97/99 della Regione Piemonte, consente al
Comune di Chivasso di realizzare un’importante operazione di trasformazione urbanistica locale
nonché di avviare un’azione di promozione finalizzata a conquistare e consolidare un proprio ruolo
centrale rispetto ad un territorio più vasto.
L’impostazione dell’intero progetto partiva dalla considerazione che il fabbricato costituisce la
naturale sutura tra il Centro Storico, pedonale, e la grande area del Foro Boario, oggi sottoutilizzata
ma ricca di condizioni favorevoli per diventare un fulcro catalizzatore di attività economiche e
sociali della cittadina.
La seconda considerazione riguardo alla valenza positiva di tale intervento era dettata dalla
riflessione sulla collocazione privilegiata dell’edificio, posto all’ingresso della città, con adiacente
un’ampia area a parcheggio, e della collocazione strategica di Chivasso nella geografia del proprio
territorio di riferimento, tale da candidare naturalmente questo edificio ad ospitare attività con
funzioni centrali.
Operazioni di recupero e rifunzionalizzazione di edifici con analoghe caratteristiche non sono
nuove, anzi vi è stato un esplicito riferimento al recupero della caserma del Carré Curial della città
di Chambery che ha consentito la realizzazione di un aggregato di funzioni direzionali e
commerciali pubbliche e private.
Le caratteristiche dell’intervento
La caserma, pur non possedendo caratteristiche monumentali, presenta tuttavia un valore
documentario a cui occorreva prestare attenzione.
Lo schema costruttivo è quello di una piccola caserma, costruita attorno ad un cortile rettangolare,
con asse longitudinale con orientamento est/ovest, racchiuso sui lati corti da due corpi a 3 piani
fuori terra e sui lati lunghi da due corpi a 2 piani fuori terra; il solo corpo ad ovest, in cui è ricavato
l’unico portone di accesso, è dotato di un piano interrato.
L’intervento è stato rispettoso dell’esistente:
- La parte strutturale, in muri portanti e volte in mattoni, variamente articolati in padiglioni ed
archi, ha suggerito l’eliminazione di partizioni interne casuali, per organizzare ampi spazi
rispettosi dell’orditura delle volte.
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- Il sottotetto, di ampie dimensioni, ha permesso la collocazione di impianti di servizio come le
centrali tecnologiche.
- Le facciate sono state restaurate, si è intervenuti sulla partizione delle finestre (in vario modo
occluse, ridotte o disassate) ripristinando la scansione dei vuoti e dei pieni; è stata ripresa la
decorazione a bugnato interessante il primo piano fuori terra. Il fronte principale è stato
arricchito di un timpano neoclassico in tema con l’epoca storica dell’edificio.
- Nel cortile è stata realizzata una struttura metallica a cortina per la distribuzione delle funzioni e
il disimpegno dei locali; tale struttura ha consentito la costruzione di un porticato al piano terra e
di un ballatoio di distribuzione al 1° piano.
L’intervento oggetto del finanziamento non ha interessato il recupero dell’intero edificio, ma solo il
1° lotto costituito da una parte consistente di opere generali e comuni e dalla realizzazione delle
finiture del piano interrato e del primo piano fuori terra.
?? Opere generali e comuni
- totalità delle demolizioni, interessante soprattutto superfetazioni e divisori interni
- asportazione degli intonaci interni ed esterni
- consolidamento statico dei muri e delle volte
- risanamento e deumidificazione dei muri del piano interrato e del primo piano fuori terra
- rifacimento del tetto e relative gronde e pluviali
- dorsali degli impianti
- rifacimento degli intonaci esterni
- posa di davanzali mancanti ed infissi esterni
- realizzazione di solai di distribuzione
- realizzazione di struttura metallica a cortina nel cortile interno, a tamponamento del
porticato al piano terra e del ballatoio di distribuzione al 1° piano
- creazione dei cavedi degli ascensori e relativi impianti
- impianti esterni comuni
- riorganizzazione delle dorsali fognarie ed allacciamenti
- lastricatura del cortile
?? Finiture interne del piano interrato e del primo piano fuori terra
- finiture delle pareti e volte con la valorizzazione di quasi tutte le volte in mattone al piano
terra, mediante la rimozione dell’intonaco preesistente e trattamento dei mattoni
- realizzazione delle partizioni interne
- realizzazione di pavimenti e rivestimenti
- realizzazione dei serramenti interni
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- posa e allacciamento delle attrezzature idrosanitarie
- distribuzione interna degli impianti
- fornitura e posa di corpi scaldanti ed illuminanti.
La variante
Ad intervento iniziato si è deciso di destinare il 3° piano della manica ad ovest al Dipartimento di
Fisica del Politecnico di Torino per l’attivazione del Centro di Competenza sui Microsistemi del
progetto TS Canavese, anch’esso sostenuto da finanziamenti Docup 97/99, con la realizzazione di
una “camera bianca”. Tale inserimento e la necessità di avere ampi spazi per ospitare tecnologie
particolari all’interno dell’edificio, ha obbligato a realizzare il tetto dell’ala ovest con capriate prive
di appoggi intermedi e l’eliminazione di parte dell’orizzontamento per poter disporre di locali di
maggiore ampiezza ed altezza.
Il nuovo progetto ha comportato delle modifiche, anche importanti, del progetto iniziale; si è
intervenuti, infatti, nel consolidamento strutturale dei muri fuori terra, nelle variazioni della
copertura del tetto, nella variazione dei tipi di ascensori, nelle sottofondazioni e palificazioni. Tutto
ciò ha comportato l’elaborazione di un secondo lotto con relativo appalto ed una variante al primo
lotto.
Tutte le variazioni sopravvenute sono state eseguite a totale carico del soggetto attuatore.
Le funzioni previste ed attuate
Come si è detto, l’intervento è stato promosso e sostenuto per creare, in una collocazione
privilegiata nella cittadina, un centro organizzato di servizi indirizzati ai cittadini e alle imprese
chivassesi nonché ad utenti di un territorio più ampio, consentendo, così, di consolidare il ruolo
centrale di Chivasso.
A tal fine si sta costituendo, con sede nel Business Centre, una Agenzia per lo sviluppo, a supporto
di nuove attività industriali, artigianali e commerciali, con funzioni di tutoraggio e sportello unico
per il disbrigo di operazioni burocratiche; promotori e, oggi, soci dell’Agenzia sono: la Provincia di
Torino, il Comune di Chivasso, Finpiemonte e il Consorzio per il Distretto Tecnologico del
Canavese. L’Agenzia è stata costituita con atto notarile in data 17 luglio 2001, il consiglio di
amministrazione è presieduto dall’avvocato Gianluca Timossi ed è composto da rappresentanti della
Provincia di Torino, di Finpiemonte, della Città di Chivasso e del Consorzio peril Distretto
Tecnologico del Canavese
Parte dell’edificio è stato destinato a sede decentrata della Camera di Commercio, dell’ASCOM, del
Centro per l’impiego sotto la direzione del prof. Civera e ad un Centro Convegni; a favore della
diffusione dell’innovazione tecnologica tra le imprese svolge la sua attività il Centro di Competenza
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sui Microsistemi, gestito dal Politecnico di Torino, mentre sarà attivato un incubatore di imprese per
accompagnare l’approccio al mondo economico dei neo- imprenditori.
Finalizzata al miglioramento della formazione occupazionale e alla promozione culturale è stata la
scelta di mettere a disposizione alcuni locali destinati ad un Centro di incontro per corsi post- laurea,
di formazione al lavoro e informazione professionale, alla sede decentrata dell’Agenzia Turistica
Regionale e ad un centro espositivo per mostre temporanee. L’inaugurazione della retrospettiva di
Demetrio Cosola il 27 ottobre scorso è stato per i chivassesi un segnale importante sia per il nuovo
ruolo che la città intende assumere, sia per la consapevolezza che il Palazzo del lavoro e
dell’economia “Luigi Einaud i” è patrimonio di tutti i cittadini.
La destinazione d’uso dei diversi locali realizzati è così distribuita:
Piano 1° fuori terra: - Ente di gestione dell’organismo (Canavese sviluppo)
- Associazione commercianti (A.S.C.O.M.) ATTIVATO
- Centro di incontro per corsi di formazione e informazione
professionale
- Centro Convegni ATTIVATO
- Sala mostre ed esposizione temporanee (esteso anche ai
locali interrati)
ATTIVATO
Piano 2° fuori terra: - Camera di Commercio (C.C.I.A.A.)
- Centro per l’impiego integrato con il C.I.L.O.
- Agenzia Canavese Sviluppo ATTIVATO
- Sede decentrata dell’Agenzia Turistica Regionale
Piano 3° fuori terra: - Centro di Competenza sui Microsistemi ATTIVATO
- Incubatore per l’approccio al mondo economico dei neo-
imprenditori
- Uffici in locazione temporanea
ITER ATTUATIVO E FINANZIARIO
Il processo di realizzazione dell’intervento ha registrato alcuni rallentamenti determinati dalla
esecuzione delle opere in variante; ciò ha fatto si che il termine previsto per la conclusione
dell’opera, definito al 30 giugno, ha subito uno slittamento al 30 settembre; tale ritardo è stato
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oggetto di una richiesta di proroga dei termini di realizzazione, avanzata e concessa dalla Regione
Piemonte.
Con la richiesta di erogazione del saldo il soggetto attuatore ha dimostrato di aver concluso l’opera
al 30 settembre e di aver liquidato tutti i pagamenti ai beneficiari finali al 31 ottobre 2001.
Tutti gli impegni di spesa sono stati assunti dal soggetto attuatore, comune di Chivasso, che, con
deliberazione n° 311 del 30 settembre 1999, approvava il nuovo quadro economico di spesa
dell’intervento a seguito dell’espletamento della gara di appalto per la realizzazione dell’opera,
siglata con la firma del contratto di appalto con la ditta Ediltras s.r.l. di Roma il 27 settembre 1999.
Nel nuovo quadro economico di spesa erano compresi gli impegni per le spese tecniche, gli impianti
speciali e le consulenze.
Tali importi sono confluiti nella scheda descrittiva allegata alla convenzione stipulata tra Regione
Piemonte e Provincia di Torino (confronta Tab. 1 allegata).
?? Il cantiere è stato aperto il 30 settembre 1999, ciò ha consentito di richiedere l’erogazione del 1°
acconto di finanziamento (Tab. 2).
?? Il 2° acconto è stato richiesto al raggiungimento del 30% dell’investimento, documentato dai
seguenti atti amministrativi:
- determinazione n° 208 del 5/5/2000 di approvazione del 1° S.A.L. e relativo Certificato di
pagamento, per un importo di L. 602.094.000 oltre IVA 10%
- determinazione n° 444 del 22/09/2000 di approvazione del 2° S.A.L. e relativo Certificato di
pagamento, per un importo di L. 635.640.000 oltre IVA 10%
- ordinanza di liquidazione n° 114 del 08/04/1999 parcella Ing. Corino per un importo di L.
53.531.717 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 115 del 08/04/1999 parcella Ing. Manzoni per un importo di L.
53.531.717 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 222 del 01/07/1999 parcella Ing. Manzoni per un importo di L.
30.815.800 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 222 del 01/07/1999 parcella Ing. Corino per un importo di L.
30.600.000 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 613 del 29/05/2000 parcella Consorzio per il Distretto
Tecnologico del Canavese per un importo di L. 60.000.000 (IVA compresa).
?? Il 3° acconto è stato richiesto il 30 settembre 2001 a completamento dell’opera, testimoniata
dall’approvazione dello Stato Finale con determinazione n° 541 del 1/102001 e con attestazione
della realizzazione dell’intervento con i seguenti atti amministrativi:
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- determinazione n° 602 del 30/11/2000 di approvazione del 3° S.A.L. e relativo Certificato di
pagamento, per un importo di L. 625.321.000 oltre IVA 10%
- determinazione n° 165 del 26/03/2001 di approvazione del 4° S.A.L. e relativo Certificato di
pagamento, per un importo di L. 626.094.000 oltre IVA 10%
- determinazione n° 374 del 25/06/2001di approvazione del 5° S.A.L. e relativo Certificato di
pagamento, per un importo di L. 618.000.000 oltre IVA 10%
- determinazione n° 540 del 29/09/2001 di approvazione del 6° S.A.L. e relativo Certificato di
pagamento, per un importo di L. 99.800.000 oltre IVA 10%
- determinazione n° 541 del 1/10/2001 di approvazione dello Stato Finale e relativo
Certificato di pagamento delle somme a garanzia, per un importo di L. 27.122.204 oltre IVA
10%
- ordinanza di liquidazione n° 234 del 14/06/2001 della fattura della Ditta Scuola Attiva di
Torino, relativa alla fornitura di arredi, per un importo di L. 176.712.000 (IVA esclusa)
- ordinanza di liquidazione n° 424 del 31/10/2001 della fattura della Ditta Scuola Attiva di
Torino, relativa alla fornitura di arredi, per un importo di L. 44.178.000 (IVA esclusa)
- ordinanza di liquidazione n° 453 del 22/12/99 parcella Ing. Manzoni per un importo di L.
61.812.000 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 453 del 22/12/99 parcella Ing. Corino per un importo di L.
61.812.000 (IVA compresa)
?? La richiesta di erogazione del saldo di finanziamento è stata conseguente all’approvazione del
certificato di collaudo e al pagamento dei beneficiari finali, documentati da:
- determinazione n° 588 del 29/10/2001 di approvazione del Certificato di collaudo
- ordinanza di liquidazione n° 70 del 15/2/2001 parcella Ing. Manzoni per un importo di L.
7.344.000 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 412 del 22/10/2001 parcella Ing. Manzoni per un importo di L.
36.108.000 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 412 del 22/10/2001 parcella Ing. Corino per un importo di L.
36.108.000 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 423 del 31/10/2001 parcella Ing. Manzoni per un importo di L.
58.191.500 (IVA compresa)
- ordinanza di liquidazione n° 423 del 31/10/2001 parcella Ing. Corino per un importo di L.
58.191.500 (IVA compresa)
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Come si evince dallo specchietto riassuntivo riportato nella Tabella 2, dal 5° S.A.L. gli importi
liquidati sono comprensivi delle opere eseguite in variante, così come gli importi riferiti alle ultime
parcelle dei professionisti; nei totali sono stati attribuiti al progetto principale e alla variante i
rispettivi importi.
Nell’ultimo specchietto riassuntivo di Tabella 2, inerente la ridefinizione degli importi e il nuovo
quadro economico, si evidenzia un minore importo nel totale generale determinato sia dal non
utilizzo dell’ammontare della voce di costo 8 (seminario inaugurale), del resto interamente a carico
del soggetto attuatore, sia da un risparmio nella realizzazione delle opere edili, mentre si è avuta
una spesa aggiuntiva pari a circa L. 320 milioni per la realizzazione delle opere in variante. In
conseguenza di ciò anche il finanziamento a carico del DOCUP risulta inferiore a quanto
impegnato per L. 235.815.
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2.4 Realizzazione di struttura polivalente a finalità culturale e turistica di
supporto al turismo rurale - Comune di Lauriano
L’intervento finanziato ha consentito il recupero di una cascina al fine di dotare il Comune di
Lauriano ed il territorio dei comuni limitrofi di un polo di attrazione turistica e culturale
realizzandovi all’interno una sala ad uso polivalente, una Biblioteca civica, il Museo della
Contadinerie e la nuova sede della Scuola di musica.
L’intervento è stato fedele all’impianto originario conservandone e valorizzandone le caratteristiche
architettoniche, storiche e artistiche tipiche delle cascine del XVII secolo.
L’iter procedurale che l’intervento ha seguito, preliminarmente all’esecuzione, è stato scandito
dalle seguenti tappe:
31/05/1999
Approvazione del Progetto Definitivo – Deliberazione Giunta Comunale n° 52.
15/09/1999
Pubblicazione del bando di gara di appalto dei lavori.
14/10/1999
Approvazione del verbale della gara d’asta pubblica per l’appalto relativo ai lavori
di restauro e risanamento conservativo di cascina degradata.
14/10/1999
Determinazione Servizio Tecnico n° 35: Aggiudicazione dei lavori alla Ditta
ROSUCCI s.r.l. di Torino.
26/10/1999
Firma del contratto con la Ditta ROSUCCI, aggiudicatrice dei lavori, e redazione del
verbale di consegna lavori.
07/12/1999
Deliberazione di Giunta Comunale n° 95: Ridefinizione ed approvazione del quadro
economico del progetto, sulla scorta delle economie verificatesi in sede di ribasso
d’asta, da cui risulta che l’importo complessivo dei lavori è pari a L. 382.804.742 al
netto di IVA.
L’esecuzione delle opere è stata scandita dalle seguenti tappe:
26/10/1999
Apertura del cantiere e redazione del verbale di consegna lavori.
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16/03/2000
1° S.A.L. con certificato di pagamento n° 1 per L. 80.400.154 al netto di IVA.
27/03/2000
Determinazione n° 10 di approvazione dei documenti contabili relativi al 1° S.A.L.
04/04/2000
Determinazione n° 11 di liquidazione fattura relativa al 1° S.A.L.
29/05/2000
2° S.A.L. con certificato di pagamento n° 2 per L. 80.785.046 al netto di IVA.
01/06/2000
Determinazione n° 21 di approvazione dei documenti contabili e liquidazione fattura
relativa al 2° S.A.L.
31/10/2000
3° S.A.L. con certificato di pagamento n° 3 per L. 80.800.000 al netto di IVA.
17/11/2000
Determinazione n° 43 di approvazione dei documenti contabili e liquidazione fattura
relativa al 3° S.A.L.
30/04/2001
4° S.A.L. con certificato di pagamento n° 4 per L. 81.394.906 al netto di IVA.
04/05/2001
Determinazione n° 16 di approvazione dei documenti contabili e liquidazione fattura
relativa al 4° S.A.L.
31/05/2001
Stato di Avanzamento Finale con certificato di pagamento n° 5 per L. 57.510.612 al
netto di IVA.
11/06/2001
Determinazione n° 31 di approvazione degli atti contabili relativi allo Stato Finale e
relativi al Conto Finale dei lavori.
22/06/2001
Certificato di regolare esecuzione redatto dal Direttore Lavori, arch. Gianfranco
Guastadini; si ricorda che essendo il valore delle opere inferiore a 200.000 Ecu, ai
sensi dell’articolo 28 comma 3 della Legge 109/94 in materia di lavori pubblici, il
certificato di collaudo è stato sostituito dal Certificato di regolare esecuzione.
28/06/2001
Deliberazione n° 4 della Giunta comunale di Approvazione del Certificato di
52
regolare esecuzione.
28/06/2001
Determinazione n° 38 di liquidazione fattura relativa allo Stato Finale.
28/06/2001
Determinazione n° 39 di liquidazione fattura relativa al Saldo; con questo atto
deliberativo vengono restituiti alla Ditta ROSUCCI, esecutrice dei lavori, le ritenute
per infortuni pari allo 0,5% dell’importo lavori. La somma deliberata è pari a L.
1.914.024 al netto di IVA.
28/06/2001
Determinazione n° 40 di approvazione del quadro economico finale.
Il rapporto con i professionisti è stato caratterizzato dalle seguenti tappe:
08/04/1999
Deliberazione di Giunta Comunale n° 24: affidamento incarico a tecnico comunale,
geom. Casorzo per la progettazione preliminare, definitiva esecutiva e direzione
lavori.
10/06/1999
Deliberazione di Giunta Comunale n° 62: affidamento incarico di coordinatore in
fase di progettazione ed in fase di esecuzione ex D. LGS 494/96 all’arch. Guastadini
Gianfranco.
06/08/1999
Deliberazione di Giunta Comunale n° 76: affidamento incarico per progettazione
strutture in C.A., impianto elettrico ed impianto termico all’ing. Bo Franco.
07/12/1999
Deliberazione di Giunta Comunale n° 95: ridefinizione del quadro economico di
spesa del progetto, in cui l’importo complessivo delle spese tecniche era pari a L.
27.798.736
22/02/2000 Determinazione n° 4 di liquidazione parcella dell’arch. Guastadini per un importo di
L. 7.428.418 (comprensivo di contributi previdenziali, Iva e ritenuta d’acconto).
22/02/2000
Determinazione n° 5 di liquidazione della parcella dell’ing. Bo per un importo di L.
8.844.709 (comprensivo di contributi previdenziali, Iva e ritenuta d’acconto).
53
22/02/2000 Determinazione n° 6 di liquidazione del tecnico comunale geom. Casorzo per un
importo di L 5.490.027.
10/07/2000
Determinazione n° 29 di liquidazione della parcella dell’arch. Guastadini per un
importo di L. 2.385.414 (comprensivo di contributi previdenziali, Iva e ritenuta
d’acconto),
04/05/2001
Determinazione n° 19 di liquidazione della parcella dell’arch. Guastadini per un
importo di L. 2.744.830 (comprensivo di contributi previdenziali, Iva e ritenuta
d’acconto).
25/06/2001
Determinazione n° 35 di liquidazione della parcella dell’arch. Guastadini per un
importo di L. 905.338 (comprensivo di contributi previdenziali, Iva e ritenuta
d’acconto).
L’esecuzione dei lavori ha seguito un andamento regolare, registrando soltanto nell’ultimo periodo,
una sospensione comunicata con nota del 24 novembre 2000 e protocollata al n° 5277 e una
variante finale, necessaria al miglior compimento delle opere, il cui onere è andato a totale carico
del Comune di Lauriano.
Nelle successive tabelle si riassume il percorso di realizzazione dell’intervento attraverso le tappe
degli investimenti e dei finanziamenti.
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57
2.5 Riqualificazione delle Terme di San Genesio e loro rifunzionalizzazione ad
uso pubblico - Castagneto Po
La Fonte di San Genesio, sita nell’omonima frazione del Comune di Castagneto Po, vicina alla
chiesa romanica e circondata da boschi di castagni (da cui il nome del Comune), grazie
all’intervento finanziato con i fondi strutturali messi a disposizione dalla Misura 6.1 del Docup
97/99, torna a svolgere la sua funzione di polo turistico legato, da un lato, ad un tur ismo termale e
dall’altro, ad un turismo ludico e culturale che sempre più dovrebbe interessare e migliorare le
capacità attrattive della collina chivasese.
L’intervento sulla Fonte è stato mirato al recupero di un complesso di carattere ricettivo, da semp re
di proprietà comunale, costituito da un fabbricato dal disegno sobrio legato ad una architettura
prettamente rurale, in muratura intonacata, coniugata con elementi della tradizione di questi luoghi
collinari.
L’intervento non si limita al recupero fisico degli spazi dell’edificio, ma si propone di promuovere e
consolidare un turismo colto che, rispettoso dell’ambiente, cerca, a pochi passi da Torino,
tranquillità, natura e cure termali.
San Genesio può diventare una importante tappa di un circuito che permetta al turista, in gita fuori
porta, di seguire un itinerario differenziato nella sua offerta naturalistica (il Bosco del Vaj),
culturale (la Chiesa e il Campanile romanico di San Genesio) e termale, grazie alle acque sulfuree
della Fonte.
La sua realizzazione consentirà di ampliare le iniziative turistico-culturali che il Comitato
Festeggiamenti di Castagneto Po da anni organizza con grande successo (il Festival delle colline, la
stramangiando ecc.).
Tutte le attività e le iniziative intraprese dal Comune, sono finalizzate a consolidare il senso di
identità e di appartenenza dei residenti ai propri luoghi: il connubio residenti-territorio si sviluppa
con la valorizzazione di luoghi da sempre importanti nella tradizione locale attraverso interventi
visibili che permettano la fruibilità degli spazi da tempo in disuso.
Il processo di realizzazione dell’intervento si è concluso nei termini previsti, pur essendo stato
interrotto e ostacolato da avvenimenti inaspettati.
Nel corso dei lavori si è avuto il rinvenimento imprevisto, e non prevedibile nella fase progettuale,
di una falda acquifera proveniente da sotto il fabbricato oggetto dell’intervento, per cui si è resa
indispensabile la costruzione di una condotta per convogliare tutta l’acqua all’esterno del fabbricato
e, quindi, verso il fondovalle.
58
Il comune di Castagneto Po ha, pertanto, stipulato un contratto aggiuntivo con la ditta esecutrice dei
lavori ed ha approvato un nuovo quadro economico in cui sono state inserite le nuove opere
determinate dalla variante, che, però, non sono state oggetto di finanziamento.
Inoltre, nell’estate 2000, i lavori hanno subito una sospensione a seguito di un sopralluogo
effettuato dai funzionari della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali, i quali avendo
constatato l’interesse storico della vasca lapidea della fonte, hanno consigliato che la stessa fosse
sottoposta ad una pulitura da eseguirsi a mano da un restauratore accreditato, sotto il controllo della
Soprintendenza stessa, e che fosse prodotta una dettagliata documentazione grafica e fotografica,
eseguita da operatori specializzati.
L’iter procedurale che l’intervento ha seguito, preliminarmente all’esecuzione, è stato scandito
dalle seguenti tappe:
24/05/1999
Deliberazione di G.C. n° 60: Approvazione del Progetto definitivo.
07/07/1999
Con Determinazione del Segretario comunale n° 50 si stabilivano le modalità di
appalto per lavori di ristrutturazione ed adeguamento Fonte di San Genesio.
10/09/1999
Con Determinazione del Segretario comunale n° 69 si prorogava il termine per la
presentazione delle offerte e dell’espletamento della gara.
15/09/1999
Si svolgeva la Gara di pubblico incanto per l’aggiudicazione dei lavori progettati.
17/09/1999
Con Determinazione del Responsabile dell’Ufficio tecnico n° 13 si approvava il
Verbale di gara.
27/09/1999
La Ditta aggiudicataria presentava formale rinuncia all’esecuzione dell’opera.
27/09/1999
Con Determinazione del responsabile dell’Ufficio tecnico n° 15 si aggiudicavano i
lavori di ristrutturazione ed adeguamento della Fonte di San Genesio alla Ditta
CO.E.PI di Castiglione Torinese, secondo classificato a seguito di rinuncia del
primo, per un importo di L. 139.561.940.
29/09/1999 Con Deliberazione della G.C. n° 90 si provvedeva a ridefinire il quadro economico
di spesa del progetto, a seguito del ribasso d’asta verificatosi in sede di gara.
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30/09/1999
Si provvedeva alla consegna dei lavori.
01/10/1999
Si procedeva alla formale sottoscrizione del contratto d’opera.
20/12/1999:
con Deliberazione di Giunta Comunale n. 116, si approvava la perizia di variante
necessaria a far fronte al ritrovamento imprevedibile di una falda acquifera sotto il
fabbricato.
21/12/1999:
con Determinazione del responsabile di servizio n° 42 bis, si è provveduto ad
impegnare la somma necessaria all’esecuzione dell’opera in variante, apportando, in
tal modo una modifica al quadro economico complessivo.
29/02/2000:
si procedeva alla formale stipula del contratto aggiuntivo (rep. 233), per un importo
di L. 13.636.194 + IVA 10%.
L’esecuzione delle opere è stata scandita dalle seguenti tappe:
30/09/1999
Si provvedeva alla consegna dei lavori.
20/03/2000 1° S.A.L. e Certificato di pagamento n° 1 per L. 53.310.135 al netto di IVA.
30/03/2000
Determinazione del Responsabile del Servizio lavori pubblici n° 15 di approvazione
dei documenti contabili e liquidazione fattura relativa al 1° S.A.L
19/06/2000
2° S.A.L. e Certificato di pagamento n° 2 per L. 50.039.485 al netto di IVA.
22/06/2000
Determinazione n° 35 di approvazione dei documenti contabili e liquidazione fattura
relativa al 2° S.A.L
27/10/2000
3° S.A.L. e Certificato di pagamento n° 3 per L. 39.682.078 al netto di IVA.
23/11/2000
Determinazione n° 82 di approvazione dei documenti contabili e liquidazione fattura
relativa al 3° S.A.L
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11/05/2001
Stato Finale e 4° Certificato di pagamento per L. 9.155.272 al netto di IVA.
28/05/2001
Certificato di regolare esecuzione redatto dal Direttore Lavori, ing. Marco Ferro; si
ricorda che essendo il valore delle opere inferiore a 200.000 Ecu, ai sensi
dell’articolo 28 comma 3 della Legge 109/94 in materia di lavori pubblici, il
certificato di collaudo è stato sostituito dal Certificato di regolare esecuzione.
13/06/2001
Deliberazione della Giunta Comunale n° 64 di approvazione del Certificato di
regolare esecuzione.
07/06/2001
Determinazione n° 42 di approvazione dei documenti contabili e liquidazione fattura
relativa allo Stato Finale.
Il rapporto con i professionisti è stato caratterizzato dalle seguenti tappe:
31/03/1999
Deliberazione di G.C. n° 29: Affidamento di incarico per la redazione del progetto
di ristrutturazione ed adeguamento Fonte di San Genesio all’Ing. Marco Ferro
29/09/1999
Con Deliberazione della G.C. n° 90 si provvedeva a ridefinire il quadro economico
di spesa del progetto, in cui venivano definiti gli importi relativi alle spese tecniche,
pari a L. 23.000.000 oltre IVA e contributi previdenziali pari a L.5.152.000, e alle
indagini di analisi delle acque, pari a L. 9.266.340 oltre IVA e contributi
previdenziali pari a L. 2.075.660.
01/10/1999
con Deliberazione della G.C. n° 93, si procedeva all’affidamento dell’incarico di
indagine ed analisi dell’acqua della Fonte al dott. Castelletto Mauro.
09/11/2000
Determinazione n° 77 di liquidazione parcella dell’Ing. Marco Ferro per un importo
di L. 28.152.000 (comprensivo di contributi previdenziali, Iva e ritenuta d’acconto).
03/05/2001
Determinazione n° 31 di liquidazione della parcella del dott. Castelletto Mauro per
un importo di L. 11.341.951 (comprensivo di contributi previdenziali, Iva e ritenuta
d’acconto).
61
La diversità degli importi riportati nei vari S.A.L e quelli impegnati e rendicontati, così come
descritti nelle tabelle successive, è dovuto al fatto che l’opera principale, sottoposta a
finanziamento, e la variante sono state oggetto di un unico cantiere, sotto la stessa Direzione Lavori.
A chiarimento di tale situazione il responsabile del servizio lavori pubblici, arch. Giacomin, con
Determinazione n° 57 del 29/6/2001 ha riassunto la ripartizione degli importi tra le opere oggetto
del progetto principale e quelle oggetto della variante:
S.A.L. e
certificati di
pagamento
Oneri sicurezza
non soggetti a
ribasso d’asta
S.A.L. relativi
ai lavori in
progetto
Somme
ammesse a
finanziamento
comprensive di
iva
S.A.L. relativi
ai lavori in
variante
Somma A
+B+C
A B C
1° S.A.L. 53.578.025 3.200.000 45.271.827 5.106.197 53.578.024
0,5% 1° S.A.L. 267.890 16.000 226.359 25.531 267.890
1° Certificato 53.310.135 3.184.000 45.045.468 53.052.415 5.080.666 53.310.134
0,5% 2° S.A.L. 50.290.940 48.084.545 2.206.396 50.290.941
S.A.L. 251.455 240.123 11.032 251.455
2° Certificato 50.039.485 47.844.122 52.628.535 2.195.364 50.039.486
3° S.A.L. 39.881485 34.373.289 5.508.196 39.881.485
0,5% S.A.L. 199.407 171.866 27.541 199.407
3° Certificato 39.682.078 34.201.423 37.621.565 5.480.655 39.682.078
STATO FINALE 8.452.520
0,5% S.F.Lavori 42.263
S.F. – 0,5% S.F. 8.410.257
TOTALE 0,5% 680.911 64.104
STATO FINALE 9.155.272 9.091.168 10.000.285 64.104 9.155.272
TOTALE 152.905.722 136.820.829 153.302.799 12.820.789 152.905.722
Nonostante l’intrecciarsi del progetto principale con la variante, il primo ha registrato un risparmio
nella sua realizzazione, che ha portato a ridefinire la scheda riassuntiva dei costi e le quote di
finanziamento a carico Docup (specie per il calcolo della quota a saldo).
Nelle successive tabelle si riassume il percorso di realizzazione dell’intervento attraverso le tappe
degli investimenti e dei finanziamenti e la tabella del finanziamento a carico Docup ricalcolata.
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64
2.6 Sportello territoriale per la qualità e lo sviluppo della piccola e media
impresa
Lo Sportello territoriale per la qualità e lo sviluppo della piccola e media impresa nasce
dall’esigenza di favorire un incremento dell’efficacia e dell’efficienza nelle attività imprenditoriali e
amministrative presenti sul territorio Canavesano, agendo sul sistema della qualità aziendale
unitamente alla crescita professionale ed all’innovazione tecnologica.
L’attività dello sportello è stata indirizzata alle imprese e alla pubblica amministrazione, con questi
obiettivi:
?? nei confronti le imprese:
- favorire la crescita di una nuova cultura imprenditoriale nel territorio del Canavese,
promuovendo ed accompagnando le PMI nella creazione di sistemi di qualità aziendali;
- proporsi come elemento di connessione tra il mondo della ricerca e quello delle imprese, per
favorire il processo di innovazione tecnologica di prodotto e di processo;
- favorire il processo di internazionalizzazione delle PMI con la creazione di nuovi servizi alle
imprese;
- adattare il sistema di formazione alle esigenze delle imprese;
?? nei confronti della Pubblica Amministrazione:
- sperimentare un ruolo innovativo per gli Amministratori locali nel governo dello sviluppo;
- operare con procedure amministrative che siano in sintonia con quelle delle imprese.
CREAZIONE DEL CONSORZIO
Il Progetto dello Sportello è nato per iniziativa di undici comuni localizzati nell’area sud-est del
Canavese, in cui Caluso occupa una posizione baricentrica, e di alcune importanti imprese con lo
scopo di promuovere ed assistere imprese ed enti del territorio che intendono accrescere la propria
produttività e competitività agendo sulla Qualità Aziendale.
Ente attuatore del progetto è il “Consorzio della Qualità aziendale e delle Tecnologie” con sede in
Caluso Piazza Valperga n° 2, costituito con atto del Notaio Forni in data 31/08/1999 e iscritto alla
CCIAA col numero di Registro Imprese 122609/1999.
Il Consorzio annovera tra i soci fondatori i comuni di: Caluso, Candia Canavese, Foglizzo, Mazzé,
Montanaro, Montalenghe, San Giorgio, San Giusto, Villareggia, Vialfrè e Vische; tra i privati:
Banca Credito Cooperativo di Vische e del Canavese, Compuprint s.p.a. e Industrie Pininfarina.
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La sede operativa del Consorzio è in via Comotto n° 36 a Caluso e dispone di circa 350 mq (al
momento utilizzati al 50%) organizzati in uffici, aule e laboratori attrezzati.
La localizzazione dello sportello consente, grazie anche ad un buon sistema viabilistico del
territorio, di accedere ad uno bacino di utenza molto vasto; si consideri, infatti, che nel solo
territorio dei comuni soci fondatori del Consorzio, prendendo in considerazione solo le aziende
manifatturiere, di costruzioni e di servizi, sono attive più di ottocento unità produttive; ma l’area
potenzialmente gestibile è quella delimitata dai centri urbani di Ivrea, Chivasso, Cuorgnè e Mazzè,
con una capacità di alcune migliaia di aziende.
I servizi del Consorzio sono accessibili a tutte le imprese del territorio che ne fanno richiesta.
ORGANIZZAZIONE OPERATIVA DEL CONSORZIO.
La struttura organizzativa del C.S.Q.T. si avvale sia di personale in organico che di personale che
svolge consulenza tecnica ed amministrativa.
La scelta di questa configurazione è stata determinata nella necessità di contenimento delle spese
avendo limitato il personale in organico allo svolgimento di funzioni di segreteria, di contabilità e di
laboratorio; mentre sono stati utilizzati consulenti esterni per prestazioni di tipo amministrativo e
tecnico ritenuti necessari almeno nella fase di avvio del progetto e con un impegno tale da non
richiedere un tempo pieno. La direzione si occupa del coordinamento generale del progetto sia per
gli aspetti tecnici che amministrativi.
Per i vari ruoli operativi sono stati nominati:
- un direttore
- un consulente commercialista
- un consulente per i problemi giuridico amministrativi
- tre revisori dei conti
- una consulenza tecnica per i servizi della qualità alle PMI ed alle Amministrazioni Comunali
Consorziate
- due persone in organico che ricoprono i ruoli di segreteria e di tecnico di laboratorio
metrologico
- un consulente su problemi specifici a richiesta delle PMI verranno attivate di volta in volta in
funzione delle necessità.
ATTIVITÀ
L’operazione preliminare è consistita nell’allestimento della sede operativa, indispensabile
all’attività di gestione del servizio vero e proprio.
66
L’allestimento della sede ha comportato:
- opere infrastrutturali; la sede, messa a disposizione con comodato d’uso gratuito di 10 anni dal
Comune di Caluso, era originariamente costituita da un unico spazio; le opere si sono rese
necessarie per adeguare lo spazio alle nuove necessità che prevedevano un ufficio di
Direzione, un ufficio di Segreteria, una sala riunioni, un laboratorio per strumentazione
metrologica e di prova, un’aula/laboratorio per corsi di aggiornamento ai dipendenti delle
Imprese;
- opere di aggiornamento e di modifica dell’impiantistica comprendenti l’impianto elettrico,
termico, telefonico con relativo adeguamento alle norme di sicurezza;
- arredamento degli uffici e dei laboratori comprese le macchine per ufficio;
- dotazione di strumenti per misure metrologiche e prove di laboratorio per svolgere, a richiesta
delle imprese consorziate e non, attività di taratura di strumenti e prove di laboratorio.
Una volta resa funzionante la sede è stato possibile attivare lo sportello.
L’attività iniziale si è sviluppata in due direzioni: verso l’interno predisponendo all’operatività
uffici e laboratori e provvedendo all’addestramento degli operatori stessi, verso l’esterno, attraverso
contatti e visite alle PMI del territorio, costruendo una banca dati la cui analisi ha fatto emergere
problemi specifici e sollecitato interventi mirati alla loro soluzione.
La linea di azione per lo svolgimento delle attività del Consorzio è riassumibile nei seguenti punti:
A Istituire, presso l’impresa o l’ente, un Sistema di Qualità Aziendale certificabile secondo le
norme relative;
B Coadiuvare l’impresa nello sforzo di dotarsi dei mezzi adeguati ad affrontare le problematiche
della qualità;
C Provvedere all’addestramento del personale delle imprese;
D Fornire delle facilitazioni operative esterne all’impresa (laboratori di misura e taratura,
laboratori di prove, ecc.);
E Coadiuvare, a richiesta, le imprese nell’innovazione tecnologica mediante un’azione di
raccordo con gli enti impegnati nella ricerca e nell’applicazione delle tecnologie innovative.
Attività svolte a favore delle imprese
La costruzione di un Sistema di Qualità per le imprese, ascrivibile ai punti A, B e C individuati, ha
seguito un iter complesso.
67
In un primo momento sono state pianificate due fasi di lavoro rivolte a due gruppi di PMI, accorpate
secondo criteri di omogeneità dettate dalla sensibilità ai concetti delle qualità.
- per un primo gruppo, ritenuto più preparato, si era previsto di passare subito alla progettazione
del sistema di qualità sulla base delle applicazioni merceologiche della ditta e dei mercati in cui
si trova ad operare.
- per un secondo gruppo si era previsto un approccio alla qualità preceduto da una fase
propedeutica consistente nell’indirizzare la PMI alla formazione del personale ed alla dotazione
di attrezzature di base per affrontare con successo le fasi successive.
Ci si è resi subito conto che l’impostazione di tale approccio dava luogo a significative criticità a
causa dell’accentuata diversità dei tempi di risposta delle PMI alle proposte del Consorzio, per cui
si è dovuto operare per ogni singola PMI nel momento in cui perveniva l’ordine.
Si è, quindi, pervenuti alla costruzione di un modulo di progettazione del Sistema Qualità Aziendale
comprende le seguenti attività, svolte con adattamenti di volta in volta calibrati alle singole realtà:
?? Visite conoscitive e valutative presso le aziende aderenti, individuando eventuali criticità,
accertandone la disponibilità a svolgere attività di miglioramento della qualità
?? Stesura di un piano di assistenza e consulenza, condiviso e commentato dalle stesse ditte
?? Predisposizione di un piano di assistenza con relativa proposta economica riferita ad una parte
di attività
?? Incontri periodici finalizzati allo svolgimento di:
- stesura del manuale della qualità;
- stesura delle Procedure della Qualità;
- breve corso di formazione “Introduzione alla Qualità” alle maestranze, presso la sede
C.S.Q.T.;
- assistenza all’applicazione del Sistema Qualità per tutti i processi coperti dalle procedure
scritte, stesura della modulistica e Piano di miglioramento;
- verifiche ispettive ante certificazione;
- assistenza durante l’iter di certificazione, ivi compresa la fase di presentazione delle
pratiche e dei documenti all’Ente di Certificazione e la presenza/assistenza durante la visita
di valutazione dell’Ente certificatore.
?? Preparazione, in sede consortile, della documentazione e del progetto di infrastrutture coerenti
con quanto discusso nei diversi incontri
?? Assistenza organizzativa, presso le aziende, per la parte documentale e di laboratorio quali:
- tarature di strumenti.
- acquisto di strumenti ed attrezzature di misura e prove.
68
- acquisto di hardware e software per la gestione della qualità.
- acquisto di strumenti standard di riferimento.
- acquisto di macchinari specifici legati a problematiche della qualità
?? Addestramento del personale.
Attività svolta a favore delle Amministrazioni comunali
Tale attività, rientrante nel punto A della linea di azione, è stata caratterizzata da due progetti pilota
integrati:
a) Progetto Sistema di Gestione della Qualità.
La finalità del progetto è quella di ridurre o eliminare alcune tipiche criticità dei processi svolti
nell’ambito di enti complessi e/o altamente burocratizzati.
I risultati da raggiungere sono:
?? Definizione di norme che definiscano principi, strategie, attività da svolgere per assicurare
l’efficacia e l’efficienza. Tali norme costituiscono il Manuale per la Qualità del Comune.
Le norme sono state approntate con il contributo determinante dei Sindaci, dei responsabili
della Segreteria Comunale e dei funzionari.
?? Definizione di procedure di tipo organizzativo per definire le modalità di svolgimento e
l’assegnazione dei relativi compiti per i principali processi interni afferenti la Qualità. Tali
procedure confluiscono nel Manuale delle Procedure per la Qualità del Comune. Le
procedure sono state definite coi contributi dei vari responsabili dei Servizi Comunali, la
supervisione dei Segretari Comunali e la consulenza del C.S.Q.T.
?? Istituzione di infrastrutture tecniche che permettano un’adeguata applicazione delle norme
e delle procedure precedentemente definite. Le infrastrutture sono state approntate dai
funzionari e dal personale tecnico dei Comuni, con il contributo ed i suggerimenti della
consulenza ed il coordinamento della Segreteria Comunale.
b) Stesura della procedura per facilitare la gestione delle comunicazioni ed in generale di tutte le
pratiche che impongono un’interfaccia tra Comune e cittadini.
La finalità del progetto consiste nella definizione delle funzioni di un Centro per il
Rilevamento delle Aspettative o Bisogni dei cittadini (CRAB). Si tratta di una fase preparatoria
che, se ritenuta opportuna dal Comune, potrà essere seguita dalle fasi costitutiva ed operativa;
queste non fanno, tuttavia, parte del presente progetto.
69
Il risultato della fase preparatoria è costituita da un documento contenente le seguenti
informazioni e proposte:
- finalità perseguite dall’Ufficio
- prestazioni da fornire (ascolto ed informazione, metodologie, analisi e proposte di
miglioramento)
- organizzazioni e risorse dell’Ufficio
- relazioni interne al Comune ed esterne
- pianificazione attività da svolgere nelle successive fasi costitutiva ed operativa.
Il documento finale è stato approntato sulla base di interviste con amministratori, dirigenti e
funzionari comunali, di analisi degli strumenti organizzativi disponibili, di effettuazione di
benchmarking con altri sistemi similari ritenuti avanzati per gli aspetti tecnologici od
organizzativi.
Le Amministrazioni Comunali interessate finora dai progetti sono state quelle del Comune di
Caluso e del comune di Montanaro.
L’attività relativa ai due progetti si è conclusa ed è attivo solo un monitoraggio sugli sviluppi portati
avanti dalle Amministrazioni interessate.
Per Progetto del Sistema di Qualità del Comune di Montanaro sono stati elaborati i seguenti
documenti:
- Manuale per la Qualità;
- Manuale delle procedure per la Qualità;
- Elaborati afferenti le procedure PQ101, 201, 511, 522, 601, 711, 731, 741, 751, sviluppati con
il Comune di Montanaro.
Il Progetto qualità elaborato per il Comune di Caluso, si è concluso con al stesura del documento di
specifica del CRAB. Nel complesso sono stati elaborati i documenti seguenti:
- Appunti per la specifica di progetto dal n. PCSS01 a PCSS08;
- Specifica dei requisiti per il CRAB (PCSS09).
Di recente si è tenuto un incontro tra il C.S.Q.T. e la Giunta Comunale di Caluso per l’illustrazione
del documento e per approfondimenti propedeutici ad eventuali azioni da intraprendere in futuro per
la realizzazione dell’Ufficio.
I servizi di supporto di laboratorio
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Tali servizi sono complementari a quelli dei laboratori aziendali e sono svolti sia nel laboratorio
C.S.Q.T. che in quelli convenzionati col Consorzio.
Nell’ambito del servizio di taratura strumenti sono stati stipulati accordi quadro commerciali per la
fornitura di servizi a prezzi scontati ai consorziati C.S.Q.T., con i seguenti centri specializzati:
- Compuprint: Centro SIT per le misure elettriche;
- Balmas: Centro SIT e misure secondo le ISO 9000 per le tarature di bilance, pesi e misuratori di
forze;
- S.M.: Centro SIT per la rugosità e tarature metriche secondo le ISO 9000 per campioni primari
aziendali.
Azioni di facilitazione (punti D e E della linea di azione)
Le facilitazioni di cui al punto D (fornire delle facilitazioni operative esterne all’impresa) vengono
attivate a richiesta delle PMI e comprendono tutto quanto, per scelta dell’impresa, non è possibile
organizzare aziendalmente per ragione di costo e di preparazione del personale, ma che tuttavia è
una necessità irrinunciabile per chi persegue la qualità.
I servizi previsti sono :
- raccolta e gestione degli strumenti da tarare presso i centri SIT.
- organizzare e seguire prove di laboratorio “certificate” per qualificazione di prodotti presso
laboratori accreditati SINAL.
- verifica delle idoneità dei fornitori non certificati, ma con sistema qualità adeguato.
- tenuta della lista dei fornitori certificati e dei fornitori ritenuti idonei.
- assistenza alla certificazione ed alle successive verifiche.
- assistenza nell’innovazione tecnologica.
- supporto per gli aspetti logistici e di pianificazione.
- consulenza su temi specifici.
Le attività di cui al punto E relative allo sviluppo tecnologico, alla logistica ed ai servizi tecnici
sono complementari ai temi principali di Progettazione dei Sistemi di Qualità e, essendo fortemente
condizionate dalle richieste delle PMI, vengono attivate successivamente a richiesta delle stesse.
NUMERO E FREQUENZA DEGLI UTENTI, TIPOLOGIA DEI SERVIZI PRESTATI.
Durante tutta la fase di sviluppo del progetto sono state contattate circa centodieci imprese di vari
settori merceologici.
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La maggior parte dei contatti hanno riguardato imprese che operano nella manifattura di prodotti in
metallo, plastica, elettronica; soltanto alcune hanno in fabbricazione un prodotto finito che va
direttamente all’utente.
Nella maggior parte dei casi sono ditte che operano nella componentistica di prodotti di grosse
industrie.
Queste constatazioni servono a far capire quanto e come i servizi del C.S.Q.T. siano dipendenti
dalla politica per la qualità adottata dai grandi gruppi verso i loro fornitori.
Dall’analisi dei campioni di dati ad oggi in possesso del C.S.Q.T. risulta che molte ditte con un
numero di dipendenti superiore a 30/40 hanno già affrontato e risolto il problema della
certificazione, mentre per quelle comprese nelle fasce da 1 a 10, da 10 a 20 e da 20 a 30 dipendenti
sono prive di certificazione.
La fascia di imprese contattata dal C.S.Q.T. più numerosa è al momento quella di 1/10 dipendenti.
I risultati dell’attività del Consorzio sono, senza dubbio, positivi: in un arco di venti mesi di attività
si sono associate al Consorzio sedici aziende e di esse sette hanno già avviato le procedure per
dotarsi di un sistema qualità aziendale.
Le aziende attualmente consorziate al C.S.Q.T. sono:
- CARBONELLA Matteo s.n.c. – BRANDIZZO;
- GIULIANO CAFFE’ s.a.s. – CALUSO;
- GRUNER s.r.l. – VISCHE;
- SERENA AMAIDE s.n.c. – SALASSA;
- 3 C s.r.l. – VISCHE;
- MELPEM – VILLAREGGIA;
- O.L.L. s.n.c. – STRAMBINO;
- OFFICINE Mauro VALLERO s.a.s. – VILLAREGGIA;
- VECCHIA s.a.s. – FOGLIZZO;
- INNOSENSE s.r.l. – COLLERETTO GIACOSA;
- MAC 3 s.n.c. – SAN GIUSTO C.SE;
- SALUMIFICIO NADIA – ARE’ di Caluso;
- ERREGI – MAZZE’;
- MAP – SAN GIORGIO C.SE;
- PIGNOCCHINO – VISCHE;
- TECNAU – IVREA.
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Sono in corso attività di consulenza finalizzata all’ottenimento della certificazione ISO 9001:2000
per le seguenti aziende:
- ERREGI – MAZZE’;
- INNOSENSE s.r.l. – COLLERETTO GIACOSA;
- MAP – SAN GIORGIO C.SE;
- VECCHIA s.a.s. – FOGLIZZO;
- TECNAU – IVREA.
È già stata ottenuta la certificazione ISO 9001:2000 dalle aziende seguenti:
- GIULIANO CAFFE’ s.a.s. – CALUSO;
- SERENA AMAIDE s.n.c. – SALASSA.
Fino ad oggi l’attività prevalente del Consorzio è stata l’erogazione di servizi relativi a progetti di
Sistemi Qualità.
Per quanto riguarda i servizi di laboratorio, si prevede che questi possano assumere maggiore
importanza a seguito dell’attività di certificazione (come è stato possibile verificare nei casi delle
ditte certificate); sono comunque già stati erogati servizi di taratura di strumenti di misura.
Sono state richieste prove di laboratorio ambientale sul particolare di un sensore per ABS da parte
della ditta ATS.
Per tali prove si è chiesto un preventivo ai laboratori di Alenia Spazio, ma l’attività non è stata
ordinata a causa dei costi ritenuti alti.
Recentemente è stato scritto per conto del Consorzio CISSAC di Caluso un documento di specifica
per l’acquisto del sistema informatico. Il CISSAC è un Consorzio dei Comuni dell’area calusiese
che opera nel settore socio – assistenziale.
L’esperienza dei progetti pilota per i Comuni costituirà presto la base di un’azione per una loro
estensione ad altre amministrazioni.
VALUTAZIONE QUALITATIVA DEI SERVIZI EROGATI E DELLE ATTIVITÀ
INTRAPRESE
Da quanto fin qui esposto emerge il quadro delle attività effettuate dal Consorzio. Considerando che
i risultati raggiunti si riferiscono a circa venti mesi di attività dei quali una parte sono stati dedicati
all’avviamento del progetto e all’attivazione della sede e che il Consorzio costituisce una presenza
nuova nel mercato di questi servizi, il risultato ottenuto si può considerare molto positivo.
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Si rileva inoltre che, per le aziende certificate, la valutazione dell’Ente Certificatore è stata positiva
alla prima visita e con osservazioni di carattere marginale; questo fatto conferma la qualità del
servizio di consulenza prestato.
Sulla base delle risposte alle interviste, il C.Q.T.S. ritiene che la formula adottata di un servizio che
includa, unitamente alla consulenza nell’organizzazione della qualità aziendale, altri servizi tecnici
attinenti la problematica (come ad esempio quello metrologico, corsi di formazione, consulenze
tecniche specifiche, ecc.), risponda pienamente alle aspettative delle PMI.
Tra gli imprenditori che esprimono titubanze e rinvii ad adottare un Sistema di Qualità Aziendale,
sono frequenti argomentazioni che richiamano la non obbligatorietà della certificazione, il timore di
appesantire coi costi della qualità la gestione aziendale, il mancato riconoscimento in termini
economici da parte dei committenti.
Durante le visite alle PMI alcuni imprenditori hanno citato esperienze di colleghi titolari di imprese
certificate con un sistema qualità troppo pesante per le dimensioni aziendali per cui hanno avuto più
problemi che benefici.
Questo fatto può significare che il problema della qualità è spesso affrontato con piglio troppo
burocratico senza tener conto delle caratteristiche della singola azienda.
Ciò conferma l’impressione della necessità di campagne di acculturamento sulla materia qualità per
mettere nel giusto rilievo il rapporto tra i vantaggi e maggiori oneri.
Tra i risultati positivi dell’attività del Progetto è certamente da annoverarsi il numero di aziende
consorziate, di quelle in certificazione e di quelle certificate.
Altri effetti positivi sono documentati nel numero degli occupati del Consorzio stesso e delle ditte
che, con la certificazione, hanno impegnato una figura a tempo parziale o a tempo pieno
all’esercizio delle funzioni di qualità aziendali.
Una stima globale di tutti questi addetti può aggirarsi intorno a sei/sette persone, che potranno
aumentare in conseguenza delle attività che il Consorzio porterà avanti nel breve e medio termine.
A questi si aggiungono riscontri non immediatamente quantificabili come quelli ascrivibili alle
attività svolte per le Amministrazioni Comunali presso le quali è cresciuta la consapevolezza dei
vantaggi che si possono ottenere nell’organizzare e gestire i servizi comunali con l’applicazione di
metodologia imposta dalle ISO 9000.
La presenza del Consorzio, ancorché di giovane vita, nel territorio è ormai per molte ditte ed
amministrazioni un riferimento per affrontare e risolvere problematiche attinenti la qualità.
74
Le iniziative per la qualità fin qui svolte saranno estese a più ampi settori produttivi come l’edilizia,
l’agroalimentare ed ai settori di servizi e commercio.
In particolare si prevede di aprire ai concetti della qualità i settori dell’assistenza socio –
assistenziale contattando case di cura e di riposo nonché consorzi intercomunali come il citato
CISSAC.
Analoghe iniziative saranno svolte verso altre Amministrazioni Comunali mettendo a frutto le
esperienze maturate nelle iniziative pilota svolte durante il presente progetto.
Nel futuro prossimo si opererà intensamente anche nel campo della formazione del personale per
tutte le discipline che concorrono al risultato finale del miglioramento della qualità.
RELAZIONE FINANZIARIA
Di seguito si riportano, per voci di costo, le modalità delle assunzioni di impegno entro il 31
dicembre 1999 e dell’investimento finale realizzato; le singole voci e gli importi relativi sono
riassunti nella tabella allegata.
?? voce 1: personale addetto al progetto, intendendo sia il personale assunto in organico che i
consulenti amministrativi e tecnici.
Per individuare il personale da assumere, sono stati diramati ai vari Comuni del territorio ed
all’Ufficio del Lavoro e della Massima occupazione di Caluso i profili professionali dei
candidati per i due posti in organico rispettivamente di segreteria e di tecnico di laboratorio.
L’esame dei candidati è terminato il 3/11/1999, dopo di che si è proceduto alla definizione
delle pratiche secondo le graduatorie emerse. Tali pratiche hanno subito dei contrattempi a
causa della rinuncia di un candidato in fase avanzata dell’iter di assunzione, per cui il contratto
è stato stipulato solo il 24/12/1999.
Riguardo, invece, l’individuazione di figure professionali rispondenti alle esigenze tecniche ed
amministrative ritenute necessarie, procedendo con gara ufficiosa, sono state prese in esame
varie candidature di professionisti.
Nella tabella allegata, alla colonna “impegni assunti al 31/12/99” è stato riportato l’elenco delle
figure professionali individuate e la data di formalizzazione dell’incarico.
Dalla medesima tabella si evince la differenza tra gli importi impegnati (L. 285.550.000) e
quelli realmente spesi (L. 288.727.097); tale differenza è stata determinata dal fatto che alcune
consulenze hanno comportato una spesa maggiore, per prestazioni aggiuntive, e dal fatto che,
essendo slittato a settembre il termine di ultimazione del progetto, sono stati conteggiati gli
stipendi dei dipendenti nei tre mesi aggiuntivi.
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?? Voce 2: sistemazione uffici: per l’attività di adattamento della sede sono stati redatti progetti di
strutturazione e modifica sia dei locali che dell’impianto elettrico.
Il tipo di opere e le date di assegnazione degli appalti sono state:
- strutturazione dei locali con opere murarie e tinteggiatura. 20/12/1999
- modifica ed aggiornamento secondo la legge 46/90 dell’impianto elettrico e
dell’allacciamento esterno fino alla cabina ENEL
20/12/1999
- modifica all’impianto termico esistente mediante creazione di un sistema
indipendente di generazione termica.
20/12/1999
- allestimento dei locali con arredi ed attrezzature d’ufficio. 20/12/1999
Le procedure seguite per l’affidamento dei lavori e per gli acquisti dei materiali sono conformi ai
regolamenti in vigore presso il Comune di Caluso, adottati dall’Assemblea Consortile del
C.S.Q.T.
Le attività di adeguamento dei locali sono iniziate ai primi di gennaio 2000 ed ultimate alla fine
di febbraio.
?? Voce 3: strumentazione di laboratorio
Le attività di ricerca dei fornitori degli strumenti di laboratorio sono state espletate mediante gara
ufficiosa ed i risultati sono stati portati al Consiglio Direttivo del 28-10-1999.
Nel Consiglio Direttivo suddetto la consociata Compuprint ha avanzato la proposta di pianificare
la dotazione degli strumenti del C.S.Q.T. tenendo conto di quelli già presenti nei laboratori
Compuprint in modo da liberare risorse per nuove dotazioni. In conseguenza di ciò si è stipulato
una convenzione di cooperazione per l’uso dei laboratori Compuprint e C.S.Q.T. e sono state
riaperte le gare per alcuni nuovi apparati. A gare chiuse sono stati richiesti sconti alle ditte
vincitrici, ottenendo alcune risposte affermative.
Al termine di tale procedura in data 20/12/1999 sono stati emessi gli ordini di acquisto, così
come riportati in tabella.
?? Voce 4: spese generali
Entro il 1999 sono stati definiti tutti gli impegni vincolanti relativi alle spese generali per la
durata del progetto; in particolare quelli relativi agli allacciamenti in rete e la fornitura dei servizi
di energia elettrica, riscaldamento, telefono, la pulizia dei locali.
Nella tabella riassuntiva allegata emergono alcune differenze tra gli importi impegnati e quelli
spesi, per cui risulta che rispetto a quanto preventivato vi è stata una maggiore spesa telefonica e
76
una minore spesa nel consumo del gas e dell’energia elettrica. Nella rendicontazione finale tra le
spese generali sono state computate quelle relative alla ditta Gemeaz Cusin fornitrice del servizio
ticket restaurant per il personale dipendente che, nelle rendicontazioni intermedie, erano state
conteggiate tra quelle relative al personale (voce 1); questo poiché si ritiene che tale spesa trovi
una più idonea collocazione tra le spese generali, che lo spostamento tra una voce di costo e
l’altra non comporti penalità in nessuna voce di costo e, infine, che questa voce di spesa vada a
compensare altre spese documentate ritenute eccessivamente minute o non impegnate entro il
1999.
?? Voce 5: spese per la definizione del progetto
Tale impegno di spesa era incluso nell’incarico più generale dato alla SETEO che ha curato la
definizione dell’organizzazione operativa, dei requisiti funzionali degli uffici e del laboratorio,
dei servizi informatici e del fabbisogno di macchine per uffici e arredi, della strumentazione di
laboratorio occorrente, dei profili professionali dei consulenti e/o imprese, dei dipendenti da
assumere; è stata, inoltre, fornita consulenza all’Amministrazione Consortile nella fase di
appalto lavori, affidamento forniture con valutazione tecnica delle offerte e nella fase esecutiva;
quindi emissione del “Piano delle attività per il progetto “Sportello per la Qualità” e consulenza
per le operazioni bancarie.
Dalla tabella allegata risulta che il soggetto attuatore ha sostenuto un costo complessivo superiori a
quanto preventivato (L. 460.931.379 contro L. 455.410.000) della cui differenza si fa totale carico.
77
78
2.7 Agenzia della pietra
L’Agenzia della Pietra ha sede presso il Comune di Traversella in via Roma 1, dove è stato allestito
un ufficio con funzione sia di sito operativo per il personale interno, sia di centro di riferimento per
i partner pubblici e privati aderenti al progetto, sia di sportello informativo e vetrina per clienti
privati e professionisti interessati ai materiali proposti.
Scopo dell’intervento è stato quello di attivare una serie di iniziative rivolte all’interno del territorio
finalizzate a:
- contenere l’impatto ambientale, promuovendo l’introduzione, da parte delle imprese estrattive,
della selezione qualitativa dei materiali e disincentivando la produzione di inerti e materiale
grezzo destinato alla lavorazione esterna,
- contribuire al recupero paesaggistico ed architettonico delle identità locali mediante la
diffusione di informazioni sull’uso dei materiali tipici del luogo, nel territorio del Patto
Territoriale del Canavese (123 comuni),
- incentivare nuove attività di trasformazione del prodotto cavato, specie l’utilizzo di materiale di
scarto ora destinato alle discariche
e rivolte all’esterno finalizzate a promuovere politiche commerciali di sostegno ai prodotti di qualità
nei mercati dell’arredo urbano, parchi e giardini, del restauro delle architetture locali e regionali ed
in settori innovativi.
Le attività di avvio dell’Agenzia sono state realizzate tramite l’impiego di:
- personale interno: 2 collaboratori a metà tempo, con funzione di sportello, segreteria e
coordinamento;
- personale esterno : 8 fra collaboratori e liberi professionisti di supporto per la realizzazione di
tutte le attività previste dal progetto che richiedono professionalità e conoscenze specifiche.
Attività
Le attività avviate dall’Agenzia della Pietra riguardano:
Creazione della Società
Nel 1999 è stato sottoscritto un Accordo di programma tra i diversi soggetti, pubblici e privati,
interessati alla costituzione dell’Agenzia. In seguito si sono susseguiti diversi incontri tra gli
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aderenti all’accordo di programma per discutere sulla natura giuridica della costituenda società, per
raccogliere le possibili adesioni e discutere la bozza dello statuto. La data definitiva della consegna delle adesioni è stata il 15 marzo 2001.
Lo statuto è stato presentato alla Giunta Provinciale il 22 maggio 2001, mentre l’11 giugno 2001 è
avvenuta la presentazione al Consiglio Provinciale; in tali occasioni gli organi provinciali hanno
provveduto ad approvare lo statuto medesimo.
Il 22 giugno 2001 l'Atto Costitutivo è stato firmato dai soci, mentre entro la metà di luglio verrà
completato l'iter burocratico relativo alla registrazione della società.
Il capitale sociale è di 15.600 euro, suddiviso in quote del valore nominale di 100 euro cadauna ed è
stato assunto e sottoscritto dai soci secondo le seguenti modalità:
- Provincia di Torino 86 quote pari a 8600 euro;
- Comune di Traversella 27 quote pari a 2700 euro;
- Comune di Lessolo 1 quote pari a 100 euro;
- Comunità Montana Valchiusella 5 quote pari a 500 euro;
- Gest.Ar.Tur 15 quote pari a 1500 euro;
- Bracco Giulio 2 quote pari a 200 euro;
- Brocco Dante di Brocco Emilio 5 quote pari a 500 euro;
- Brocco Dante e figli 5 quote pari a 500 euro;
- Giovanetto Enrico 5 quote pari a 500 euro;
- Tomaino giuseppe Graniti, pietre e marmi 5 quote pari a 500 Euro.
Alla sottoscrizione dell’Atto costitutivo si è provveduto a nominare anche il consiglio di
amministrazione, composto da tre membri con le seguenti cariche:
- Presidente: Bruno Biava;
- Antonio Buzzigoli, consigliere;
- Giuseppe Tomaino, consigliere.
Promozione dell’Agenzia e dei materiali trattati,
In primo luogo si è provveduto all’allestimento dell’ufficio necessario in quanto funge da punto di
riferimento per clienti, liberi professionisti e ditte private e da vetrina temporanea di grande
richiamo.
Quindi si è allestito uno spazio espositivo che consente la visione di tutta la produzione proponibile
alla clientela; tale spazio è ubicato presso il complesso delle Miniere di Traversella.
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Il 6 giugno 2001 si è provveduto a registrare il dominio del sito internet che è attivo dal 30 giugno
all’indirizzo: www.agenziadellapietra.com.
A giugno 2001 è stato stampato il catalogo, la cui realizzazione ha comportato un lavoro di raccolta
fotografie presso i privati aderenti al progetto e l’elaborazione dei testi.
In un primo momento, soprattutto su richiesta dei partner privati, che sollecitavano una campagna
informativa molto estesa dell'Agenzia della Pietra e dei materiali, si è pensato ad una tiratura di
12.000 copie; in seguito, anche in funzione della disponibilità dei fondi, se ne sono stampate 8.000
copie, la maggior parte delle quali saranno inviate, a mezzo posta, ai 123 comuni del Patto
Territoriale del Canavese e ai professionisti del settore della Provincia di Torino e della Valle
d’Aosta.
L’Agenzia della pietra è stata presente a diverse manifestazioni fieristiche :
- nel 1999 era presente, con un proprio stand, a “Restructura”, presso il Centro Espositivo
Lingotto Fiere di Torino, resa possibile grazie al coinvolgimento attivo dei partners privati per
l’allestimento dello spazio espositivo;
- costruttivo si è rivelato il rapporto con il Comune di Castellamonte grazie al quale è stato
possibile la partecipazione alla Fiera della ceramica di Castellamonte nell’estate 2000,
allestendo una soluzione espositiva adatta alla presentazione dei materiali di cui si occupa
l’Agenzia, ovvero mettendo a disposizione materiali grezzi e lavorati per la realizzazione della
scenografia espositiva posizionata all’interno dell’Istituto d’Arte “ G. Faccio”;
- nell’autunno 2000 si è partecipato alla fiera “Artigianato dal Mondo” tenutasi a Torino, presso
Palazzo Nervi.
Lo stand, offerto dalla Provincia di Torino, è stato allestito in collaborazione con l’Agenzia
della Ceramica, realizzando ambientazioni che contemplassero sia pavimentazioni in diorite, sia
stufe e caminetti in ceramica.
Sono stati, inoltre, forniti alcuni servizi alle ditte aderenti all’iniziativa:
- redazione di un listino prezzi e di un capitolato d’appalto comune;
- verifica della completezza delle schede tecniche relative ai materiali lapidei secondo la
normativa UNI vigente,
- assolvere ad una funzione di interlocutore con il Politecnico di Torino per la realizzazione delle
prove tecniche sui materiali;
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- servizio di pubbliche relazioni con l’informazione locale, editori specializzati, professionisti
free- lance, etc. ;
Progettazione e divulgazione di linee innovative
Il progetto era articolato in fasi successive, la prima delle quali prevedeva la raccolta ed il riordino
di materiale informativo e promozionale di ditte concorrenti, mentre la seconda comportava
l’individuazione delle linee e delle forme migliori applicabili ai materiali proposti e, quindi, alla
progettazione di elementi costruttivi distintivi.
A giugno 2001 risultava conclusa la prima parte del progetto, mentre una serie di impedimenti
hanno inficiato il regolare svolgimento dell'attività dell'Arch. Matassi, causando lo scioglimento del
rapporto di lavoro fra il medesimo e la GEST. AR.TUR. s.r.l., la mancata consegna degli elaborati
prodotti e la rinuncia al compenso pattuito.
L’incompletezza della realizzazione di tale progetto ha determinato un minor utilizzo degli importi
impegnati, così come risulta dal prospetto finanziario allegato.
Il non completamento di tale attività non inficia l'intero progetto che potrà essere demandata a fasi
di programmazione successive ed inserita negli obiettivi della neonata società.
Lo studio di soluzioni innovative applicabili ai problemi riscontrati negli attuali
processi di produzione
L’Ing. Borsati, a cui era stata affidata una consulenza specifica, dall'esame dei disegni costruttivi
degli attrezzi utilizzati durante le fasi di perforazione, ha ricavato un brevetto (registrato a giugno
2001), finalizzato all'abbattimento del rumore nelle fasi di perforazione in cava; in merito ha già
esposto il 23 maggio i risultati della sua ricerca e, in seguito alla registrazione del brevetto, ha fatto
pervenire la relativa documentazione.
Nel mese di giugno, inoltre, ha completato una serie di prove empiriche per la produzione di un
conglomerato misto che serva al riutilizzo del materiale di scarto e contemporaneamente alla
produzione di prodotti che abbiano un valore di mercato.
Il Sig. Brocco Pier Mario, conformemente all’incarico ricevuto, ha prodotto una relazione tecnica
illustrativa sull’ottimizzazione del sistema di immagazzinaggio.
Analisi di mercato
Tale analisi è stata svolta a scala locale e finalizzata a tracciare un panorama esaustivo della
domanda avanzata dai territori più vicini ai siti di produzione.
Sono stati investigati i seguenti campioni:
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- 123 comuni aderenti al Patto Territoriale del Canavese;
- professionisti interni e collaboratori dei 123 comuni precedentemente citati;
- dimensioni, struttura e produzione delle ditte private aderenti al progetto;
- prodotti ed impieghi attuali;
- prezzi e produzioni dei principali concorrenti.
Il risultato di tale analisi è stato esposto in un relativo documento.
Ricerca sulla pietra ornamentale,
La ricerca è stata effettuata dagli studenti delle scuole medie inferiori e superiori della zona; ciò ha
permesso loro di approcciarsi alla realtà economica e produttiva dell’area e allo studio di sistemi
produttivi moderni e tecnologicamente avanzati, stimolandoli a proiettare tali caratteristiche sulla
loro situazione ambientale ricca di un passato carico di eventi storici e sociali.
Quest’attività è stata supportata da visite guidate in cava e in laboratorio, in modo da introdurre
direttamente i ragazzi nell’ambito della loro ricerca e da proporre un contatto pratico con esso.
Per incentivare l’interesse dei ragazzi è stato istituito un concorso e la definizione di un premio al
miglior prodotto di ricerca.
Alla fine dei due anni scolastici, 2000 e 2001, gli elaborati dei ragazzi sono stati sottoposti al
giudizio della Commissione Esaminatrice che ne ha valutato l’originalità e la completezza ed ha
provveduto ad assegnare la borsa di studio
Il soggetto attuatore, nella propria rendicontazione finale, ha voluto sottolineare che la tipologia di
intervento, volto a fornire essenzialmente servizi, ha dovuto affrontare numerose difficoltà
ascrivibili prevalentemente al fatto che l’erogazione del finanziamento è stato condizionato al
raggiungimento di quote intermedie di realizzazione del progetto; ciò è avvenuto in tempi lunghi,
così come sono stati altrettanto lunghi i tempi di erogazione degli stessi finanziamenti. Ciò,
sommato alla ridotta disponibilità finanziaria del soggetto attuatore, ha causato ritardi
nell'assolvimento degli impegni economici assunti e nell'adempimento della programmazione.
BENEFICI VERIFICABILI E PROSPETTIVE DI UTILIZZO A BREVE E MEDIO TERMINE
I benefici nati dall'attuazione di tale progetto risiedono essenzialmente nell'avvio del dialogo fra gli
imprenditori locali e nella realizzazione di attività comuni, improntate alla promozione dei materiali
lapidei (catalogo, sito Internet, listino prezzi e partecipazione ad eventi fieristici).
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Un passo importante è rappresentato dalla costituzione della società "Agenzia della Pietra s.r.l.",
che d'ora in avanti si assumerà l'incarico di proseguire nelle attività intraprese con il progetto stesso.
Nel complesso l'intervento è organico e funzionale, esso è stato svolto nella sua interezza, tranne
per la parte inerente all'incarico affidato all'Arch. Matassi, relativo alla progettazione di linee
innovative di prodotti.
Tale attività ha carattere di tipo complementare, rispetto alla struttura principale del progetto e
pertanto non ne inficia l'organicità, né la prosecuzione identificata nella costituzione della s.r.l..
Essa potrà essere demandata ad una fase operativa della futura attività della società.
RENDICONTAZIONE FINANZIARIA
Dalla tabella allegata è possibile evincere l’iter finanziario dell’intervento dagli impegni assunti
entro il 1999 agli investimenti realizzati e pagamenti effettuati entro il 30 giugno 2001.
Dalla tabella è possibile desumere alcune differenze tra gli impegni assunti e gli investimenti
realizzati e pagati:
- la voce 1. (personale dedicato al progetto) a fronte di un impegno di L. 157.000.000 si è
verificato un investimento di L. 141.104.270. Tale riduzione degli importi è ascrivibile
essenzialmente all’annullamento dell’impegno con l’arch. Matassi.
- la voce 2. (strumenti/arredi per ufficio) ha visto un impegno iniziale di L. 25.000.000, ma
dimostra un investimento di L. 25.069.404. Questo maggiore importo non incide sulla
rendicontazione finale, in quanto tale voce di costo era esclusa dal finanziamento ed è
interamente a carico del soggetto attuatore.
- la voce 3 (Promozione dell’Agenzia) per la quale erano stati impegnati L. 31.667.000, è stata
oggetto di una spesa di L. 32.972.480.
- la voce 4. (spese generali) aveva un impegno di L. 25.000.000 e ne sono stati spesi L.
25.946.299.
La Provincia di Torino, in considerazione del fatto che, sulla base del ricalcolo dei nuovi importi, la
quota di finanziamento a carico del Docup non supera quella precedentemente definita e che
l’intervento è stato concluso, risulta essere organico, funzionale e coerente al progetto inizialmente
presentato e ne ha realizzato le finalità, ha ritenuto di riconosce il maggiore e/o minore importo di
spesa nelle varie voci di costo e ne ha chiesto l’erogazione del saldo sulla base della nuova
definizione degli importi, rimettendo il giudizio finale alla Regione Piemonte
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Riguardo la voce di costo “Promozione dell’Agenzia”, il soggetto attuatore ha presentato tra le
spese documentate una fattura di L. 121.800 emessa dalla ditta Perino, che non era stata oggetto di
impegno entro il 1999; la Provincia di Torino, nel rispetto delle modalità di erogazione del
finanziamento, ha escluso detto importo dal totale dell’investimento realizzato. Questa precisazione
è doverosa perché tale cifra determina la differenza tra l’importo indicato dal soggetto attuatore
nella scheda di monitoraggio al 30/06/2001 e l’importo indicato dalla Provincia nella richiesta di
saldo e nelle tabelle allegate a questa relazione.
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86
2.8 Agenzia di sviluppo e valorizzazione della ceramica di Castellamonte
Compito dell’Agenzia di sviluppo e valorizzazione della ceramica di Castellamonte è quello di
promuovere l’attività produttiva della ceramica artistica e tradizionale di Castellamonte e di
salvaguardare la qualità della produzione con particolare attenzione alle tradizioni locali nelle
tecniche di fabbricazione e nei processi produttivi.
Il progetto, promosso dalla Provincia di Torino e attuato dal Comune di Castellamonte, ha visto la
partecipazione dei principali esponenti dell’industria ceramica locale, nonché dell’associazione di
categoria CNA e dell’Ente di formazione e consulenza Cesma.
L’utenza diretta del progetto è costituita dalle cinque principali aziende di produzione ceramica di
Castellamonte, composte da un totale di 35 addetti.
Uno dei compiti futuri dell’Agenzia sarà quello di ampliare la propria utenza alle altre aziende di
produzione ceramica di Castellamonte.
PERCORSO DI REALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO
E operativa da diversi mesi la sede dell’AGECER presso l’edificio dell’ex ospedale civile di
Castellamonte, con la messa a disposizione di tutte le attrezzature e i collegamenti necessari al buon
funzionamento dell’ufficio.
Attività
Le attività operative legate all’avvio dell’Agenzia sono state:
Creazione della società.
È stato predisposto lo statuto per una società a responsabilità limitata, denominata “Agenzia
Ceramica Castellamonte s.r.l.”, per la quale è stato aperto un conto presso la locale agenzia di un
Istituto di Credito (Banca CRT), per il versamento delle quote di capitale, stabilite in 100 euro
cadauna. Dell’iniziativa si è data pubblicità adeguata presso le forze economiche e produttive
dell’area castellamontese e sono state coinvolte anche le Amministrazioni locali dei comuni vicini.
La Agenzia Ceramica Castellamonte è stata istituita con atto notarile repertorio 2081/307 il 17
Maggio 2001 in Ivrea.
Il capitale sociale è di 13.600 euro assunto e sottoscritto dai soci come segue:
- Provincia di Torino 7.700 euro pari al 56,61% del capitale sociale;
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- Comune di Castellamonte 500 euro pari al 3,68% del capitale sociale;
- Comune di Valperga 500 euro pari al 3,68% del capitale sociale;
- Cesma s.c.ar.l. 500 euro pari al 3,68% del capitale sociale;
- Ceramiche Savio s.n.c. 500 euro pari al 3,68% del capitale sociale;
- R.P. Castellamonte s.n.c. 500 euro pari al 3,68% del capitale sociale;
- Nex s.n.c. 500 euro pari al 3,68% del capitale sociale;
- Ceramiche Castellamonte 500 euro pari al 3,68% del capitale sociale;
- Gest.Ar.Tur. srl 500 euro pari al 3,68% del capitale sociale;
- CNA 1000 euro pari al 7,35% del capitale sociale;
- Giampietro Luca 200 euro pari al 1,47% del capitale sociale;
- Filippi Adriano 300 euro pari al 2,20% del capitale sociale;
- Bacchio Sergio 400 euro pari al 2,93% del capitale sociale;
Con l’assemblea dei soci tenutasi il 22 giugno alle ore 21 presso la sede operativa di Agecer, è stato
nominato il consiglio di amministrazione definitivo con le seguenti cariche:
- Presidente: Fabio Garaffa (su indicazione dell’Amministrazione Comunale di Castellamonte);
- Vice Presidente: Silvana Neri (su indicazione della compagine privata e della CNA);
- Amministratore delegato: Ing. Roberto Favero;
- Consigliere: Elisa Giampietro;
- 2 posti di consigliere sono stati assegnati alla Provincia di Torino, in attesa di nomina.
Si è provveduto, inoltre, alla apertura della P. IVA di Agecer srl, all’iscrizione presso il registro
delle imprese alla predisposizione e alla vidimazione presso il notaio dei libri sociali.
Creazione del sito Internet e realizzazione del catalogo.
Dal 28 febbraio 2000 è attivo il sito Internet www.agecer.com.
Il sito viene costantemente aggiornato e prevede link ai siti dei singoli ceramisti, nonché al sito del
Comune di Castellamonte e della Provincia di Torino.
Durante la Mostra della Ceramica di Castellamonte sono state allestite postazioni Internet per la
consultazione del sito.
A luglio 2000 è stato stampato il catalogo della Agenzia, con una consistente sezione storica e la
pubblicazione, per la prima volta, del disciplinare di produzione che ha consentito alla produzione
castellamontese di ottenere il doc dal Ministero dell’Industria e dell’Artigianato.
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È stata progettata la struttura di e-commerce.
L’analisi di fattibilità è stata realizzata secondo le seguenti fasi:
- Web usability del sito: i principi per rendere facilmente utilizzabile un sito internet;
- Ottimizzazione del sito: le regole fondamentali;
- Registrazione e posizionamento sui motori di ricerca;
- Piano di marketing;
- Reperimento e analisi dei concorrenti su internet;
- Come fare pubblicità su internet: i banner;
- E-mail marketing: mailing list, newsletter e newsgroup;
- Web-tracking: le statistiche per scoprire tutto ciò che accade sul sito.
L’operatività del progetto è stata organizzata in tre fasi corrispondenti a tre sviluppi della attività di
e-commerce, ovvero:
- FASE 1: avvio delle attività con la predisposizione di un catalogo limitato di 20 pezzi.
Sperimentazione del mercato e del sistema di e-commerce.
Obiettivo: offrire al proprio target usuale un nuovo strumento per l’acquisto. Testare
la reazione dei clienti e la reazione dei comparti produttivi dell’azienda.
- FASE 2: Ampliamento del catalogo e ampliamento della rete di servizi on line al cliente.
Obiettivo: offrire tutto il catalogo delle produzioni anche on line e rafforzare la
propria posizione di mercato.
- FASE 3: Direzionamento nuove tipologie di target.
Obiettivo: ampliamento del target, ampliamento delle aree di mercato.
In seguito ad approfondita analisi delle strutture aziendali dei singoli ceramisti, gli stessi hanno
ritenuto di non essere ancora pronti ad affrontare il mercato globale. L’avvio dell’iniziativa di e-
commerce è stata, per ora, rimandata, su specifica richiesta delle imprese artigiane, al fine di evitare
un sovraccarico di lavoro che avrebbe creato gravi problemi alla struttura produttiva delle aziende.
In occasione del Natale si è provveduto a distribuire in omaggio il catalogo dell’Agenzia seguendo
un nutrito indirizzario di arredatori, architetti ed operatori del settore. Si prevede, con tale iniziativa,
un importante ritorno di immagine.
Le visite giornaliere al sito internet della Agenzia sono sensibilmente aumentate, in relazione anche
ad iniziative pubblicitarie ed al diffondersi del nome e dell’immagine della Agenzia.
Ricerca di Mercato relativa alle produzioni ceramiche castellamontesi.
89
L’attività di ricerca si è concentrata sulle offerte dei portali più correnti, capaci di valorizzare le
produzioni ceramiche in tutte le loro differenziazioni merceologiche. Attua lmente, si dispone di una
schedatura dettagliata delle offerte, con una valutazione anche della capacità di mercato delle
singole strutture. Nello specifico vi sono almeno quattro trattative molto avanzate per la
strutturazione di un sistema di e-commerce connesso con il sito dell’Agenzia, capace di proporre in
maniera strutturata le diverse produzioni dei soci nelle loro diversità tipologiche, riconducibile a tre
prodotti:
1) le stufe - prodotto di alto livello e costo che richiede una consistente assistenza tecnica alla
vendita,
2) oggettistica - prodotto di eccellenza qualitativa che richiede canali adeguati per il
raggiungimento del largo consumo,
3) il prodotto artistico - che presenta analogie con il mercato dell’arte e come tale va trattato.
L’attività di ricerca molto approfondita condotta nell’ambito dei portali internet si sta attualmente
estendendo alle catene commerciali tradizionali. Si è già visitato otto organizzazioni, quattro delle
quali si sono dette interessate alla rappresentanza di prodotti di qualità dell’industria
castellamontese. Parallelamente si sta provvedendo a schedare le offerte pubblicitarie sulla stampa
specializzata, in vista di una campagna di lancio dell’immagine dell’agenzia e dell’iniziativa di e-
commerce.
È stato distribuito un questionario a tutti i ceramisti per consentire un’analisi approfondita della loro
struttura di vendita. In seguito alle valutazioni emerse dai dati estrapolati dal questionario si è
provveduto a fare visite personalizzate ad ogni azienda, accompagnate anche dall’esperto di
marketing nominato dal Comune. Da tali visite sono emerse problematiche organizzative e di
impostazione che sono state oggetto di ampie discussioni con i responsabili dell’azienda. L’analisi è
stata oggetto di una relazione nella quale sono state avanzate proposte operative per la risoluzione
delle problematiche emerse.
Si è studiato una strategia di mercato e di immagine comune alle imprese artigiane del
castellamontese. La preoccupazione maggiore è stata quella di individuare un’attività seria e
qualificante che la Agenzia possa svolgere senza gravare economicamente sui soci.
Si è provveduto a studiare un vero e proprio progetto di impresa, una strada concreta e fattibile che
l’amministrazione della Agecer srl possa intraprendere al fine di sopravvivere autonomamente e
creare un ritorno di immagine ed economico positivo.
L’attività del progetto di impresa dovrà avere le seguenti caratteristiche:
- essere qualificante per il territorio;
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- essere una attività culturale, particolarmente sensibile alla cultura di impresa;
- essere immediatamente realizzabile ed intraprendibile;
- essere una attività qualificante.
Il progetto di impresa individuato per l’Agenzia è quello di qualificarsi come Ente di certificazione
delle imprese artigiane.
Nell’ampio panorama della certificazione della qualità sono infatti completamente assenti Enti di
certificazione per il mondo dell’artigianato. La struttura societaria della Agenzia è rispondente a
quella di un Ente di Certificazione essendo senza fine di lucro ed essendo una società mista
pubblico-privata.
Tale scelta può inserirsi in un importante progetto di valorizzazione delle imprese artigiane che la
Regione Piemonte sta attuando attraverso la redazione di disciplinari di produzione per i vari
comparti di produzione artigiana, attraverso cui è previsto il rilascio di un marchio di “eccellenza
artigiana”.
A tal proposito si sono tenuti alcuni incontri con esponenti istituzionali per verificare la fattibilità
della iniziativa, ottenendo ottimi risultati. I maggiori incoraggiamenti sono arrivati proprio per il
fatto che l’iniziativa nasce da un progetto a finanziamento pubblico.
Censimento e catalogazione dei manufatti di antica produzione.
È stata eseguita una catalogazione dei beni rinvenienti dal territorio con la redazione di schede
informatizzate accompagnate da un archivio fotografico in formato digitale. Le schede di
catalogazione sono state messe a punto anche con il contributo di operatori accreditati presso gli
uffici periferici del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Si è ritenuto opportuno, oltre alla
scheda di catalogazione, allegare una scheda di restauro, per conservare evidenza e memoria di ogni
intervento conservativo o di restauro riscontrato sulle opere in esame, anche con suggerimenti per il
recupero e la salvaguardia di manufatti. Dalla catalogazione è infatti emerso che molti manufatti
sono in uno stato di conservazione critico e necessiterebbero di rapidi e tempestivi interventi di
restauro.
Il lavoro è stato suddiviso nelle seguenti sezioni:
- Contesti: la grande tradizione piemontese di produzione ceramica, in particolare per quanto
attiene i fregi architettonici e la produzione di statuaria in periodo medioevale, in cui si
inserisce la produzione castellamontese;
- Fregi: la produzione di chiara provenienza Castellammontese di fregi architettonici;
- Statuaria: la produzione di statuaria castellamontese;
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- Altre opere: la raccolta di tutto il materiale di produzione castellamontese non strettamente
rientrante nelle categorie precedenti.
Il risultato della schedatura è un CD ROM contenente l’intero pacchetto di materiali documentari. Il
lavoro è stato impostato in modo tale da poter essere aggiornato in qualsiasi momento.
Progettazione e divulgazione di linee innovative per lo sviluppo della produzione ceramica.
Si è provveduto a studiare una immagine coordinata della Agecer srl, impostando il lavoro su due
direttrici fondamentali:
- Valorizzazione della storia millenaria della ceramica di Castellamonte;
- Promozione e valorizzazione della qua lità delle produzioni.
Il messaggio che si vuole trasmettere è quello di una produzione tradizionale che affonda le radici
nella storia, ma tecnologicamente all’avanguardia, finalizzato all’offerta di un prodotto di qualità.
In questo ambito, si è proceduto nell’istituzione del marchio di qualità “Ceramica di
Castellamonte”, dando incarico a una società di registrazione marchi di eseguire lo studio di
fattibilità per la creazione del marchio che sarà di proprietà dell’Agenzia, la quale potrà rilasciarlo
previa un’accurata verifica delle modalità produttive del richiedente. Per questo è stato creato
appositamente un logo che consentirà di distinguere in maniera chiara le produzioni.
L’istituzione del marchio consentirà di promuovere in modo adeguato le produzioni catellamontesi
distinguendole da numerose imitazioni che spesso ne compromettono l’immagine presso il grande
pubblico. È stato elaborato un regolamento per il rilascio del marchio. Tale regolamento governa il
rilascio del marchio Ceramiche di Castellamonte, ma può anche diventare il regolamento per il
rilascio del marchio di qualità.
È stato individuato un gruppo, composto da personalità del mondo tecnico e scientifico, per
costituire il comitato tecnico scientifico con il compito di governare il rilascio del marchio.
Si è provveduto a registrare e brevettare presso i relativi organi competenti il nome Agecer –
Ceramica di Castellamonte, con relativo marchio:
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La società Cesma, in nome e per conto dell’Agenzia, ha acquisito una consulenza per la
certificazione di qualità; in seguito la stessa Agenzia potrà offrire consulenze per la certificazione di
qualità.
Per valorizzare la millenaria storia della ceramica di Castellammonte è stata condotta una ricerca
storica, arrivando a scrivere e pubblicare sul catalogo Agecer la storia della produzione ceramica a
Castellamonte dalla preistoria fino ad oggi.
In seno all’Agenzia della Ceramica si è sviluppato il progetto per la realizzazione del Museo della
Ceramica di Castellamonte, che dovrebbe trovare collocazione nel Palazzo Botton.
È stato redatto il progetto operativo per la realizzazione del Museo, con la definizione delle sezioni
e delle collezioni, nonché della struttura organizzativa e gestionale del Museo. Il progetto prevede
una museificazione di tipo didattico, con la valorizzazione delle produzioni tradizionali e storiche, a
partire dagli albori (preistoria e periodo romano) fino ad arrivare alla produzione industriale
ottocentesca in cui Castellamonte ha vissuto il suo splendore. Al termine del percorso storico è
prevista una sezione dedicata all’arte e all’artigianato contemporaneo, con opere di artisti di fama
internazionale che hanno lavorato a Castellamonte.
L’apertura del Museo è prevista per dicembre 2001.
Promozione e accompagnamento di progetti di innovazione di processo.
In occasione del Salone dell’Artigianato, svoltosi presso il Palazzo Nervi a Torino, sono stati
presentati pezzi di artigianato artistico e stufe frutto delle ultime ricerche in campo di fumisteria ed
utilizzo degli smalti. Il lavoro presentato è frutto delle sperimentazioni svolte all’interno dei
laboratori castellamontesi.
È stato attuato il progetto “Certificazione Qualità – Ceramica di Castellamonte”, composto da un
progetto formativo integrato ad un percorso di consulenza personalizzata per le aziende, con una
serie di incontri per la stesura di procedure ed istruzioni operative che ha portato alla realizzazione
del Manuale della Qualità per ogni singola azienda.
Il Progetto ha visto la partecipazione di personale altamente qualificato.
L’iter del lavoro svolto, con presentazioni, moduli di formazione, consulenze personalizzate per
ogni azienda e incontri mirati alla stesura delle procedure e delle istruzioni operative, è stato
articolato nei seguenti temi:
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Presentazione
- La norma UNI EN ISO 9001 – 2000. Principi fondamentali:
- Organizzazione orientata al cliente, - Leadership, - approccio per processi, - coinvolgimento del personale, - miglioramento continuo, - rapporto di reciproco beneficio con i fornitori.
Il manuale della Qualità
- Attuazione e documentazione del SQ. - Struttura della documentazione di Sistema: la
piramide della Qualità. - Scopi e caratteristiche del MdQ. - Struttura del MdQ. - Chi redige il MdQ. - Criteri redazionali e gestionali.
Sistema di gestione per la Qualità
- Requisiti generali, - Requisiti della documentazione, - Manuale della qualità, - Controllo dei documenti, - Controllo delle registrazioni.
Responsabilità della direzione
- Impegno della direzione, - Attenzione focalizzata al cliente, - Politica per la Qualità, - Pianificazione e obiettivi del sistema di gestione
per la qualità, - Responsabilità e autorità, - Comunicazione interna.
Responsabilità della direzione
- Riesame della direzione: generalità, - Elementi in ingresso per il riesame, - Elementi in uscita per il riesame.
Gestione delle risorse:
- Messa a disposizione delle risorse, - Risorse umane: competenza, consapevolezza e
addestramento, - Infrastrutture, - Ambiente di lavoro.
Realizzazione del prodotto:
- Pianificazione della realizzazione del prodotto,
- Processi relativi al cliente: requisiti, riesame dei requisiti, comunicazione con il cliente
Progettazione e sviluppo
- Pianificazione, - Riesame, - Verifica, - Validazione, - Modifiche della progettazione.
Approvvigionamento
- Processo di approvvigionamento, - Informazioni per l’approvvigionamento, - Verifica dei prodotti approvvigionati. Produzione
- Controllo dei processi di produzione, - Validazione dei processi di produzione, - Identificazione e rintracciabilità, - Proprietà del cliente, - Conservazione dei prodotti.
Monitoraggi e misurazioni:
- Soddisfazione del cliente, - Verifiche ispettive interne, - Monitoraggio e misurazione dei processi, - Monitoraggio e misurazione dei prodotti. -
Controllo del prodotto non conforme
Analisi dei dati e miglioramento
- Miglioramento continuo, - Azioni correttive, - Azioni preventive.
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Essendo a buon punto con la redazione dei manuali della qualità e delle procedure operative si
ritiene che le aziende possano a breve richiedere la certificazione del Sistema Gestione Qualità
secondo la norma ISO 9000 – VISION 2000.
BENEFICI VERIFICABILI
?? creazione di un sodalizio tra le aziende artigiane, con l’avvio di proficue collaborazioni;
?? creazione di una immagine comune della produzione ceramica del castellamontese. Immagine
rinforzata dall’azione promozionale del catalogo e del sito internet;
?? diffusione tra le aziende coinvolte di una maggiore coscienza critica nei confronti della loro area
di mercato;
?? diffusione tra le aziende coinvolte di una maggiore cultura della qualità del prodotto e del
rispetto delle norme di sicurezza sancite dalle più recenti disposizioni di legge;
??maggiore conoscenza dei finanziamenti pubblici alle imprese, quali: formazione professionale
per occupati, L. 236/96, L. 21, etc.
?? nascita di una proficua cooperazione con L’Agenzia della Pietra, con cui sono state organizzate
iniziative comuni;
?? confronto delle diverse aziende facenti parte della Agenzia sulle rispettive conoscenze
tecnologiche di produzione materiale;
?? confronto delle diverse aziende sull’approccio al mercato, in particolare in relazione alle
iniziative di e-commerce;
?? nascita di un progetto imprenditoriale comune nell’ambito del progetto di impresa della Agecer;
?? valorizzazione della produzione di qualità, anche con attività di certificazione.
OCCUPAZIONE DIRETTA E INDOTTA STIMABILE
L’Agenzia ha previsto il coinvolgimento di consulenti e di aziende specializzate per la realizzazione
delle attività, creando un piccolo mercato del lavoro indotto. Due sono stati i consulenti impiegati,
mentre il lavoro indotto è difficilmente misurabile.
PROSPETTIVE A BREVE E MEDIO TERMINE
La Agecer ha ottime prospettive a breve e a medio termine, in particolare per quanto attiene l’avvio
del progetto di impresa avviato da Cesma nell’ambito della certificazione delle imprese artigiane.
Nel contempo potrà proseguire il suo lavoro di promozione dell’immagine della produzione
artigiana di Castellamonte e di consulenza a fornitura di servizi alle imprese artigiane.
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RENDICONTAZIONE FINANZIARIA
Dalle tabelle allegate è possibile evincere l’iter finanziario dell’intervento dagli impegni assunti
entro il 1999 agli investimenti realizzati e pagamenti effettuati entro il 30 giugno 2001.
La seconda tabella indica, per voci di costo, i pagamenti effettuati corrispondenti alle richieste di
acconto; i totali parziali corrispondono agli importi degli investimenti realizzati e dichiarati nelle
richieste di finanziamento.
Dalle tabelle è possibile evincere delle differenze tra gli impegni assunti e gli investimenti realizzati
e pagati:
- la voce 1. (personale dedicato al progetto) ha un importo impegnato di L. 30.000.000 contro un
investimento di L. 30.513.517
- la voce 6. (strumenti/arredi per ufficio) a fronte di un impegno di L. 40.000.000, dimostra un
investimento di L. 28.169.600
- la voce 9 (spese generali) per la quale erano stati impegnati 45.000.000, è stata oggetto di una
spesa di L. 12.508.000
La Provincia di Torino, in considerazione del fatto che, sulla base del ricalcolo dei nuovi importi, la
quota di finanziamento a carico del Docup non supera quella precedentemente definita e che
l’intervento è stato concluso, risulta essere organico, funzionale e coerente al progetto inizialmente
presentato e ne ha realizzato le finalità, ha ritenuto di riconosce il maggiore e/o minore importo di
spesa nelle varie voci di costo e ne ha chiesto l’erogazione del saldo sulla base della nuova
definizione degli importi, rimettendo il giudizio finale alla Regione Piemonte
Riguardo la voce di costo “spese generali”, il soggetto attuatore ha presentato tra le spese
documentate una fattura di L. 144.000 emessa dalla ditta Bigio, che non era stata oggetto di
impegno entro il 1999; la Provincia di Torino, nel rispetto delle modalità di erogazione del
finanziamento, ha escluso detto importo dal totale dell’investimento realizzato. Questa precisazione
è doverosa perché tale cifra determina la differenza tra l’importo indicato dal soggetto attuatore
nella scheda di monitoraggio al 30/06/2001 e l’importo indicato dalla Provincia nella richiesta di
saldo e nelle tabelle allegate a questa relazione.
96
97
98
2.9 TS Canavese - Diffusione dell’innovazione tecnologica nell’industria
manifatturiera del Canavese
Compito del progetto è stato la realizzazione di infrastrutture di supporto all’innovazione
tecnologica delle aziende manifatturiere del Canavese, attraverso la predisposizione di Centri di
competenza in settori di particolare significatività per tali industrie, nello specifico:
- Stampaggio
- Lavorazioni con tecnologia laser
- Meccatronica e microlavorazioni
- Lamiere cellulari
- Microsistemi.
Il sostegno finanziario al progetto è stato indirizzato sia alla realizzazione delle infrastrutture
necessarie alla ricerca (in termini di sistemazione edilizia di locali idonei che di acquisizione delle
necessarie attrezzature e strumentazioni scientifiche) sia all’avvio della ricerca stessa; quest’ultima
è potuta partire contestualmente all’allestimento dei Centri grazie alla disponibilità di infrastrutture
ed apparecchiature messe a disposizione dalle organizzazioni di ricerca coinvolte (Politecnico di
Torino e RTM).
Attuatore dell’iniziativa, beneficiario e gestore del contributo e titolare dei diritti scaturenti
dall’attività di ricerca svolta dai diversi Centri è il Consorzio per il Distretto Tecnologico del
Canavese.
La realizzazione dell’iniziativa si è articolata in due distinte fasi:
1. La fase di attivazione, gestita interamente dal Consorzio, è consistita nella individuazione e
localizzazione dei Centri di competenza e nella dotazione degli stessi delle strumentazioni e
delle attrezzature necessarie allo svolgimento delle attività di ricerca. Propria di questa fase
iniziale è stata anche la individuazione e predisposizione, da parte del Consorzio, delle equipes
tecnica ed amministrativa di supporto all’iniziativa.
2. La fase operativa, consistente nello svolgimento delle commesse di ricerca, affidate ai diversi
Centri di competenza dalle aziende canavesane.
La fase operativa è, a sua volta, distinta in due momenti:
a) la programmazione e lo sviluppo dei progetti di ricerca finalizzati all’individuazione ed alla
sistematizzazione del know how scientifico e tecnologico in forme tali da poter essere in
99
concreto fruibile dalle diverse aziende e da consentire di assicurarne lo sviluppo economico
ed occupazionale,
b) il successivo trasferimento del know how acquisito alle aziende, che ne fruiscono attraverso
la trasposizione dei progetti così sviluppati in chiave industriale, nonché mediante un’attività
di approfondimento, effettuata a livello produttivo, sulle nuove tecnologie individuate.
Alla realizzazione del progetto risultano ampiamente raggiunti e superati gli obiettivi che ci si era
inizialmente posti: il numero dei progetti attivati risulta significativamente più elevato di quello
indicato nelle previsioni.
La tabella che segue mostra i dati sintetici relativi ai diversi Centri di Competenza. Questa tipologia
di intervento include consulenze iniziali o audit tecnologici, feasibility study, progetti di R&S
con/per imprese. Il numero complessivo è di circa 250 interventi di cui 140 progetti di fattibilità o
progettazione/prototipazione.
Centro di competenza Audit
Tecnologici
Fattibilità,
Consulenze,
Progettazioni
Numero di aziende
coinvolte
Stampaggio 25 28 25
Lavorazioni laser 29 34 30
Meccatronica e Microlavorazioni 37 37 40
Lamiere cellulari 16 15 17
Microsistemi 1 26 21
Totale 108 140 133
Gli interventi effettuati hanno finora coinvolto circa 118 aziende diverse.
Anche dal punto di vista occupazionale si possono riscontrare risultati interessanti. La notevole
mole di attività che i Centri di Competenza devono effettuare hanno richiesto l’inserimento di un
numero di nuovi addetti superiore alle previsioni. Al 31 dicembre 2000 la situazione per i Cinque
Centri era la seguente:
100
Organico Dottorato di Ricerca Borse/Stage
Direzione tecnico-amministrativa 1 2
Stampaggio 3
Lavorazioni laser 2 3
Meccatronica e Microlavorazioni 2 4
Lamiere cellulari 1 4
Microsistemi 2 2 4
TOTALE 11 2 17
Sono stati inseriti, in altri termini, 30 addetti di cui 11 in organico, 17 tra Borsisti e Dottorati di
Ricerca e due consulenti per la gestione tecnico-amministrativa del Progetto.
Da rilevare come si tratti di inserimenti di personale altamente qualificato che include:
Stampaggio 1 Diplomato Universitario in Informatica
1 Perito Meccanico
1 Borsista Ingegnere Meccanico
Laser 1 Perito Informatico
1 Cablatore Elettro-meccanico
2 Borsisti Laureandi in Ingegneria Meccanica
1 Borsista Meccanico
Meccatronica 1 Diplomato Universitario in Elettronica
1 Borsista Diplomato Universitario in Elettronica
1 Ricercatore
1 Ingegnere Elettronico
1 Perito Elettrotecnico
1 Diplomato meccanico
Lamiere Cellulari 1 Apprendista Meccanico (attestato formazione professionale)
1 Borsista Ingegnere Aerospaziale
1 Borsista Diplomato Universitario in Elettronica
2 Borsisti Laureandi in Ingegneria Meccanica
Microsistemi 1 Ingegnere Nucleare
101
2 Borsisti Ingegneri Elettronici
2 Ingegneri
1 Fisico
1 Laureata in Scienze dei Materiali
1 Borsista Laureando in Fisica
Direzione del Progetto 1 Laureato in Scienze Politiche (consulente)
1 Ingegnere Elettronico (consulente)
1 Perito Tecnico-Commerciale
L’avvio di attività R&S e trasferimento tecnologico correlate ai centri di Competenza ha creato
anche nelle aziende l’esigenza di potenziare l’organico. Alla data di stesura di questo rapporto
risultano 20 nuovi addetti inseriti in attività di Ricerca e Sviluppo svolte nell’ambito di
collaborazioni con i Centri di Competenza o ad esse correlate.
Per maggiori specificazioni e descrizioni dell’attività svolta e dei risultati conseguiti si rinvia alla
relazione prodotta dal soggetto attuatore, di seguito allegata.
RENDICONTAZIONE FINANZIARIA
Le risorse finanziarie, utilizzate per la realizzazione del progetto, sono state impegnate secondo le
voci di costo indicate nella scheda allegata all’atto protocollato al n° 4855 del 21 luglio 1999,
aggiuntivo alla Convenzione stipulata tra la Regione Piemonte e la Provincia di Torino il 13 aprile
1999, rep. n° 1247, riportata nella Tab. 1 allegata.
1. Personale dipendente del soggetto attuatore (CDTC)
L’importanza del progetto e il ruolo di primo piano, soprattutto nella fase di attivazione dello
stesso, rivestito dal Consorzio per il Distretto Tecnologico del Canavese, ha reso necessario
rafforzarne l’organico già a disposizione.
Il 30 luglio 1999 si provvedeva ad assumere Manuela Gaudina, con ruolo di apprendista
impiegata, utilizzata a tempo pieno per il progetto TS Canavese, il cui utilizzo è stato limitato al
periodo 26/7/99 – 30/10/99, per complessive 543 ore lavorative; il 9/11/99 si provvedeva ad
assumere, in sostituzione della prima, Sara Pastinese, con uguale ruolo e impegno temporale,
con complessive 3.651 ore lavorative contabilizzate alla conclusione del progetto. Si sono
102
utilizzate, inoltre, a tempo parziale sul progetto, Mirella Ferrero e Cristina Picco, già in organico
e assunte in data anteriore a settembre 1999 con ruolo di impiegate rispettivamente di 3° e 4°
livello con 470 e 744 ore dedicate al progetto.
Il numero totale delle ore lavorative svolte dal personale dipendente sul progetto TS Canavese è
stato 9.512, con un costo complessivo, a realizzazione dello stesso, di L. 75.399.401, come si
evince dal quadro economico finale riportato in tabella 2 allegata.
A documentazione degli impegni assunti e della spesa sostenuta per questa voce di costo, il
soggetto attuatore ha esibito copia delle lettere di incarico (di disposizione organizzativa), le
Time card di ciascun dipendente coinvolto nel progetto e il riepilogo del costo del personale con
le retribuzioni complessive, le ore rendicontabili e il costo medio orario.
Il legale rappresentante del soggetto attuatore ha allegato una dichiarazione attestante il numero,
la qualifica, il costo orario, il tipo di prestazioni rese, l’entità degli oneri diretti e indiretti
corrisposti e che tali prestazioni sono state rese esclusivamente per la realizzazione del progetto.
2. Attrezzature e strumentazioni
Le attrezzature e le strumentazioni necessarie al funzionamento dei Centri di ricerca sono state
diverse e con costi molto diversificati. La procedura seguita per la loro acquisizione, facendo
riferimento ai criteri adottati dalla Provincia di Torino e dalla Regione Piemonte in materia di
acquisti e, in particolare, con riferimento al decreto legislativo n° 358/92 e s.m. e i. recante
Testo unico delle disposizioni in materia di appalti pubblici di forniture, è stata definita dal
Consiglio direttivo del Consorzio nella seduta del 6 settembre 1999, secondo le seguenti
modalità:
a) Per attrezzature di valore superiore a L. 100 milioni si è seguita la procedura della gara
pubblica, con il criterio del prezzo più basso; il bando di gara è stato battuto per 5 lotti
ciascuno per attrezzature uniche o simili.
A documentazione dell’intera procedura il soggetto attuatore ha esibito copie di:
- Bando di gara,
- Capitolato,
- Pubblicazione dello stesso sugli organi di stampa,
- Verbale di asta pubblica,
- tutte le Offerte ricevute,
- Pubblicazione dell’esito della gara,
- lettere di aggiudicazione,
- Contratti.
103
b) per le attrezzature di valore inferiore a L. 100 milioni si è deciso di procedere mediante
trattativa privata, con la partecipazione, là dove è stato possibile, di almeno tre fornitori per
singola attrezzatura o lotto di attrezzature simili. A documentazione sono state esibite copie
degli inviti, di tutte le offerte e degli ordini.
c) Riguardo all’acquisto di due attrezzature particolari (un sistema di litografia a fascio di
elettroni Elphy Quantum e un profilometro a microstilo modello KLA-TENCOR P-10),
vista la relazione del Prof. Civera in cui si dimostra che per ciascuno di questi strumenti
esiste un unico fornitore in Europa, si è deciso di procedere a trattativa privata con la Ditta
Raith e la Ditta Tecnor per l’acquisto delle due attrezzature sopraddette, nonostante il loro
costo sia superiore a L. 100 milioni.
Tutti gli ordini e i contratti sono stati stipulati entro ottobre 1999, come risulta dalla tabella 1
bis allegata.
3. Materiali di consumo
Anche per l’acquisizione dei materiali di consumo si sono adottate due diverse procedure:
a) Per forniture di valore superiore a L. 5 milioni si è deciso di procedere mediante trattativa
privata, con la partecipazione di almeno tre fornitori per singolo lotto; tale procedura si è
resa necessaria per un solo ordine. A documentazione sono state esibite copie degli inviti,
delle offerte e dell’ordine.
b) Per forniture di valore inferiore a L. 5 milioni sono stati fatti degli ordini aperti.
Tutti gli ordini sono stati fatti entro ottobre 1999, come risulta dalla tabella 1 – Impegni assunti
al 31/12/99 - allegata.
4. Commesse di ricerche a terzi
La fase operativa del progetto, consistente nello svolgimento delle commesse di ricerca,
necessitava l’individuazione di enti o di organizzazioni di ricerca operanti nel settore pubblico
o privato, cui affidare lo sviluppo stesso delle commesse di ricerca previste.
Al fine di assicurare un’adeguata riuscita della ricaduta economica ed occupazionale che il
progetto era preordinato a conseguire, gli enti e le organizzazioni cui affidare le commesse
avrebbero dovuto essere dotati di una pluralità di indici caratterizzanti. In particolare:
- una spiccata capacità di svolgere attività di ricerca,
- una adeguata integrazione con il tessuto industriale Canavesano, in particolare con le piccole
e medie imprese,
104
- un’articolazione ed organizzazione in infrastrutture di ricerca, possibilmente già presenti nel
Canavese, onde assicurare una più accelerata attivazione dei Centri ed una più lineare
continuazione dell’attività degli stessi una volta completata la prima fase del progetto ed
esaurito il supporto finanziario messo a disposizione dal Docup.
Il Consorzio per il Distretto Tecnologico del Canavese, visto il decreto legislativo 157/1995,
confortato dal parere dell’avvocato Fiore, ha ritenuto opportuno selezionare direttamente le
organizzazioni cui affidare le Commesse di Ricerca.
Sulla base delle caratteristiche prima elencate, si è provveduto ad assegnare:
a) al Politecnico di Torino la Commessa di Ricerca e Trasferimento Tecnologico che include:
?? l’attivazione, la responsabilità della conduzione e lo svo lgimento delle attività di ricerca
e trasferimento tecnologico per due dei cinque Centri di Competenza, in particolare:
- Centro di Competenza per la Meccatronica e le Microlavorazioni
- Centro di Competenza per i Microsistemi
Le attività di questi due Centri di Competenza sono ospitate in strutture messe a
disposizione dalla Provincia di Torino, ad Ivrea, e nella Caserma Giordana a Chivasso.
b) all’Istituto per le ricerche di tecnologia meccanica per l’automazione – RTM – la Commessa
di Ricerca e Trasferimento Tecnologico che include:
?? l’attivazione, la responsabilità della conduzione e lo svolgimento delle attività di ricerca
e trasferimento tecnologico per tre dei cinque Centri di Competenza, in particolare:
- Centro di Competenza per l’innovazione tecnologica nello stampaggio,
- Centro di Competenza per le lavorazioni con tecnologia laser,
- Centro di Competenza per le lamiere cellulari
Tali Centri di competenza sono ospitati in strutture messe a disposizione dalla RTM a
Vico Canavese.
?? lo svolgimento di attività di Ricerca e Trasferimento tecnologico nell’ambito degli altri
due Centri di Competenza, la cui conduzione è affidata al Politecnico:
- Centro di Competenza per la Meccatronica e le Microlavorazioni
- Centro di Competenza per i Microsistemi
Le Convenzioni tra il CDTC e i due Istituti di ricerca sono state stipulate entro ottobre 1999,
come risulta dalla tabella 1 –Impegni assunti al 31/12/99- allegata.
5. Consulenze per il soggetto attuatore
Si è già sottolineato come la struttura e l’organico a disposizione del Consorzio per il Distretto
Tecnologico del Canavese risultava, al momento dell’attivazione del progetto, insufficiente a gestire
105
l’operazione. Si è provveduto, pertanto, ad affidare incarichi di consulenza specifici per competenze
di carattere tecnico, amministrativo e legale.
Tutti gli incarichi di consulenza sono stati diretti, ad eccezione di quello relativo ad attività di
diffusione e comunicazione per il quale si è proceduto mediante trattativa privata, con l’invio di tre
inviti e l’incarico allo Studio Mailander.
Tutti gli incarichi sono stati affidati entro settembre 1999, come risulta dalla Tabella 1 – Impegni
assunti al 31/12/99 – allegata.
Lo svolgimento del progetto ha avuto un andamento lineare documentato nelle relazioni trimestrali
e scandito dalle richiesta di trances di finanziamento, così come riassunte in Tabella 2.
In detta tabella, nel quadro relativo alla richiesta del 3° acconto, si sottolinea una diversità di
importo per la voce di costo “Materiali di consumo”, ivi riportata, rispetto a quella indicata nella
richiesta di acconto inviata in Regione. Tale differenza (pari a L. 722.500), è dovuta al fatto che
nella richiesta di erogazione di acconto era stata erroneamente attribuita come spesa per l’attuazione
del progetto l’intero importo di una fattura che, invece ne contava una quota estranea allo stesso.
La correzione dell’importo non inficia la validità della richiesta dell’acconto.
Il soggetto attuatore ha consegnato copie delle fatture di pagamento.
Quelle relative al pagamento dei materiali di consumo, alle commesse di ricerca e alle consulenze
sono tutte quietanzate, ad eccezione delle fatture dello Studio Mailander che sono corredate di
ordine di bonifico.
Le fatture relative al pagamento delle attrezzature e strumentazioni sono, quasi tutte, corredate di
ordini di bonifico bancario per l’impossibilità di ottenere la quietanza da ditte ubicate lontano dal
Piemonte, di cui numerose all’estero.
Dal Quadro economico finale, sempre in Tabella 2, risulta che rispetto agli impegni assunti si sono
verificati costi maggiori per tutte le voci di spesa, ad eccezione di quella relativa alle commesse di
ricerca che rispecchia fedelmente l’importo impegnato.
Il maggior importo di spesa rispetto all’impegno è pari a L. 15.714.285.
L’altro materiale documentato consegnato è costituito da:
- Certificati di collaudo di tutti i materiali e le attrezzature
- Dichiarazioni del legale rappresentante del soggetto attuatore relative a:
. Caratteristiche e impiego del personale dipendente,
106
. L’utilizzo di impiant i, macchinari, attrezzature, beni e servizi, cui si riferiscono le fatture,
esclusivamente destinati alla finalità dell’intervento,
. Il rispetto dell’intervento dei principi di aggiudicazione di appalti, di pari opportunità e di
disposizioni in materia amministrativa,
- Copia di materiali documentari relativi a seminari e convegni
- Rassegna stampa
- Inventario delle attrezzature e strumentazioni
- Copia del parere dell’avv. Fiore
- Copia del parere del prof. Civera
- Verbali di Consiglio del Consorzio per il Distretto Tecnologico del Canavese.