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L’ÀGORÀ Bollettino, stampato in proprio, della LISTA CIVICA - LEGALITA’ e TRASPARENZA
info. 3208597261 - listacivica.labico@gmail.com
LOTTIZZAZIONI E LOTTIZZATI DI MAURIZIO SPEZZANO
1° aprile 2012
Che cos’è una lottizzazione? Ne abbiamo
parlato parecchio in questi cinque anni... La
lottizzazione è un intervento mediante il
quale un'area edificabile viene suddivisa in
lotti e aree comuni e attrezzate con strade,
parcheggi, reti idriche, etc. Si tratta fondamentalmente di un
accordo tra i proprietari dei terreni e il comune, con cui i pro-
prietari ottengono l'autorizzazione a costruire impegnandosi in
cambio a realizzare le opere al servizio delle costruzioni. A ga-
ranzia che le opere di urbanizzazione siano effettivamente ese-
guite la pubblica amministrazione, cioè il comune, chiede una
fidejussione, cioè “l’assicurazione” che copre i costi delle opere
qualora il costruttore faccia il furbetto. Questa, per sommi capi,
la definizione: tu vuoi costruire insieme ad altri? Te lo faccio
fare a patto che alcune cose sia tu a realizzarle. Non fa una pie-
ga. Purtroppo, non sempre è stato così a Labico. Da noi le lot-
tizzazioni sono quasi tutte scadute e quelle concluse si contano
sulle dita di una mano. E’ successo, infatti, che gran parte dei
costruttori, con la responsabilità dei progettisti - il più delle
volte anche direttori dei lavori o soci in affari con chi costruiva
- terminata la parte “speculativa”, legata alla vendita degli im-
mobili, se la siano data a gambe. Oppure non abbiano rispetta-
to i termini previsti dalle convenzioni, sciogliendo le società e
gabbando sia gli ignari acquirenti sia la pubblica amministrazio-
ne, cioè noi cittadini. Qualcuno potrà dire: “Problema di chi ha
comprato”. Non è esattamente così. Se le opere di urbanizza-
zione non vengono portate a termine, dovrà essere la pubblica
amministrazione a provvedere alla realizzazione della parte
mancante, utilizzando soldi che potrebbero essere spesi per i
servizi ai cittadini, per le scuole, per una biblioteca, per dare
conforto a chi ha bisogno... a meno che, ed è la seconda ipote-
si, si decida di chiedere ai lottizzanti di farsi carico delle opere
mancanti. Sia nel primo che nel secondo caso ci troviamo da-
vanti ad una anomalia. Nel primo caso, come già accennato, si
tolgono soldi alla collettività per coprire inadempienze di altri;
nel secondo caso, ci rimettono gli ignari acquirenti, astutamen-
te rassicurati da parte dei costruttori, dei progettisti o dei diret-
tori dei lavori, sull’effettivo completamento delle opere di urba-
nizzazione. Di chi è la responsabilità se questo avviene? Di chi
dovrebbe controllare e non lo ha mai fatto. E chi dovrebbe
controllare? Gli uffici preposti. E qual è l’ufficio preposto? L’uf-
ficio urbanistica che non ha mai applicato il regolamento edili-
zio, seppur esistente. Qualcuno più scaltro potrebbe dire: “Ma
non c’era la fidejussione”? C’era, ma non c’è più, perché pas-
sato un po’ di tempo il costruttore, insieme ai progettisti e ai
direttori dei lavori, fa risultare come parzialmente realizzate le
opere di urbanizzazione e si fa ridurre la quota assicurata, fino
a che la parte residua non sparisce in men che non si dica,
malgrado le stesse non siano state portate a termine. Chi deve
controllare non controlla, la politica fa finta di non vedere per
non inimicarsi gli amici costruttori, la cui presenza aleggia
quasi sempre nelle liste, anche in quelle attuali, e il gioco è
presto fatto. Menzogne? Provate a farvi un giro tra i quartieri
di nuova urbanizzazione e vi renderete conto da soli del truc-
chetto. Provate a chiedere quanti sono coloro che possiedono
il certificato di agibilità, documento senza il quale ogni atto di
compravendita o di richiesta di servizi “di regola”, non potreb-
be avvenire. Questo certificato dovrebbe accompagnare l’im-
mobile prima di ogni transazione o richiesta di allaccio alle
utenze; in sua assenza non sarebbe possibile comprare o ri-
chiedere servizi. Allora perché si vendono? Semplice, perché i
notai per non perdere tempo scrivono sui rogiti che non han-
no verificato e che si fidano delle dichiarazioni del venditore e
dell’acquirente. Facile, no? Da noi le lottizzazioni da ultimare
sono 16, come risulta dalla delibera di Giunta n°6/2012, votata
in gran fretta a seguito della pressione della Commissione di
Controllo da me presieduta e di cui fa parte anche Tullio Ber-
lenghi. La gran parte di queste lottizzazioni è scaduta, le case
quasi tutte vendute e le opere di urbanizzazioni mai consegna-
te alla pubblica amministrazione. Distrazioni? Dimenticanze?
No, semplicemente paraculismo e una certa “sintonia” tra co-
struttori, progettisti, direttori dei lavori, amministratori e uffici
competenti. Magari qualche politico è anche progettista, op-
pure è già stato politico ed ambisce a lanciare qualche ram-
pollo di famiglia per mascherare la realtà. Avere le mani in
pasta e controllare dal di dentro è molto più facile che parlare
nelle piazze come facciamo noi da anni. Le parole, anche urla-
te, se necessario, svegliano le coscienze; stare dentro, rivol-
gendosi solo a se stessi, come vogliono fare loro, addormenta
le persone. Per fortuna c’è chi non vuole rinunciare a parlare
liberamente e manifestare a tutti il disgusto per la politica
mercantile che caratterizza alcuni comportamenti, anche da
chi non te lo saresti mai aspettato. C’è ancora qualcuno che
vuole chiedermi di andare a braccetto con queste belle perso-
ne? Io ho un’unica dignità, non sono in vendita e voglio conti-
nuare ad essere un uomo libero.
Le pari opportunità sono un diritto
sancito dalla Costituzione, esercitar-
lo è un dovere non solo per lo svi-
luppo della nostra vita economica
ma, soprattutto, per rendere più
civile la nostra società. Promuovere
ed istituire la Cittadinanza di Genere è il passaggio neces-
sario per far crescere una cultura che valorizzi le differenze
tra le ragazze ed i ragazzi nella scuola, tra le donne e gli uo-
mini nella società, per favorire la conciliazione dei tempi di
vita e di lavoro nelle famiglie e nelle imprese, per incentivare
l’occupazione femminile, per diffondere i saperi delle donne
nella cultura e nel lavoro. Il Comune deve perseguire obietti-
vi specifici per il raggiungimento della piena parità di gene-
re, evidenziando il carattere trasversale delle politiche di
genere rispetto all'insieme delle politiche pubbliche comu-
nali con particolare riferimento all'istruzione, alla sanità, alle
politiche economiche e sociali, alla comunicazione ed alla
formazione. Si dovrà impegnare, pertanto, ad agire nel ri-
spetto dell’universalità dell’esercizio dei diritti di donne e
uomini; ad eliminare gli stereotipi associati al genere; a pro-
muovere e difendere la libertà e autodeterminazione della
donna; a sostenere l’imprenditorialità, le professionalità
femminili ed a valorizzarne i talenti; a favorire lo sviluppo
della qualità della vita attraverso politiche di conciliazione
dei tempi di lavoro, di relazione, di cura parentale e di for-
mazione; a promuovere interventi anche culturali per la sen-
sibilizzazione ad un’equa distribuzione delle responsabilità
familiari e della maternità e paternità responsabili; a garanti-
re un più facile accesso agli asili nido per le donne che lavo-
rano; a prevedere un intervento ad hoc per il potenziamento
del consultorio ed azioni a favore delle donne immigrate; a
garantire la partecipazione delle donne alla vita politica, so-
ciale ed istituzionale nell’ottica del raggiungimento della de-
mocrazia paritaria: il primo passo in questa direzione dovrà
essere la modifica dello Statuto Comunale che preveda l’ob-
bligo della rappresentanza paritaria dei due sessi nella giun-
ta; a prevedere l’elaborazione di progetti da presentare nelle
scuole per una formazione alla cittadinanza di genere rivolta
sia agli insegnanti che agli studenti; ad inserire le politiche
per la cittadinanza di genere nella programmazione e nella
attività normativa. Gli strumenti necessari per la realizzazione
di tali obiettivi sono: l’analisi di genere nella programma-
zione comunale, i parametri di genere nei programmi che
redistribuiscono le risorse economiche ed assegnano i con-
tributi, l’adeguamento delle statistiche differenziate per
genere, la predisposizione di un rapporto sulla condizione
economica, sociale e lavorativa delle cittadine e l’introduzio-
ne del Bilancio di Genere. E’ questo lo strumento di go-
verno che consente di evidenziare il diverso impatto delle
politiche locali sulle reali condizioni di vita delle cittadine e
dei cittadini e l’occasione per il raggiungimento della piena
cittadinanza delle donne oggi negata dall’impari accesso e
impiego delle risorse anche nella programmazione economi-
co-finanziaria dell’Ente comune. Esso, infatti, valuta il diverso
impatto prodotto sulle donne e sugli uomini dalle politiche
di bilancio e dalla redistribuzione delle risorse in termini di
servizi, tempo e lavoro domestico e ridefinisce le priorità
nell’assegnazione della spesa pubblica. Al fine di rendere
stabili la partecipazione ed il confronto, il Comune istituisce
il Tavolo permanente per le politiche di genere ed an-
nualmente una giornata dedicata alle tematiche di pari op-
portunità attraverso il Forum della Cittadinanza di Gene-
re come momento di confronto aperto a tutti i soggetti che
abbiano tra i propri obiettivi il raggiungimento reale delle
pari opportunità tra donne e uomini.
ISTITUIRE LA CITTADINANZA DI GENERE
DI ARGIA SIMONE
L’ÀGORÀ pagina 2
Lo chiamano “Randomize all”, un azzeccato pseudonimo an-
tonomastico. (“Er caciara”, per i meno british). E’ uno dei più
longevi e appassionati politici di Tramezzate. Colto, prepara-
to, competente. Un uomo di indiscusse capacità e apprezzato
sia dai suoi alleati sia dai suoi avversari. Dai secondi in modo
particolare. Infatti, vuoi per un destino cinico e baro, vuoi
perché qualche cazzata capita a tutti di farla, la sua caratteri-
stica principale è sempre stata quella di ritrovarsi con chi
perde. E, se proprio, inopinatamente, gli capita di vincere, è
pronto a far crollare tutto in men che non si dica. La sua for-
za distruttrice è tale da riuscire a sfaldare qualunque struttu-
ra di tipo collegiale: giunte, coalizioni, maggioranze, minoran-
ze, assemblee di condominio. E’ noto per votare contro le
sue stesse proposte. Se crea un’alleanza, il giorno dopo ne
esce in aperta polemica. Se entra a far parte di un gruppo di
100 persone, il gruppo si scinderà in due gruppi da 50. E
quello in cui c’è lui (e solo quello), si dimezzerà di nuovo, e
poi ancora, fino a quando non rimarranno lui e un altro. Infi-
ne resterà lui da solo come Higlander, ma cercherà di scin-
dersi ancora. Adesso pare lo abbiano chiamato al CERN per
una consulenza sulla scissione dell’atomo. Ne sono rimasti
affascinati, non solo al CERN, anche al CERN2, al CERN3, al
CERN4, al CERN5…
CRONACHE DA TRAMEZZATE DI LEO VITRO
La politica al servizio del cittadino L’autobus Labico - Palestrina partirà alle 14.50. Maurizio
Spezzano, da anni impegnato per garantire un trasporto pub-
blico efficiente nei comuni della zona, ringrazia: “Il Cotral, i
genitori e la scuola, con il contributo di noi amministratori
locali, hanno fatto sì che i ragazzi possano godere finalmente
di questo importante servizio. Un ringraziamento particolare
va al Presidente del Cotral Adriano Palozzi, al Responsabile
della Direttrice del Cotral Roma Frosinone, Riccardo Capo-
bianchi, a Marco Torrelli, rappresentante dei genitori, e
ad Alessandro Pellegrini, dirigente scolastico di IISPT “Via
Pedemontana” e Elena Venditti, vicepreside
pagina 3 L’ÀGORÀ
Non perdete il TG LOV… una voce di
opposizione! http://vimeo.com/Labico
Quante volte si sente dire che oc-
corre mettere al centro dell’obietti-
vo la Politica, quella con la P maiu-
scola, dove il governo sia al servizio
del cittadino e non il cittadino al
servizio del potere e degli interessi
personali. La mala politica, quella
dell’interesse comprato attraverso
clientele e favori, quella immobile ed immobilizzata dalla
corruzione strisciante ci inquina la vita giorno dopo gior-
no mettendo a dura prova la nostra fiducia nelle istitu-
zioni a partire da quelle locali salendo, livello dopo livel-
lo, a quelle nazionali. Basta aprire i giornali per rimanere
storditi da tutto questo. Io credo che a questo modo di
far politica ci si debba ribellare e pretendere che la poli-
tica sia al nostro servizio, quello dei cittadini, che l’obiet-
tivo primario degli amministratori sia il bene della comu-
nità e non il loro più o meno velato interesse personale.
E perché questo succeda dobbiamo essere noi, ognuno
di noi nel nostro piccolo, a dare una svolta importante
accompagnando con il nostro voto una scelta giusta e
responsabile. Dobbiamo cominciare questo processo di
pulizia dalle amministrazioni locali dove, conoscendo le
persone, possiamo scegliere e quindi dare fiducia a colo-
ro che hanno le potenzialità per garantirci una svolta in
questa direzione. La lista civica Legalità e Trasparenza
può garantire questo. Formata da gente priva di interessi
particolari, è piuttosto interessata a lavorare per la co-
munità con l’idea che in una società sana il benessere
mentale e fisico vada distribuito tra molti e non tra po-
chi. Non avrei fatto parte di questa lista se avessi avuto
dei dubbi. Il programma di lavoro che si vuole portare
avanti pone al centro il rapporto tra popolazione e terri-
torio, tra necessità della comunità e quelle dei singoli
cittadini. Credo fermamente che la qualità della vita in
una comunità passi prima di tutto attraverso questo tipo
di rapporti. Ho riconosciuto in questo gruppo di persone
un sano entusiasmo, la voglia di fare, di perseguire l’o-
biettivo con determinazione e coraggio. Con la voglia di
essere giusti ed equanimi. Ascoltare i problemi della gen-
te e tentare di risolvere i problemi seguendo il faro del
benessere dei cittadini. Il nostro candidato sindaco con-
cludeva il suo articolo sul numero 2 di Agorà con le pa-
role: ”c’è bisogno di governo e non di potere”. Il noccio-
lo della questione è proprio in queste parole. Quella che
dà Governo ma non esercita potere - se non quello ne-
cessario per amministrare - è la Politica che voglio vede-
re io e, sono certo, la maggior parte di noi.
POLITICA. CON LA P MAIUSCOLA! DI ALBERTO ADRIANI
LAVORO A LABICO,QUESTO SCONOSCIUTO
DI MATTEO DI COCCO
Parliamo di lavoro a Labico!
Quale? Infatti, pur sforzando-
mi non mi viene in mente nes-
suna possibilità di lavoro qui.
A dire il vero, forse un posto
dove lavorare c'è. In questo
posto come in molti posti del genere, spesso c'è biso-
gno di qualche tappa buchi in varie mansioni e se sei
pronto a lavorare tanto tanto, prendendo poco e subi-
to (di solito in taglio piccolo e non numerato) quello è
il posto per voi! Ma io ho sempre avuto il dubbio che
fosse un’iniziativa del nostro comune per la salute del
cittadino. Sì perché tanta fatica vuol dire tanto eserci-
zio fisico e pochi soldi vuol dire poco cibo e pochi vizi,
perché dei cittadini più sani sono più felici e se sono
più felici ci guadagnano tutti. Forse per questo lì c'è
spesso il sindaco(?), per controllare la riuscita del pro-
getto. Certo che alla fine è proprio un’iniziativa inte-
ressante ma a me fare il cameriere non è mai piaciuto.
Sono sicuro che vi starete chiedendo: «Ok a te non
piace fare il cameriere, ma chi se ne frega? Che c'entra
con i programmi della lista?» Beh, di sicuro se avessi
avuto un lavoro avrei avuto di meglio da fare che scri-
vere questo articolo e di sicuro non sarei stato facil-
mente reperibile - il giorno che nacque il Tg LOV dor-
mivo beatamente. Il giorno delle riprese dei Cavalieri
dei Templari Labicani a Palazzo Giuliani, ancora una
volta dormivo - ed una volta sceso in piazza ero con-
vinto di aver dormito per mesi e mesi, almeno fino a
martedì grasso, visti i costumi che trovai in giro - e
sarebbe stato meglio per molta gente se avessi conti-
nuato a farlo no? «Ma sei tu che non hai cercato ab-
bastanza! Hai chiesto al CTS?» Come no! Anzi, non ho
chiesto, ho fatto tutto in modo regolare. Annuncio su
internet, invio del curriculum, colloquio a Velletri e
colloquio direttamente al supermercato. Poi niente
più, forse non conoscevo le persone giuste o forse
conosco quelle sbagliate, si sa le brutte amicizie rovi-
nano tutti …
UN’OTTIMA COMPAGNIA DI TULLIO BERLENGHI
L’ÀGORÀ pagina 4
sua composizione si intuisce che la voglia di rinnovamen-
to è reale. Non c’è molto spazio per le cariatidi della poli-
tica. I più “anziani” hanno alle spalle una sola esperienza
in consiglio comunale, mentre per quanto riguarda l’età
anagrafica c’è una sola persona con più di cinquant’anni:
Alberto Adriani, un affermato ricercatore che avrebbe
ben altre cose di cui occuparsi, il quale non solo guida da
anni un’associazione culturale molto attenta ai problemi
dell’infanzia, ma ha anche accettato la nostra proposta di
mettersi a disposizione per il paese in cui abita da circa
dieci anni. Poi c’è Alberto Garbo Giovannoli, un imprendi-
tore che è già molto attivo per promuovere la crescita
dello sport a Labico e che è stato ben felice di impegnarsi
anche a livello amministrativo. Poi ci sono le donne, mol-
te donne. La nostra è l’unica lista ad avere più donne che
uomini. C’è Luciana Del Monte, che in questi anni ha lavo-
rato moltissimo al fianco di genitori, alunni e insegnanti
per cercare di migliorare la qualità delle nostre scuole.
Abbiamo Luana Sarcu, una giovane infermiera, che ha
deciso di sottrarre tempo al suo lavoro e alla sua famiglia
per rafforzare il legame tra Labico e la comunità rumena.
C’è Chiara Saracini, una ragazza straordinaria, che riesce a
conciliare studio, lavoro ed impegno sociale senza rinun-
ciare al sorriso e alla voglia di dare un po’ di vivacità alle
letargiche serate labicane. Infine, last but not least, non
poteva mancare Giulia, che con i suoi soli 20 anni ha già
fatto per Labico molto di più di tanti dinosauri della poli-
tica locale: si è impegnata con passione per la vittoria ai
referendum su acqua e nucleare, è la forza trainante di
molte iniziative organizzate dalle associazioni culturali
labicane. Senza dimenticare che, insieme all’impagabile
Eleonora, dà voce e volto alle scomode inchieste del TG
LOV. Con il coraggio e la determinazione che in pochi
possono vantare. Mi sento decisamente in ottima compa-
gnia.
Perché occuparsi di politica? Poli-
tica è un termine che – un po’
ingiustamente, se vogliamo – ha
assunto una connotazione esage-
ratamente negativa. Nel sentire
comune si associa a qualcosa di
sporco, di immorale, di furbo, di
arrogante. Spesso queste sensazioni sono ampiamente
giustificate dal comportamento di molti politici. Il diffuso
approccio superficiale fa il resto: si chiama generalizza-
zione. “Molti politici sono sporchi” diventa “tutti i politici
sono sporchi”, ergo “la politica è sporca”. Il paradosso di
questa semplificazione è che a trarne vantaggio sono
proprio quelli che fanno una brutta politica, perché il
consenso delle persone che vorrebbero qualcosa di più
corretto e pulito si disperde in mille rivoli tra annulla-
mento della scheda, astensione, voto di protesta e altro,
mentre gli altri, quelli che tengono in piedi il sistema sba-
gliato, vanno a votare il politico che dispensa piaceri,
clientele, favori. Fare politica diventa quindi complicatis-
simo, perché, a meno che non ci si voglia inserire nel
“sistema”, c’è bisogno di spiegare che – in qualche raro
caso – c’è la volontà davvero di mettersi al servizio della
collettività, senza voler sfruttare una posizione di potere
per agevolare gli affari propri o di qualche conoscente
(che diventerà sicuramente ri-conoscente…). E’ il caso
della nostra lista ed è di questo che voglio parlare. Voglio
uscire dal linguaggio tipico di chi fa politica e che di soli-
to consiste nell’ossessiva ripetizione del pronome “io”
seguito da mirabili gesta, in gran parte coniugate al futu-
ro: io farò, io costruirò, io spenderò, io garantirò. Cambio
pronome, uso la prima persona plurale, il “noi”, anzi vo-
glio parlare solo di chi mi sta vicino nella lista che trovate
su questo notiziario: userò la terza persona, singolare per
la lista e plurale per i candidati. Una bella lista. Già dalla
Il coraggio di essere coerenti
Il 6 e 7 maggio scegli
Maurizio SPEZZANO Candidato Sindaco
Tullio Berlenghi
Luciana Del Monte
Alberto Adriani
Giulia Lorenzon
Alberto Garbo Giovannoli
Chiara Saracini
Luana Sarcu