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ALMA MATER STUDIORUM A.D. 1088
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
SCUOLA DI SCIENZE
Corso di Laurea in Scienze Geologiche
Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche ed Ambientali
Relazione di Laurea
Analisi di livelli di tefra nella carota CADI A1
dell’Adriatico Meridionale
Candidato: Relatore:
Alessandro Filipponi Prof. Enrico Dinelli Correlatore:
Prof. Giorgio Gasparotto
Sessione Settembre 2015
Anno Accademico 2014-2015
1
INDICE
1. INTRODUZIONE ................................................................................................................................... 2
2. INQUADRAMENTO VULCANOLOGICO E TEFROSTRATIGRAFICO ..................................... 2
3. INFORMAZIONI DI PARTENZA ....................................................................................................... 4
3.1 GEOCHIMICA .................................................................................................................................. 4
3.2 SUSCETTIVITÀ MAGNETICA ...................................................................................................... 5
4. MATERIALI E METODI ...................................................................................................................... 6
4.1 METODI DI LABORATORIO ......................................................................................................... 6
4.1.1 PREPARAZIONE DEI CAMPIONI ........................................................................................... 6
4.1.2 ANALISI AL SEM/EDS .............................................................................................................. 6
4.1.3 ELABORAZIONE DEI DATI ..................................................................................................... 7
4.2 RISULTATI ...................................................................................................................................... 7
4.2.1 DATI OTTENUTI ...................................................................................................................... 7
4.2.2 INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI ................................................................................... 17
5. CONCLUSIONI .................................................................................................................................... 21
BIBLIOGRAFIA ........................................................................................................................................... 22
APPENDICI ................................................................................................................................................... 23
2
1. INTRODUZIONE
A seguito di grandi eruzioni esplosive, le ceneri emesse possono coprire un areale molto
ampio depositandosi nei mari, sui continenti e nei ghiacciai generando livelli chiamati tefra
la cui caratteristica peculiare è quella di possedere un’età isocrona.
L’isocronia di questi depositi rende la tefrostratigrafia un potente strumento grazie al
quale è possibile datare/correlare eventi geologico-stratigrafici e paleoclimatici con una
buona precisione.
L’area mediterranea e l’Italia meridionale in particolare sono caratterizzate da vulcani
attivi e ben caratterizzati dal punto di vista della composizione dei magmi. In linea di
principio il vulcanismo olocenico presenta composizioni caratteristiche per le varie
provincie magmatiche ed è possibile distinguerle semplicemente determinando la
composizione chimica degli elementi maggiori dei frammenti di vetro, in quanto, ognuna
di queste, è caratterizzata da una particolare composizione geochimica. Per distinguere
invece le diverse eruzioni all’interno dello stesso distretto vulcanico, l’analisi degli
elementi maggiori può non bastare, bisogna quindi utilizzare metodi statistici, individuare
gli elementi in traccia o determinare la composizione delle inclusioni fluide contenute nei
fenocristalli (Marcolini et al., 2003; Zanchetta et al.,2011).
Nel caso specifico di questo lavoro, la tefrostratigrafia è stata eseguita su una carota
lunga complessivamente 430 cm circa prelevata nell’Adriatico Meridionale il 26 Marzo
2006 durante la crociera CADI.
Visibili sulla carota sono presenti livelli centimetrici di colore scuro che in seguito alle
analisi effettuate sono stati riconosciuti come livelli di tefra i quali rappresentano eruzioni
particolarmente intense. Tuttavia, sono stati anche trovati livelli vulcano-clastici non
visibili sulla carota e questo materiale prende il nome di criptotefra (poche ceneri disperse
nel sedimento).
Questo lavoro consiste nella caratterizzazione tramite microanalisi SEM/EDS dei livelli
vulcano-clastici contenuti all’interno della carota sfruttando per la correlazione i risultati
dell’ampissima letteratura presente a riguardo.
I campioni per le analisi sono stati selezionati basandosi su un’analisi geochimica di
base precedentemente effettuata sull’intera carota. La scelta dei livelli da analizzare è stata
basata sulle osservazioni delle concentrazioni anomale di alcuni elementi (Zr, Na2O, K2O
ecc.). Il loro elevato contenuto suggerisce la presenza di materiale vulcano-clastico.
2. INQUADRAMENTO VULCANOLOGICO E
TEFROSTRATIGRAFICO
Il carotaggio è stato effettuato all’interno della fossa del Adriatico Meridionale a sud del
Gargano alle coordinate 17° 44.756 E 41°50.724 N ed alla profondità di 1190 m; a circa
500 km a NE dall’Etna, a circa 300 km a ENE dai vulcani Campani (Ischia, Campi Flegrei,
Somma Vesuvio) e circa 450 km a NE dalle Isole Eolie (Fig. 2.1).
La fossa ha una larghezza di circa 120 km nella parte più ampia e circa 50 km nella
parte più stretta e una lunghezza di circa 250 km con una profondità di circa 1200 m; è
divisa dal Mar Ionio dallo stretto di Otranto (profondità di circa 800 m).
Il Mare Adriatico Meridionale grazie all’alto tasso di sedimentazione è un’area ottimale
per lo studio dei cambiamenti climatici dell’Olocene con una precisione delle centinaia di
anni (Fontugne et al., 1989; Asioli et al., 2001; Oldfield et al., 2003; Sangiorgi et al., 2002,
2003; Piva et al., 2008; Siani et al., 2013).
3
A queste latitudini, generalmente i venti soffiano da Ovest verso Est, con venti
stagionali come la Bora proveniente da Nord-Est e lo Scirocco da Sud (Siani et al., 2013).
Grazie a tutti questi fattori (vicinanza alle provincie vulcaniche italiane, alto tasso di
sedimentazione, venti generalmente orientati verso E) l’Adriatico Meridionale rappresenta
un importante ed ottimale sito di studio per condurre analisi tefrostratigrafiche.
Figura 2.1 – Posizione della carota CADI A1 e dei principali centri vulcanici dell’Italia Meridionale.
CF – Campi Flegrei; IS – Ischia; MV – Monte Vulture; PA – Pantelleria; RO – Roccamonfina; SV – Somma
Vesuvio.
Il vulcanismo italiano comprende la provincia Toscana con un chimismo alcalino-
potassico, la provincia Romana (comprensiva dei vulcani Campani) con un chimismo
alcalino-potassico, le Isole Eolie con un chimismo che varia da alcalino-sodico a
shoshonitico e il magmatismo Siculo (Monte Etna, Ustica, Pantelleria e Linosa) con un
chimismo alcalino-sodico (Wulf et al., 2008).
Durante gli ultimi 18 ka, Campi Flegrei, Somma-Vesuvio, Isole Eolie e Monte Etna
hanno avuto una intensa attività esplosiva mentre la Provincia Romana, Monte Vulture e
Roccamonfina hanno attraversato un periodo di quiescenza; Ischia e Pantelleria invece
sono state caratterizzate da un’attività molto debole (Siani et al., 2004).
Somma-Vesuvio
L’attività del Somma-Vesuvio negli ultimi 18 ka è stata caratterizzata da grandi eruzioni
esplosive (quattro Pliniane e dieci Subpliniane), e da eruzioni con una minore energia
(Vulcaniane e Stromboliane) (Andronico et al., 1996a; Cioni et al., 2003a).
Mentre le due eruzioni più antiche, l’eruzione Plinana Pomici di Base (18.3 ka) e
l’eruzione Subpliniana Pomici Verdoline (15.9 ka) hanno una composizione trachitica,
l’attività più recente ha una composizione da tefritica a fonolitica (Siani et al., 2004).
4
In generale, le quattro eruzioni pliniane sono rappresentate dai loro rispettivi depositi:
“Pomici di Base”, “Pomici di Mercato”, “Pomici di Avellino” e “Pomici di Pompei” (A.D.
79) che rappresentano dei buoni marker stratigrafici (Santacroce et al., 2008).
Campi Flegrei
Anche l’attività vulcanica dei Campi Flegrei ha prodotto dei buoni marker stratigrafici:
l’“Ignimbrite Campana” e i “Tufi Gialli Napoletani” prodotti durante i due eventi più
recenti della formazione della caldera e le “Agnano Pomici Principali” (Tomlinson et al.,
2012).
Negli ultimi 18 ka, l’attività ha generato eruzioni con una composizione fonolitica e
trachitica. Il contenuto in SiO2 è di circa 60% e presenta un caratteristico rapporto
K2O/Na2O ≥ 2 che permette, abbastanza facilmente, di individuare la sorgente.
3. INFORMAZIONI DI PARTENZA
3.1 GEOCHIMICA
L’analisi geochimica di base (Appendice 1) fornisce diverse informazioni utili: le
percentuali in peso degli elementi maggiori (SiO2, TiO2, Al2O3, Fe2O3, MnO, CaO, Na2O,
K2O, P2O5, LOI) e le concentrazioni espresse in ppm degli elementi minori e in traccia (Sc,
V, Cr, Co, Ni, Cu, Zn, As, Rb, Sr, Y, Zr, Nb, Ba, La, Ce, Pb, Th, S, Br, Mo, Cl, U, Sn).
Utilizzando questa tabella, e con l’aiuto dell’analisi dei profili chemostratigrafici (di cui
esempi selezionati sono presentati in Fig. 3.1), è già possibile avanzare qualche
osservazione:
- Sono presenti livelli distinti con composizione chimica marcatamente diversa rispetto
a quella dei sedimenti detritici. Questi livelli hanno valori elevati rispetto alle altre
porzioni ad esempio per SiO2, Al2O3, Na2O, K2O ed in molti, sono presenti anche
valori inferiori come ad esempio per LOI, CaO, Ni, Cr.
- I livelli di criptotefra invece, hanno SiO2, Al2O3, Na2O, K2O, CaO, Ni e Cr che non si
differenziano particolarmente dalla media.
- Nei livelli con un alto contenuto di Zr (utilizzato come elemento marker per la
selezione dei campioni da analizzare) è frequente trovare anche alte concentrazioni di
Rb, U, Ce, La.
- E' presente anche un leggero arricchimento in Ba in una porzione centrale della carota,
che è ascrivibile al sapropel S1 con un’età compresa tra 9500 e 6000 yr BP
(calibrato) utilizzando il metodo 14
C per la datazione (Martìnez-Ruiz et al., 2003),
con uno spessore di circa 53 cm si trova all’intervallo di profondità 105.5 – 158.5
cm. Il riconoscimento di questo livello è stato possibile grazie alla concentrazione
particolarmente elevata di S e Br che rappresentano, oltre al Ba, degli importanti
indicatori per la presenza di materiale organico. All'interno del sapropel è presente un
livello di tefra. Durante la sedimentazione di questo intervallo si sono depositati
livelli vulcano-clastici appartenenti a Mercato (Somma-Vesuvio), Gabellotto-
Fiumebianco (Lipari, Isole Eolie) e Cappadocia (Vulcanismo dell’Anatolia Centrale)
(Zanchetta et al., 2011).
5
Figura 3.1 - Grafici che rappresentano le concentrazioni di Zirconio, LOI (Loss On Ignition) e Zolfo in
funzione della profondità. Zr e LOI utilizzati per individuare i tefra; S utilizzato per il sapropel.
3.2 SUSCETTIVITÀ MAGNETICA
Sulla carota è stata anche effettuata una misurazione della suscettibilità magnetica
(Appendice 3) che rappresenta la capacità di un materiale di magnetizzarsi in presenza di
un campo magnetico (misura adimensionale).
Questo ulteriore dato è stato utilizzato, oltre alla geochimica di base, per la selezione dei
livelli da analizzare.
Sono subito visibili quattro picchi con un’intensità molto maggiore rispetto al resto.
Questi sono:
- 1639 alla profondità di 28 cm. Campione A1 IV 11-12
- 1192 alla profondità di 76 cm. Campione A1 IV 58-59.5 - 887 alla profondità di 186 cm. Campione A1 III 67.5-69
- 1223 alla profondità di 346 cm. Campione A1 I 19.5-21.5
Picchi di minore intensità sono:
- 485 alla profondità di 54 cm. In prossimità del campione A1 IV 51-52
- 167 alla profondità di 138 cm. In prossimità del campione A1 III 19-20
- 419 alla profondità di 312 cm. Campione A1 II 87.5-88.5
- 524 alla profondità di 384 cm. In prossimità del campione A1 I 44-46
-450
-400
-350
-300
-250
-200
-150
-100
-50
0
0 500
Pro
fon
dit
à (c
m)
Concentrazione (ppm)
Zr
-450
-400
-350
-300
-250
-200
-150
-100
-50
0
0.00 10.00 20.00
Pro
fon
dit
à (c
m)
Concentrazione (%)
LOI
-450
-400
-350
-300
-250
-200
-150
-100
-50
0
0 2000 4000
Pro
fon
dit
à (c
m)
Concentrazione (ppm)
S
6
4. MATERIALI E METODI
Nel complesso la carota estratta è prevalentemente costituita da fango con un colore che
varia gradualmente con la profondità da marrone a grigio. Talvolta sono presenti lenti di
materiale sabbioso o siltoso di colore scuro. Alla profondità di 26 cm il materiale presenta
una forte bioturbazione in concomitanza della quale la concentrazione di Ba raggiunge il
valore di 1735 ppm.
La carota in totale è stata sezionata in cinque spezzoni: I, II, III e IV hanno
rispettivamente una lunghezza di circa 1 m mentre V rappresenta i primi 15 cm della
carota. I primi 6 cm del secondo spezzone non sono presenti a causa di uno
scompattamento durante lo scongelamento della carota. Nel primo spezzone sono frequenti
straterelli siltosi e sabbiosi di colore scuro. A circa 370 cm di profondità è presente uno
strato di sabbia fine al cui interno sono presenti granuletti chiari e luccicanti.
In totale sono stati campionati 19 livelli: A1 IV 11-12 (-26.5 cm), A1 IV 51-52.5 (-66.5
cm), A1 IV 58-59.5 (-73.8 cm), A1 IV 98-99 (-113.5 cm), A1 III 8-9 (-123.5 cm), A1 III
12-13 (-123.5 cm), A1 III 9-11.5 (-125 cm), A1 III 15.5-18 (-131.3 cm), A1 III 19-20 (-
134.5 cm), A1 III 40-41 (-155.5 cm), A1 III 61-63 (-177 cm), A1 III 63-64 (-178.5 cm), A1
III 65-66 (-180.5 cm), A1 III 67.5-69 (-183.3 cm), A1 II 74.5-76.5 (-300 cm), A1 II 87.5-
88.5 (-313.3 cm), A1 I 16-17 (-341.5 cm), A1 I 19.5-21.5 (-345.5 cm), A1 I 44-46 (-370
cm). Di questi 19, tre non contenevano vetro (A1 IV 98-99, A1 III 9-11.5, A1 III 12-13) e
uno non era utilizzabile (A1 I 44-46).
4.1 METODI DI LABORATORIO
4.1.1 PREPARAZIONE DEI CAMPIONI
I campioni su cui sono state svolte le analisi, utilizzati in precedenza per le analisi
geochimiche totali, erano già disponibili. Quindi si è proceduto alla selezione sulla base
delle informazioni disponibili dei livelli di interesse. Dai contenitori dei livelli
precedentemente selezionati è stata prelevata una piccola quantità di materiale (2-3 g circa)
che è stato poi posto all’interno di cilindri di plastica. Al materiale secco è stata poi versata
una minima quantità di acqua e il tutto è stato miscelato fino alla completa disgregazione e
liberazione del materiale. Il passaggio successivo è stato quello di versare il contenuto del
cilindro in un setaccio con maglie di 63 μm ed eliminare tramite lavaggio la frazione < di
63 μm. La frazione rimasta nel setaccio è stato poi versata in un piatto di vetro posto infine
all’interno di un essiccatore per diversi giorni ad una temperatura di circa 50°C. Tra una
setacciatura e l’altra il setaccio è stato accuratamente lavato per evitare la contaminazione
fra campioni.
Il materiale essiccato all’interno dei piatti di vetro è stato versato in provette di plastica
poi inviate al laboratorio delle sezioni sottili dove una aliquota è stata versata su un vetrino
e inglobata in resina epossidica. Successivamente il vetrino è stato lucidato e livellato per
essere pronto per le analisi seguenti.
4.1.2 ANALISI AL SEM/EDS
L’analisi è stata effettuata su singoli frammenti di vetro utilizzando un microscopio
elettronico a scansione (SEM) Philips 515b equipaggiato con un rivelatore EDS EDAX
DX4. Le condizioni di analisi sono state le seguenti:
Tensione di accelerazione: 15 kV
Corrente di Campione (beam current): 2.0 nA
7
Tempo di conteggio: 100 s live time
Dati elaborati con software ZAF fornito dal produttore.
Standards utilizzati: silicati, ossidi e vetri naturali della Smithsonian Microbeam Standards
(http://mineralsciences.si.edu/facilities/standards.htm).
Le analisi sono state condotte in modalità scansione analizzando un’area selezionata del
campione di circa 2x1.5 micron per minimizzare la mobilità del sodio (Na), problema ben
conosciuto per i vetri vulcanici idrati.
I vetri analizzati comprendevano sia i frammenti singoli con dimensioni maggiori di 63
μm sia frammenti contenuti in agglomerati con dimensioni talvolta anche minori di 63 μm.
La finestra di analisi è stata posizionata dove il vetro era limpido e non presentava punti di
disomogeneità (ad es. punti bianchi rappresentanti ossidi di ferro), vescicole o cristalli.
Gli elementi selezionati da rilevare sono i componenti maggiori (SiO2, TiO2, Al2O3,
FeO, MnO, MgO,CaO,Na2O, K2O, Cl).
La certezza di puntare un vetro vulcanico è stata fornita dalla presenza di picchi di Cl e
Fe durante l’analisi stessa.
4.1.3 ELABORAZIONE DEI DATI
I singoli punti analisi (circa 25 per livello) sono stati accuratamente controllati per
escludere analisi affette da errori (presenza di inclusi, chiusure eccessivamente basse, ecc.).
Ai punti analisi è stata applicata una correzione empirica per il contenuto di MgO
sottraendo il valore di 0,30 per tenere conto della non perfetta correzione del fondo in
quella regione dello spettro. Le analisi sono infine state ricalcolate a 100 (condizioni
anidre).
Utilizzando i risultati normalizzati è stato creato un foglio di calcolo Excel all’interno
del quale questi dati sono stati suddivisi per singolo campione e per ogni elemento è stato
calcolato MEDIA, DEVIAZIONE STANDARD (al 2σ), DEVIAZIONE STANDARD
PERCENTUALE, MINIMO e MASSIMO.
Per controllare la correttezza dei dati, per ognuno dei campioni è stato elaborato un
grafico che rappresentasse la funzione di ripartizione che avesse come variabile il
contenuto di SiO2. Il rigetto di un dato è stato effettuato sulla base della discordanza
eccessiva del punto analizzato rispetto agli altri.
Infine, per classificare i livelli analizzati sono stati utilizzati, sfruttando il software
GCDkit (Janoušek et al., 2006), diversi diagrammi: TAS, K2O/Na2O vs TiO2, K2O+Na2O
vs K2O/Na2O, SiO2 vs CaO, SiO2 vs Na2O+K2O, SiO2 vs K2O sui quali sono stati tracciati
i campi rappresentanti i diversi vulcani e le diverse eruzioni (campi tracciati utilizzando
dati di letteratura e utilizzando il software di grafica vettoriale Inkscape).
4.2 RISULTATI
4.2.1 DATI OTTENUTI
In totale sono stati individuati 15 livelli di tefra (Fig. 4.1). La quasi totalità dei livelli
analizzati nel diagramma TAS (Appendice 2) cade nei campi delle fonoliti e delle trachiti;
solamente un campione risulta possedere una composizione totalmente differente (A1 IV
11-12) che viene a trovasti nel campo delle Tefrifonoliti e delle fonoliti basiche.
8
Figura 4.1 – Schema della distribuzione dei livelli di tefra nella carota.
La composizione chimica dei vetri (Tabella 4.1) risulta abbastanza simile per quasi tutti
i campioni:
- SiO2 di circa 60 wt% fatta eccezione di A1 IV 11-12 che è circa 51 wt%;
- Al2O3 varia compreso tra 19 e 22 wt%;
- Il rapporto K2O / Na2O è quasi sempre ≥ 2 fatta eccezione A1 IV 11-12, A1 III 15.5-
18, A1 III 19-20 che presentano un alcali ratio (K2O/Na2O) ≈ 1;
- Gli alcali (K2O+Na2O) variano tra gli 11 e 13 wt% con eccezione di A1 IV 11-12, A1
III 15.5-18, A1 III 19-20 la cui percentuale risulta leggermente maggiore (circa 14
wt%).
A1 II 87.5-88.5
A1 I 16-17 | A1 I 19.5-21.5
A1 II I 40-41
A1 III 15.5-18 | A1 II I 19-20
A1 III 61-63 | A1 II I 63-64 | A1 II I 65-66 | A1 II I 67.5-69
A1 II 74.5-76.5
A1 IV 11-12
A1 IV 51-52.5
A1 IV 58-59.5
A1 II I 8-9
1 m
2 m
3 m
4 m
Fango
Livel l i cineri tici
Sapropel S1
9
Gli altri elementi, (TiO2, FeO, MgO, CaO) possiedono valori molto variabili. Questa
caratteristica risulta molto utile per discriminare le diverse eruzioni che appartengono allo
stesso vulcano.
Tabella 4.1 - Composizione chimica dei frammenti di vetro (dati normalizzati).
Profondità (cm) -26.5 -66.5 -73.8 -123.5 -131.3
Campione
Punti 7 2σ 25 2σ 25 2σ 6 2σ 6 2σ 26 2σ
SiO2 50.66 2.88 60.40 1.34 60.35 1.14 57.97 0.60 60.91 0.64 60.22 0.58
TiO2 0.48 0.42 0.36 0.14 0.37 0.14 0.47 0.12 0.40 0.10 0.06 0.12
Al2O3 21.77 1.70 18.95 0.32 18.91 0.30 19.37 0.22 19.05 0.18 21.69 0.28
FeO 5.25 2.44 3.60 0.68 3.65 0.48 4.60 0.22 3.50 0.42 1.93 0.20
MnO 0.15 0.18 0.03 0.12 0.04 0.10 0.10 0.10 0.03 0.08 0.10 0.14
MgO 0.62 0.90 0.78 0.36 0.76 0.26 1.25 0.16 0.68 0.24 0.05 0.18
CaO 5.84 2.70 2.52 0.52 2.59 0.64 4.01 0.34 2.55 0.24 1.67 0.34
Na2O 7.09 2.08 3.90 0.70 3.74 0.64 3.19 0.20 3.65 0.36 6.49 0.64
K2O 6.94 2.26 8.87 0.64 8.99 0.26 8.44 0.38 8.62 0.14 7.17 0.26
Cl 1.20 0.46 0.60 0.16 0.60 0.12 0.60 0.06 0.61 0.22 0.62 0.12
ALCALI 14.03 2.90 12.77 0.38 12.73 0.64 11.63 0.30 12.28 0.36 13.66 0.64
K2O/NA2O 0.98 1.09 2.27 0.91 2.40 0.41 2.65 1.90 2.36 0.39 1.10 0.41
Totale 100.00 16.02 100.01 4.98 100.00 4.08 100.00 2.40 100.00 2.62 100.00 2.86
Profondità (cm) -134.5 -155.5 -177.0 -178.5 -180.5 -183.3
Campione
Punti 23 2σ 8 2σ 22 2σ 26 2σ 26 2σ 26 2σ
SiO2 59.61 0.64 60.03 0.62 57.68 1.02 57.75 1.12 57.70 0.90 57.89 1.00
TiO2 0.03 0.06 0.38 0.16 0.49 0.08 0.44 0.16 0.46 0.12 0.47 0.10
Al2O3 21.64 0.36 18.93 0.26 19.10 0.32 19.12 0.24 19.11 0.26 19.12 0.24
FeO 1.9 0.36 3.62 0.20 4.51 0.68 4.50 0.60 4.57 0.50 4.39 0.62
MnO 0.08 0.14 0.01 0.06 0.04 0.10 0.04 0.14 0.04 0.12 0.06 0.14
MgO 0.14 0.18 0.73 0.28 1.25 0.56 1.22 0.46 1.22 0.42 1.17 0.46
CaO 1.64 0.4 2.67 0.18 3.95 0.96 3.89 0.70 3.91 0.66 3.85 0.82
Na2O 7.25 0.74 4.01 0.40 3.58 0.50 3.59 0.52 3.56 0.38 3.61 0.48
K2O 7.06 0.76 9.00 0.32 8.80 0.74 8.88 1.06 8.85 0.82 8.84 0.88
Cl 0.64 0.14 0.62 0.06 0.59 0.10 0.57 0.08 0.59 0.10 0.60 0.08
ALCALI 14.31 0.8 13.01 0.32 12.39 1.08 12.47 0.78 12.41 0.78 12.46 0.88
K2O/NA2O 0.97 1.03 2.24 0.80 2.46 1.48 2.47 2.04 2.49 2.16 2.45 1.83
Totale 99.99 3.78 100.00 2.54 99.99 5.06 100.00 5.08 100.01 4.28 100.00 4.82
Profondità (cm) -300.0 -313.3 -341.5 -345.5
Campione
Punti 5 2σ 21 2σ 23 2σ 25 2σ
SiO2 59.17 2.50 60.52 0.56 62.22 1.38 62.42 1.46
TiO2 0.39 0.14 0.24 0.14 0.25 0.14 0.26 0.18
Al2O3 19.44 0.52 19.42 0.60 19.03 0.84 18.97 0.54
FeO 4.27 0.68 3.56 0.46 2.76 0.64 2.75 0.92
MnO 0.00 0.00 0.08 0.14 0.05 0.10 0.05 0.12
MgO 1.06 0.50 0.22 0.30 0.26 0.20 0.25 0.26
CaO 3.67 0.90 3.11 0.32 2.74 0.92 2.78 0.74
Na2O 3.06 1.02 3.64 0.42 3.75 0.58 3.45 1.00
K2O 8.33 1.24 8.43 0.40 8.32 0.84 8.49 1.28
Cl 0.61 0.10 0.77 0.18 0.63 0.26 0.59 0.38
ALCALI 11.39 2.00 12.07 0.58 12.07 0.84 11.94 1.28
K2O/NA2O 2.72 1.22 2.32 0.95 2.22 1.45 2.46 1.28
Totale 100.00 7.60 99.99 3.52 100.01 5.90 100.01 6.88
A1 I 19.5-21.5
A1 III 65-66 A1 III 67.5-69
A1 I 16-17
A1 III 19-20
A1 II 74.5-76.5 A1 II 87.5-88.5
A1 III 15.5-18
A1 III 63-64
A1 IV 11-12 A1 IV 51-52.5 A1 IV 58-59.5 A1 III 8-9
A1 III 40-41 A1 III 61-63
10
DESCRIZIONE DEI LIVELLI
Per ogni livello è stato prodotto un diagramma TAS (Total Alkali-Silica; Le Bas et al.,
1986) utilizzando il software GCDkit (Janoušek et al., 2006) per rendere graficamente la
composizione e osservare eventuali affinità chimiche tra i vari campioni.
A1 IV 11-12. Sezione con un alto contenuto di frammenti vulcanici. Poco il vetro
analizzabile che si confonde con la Leucite. Contiene alcuni minerali sottosaturi
(feldspatoidi) (Fig. 4.2).
I minerali presenti nei
frammenti sono:
- Leucite (in abbondanza)
- Granato
- Biotite
- Analcime
- Clinopirosseno (augite)
- Plagioclasio (scarso)
- Nefelina-Kalsilite
Figura 4.2 – Frammento vulcano-clastico contenuto nel livello A1 IV 11-12. LC=Leucite; ANC=Analcime.
Immagine da elettroni retrodiffusi BSE (Backscattered electrons).
Il livello ha una composizione
basica molto dispersa con 48.28-
52.07% SiO2. Al2O3 (19.92-22.33
wt%) incrementa leggermente
all’aumentare di SiO2 mentre TiO2,
FeO, MnO, MgO, CaO
diminuiscono. Na2O (5.63-8.65
wt%) e K2O (5.86-9.10 wt%) non
mostrano invece un particolare
andamento. Nel diagramma TAS
(Fig. 4.3) i campioni sono stati
classificati come Fonoliti
basiche/Tefrifonoliti.
In generale, a causa delle elevate
difficoltà riscontrate durante
l’analisi (scarso vetro ricco di
inclusioni) i punti hanno una
dispersione particolarmente ampia.
Il livello è visibile sulla carota tra
gli 11 e i 16 cm nello spezzone IV
alla profondità di 26.5 cm.
Figura 4.3 – Classificazione su base chimica del
campione A1 IV 11-12
11
A1 IV 51-52.5. Pochi frammenti di vetro (glass shard), in maggioranza frammenti di
piccole dimensioni poco vescicolati contenuti all’interno di agglomerati.
Il livello (Fig. 4.4) ha una
composizione trachitica (59.13-
61.94 wt% SiO2). Na2O (3.02-4.48
wt%) e K2O (8.49-9.87 wt%)
rimangono pressoché costanti
all’aumentare di SiO2, mentre TiO2,
FeO, MgO, CaO diminuiscono
leggermente e Al2O3 (18.58-19.29
wt%) aumenta.
A1 IV 58-59.5. Buona quantità di vetro ben vescicolato, Dimensione dei frammenti molto
variabile, la maggioranza è rappresentata da quelli grandi. All’interno di alcuni frammenti
sono contenuti elevate quantità di ossidi di ferro.
Livello di tefra (Fig. 4.5) con
una composizione trachitica (59.46-
61.95 wt% SiO2) molto simile al
livello A1 IV 51-52.5.
All’aumentare di SiO2, Al2O3
(18.70-19.52 wt%), Na2O (2.26-
4.18 wt%), K2O (8.75-9.26 wt%)
non hanno un particolare
andamento, mentre TiO2, FeO, Mg,
CaO subiscono una leggera
diminuzione.
L’andamento degli elementi in
base all’aumento di SiO2 è simile
eccezione fatta per Al2O3 che non
subisce particolari variazioni.
A1 IV 98-99. Vetro assente.
Figura 4.4 – Classificazione su base chimica del
campione A1 IV 51-52.5
Figura 4.5 – Classificazione su base chimica del
campione A1 IV 58-59.5
12
A1 III 8-9. Pochissimi frammenti di vetro molto dispersi, di piccole dimensioni e molto
vescicolati. All’interno della sezione sono presenti due diverse composizioni.
Il livello di criptotefra ha una
composizione trachitica (Fig. 4.6).
Al suo interno contiene due gruppi:
una (A1 III 8-9 a) con minore SiO2
(57.64-58.48 wt%) e maggiore FeO,
MgO e CaO (rispettivamente 4.44-
4.73 wt%, 1.11-1.36 wt% e 3.75-
4.29 wt%) e l’alta (A1 III 8-9 b) con
maggiore SiO2 (60.60-61.46 wt%) e
minore FeO, MgO e CaO
(rispettivamente 3.09-3.63 wt%,
0.48-0.78 wt% e 2.31-2.67 wt%).
Tutte gli elementi di entrambi i
gruppi non presentano una tendenza
con l’aumento di SiO2.
A1 III 9-11.5. Vetro assente. Presenza di pirite, il livello ricade all'interno del sapropel S1.
A1 III 12-13. Vetro assente. Presenza di pirite , il livello ricade all'interno del sapropel S1.
A1 III 15.5-18. Vetro abbondante, di grandi dimensioni. Vescicolazione disomogenea,
prevalgono i frammenti con una vescicolazione abbondante.
Livello (Fig. 4.7) con una
composizione prevalentemente
fonolitica (59.73-60.83 wt% SiO2),
con qualche punto nel campo
trachitico. Presenta un leggero
incremento di Al2O3 e CaO
all’aumentare di SiO2 mentre
diminuisce Na2O (5.68-6.96 wt%).
FeO, K2O (6.91-7.41 wt%)
rimangono pressoché costanti.
Figura 4.6 – Classificazione su base chimica del
campione A1 IV 8-9. I pallini rappresentano A1 III 8-9
a; i triangoli rivolti verso il basso rappresentano Ai III
8-9 b
Figura 4.7 – Classificazione su base chimica del
campione A1 III 15.5-18
13
A1 III 19-20. Abbondante quantità di vetri con una forma prevalentemente arrotondata e
con una dimensione abbastanza omogenea. Per l’intensissima vescicolazione sono poche e
molto piccole le aree limpide su cui è possibile condurre un’analisi.
Livello (Fig. 4.8) con un
composizione fonolitica (58.84-
60.29 wt% SiO2). Con l’aumento di
SiO2 si ha un aumento di Al2O3 e
CaO e una diminuzione di FeO,
MgO e Na2O (5.91-8.04 wt%). K2O
(5.46-7.38 wt%) non presenta invece
una particolare tendenza.
A1 III 40-41. Pochi i frammenti di vetro, principalmente di piccole dimensioni e contenuti
all’interno di agglomerati, abbondante invece è la quantità di bioclasti.
Questo sottile livello di
criptotefra possiede una
composizione intermedia (Fig. 4.9)
tra le trachiti e le fonoliti (59.64-
60.45 wt% SiO2). TiO2, Al2O3, FeO,
MgO, CaO, Na2O diminuiscono
lievemente con l’aumento di SiO2,
mentre K2O aumenta.
Figura 4.8 – Classificazione su base chimica del
campione A1 III 19-20
Figura 4.9 – Classificazione su base chimica del
campione A1 III 40-41
14
A1 III 61-63. Pochi vetri di piccole dimensioni situati principalmente all’interno di
agglomerati. La vescicolazione è abbondante.
Livello (Fig. 4.10) a
composizione fonolitica (57.04-
58.78 wt % SiO2). FeO, MgO (0.64-
1.57 wt%, con un valore medio di
1.25 wt%), CaO mostrano una
proporzionalità inversa rispetto a
SiO2, Al2O3 e Na2O invece non
mostrano un a particolare tendenza.
K2O aumenta leggermente con
l’aumento di SiO2.
A1 III 63-64. Buona quantità di vetri con vescicole piccole ma abbondanti. I frammenti
hanno dimensioni abbastanza omogenee.
Il livello ha una composizione fonolitica (Fig. 4.10) (56.70-59.14 wt SiO2). La
proporzionalità degli elementi rispetto a SiO2 è uguale al campione A1 III 61-63.
A1 III 65-66. Discreta quantità di vetri, in prevalenza di piccole dimensioni,
abbondantemente vescicolati e situati in agglomerati.
Livello con composizione fonolitica (Fig. 4.10) (57.04-58.81 wt % SiO2). La
proporzionalità degli elementi rispetto a SiO2 è uguale al campione A1 III 61-63.
A1 III 67.5-69. Moltissimi vetri molto vescicolati e con una forma particolarmente
irregolare. La dimensione dei frammenti in generale è abbastanza elevata. Alcuni
contengono cristalli e la densità delle vescicole è talmente elevata che i punti ottimali su
cui effettuare l’analisi sono pochi.
Il livello ha una composizione fonolitica (Fig. 4.10) (57.11-58.98 wt% SiO2). La
proporzionalità degli elementi rispetto a SiO2 è uguale al campione A1 III 61-63.
Figura 4.10 – Classificazione su base chimica dei
campioni A1 III 61-63, A1 III 63-64, A1 III 65-66, A1
III 67.5-69
15
A1 II 74.5-76.5. Pochissimi i vetri e gli agglomerati. Frammenti ben vescicolati e di
piccole dimensioni. Caratteristica è la presenza di framboidi di pirite che testimonia
condizioni di elevata produttività e abbondante materia organica (Fig. 4.11).
Figura 4.11 – Agglomerato contenente framboidi di pirite. Immagine da Elettroni Secondari (SE).
Livello (Fig. 4.12) di 2 cm con
una composizione trachitica (57.84-
60.77 wt% SiO2). l’Al2O3 ha un
valore molto alto (19.16-19.83
wt%), così come FeO (3.68-4.54
wt%) e CaO (3.03-4.14 wt%). La
percentuale in peso di TiO2, MgO,
CaO e Na2O decresce all’aumentare
di SiO2 mentre quella di Al2O3
aumenta. K2O invece non subisce
variazioni evidenti. I punti analizzati
non hanno una composizione molto
omogenea e questo produce una
dispersione molto ampia.
Figura 4.12 – Classificazione su base chimica del
campione A1 II 74.5-76.5
16
A1 II 87.5-88.5. Frammenti singoli molto dispersi, la maggior parte del vetro è contenuta
in agglomerati. La vescicolazione è molto abbondante ed è frequente la presenza di OPX e
K-feldspato in cristalli prismatici.
Livello (Fig 4.13) con una
composizione trachitica (59.89-
60.95 wt%). TiO2, MgO, Na2O
subiscono un decremento
all’aumentare di SiO2; Al2O3, FeO,
CaO, K2O invece non hanno una
sostanziale variazione.
A1 I 16-17. Pochi vetri molto dispersi, la maggior parte dei frammenti sono contenuti in
agglomerati. Vescicolazione abbondante, dimensioni abbastanza omogenee e la forma dei
granuli è molto irregolare e spigolosa (Fig. 4.14).
Figura 4.14 - A sinistra frammento singolo, a destra frammento in agglomerato. Immagini BEI
(Backscattered Electrons Image)
Figura 4.13 – Classificazione su base chimica del
campione A1 III 87.5-88.5
17
Livello (Fig. 4.15) con una
composizione trachitica (60.76-
63.21 wt% SiO2). TiO2, FeO, MgO,
CaO decrescono con l’aumento di
SiO2, rimangono invece
sostanzialmente costanti Al2O3,
Na2O e K2O.
Il livello è visibile sulla carota tra i
16 e i 23 cm dello spezzone I alla
profondità di circa 341.5 cm (in
questo spessore è compreso anche il
campione A1 I 19.5-21.5.
A1 I 19.5-21.5. Pochi vetri molto dispersi con una vescicolazione abbondante. Gli
agglomerati sono pochi e i vetri sono tutti di piccole dimensioni.
Il livello possiede una composizione trachitica (Fig. 4.15) (61.18-63.96 wt% SiO2). La
proporzionalità degli elementi rispetto a SiO2 è uguale a quella del campione A1 I 16-17.
A1 I 44-46. Sezione non utilizzabile
4.2.2 INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI
L’origine dei livelli di tefra è stata determinata correlando i dati ottenuti con quelli
riportati in letteratura. In particolare utilizzando il record del Lago Grande di Monticchio
(Wulf et al., 2004, 2008), i Campi Flegrei (Smith et al., 2011; Tomlinson et al., 2012) e il
Somma-Vesuvio (Santacroce et al., 2008).
Sui campioni non sono state effettuate datazioni e di conseguenza le correlazioni sono
state basate puramente sulla composizione chimica e sulla posizione stratigrafica
all’interno della carota.
In questo lavoro sono stati trovati esclusivamente prodotti dall’attività vulcanica
campana (Campi Flegrei e Somma-Vesuvio) (Fig. 4.16). Si escludono provenienze da Isole
Eolie (composizione da alcalino-sodica a shoshonitica) e da Etna (composizione alcalino-
sodico) a causa del chimismo molto differente rispetto ai dati ottenuti (prevalentemente
alcalino-potassico). In tabella 4.2 è riportato un riassunto delle caratteristiche dei livelli e
delle attribuzioni con livelli noti.
Figura 4.15 – Classificazione su base chimica dei
campioni A1 I 16-17 e A1 I19.5-21.5
18
Figura 4.16 – Diagramma SiO2-K2O (Siani et al., 2004). Comparazione della composizione geochimica tra i
livelli di tefra marini (simboli) e le ceneri terrestri (campi).
Tabella 4.2 - Caratteristiche principali della carota CADI A1.
S-V = Somma-Vesuvio, CF = Campi Flegrei
AMS = Agnano Monte Spina, APP = Agnano Pomici Principali, NYT = Tufi Gialli Napoletani, PB = Pomici
di Base, PV = Pomici Verdoline.
T-F = Tefro-Fonolite, Fb = Fonolite basica, T = Trachite, F = Fonolite
(a) = Santacroce et al., 2008
(b) = Siani et al., 2004
PROFON
DITA'
CAMPIONE SPESS
ORE
SORGE
NTE
ERUZIONE CLASSIFIC
AZIONE
ETA' (14C) VARVE AGE (Wulf
et al., 2004, 2008)
(cm) (mm) (cal yr BP) (cal yr BP)
-26.5 A1 IV 11-12 10 S-V ? T-F/Fb ? ?
-66.5 A1 IV 51-52.5 15 CF Astroni? T 3820±50 (b) 4620±230
-73.8 A1 IV 58-59.5 15 CF AMS T 4350±70 (b) 5390±270
-123.5 A1 III 8-9 CF ? T
-123.5 A1 III 8-9 CF ? T
-131.3 A1 III 15.5-18
-134.5 A1 III 19-20
-155.5 A1 III 40-41 10 CF Casale T/F ? 11210±560
-177.0 A1 III 61-63
-178.5 A1 III 63-64
-180.5 A1 III 65-66
-183.3 A1 III 67.5-69
-300.0 A1 II 74.5-76.5 20 CF NYT? T 12260±110 (b) 14120±710
-313.3 A1 II 87.5-88.5 10 S-V PV T 15920±130 (b) 17560±880
-341.5 A1 I 16-17
-345.5 A1 I 19.5-21.5
12180±610
9680±480
19280±960
F
55 S-V PB T
APP 10430±90 (b)
18280±250 (b)
S-V Mercato F 8890±90 (a)
??10
80
35
CF
19
A1 IV 11-12 (-26.5 cm) (?)
Data la composizione e l’associazione mineralogica molto particolare (abbondanti
feldspatoidi) la provenienza è stata assegnata al Somma-Vesuvio. Non è stato invece
possibile assegnare questo livello ad un particolare evento eruttivo in quanto in letteratura
non è stato rinvenuto un livello con queste caratteristiche.
A1 IV 51-52.5 (-66.5 cm) (ASTRONI?)
La provenienza è stata attribuita ai Campi Flegrei, mentre l’eruzione non è sicura;
Averno, Agnano Monte Spina e Astroni costituiscono una serie di eruzioni avvenute
nell’arco di 1000 anni che possiedono una composizione chimica e mineralogica molto
simile tra loro e solitamente non sono distinguibili basandosi sull’analisi degli elementi
maggiori o su osservazioni petrografiche (Zanchetta et al., 2011).
Nel caso specifico, la correlazione dell’eruzione è stata basata puramente sulla
posizione stratigrafica (il livello è posto a 7 cm sopra ad AMS) che porta a supporre che si
possa trattare di Astroni.
A1 IV 58-59.5 (-73.8 cm) (AGNANO MONTE SPINA) Come già detto in precedenza, le eruzioni Averno, AMS e Astroni non sono
distinguibili utilizzando solo gli elementi maggiori, per questo sono stati usati gli elementi
in traccia (Appendice 1) i quali mostrano una variabilità maggiore.
Basandosi sulle osservazioni e sui dati raccolti da Smith et al., (2011) il livello è stato
correlato con Agnano Monte Spina (Campi Flegrei). Le concentrazioni degli elementi in
traccia di AMS proposte da Smith et al., (2011) risultano molto simili a quelle di questo
livello (Appendice 1).
A1 III 8-9 (-123.5 cm) (?)
La composizione alcalino-potassica suggerisce una provenienza dai Campi Flegrei,
però, vista la posizione stratigrafica (all’interno del Sapropel S1 e a pochi centimetri da
Mercato) e la presenza di due famiglie di vetri (campione bimodale), non è stato possibile
correlare questo livello con quelli ritrovati da altri autori.
A1 III 15.5-18 (-131.3 cm) e A1 III 19-20 (-134.5 cm) (MERCATO)
Grazie al caratteristico rapporto K2O/Na2O ≈ 1 e la posizione stratigrafica (all’interno
del Sapropel S1) è stato facilmente correlato con il deposito Pomici di Mercato del
Somma-Vesuvio. A supplemento, i dati sono stati plottati sul diagramma (Fig. 4.17) dove è
presente il campo composizionale corrispondente a questa eruzione. Un altro dato è
rappresentato dalla concentrazione di Zr particolarmente elevata (553 ppm, Appendice 1)
che risulta però abbastanza inferiore a quella misurata sui depositi terrestri da Santacroce et
al. (2008) (circa 750 ppm). La concentrazione di Zr può essere più bassa a causa della
diluizione del deposito vulcano-clastico nel sedimento emipelagico.
Mercato è stato suddiviso in due differenti eruzioni: Pomici Gemelle e Pomici di
Proietti (fase finale di Mercato) ma in questo lavoro non è stato possibile differenziarle.
20
Figura 4.17 Diagramma SiO2 vs. Na2O+K2O (Wulf et al., 2004). Comparazione tra la composizione chimica
dei livelli cineritici marini (simboli) e dei depositi prossimali terrestri del Somma-Vesuvio (campi).
A1 III 40-41 (-155.5 cm) (CASALE)
Il livello è posizionato vicino a Mercato (20 cm circa) e contenuto negli ultimi
centimetri del Sapropel S1. Tenendo conto di queste informazioni e osservando la
composizione chimica, il livello è stato correlato con TM 6-2 del record di Monticchio
(Wulf et al., 2008) dove viene riconosciuta come l’eruzione di Casale dei Campi Flegrei.
A1 III 61-63 (-177 cm), A1 III 63-64 (-178.5 cm), A1 III 65-66 (-180.5 cm), A1 III 67.5-
69 (-183.3 cm) (APP)
Utilizzando la geochimica delle eruzioni dei Campi Flegrei (Smith et al., 2011;
Tomlinson et al., 2012) è stato possibile effettuare una correlazione con le Pomici
Principali dei Campi Flegrei. In particolare, le concentrazioni degli elementi in traccia di
questo livello sono molto simili a quelle presentate da Smith et al., (2011). Sr, Ba e Zr
posseggono una leggera differenza, rispettivamente 200, 300, 50 ppm circa.
A1 II 74.5-76.5 (-300 cm) (NYT?) La correlazione con dati di letteratura è difficile a causa dei pochi punti trovati e della
deviazione standard degli elementi piuttosto elevata.
L’eruzione che si avvicina maggiormente alla composizione del livello è quella dei Tufi
Gialli Napoletani (Campi Flegrei). Tuttavia, due dati a sfavore di questa correlazione sono
l’estrema vicinanza alle PV e l’età troppo giovane per trovarsi a questa profondità.
L’eruzione dei Tufi Gialli Napoletani viene considerata da diversi autori come una serie
di eruzioni ravvicinate nel tempo (Siani et al., 2004; Tomlinson et al., 2012) che originano
21
un deposito con uno spessore molto elevato. Tuttavia, nel caso di questo lavoro i punti
trovati sono molto pochi e lo spessore del livello è piuttosto inferiore a quello che invece
dovrebbe essere. Dalla geochimica (Appendice 1) sono presenti quattro livelli tra i 240 e i
279 cm di profondità che non sono stati analizzati in quanto il loro contenuto di Zr non era
particolarmente elevato (93-100 ppm). Basandosi solamente sulla posizione stratigrafica si
può pensare che questo intervallo possa contenere l’eruzione dei Tufi Gialli Napoletani e
che A1 II 74.5-76.5 sia un’eruzione compresa tra NYT e PV.
A1 II 87.5-88.5 (-313.3 cm) (PV)
La correlazione è stata effettuata basandosi sui dati e sulle osservazioni raccolte da Wulf
et al. (2004, 2008) e Santacroce et al. (2008) che identificano questo livello come le
Pomici Verdoline (Somma-Vesuvio).
Il diagramma SiO2 vs. Na2O+K2O (Fig. 4.17) mostra la composizione delle glass shard
e dei depositi terrestri.
Oltre all’estrema similitudine composizionale, anche lo spessore e la posizione
stratigrafica sono consoni a questa eruzione.
A1 I 16-17 (-341.5 cm) e A1 I 19.5-21.5 (-345.5 cm) (PB)
Dato l’elevato spessore del livello e la composizione chimica è stato possibile correlarlo
con il TM-13 del record del Lago Grande di Monticchio (Wulf et al., 2004, 2008) che
viene identificato come Pomici di Base del Somma Vesuvio. Come supplemento alla
correlazione è stato individuato anche il campo della composizione chimica di questa
eruzione (Fig. 4.17).
5. CONCLUSIONI
In tutto sono stati individuati 15 livelli cineritici, 6 appartenenti al Somma-Vesuvio e 9
ai Campi Flegrei. A1 IV 11-12 del Somma-Vesuvio e A1 III 8-9 dei Campi Flegrei sono i
due livelli che non è stato possibile correlare con alcuna eruzione.
Inoltre, mentre la correlazione di A1 IV 58-59.5 con AMS è quasi certa, l’assegnazione
di A1 IV 51-52.5 ad Astroni non è sicura, la percentuale in peso degli elementi maggiori è
la stessa ma le concentrazioni degli elementi minori e in traccia sono piuttosto discordanti.
A1 II 74.5-76.5 è un altro livello molto dubbio che è stato assegnato a NYT (Tufi Gialli
Napoletani) ma considerate la posizione stratigrafica e l’età rapportata alla profondità può
essere ragionevole pensare che effettivamente non si possa trattare di questa eruzione.
AMS, Mercato e APP sono invece stati facilmente individuati ed hanno funto da guida
per le successive correlazioni.
Durante lo svolgimento di questo lavoro, le interpretazione sono state tutte effettuate
principalmente correlando la composizione chimica dei dati raccolti con quelli contenuti in
letteratura. Sicuramente, una precisione maggiore nella correlazione si sarebbe raggiunta se
si fosse effettuato una datazione radiometrica sui campioni.
22
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23
APPENDICI
Appendice 1. Geochimica generale della carota CADI A1. In rosso i livelli analizzati.
Sam
ple
SiO
2Ti
O2
Al2
O3
Fe2
O3
Mn
OM
gOC
aO
Na
2O
K2
OP
2O
5LO
ISc
VC
rC
oN
iC
uZn
As
Rb
SrY
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bB
aLa
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Pb
ThS
Br
Mo
Cl
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dep
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n s
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I TO
P3
3.5
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.54
11
.75
5.7
70
.24
5.1
61
9.1
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.85
1.9
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43
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33
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16
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.52
0.5
0.5
-0.5
15
IV-4
-5.5
33
.62
0.5
51
0.8
95
.67
0.2
14
.99
20
.47
1.1
31
.90
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40
.20
20
.49
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27
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66
1.5
24
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19
.75
-19
.75
IV-1
1-1
24
5.2
10
.63
17
.42
6.2
50
.39
3.9
79
.59
5.2
53
.63
0.3
40
.40
7.4
01
81
61
54
25
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61
91
10
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18
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10
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6.5
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.5
IV-1
5-1
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.54
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.66
5.8
00
.57
5.1
01
9.1
50
.86
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.14
0.2
02
1.2
41
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19
19
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56
1.5
21
5.5
30
.5-3
0.5
IV-3
0-3
1.5
34
.49
0.5
51
1.4
85
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85
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19
.05
0.8
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30
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20
.60
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82
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5-4
5.7
5
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50
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11
.46
6.1
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5.0
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20
.81
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11
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8.5
-58
.5
IV-5
1-5
24
0.2
30
.54
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.17
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4.6
61
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11
.17
3.2
50
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91
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87
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17
55
39
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62
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10
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00
55
52
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.57
2.5
-72
.5
IV-5
8-5
9.5
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.16
0.5
51
6.4
95
.00
0.1
52
.69
5.6
12
.81
5.9
30
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0.2
66
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19
10
34
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54
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69
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48
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8.7
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3.7
5-7
3.7
5
A1
IV
60
-61
37
.88
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2.0
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02
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20
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81
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A1
IV
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53
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25
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15
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9.5
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A1
IV
71
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36
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61
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1.5
11
.52
71
.58
6.5
-86
.5
A1
IV
75
-76
36
.53
0.5
31
1.4
85
.79
0.1
95
.01
17
.28
0.8
02
.14
0.1
00
.15
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15
19
31
92
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46
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11
55
39
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13
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27
5.5
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.5-9
0.5
A1
IV
82
-83
37
.11
0.5
31
1.6
45
.68
0.2
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.02
16
.94
0.7
52
.13
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00
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19
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13
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37
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1.5
28
2.5
97
.5-9
7.5
IV-8
4-8
63
5.3
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.55
10
.88
5.7
70
.19
4.7
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9.6
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.89
2.0
10
.11
0.1
61
9.9
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72
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65
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47
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33
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53
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-10
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A1
IV
90
-91
37
.04
0.5
21
1.7
75
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0.1
75
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.62
0.7
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0.6
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10
5.5
-10
5.5
A1
IV
93
-94
36
.46
0.5
21
1.5
95
.55
0.1
64
.94
16
.77
0.7
12
.09
0.1
00
.15
21
.10
01
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19
61
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62
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.50
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.5-1
08
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IV-9
5-9
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7.0
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.84
2.0
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.11
0.1
62
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27
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11
1-1
11
A1
IV
97
-98
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.65
0.5
21
1.7
25
.72
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54
.95
16
.48
0.7
12
.04
0.1
00
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20
.96
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.73
19
7.5
11
2.5
-11
2.5
A1
IV
98
-99
36
.55
0.5
21
1.7
25
.64
0.1
55
.01
16
.57
0.7
12
.06
0.1
00
.15
20
.97
01
33
19
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48
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1.5
1.3
61
.52
98
.51
13
.5-1
13
.5
A1
III
1-2
37
.20
0.5
11
1.7
65
.83
0.1
55
.13
16
.26
0.7
32
.10
0.1
00
.15
20
.23
01
16
20
51
91
99
48
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17
10
24
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19
66
11
34
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06
81
91
11
65
01
61
1.5
1.8
61
.52
1.5
11
6.5
-11
6.5
11
5
A1
III
3-4
37
.48
0.5
21
1.9
15
.81
0.1
45
.19
16
.13
0.7
62
.17
0.1
00
.15
19
.79
01
14
20
41
91
98
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94
20
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24
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13
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01
12
14
02
25
1.5
1.5
66
23
.51
18
.5-1
18
.5
A1
III
6-7
38
.15
0.5
21
2.1
35
.81
0.1
45
.60
15
.22
0.7
92
.14
0.1
00
.15
19
.39
01
22
22
22
02
20
41
96
27
11
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75
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.55
29
74
22
-42
2
24
Appendice 2. TAS di tutti i campioni
25
Appendice 3. Suscettività Magnetica della carota CADI A1.