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1983, 1991 Benedict Anderson
Imagined Communities Verso, London, New York 1991
1996 manifestolibri srl
via Tomacelli 146 - Roma
ISBN 88-7285-066-5
Traduzione:
Marco
Vignale
Progetto grafico della copertina: Studio
Idea
Io
INDICE
Presentazione all'edizione italiana
Chiss
se
capiranno
di
Marco
d Eramo
7
Prefazione alla seconda edizione
1991)
17
1.
Introduzione 21
2. Radici cultural i 27
3.
Le origini della coscienza nazionale
53
4.
Pionieri creoli
63
5. Vecchie lingue, nuovi modelli 79
6.
Ufficial-nazionalismo e imperialismo
93
7.
L'ultima ondata
119
8.
Patriottismo e razzismo
145
9.
L'angelo della storia
157
lO.
Censimento, mappa, museo
165
11.
Ricordare e dimenticare
187
Il nuovo disordine mondiale. Un'appendice 1992) 205
Bibliografia 217
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/ /1
CHISS SE
C PIR NNO
di
Marco dJ ramo
Forse un giorno si chiederanno perch mai tanti esseri umani fosse-
ro pronti a immolarsi
per
la
propri
nazione.
Che
cosa
ci
fosse in
quest entit che la rendesse degna del sacrificio della propria unica,
irripetibile vita. A noi contemporanei, in questa fine di
XX
secolo,
la nazione sembra un orizzonte naturale della societ e della politi-
ca.
L indipendenza nazionale ci pare un bene caro da salvaguardare
(paventiamo
se
minacciata). Non sembra nemmeno comico che
un atleta pianga ascoltando dal podio
il
proprio inno nazionale.
Come nella societ indiana ognuno incasellato in una casta,
cos nella nostra modernit
ci
pare ovvio che ognuno abbia
una e
non pi di una) nazionalit. Un ovviet ingannatrice. Per secoli, per
millenni, gli umani hanno vissuto, agito, fatto politica, combattuto
guerre in strutture sociali del tutto diverse dalle nazioni: in imperi
polietnici e poliglotti,
che
oggi chiameremmo multinazionali, in
entit regionali (potrebbe esistere un nazionalismo borgognone?),
in comunit religiose, in principati
il
contorno delle cui frontiere
dipendeva dalle peripezie matrimoniali delle dinastie. Ma allora
quando che
si
imposto alle nostre societ
l
concetto di nazione?
Quando
abbiamo cominciato a pensare che le nazioni fossero i sog-
getti della storia? Tanto che
oggi
le organizzazioni mondiali si
chiamano Societ delle Nazioni o Nazioni Unite. [Non a caso l idea
di nazione
si
forgia in contem poranea con
l
nascere dello storicismo
e con l affermarsi della teoria dei soggetti contro la teoria delle cau-
se:
l mondo prodotto dall azione di un soggetto, non generato
come effetto da una causa].
Gi la domanda sul quando suona blasfema a
un
patriota.
Per
lui la nazione
qualcosa di originario, un retaggio primordiale
che forse era stato dimenticato, sepolto nella memoria e solo di
recente
riaffiorato, identit ritrovata. Siamo di fronte a
una
dupli-
cit: la nazione
stata pensata, creata di recente,
ma
essa pensa
se
stessa come antichissima. I nazionalismi sono nati tra la fine del 700
e l inizio dell 800, ma per quell epoca parliamo di
risveglio
dei
nazionalismi, come
se
fossero emersi da un lungo sonno. Ci sembra
che le nazioni siano sempre esistite.
Ma
cos pensando cadiamo nel-
la trappola che la nazione stessa
ci
tende: il nazionalismo non l
risveglio delle nazioni all autocoscienza: esso inventa nazioni l dove
7
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sostenere, o a combattere per la stessa parte. Chi pu essere sicuro
che Yugoslavia e Albania un giorno non arriveranno a esplodere?
Quei gruppi eterogenei che desiderano un ritiro dell Armata Rossa
dalle sue installazioni nell Europa dell Est dovrebbero ricordare
fino a quale livello la sua
opprimente
presenza abbia dal, 1945,
escluso ogni conflitto armato tra i regimi marxisti della regione.
Tali considerazioni servono a sottolineare come, dalla seconda
guerra mondiale in poi, ogni rivoluzione riuscita si sia definita in ter
mini nazionali (la Repubblica Popolare Cinese, la Repubblica Sociali
sta del Vietnam
..
) e, cos facendo, si sia fermamente ancorata in uno
spazio territoriale e sociale ereditato dal passato pre-rivoluzionario. Al
contrario, il fatto che l Uni one Sovietica condivida con il Regno Unito
di Gran Bretagna e Irlanda del
Nord la
rara distinzione di rifiutare il
concetto di nazionalit nel proprio nome, suggerisce che essa costitui
sce tanto l eredit degli stati dinastici prenazionali dell 800, quanto
l anticipazione di un ordine internazionalista del 2000
2
Eric
Hobsbawm
ha perfettamente ragione quando osserva che
movimenti e stati marxisti tendono col tempo a divenire nazionali
non solo nella forma ma anche nella sostanza, e quindi nazionalisti.
Niente suggerisce che quest andamento possa interrompersi3. Non
che questa
tendenza
sia limitata al mondo socialista.
Quasi
ogni
anno vengono ammessi nuovi
membri
alle Nazioni Unite. E molte
vecchie nazioni, un tempo credute
ben
consolidate, si trovano
oggi minacciate da sub-nazionalismi all interno dei propri confini,
nazionalismi che, logicamente, aspirano a perdere
un
bel giorno la
connotazione di sub. La realt evidente: la fine dell era del
nazionalismo, cos a lungo profetizzata,
non
minimamente in
vista. Anzi, la nazion-it l valore pi universalmente legittimato
nella vita politica del nostro tempo.
Se
i fatti sono chiari, la loro interpretazione resta pe r oggetto di
dispute annose. Nazione, Nazionalit e Nazionalismo si sono dimo
strati notoriamente difficili da definire, e ancor pi da analizzare. In
contrasto con l immensa influenza che
il
nazionalismo ha esercitato sul
mondo
moderno, le teorie plausibili su di esso sono decisamente esili.
Hugh Seton-Watson, erede di una vasta tradizione di storiografia e
scienze sociali liberali e autore del testo inglese di gran lunga migliore e
pi esauriente sul nazionalismo, osserva amaro: Sono
trascinato
alla
2Chiunque metta in dubbio
il
diritto del Regno Unito a essere paragonato
con
l Urss dovrebbe domandarsi: quale nazionalit denota il termine anglo-irlande
se?
3ERlC
HOBSBAWM, Some Reflections on The Break-Up
1
Britain New Lelt
Review ,105
(settembre-ottobre
1977), p. 13.
22
conclusione che non si pu concepire nessuna definizione scientifica
di Nazione; eppure il fenomeno esistito ed esiste4. Tom Nairn , auto
re dell innovativo The Break-up
0/
Britain ed erede di una poco meno
vasta tradizione di storiografia e scienze sociali marxiste, fa candida
mente notare: La teoria del nazionalismo rappresenta il grande falli-
mento storico del marxismo5. Ma anche questa confessione in un
celto senso fuorviante, nella misura in cui questo fallimento semb ra il
deplorevole esito di una lunga e consapevole ricerca di chiarezza teo
retica. Sarebbe pi giusto affermare che
il
nazionalismo
stato
una
scomoda anomalia per la teoria marxista e, proprio
per
tale motivo,
stato eluso pi che affrontato. Come altro interpretare il fallimento di
Marx nello spiegare l aggettivo cruciale nella sua memorabile formula
zione del 1848: il proletariato di ogni nazione deve, naturalmente, ri-
solvere innanzitutto i probl emi con la propria borghesia6? Come altro
considerare l uso,
per
pi di un secolo, del concetto di borghesia na
zionale senza nessun serio tentativo di giustificare teoreticamente
l importanza dell aggettivo? Per ch questa suddivisione della borghe
sia, una classe sociale di livello mondiale in quanto definita in termini
di rapporti di produzione, teoreticamente importante?
Il
fine di
questo
libro di
offrire suggerimenti
per
un interpretazione pi soddisfacente dell anomalia del nazionali
smo.
Credo
che su questo argomento sia la teoria marxista, sia quella
liberale si siano intristite in
un
tentativo tardo tolemaico di salvare i
phenomena; e che sia urgente riorientare la prospettiva in uno spiri
to, per cos dire, copernicano. il mio
punto
di partenza che i con
cetti di nazionalit, di nazionalismo o di nazion -it - termine che si
potrebbe
preferire
per per
i suoi molteplici significati - sono manu
fatti culturali di un tipo particolare. Per poterli meglio interpretare
necessario considerare accuratamente come essi siano nati storica
mente, in che modo il loro significato sia cambiato nel tempo, e per
ch oggi scatenino una legittimit cos profondamente emotiva. Cer
cher di dimostrare che la creazione di tali manufatti alla fine del
700
7
stata la spontanea distillazione di un complesso incrocio di
forze storiche discontinue; ma che, una volta create, esse divennero
4Vedi
il
suo
Nations and States
p.
5.
5Vedi il suo The ModernJanus, New Lelt Review 94 (nov.-dic. 1975), p. 3.
Questo saggio incluso senza alcuna modifica in The Break-up 01 Britain come
capitolo 9 (pp. 329-63 .
6KARL MAI\) E FR1EDR1CH ENGELS, Il Manzfesto del Partito Comunista il corsi
vo
mio). In ogni esegesi teoretica, il termine naturalmente dovrebbe lampeg
giare a luci rosse di fronte all assorto lettore.
7Come fa notare Aira Kemilainen, furono i
due padri
fondatori della dottri
na accademica del nazionalismo, Hans Kohn e Carleton Hayes, a discutere e sta-
23
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(ti
I
I
I
I
I
\
I
modulari, in grado quindi di venir trapiantate, con vari gradi di
consapevolezza, in una grande variet di terreni sociali, per fondersi
ed essere fuse con un'altrettanto ampia variet di costellazioni poli
tiche e ideologiche. Cercher anche di mostrare perch questi parti
colari manufatti hanno suscitato attaccamenti cos profondi.
CONCETTI E DEF1NIZIONI
Prima di affrontare le questioni sollevate, conviene considerare
brevemente il concetto di nazione e offrirne una definizione
maneggevole. I teorici del nazionalismo si sono trovati spesso per
plessi,
per
non dire irritati, di
fronte
a questi tre paradossi:
1)
L'oggettiva modernit delle nazioni agli occhi degli storici contr o la
loro soggettiva antichit agli occhi dei nazionalisti.
2)
L'esplicita
universalit della nazionalit
come concetto
socio-culturale (nel
mondo moderno
ognuno pu e dovrebbe avere, e avr, una nazio
nalit, come appartiene a un certo genere maschile o femminile)
contro l'irrimediabile particolarit delle sue manifestazioni concrete,
(ad esempio la nazionalit greca sui generis).
3)
La forza politi
ca dei nazionalismi contro la loro povert e persino incoerenza filo
sofica. In altre parole, il nazionalismo, al contrario di molti altri
movimenti, non ha mai
prodotto
i propri grandi pensatori: nessun
Hobbes, Tocqueville, Marx o Weber. Questo vuoto fa nascere
fa
cilmente, tra intellettuali cosmopoliti e multilingue, una certa condi
scendenza. Come Gertrude Stein di fronte a Oakland, si potrebbe
rapidamente oncludere che l
non
c' nulla. curioso
il
fatto
che persino uno studioso tanto simpatetico col nazionalismo come
Tom Nairn possa per scrivere che: Il nazionalismo la patologia
del moderno sviluppo della storia, inevitabile quanto la nevrosi in
un individuo, con implicita la stessa ambiguit e una simile tenden
za innata a degenerare in demenza, radicata nel senso di
abbandono
di cui soffre gran parte del mondo (1'equivalente dell'infantilismo
per la societ) e largamente incurabile8.
Parte della difficolt che si
tende
a ipostatizzare l'esistenza di
un Nazionalismo con la N maiuscola, come si portati a pensare
bilire questa
data. Credo che le
loro conclusioni non siano state seriamente
dibattute,
se
non da
ideologi nazionalisti in particolari nazioni. Kemiliiinen os
serva anche che la parola nazionalismo
non
divenne di uso
comune
se
non
alla
fine del diciannovesimo secolo. Non appare, ad esempio, in molte lingue di quel
lo stesso secolo. Se Adam Smith rifletteva sul benessere delle nazioni, intende
va con tale termine niente pi che societ o stati. ArRA KEMILAINEN, Nationa
lism, pp.
10,33,
e 48-49.
8The Break-up 0/ Britain, p. 359.
24
Et con la E maiuscola, e quindi a classificarlo come un'ideologia.
Va
notato che poich ognuno ha un et, Et solo un' espressione
analitica). Sarebbe tutto pi facile, credo, se nazionalismo fosse
trattato nella stessa sfera di consanguineit e religione, piutto
sto che di liberalismo o fascismo.
Con lo spirito di un antropologo,
propongo
quindi la seguente
definizione di una nazione: si tratta di una comunit politica
immaginata, e immaginata come intrinsecamente insieme limitata e
sovrana.
immaginata in quanto gli abitanti della pi piccola nazio
ne non conosceranno mai la maggior parte dei loro compatrioti, n
li
incontreranno, n ne sentiranno mai parlare, eppure nella mente
di ognuno vive l'immagine del loro essere comunit
9
Renan si rifer
a questo immaginarsi nel suo
modo
soavemente sarcastico quan
do scrisse che: Or essence d une nation est que tous les individus
aient beaucoup
de
choses en commun) et aussi que tous aient oubli
bien
des
choses O. Con
una certa ferocia Gellner afferma
una
tesi
simile dicendo che: Il nazionalismo non il risveglio delle nazioni
all' autoconsapevolezza: piuttost o inventa le nazioni dove esse non
esistonol1. Tale formulazione presenta
per
l'inconveniente che
Gellner cos ansioso di dimostrare che il nazionalismo
si
nasconde
sotto pretese infondate, da assimilare invenzione a
fabbricazione e falsit,
piuttosto che
a immaginazione e
creazione. Cos facendo egli
sottintende
che vi sono comunit
vere che
possono
essere
vantaggiosamente
contrapposte alle
nazioni. In realt immaginata ogni comunit pi grande di un vil
laggio primordiale dove tutti si conoscono e forse lo anch'esso).
Le comunit devono essere distinte
non
dalla loro falsit genuinit,
ma dallo stile in cui esse sono immaginate. Gli abitanti dei villaggi di
Giava hanno sempre saputo di essere in qualche
modo
legati a indi
vidui che non hanno mai incontrato, ma un tempo questi legami
erano immaginati in ambito particolaristico, come reti indefinita
mente estendibili di stirpe e clientela. Fino a tempi piuttosto recenti
il
linguaggio di Giava non aveva una parola per
il
concetto astratto
9Cf. S[TON-WXISON,
Nation
and
States,
p. 5: Tutto quello che
posso
dire
che una nazione esiste quando un numero significativo di persone all'interno di
una comunit si considera come
costituente
una nazione, o agisce
come
se ne
avesse costituita una. Possiamo sostituire si considera
con
si immagina.
wERNEST RENAN, Qu est-ce qu une nation/ in Oeuvres Compltes, I, p. 892.
Aggiunge: tutti i cittadini francesi
devono
aver dimenticato San Bartolomeo, i
massacri del Midi del
'200. In
Francia
non
ci
sono
dieci famiglie che
possono
for
nire la prova di
un origine
franca ..
llEI\NEST GELLNER, Thought
and
Change,
p. 169. Corsivo mio.
25
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6/60
r/.
Ebbero
questi tratti perch le complesse vicende
storiche, che erano state vissute da americani ed europei, venivano
ora immaginate modularmente in diversi luoghi, e per ch gli idiomi
europei che usavano come lingue di stato erano l eredit dell uffi
cial-nazionalismo imperialista. Ecco perch cos spesso nelle poli
tiche di costruzione nazionale di nuovi stati si vedono sia un entu
siasmo nazionalista genuino e popolare, sia un sistematico, persino
machiavellico, instillare un ideologia nazionalista attraverso i mass
media,
il
sistema scolastico, i regolamenti amministrativi e cos via.
Quest amalgama di nazionalismo ufficiale e popolare stato prodot
to anche da anomalie create dall imperialismo europeo: la ben nota
arbitrariet delle frontiere, e il bilinguismo delle classi adagiate
sospese precariamente sulle diverse popolazioni monoglotte.
Si
pu
dunque pensare a molte di queste nazioni come a progetti in via di
realizzazione, progetti per concepiti pi nello spirito di Mazzini
che in quello di Uvarov.
*[Anderson usa i termini russificante e russificazione in senso traslato
per
indicare - anche in altre situazioni politiche e geografiche - ogni politica alla
Uvarov, come descritta nel capitolo precedente. ota del curatore
119
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;\
:I:
Nel considerare le origini del nazionalismo coloniale pi recente,
colpisce subito una somiglianza con quelli pi antichi: l'isomorfismo
tra l'estensione territoriale di ogni nazionalismo e quella della prece
dente unit amministrativa imperiale. La somiglianza non casuale;
chiaramente legata alla geografia dei pellegrinaggi coloniali. La
differenza sta nel fatto che i contorni dei pellegrinaggi creoli del
'700
erano
delimitati
non
solo
dalle ambizioni centralizzanti
dell' assolutismo metropolitano,
ma
anche
da
reali
problemi
di
comunicazione e di trasporto, e da una generale primitivit tecnolo
gica. Nel '900, tali problemi erano stati brillantemente risolti, e al
loro posto subentr una russificazione bifronte.
Pi su ho mostrato che nel tardo '700 l'unit amministrativa
imperiale assunse un significato nazionale in parte perch delimita
va l'ascesa dei funzionari creoli. Cos avveniva anche nel '900, per
ch
se pure
un inglese nero o scuro di pelle riusciva a ottenere una
qualche istruzione o un addestramento in Inghilterra, cosa che ben
pochi dei suoi progenitori creoli sarebbero riusciti a fare, questa era
di solito l'ultima volta che compiva il suo pellegrinaggio burocrati
co. Da
quel momento in poi l'apice del suo volo circolare sarebbe
stato
il
pi alto centro amministrativo a cui poteva essere assegnato:
Rangoon, Accra, Georgetown, o Colombo. Eppure, in ognuno dei
suoi viaggi limitati, incontrava altri compagni di viaggio bilingui,
con cui finiva
per
sentire come un crescente senso di comunit. Nel
viaggio capiva presto che aveva scarsa importanza
il
suo luogo d'ori
gine' che fosse etnico, linguistico o geografico. Al massimo lo aveva
fatto partire
per
questo pellegrinaggio invece che
per
un altro; ma
non
poteva determinare n la sua meta,
n
i suoi compagni.
Da
que
sto schema venne la sottile, appena percepibile, trasformazione, pas
so dopo passo, dello stato coloniale in stato-nazione, una trasforma
zione resa possibile non solo da una solida continuit di personale,
ma anche dalla fitta rete dei viaggi tramite cui ogni stato era vissuto
dai suoi funzionari
Dopo la prima met dell'800 per, e soprattutto nel '900, que
sti viaggi vennero compiuti
non
pi da una manciata di viaggiatori,
ma da immensi gruppi variegati. Tre le ragioni principali. La prima
lCerto,
non
solo dai funzionari, anche se costituivano il
gruppo
principale.
Prendete, a esempio, la geografia di Noli e Tangere (come di molti altri roman
zi nazionalisti). Anche se alcuni personaggi dell'opera di Rizal sono spagnoli, e
alcuni personaggi filippini sono stati in Spagna, i confini entro cui
si
muovono
nel romanzo corrispondono a quelli che, undici anni dopo la sua pubblicazione,
e due anni dopo l'esecuzione del suo autore, avrebbero delimitato la Repubblica
delle Filippine [ per Rizal, vedi
supra
pp. 42-43].
12
l
e decisiva l'enorme aumento di mobilit fisica reso possibile dagli
stupefacenti successi del capitalismo industriale (ferrovie e navi a
vapore nel secolo scorso, trasporti a motore e aviazione in quest'ulti
mo). Gli interminabili viaggi delle vecchie Americhe stavano diven
tando sempre pi ricordi del passato.
La seconda: la russificazione imperiale aveva un aspe tto pra
tico oltre a quello ideologico. Le stesse dimensioni degli imperi
mondiali facevano s che le burocrazie non potessero essere compo
ste solo da funzionari della madrepatria o anche da creoli. Lo stato
coloniale, e poco dopo, le societ commerciali, avevano bisogno di
eserciti di funzionari, che
per
essere utili dovevano essere anche
bilingui, in grado di fare da tramite tra la nazione europea e i suoi
sudditi coloniali. Vi fu sempre maggiore bisogno di questi funziona
ri, poich, a cavallo del secolo, ovunque si moltiplicarono le funzio
ni statali. Accanto all' antico responsabile distrettuale, apparv ero
l'ufficiale sanitario, l'ingegnere idraulico,
il
maestro di scuola,
il
poli
ziotto, e cos via. E a ogni ampliamento dello stato, aumentava lo
sciame dei suoi pellegrini
La terza
ragione fu
l diffondersi di un'istruzione
di
tipo
moderno, promossa non solo dagli stati coloniali ma anche da orga
nizzazioni private, religiose e laiche. Quest ' espansione avvenne non
soltanto per produrre quadri
per
le gerarchie governative e commer
ciali, ma perch anche le popolazioni colonizzate consideravano la
conoscenza mode rna sem pre pi importante3. (E in diversi stati colo
niali cominciava a far capolino la disoccupazione intellettuale).
generalmente riconosciuto che le intellighenzie ebbero un
ruolo centrale nella nascita del nazionalismo nei territori coloniali,
non
ultimo perch il colonialismo faceva
s
che fra i locali fossero
vere e prop rie rarit i latifondisti, i grand i mercanti, gli imprenditori
e persino una classe di professionisti. Quasi ovunque l potere eco-
2Per dare qualche esempio: nel 1928 vi erano almeno 250.000 indigeni nel
libro paga delle Indie olandesi, ed essi costituivano il 90 degli impiegati statali.
E' indicativo che il totale di salari e pensioni (estremamente differenziati) dei
funzionari olandesi e nativi coprisse
il 50
delle spese statali Vedi:
AMRY VAN-
DENBOSCII, The Dutch East In dies
,
pp. 171-73. Eppure gli olandesi erano propor
zionalmente tanto ottusi sul piano burocratico
quanto
gli inglesi nell'India
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nomico era o monopolizzato dagli stessi colonialisti, o diviso ingiu
stamente con una classe politicamente impotente di uomini d'affari
pariah (non nativi), libanesi, indiani o arabi nell' Africa coloniale,
cinesi, indian i o arabi nell' Asia coloniale.non meno generalmente
accettato che il ruolo d'avanguardia delle intellighenzie derivi dalla
loro alfabetizzazione bilingue, o meglio dalla loro alfabetizzazione e
dal loro bilinguismo. La stampa aveva gi reso possibile alle comu
nit immaginate di fluttuare in un tempo vuoto e omogeneo, come
avevamo visto.
l
bilinguismo rese possibile l'accesso, tramite le lin
gue di stato europee, alla cultura occidentale nel senso pi ampio, e
in particolare
ai
modelli del nazionalismo, della nazion-it e dello
stato-nazione, che erano stati prodotti altrove nel corso dell'800
4
.
Nel 1913, il regime coloniale olandese a Batavia, su iniziativa
dell'Aja, promosse grandi festeggiamenti in tutta la colonia per cele
brare
il
centenario della liberazione nazionale dell Olanda
dall'imperialismo francese. Ordini furono emanati per assicurare la
partecipazione fisica e il contributo economico non solo degli olan
desi e degli eurasiatici locali, ma anche della popolazione indigena
sottomessa.
Per
protesta, uno dei primi nazionalisti giavanesi-indo
nesiani, Suwardi Surjaningrat (Ki Hadjar Dewantoro) scrisse
il
suo
famoso articolo in olandese Als ik eens Nederlander was (Se per
una volta fossi un 0Iandese)5.
Per
me
c qualcosa di sbagliato, qualcosa di
indecente,
nel
chie
dere
a
questi
nativi (nella
mia immaginazione,
io sono
un olande
se)
di partecipare
alle festivit
per la nostra indipendenza. Per
prima
cosa,
urteremmo la loro
sensibilit, in
quanto
festeggiamo
la nostra indipendenza nel loro
paese
che noi abbiamo colonizza
to.
Ora siamo
felici
perch
cento anni fa
ci siamo
emancipati
da
un
dominio
straniero;
e
tutto
questo di fronte agli
occhi
di
chi sta
ancora sotto l nostro
dominio. Non
ci rendiamo conto che
que
sti
poveri
schiavi sognano il
giorno
in cui, come noi,
celebreran-
Per usare le parole di Anthony Barnett, il bilinguismo permise agli intellet
tuali di dire ai propri compagni di lingua (che parlavano le lingue indigene) che
noi possiamo essere come 'loro'.
5
Apparve
per
la
prima
volta su
De Expres il 13
luglio 1913,
per
essere
presto
tradotto
in
indonesiano
e
pubblicato
sulla
stampa
indigena. Suwardi aveva
allora 24 anni. Aristocratico atipico, istruito e progressista,
si
un nel 1912 a
un
plebeo
giavanese,
il
dottor Tjipto
Mangoenkoesoemo,
e a un
eurasiatico,
Eduard Douwes Dekker,
per
formare l'Indische Partij, il
primo
partito politico
della colonia. Per
uno
studio breve
ma approfondito
su Suwardi, vedi:
SAVITH
SCHERER,
Harmony and Dissonance: Early Nationalist Thought in lava capitolo 2.
La sua Appendice I offre una traduzione in inglese del famoso articolo, da cui
proviene il passaggio di questa pagina.
122
no la loro indipendenza? O crediamo forse che,
per
la nostra
politica volta a distruggere le loro anime, tutte le anime umane
siano morte? Se cos, stiamo ingannando noi stessi perch non
importa quanto primitiva sia una comunit, essa si opporr co
munque
a qualsiasi forma
di
oppressione. Se
io
fossi
olandese,
non organizzerei una celebrazione per l indipendenza
in
un pae
se a
cui
stata rubata l indipendenza dei suoi abitanti.
Con queste parole Suwardi rovesci la storia degli olandesi contro
gli olandesi stessi, lacerando la saldatura che univa
il
nazionalismo e
l'imperialismo olandese. Inoltre, con la sua temporanea trasforma
zione in olandese (che invitava a una simile trasformazione dei suoi
lettori olandesi in indonesiani), colpiva
tutte
gli aspetti razzisti
dell'ideologia coloniale
olandes.
La denuncia di Suwardi, che piacque agli indonesiani almeno
quanto irrit gli olandesi,
un chiaro esempio del fenomeno che
coinvolse tutto
il
mondo nel '900. l paradosso del'ufficial-nazionali
smo imperiale fu infatti di far conoscere inevitabilmente alle po
polazioni colonizzate quelle che sempre pi venivano definite come
storie nazionali, e non solo tramite le festivit,
ma
anche grazie
allo stesso sistema scolastico che i colonizzatori incoraggiavano
7
. I
giovani vietnamiti non potevano evitare di studiare i
philosophes
la
Rivoluzione, o quello che Debray definisce il nostro secolare anta
gonismo con la Germania8. La Magna Carta, la Madre dei Parla
menti, la Gloriosa Rivoluzione, celebrate nella storia nazionale
inglese, ent rarono in t utte le scuole dell'impero britannico. La lotta
per
l'indipendenza del Belgio contro l'oppressione dell'Olanda
non
era in alcun modo cancellabile dai libri di scuola che
un
giorno
avrebbero letto i bambini del Congo. Cos fu anche
per
la storia
degli Usa nelle Filippine, e infine, del Portogallo in Mozambico e
Angola. L'ironia, naturalmente, era che queste storie emanavano da
una coscienza storiografica che in Europa, alla fine dell'800, si anda
va definendo sempre pi in termini di nazione: i baroni che impose-
6Notate l'interessante collegamento tra comunit immaginate e immagina
rie.
7Le celebrazioni del 1913
erano certo emblematiche
del nazionalismo uffi
ciale,
ma
in un
altro
senso.
La liberazione nazionale
commemorata
era
in
realt
non la
fondazione della Repubblica di Batavia nel 1795,
ma
la restaura
zione della Casa di
Orange da
parte dei vittoriosi eserciti della Santa Alleanza;
per
di pi, nel 1830 met della nazione liberata presto
si
separ
per
formare il
Regno del Belgio. Ma l'interpretazione di liberazione nazionale era senza dub
bio quella che Suwardi aveva assimilato nelle scuole coloniali.
8Marxism
and
the National Question, p. 41.
123
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I
: :
nesi, abitanti di isole che dist ano centinaia di miglia verso Est. Tutta
via, nel corso di questo secolo
hanno imparato
a considerare gli
ambonesi come fratelli indonesiani, e i malesi come stranieri.
Niente ha contribuito a questo stato di cose pi delle scuole
che il regime di Batavia
ha
aperto in numero sempre maggiore
dopo
la met del secolo. Per capire in che modo, si deve pensare che, in
totale contrasto con le tradizionali scuole indigene,
che
erano di
solito istituzioni locali e personali (anche se, nella tradizione musul
mana,
si
manifestava un certo spostamento di studenti tra un rino
mato maestro-ulama e un altro), le scuole governative costituivano
una gerarchia colossale, razionalizzata e centralizzata, strutturalmen
te isomorfa alla burocrazia statale stessa. Libri di testo unici, diplo
mi e certificati d insegnamento standard, una precisa graduazione
dei gruppi per et, delle classi e dei materiali educativi, formarono
un universo di vita coerente e autonomo
1
. Non
meno importante
fu la gerarchia geografica. Vennero aperte scuole elementari stan
dardizzate nei villaggi e nelle cittadine della colonia; scuole medie e
secondarie nelle citt pi grandi delle province, mentre 1 educazione
universitaria (1 apice di quest a piramide) era confinat a alla capitale
coloniale di Batavia e alla citt di Bandung, costruita dagli olandesi
100 miglia a sudovest sui gelidi altipiani di Priangan. Cos il sistema
scolastico coloniale del 900 fece nascere pellegrinaggi paralleli agli
antichi viaggi dei funzionari. La Roma di questi pellegrinaggi era
Batavia;
non
Singapore,
non
Manila,
non
Rangun, nemmeno le anti
che capitali dei re giavanesi, Jogjakarta e Surakarta
Da ogni luogo
della vasta colonia, ma mai dall esterno, i pellegrini cominciavano la
loro ascesa sociale incontrando compagni pellegrini provenienti nel
la scuola elementare da diversi, e forse
un tempo
ostili, villaggi; nella
scuola media da diversi gruppi etnolinguistici; e da ogni parte del
regno nelle universit della capitale
12
E sapevano che da ovunque
fossero venuti, avevano tutti letto gli stessi libri e calcolato le stesse
addizioni. Sapevano anche, se arrivavano a tanto, e la maggior parte
non lo faceva, che Roma era Batavia, e che tut ti i loro viaggi avevano
un senso solo in relazione alla capitale: era essa a spiegare perch
IOL idea di
uno
studente troppo vecchio per stare in una classe X o Y,
inimmaginabile in una scuola tradizionale musulmana, era
un
inconsapevole
assioma delle scuole coloniali occidentali.
llIn definitiva i vertici erano L Aja, Amsterdam e Leida; ma si contava sulle
dita di una mano chi poteva aspirare a studiare in questi luoghi.
12Poich laiche,
le
scuole del 900 erano solitamente miste, con una grande
maggioranza di ragazzi, e, in quanto tali, erano piuttosto frequenti amori, e perfi
no matrimoni, nati tra i banchi di scuola, che andavano contr o ogni tradizione.
126
noi siamo qui insieme. In altre parole, la loro esperienza
comune e la competit ivit cameratesca nelle classi, davano alle map
pe coloniali che studiavano (colorate sempre in tinte diverse dalla
Malesia britannica o dalle Filippine americane) una specifica realt
territoriale immaginata, ogni giorno confermata dagli accenti e dalle
fisionomie dei compagni di classe
3
Ma cos erano tutti loro? Gli olandesi, sull argomento, erano
molto
chiari:
qualsiasi
madrelingua
parlassero
erano
irri-
mediabilmente inlanders una definizione che, come i nativi inglesi
e gli
indignes
francesi, portava con s un involontario e paradossale
carico semantico. In questa colonia, come in qualsiasi altra colonia,
significava
che
gli individui cui ci si riferiva
erano
inferiori e
appartenevano a
quei
luoghi
(come gli olandesi, che essendo
nativi dell Olanda, le appartenevano). Definendo i nativi come
inlanders
gli olandesi sottolineavano non solo la propria superiorit,
ma anche il proprio non appartenere a quei luoghi. l termine implica
va anche che, nella loro comune inferiorit, gli inlanders erano tutti
equamente
disprezzabili, a prescindere dal gruppo etnolinguistico o
dalla classe di appartenenza. Tuttavia anche questa miserabile parit
di condizione aveva un suo perimetro definito, in quanto spesso era
no gli stessi inlanders a chiedersi nativi di cosa? Se gli olandesi par
lavano a volte degli
inlanders
come di una categoria mondiale, 1 espe
rienza dimostrava che questa teoria era in realt piuttosto difficile da
sostenere nella pratica. Gli inlanders erano limitati all interno dei con
fini colorati della colonia, a ll esterno eran o nativi, indignes e
indios.
Inoltre,
la
terminologia ufficiale delle colonie includeva la
categoria dei
vreemde oosterlingen
(stranieri orientali), dal fesso suo
no di una moneta falsa - come
se
fossero nativi stranieri. Questi
stranieri orientali, soprattutto cinesi, arabi e giapponesi, anche se
vivevano nella colonia, godevano di u na condizione giuridico-politica
superiore a quella dei nativi del luogo. La debole Olanda, per di
pi, era talment e intimorita dalla forza economica e militare degli oli
garchi Meiji, da nominare, dal 1899, i giapponesi delle colonie euro
pei onorari. Da tutto ci, per una sorta di sedimentazione, gli
in-
landers
da cui erano d unqu e esclusi i bianchi, gli olandesi, i cinesi, gli
arabi, i giapponesi, i nativi, gli indignes e gli indios divennero una
categoria sempre pi specifica; finch, come larva uscita dal bozzolo,
essa si trasform nella farfalla chiamata Indonesia.
13Fino a 60 anni, Sukarno non videmail.Irian occidentale per cui pure lott
cos duramente. Qui, come nelle mappe delle scuole, possiamo vedere la fantasia
farsi realt. Cfr. Noli ed l Periquillo
~ a r n i e n t o
127
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1 1
.
f
I
i
;
tra altri volgari. Se i radicali del Mozambico parlano portoghese,
significa che questa lingua
il
medium con cui il Mozambico viene
immaginato e al tempo stesso si delimita rispetto a Tanzania e Zam
bia). Da questo
punto
di vista l'uso del portoghese in Mozambico
o
dell'inglese in India) non poi cos diverso dall'uso dell'inglese in
Australia o del portoghese in Brasile. La lingua non uno strumen
to di esclusine; chiunque, in linea di principio,
pu
imparare qual
siasi lingua. E
al
contrario fondamentalmente inclusivo, limitato sol
tanto dalla peculiare fatalit di Babele: nessuno pu vivere abba
stanza a lungo da imparare tutte le lingue. La lingua stampata ci
che crea il nazionalismo,
non una
particolare lingua di
per
s
39
.
L'unico
punto
interrogativo rimasto, circa l'uso del portoghese in
Mozambico o dell'inglese in India, se il sistema amministrativo e
quello scolastico, in particolare
il
secondo, possano portare a una
sufficiente diffusione del bilinguismo. Trent'anni fa, quasi nessun
indonesiano parlava bahasa Indonesia come
propria
madrelingua;
ognuno aveva la propri a lingua etnica, e solo alcuni, in particolare
i membri del movimento nazionalista, erano in grado di parlare
anche
Bahasa Indonesia/Dienstmaleisch. Oggi l indonesiano
la
madrelingua di milioni di giovani indonesiani, tutti con diverse ori
gini etnolinguistiche.
Non ancora certo se tra trent'anni avremo una generazione
di abitanti del Mozambico che parlino esclusivamente portoghese
mozambicano, ma che questo
awenga non
, a fine '900,
una
con
dizione indispensabile perch vi sia un sentimento di solidariet
nazionale. n primo luogo, i progressi tecnologici nelle comuni
cazioni, soprattutto radio e
tv,
offrono alla stampa alleati impensabi
li
un secolo
fa.
La trasmissione in lingue diverse pu evocare l'idea
39La
testimonianza di Marr sullo sviluppo delle lingue nell'Indocina orientale
decisamente interessante. Egli
fa
notare che gi intorno al 1910 la maggior
parte dei vietnamiti istruiti consideravano
il
cinese o
il
francese dei modelli di
comunicazione superiore . Vietnamese
Tradition, p. 137). Dopo
l
1920,
comunque, e in parte a causa della spinta dello stato verso l'uso dell'alfabeto
fonetico quoc ngu le cose cambiarono rapidamente. Per allora era cresciuta la
convinzione che
il
vietnamita parlato fosse un componente importante, e forse
essenziale
sic]
dell'identit nazionale. Perfino intellettuali pi a loro agio con il
francese che con la loro madrelingua cominciarono
ad
apprezzare il significato
del fatto che almeno 1'85 dei loro connazionali parlava la stessa lingua (p.
138). Erano ormai ben consci del ruolo svolto dall'alfabetizzazione di massa nel
favorire
gli
stati-nazione
d Europa
e Giappone.
Eppure
Marr sottolinea che
per
un lungo periodo
non vi fu
una chiara correlazione tra scelta di lingua e rivendi
cazioni politiche: Sostenere
la
madrelingua vietnamita
non
era patriottico, n
promuovere il francese era considerato collaborazionista. (p. 150).
138
di una comunit immaginaria anche tra analfabeti e tra popolazioni
con madrelingue differenti. (C' una similitudine con la rappresen
tazione del Cristianesimo medioevale tramite immagini sacre e lette
rati bilingui).
n
secondo luogo, i nazionalismi del '900 hanno, come
ho
pi volte ripetuto,
un
carattere profondamente modulare. Posso
no rifarsi a pi di un secolo e mezzo di esperienza e a tre modelli
diversi di nazionalismo. I leader nazionalisti possono organizzare i
sistemi scolastici civili e militari su quelli dell'ufficial-nazionalismo;
possono modellare le elezioni, le organizzazioni dei partiti e le cele
brazioni culturali su quelle del nazionalismo popolare dell'Europa
dell'800; possono infine sfruttare l'idea del repubblicanesimo nata
nelle Americhe. L'idea stessa di nazione ormai fermamente ra
dicata in tutte le lingue scritte ed virtualmente inseparabile dalla
coscienza politica.
n
un
mondo
in cui lo stato nazionale rappresenta la norma
imperante, tutto ci fa pensare che le nazioni possano oggi essere
immaginate senza una comunanza linguistica, non nell'ingenuo spi
rito di nosotros los Americanos ma nella generale consapevolezza di
quel che la storia ha dimostrato essere possibile
40
.
Sembra appro
priato, in tale contesto, concludere questo capitolo tornando
all'Europa e
prendendo
in considerazione brevemente quelle nazio
ni la cui diversit linguistica stata spesso usata come uno strumen
to
per
colpire le teorie del nazionalismo basate sulla lingua.
Nel
1891, in occasione del seicentesimo anniversario della
Confederazione di Schwyz, Obwalden e Nidwalden, lo stato svizze
ro decret
che
il 1291 era la data
di
fondazione
della
Svizzera
41
.
Tale decisione, che aveva aspettato 600 anni prima di
essere presa, presenta aspetti divergenti e gi da sola suggerisce che
la modernit, pi che l'antichit, caratterizza
il
nazionalismo svizze
ro. Hughes arriva ad affermare che le festivit del 1891 segnano la
nascita di questo nazionalismo,
commentando
che nella
prima
met dell'800
..
, la questione della nazionalit venne sentita molto
poco dalla classe borghese colta:
Mme
de
Stad
(1766-1817), Fuseli
(1741-1825), Angelica Kauffmann (1741-1807), Sismondi (1773-
40Ho
scritto possono perch esiste ovviamente una miriade di casi in cui
tale possibilit stata,
ed
, rifiutata. In tali casi, ad esempio
il
Vecchio Pakistan,
la spiegazione
non
sta nel pluralismo etno-culturale,
bens
nell'impossibilit
d'intrap rendere pellegrinaggi.
41CImIsToPHER HUGHES,
Switzerland
p. 107. Questa eccellente opera,
per
cui
Seton-Watson esprime la sua giusta ammirazione, alla base della trattazione che
segue.
139
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l l i
i l l i
i l
1842), Benjamin Constant (1767-1830), sono tutti svizzeri?42 Se la
risposta implicita no, ci
dipende
dal fatto che,
nell Europa
attorno alla Svizzera, la prim a met dell'800 vide la nascita di movi
menti nazionalisti in cui le classi borghesi colte (filologi capitali
sti) giocarono un ruolo decisivo. Perch allora
il
nazionalismo
si
dif
fuse cos tardi in Svizzera, e quali conseguenze
ebbe
questo ritardo
per
la sua forma finale
Si
pensi in particolare all' odierna moltepli
cit di lingue nazionali svizzere)?
Alcune delle risposte
si
trovano nella giovinezza dello stato
sviz-
zero, la cui storia, come Hughes osserva seccamente, difficile da
tracciare prima del 1813-15, senza l'aiuto di qualche menzogna43.
Hughes
ci
ricorda che la prima vera cittadinanza svizzera - con
l'introduzione del suffragio diretto (maschile) e la fine dei dazi inter
ni e delle aree doganali -
fu
un tragua rdo che la Repubblica Elvetica
raggiunse forzatamente grazie all'occupazione francese del 1798. Solo
nel
1803
lo stato incluse un significativo numero di abitanti di lingua
italiana, con l'acquisizione del Ticino. Solo nel 1815 ottenne le popo
lose zone di lingua francese di Valais, Ginevra e Neuchatel
da una
vendicativa Santa Alleanza anti-francese, in cambio della neutralit e
di una costituzione altamente conservatrice. In effetti, l'odierna Sviz-
zera poliglotta un prodotto del primo '800
5
.
Un secondo fattore
fu
l'arretratezza del paese che, combinata
con una topografia proibitiva e con la mancanza di risorse, imped
l'assorbimento da parte di vicini ben pi potenti. Oggi pu essere
difficile ricordare che fino alla seconda guerra mondia le la Svizzera
era una nazione povera, con un tenore di vita pari a circa la met di
quello inglese, e soprattutto una nazione profondamente rurale. Nel
1850, solo il 6 della popolazione viveva in aree vagamente urba
nizzate, e nel 1920 la percentuale era salita solo
al
27,6%46.
Per
tut-
42Ibidem
p.
218.
Le date sono interpolate d a me.
43
Ibid.
,
p. 85.
440ltre a Aargau, St. Gallen e Grisons. Quest'ultimo
di particolare interes
se, perch oggi l'ultimo luogo in cui sopravvive il romancio, la pi svizzera del
le lingue parlate nel paese, status che ottenne peraltro solo nel 1937
Ibid.
pp.
59 e 85.
45Possiamo notare en passant che Madame de Stael fece appena a tempo a
ve-
derla prima di morire. La sua famiglia, come quella dei Sismondi, veniva da Gi
nevra, fino
al 1815
uno staterello indipendente
al
di fuori della Svizzera.
Non
stupisce
dunque
che la nazionalit svizzera si avvolgesse molto leggera sulle loro
spalle.
46Ibid. pp. 173 e
274.
Qualsiasi ceto medio colto ottocentesco doveva
per
forza essere davvero piccolo.
14
to 1'800, quindi, la maggior parte della popolazione era costituita
da
un blocco contadino statico (eccetto la secolare esportazione di gio
vani coraggiosi come mercenari e guardie papaline). L'arretratezza
della nazione
non
era semplicemente economica,
ma
anche cultura
le e politica. La Vecchia Svizzera, l'area cio che rest immutata
tra
il
1515 e il 1803 , e i cui abitanti parlavano vari dialetti germanici,
era governata da
una
larga coalizione di oligarchie aristocratiche
cantonali.
il
segreto della lunga durata della Confederazione fu la
sua doppia natura. Contro i nemici esterni, essa produsse una suffi
ciente
unit
di popolo.
Contro
le rivolte interne,
una
sufficiente
unit delle oligarchie. Se i contadini si ribellavano, come in effetti
fecero circa tre volte a secolo, le divergenze venivano messe da par
te, e i governi degli altri cantoni offrivano la loro assistenza, median
do spesso, ma non sempre, a favore dei loro consimili 0Iigarchi47.
Tranne
che per
l'assenza di istituzioni monarchiche,
il
quadro
simile a quello dei numerosi piccoli principati del Sacro Romano
Impero, di cui il Liechtenstein, al confine orientale della Svizzera,
solo l'ultima, curiosa reliquia
s
.
Fa pensare
il
fatto che, ancora nel 1848, quasi
due
generazioni
dopo
la nascita dello stato svizzero, le antiche spaccature religiose
fossero
ben pi
drammatiche di quelle linguistiche.
In
territori
dichiaratamente cattolici, il protestantesimo era proibito e in quelli
protestanti il cattolicesimo era illegale; e queste leggi venivano appli
cate rigorosamente. (La lingua era questione di scelta personale e
convenienza). Solo dopo il 1848, con le ripercussioni dei fermenti
rivoluzionari che attraversarono tutta l Europa e con la diffusione
generale di movimenti nazionali che prendevano ispirazione dalle
diversit linguistiche, la lingua pre se
il
posto della religione, e
il
pae
se
fin suddiviso in inalterabili zone linguistiche. (La religione diven
ne cos una questione di scelta personale)49.
Infine, la persistenza - in
un
paese cos piccolo - di
una
gran
variet di dialetti germanici, spesso reciprocamente in ntelligibili,
suggerisce che in gran parte della societ contadina svizzera arrivas
sero assai tardi il capitalismo-a-stampa e la
moderna
istruzione
standardizzata. La
Hochsprache
(tedesco scritto)
ha
avuto, fino a
poco tempo fa, la stessa funzione di lingua di stato dell'
irarisch
deut-
sch
e del dienstmaleisch. Inoltre Hughes fa notare che oggi i pi alti
47Ibid.
p.
86.
Corsivo mio.
48L'assenza di monarchie caratterizzava anche la Lega anseatica, una coalizio
ne politica aperta che sarebbe difficile definire uno stato o un a nazione.
49Ibid. p. 274.
141
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1
li
i
funzionari sono tenuti a padroneggiare
per
il loro ufficio almeno
due delle lingue federali, restando implicito che non
ci si
aspetta la
stessa competenza dai loro subordinati. Una simile affermazione
contenuta indirettamente nelle Direttive federali del 1950, in cui si
sottolinea che gli svizzeri tedeschi
istruiti
sono certamente in grado
di lavorare in francese, cos come gli svizzeri italiani
istruiti5o.
Ci
troviamo di fronte, in effetti, a una situazione simile a quella del
Mozambico; una classe politica bilingue posta al di sopra di una
variet di
popolazioni
monolingue,
con
una
sola differenza: la
seconda lingua in questo caso quella di un potente vicino invece
che di un dominatore coloniale.
E per,
di fronte al fatto che nel 1910 quasi il
73
della
popolazione parlava come lingua madre il tedesco,
il
22
il
france
se, il 4 l Ital iano e
l'l
il romancio (queste proporzioni sono
mutate poco nei decenni successivi), stupisce forse che nella secon
da met dell 800 (l epoca dell ufficial-nazionalismo) non
si
sia tenta
ta una germanizzazione. Fino
al
1914, vi furono certamente forti
sentimenti filo-tedeschi. I confini tra Germania e Svizzera tedesca
giunsero a essere piuttosto vaghi. Gli scambi e gli investimenti, svi-
1uppati sia da aristocratici, sia da professionisti, divennero sempre
pi frequenti da ambo le parti. La Svizzera confinava per con altre
due potenze europee, Francia e Italia, ed erano evidenti i rischi poli
tici di una germanizzazione. La parit legale tra tedeschi, francesi e
italiani era l altra faccia della medaglia della neutral it svizzera
51
.
Tutto ci dimostra che il nazionalismo svizzero
pu
essere
capito meglio se lo
si
considera all interno dell ultima ondata. Se
Hughes ha ragione nel datare la sua nascita nel 1891, esso pi vec
chio di poco pi di dieci anni dei nazionalismi birmano o indonesia
no.
In
altre parole,
il
nazionalismo svizzero
si
svilupp in un perio
do della storia mondiale in cui la nazione stava diventando la norma
internazionale, e in cui era possibile modellare la nazion-it in modi
ben pi complessi che in precedenza.
Se
la politica conservatrice e
la struttura socio-economica arretrata della Svizzera rinviarono la
nascita del nazionalism0
52
, il fatto che le sue istituzioni politiche
premoderne furono non-dinastiche e non-monarchiche contribu a
50Ibid.
pp.
59-60,
Corsivo mio.
51L aggiunta del romancio nel 1937 non riusc a mascherare il calcolo iniziale.
52Anche la struttura sociale dell Ungheria era arretrata, ma l aristocrazia ma-
giara viveva in
un enorme
impero dinastico multietnico, in cui il suo gruppo
linguistico di riferimento era soltanto una minoranza, anche se importante. La
piccola e repubblicana oligarchia aristocratica svizzera
non
venne mai minacciata
allo stesso modo.
142
prevenire gli eccessi dell ufficial-nazionalismo
(Si
confronti questo
con
il
caso del Siam, discusso nel capitolo 6). Infine, come nel caso
dell Asia sud-orientale, 1 apparire del nazionalismo svizzero all alba
della rivoluzione delle comunicazioni del 900 rese possibile e prati
co rappresentare la comunit immaginata in modi che
non
ri
chiedevano un uniformit linguistica.
In
conclusione,
forse utile ribadire il tema principale di questo
capitolo.
L
ultima ondata dei nazionalismi, la maggioranza dei
quali
si
abbatt nei territori coloniali d Africa e d Asia, fu in origine
una risposta ai nuovi modelli d imperialismo globale resi possibili
dalle realizzazioni del capitalismo industriale. Come la mette Marx
nel suo
modo
inimitabile, il bisogno di mercati in costante es
pansione per i p ropri p rodotti perseguita la borghesia in ogni ango
lo del mondo53.
l
capitalismo per contribu - se non altro grazie
alla sua diffusione della stampa - a creare in tutta
Europa
nazionali
smi popolari e basati sulla lingua; e questi, a diversi livelli, minarono
gli antichi princpi dinastici e spinsero ad autonaturalizzarsi ogni
dinastia in g rado di farlo. L ufficial-nazionalismo, punto di fusione
dei nuovi princpi nazionali e degli antichi princpi dinastici (l impe
ro
britannico ,
port a sua volta a quella che potrem o chiamare,
per
convenienza, russificazione nelle colonie extra-europee. Questa
tendenza ideologica
si
fondeva bene con varie esigenze pratiche. Gli
imperi del tardo 800 erano troppo grandi e estesi
per
essere gover
nati da un piccolo gruppo di cittadini della madrepatria.
Per
di pi,
in tandem col capitalismo, lo stato stava rapidamente moltiplicando
le sue funzioni, sia nella madrepatria che nelle colonie. Queste for
ze,
combinate, generarono un sistema scolastico russificante, con
cepito in parte
per
produrre gli organici inferiori delle burocrazie
statali
ed
imprenditoriali. Questi sistemi scolastici, centralizzati e
standardizzati, crearono nuovi pellegrinaggi che avevano le loro
Rome nelle varie capitali coloniali, in quanto le nazioni nascoste nel
cuore degli imperi non avrebbero permesso ulteriori avanzamenti di
grado. Spesso, ma non sempre, paralleli a questi pellegrinaggi edu
cativi, se ne percorrevano altri nella sfera amministrativa. L inter
connessione tra pellegrinaggi educativi e amministrativi offriva la
base territoriale
per
nuove comunit immaginate in cui i nativi
potevano avere una visione di s come membri di una nazione.
53MARX e ENGELS,
l
Manifesto del partito comunista, p.
37.
Chi se non Marx
avrebbe definito questa classe che stava trasformando
il mondo
come perseguita-
ta?
143
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34/60
l
Y fuera mas brillante, mas fresca, mas florida,
T ambin
por
ti la diera, la diera por tu
bien
12. Entonces
nada
importa me pongas en olvido:
Tu
atmosfera, tu espacio, tus valles cuzar;
Vibrante y limpia nota ser par tu oido;
Aroma, luz, colores, rumor, canto, gemido,
Constante repitiendo la esencia
de
mi
fe
13. Mi Patria idolatrada, dolor de mis dolores,
Querida
Filipinas, oye el
postrer
adios.
Ahi, te dejo todo: mis padres, mis amores.
Voy
donde
mo hay esclavos, verdugos ni opresores;
Donde
la fe
no
mata,
donde
el
que
reine es Dios.
14.
Adios,
padres
y hermanos, trozos
de
alma mia,
Amigos
de
la infancia, en el
perdido
hogar;
Dad gracias, que descanso del fatigoso dia;
Adios, dulce extranjera, mi amiga, mi alegrla;
Adios, queridos sres. Morir es descansar
3
.
3Ecco
la
traduzione:
1 Addio, Patria adorata, regione dal sole amata,
Perla del mar d'Oriente, nostro eden perduto
Darti voglio, allegro,
la
triste vana vita;
Fosse pi brillante, pi fresca, pi ricca,
Ancora te la darei,
la
darei per l tuo bene
12 Non importa dunque che tu mi metta nell'oblio:
se
posso attraversare il tuo spazio, le tue valli, la tua aria;
Essere una nota vibrante e pura da te udita;
Essere aroma, luce, colori, rumore, canto e gemito;
Sempre ripetendo l'essenza della
mia
fede.
13
Mia Patria idolatrata, dolore dei miei dolori,
Amate Filippine, ascolta l'estremo saluto.
Ti lascio tutto: i miei padri, i miei amori.
Vado dove non
ci
sono schiavi n aguzzini n oppressori,
Dove
la
fede non uccide, dove a regnare Dio.
14 Addio, padri e fratelli, parti dell'anima mia,
Amici dell'infanzia, nel perso focolare;
Grazie, ch requie trovo al mio viver faticoso;
Addio, dolce straniera, mia amica, mia allegria;
Addio, esseri amati. Morire riposare.
Jaime
C
de Veyra,
l
Ultimo Adi6s
e
Rizal: estudio critico-expositivo, pp.
89-90 e 101-2.
146
Si
noti che non solo la nazionalit dei tiranni non viene menzio
nata,
ma
1'appassionato patriottismo di Rizal viene espresso nella
loro stessa lingua
4
Possiamo scoprire qualcosa sulla natura di quest'amore poli
tico dal modo in cui le lingue stesse descrivono l propri o oggetto:
sia dai vocaboli riferiti alla parentela
motherland, Vaterland,
patria),
che da quelli riferiti alla terra natale heimat, o tanah air, terra e aria,
la frase con cui gli indonesiani chiamano l proprio arcipelago nata
le). Entrambe le espressioni denotano qualcosa a cui
si
natural
mente legati. Come gi detto, in tutto ci che naturale c' sem
pre qualcosa che trascende la nostra facolt di scegliere. Cos, la
nazionalit risulta sempre legata al colore della pelle, al sesso, alle
parentele e
al
periodo della nascita, tutte cose, cio, che
non
dipen
dono da noi. In questi legami naturali s'intravede quella che pu
essere definita la bellezza della Gemeinschaft. In altre parole, pro
prio perch non possono essere scelti, questi legami suscitano attor
no
a s un alone di disinteresse.
Mentre vero che negli ultimi due decenni molto stato scrit
to sulla famiglia come articolata struttura di potere, questa visione
per del tutto estranea alla stragrande maggioranza dell'umanit. Al
contrario, la famiglia tradizionalmente concepita come
l
regno
dell'amore disinteressato e della solidariet. Allo stesso modo, lad
dove gli storici, i diplomatici, i politici e i sociologi sono perfetta
mente a loro agio con l'idea di interesse nazionale, per la maggior
parte
della gente comune di qualsiasi classe sociale l'aspetto fon
damentale della nazione che
non
suscita interessi. Proprio
per
questa ragione, pu pretendere sacrifici.
Come abbiamo gi fatto notare, le grandi guerre di questo
secolo sono straordinarie non tanto perch hanno permesso
all'uomo di uccidere su una scala senza precedenti, quanto per
l
colossale numero di individui pronti a sacrificare le proprie vite.
Non forse vero che il numero degli uccisi ha superato di gran lun
ga quello degli uccisori? Quest'idea di ultimo sacrificio
pu
deri
vare soltanto
da un idea
di purezza, attraverso il
concetto
di
destino
Morire
per
la propria patria, che di solito
non
abbiamo scelto,
assume
un
valore decisamente maggiore che morire
per l
Partito
laburista, per 1'Associazione medica americana o persino
per
Am-
4Venne comunque tradotto rapidamente in tagalog dal grande rivoluzionario
filippino Andrs Bonifacio. La sua versione viene presentata in ibid., pp. 107-
109.
147
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i;:
f
l
I
l
li
l
iL
l
l
I
nesty international, perch queste sono associazioni cui ci
si pu
iscrivere o che si possono abbandonare a proprio piacimento. Mori
re
per
la rivoluzione, inoltre, acquista maggior valore se
visto come
un atto essenzialmente puro.
Se
la gente avesse immaginato
il
pro
letariato puramente come un gruppo alla frenetica ricerca di frigori
feri, di vacanze o di potere, Cluanti, inclusi i proletari, a vrebbero
desiderato morire
per
esso?5) E ironico che, nella misura in cui le
interpretazioni marxiste della storia sono sentite (pi che capite)
come rappresentazioni di un ineluttabile determinismo, esse acqui
stino un aura di disinteresse e di purezza.
A questo punto, di nuovo,
utile guardare alla lingua.
Una
delle prime cose che risultano evidenti,
la primordialit delle lin
gue anche di quelle conosciute come moderne. Nessuno pu stabi
lire la data di nascita di una lingua.
Si
stagliano tutte su
un
passato
senza orizzonti. (Poich l homo
sapiens
anche homo dicens,
difficilmente immaginabile
un
origine della lingua pi recente di
quella della specie). Nelle societ contemporanee, pi di ogni altra
cosa, le lingue sembrano
dunque
affondare le proprie radici. Allo
stesso tempo, niente
ci
lega affettivamente alla morte pi della lin
gua. Se un italiano sente l espressione Terra alla terra, ceneri alle
ceneri, polvere alla polvere, prova una spettrale sensazione di
simultaneit attraverso
un
tempo vuoto e omogeneo.
li
peso di que
ste parole deriva
non
solo dal loro solenne significato, ma anche da
una specie di italianit ancestrale.
In secondo luogo, esiste un particolare genere di comunit
contemporanea che
pu
essere suggerita solo dalla lingua, soprat
tutto nella forma di poesie e canzoni. Prendete, ad esempio, gli inni
nazionali cantati nelle festivit nazionali. Non importa quanto banali
siano le parole e mediocre la musica, in queste canzoni si prova
sempre
una sensazione di simultaneit. Nello
stesso
identico
momento, individui completamente estranei
tra
loro uniscono le
stesse parole alla stessa melodia. L immagine: totale consonanza.
Cantare
la
Marsigliese, Waltzing Matilda o Indonesia Raya offre
un
occasione di consonanza, di
una
realizzazione fisica echeggiata
della
comunit
immaginata (cos
come
avviene nell ascoltare, e
magari ripetere a bassa voce, la lettura di
una
poesia cerimoniale,
come ad esempio brani del Libro della Preghiera Comune . Come
5Questa formulazione non significa necessariamente che i movimenti ri
voluzionari non perseguano obiettivi materiali. Tali obiettivi sono per visti non
come beni materiali da ammassare, ma come condizioni necessarie per
il
bonheur
generale di Rousseau.
148
sembra altruista questa consonanza l Se
pure
siamo consapevoli che
altri stanno cantando queste canzoni esattamente quando e come le
cantiamo noi,
non
abbiamo per idea di chi essi siano, n dove, fuo
ri portata d orecchio, essi si trovino. Niente ci connette pi tranne il
suono immaginato.
Ma a questi cori
ci si pu
associare nel tempo. Se io sono let
tone, mia figlia potrebbe essere australiana.
li
figlio di un immigrante
italiano a N ew York, trover antenat i tra i Padri Pellegrini. Se
la
nazionalit ha intorno a
s
un aura di fatalit,
comunque una fata
lit immersa nella storia. Esemplare in questo senso 1 editto con cui
J
os de San Martin battezzava gli indios di lingua quechua come
peruviani, un atto che rivela affinit con
una
conversione religiosa,
in quanto mostra che il concetto di nazione
basato sulla lingua, non
sul sangue, e che chiunque
pu
essere invitato nella comunit
immaginata. Di conseguenza, anche le nazioni di vedute pi strette,
accettano oggi
il
principio della
naturalizzazione
(parola meraviglio
sal), a prescindere da quanto difficile sia poi a metterlo in pratica.
Vista sia come una fatalit
storica
che come
una
comunit im
maginata attraverso la lingua, la nazione si presenta simultaneamen
te aperta e chiusa. Questo paradosso
bene illustrato dai diversi rit
mi dei seguenti brani che trattano della morte di
J hn
Moore nella
battaglia della
Coruna
6
:
1.
Not
a drum was heard, not a funerai note,
As his corse to the rampart we hurried;
Not a soidier discharged his farewell shot
O
er the grave where
our
hero we buried.
2.
We
buried him darkIy at dead
of
night,
The sods with
our
bayonets turning;
By the struggling moonbeams misty Iight,
And the Iantern dimIy burning
3. No useless coffin enclosed his breast,
Not
in sheet or in shroud we
wound
him;
But he Iay Iike a warrior taking his rest,
With his martiai cloak around him ..
5. We
thought,
as
we hollowed his narrow bed,
And smoothed down his Ionely pillow,
That
the foe
and
the stranger would tread
o
er his head
And we far away on the billow ..
6The Burial of Sir John Moore, in The Poems
0/
Charles Wolfe, pp. 1-2.
149
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I
I
I
l
I
I
1
8. Slowly
and sadly
we laid him down.
From
the field
of his
fame
fresh and
gory;
We
carved
not aline, and
we
raised not
astone -
But
we
left
him alone
with
his glory "
Queste poche righe celebrano una memoria eroica con una bellezza
inseparabile dalla lingua inglese; u na bellezza impossibile
da
tradur
re e che
pu
essere apprezzata solo
da
chi in grado di parlare e
leggere correttamente l'inglese. Eppure sia Moore, sia l'autore del
suo elogio
funebre erano
irlandesi. E
non c
ragione
per
cui i
discendenti francesi o spagnoli dei nemici di Moore
non
possano
apprezzare appieno la risonanza del poema: l'inglese, come ogni
altra lingua, sempre aperto a ricevere
nuovi
individui
che
lo
vogliano parlare, ascoltare o leggere.
Anche
se
ogni lingua assimilabile,
per
padroneggiarla
una
persona deve investire una porzione di vita; ogni nuova conquista
si
soppesa contro 1'abbreviarsi dei giorni. A limitare l'accesso alle lin
gue' non la loro imperviet, ma la nostra mortalit,
ed questa la
causa di un certa privacy di ogni lingua.
Per
anni gli imperialisti
francesi e americani hanno governato, sfruttato e ucciso i vietnamiti.
[1. Non
un tamburo
si ud, n
una nota funebre
mentre
la sua spoglia al
bastione
affrettavamo;
n
un
soldato
scaric la sua salve d addio
sulla tomba dove il nostro eroe seppellimmo.
2.
All'oscuro lo
interrammo
al
morire
della notte,
le zolle
con
le nostre baionette rivoltando
nel vago lucore dei raggi di luna
e l ardere fioco della lanterna.
3.
Nessuna
vana bara circond il suo petto
n
lo rinchiudemmo in lenzuola o sudario.
Ma giace, nel riposo del guerriero,
avvolto nel suo
manto
marziale ..
5. Pensavamo, scavando il suo stretto giaciglio,
e lisciando
il
suo solitario guanciale,
che
sopra
la sua testa
il
nemico, lo straniero
avrebbe
camminato
e noi lontanissimi sui flutti ..
8. Piano, con mestizia lo calammo gi
dal
campo
del suo onore cos fresco e cruento;
non incidemmo
una
riga, non erigemmo
una
lapide
ma solo lo lasciammo con la sua gloria
Per
restare fedeli allo
spirito
di questa pagina di
Anderson,
non avremmo
dovuto
tradurre questi versi,
come
il
lettore
capir dalle righe seguenti. Ma per
comodit... Nota del curatore]
150
Qualsiasi altra cosa si siano portati via, la lingua vietnamita rima
sta. Di qui, fin troppo spesso, una rabbia per l' imperscrutabilit
vietnamita, e quella disperazione oscura che genera
il
gergo veleno
so tipico dei colonialismi morenti: muso giallo, raton
,
e cos
via
7
(Alla lunga, le uniche risposte alla grande privacy delle lingue
degli oppressi sono
una
ritirata o ancora un massacro).
Questi epiteti sono, nella loro forma interna, tipicamente raz
zisti, e decifrare questa forma servir a mostrare perch Nairn sba
glia quando afferma che razzismo e antisemitismo derivano dal
nazionalismo e, quindi, che analizzato con sufficiente profondit, il
fascismo ci
pu
dire di pi intorno al nazionalismo di qualsiasi altro
fenomeno storico8. Un'espressione come occhi a mandorla, ad
esempio, non esprime
una
semplice ostilit politica; riducendo
l'avversario alla sua fisionomia biologica, mira a sradicare il senti
mento nazionale
9
Cancella, sostituendolo, la parola vietnamita,
cos come raton cancella, sostituendolo, algerino. Contempora
neamente, getta vietnamita nello stesso calderone senza nome in
cui sono stati buttati coreano, cinese, filippino, e cos
via. l
carattere di un tale vocabolario
pu
diventare ancora pi evidente
se paragonato ad altri termini in uso nel periodo della guerra del
Vietnam, come Charlie e V.C., o ad altri, meno recenti, come
Crucchi, Huns, Japs (per i giapponesi) e Mangiarane (per
i francesi), ciascuno applicato a
un
specifica nazionalit, e che
quindi, nonostante l'odio, riconosce all' avversario
il
suo appartenere
a una societ di nazioni10.
l
fatto che
il
nazionalismo pensa
in
termini di destini storici,
mentre
l razzismo
sogna di
contaminazioni
eterne, trasmesse
dall' alba dei temp i attraverso una sequenza senza fine di copulazio
ni ripugnanti: fuori dalla storia. I negri saranno, per
il
loro sangue,
n
ragionamento
il seguente: 1.
lo
sar morto
prima
di averli capiti. 2.
nmio
potere tale
che loro
hanno
dovuto imparare
la mia lingua. 3. Questo significa
per
che la mia privacy stata violata. Chiamarli musi gialli
una
piccola ven
detta.
The Break-up ofBrita in pp. 337 e 347.
9Notate che non esiste un
contrario
di occhi a mandorla. Occhi
tondi?
Dritti? Ovali?
IONon solo, in realt, in un era precedente. Eppure aleggia
un certo
odore di
robivecchi in queste parole di Debray: Non posso concepire nessuna speranza
per un Europa
tranne
che sotto l'egemonia di
una
Francia rivoluzionaria, alzan
do
con
decisione la
bandiera dell indipendenza.
A volte mi
chiedo
se tutta la
mitologia anti-crucchi e
il nostro
secolare antagonismo con la
Germania non
saranno un
giorno indispensabili
per
salvare la rivoluzione, o persino la
nostra
tradizione nazional-democratica. Marxism
and
the National Question. p. 41.
151
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37/60
J
,
sempre e solo negri; gli ebrei, figli di Abramo, sempre e solo ebrei, a
prescindere dal loro passaporto o dalla lingua che leggono o scrivo
no. (Cos, per i nazisti, l ebreo tedesco era sempre un impostore
.
I sogni del razzismo hanno origine in ideologie di
classe,
pi
che in quelle di nazione; soprattutto nei proclami di divinit da parte
dei governanti,
per
il loro sangue blu o bianco e di genealogia
tra le aristocrazie
12
. Non sorprende che il padre putativo del moder
no
razzismo
sia
non un nazionalista piccolo-borghese, bens Joseph
Arthur, conte di Gobineau
13
. N
che, nel complesso, razzismo e anti
semitismo si manifestino
non tra
i diversi confini nazionali,
ma
all'interno di essi. In altre parole, non sono giustificazioni per guerre
tra stati, ma
per la repressione interna e il dominio autoritario
14
.
Fuori dall'Europa, nell'800, l dove
si
svilupp maggiormente,
il razzismo fu sempre associato
al
dominio europeo, e per due motivi
principali. T primo, e il pi importante, fu la nascita degli ufficial-na
zionalismi e dei processi di russificazione coloniale. Come gi
sottolineato, l'ufficial-nazionalismo rappresenta in genere la risposta
di monarchie e gruppi aristocratici minacciati (le classi sociali
pi
alte) al nazionalismo popola re di lingua volgare. T razzismo coloniale
era un elemento fondamentale di quel concetto di impero che cer
cava di saldare la legittimit dinastica e la comuni t nazionale. Ci riu
sc generalizzando un principio di superiorit innata
ed
ereditata, su
cui la propria esistenza era (anche
se
in modo non esattamente soli-
l Il vero significato dell'apparire del sionismo e della nascita d'Israele che
il
primo segna il reimmaginare un antica comunit religiosa come una nazione
tra le nazioni,
mentre l
seconda veicola
una
trasformazione alchemica da erra
bondo
credente
a patriot a locale.
12Da parte
dell aristocrazia terriera vennero concetti quali
un innata su
periorit della classe dirigente e
una
certa sensitivit agli status, tratti importanti
fino
al
ventesimo secolo.
Nutriti da
nuove fonti, questi concetti
poterono
poi
essere volgarizzati e proposti
ai
tedeschi come dottrine di superiorit razziale.
BARRINGTON MOORE,]r. ,
Social Origins ofDictatorship and Democracy, p. 436.
13Le
date della vita di Gobineau sono perfette. Nasce nel 1816, due anni dopo
la restaurazione dei
Borboni al trono
francese.
La
sua carriera diplomatica, 1848-
1877, fiorisce sotto
il
Secondo
Impero
di Luigi
Napoleone
e
il
regime reazionario
monarchico di Marie
Edm
Patrice Maurice,
conte
di MacMahon, gi proconso
le imperialista ad Algeri. Il
suo Essai sur l ingalit des races humaines
viene
pubblicato nel 1854
(c
forse bisogno di dire che fu in risposta alle insurrezioni
popolari volgar-nazionaliste del 1848?).
14Il
razzismo sudafricano, negli anni di Vorster e Botha, non ha mai impedito
relazioni amichevoli (sempre piuttosto discrete, comunque) con importanti
uomini politici neri di alcuni stati
indipendenti
africani.
Anche
se in Russia gli
ebrei subivano discriminazioni,
questo non imped
a Breznev e a Kissinger di
avere
rapporti
lavorativi rispettabili.
152
do) basata, sulla vastit dei domini oltremare, suggerendo nascosta
mente (o anche pi apertamente) l'idea che se, a esempio, i
lord
inglesi erano superiori agli altri inglesi, questi ultimi erano comunque
superiori ai nativi soggiogati. Si tentati addirittura di affermare che
l'esistenza degli ultimi imperi coloniali sia anche servita a sostenere i
bastioni dell' aristocrazia europea, rappresentando su un piano globa
le e moderno antiche concezioni del potere e del privilegio.
Lo pot fare, e qui arriviamo alla seconda ragione, perch
l'impero coloniale, con il suo apparato burocratico in rapida espan
sione e la sua politica russificante, permetteva di giocare
ai
nobili
a un gran numero di medi e piccoli borghesi in trasferta, cio ovun
que nell'impero tranne che in patria. In
qualsiasi colonia
si pu
tro
vare questo tragico e divertente tableau vivant: il gentiluomo bor
ghese che parla di poesia su uno sfondo di residenze spaziose e giar
dini pieni di mimosa e bougainvillea, e una variopinta compagnia di
maggiordomi, cameriere, giardinieri, cuochi, domestiche, tate,
lavandaie, e soprattutto, cavalli
15
.
Anche chi
non
riusciva a condur
re questo stile di vita, come ad esempio i giovani scapoli, veniva
comunque considerato come
un
nobile francese alla vigilia di una
jacquerie
In Moulmein, nella bassa Birmania [questa oscura cittadina meri-
ta una
spiegazione
per
i
lettori del vecchio continente],
io
ero
odiato da un vasto numero di
persone;
l unica volta
in vita
mia
che
sono stato
cos
importante per giustificare una
cosa simile.
Ero uno
degli ufficiali
di polizia della citt.
Questa
descrizione in
uno
stile
che potremmo
definire gotico
tropicale, era resa possibile dall'immenso potere che il capitalismo
aveva dato alle metropoli; un potere talmente grande da poter rima
nere dietro le quinte. Niente illustra cos' capitalismo in diligenza
feudal-aristocratica
quanto l importanza
delle milizie coloniali,
notoriamente distinte da quelle della madrepatria, a volte persino in
termini formali e istituzionali
17
.
In Europa
c'era dunque il primo
esercito, reclutato con la coscrizione di massa di cittadini nazio-
15per
una
splendida collezione
di
fotografie di questi tableaux vivants nelle
Indie Olandesi (e
per
un testo elegantemente ironico), vedi E. Breton
de
Nijs,
Tempo Doeloe.
16GEORGE ORWELL,
Shooting an Elephant, in The Orw ell Reader, p. 3. Le
parole tra parentesi sono ovviamente mie.
17Lo
Knil (Koninklijk Nederlandsch-Indisch Leger) era decisamente distinto
dallo Kl (Koninklijk Leger) in Olanda. Alla Legione straniera fu quasi da subito
proibito per
legge di
operare
nella Francia continentale.
153
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11
I
,;
nali; concepito ideologicamente come
il
difensore della patria; con
l uniforme di un pratico e funzionale kaki; dotato delle armi miglio
ri; in tempo di pace isolato in caserme e in guerra disposto in trincee
o
schierato dietro pesanti cannoni. Fuori dall'Europa c'era
il
secondo esercito, reclutato (a parte gli ufficiali) tra minoranze
religiose
o etniche
locali
su base mercenaria; concepito
ideologicamente come una forza di polizia interna; in alta uniforme
sia nelle stanze da letto sia nelle sale da ballo; armato con spade o
armi ormai obsolete. Se lo staff militare prussiano, senza dubbio il
pi ammirato in Europa, metteva 1 accento sull anonima solidariet
di un corpo di professionisti, sulla balistica, sulle ferrovie, sul livello
dell ingegneria e della pianificazione strategica, 1 esercito coloniale
teneva in considerazione sop rattutto la gloria, i gradi, l eroismo per
sonale, il gioco del polo e un arcaica cortesia tra i suoi ufficiali (e
poteva permetterselo proprio perch
il
primo esercito e la marina
vigilavano dietro le quinte). Questa mentalit sopravvisse
per
lungo
tempo. Nel Tonchino del 1894, Lyautey scrisse
18
:
Quel
dommage de n'tre pas venu ici dix
ans
plus
tt
Quelles
carrires
y fonder
et
y
mener.
Il n'y a pas ici
un
de ces petits
lieutenants,
chefs de poste
et
de
reconnaissance, qui
ne
dvelop-
pe en
six mois
plus
d'initiative, de
volont,
d'endurance,
de per-
sonnalit, qu'un
officier
de
France en toute sa carrire* .
Nel Tonchino del 1951, Jean de Lattre de Tassigny, che amava gli
ufficiali che combinavano il coraggio con lo stile, prese in immedia
ta simpatia 1 ardito cavalleggero il colonnello de Castries) con la sua
cappa e la sua sciarpa Spahi di colore rosso intenso, il suo magnifico
frustino e
la
sua combinazione di stile alla mano e aspetto
ducale,
che lo resero irresistibile
per
le donne nell Indocina degli anni 50
come lo era stato per le parigine degli anni 3019.
18Lettres du Tonkin et de Madagascar
(1894-1899), p. 84. Lettera
del
22
dicembre 1894, da Hanoi. Corsivo mio.
*[ Che
peccato non
essere
venuto
qui
dieci anni
prima
Quali carriere
intraprendervi e percorrere. Non c uno di questi tenentini, a capo di avamposti
e postazioni che
non
sviluppi in sei mesi pi iniziativa, pi volont, pi tenacia,
pi
personalit
di quanto faccia un ufficiale
di
Francia in tutta la sua carriera.
Nota del curatore]
l ~ B E R N A R ]
B. FALL, Hell
is
a Verv Small Place The Siege ofDien Bien Phu,
p.
56.
facile immaginarsi lo spirit o -
di
Clausewitz rabbrividire. (Spahi, derivato
come Sepoi
dall'ottomano
Sipahi, significa cavaliere irregolare mercenario del
'secondo esercito in Algeria). vero che la Francia di Lyautey e di de
Lattre
era
una Francia repubblicana. Comunque, la Grande
Muette
era stata sin dall inizio
della terza repubblica un asilo per gli aristocratici sempre pi esclusi da tutte le
154
Un altro interessante indizio della derivazione aristocratica, o pseu
do-aristocratica, del razzismo coloniale
la tipica solidariet
tra
bianchi,
che legava
dominatori
coloniali di diverse nazioni a
prescindere dai loro conflitti e dalle loro rivalit interne. Questa soli
dariet, con
il
suo curioso carattere transnazionale, ci riporta imme
diatamente alla memoria la solidariet di classe delle aristocrazie eu
ropee dell 800, nata tra padiglioni di caccia, bagni termali e saloni da
ballo; oppure
ci
ricorda
il
senso di fratellanza tra ufficiali e gentil
uomini che trova un espressione moderna , da
XX
secolo, nella con
venzione di Ginevra che garantisce agli ufficiali nemici catturati un
trattamento privilegiato, diverso da quello dei partigiani o dei civili.
L argomento finora adombrato pu anche essere visto dal lato
delle popolazioni coloniali, in quanto, a prescindere dalle afferma
zioni di alcuni ideologi,
incredibile quanto
poco
quella curiosa
entit conosciuta come razzismo inverso
si
sia manifestata nei
movimenti anticoloniali.
n
questa materia
abbastanza facile venire
ingannati dalla lingua. Basti pensare, ad esempio, alla parola giava
nese
londo,
usata
per
indicare
non
solo gli olandesi, dal cui nome
peraltro deriva,
ma
i bianchi in generale. La derivazione stessa,
d altra parte, mostra che per i contad ini giavanesi, che difficilmente
incontravano bianchi
non
olandesi, i
due
significati coincidevano.
Similmente, nei territori coloniali francesi,
les blancs
indicava quei
dominatori il cui essere francesi era in distinguibile dall essere
bianchi. n nessuno dei due casi, che io sappia, le parole londo o
blanc
hanno
mai perso il loro valore originale,
n hanno
mai
assunto significati seconda ri den igratori
20.
altre importanti istituzioni della vita pubblica. Nel 1898, pi di un quarto di tutti