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Associazione EpistemeTorino
19 febbraio 2011
Massimo GiulianiL’approccio narrativo in terapiaL’approccio narrativo in terapia
Ludwig Van Beethoven:“Allegra riunione di contadini”dalla Sinfonia n. 6, “Pastorale”[clicca]
Dizzy Gillespie:“My Heart Belongs to Daddy” (Cole Porter) [clicca]
Bill Frisell e John Zorn:“Hard Plains Drifter”
[clicca]
Il PartenoneIl Partenonead Atenead Atene
John Portman:Horton Plaza, San Diego
John Portman:Hotel Bonaventure, Los Angeles
John Portman:Hotel Bonaventure, Los Angeles
I sistemi possiedono struttura, confini, gerarchie, regole.
L'occhio dell'esperto è in grado di riconoscere pattern di relazione,
ridondanze, disfunzionalità.
Possono produrre problemi e sintomi.
La terapia consiste nel rimuovere le
disfunzionalità per restituire al sistema il suo
funzionamento sano.
La realtà è frutto di un consenso ed è costruita nel linguaggio.“Se gli uomini definiscono certe situazioni come reali, esse sono reali nelle loro conseguenze” (Thomas).I sistemi non determinano problemi, ma sono determinati dalle descrizioni che danno dei problemi.La terapia consiste nel far evolvere descrizioni.Il terapeuta fa domande da una posizione di “non esperto”.
2 modi di pensare la terapia2 modi di pensare la terapia
“La comprensione che ognuno ha di sé stesso è narrativa: non posso cogliere me stesso al di fuori del tempo e dunque al di fuori del racconto” (Paul Ricoeur)
“Questo mi fa venire in mente una storia...” (Gregory Bateson)
Accanto al pensiero paradigmatico che persegue l’ideale di un sistema descrittivo ed esplicativo formale e matematico, esiste un pensiero narrativo. (v. Jerome Bruner)
“È noto che una goccia sola di acido prussico, lasciata cadere sopra una mucosa, può determinare una morte fulminea; questo stesso acido, opportunamente diluito, diventerà un farmaco prezioso. Per altra parte quasi tutte le sostanze che vengono adoperate come medicamenti possono, se assorbite in grande quantità, agire come veleni. Ma, nel valutare la tossicità d'una data sostanza, si deve pure tener calcolo dell'età dell'individuo a cui viene somministrata; la dose che per un adulto è medicamentosa, diviene tossica per un fanciullo.”
(Dr. Costante Ferraris, “Veleni ed avvelenamenti”, Hoepli, 1897)
“Vedo mio padre come un veleno. Da alcuni anni ci sentiamo due o tre volte all'anno, solo per telefono. Sento che tenendo le distanze riesco a stare meglio. Non so se dipenda da lui, ma da qualche tempo ho la grande paura che non riuscirei ad essere un buon padre... Ho paura di aver ereditato la sua incapacità di amare.”
(Luigi)
Pensiero paradigmatico e pensiero narrativoPensiero paradigmatico e pensiero narrativo
James Hillman:“...la psicoterapia è un
genere letterario, un’attività estetica,
'inutile' come l’arte.Per vederci impegnati
nella terapia come arte, dobbiamodeletteralizzare
Freud”.
Dall'“intervista” di Sigmund Freud Dall'“intervista” di Sigmund Freud a G. Papini (1934):a G. Papini (1934): “Tutti credono che io tenga al carattere scientifico della mia opera e che il mio scopo principale sia la guarigione delle malattie mentali. È un enorme malinteso che dura da molti anni [...] Io sono uno scienziato per necessità, non per vocazione. La mia vera natura è d’artista. [...] E c’è una prova inconfutabile: in tutti i paesi dov’è penetrata la Psicoanalisi, essa è stata meglio intesa e interpretata dagli scrittori che dai medici.”
W. Horvath: Sigmund Freud – Consciousness, Censorship and the Subcosìnscious
Giovanni Papini
Nella terapia sistemicaNella terapia sistemica
Un approccio “strutturale” (cambiano strutture e
pattern)
Un approccio “story-telling” (cambiano descrizioni e narrazioni)
Una narrativa “testuale”,
“riparativa”(tecnologia della
coerenza)
Una narrativa “ipertestuale”,“moltiplicativa”(tecnologia del coordinamento)
Postmodernità ePostmodernità emoltiplicazione di moltiplicazione di narrazioninarrazioni
Nell'intercultura: coordinamento
vs. coerenza
In letteratura:narrativa multilineare
In terapia: il Milan Approach
Cosa rende le pratiche e le Cosa rende le pratiche e le tecniche del Milan tecniche del Milan Approach così ricettive nei Approach così ricettive nei confronti dell’idea confronti dell’idea narrativa in terapia?narrativa in terapia?
Michael White:
Le persone arrivano con una descrizione saturata dal problema.La storia saturata è una storia dominante della vita familiare.White non trasforma le storie, né propone connessioni inesplorate: identifica aspetti negativi o trascurati dell’esperienza e li inserisce in una nuova storia.
Da M. White, D. Epston:“Narrative Means to Therapeutic Ends”
Da M. White, D. Epston:“Narrative Means to Therapeutic Ends”
Da M. White, D. Epston:“Narrative Means to Therapeutic Ends”
L’evoluzione della narrativa ci mette L’evoluzione della narrativa ci mette a disposizione nuove metafore...a disposizione nuove metafore...
© Eastgate Systems, Inc.
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Oltre al pensiero Oltre al pensiero paradigmatico e al pensiero paradigmatico e al pensiero
narrativonarrativoè possibile parlare di unè possibile parlare di un
pensiero ipertestuale?pensiero ipertestuale?
Il pensiero ipertestuale non afferma Il pensiero ipertestuale non afferma qualche genere di verità di un testo:qualche genere di verità di un testo:
ne afferma la provvisorietàne afferma la provvisorietà
Quando il terapeutaQuando il terapeutanon ha più idee, le storienon ha più idee, le storiehanno perso virtualità...hanno perso virtualità...
Le sue descrizioni e quella del clienteLe sue descrizioni e quella del cliente(o della famiglia) sono standardizzate, (o della famiglia) sono standardizzate,
sempre uguali, hanno perduto creatività.sempre uguali, hanno perduto creatività.
Contributi della scrittura Contributi della scrittura ipertestuale alla terapiaipertestuale alla terapia
1. La riconfigurazione dell'Autore
2. L'ipotizzazione multilineare
3. La virtualizzazione della realtà
4. Il disorientamento
5. I link fra testi (connettere storie e personaggi)
6. Multimedialità e tecniche non verbali