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REPORT
COMPLETO
[…]
Alcuni di noi hanno dovuto superare
degli inconvenienti, ma tutti con la
stessa passione che poi si è confermata
nei risultati di questo ACIM 2011.
Ecco a voi il Report integrale
dell’esperienza che in non pochi da ora
in poi ci porteremo nel cuore.
Buona lettura.,
Aprilia Caponord
International Meeting’3
2011 - Lisbona
http://apriliacaponordim.blogspot.com
http://aprilia.mototouronoffroad.it
apriliacaponordim@email.it
Organizzatori:
Sponsor:
Qualche introduzione al nostro evento
L’Aprilia Caponord International Meeting è nato con l’idea di generare un punto di ritrovo tra i
proprietari del noto modello di Casa Aprilia, ma più che un ritrovo per persone che avevano scelto uno
stesso modello di moto, fin dall'inizio l’idea fu quella di proporre un luogo ed un momento per ritrovarsi
tra coloro che vivono lo stesso modo di viaggiare in moto. Ed è qui che si aggiunge la definizione per
eccellenza dal modello di moto (già proposta anche dalla pubblicità e dei depliant di
pubblicizzazione): ritrovo e condivisione al di là di frontiere, di lingue, di distanze e di esperienze di vita
che ogni partecipante ha alle spalle.
In questo report abbiamo tentato, invano, di stringere il più possibile il contenuto per rendere giustizia ai
fatti veri e reali di ciò che – anche nei difficili momenti economici che tutti viviamo oggi – rappresenta
mettersi in rotta di viaggio per incontrare amici, per il semplice fatto di percorrere (in questo caso) una
media di 3.000 km per arrivare e rimanere, almeno per 48 ore, per godersi il momento.
E’ tanto speciale fare questo?
Sarebbero in tanti a condividere l’idea?
L’Aprilia Caponord International Meeting ha ora raggiunto la sua terza edizione, quella che al
momento vanta, allo stesso tempo, il maggior numero di partecipanti, ma anche, dato lo sforzo richiesto
dalla distanza, la maggior quantità di persone che alla fine, pur desiderandolo, non sono riuscite a
prendere parte all'evento oppure che, dopo la partenza, hanno avuto incidenti personali e di percorso che
hanno impedito il completamento del viaggio (come nel caso di due amici partiti dall’Italia e
dall’Inghilterra). L’ACIM (come chiamiamo per noi l’evento) è proprio questo: mettersi in strada e in
gioco senza la necessità di avere un mezzo a zero kilometri, ma nella piena consapevolezza del valore che
rappresenta per ognuno di noi ritrovarci allo stesso tavolo, almeno una volta l’anno, con amici che non
vedremo più per almeno altri 365 giorni, ma che arrivano con la medesima motivazione a commemorare
l’idea di aver scelto un modello di moto come lo è l’Aprilia Caponord.
Oramai sono passati quattro anni da quando finì la produzione in Italia. Sono anche passati la stessa
quantità di anni da quell’idea che venne in mente (come non potrebbe essere diversamente) davanti a un
tavolo di bar ad Alex Bellucci (fondatore di MotoTurismoOnOffRoad.it) e ad Alberto Alberti (lo stesso
ingegnere leader di progetto della allora catena di produzione Noalese). Poi ho avuto il piacere di essere
scelto quale coordinatore per agevolare la comunicazione fra tutti i partecipanti dalle diverse nazioni.
Prima edizione: 5 nazioni; seconda edizione: 10 nazioni; terza edizione: 11 nazioni.., ecco da dove
arrivano tutti i partecipanti. Alcuni non hanno più la Caponord (il più delle volte per la mancata o errata
manutenzione in zona) ma tutti condividiamo e continueremo a condividere lo stesso spirito che diede
inizio a questa buona abitudine chiamata ACIM.
Ma l’abitudine, in questo caso, fa anche l’eccezione (come sempre è stato.,), ovvero il ringraziamento di
cuore che con questo report vogliamo fare alla volontà di partecipazione di ognuno degli amici
Caponordisti e non che hanno partecipato, un "senza parole" così enorme che è difficile metterlo nero su
bianco in queste righe per i nostri amici Portoghesi che, con la leadership di Carlos “Antibiotico” Calado,
si sono fatti in quattro e anche di più perché tutto andasse a buon fine così com’è stato.
E non anticipiamo di più!, poiché nei racconti del report il lettore scoprirà quanto unici e particolari
possono diventare i momenti al di là delle consuete frontiere, specie avendo come unico strumento
l’amicizia al di là delle frontiere, con la sola volontà di scoprire strade nuove per arrivare proprio lì.., al
posto dove sarà organizzato il prossimo ACIM. Buona lettura allora! e grazie per essere parte del nostro
caro evento.
Buona Lettura!
Potete inviare ogni opinione e/o suggerimento ad: apriliacaponordim@email.it
Aprilia Caponord International Meeting 2011 – Report Integrale
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ACIM'3 - 2011
Un evento condiviso all'insegna della voglia, oltre frontiere,
di costruire o consolidare l'amicizia e far apprezzare il meglio
che ha da offrire ogni territorio percorso.
Questo potrebbe essere il riepilogo ideale dell’ACIM, ma è anche il risultato del ritrovarsi con gente che, in
alcuni casi, non si aveva mai conosciuto prima, ma con cui si è diventati amici al di là della propria
madrelingua.
Forse aver scelto l'Aprilia Caponord come mezzo ci ha consentito di raggiungere le esperienze che
desideravamo da sempre e, certamente, un mezzo così ci ha consentito di allargare i confini della nostra
immaginazione al di là delle consuete aspettative, lasciandoci stupire da quanto possa regalare l’amicizia
disinteressata.
Ma andiamo con ordine seguendo le tappe:
L'Aprilia Caponord International Meeting di quest’anno nasce dalle proposte emerse durante l'edizione 2010,
dopo un duetto canoro sulle note di "Oh Sole Mio" tra amici dal Portogallo e dal Sud d'Italia; in quel abbraccio è
nata l'idea di Lisbona.
Così, da quei momenti unici, hanno man mano preso forma altre esperienze indimenticabili, come quelle che ci
siamo regalati questa volta.
Già a dicembre 2010 avevamo un elenco di partecipanti di oltre 20 persone provenienti da 6 nazioni, tutti
chiedevano ulteriori precisazioni e inviavano anche le prime proposte di itinerari e visite:
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)) Per arrivare:
Itinerario 1: partenza da Noale e partecipazione aperta fino all'ultimo minuto (ovvero quando sono
andato a ritirare a Noale i gadget da parte di Aprilia per tutti i partecipanti);
Itinerario 2: partenza anticipata per delle vere vacanze in moto tra Francia – Spagna –Portogallo,
facendo strada insieme agli amici spagnoli che si sono proposti come guida per un percorso di 4
giorni tra Valencia - Granada - Malaga - Cadice - Lisbona (questo percorso è stato di per sé
un'esperienza indimenticabile di cui si può accedere al report da: aprilia.mototouronoffroad.it);
)) Per conoscere ogni destinazione:
Un programma di tre giorni tra incontri / assaggi / itinerari a Lisbona nelle seguenti zone: Parco
Setúbal - Parco Arrabida - Castello Palmela - Cristo Rei - Cabo da Roca .., ecco alcuni dei luoghi
proposti, oltre a: Ponte XXV aprile - Ponte Vasco Da Gama - Torre di Belen - Vigneti Freire, solo
per citare alcuni dei posti storici da poter visitare;
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)) Per condividere esperienze durante l'evento:
Cene tipiche - Visita ad una distilleria - Arrivo al punto estremo ovest del continente - Accesso ai punti
panoramici più noti e percorsi conoscitivi della città. Ecco che, già allora, l'evento presentava un ampio scenario
europeo di percorrenza tra quattro nazioni, con una media di 3.000 km per i partecipanti e con la sfida di
coordinare la partecipazione di tutti tramite 4 forum, 1 blog, 2 postazioni su Facebook e 6 lingue.
Tutto questo va unito ad una logistica non minore che è stata organizzata col contributo di tutti i coordinatori e
delle guide che, man mano, si sono susseguite nelle diverse zone di percorrenza. Nella pratica, l’organizzazione
è stata strutturata in modo tale da consentire anche ai partecipanti che si sono uniti al gruppo strada-facendo di
contribuire con la propria conoscenza delle zone da percorrere.
Entriamo quindi subito nel vivo del terzo Aprilia Caponord International Meeting:
=>> gli itinerari per arrivare:
L'ACIM è sempre stato caratterizzato dall’essere una proposta aperta, nella quale i gruppi di coordinamento
(Area Aprilia di Moto&TourOnOffRoad.it e - in questa edizione – Clube Aprilia Portugal e Aprilia
MForos Grupo Caponord España) fanno una proposta di base, per poi concretizzare una versione ottimale
degli itinerari, unendo la necessità di arrivare a destinazione e l'arricchimento rappresentato dal contributo dai
ragazzi con cui ci si potrà trovare strada facendo.
Considerati i giorni disponibili e le numerose idee pervenuteci, la proposta per l'andata si è subito suddivisa in
due itinerari:
1) Il primo itinerario con partenza diretta da Noale verso il Portogallo (e viaggio nel tempo più breve
possibile);
2) Il secondo percorso, con tragitto più turistico di base, che propone un giro nel Sud della Spagna,
contando sul supporto degli amici spagnoli e Caponordisti in zona.
In questa occasione questo ruolo importantissimo di proporre e confermare i migliori itinerari è stato svolto dai
ragazzi spagnoli con:
- Angel Zambrano (Siviglia) per l'itinerario 2 di andata per raggiungere e conoscere, in sei giorni, Valencia -
Granada - Malaga - Cadice e infine Lisbona;
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- Felix Ibañez e Leandro Torralba (Manresa - Barcellona) per il supporto nella fase spagnola dello spostamento
breve, itinerario 1, di soli due giorni, tra Barcellona - Madrid - Cáceres e Lisbona.
I due itinerari vengono quindi pianificati con la completa collaborazione del gruppo spagnolo e sono proprio loro
che dobbiamo ringraziare non solo per le belle strade panoramiche (anche nel limitato tempo disponibile) ma,
soprattutto, per l'averci accompagnato gestendo completamente le prenotazioni in itinere, che hanno sempre
avuto costi scontati abbinati ai migliori esempi della cultura enogastronomica locale.
Così facendo si è poi aggiunta la collaborazione di Jaime Canomanuel (sempre del Foro Spagnolo Caponord)
che, dalle Isole Canarie, ha coordinato le prenotazioni a prezzi preferenziali a Cáceres, dove abbiamo potuto
usufruire di un albergo a quattro stelle come primo ritrovo tra amici da molteplici nazioni (Spagna - Inghilterra -
Francia - Slovenia) a prezzi di agriturismo!
Gli spostamenti, quindi, non potevano che essere la somma di innumerevoli e unici scenari e momenti condivisi
tra i gruppi che, strada facendo, si sono spontaneamente creati.
Si parte proprio da Noale con il ritiro dei gadget per tutti i partecipanti e il dovuto ringraziamento ai responsabili
del Gruppo Piaggio e di Aprilia che, pur avendo momenti di incertezza (come del resto gran parte dell'economia
europea) trovano sempre il modo di essere presenti all'evento.
Questa volta con 50 cappellini Aprilia SBK che si sono aggiunti agli adesivi e ai gadget appositamente preparati
per l'evento dal coordinamento portoghese (capitanato da Carlos “antibiotico” Calado di Aprilia Clube
Portugal insieme alla 'vulcanica' Sonia).
Ritirati i pacchi rientro a Ferrara da dove saremo poi partiti il giorno stesso, in anticipo di 12 ore, per evitare i
temporali in meteo per quella che sarà l'unica notte di pioggia di tutto il viaggio.
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Quindi arriviamo in zona Genova a mezzanotte accompagnati da un po’ di pioggia, ma almeno abbiamo
scampato il pericolo temporale. Così, io e la mia Ilaria, andiamo a riposarci preparandoci per lo sforzo che ci
attende da domani in poi con tutti i chilometri previsti da programma.
Martedì 05/07 - ritrovi e partenza
Ci alziamo di buon'ora e alle ore 10 abbiamo già coperto i 145 Km che ci separano dal caotico traffico genovese,
arrivando all'ultimo benzinaio in terra italiana prima del confine francese.
Ci ritroviamo quindi con Nicodemo e Monica dopo aver fatto la prima colazione sul posto e con i serbatoi già
pieni per la prima tirata. Partiamo alle 10:30 e punto già il Gps controllando l'orario di arrivo al punto di ritrovo
con gli amici spagnoli. Per ora siamo in orario, consapevoli anche del caldo che ci aspetta in questo passaggio
veloce che attraversa il sud della Francia. Il percorso si alterna tra le soste ai pedaggi e, consci dell’allungamento
dei tempi che questo comporta, tentiamo di mantenere una media continua di 120 Km/h che sarà la velocità
canonica per godersi il viaggio, mantenendo anche lunghe percorrenze giornaliere. Quindi dai saliscendi italiani
passiamo alle grandi salite e discese tra Monaco - Cannes – Arles, mentre il caldo si manifesta con tutti i suoi
35C di un giorno di sole, ventoso e trafficato.
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Già alla prossimità di Marsiglia si faranno sentire i primi segni di stanchezza e Monica (tra caldo e viaggio) avrà
bisogno di una sosta aggiuntiva per recuperarsi un po'. Quindi stop per 15 minuti di sosta, durante i quali ricevo
il messaggio da Mario C. che, con suo fratello da Malta, si trovava in viaggio dall’Inghilterra ma, poco dopo
l’inizio del viaggio, hanno subito un taglio della catena di trasmissione con rottura delle paratie e guide tra il
forcellone e la catena. Di conseguenza mi avvertono che per loro il viaggio finisce lì e dovranno lasciare la moto
in quella zona, per rientrare e trovare i ricambi che serviranno per riparare il danno.., l’ACIM è fatto anche di
questo, amici che hanno a che fare con i diversi stati di manutenzione delle moto e la qualità della manodopera
che riescono a trovare nelle loro zone di partenza (fatto molto importante considerando la media di 70.000 km
con cui si trovano tutti i partecipanti all’evento).
>>>> Continuiamo a percorrere l’autostrada e si entra anche nel vivo della personalità delle nostre Caponord,
ovvero i lunghi trasferimenti condizionati solo dalla nostra stanchezza (perlopiù influenzata dalle ore di sonno
mancanti) poiché il mezzo risponde in modo affidabile e senza necessità di pause, anche con passeggera/o e più
di 40 Kg di bagagli. Io (solita mia abitudine per l'ACIM) porto in aggiunta anche i sacchetti con i gadget da
Noale per la consegna diretta ai partecipanti, facendo diventare la moto quasi un mulo da trasporto tra baule di
55 litri, valigie maggiorate e ben tre ragni elastici per allacciare i sacchetti aggiuntivi (ben 150 litri di portata!),
nonché lo zaino sopraserbatoio originale della nostra moto, regalatomi tempo fa da un'altro partecipante
al'ACIM ex-Caponordista, ma con la passione di sempre per i viaggi in moto e i ritrovi a lunga percorrenza
(ovvero Claudio, che ha partecipato anche a questo evento, come tanti altri, al di là dell’essere ora in sella ad
altri modelli di moto). Alle 13.00 siamo in zona Montpellier e ci si ferma per la pausa pranzo e per recuperare un
po’ di energie e liquidi tenendo in considerazione i 35 – 36°C continui che accompagnano la nostra rotta.
Dopo 30 minuti continueremo il viaggio, trovando in autostrada anche le code per incidente ed il traffico
rallentato tipico del confine sud della Francia. A quel punto – nella nota zona di Jonqueras – ci fermiamo e
avvertiamo ai nostri amici spagnoli che l’orario previsto per l’arrivo è ormai alle 18.30, con un’ora e mezza di
ritardo rispetto a quanto pianificato. In programma c’era il percorso delle zone panoramiche dietro Barcellona
(cosa che per me che già conoscevo la città risultava molto più attraente). Arriviamo quindi nella strada che
unisce Figueres a Olot alle 18.40, ritrovando strada-facendo la Caponord rossa di Felix; è stato davvero bello
ritrovare un caro amico conosciuto durante il primo ACIM e che partecipò anche alla gita che il giorno dopo ci
portò dal Lago Maggiore fino allo Stelvio e, da lì, in visita aziendale in casa Aprilia – Noale (in giornata!).
Iniziamo il percorso subito dopo il ritrovo con la stanchezza che inizia a farsi sentire e anche col sonno delle ore
non dormite. Per fortuna il percorso si rivela fin da subito un insieme di scenari, curve e aria fresca che ben
presto ci ridarà la giusta energia per proseguire e, nel frattempo, penso anche che abbiamo evitato per bene il
traffico della bella, ma allo stesso tempo caotica, Barcellona.
Continuiamo a salire ed è proprio come ci aveva avvertito Felix.., tante strade veloci che non appaiono nemmeno
sul Gps, poiché sono di nuova costruzione e ci regalano delle panoramiche splendide e un’aria fresca
(raggiungendo i 950 metri di altezza) che ci fa scendere a 19°C; un vero solievo dopo essere stati nelle
autostrade roventi della Francia!
E in questo momento guardo indietro dallo specchietto e mi accorgo che anch’io, che sono più che lento nei
percorsi di montagna, vado più veloce a confronto di Nicodemo e Monica che ci seguono da dietro. Da un lato è
decisamente meglio aver evitato i percorsi cittadini, guadagnando aria fresca, però è anche vero che la
stanchezza della guida si sente di più nei tornanti e saliscendi, dovendo reggere anche le nostre non piccole moto
con una portata di circa 450 Kg tra passeggeri e bagagli. Quindi qualche fermata in più, qualche vista
panoramica di ripresa e si inizia a scendere dalle parti di Manresa dove passiamo anche nella zona dove vive
Carlos Checa (il pilota di Superbike che abbiamo avuto l’opportunità di apprezzare nella sua umanità, proprio
grazie all’invito da casa Aprilia, andando a vedere la sessione di gare di questo anno a Misano Adriatico).
Siamo in arrivo in città.., tante idee e tanti scenari ed esperienze s’intrecciano. Io da queste parti ci sono stato
cinque volte in moto e, comunque, mi manca ancora tanto da scoprire.., forse questa emozione mi mantiene
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senza sonno, mentre mi raggiunge Nicodemo che mi chiede, per terza volta, quanti chilometri mancano per
l’arrivo ma, per fortuna, questa volta la mia risposta sarà: “solo otto”.
Così arriviamo finalmente a destinazione e la nostra guida spagnola Felix (che abita in questa zona) ci porta
subito all’albergo che, telefonicamente, ci aveva sempre risposto in modo molto cordiale e famigliare. Quella
che da fuori sembrava una normale palazzina con un cartello Hotel davanti ed una semplice reception
all’ingresso si rivela, invece, un tre stelle con una gestione umana dei rapporti che ci lascia a bocca aperta. Forse
perché anche loro sono fanatici delle moto (il figlio del proprietario fa dei raid di enduro-cross) ma fatto sta che,
oltre alla gentilezza, ci fa persino mettere tutte le moto con tanto di bagagli nel loro garage personale, potendo
così lasciare giacche, caschi e alcuni bagagli sul posto in tutta sicurezza.
Giusto il tempo si scendere dalle moto e ci raggiunge un altro compagno di viaggio, Leandro, anche lui
conosciuto in occasione della prima edizione dell’ACIM, e che gentilmente si è offerto come guida per gran
parte del percorso che completeremo domani in direzione a sud di Madrid.
Questa accoglienza tipica spagnola ci accompagnerà e ci coccolerà per tutta la strada che faremo nella loro terra,
regalando a noi e al gruppo che sta facendo il percorso a sud della Spagna, momenti fantastici in una terra unica
per gli itinerari e le panoramiche ma, soprattutto, per l’accoglienza e l’umanità degli spagnoli che tinge tutto di
un colore diverso da quello di un semplice spostamento e/o scenario turistico.
La sera promette bene e sono già le 23 quando riusciamo ad essere rinfrescati e sistemati per fare due passi nelle
ramblas locali. In questo scenario di città calma (essendo oggi giorno lavorativo) andiamo verso la proposta di
“prendere qualche tapas al volo”. Dopo 15 minuti a piedi, che vengono bene per sgranchire le gambe dopo il
giorno di viaggio, ci ricevono in questo locale tenuto aperto apposta per noi (il proprietario è un amico di
Leandro che, oramai affamato, ci aspetta davanti alla porta del locale!) con una cordialità completa e il continuo
interesse a farci assaggiare i migliori sapori delle loro proposte enogastronomiche.
Ecco che all’incredibile sapore della sangria fresca si aggiungono i formaggi fusi, i sapori del prosciutto iberico,
le tapas con abbinamenti di carne e frutta e anche le insalate cariche di ingredienti e condimenti che, di per sé,
potrebbero già essere una nostra normale e “goduta” cena. .., usciamo che è l’una di notte (l’orario normale per
terminare le cene tra amici in Spagna) e oltre al silenzio della strada ci accompagna l’effetto del buon vino, birra
e sangria, ma anche la scioltezza di sentirsi coccolati col sapore unico della cordialità spagnola quando ricevono
amici in casa.
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Mercoledì 06/7 – il giorno per raggiungere il luogo di ritrovo con amici da altre 4 nazioni diverse
Ci alziamo di buona mattina (un altro giorno con 6 ore di sonno … che continuiamo ad accumulare per la nostra
statistica) e con un’ottima prima colazione che ci rifornisce per quella che, si sa, potrebbe essere la giornata di
spostamento più dura, facendo strade statali veloci e panoramiche in via diretta da Barcellona a Cuenca e poi
ancora a Caceres, dove abbiamo concordato la prenotazione gestita da un altro amico spagnolo (Jaime).
Sono tanti i km da fare e sappiamo che sarà un trasferimento molto bello e intenso, ma anche stancante. Quindi
tentiamo di partire il più presto possibile e prepararci per percorrere questi “900 km di curve e panoramiche”
previsti per oggi. Subito prendiamo la decisione di percorrere la panoramica della zona di Montserrat solo in
periferia, dato che fermarsi comporterebbe altre due ore di tempo, dovendo poi intensificare gli spostamenti ad
un ritmo di marcia non raggiungibile su strade statali (e nemmeno confacente alla voglia di viaggiare che
condividono i Caponordisti che è tutt’altro che l’alta velocità, ma quella di godersi con intensità ogni scenario).
Ecco che i paesi e paesini iniziano a scorrere sotto le nostre ruote, regalandoci viste che spesso ci invitano a
fermarci. Lleida, Mequinenza, Alcañiz, Alfambra, Terue, Cuenca.., un tratto che sembra così semplice da
descrivere diventa anche un’incredibile successione di panoramiche e di viste che (anche col vento intenso di
traverso caratteristico di queste zone) ci regalano aria fresca dall’altopiano centrale spagnolo, viaggiando per
circa 400 km. Giriamo continuamente ad altezze tra 800 e 900 metri con cima a 1.400 metri e sole continuo che
invitano alla sosta rinfrescante, per la quale non abbiamo tempo a disposizione, e con la guida di Leandro che
sfoglia ogni tanto la cartina dalla sella della sua BMW 850 RT nel miglior stile classico da viaggiatore.
Le velocità di spostamento vanno di buona crociera e il traffico è praticamente inesistente. Inizia a percepirsi
questo senso di vastità della terra spagnola che si gode ancora in modo più intenso quando ci si trova lontani
dalle solite mete cittadine. Prima di Terue abbiamo esaurito i serbatoi, quindi cerchiamo rifornimento per le
moto ma anche per i nostri stomaci e, ne siamo tutti certi, vogliamo anche fermarci in qualche punto a riposarci
un attimo all’ombra, approfittando dell’aria fresca che circola. Quindi mangiamo e ripartiamo.., riforniamo i
serbatoi e sappiamo che a 20 km troveremo le discese che ci porteranno in pianura con tante panoramiche
all’orizzonte, ma anche il caldo pieno di un pomeriggio estivo da queste parti. Mezz’ora di guida e tutti vogliamo
trovare l’angolo giusto per fermarci.., ecco che dopo un piccolo centro di paese appare una zona verde con
ombre e panche., allora chiediamo consulenza ai due vecchietti che si trovano seduti all’ombra pomeridiana..;
bastano due chiacchiere per scoprire che hanno amici in comune col nostro gruppo guida, avendo vissuto per
qualche tempo a Manresa! Noi siamo stanchi ed io e la mia Ilaria ci concediamo 20 minuti di sonno all’ombra
per recuperare energie.., il risveglio ci sorprende con del buon cocomero fresco portato dai due gentili anziani
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che ci portano anche acqua, tea freddo e ci offrono persino la loro casa per usare i servizi; arriveranno a salutarci
con le lacrime agli occhi alla partenza del gruppo che ora continua la sua strada verso ovest.
Questa partenza coinciderà (come da programma) con l’aumento delle temperature man mano che si scende
verso le strade che, da Cuenca in avanti, diventeranno lunghi tragitti veloci di strade statali e autovie gratuite
(questo in considerazione del percorso scelto per arrivare il più presto possibile a Caceres). Un plauso è
necessario farlo, oltre che all’immensità della Spagna, anche al buono stato delle Carreteras del Estado che, con
uno stato del manto stradale migliore di quello autostradale italiano, consentono di percorrere centinaia e
centinaia di chilometri senza dover pagare una Lira e anche con tanti tratti in manutenzione continua e a due
corsie, separate da quelle che vanno nel senso opposto alla carreggiata.., un vero piacere poter viaggiare così!
Quando ci fermiamo a Cuenca per prendere il caffè della merenda alle 18.00 analizziamo i chilometri ancora da
percorrere (circa 400 km) e il tipo di percorrenza; decidiamo da ora in poi di seguire la guida del mio Gps, tanto
saranno tutte strade a percorrenza veloce e conviene ottimizzare il più possibile il tempo di viaggio di questa
giornata.
Di conseguenza avvertiamo telefonicamente l’albergo che saremo in arrivo attorno a mezzanotte e partiamo alla
svelta, con un’unica sosta programmata per la benzina. Così andiamo, con davanti a noi l’ago del velocimetro
inchiodato sui 120 km/h che manterremo continuamente, mentre percorriamo le città che ci consentono di
raggiungere Caceres. La sera inizia a diventare più fresca e in questo clima ideale (anche con la stanchezza) lo
scenario ci regala uno splendido tramonto sulle montagne che sembrava non finire più e che porterà il buio della
notte sul percorso solo dopo le 22.00, quando non si vedono già più le moto, ma controlliamo dagli specchietti
continuamente la quantità delle luci che vediamo dietro di noi, per rassicurarci che il gruppo si mantenga coeso
anche dopo aver superato alcune macchine e camion.
Mancano solo 50 – 40 – 30 km all’arrivo di questa giornata che sembra non voler finire più e proprio ora
riprendono i saliscendi che ci riporteranno in quota fino a 1200 m, con un’aria bella fresca a 16°C e il
“gruppone” che continuerà a macinare km senza interruzione fino all’arrivo in città.
Mezzanotte! Stiamo entrando nella tangenziale di Caceres; per fortuna, ovviamente, non c’è traffico e la città si
fa apprezzare per ciò che è, ovvero una grande cosmopoli dove, solo per arrivare tramite la tangenziale interna
all’albergo, dobbiamo aggiungere altri 10 km al nostro percorso.
Per fortuna l’albergo si troverà aperto e accanto alle vie veloci (indicanti già la direzione verso Lisbona) però
siamo arrivati a destinazione quasi all’una di notte e senza aver nemmeno cenato.
Ma siamo in Spagna dove una soluzione per questo tipo di “problemi” si trova a qualsiasi ora e, infatti,
dall’albergo ci indicano un centro commerciale a 500 metri dove c’è un Mc Donalds sicuramente aperto fino a
tarda notte.., ancora un ultimo km per le nostre moto con la consapevolezza che stiamo creando, a velocità
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costante, sia momenti indimenticabili tra scenari e percorrenze, sia il divertimento in amicizia ad ogni sosta,
come il nostro brindisi per l’arrivo in zona di frontiera, con tanto di bicchieri di plastica ., acqua e/o Coca Cola!
Si brinda contenti anche per aver percorso oggi questi 996 km che ci consentono di immetterci nel pieno dei
ritrovi previsti dall’ACIM.
Giovedì 07/7 – Il giorno dell’arrivo alla Sede del ACIM 2011
Quando la notte prima ci siamo (finalmente!) fermati in albergo, abbiamo
lasciato le moto in garage e anche un avviso alla reception per gli altri
amici Caponordisti che sono arrivati in questo posto (e che al nostro
arrivo già dormivano): la mattina si parte alle ore 11:00, così da
consentire un po’ di recupero di energie a coloro con cui stiamo
condividendo questa avventura, ma dando anche un riferimento preciso a
chi, da ora in poi, si aggiungerà al nostro gruppo.
La sveglia è alle ore 08:00 (altro giorno con meno di 6 ore di sonno.,) e com’è bello ritrovare alla prima
colazione – buffet dell’albergo alcune delle facce amiche dalle altre edizioni dell’ACIM. Il caro Philippe -
sempre sorridente - questa volta è con sua moglie e, alla fine, ci incontriamo anche con chi ci ha consentito di
avere questa postazione / prenotazione a prezzo di ostello, ovvero Jaime che arriva con sua moglie Gaby dalle
Isole Canarie a bordo la loro bella Caponord nera.
Quindi i saluti nella gioia del ritrovo, alcuni scherzi (chi si ricorda della stanchezza?!) e alle 10:30 iniziamo a
scendere in garage riassestando di nuovo i bagagli per far salire le moto al piazzale di partenza, di fronte
all’entrata dell’albergo. Il classico e bel tram – tram mentre alcuni aggiustiamo gli elastici, altri sistemano il
casco, diversi controllano la moto, qualcuno riferisce qualche sintomo di usura in alcuni componenti (il solito
controllo perlopiù ai freni e alla catena) e chi, come Nicodemo, arriva con la moto che “fuma” parecchio e
aggiunge circa 1 litro di olio ogni 1.000 km (sembra un due tempi!) ma comunque fa questa “gita” che per lui è
di più di 8.000 km e il motore non si tirerà mai indietro.
Programmiamo quindi il Gps, benzina e alle 11:30 stiamo partendo per il primo percorso fino al confine tra
Spagna e il Portogallo. Le strade qua si percorrono più dolcemente e le temperature si sono abbassate man mano
che aumenta la forza del vento oceanico che ci fa sentire vicini alla meta.
Paesini pittoreschi fanno da cornice in direzione Badajoz, per poi deviare verso Valencia De Alcantara dove ci
avviciniamo al confine e (come da situazione normale tra i confini europei) prima di accorgercene ci troviamo
sull’altro lato portoghese dell’autovia ma.., alt!!: prima di partire si era detto di fare benzina prima del confine
dal lato spagnolo e – soprattutto – Jaime mi aveva parlato e si era raccomandato di fermarci ad assaggiare la
tortilla ed il prosciutto iberico di queste parti insieme alle bevande tipiche.., non c’è bisogno quindi di cercare
altre motivazioni, perciò riprogrammo strada-facendo il Gps per tornare in Spagna e torniamo indietro solo di
quei 5 km che ci consentono, intorno alle 14.00, di rifornire sia i serbatoi sia noi stessi, assaggiando altri sapori
tipici da questa terra che stiamo per salutare … almeno per ora..!
Quindi altri brindisi, qualche porzione tipica e leggera, diverse risate che continuiamo a condividere e siamo già
pronti a continuare insieme il nostro raid che ci porterà a Lisbona.
Alle 15:00 quindi siamo strada facendo in terra portoghese e com’è cambiato il paesaggio! Siamo passati dai
lunghissimi rettilinei alle curve e ai saliscendi continui, con scenari agresti e con la presenza delle grandi cicogne
con i loro nidi a pochi metri dalla strada che annunciano l’avvicinarsi dell’oceano, insieme al vento perpetuo che
ci regala un pomeriggio che, invece di salire, cala continuamente di temperatura riportandoci, a pieno sole
pomeridiano, a 23 ~ 24°C.
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Prima sosta 100 km dopo il confine per il classico caffettino pomeridiano e qualcuno ce l’aveva anticipato..,
anche in Portogallo è buono il caffè, ma lo sono specialmente i dolci! e .., in quali quantità! Basta una sola
porzione di un’invitante torta al cioccolato con la panna montata per far assaggiare a ben cinque amici il primo
tocco della ricca e abbondante cucina portoghese. Continuiamo strada avendo deciso di fare una prima
conoscenza della città prima dell’arrivo, fermandoci quindi per una visita in zona porto (dopo aver cercato nelle
mappe, senza conoscere Lisbona, quale sarebbe il posto ideale per avere un primo contatto con la città).
Per cui punto il Gps in direzione della Torre di Belem per festeggiare il nostro arrivo a destinazione, conoscendo
in anticipo qualche assaggio di questa città che per molti di noi, me compreso, è ancora sconosciuta. Il traffico
s’intensifica, ma anche il caos e i cantieri stradali quindi decidiamo di fare gli ultimi 25 km di avvicinamento
sull’autostrada più vicina che si rivelerà costare solo 0,60 Euro e ci lascerà proprio all’interno della città.., che
scenario!!! L’estuario di Lisbona si alterna tra saliscendi veloci (eccome li fanno le macchine e le moto dei
portoghesi!!) alla vista sul ponte XXV aprile che ci regala una panoramica di una città intensa e così ricca di
storia dai tempi in cui fu il confine del mondo conosciuto, con il suo porto per partire alla scoperta delle nuove
terre che oggi fanno parte dell’economia globale.
Così il traffico diventa più che intenso, ma troviamo anche il primo poliziotto in itinere che si rivelerà tanto
gentile da lasciarci parcheggiare le moto proprio davanti alla vista del ponte di accesso alla città e accanto alla
Torre storica, eretta in rappresentanza delle imprese di coloro che sono partiti da queste terre. Quindi alcuni
semafori, qualche coda di macchine, ma si inizia a intravedere il lungomare, svolta a destra e .., dopo 3 giorni di
viaggio, 15 amici già ritrovati, il Gps che registra 18.908 m di dislivelli (in ascesa) percorsi e 2.558 km di
scoperte siamo arrivati a destinazione: eccoci a Lisbona!
.., non potevamo non regalarci una vista panoramica come questa!
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La gentilezza dei poliziotti nei confronti di un gruppo di moto come il nostro si rivelerà un continuo apri - porte
in grado di regalarci anche passaggi e momenti unici. Fatta qualche foto salutiamo il posto e iniziamo il
ravvicinamento definitivo, percorrendo gli ultimi 25 km che ci porteranno al restaurante - Nikita, sede operativa
di tutto l’incontro.
Così alle ore 19:00 ci stiamo avvicinando alla meta, ma ci intoppiamo anche noi tra il traffico di rientro serale
dalla grande città, specie tentando di evitare i cantieri che ci sono attorno. L’ultimo tratto riusciremo a farlo
grazie all’abbinamento dei due Gps che porto (uno stradale e uno cartografico) ., in grado di indovinare la strada
sterrata con cui finire il percorso raggiungendo la meta.., nonché il consiglio del classico vecchietto che troviamo
in mezzo alla strada e (in mezzo ai cani di campagna e senza capire la lingua) dice.., vai dritto, tutto dritto!
Ed ecco che è bastato il solo ronzio del gruppo delle moto che si ravvicina per far uscire dal ristorante il nostro
caro Carlos “Antibiotico” (il coordinatore ACIM portoghese) che ci riceve a braccia aperte e con tanto di
grembiule dell’ACIM 2010, a conferma dell’impegno preso l’anno scorso e indossato quale miglior augurio per
l’occasione. Bastano pochi minuti, il tempo degli abbracci e i saluti, per poi spostare le moto al parcheggio
riservato a noi, in un piazzale interno protetto, per scoprire che ci attende anche l’aperitivo di benvenuto con
tanto di biscotti e salatini, con la cordialità ed il buon umore portoghese che, da ora in poi, ci accompagneranno
per tutto il resto del nostro soggiorno in loco.
Dopo il brindisi di benvenuto entriamo e scegliamo noi le stanze, per poi ritrovarci alla prima cena portoghese
con nuovi brindisi e … come si mangia qua ragazzi!!!!
Tra i sapori e i vini che degustiamo non si può non evidenziare il baccalà del posto, che ora ho ben capito il
perché sono in tanti a parlarne, visto che ha un sapore unico.., qua abbinato alla consistenza e gli ingredienti
giusti … e pensare che siamo partiti solo 72 ore fa dal confine col fuso orario +1 a est e dalla terra delle anguille,
per arrivare a scoprire anche qua i sapori del mare e dell’oceano in abbinamenti che solo i portoghesi sanno
creare. Mentre ceniamo analizziamo il bilancio dei partecipanti; un amico non arriva dall’Inghilterra per rottura
della catena, nel gruppo dell’itinerario 2 anche Alex ha dovuto fare una sosta tecnica per cambio della
trasmissione completa, dovuta ad una usura inaspettata (l’influenza del caldo estremo si sente in pieno); Giorgio
con sua moglie, nello stesso gruppo a Sud di Spagna, non ce la fa ad arrivare per l’aggravarsi di un problema di
salute precedente, ma allo stesso tempo riceviamo anche gli avvisi di altri amici che arriveranno dopo:
il gruppo dei francesi che arriverà domattina;
il gruppo italo – spagnolo dal sud della Spagna che arriverà domani pomeriggio;
il gruppo sloveno è in avvicinamento al Portogallo;
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e Tom Mohorcic (Coordinatore sloveno per l’ACIM 2010) è partito in giornata per fare la strada
che separa la Slovenia da Caceres (2.200 km per 22 ore di viaggio con tanto di bagagli e
passeggera e 1.550 km fatti in una stessa giornata).., roba incredibile, roba solo da Caponord!
Così il conteggio degli amici arrivati si ravvicina ai 50 partecipanti previsti, ai quali si aggiungono i gentili amici
portoghesi che, con moto di ogni tipo, ci faranno da scorta continua. E qualche aggiunta di nuovi amici spagnoli
dalle isole Canarie … e così prende forma la versione più internazionalizzata del nostro evento!
Per oggi si va a nanna e le emozioni sono già forti e ricche in questa terra per noi nuova.
Venerdì 08/7 – Il primo giorno dell’Aprilia Caponord International Meeting 2011
Che siamo in terra portoghese lo si capisce fin da subito, sia dallo
scenario (con un’atmosfera che si tramuta continuamente nel vento
fresco oceanico, essendo noi a meno di 10 km dalla costa) sia dalla
gastronomia che si apprezza anche nelle soste brevi col caffè e la
pasticceria del luogo. Il tutto a prezzi di un 40 ~ 50% più economici
di quanto eravamo abituati in Italia.
I 3.000 km fatti in media da tutti i partecipanti si raggiungono senza
inconvenienti tecnici e le Caponord arrivano a destinazione nei
tempi previsti, tutte con una media di chilometri all'attivo di 70.000
e più Km fatti.
Quando ci svegliamo la mattina il gruppo delle moto davanti al ristorante arriva ad una trentina e questo evento
inizia a prendere la dimensione prevista. Confermiamo quindi il programma della giornata, in attesa dell’arrivo
dei tre gruppi che completeranno questo ACIM. Accanto a noi avremo continuamente la compagnia del gruppo
portoghese di cui tre ragazzi con le Caponord, mentre gli altri 4 ci accompagnano con moto stradali ipersportive
tra cui spiccano le RSV sportive (con lo stesso motore delle nostre Caponord) e una splendida Hayabusa bianca
che ci accompagnerà continuamente facilitando, insieme ai compagni di viaggio, la percorrenza del gruppone ad
ogni incrocio ed ad ogni passaggio importante, facendo fermare il traffico per far sostare il nostro gruppo in
modo organizzato.
Una cosa che chiama l’attenzione è che, eccezione fatta per il centro città, a Lisbona non ci sono tante moto,
tuttavia non c’è quasi macchina che non suoni il clacson al nostro passare, camion che non si sposti a destra per
lasciarci passare (anche viaggiando su corsia unica) e macchine che non si fermino negli angoli per lasciar
passare fino all’ultimo di noi. Sarà fascinazione? gentilezza? o buona educazione? Resta il fatto che ci sentiamo
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continuamente i benvenuti in ogni nostro passaggio e sosta programmata; i nostri amici portoghesi hanno fatto
un programma eccellente per coordinare la logistica delle percorrenze e forse il modo di organizzare questo
ACIM è anche quello più idoneo per conoscere il meglio di quanto possa offrire ognuno di questi luoghi.
Così nel percorso facciamo alcune strade veloci e, dopo 15 minuti, ci stiamo aggirando tra alcune viste
panoramiche che alternano i tornanti in quota panoramica alla vista dell’oceano e dei laghi attorno. Viste uniche
che si fondono tra i boschi e la natura delle belle zone di Setúbal. Ed ecco che iniziamo a fare una salita sterrata
in mezzo al verde che ci porterà al Castello di Palmela. Un luogo di rilevanza culturale e storica che, tra due
navi, ospita la chiesa di San Giovanni e reperti storici della cultura dell’800’, insieme a viste panoramiche che
danno nozione concreta all’immensità degli scenari che hanno dato la spinta all’esplorazione oltre oceanica
proprio partendo da questi posti. Il Castello domina il territorio dall’alto fino al confine dell’orizzonte con
l’oceano (la vista verso la zona di Troia) ed è sede della festa della Vendemmia locale durante la prima
settimana di settembre (oltre ad alloggiare reperti storici ed essere sede anche di un noto albergo internazionale).
Link to Panoramic View:
http://www.panoramicearth.com/map/palmela.html?vt=6806
Scendiamo quindi addentrandoci nelle panoramiche di Setubal e arriviamo alle zone di spiaggia nelle quali
faremo una sosta per ammirare il paesaggio, prima di risalire i tornanti per arrivare al parco dove faremo la pausa
pranzo. In questo punto un altro poliziotto amico del gruppo ci fa parcheggiare le moto sul marciapiede di fronte
alla spiaggia.., bella vista anche per tutti i passanti che si fermano ad apprezzare i nostri bestioni attrezzati.
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Dopo mezz’ora continuiamo e risaliamo le panoramiche in mezzo a splendide viste sul mare-oceano e ci
fermiamo a pranzo in un punto boscoso al fresco, dove ci riforniamo col panino + bevanda + frutta previsti per
ognuno di noi. Poco prima poi avevo passato le coordinate gps esatte del posto a Tom che, proprio ora, sta
arrivando dalla Slovenia. Ed ecco che a metà pranzo ci raggiunge insieme a Teja e a una stanchezza che lasciano
vedere lo sforzo che ha fatto per arrivare in un giorno e mezzo dalla Slovenia fino a noi.., (la metà del tempo
delle nostre tirate di chilometri!)
I percorsi continuano sulle zone panoramiche fino a scendere nelle vie veloci che ci porteranno al Cristo Rei
(l’imponente statua che si alza dagli 82 metri della vista panoramica sul fiume Tagus e che fu costruita con
l’accordo della sede papale, ebbe una rilevanza tale da costituire di per sé una motivazione in più per non far
entrare il Portogallo nella seconda guerra mondiale). La sua costruzione fu completata, dopo 10 anni di lavoro,
insieme al Cristo Redentore in Sao Paolo - Brasile e offre (oltre al momento particolare di fede per chi arriva)
una vista panoramica completa sul golfo nel quale si trova Lisbona; da lì sembrava piccolo anche l’insieme di
tutte le moto parcheggiate che, comunque, era già ben più della metà della dimensione definitiva che l’ACIM
avrebbe raggiunto alla fine di questa giornata.
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Dopo questo emotivo percorso rientriamo al ristorante-albergo in tempo per sistemarci e riposarci un attimo
(almeno mezz’ora di recupero dopo 4 giorni di 3.000 km percorsi e senza aver mai superato le 6 ore di sonno…).
Il percorso nel bel mezzo del traffico è impegnativo anche per la nostra guida portoghese, tenendo in
considerazione la necessità di coordinare un gruppo che deve continuare insieme anche nelle condizioni di
traffico intenso di una città come Lisbona.
Così arriviamo e abbiamo l’opportunità di salutare e dare il ben arrivato al nostro caro gruppo italiano, come
anche agli amici francesi appena arrivati; ora sì che il gruppone inizia a prendere la dimensione prevista, con
circa 40 moto di presenza continua e ancora più amici per incontrarci. Questa sera faremo una cena – buffet in
un elegante ristorante e … ragazzi! Che modo di mangiare e che qualità di pasti e sapori. Dall’aperitivo ai pasti
principali, passando per i dolci e finendo nelle bevande con tanto di sangria e piccole coppette di liquore alla fine
(tanto per non perdere l’abitudine di concludere il tutto col nostro classico “amazzacaffé”).
In mezzo alla cena ci raggiunge anche il resto del gruppo sloveno, con altre quattro moto che vanno a completare
la partecipazione prevista ed è già festa di brindisi per l’arrivo con tutti quanti; tanti si vedono per prima volta,
ma rientrano subito nella cordialità che caratterizza il gruppo formato da persone provenienti da ben 10 nazioni
messe insieme.
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Conclusa questa cena di arrivo non possiamo fare altro che guidare il gruppo verso il ristorante-caffè con tanto di
gps, ma anche con percorsi che ci portano di nuovo su uno sterrato per l’arrivo - negli ultimi cinque chilometri
dall’albergo - e gli amici iniziano a credere che veramente le ruote della mia Rally Raid si mettano d'accordo col
Gps sugli itinerari da seguire …
Sabato 09/07 – Il giorno centrale dell’ACIM
Il gruppo è al completo ed il clima fra i partecipanti è ideale. Ora
siamo tutti in attesa delle istruzioni che riceveremo per incanalarci
tra le strade, gli scenari e il divertimento da tanto tempo organizzato
… proprio per oggi!
La proposta del giorno principale dell'ACIM include il corolario di
tanti chilometri percorsi, così come i momenti con gli scenari più
speciali che abbiamo vissuto a Lisbona.
La mattina, dopo la prima colazione, il gruppone al completo è pronto per ripartire. Stavolta ci siamo tutti, con
più di 40 moto e 52 partecipanti con anche qualche aggiunta dell’ultimo momento, con qualche compagno di
viaggio in più arrivato dalle Isole Canarie, dalla Slovenia e da gruppi stradali del Portogallo.
Primo itinerario: arrivare al ponte XXV aprile (il principale accesso alla città davanti al Cristo Rei) in modo
agile, quindi prepariamo le monete per i 0,60 cent del pedaggio e dopo 15' di percorrenza siamo al posto di
parcheggio dopo il casello autostradale, aspettando che tutto il gruppo finisca di pagare il pedaggio. Dovendo
arrivare in centro-città, cosa fare di meglio se non chiedere ai gentili poliziotti portoghesi se non ci fanno da
scorta per arrivare (visto che proprio al parcheggio in ci siamo fermati c'erano già cinque moto della polizia
pronte per i loro servizi)?
Ecco che la richiesta di Carlos (il nostro coordinatore in loco) viene accolta di buon grado dalla polizia locale e
15 minuti dopo siamo in partenza sul ponte XXV aprile … ecco che un “piccolo” dettaglio fa diventare unico
questo momento: due moto della polizia si piazzano davanti ai primi del nostro gruppo e prima di partire
bloccano il traffico del ponte in entrata alla città!! I rispettosi conducenti portoghesi, quindi, non si spostano
dalla loro postazione finché non é passata l'ultima delle nostre moto (davanti alla quale c'eravamo noi -vedi
LINK filmato-). Di conseguenza viene letteralmente fermato il ponte di Lisbona che, nelle corsie in entrata alla
città, si apre al solo traffico delle nostre moto, mentre per 5 indimenticabili minuti percorriamo l'intero ponte
senza essere raggiunti da nessun veicolo e con tutto lo scenario per noi: incredibili sti ragazzi portoghesi!!!
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Continuiamo quindi la scia del serpentone con le sirene delle due moto che ci scortano e ci aprono il traffico
della città fino ad arrivare alla Torre Belen e ai palazzi circostanti … 15 minuti di traffico solo per noi, passando
sia i semafori rossi sia il traffico che assecondava il nostro passaggio, anche con qualche saluto da chi si
accorgeva del gruppo di moto che – per forza – arrivava da qualche posto al di là delle frontiere portoghesi.
Ci fermiamo davanti al Monastero Dos Jeronimos e approfittiamo di un’ora libera per scattare foto, assaggiare lo
squisito “pane di Belen” e acquistare le cartoline e gli adesivi di dovere che testimoniano la nostra presenza in
questi bei posti. L’imponente palazzo fu fatto costruire da Re Manuele I in commemorazione del ritorno del
navigatore portoghese Vasco de Gama che, con la scoperta della rotta per l’India, aprì le porte ad un’evoluzione
nel commercio transazionale mai conosciuto fino ad allora.
LINK online
Ore 12:30 e il gruppo si ricompatta nuovamente approntando la partenza verso un altro posto unico; ci
indirizziamo verso la zona di Estoril – Cascais, dove attraverseremo diverse zone di lungomari panoramici con
l’intento di provare a visitare i palazzi storici in zona Madeiras. Purtroppo però ci gioca contro il traffico estivo
della zona, nel quale risulta difficile muoversi e mantenere unito un serpentone di moto come il nostro. Così
arrivati nel centro storico, seppur a malincuore, decidiamo continuare strada andando dritti verso la seconda
meta che ci aspetta e che è una delle principali di tutto l’ACIM, ovvero raggiungere Cabo da Roca, il punto
estremo ovest del continente europeo.
Alle ore 14.00 arriviamo ad uno dei luoghi geografici più attesi dell’incontro e prendiamo posto per pranzare
proprio vicino alla torre che, storicamente, salutava la partenza di tante navi che a inizio millennio salpavano alla
ricerca del “al di là” del mondo allora conosciuto dalla civilizzazione europea.
Qui quindi facciamo il nostro pranzo al sacco, sedendoci in diversi gruppi sorti spontaneamente, mentre
scattiamo foto panoramiche e acquistiamo souvenir … L’idea (dopo pranzo) balza subito in testa a diversi di noi:
e se spostassimo le moto proprio accanto alla torre principale che saluta l’oceano, in modo da poter fare la foto
panoramica del gruppo?
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Ecco che nasce così uno degli altri momenti indimenticabili dell’incontro, con due moto (una Caponord di serie
e una nella versione Rally Raid) che vengono sistemate nel punto panoramico. Ci sono voluti circa 10 minuti
per riuscire a raggrupparci e provare a scattare le nostre foto, per via della quantità di turisti che – incuriositi –
hanno capito che si trattava di un momento e un’immagine unica e quindi si sistemavano di fronte a noi e
accanto le moto, scattando altrettante foto e salutando i partecipanti.
Dopo questo tram-tram riusciamo finalmente a raggrupparci e a farci fare le foto panoramiche che volevamo dai
turisti stessi, che salutano il nostro bel gruppo con un insieme di saluti, applausi e risate … che bel momento!!!
Così l’insonnia pomeridiana sparisce e passiamo circa mezz’ora a scattare foto, salutare e salutarci e a divertirci
anche con qualche turista che “guarda caso” risulta essere la solita giapponesina turno che ci ha scattato foto a
più non posso e che – in premio – finisce per l’essere portata dalle braccia dal nostro coordinatore dritta sulla
sella ad una delle due Caponord, dove si farà scattare una bella foto ricordo anche lei; ci si diverte alla grande e
questo gruppo di amici, per lo più contatati tramite internet, sembra essersi conosciuto una vita fa, pur parlando
cinque lingue diverse e arrivando da 10 nazioni distinte.
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Dopo questo commovente momento ci raggruppiamo e sappiamo di doverci affrettare per proseguire con altre
due importanti tappe di questa giornata principale dell’ACIM.
Indirizziamo quindi le ruote verso sud e, dopo 20 minuti di belle panoramiche sulle spiagge, ecco che iniziano ad
apparire i primi ponti e i segnali di avvicinamento all'opera che vedevo già nei riferimenti pre-viaggio e che fu,
per alcuni anni, il ponte più lungo al mondo. Ecco che subito dopo ci troviamo a goderci lo splendore dello
scenario dell’oceano nei 16 km del ponte Vasco de Gama; da un lato l'acqua dell'estuario attorno Lisbona,
dall'altro lato la panoramica sull'oceano Atlantico. Aria fresca, sole, luci e belle immagini accompagnano il
nostro gruppone accumunato ora dalla stessa soddisfazione nell’incolonnarci su questa imponente infrastruttura.
Siamo qua, siamo noi ed ora è il momento migliore che abbiamo per regalarci questi chilometri, quale premio
per aver accettato di investire e credere nell'affidabilità delle nostre moto e compagne, inoltrandoci in distanze
che, in pochi, farebbero con motori che contano - in non pochi casi - ben oltre 100000 km all’attivo.
Ecco che le dimensioni di questo ponte non sembrano altro che l'estensione naturale delle frontiere che le nostre
care Aprilia Caponord sono disposte a continuare a farci attraversare.
Stop breve ad un benzinaio e cogliamo l'attimo per mettere insieme tutte le Rally Raid presenti, così anche loro
lasciano la traccia nelle immagini del viaggio, come già lo hanno fatto nelle nostre esperienze.
Ora la strada continua e ci aspetta un altro appuntamento importante, per apprezzare e conoscere parte della
cultura e della produzione vitivinicola del Portogallo. La nostra guida ci fa strada e alle 17.00 precise arriviamo
all'azienda di vini Freiras dove ci aspettano con tanto di visita guidata e degustazioni sul posto, per assaggiare le
diverse qualità dei vini qui prodotti.
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Le guide (un ragazzo e una ragazza dell'azienda) scelgono di spiegarci tutto in inglese, dando così luogo ad
un’altra situazione tipica di questi incontri alla quale l'ACIM ci ha abituati; i discorsi vengono tradotti in
simultanea nelle cinque lingue presenti, quale suono dello spirito di gruppo che per noi è già parte della
quotidianità e che magari fosse così facile da ritrovare in tanti ambiti transnazionali di scambio.
Nelle spiegazioni dalle nostre guide emerge la ricchezza naturale del posto, dove due fiumi sotterranei
confluiscono per dare vita ad una terra estremamente fertile, anche con caratteristiche superficiali molto più
ruvide. Data la quantità dei partecipanti (siamo sulla soglia dei 60 visitatori) ci organizziamo in due gruppi, allo
scopo di coordinare in modo migliore anche le spiegazioni per tutti. Infine ci sarà la degustazione di quattro
tipologie di vini con tanto di spiegazione sull’origine, la produzione e la destinazione di ogni produzione. Sono
veramente gentili e poi scopriremo parte di queste produzioni anche in un’altra sorpresa (di cui parleremo più
avanti) ma che iniziamo a degustare e assaggiare sin d’ora.
Finita la degustazione, ci indirizziamo verso la sede dell’ACIM su di un altro percorso stradale; abbiamo giusto
il tempo per sistemarci e recuperare energie, mentre vengono sistemate le sale e tutto il necessario per La Serata
ACIM.
Alle ore 21:30 siamo tutti pronti e sembra anche strano che, anche con un fuso orario in ritardo di un’ora a
confronto dell’Italia, comunque il sole non se ne vada via fino alle 22:00… è bello sentire che le giornate si
estendono finché non si sono colte tutte le opportunità dell’oggi e, specialmente, mentre stiamo entrando in sala
dopo un anno esatto da quando ci siamo trovati a cenare così, tutti insieme e con lo stesso spirito delle altre
edizioni dell’ACIM.
Quindi iniziamo a sistemarci ed è bello vedere i cinque tavoli previsti pieni di amici, racconti di esperienze in
tante lingue, aspettative per futuri viaggi e voglia di gustarsi quello che offre proprio il giorno di oggi: tanti
prodotti di mare, lo squisito baccalà in tante ricche preparazioni che non conoscevamo e la cordialità degli amici
portoghesi che, veramente, si fanno in quattro per agevolare ogni singolo passaggio.
Si inizia con un antipasto di insalata mista del posto che, in tanti, prima tentavano solo assaggiare e poi, quando
ci siamo accorti del sapore, si è dato via ai bis e tris già dal contorno di entrata alla cena. Così, quando sono
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arrivate le altre pietanze, abbiamo continuato ad accumulare energie nella consapevolezza di divertirci anche
assaggiando sapori unici, portati a tavola e preparati appositamente per noi.
E allora ci è venuta l’idea di come organizzare il momento di scambio fra tutti quanti … avevamo già tutti gli
ingredienti: in primis l’amicizia, poi i gadget (capellini) con cui Aprilia è voluta essere presente alla festa e
anche delle sorprese annunciate (come gli adesivi del evento) e altre inaspettate, come il souvenir in acrilico
realizzati con la sagoma delle nostre Caponord e, infine, persino una produzione ad-hoc del vino Freiras rosso,
con tanto di sigillo in cera lacca e fascia commemorativa del nostro incontro. Il modo ideale di rendere giustizia
e dare il giusto riconoscimento a questo momento (ma anche a tutto ciò che ci ha condotti fino qui) è stato quello
di chiamare ognuno dei partecipanti, ogni singolo pilota, per ricevere da uno dei partecipanti del gruppo
portoghese l’insieme dei vari gadget – ricordo.
Così la consegna si è svolta tra risate, foto, applausi e abbracci …, in tanti momenti, mentre chiamavo un
partecipante per nome, mi accorgevo poi di come beccava proprio l’amico più idoneo dal Portogallo per
consegnarli i suoi gadgets, sarà forse per lo stesso tipo di compatibilità nell’amicizia e nei caratteri con cui ci
siamo trovati in tutti gli itinerari, o forse sarà anche per questo che tutti quanti siamo in sella ad una Caponord!
Una compatibilità innata che ci fa scegliere gli stessi momenti, mezzi e modi di vedere la realtà.
La serata scorre veloce come ogni momento immensamente goduto e quasi non ci siamo accorti del tempo
impegnato per la consegna dei gadget a tutti i partecipanti, ma non per questo ci siamo scordati di regalare un
grande applauso a Carlos “Antibiotico” Calado che, nel suo ruolo di coordinatore, ha pianificato tutta la
logistica portoghese dell’evento; è garantito e provato che da una settimana prima dall’evento fino all’ultimo
giorno del nostro incontro, avrà dormito al massimo 4 o 5 ore per notte … ecco la passione e i risultati che
provocano l’imbattersi in uno scopo come questo evento, ed ecco l’effetto provocato in ognuno dei partecipanti.
La serata si è rivelata il momento migliore per salutarci tutti quanti e ringraziare la presenza di ognuno di noi,
quale anima viva dell’essere parte di questa piccola-grande comunità.
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11/07 – Domenica di ultimi percorsi e di rientro
Da ieri sera sapevamo che alcuni sarebbero partiti già dal mattino
presto quindi, a fine cena, ci siamo scambiati i saluti e gli auguri di
buon viaggio che avrebbero poi accompagnato tutti coloro che
dovevano intraprendere la strada di rientro la domenica mattina.
La proposta per la mattina di questa domenica era percorrere le zone del parco naturale attorno a Setubal,
arrivando alla cima più alta e al punto da dove si salutavano i pescherecci, pregando per coloro che
intraprendevano l’avventura partendo in barca da queste sponde.
Il percorso però passa prima dalla zona di costa di Sesimbra dove panoramiche mozzafiato ci accompagnano,
mentre ora incrociamo tante moto e anche biciclette che hanno scelto una domenica di estate per regalarsi questo
scenario. Ci fermiamo in uno dei punti panoramici e da qui possiamo apprezzare non solo il profondo blu
dell’oceano, ma anche le spiagge da dove siamo passati giorni prima, nonché la panoramica sui posti salienti
della città di Lisbona che si trovano in riva all’oceano.
Una panoramica che rimane impressa anche nei ricordi di chi come noi deve essere pronto a rientrare, senza però
scordarsi di tenersi per bene nella memoria e nel cuore scenari come questi.
Così siamo partiti attorno le 10:00 per arrivare, un’ora dopo, davanti alle splendide panoramiche di mare che ci
hanno accompagnato lungo la strada fino al Santuario de Cabo Espichel. Chiesa locale, punto di preghiera per i
marini che salpavano e punto panoramico di una bellezza unica (LINK) dove sulle cime si sente il ronzio del
mare, il suono del vento oceanico e si possono ammirare le acque cristalline di cui si vedono i fondali anche a
100 metri di altezza. Questo diventa il saluto migliore a queste terre in cui, in soli tre giorni, ci siamo regalati il
piacere di essere guidati da mani esperte della zona e dei rapporti in loco.
Aprilia Caponord International Meeting 2011 – Report Integrale
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Altre foto con le moto, la continuità degli amici portoghesi che ci guidano e organizzano ancora il traffico e il
percepire anche certe passioni del luogo, come la gente che sceglie di mettersi nei punti panoramici per vedere
sfrecciare le moto ipersportive tra le curve e i saliscendi. Forse anche per quello salutavano un insieme di moto
come le nostre? L’importante è che abbiamo avuto questa opportunità e, di rientro a pranzo, veramente ci tengo a
salutare e ringraziare tutti quanti per uno sforzo organizzativo che per noi è diventato un momento unico e
irrepetibile. Personalmente non conoscevo il Portogallo e credo di essermi portato a casa un’immagine e delle
sensazioni ben diverse da quelle di un “turista tradizionale”.
Concludendo il giro … con altri 2.500 km ancora da fare
Il rientro diventerà un’altra storia di sforzo e di km da macinare, specie tenendo in considerazione fatti come
incidenti (senza conseguenze personali) in itinere, necessità (già previste) di manutenzione e, per fortuna anche,
il raggiungimento dei primi 100.000 km della mia Caponord. Però questo è già parte di un’altra storia, nel
frattempo ringrazio e ringraziamo (il club di Aprilia.MotoTourOnOffRoad.it) l’opportunità di appartenere ad
una comunità come quella che ci siamo ritagliati, la possibilità (data sia dalla moto, sia dalle famiglie e dagli
impegni) per tanti di noi di poter portare la propria cara zavorrina (fidanzate, mogli, figlie e amiche) che hanno
condiviso con noi questi momenti diventati così indimenticabili. Questo confermando lo stesso spirito che ci ha
fatto scegliere la nostra cara moto: avventure senza confini, amicizie al di là dell’immaginazione e la
predisposizione a rischiare andando avanti, nella certezza di sapere che a questo equilibrio instabile su due
ruote si accompagna sempre la sensazione di portare avanti i propri obiettivi, anche dovendo subire la
stanchezza e/o le intemperie e accettando le eventuali “manutenzioni in itinere”.
Alcuni di noi hanno avuto degli inconvenienti e non sono arrivati al luogo di ritrovo generale di avvio
dell’evento. Per fortuna gli inconvenienti in itinere sono stati di non grave entità ma va anche a loro il nostro
ringraziamento per averci provato. Altri sono rientrati subendo anche qualche incidente di traffico (tra i ragazzi
sloveni) ma con la volontà di rialzare la moto, mettere tutti i nastri necessari per ripartire e risistemare tutti i
pezzi velocemente, per poi ritrovarci ancora in un altro giro sulle sponde tra Croazia e Slovenia. E mentre stiamo
pubblicando questo Report.., alcuni gruppi ci informano già di altri giri che stanno facendo in: Bosnia, Jerez,
Francia e Germania. Ecco lo spirito con cui tutti abbiamo salutato l’evento, promettendoci di partecipare alla
prossima edizione, tutti quanti sappiamo di essere parte di questo evento che, ormai, è diventato “ il nostro”
momento:
Aprilia Caponord International Meeting: grazie per esserci!
Quale sarà la prossima destinazione dell’ACIM? Stay tunned on the Blog!