BaBasho_Haiku (alcuni)sho Haiku(Alcuni)

Post on 11-Aug-2015

52 views 0 download

description

Poesia

transcript

HAIKU

Basho

Al profumo dei pruni,

d’improvviso, appare il sole,

sul sentiero montano!

Il vecchio stagno!

La rana salta:

tonfo dell’acqua.

Il canto delle cicale

non da’ segno

del loro vicino morire.

La separazione:

l’ape sguscia

dagli stami della peonia.

A un peperone

aggiungete le ali:

una libellula rossa.

Il cavallo ha brucato

l’ibisco della siepe

sul ciglio della via.

Quando guardo attentamente

vedo il nazuna che fiorisce

sull’orlo della siepe.

Verrà quest’anno la neve

che insieme a te

contemplai?

Anche i cinghiali travolge

l’uragano

d’autunno!

Mare burrascoso:

attraverso l’isola di Sado

si stende il Fiume del Cielo.

Raccogliendo tutte le piogge di maggio

corre rapido

il Mogami.

Su un ramo spoglio

si posa un corvo

nel crepuscolo d’autunno.

Nella brezza primaverile

colla pipa in bocca

il mastro barcaiolo.

Vieni a sentire

la voce dei tarli

nel romitaggio di paglia.

Un cuculo.

La grande notte di luna

penetra il bosco di bambù

Gli occhi del falco

ora si irrigidiscono

mentre la quaglia garrisce.

Ammalato nel mio viaggio,

il sogno percorre

pianure aride.

La prima neve

piega appena

le foglie dell’asfodelo.

Nobiltà di colui

che non deduce dai lampi

la vanità delle cose.

È il riso mescolato d’orzo,

o è l’amore che fa gemere

la femmina del gatto?

Il fiume Mogami ha tuffato

le fiamme del sole

nel mare.

Prima festosa,

poi subito triste,

la barca dei cormorani!

Affaticato

alla ricerca di un tetto…

I fiori di glicine!

Nel profumo dei fiori del pruno

selvatico

improvviso sorge il sole

sul sentiero di montagna.

Sono un uomo

intento a mangiare il suo riso

in mezzo ai convolvoli.

Il mio cavallo cammina

per la pianura d’estate.

Io: in una pittura.

Quieta dimora:

un picchio becca

sui pali.

Il verme del ravizzone

tremola al vento d’autunno

senza mutarsi in farfalla.

Passero amico

non beccare il tafano

che succhia i fiori.

La notte di primavera e’ finita.

Sui ciliegi

sorge l’alba.

Sapendo che mangia la serpe

orrenda la voce

del fagiano verde.

Sul valico montano

stanco riposo

al canto dell’allodola.

L’usignolo!

dietro ai salici,

davanti al boschetto.

Mancando l’olio,

durante la notte

la luna alla finestra!

Non ti dimenticare

i fiori del susino

nel folto del bosco.

Il ponte del Seta

appare fra i veli

delle pioggie di maggio.

Capodanno:

penso alla sera

di un desolato autunno.

In questa terra

sono tutte vive

le cose che appaiono agli occhi.

Attraverso la landa d’estate

ci guida un uomo che porta

un fascio di fieno sul dorso.

Inosservati ai viandanti

i fiori del castagno

sulle gronde della casa.

Anche se soffia

il vento d’autunno

sono verdi i ricci del castagno.

Foglie cadute

nel giardino del dio,

trascurato nell’assenza.

Risvegliati, risvegliati!

farò di te un’amica,

farfalla che dormi.

Nei campi di ravizzoni

i passeri

come occhi che guardano i fiori.

Nel mattino di neve

anche i cavalli

ammaliano gli occhi.

L’ aroma sottile

di fiori sconosciuti

da ignote piante fiorite!

Una camelia

cadendo ha traboccato

l’acqua racchiusa.

Dove il cuculo

svanì alla vista

c’e’ un’isola solitaria.

Ho piantato un banano

e subito aborro

i germogli di canna.

Il fiume Oi

spazza le nubi

delle piogge di maggio.

Benché mi sia levato

nove volte dopo la luna

non e’ che la settima ora!

Anche i corvi

sono belli

nel mattino di neve.

Come la mia solitudine

e’ caduta una foglia

di paulonia.

La farfalla

cambia dimora sul salice

ad ogni soffio di vento.

Acqua gelida:

il gabbiano

non può riposare.

Alla prima pioggia violenta

anche la scimmia vorrebbe

un mantellino di paglia.

L’ombra caduta sul mare:

i gridi dell’oche selvatiche

deboli e stanchi.

Le nubi di tanto in tanto

ci danno riposo

mentre guardiamo la luna.

Quale dita toccheranno

in futuro

quei fiori rossi?

Maestà della quercia

noncurante

dei fiori!

E’ quasi pronto lo scenario di primavera:

la luna,

il prugno.

Vaso pei polpi!

un fragile sogno

sotto la luna d’estate.

Vecchio villaggio:

nessuna casa

senza un albero di diosperi.

Divini raggi di sole

sulle foglie verdi,

giovani!

Dormire profondo

sul dorso della pietra

dove sbocciano i garofani!

Potessi usare le maniche dello spaventapasseri

nel sonno

contro i geli di mezzanotte

Fragranza di crisantemi

nella regione di Nara

doviziosa di antichi Buddha!

Sul crisantemo bianco

non si vede nemmeno

una traccia di polvere.

Erba d’estate:

guerrieri,

vestigia di sogno.

Il canto del cuculo

si adagia

sulla superficie dell’acqua.

Oh! L’allodola

cui non basta cantando

la lunga giornata.

E ora andiamo

fino al luogo

dove contemplare la neve.

Profondo autunno:

i miei vicini

chi mai saranno?

Forse, nascosti fra gli alberi,

stanno ascoltando il cuculo

anche i raccoglitori di tè.

L’uccellatore

forse ha gettata la canna

ascoltando il canto del cuculo.

Al chiaro lume della luna

sembravano fiori

le piante di un campo di cotone.

Nuvole di fiori:

e’ la campana di Ueno?

la campana d’Asakusa?

Gloriosa luna!

Ho vagato intorno allo stagno

tutta la notte.

Sul monte Yoshino

ti mostrerò i ciliegi,

o cappello di tuia.

Porterò a Yedo in dono

il vento del Fuji

nel mio ventaglio

Nel silenzio

lo stridio delle cicale

penetra nelle rocce.

Mentre canta l’allodola

i gridi del fagiano

battono il tempo.

Oh! L’oscillante lespedeza

che non versa una stilla

della bianca rugiada!

Nel sentiero montano,

la grazia:

un cespo di viole.

L’anno è finito:

metto il cappello,

calzo i sandali di paglia.

Per questa strada nessuno cammina

stasera,

d’autunno.

Questi fiori di ciliegio

hanno riportato al pensiero

tante memorie.

Affidai al salice

tutti i moti

del cuore.

Tutta la famiglia

col bastone, i capelli bianchi

visitando le tombe!

Le piogge di maggio

sembra che non abbiano toccato

la Sala splendente

Anche il Fuji è invisibile

quando è ricoperto di una nebbia

piovosa:

anche quel giorno è piacevole.

Tutta la voce

consumata nello strillare:

resta il guscio della cicala

Foglie cadute

sul giardino che sembra vecchio

cent’anni.

Amico, accendi il fuoco

ti mostrerò

una palla di neve.

Batte alla porta

del tempio di Mii

la luna di stanotte.