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Banca Capasso Antonio S.p.A.
Codice fiscale, partita IVA e numero di iscrizione CCIAA di Caserta 00095310611 Capitale Sociale 16.800.000 i.v.
Riserve 16.072.623
Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia
Relazione e Bilancio
esercizio 2016
104° ESERCIZIO
BANCA CAPASSO ANTONIO Società per Azioni Fondata nel 1912
Sede di Alife (Caserta)
Filiale di Piedimonte Matese (Caserta) Filiale di Faicchio (Benevento)
Filiale di Pietramelara (CE)
Sede sociale Piazza Termini, 1 81011 Alife (CE) Codice fiscale, partita IVA e numero di iscrizione
alla CCIAA di Caserta 00095310611 sito web www.bancacapasso.it
Capitale Sociale
€ 16.800.000 i.v.
Riserve € 16.072.623
Aderente al Fondo Interbancario
di Tutela dei Depositi e al Fondo Nazionale di Garanzia
Banca Capasso Antonio S.p.A. _______________________________________________
Cariche sociali al 31 dicembre 2016
Consiglio di Amministrazione
Presidente Pietro Matrisciano
Amministratore Delegato Salvatore Capasso Vice Presidente Rosa Anna Rita Capasso Consigliere Sisto Bisceglia
Collegio Sindacale
Presidente Massimo Iaselli
Sindaci Effettivi Gianluca Magliano Antonio Izzo Sindaci Supplenti Claudia Antonucci Rosa Caserta Società di Revisione
PRICEWATERHOUSECOOPERS S.P.A.
Banca Capasso Antonio S.p.A. _______________________________________________
Relazione sulla gestione e Bilancio al 31 dicembre 2016
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Signori azionisti,
il nostro pensiero va innanzitutto alle vittime e ai feriti dei disastrosi terremoti che si sono
succeduti nel corso del 2016 nell’Italia Centrale, colpendo le regioni dell’Abruzzo, delle
Marche, dell’Umbria e del Lazio, in più riprese, nonché alle famiglie che hanno subito la
perdita dei loro cari e delle abitazioni, nonché alle imprese, soprattutto quelle agricole, che
hanno visto sbriciolarsi le loro attività costruite con i sacrifici di una vita.
Gli eventi sismici del 2016 hanno avuto inizio ad agosto con epicentri situati tra l'alta
valle del Tronto, i Monti Sibillini e i Monti dell'Alto Aterno. La prima forte e significativa
scossa si è registrata il 24 agosto 2016 e ha avuto una magnitudo di Mw 6.0, con
epicentro individuato lungo la Valle del Tronto, tra i comuni rietini di Accumoli e Amatrice e
quello di Arquata del Tronto in provincia di Ascoli Piceno. Due potenti repliche sono
avvenute il 26 ottobre 2016 con epicentri al confine umbro-marchigiano, tra i comuni della
Provincia di Macerata di Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera. Il 30 ottobre 2016 è
stata registrata la scossa più forte, di magnitudo Mw 6.5 con epicentro tra i comuni di
Norcia e Preci, in Provincia di Perugia.
Notevoli i danni alle infrastrutture, alla rete viaria, alle scuole, agli ospedali e alle linee
elettriche. Le scosse hanno causato anche vasti danni al patrimonio culturale dell’aerea,
soprattutto quella del 30 ottobre che ha totalmente distrutto la Basilica di San Benedetto a
Norcia e il delizioso borgo di Castelluccio di Norcia, a ridosso del monte Vettore, emblema
del Parco Nazionale dei Monti Sibillini per le sue peculiarità storiche, naturalistiche ed eno-
gastronomiche.
Vale la pena di riportare alcune considerazioni dello scrittore, saggista e docente
all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, Giuseppe Lupo1 apparse sul quotidiano Il
Sole 24 Ore il giorno della prima scossa di terremoto.2
“...Chi nasce sull’Appennino è abituato a sentire i sussulti della terra, convive
con l’idea di una sicurezza perduta, si fa una ragione di questa instabilità che da
geologica diventa esistenziale; addirittura, per celia, assimila il fenomeno delle scosse
ai rigurgiti notturni, alle tossi, ai malanni che ogni tanto capitano alle persone anziane.
L’Appennino va interpretato anche così: è un nonno o un bisnonno dall’aspetto di un
patriarca che dorme avvolto dal silenzio, ogni tanto si scuote, si volta sull’altro fianco nel
letto, riprendendo il sonno. In questo essere un luogo anomalo rispetto a un’epoca come
1 Professore associato alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sede di Brescia, Dipartimento di Scienze storiche e filologiche. 2 Il Sole 24 Ore 24 agosto 2016
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la nostra, terragno e non ancora liquido (forse liquido non lo sarà mai), in questo essere
territorio dove il tempo transita più lentamente che altrove, sta la chiave di lettura
attraverso cui comprendere le ragioni per cui chi ci abita ama rincorrere il mito di altre
geografie, desidera fuggire verso il teorema di una modernità urbana e mercantile, vuole
abbandonare case e terre in nome di un astratto dinamismo, di un bisogno di vita allegra.
...L’Appennino è una terra che ogni tanto si scuote dal letargo e spinge i suoi
figli verso altri mondi, è una culla da cui non ci si può non allontanare, se non altro per
provare l´ebbrezza di Ulisse che deve conoscere il mondo, magari cadere anche nell’errore
di sfidare gli dei, prima di assaporare la gioia della propria Itaca. Ma è anche un’arca di
sogni e di desideri (da nessun’altra parte di mondo si aspetta il day after, come gli abitanti
di Rieti hanno atteso l’alba dopo il buio che ha accompagnato la prima scossa), e un luogo
di vigilie e di notti insonni, spese a progettare il futuro, a ipotizzare come sarà il domani.
Potrà sembrare un paradosso, ma è proprio sull’Appennino che fioriscono le utopie, non
nei luoghi di pianura o lungo le coste. Ne cito quattro: da Nomadelfia di don Zeno alla
comunità di Montesole di Giuseppe Dossetti, dal cristianesimo come riattualizzazione del
vangelo riscritto da Francesco d’Assisi al cristianesimo come rifiuto di Celestino V. Sembra
quasi che Dio parli con una lingua diversa, anzi che proprio lassù avvenga il miracolo di
una religione inedita”.
Signori azionisti,
il 27 ottobre 2016, a 104 anni dalla fondazione, è stata inaugurata nel Comune di
Pietramelara (CE), in Via Libertà n° 13, la quarta Filiale della Banca Capasso Antonio, dopo
quella dei Comuni di Piedimonte Matese (CE), aperta il 22 marzo 2004 e di Faicchio (BN),
aperta il 1° ottobre del 2007. La struttura ‘Open’ con cui i locali sono stati allestiti
costituisce un tratto distintivo della nuova Filiale e rappresenta il nuovo modello di servizio
al quale vuole proiettarsi la rete commerciale della Banca. La caratteristica della formula
“Open” è l’unire alla libertà di movimento e alla comodità, i necessari ambiti di privacy per
dedicarsi ai propri investimenti e risparmi.
Viene così ad essere presidiato il territorio nelle immediate vicinanze dell’importante nodo
stradale e ferroviario di Vairano Scalo e in parte completata la presenza nell’area del Medio
Volturno.
L’inaugurazione della nuova Filiale rappresenta, pertanto, un ulteriore tassello nel percorso
di crescita e vicinanza della Banca Capasso al territorio.
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Sentiamo il desiderio di esprimere i più vivi auguri al direttore della nuova Filiale, sig.
Angelo Uzzo, e al sig. Renato Capasso che lo coadiuva.
Signori azionisti,
il 2016 può essere ricordato come l’anno della rottura degli equilibri globali, l’anno in
cui sono venuti “al pettine” tutti i nodi e le contraddizioni che hanno caratterizzato la scena
mondiale dall’inizio del nuovo secolo.
Tralasciando la guerra in Siria e la crisi europea dei migranti o rifugiati, frutto
dell’insensata politica che gli Stati Uniti d’America da anni perseguono nel Medio Oriente, i
terremoti dell’Italia centrale, con i quali il nostro Bel Paese convive da sempre e i cui effetti
hanno acuito le difficoltà economiche in cui da decenni versa l’Italia, il tentato colpo di
stato in Turchia, che ha cercato di rovesciare il potere del 12° Presidente Erdogan e fatto
emergere in maniera clamorosa la divergenza tra gli interessi turchi e quelli occidentali, gli
attacchi suicidi degli affiliati all’ISIS, che hanno colpito diverse zone del pianeta, il
referendum costituzionale indetto in Italia tra l’altro per il superamento del bicameralismo
paritario, la riduzione del numero dei parlamentari e il contenimento dei costi di
funzionamento delle istituzioni, nonché le dimissioni del premier Matteo Renzi, che hanno
riconfermato come l’Italia appaia restia alle riforme e anch’essa facile preda del populismo,
i due avvenimenti che hanno inevitabilmente cambiato il volto dell’Europa e poi del mondo
intero sono stati il voto sulla Brexit e l’elezione alla Casa Bianca di Donald Trump , 45°
presidente degli Stati Uniti d’America.
Il primo ha scosso sin dalle fondamenta la comunità degli Stati Europei sancendo l’uscita
del Regno Unito dalla UE. Il 51,9% degli elettori (17,4 milioni) ha votato per lasciare
l’Unione, contro il 48,1% (16,1 milioni) di chi aveva intenzione di rimanere. La vittoria del
fronte euroscettico, che non era stata prevista dai sondaggi, ha fatto crollare i mercati
europei. Il segnale lanciato dal popolo inglese ha messo in discussione il progetto Europa
e il suo funzionamento e ha dato nuova linfa vitale a tutti i partiti euroscettici. La sterlina è
scesa ai minimi di 30 anni e le borse mondiali hanno bruciato 2.000 miliardi in un solo
giorno. Gli investitori si chiedono se, alla luce dello shock Brexit, i governi della zona euro
avranno la volontà e la capacità di rafforzare il sistema dell’Unione monetaria europea.
La vittoria di Donal Trump alle elezioni presidenziali americane di novembre ha
determinato invece uno sconvolgimento degli equilibri mondiali con un conseguente
inevitabile rallentamento dei processi di costruzione delle aeree di libero
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scambio, con il ritorno al protezionismo vecchia maniera, foriero di scontri anche tra
paesi tradizionalmente amiche come gli Stati Uniti e l’Europa, con danni rilevanti per le
manifatture avanzate ed in generale per i sistemi industriali degli stessi Paesi europei e in
particolare modo per il tessuto imprenditoriale dell’Italia.
Anatale Kaletky, capo economista e co-presidente di Gavekal Dragonomics e autore di
“Capitalism 4.0 – The Birth of a New Economy”, in un articolo apparso sul Il Sole 24Ore il
24 gennaio 2017 ha affermato che ”c’è sempre stata la probabilità che il quasi-collasso del
sistema finanziario globale del 2008 si riflettesse – a distanza di circa cinque anni – in una
serie di problematiche per le istituzioni politiche esistenti e per l’ideologia economica
prevalente”. Precedenti crisi sistemiche hanno sempre avuto come conseguenza un
cambiamento di rotta come è successo con le rivoluzioni del 1840, a cui seguì
l’imperialismo liberale; oppure con la Grande Depressione degli anni ’30 che alimentò il
pensiero keynesiano o la Grande Inflazione degli anni ’70 che sfociò nel fondamentalismo
di mercato Thatcher-Regan. “Che il Trumpismo – inteso come risposta differita alla crisi
del 2008 – intenda annunciare la nascita di un nuovo regime capitalistico?” – si interroga
l’autore.
Per il premio Nobel Joseph Stiglitz “non si intravedono squarci di luce nell’oscurità che oggi
grava sugli Stati Uniti ed il mondo”. “L’unico modo – sostiene Stiglitz – in cui Trump potrà
far quadrare le sue promesse di una spesa maggiore in infrastrutture e difesa con i grandi
tagli fiscali e la riduzione del deficit è una forte dose di ciò che una volta si chiamava
‘economia voodoo’ ”. Secondo Stiglitz, Trump rappresenta una rievocazione dell’economia
‘trickle down’ socialmente regressiva dell’epoca Reagan, ossia di quell’effetto
‘sgocciolamento’ secondo cui i benefici concessi ai ceti più abbienti automaticamente
ricadono anche sui più poveri, ma con l’aggiunta di altri due ingredienti letali: una guerra
commerciale con la Cina e la perdita della copertura sanitaria per milioni di persone.
Secondo Simon Johnson del Mit Sloan e del Peterson Institute for International Economics
le priorità delle politiche economiche di Trump sono riflesse nelle scelte fatte per il suo
esecutivo che rappresenta una drammatica transizione verso una vera e propria
“oligarchia”: il controllo diretto dello Stato a opera di soggetti con un sostanziale potere
economico privato.
Non mancano però voci, se non proprio a sostegno, di condivisione del nuovo indirizzo
politico ed economico di Trump come quella di Dani Rodrik, economista dello sviluppo e
professore di Harvard, che pur deplorandone la politica demagogica spera che la sua
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elezione arresti il trend di iper-globalizzazione che si muove più rapidamente più quanto
non sia giustificabile a livello economico.
L’economista e storico dell’economia Robert Skidel Sky, biografo di Keynes, intravede altri
elementi positivi nelle idee politiche di Trump – e anche nella sua filosofia economica. “Il
protezionismo di Trump riprende l’antica tradizione americana di un’economia del
manifatturiero fatto di salari alti e molti posti di lavoro che è affondata con la
globalizzazione”, asserisce Skidelsky, e anche “l’isolazionismo di Trump è un modo
populista di dire che gli Usa devono rinunciare agli impegni che non può e non intende
onorare”.
L’economista francese Jean Pisani-Ferry fa notare che “il passato sembra improvvisamente
più attraente del futuro”, non solo negli Usa, ma anche in Gran Bretagna, Francia e molti
altri Paesi avanzati ed emergenti, Pisani-Ferry propone quattro spiegazioni: una debole
crescita economica, una crescente disparità dei redditi, il cambiamento
tecnologico che elimina i lavori manuali, più un quarto fattore, meno familiare: “La
nuova disuguaglianza ha una dimensione spaziale politicamente saliente. Le persone
istruite e con un buon lavoro tendono a sposarsi e a vivere vicine tra loro, soprattutto in
grandi e ricche aree metropolitane. Anche quelle che restano fuori da queste aree tendono
a sposarsi e a vivere vicine, soprattutto in zone economicamente depresse o nelle piccole
città. Di conseguenza le contee americane conquistate da Trump rappresentano soltanto il
36% del Pil, mentre quelle in cui Hillary Clinton ha vinto rappresentano il 64%. Una forte
disparità spaziale crea ampie comunità di persone senza un futuro, dove si può soltanto
aspirare a spostare indietro le lancette dell’orologio”.
Tutto ciò porta, alla fine, a una domanda: in che modo la presidenza di Trump plasmerà il
pensiero economico globale e il futuro del capitalismo? Edmund Phelps, economista e
premio Nobel, prospetta una prognosi infausta. “L’innovazione americana ha iniziato un
primo processo di declino e contrazione già alla fine degli anni Sessanta”, fa notare, a
causa di “un’ideologia corporativista che ha permeato tutti i livelli di governo”. Vero, “la
Silicon Valley ha creato nuovi settori e migliorato il passo dell’innovazione per un breve
periodo”; ma ora “anch’essa registra un calo dei rendimenti”.
Phelps intravede una soluzione nel rilancio dell’ ”ideologia individualista di cui si alimenta il
capitalismo” e un revival dello “spirito innovativo americano – l’amore per l’immaginazione,
l’esplorazione, la sperimentazione e la creazione”. A suo avviso, però, questo non rientra
nell’agenda di Trump.
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Yoon Young-kwan, ex ministro degli Esteri della Corea del Sud, giunge a una diversa
conclusione. “Siamo in un interregno – scrive Yoon – populismo, nazionalismo e
xenofobia galleggiano sulla superficie di un’ampia trasformazione radicale: un
cambiamento fondamentale su scala mondiale nella relazione tra Stato e mercato”.
Riconciliare questi due domini di attività “rappresenta oggi il tema centrale dell’economia
politica, esattamente come lo era per Adam Smith nel XVIII secolo, per Friedrich List e
Karl Marx nel XIX e per John Maynard Keynes e Friedrich von Hayek nel loro lungo
dibattito a metà del XX secolo”.
E Trump è soltanto il sintomo più acuto di un fenomeno globale. «Il malcontento
sociale e politico – fa notare Yoon – continuerà a imperversare in tutto il mondo
fino a quando non riporteremo la relazione Stato-mercato a un sano equilibrio».
Signori azionisti,
anche il 2016 non è stato affatto un anno avaro di eventi importanti sul piano
dell’economia mondiale. Si è aperto con le borse mondiali in tracollo sui timori per un
eccessivo allentamento dell’economia cinese. Il petrolio, già in affanno dalla metà del
2014, ha subito un’accelerazione al ribasso delle sue quotazioni che hanno raggiunto
anche i 26 dollari al barile.
Nel mese di marzo la Banca Centrale Europea potenzia i suoi stimoli monetari (QE -
Quantitative Easing) elevandoli da 60 a 80 miliardi di euro al mese e includendo i
corporate bond non finanziari tra gli acquisti di assets consentiti. In questo modo il
governatore della Bce Draghi reagisce alla deflazione in corso nell’Eurozona, divenuta un
rischio ancora più forte, a seguito del crollo dei prezzi del greggio. Nel mese di dicembre
Francoforte potenzia ulteriormente il QE, allungandolo ancora di nove mesi e fino alla fine
del 2017, ma riducendone gli importi mensili a 60 miliardi di neuro, a partire dal mese di
aprile 2017. Possono anche essere acquistati bond con rendimenti inferiori al -0,4%.
Lo shock arriva il 23 giugno ed in maniera totalmente inaspettata, visto che le previsioni
della vigilia davano, ancorché con uno minimo scarto, la vittoria ai “remain”. La
maggioranza dei sudditi britannici vota in favore dell’uscita del Regno Unito dalla UE al
referendum sulla cosiddetta Brexit, scatenando forti tensioni finanziarie sui mercati.
Paradossalmente, dopo qualche seduta negativa, la Borsa di Londra tiene, mentre a
cedere sono quelle del resto d’Europa, “Piazza Affari” in primis, colpite per la debole
congiuntura dell’Eurozona e per la paura sullo stato di salute delle banche italiane, che in
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borsa sono arrivate a più che dimezzare il loro valore, ma anche di qualche colosso
tedesco, come Deutsche Bank.
Il 2016 è stato anche l’anno dell’oro, con fasi alterne. Nel primo trimestre, complici le
tensioni geo-politiche, i prezzi del metallo salgono del 16%, segnando il migliore risultato
del periodo dal 1986. Ma dopo la Brexit, le quotazioni esplodono fino a ridosso dei 1.370
dollari l’oncia, guadagnando da inizio 2016 quasi il 30%. Il ripiegamento arriva nelle ultime
settimane con la vittoria di Donald Trump alle elezioni USA e la prospettiva di una politica
monetaria USA più restrittiva i prezzi si collocano nell’attuale range di 1.130-1.150 dollari,
riducendo i guadagni conseguiti da inizio anno.
Con l’elezione, anch’essa inaspettata e contrariamente a tutti i sondaggi, di The Donald
alla carica di Presidente degli USA i mercati finanziari non solo non reagiscono male ma
alimentano il boom di Wall Strett, dove tutti e tre i principali indici segnano nuovi record
storici e il Dow Jones sfiora i 20.000 punti. Al boom si associa il crollo delle obbligazioni e
dei titoli di stato, a seguito di una maggiore propensione al rischio sul mercato e del
surriscaldamento delle aspettative d’inflazione (“reflation”) per le promesse di politiche di
forte crescita interna e di rafforzamento del dollaro.
Se il 2016 iniziava con il crollo delle quotazioni petrolifere, l’accordo OPEC del 30
novembre, con il quale i quattordici membri del cartello hanno deciso di tagliare 1,2 milioni
di barili al giorno di offerta complessiva, le rilancia ai 50-55 dollari, per poi risalire ancora
verso i 60 dollari al barile a inizio del 2017. In più, altri undici produttori esterni, tra cui la
Russia, si sono uniti per contribuire a tagliare la loro produzione di circa 540.000 barili al
giorno.
Il 14 dicembre, a distanza di un anno, la Federal Reserve alza per la seconda volta
in dieci anni e mezzo i tassi USA di 25 punti base, portandoli allo 0,50-0,75%. E’ la
prova dell’irrigidimento della politica monetaria americana, che spinge il cambio euro-
dollaro ai minimi dal 2002, fino ai prezzi di 1,0350. Secondo i funzionari della Fed, nel
2017 vi saranno altre tre strette da 25 bp ciascuna, per cui i tassi salirebbero all’1,375%
medio entro i prossimi dodici mesi. La misura di aumento dei tassi è stata giustificata
dall’incremento “considerevole” delle aspettative d’inflazione, oltre che da “un ulteriore
rafforzamento del mercato del lavoro e una risalita dell’inflazione al target del 2%”.
Il mese di dicembre è mese particolare anche per l’Europa, dove il Monte dei Paschi di
Siena, sorta nel 1472, fallisce la ricapitalizzazione privata per 5 miliardi di euro,
costringendo il governo Gentiloni, nato dopo la sconfitta dell’ex premier Matteo Renzi al
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referendum costituzionale a varare un salvataggio pubblico che avviene nella notte tra il
22 e 23 dicembre con l’approvazione del decreto “Salvarisparmio”. E’ stato istituito un
fondo di 20 miliardi di euro, già approvato dal Parlamento, per tutte le banche in
difficoltà. La prima a beneficiarne è stata proprio il Monte dei Paschi. Il fondo costituito
consentirà anche di rafforzare la capacità di una banca di approvvigionarsi di liquidità.
Infatti il Tesoro potrà rilasciare alle banche che lo chiedono una garanzia su nuove
obbligazioni da emettere, a fronte del pagamento di una commissione.
Signori azionisti,
è opportuno riflettere, come lo scorso anno, su quanto chiaramente analizzato dalla Banca
dei Regolamenti Internazionali (BRI) nella Relazione Annuale per il periodo 1° aprile 2015
– 31 marzo 2016, presentata il 26 giugno 2016 a Basilea.
L’espansione mondiale prosegue. Tuttavia, l’economia continua a trasmettere la
sensazione di un aggiustamento disomogeneo e incompleto. Le aspettative non sono state
soddisfatte, la fiducia non è stata ripristinata e le enormi oscillazioni dei tassi di cambio e
dei prezzi delle materie prime nell'ultimo anno forniscono avvisaglie della necessità di un
riallineamento di fondo. Quanto siamo lontani da un’espansione mondiale robusta e
sostenibile? si interroga la BRI. Guardando in prospettiva, i parametri consueti segnalano
che gli andamenti macroeconomici non sono così negativi come la retorica a volte sembra
indicare. È vero che le proiezioni di crescita a livello mondiale ancora una volta sono state
riviste al ribasso, com’è successo regolarmente dalla Grande Crisi Finanziaria in poi. Ma è
vero anche che i tassi di crescita non sono così lontani dalle medie storiche, e in una serie
di casi rilevanti sono al di sopra delle stime del prodotto potenziale. Meno confortante, ad
avviso della BRI, è il contesto in cui questi indicatori economici si evolvono e le prospettive
future che potrebbero segnalare. La BRI parla di una “triade del rischio”: una
crescita della produttività insolitamente bassa, che getta un’ombra su futuri
miglioramenti del tenore di vita; livelli di indebitamento mondiale storicamente
elevati, che pongono rischi per stabilità finanziaria; margini di manovra
estremamente ristretti per le politiche, che accrescono di molto la vulnerabilità
dell’economia mondiale.
Come osservato nella Relazione annuale dello scorso anno, un segnale alquanto visibile di
questo disagio, e di cui molto si è dibattuto, sono i livelli eccezionalmente e
persistentemente bassi dei tassi di interesse. E da allora sono calati ulteriormente. I tassi
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ufficiali depurati dall’inflazione si sono spinti ancora di più sotto lo zero: mai, nel
dopoguerra, sono rimasti per così tanto tempo in territorio negativo. Inoltre, la Bank of
Japan si è unita alla BCE, alla Sveriges Riksbank, alla Danmarks National Bank e alla Banca
nazionale svizzera, adottando a sua volta tassi ufficiali nominali negativi. A fine maggio,
quasi $8 000 miliardi di titoli di debito sovrano, inclusi titoli con scadenze lunghe, venivano
scambiati a rendimenti negativi.
Questi tassi di interesse dicono molte cose, ad avviso della BRI. Dicono che gli operatori di
mercato guardano al futuro con una certa apprensione, che a dispetto degli enormi sforzi
messi in campo dalle banche centrali dopo la crisi l’inflazione rimane persistentemente
bassa e la crescita deludente, e che la politica monetaria ormai da troppo tempo è gravata
di responsabilità eccessive.
Il contrasto fra una crescita mondiale non lontana dalle medie storiche e tassi di interesse
su livelli così bassi è particolarmente netto e trova riscontro anche in segnali di fragilità sui
mercati finanziari e di tensioni sui mercati dei cambi.
Interpretare l’evoluzione dell’economia mondiale è un esercizio irto di difficoltà, afferma la
BRI, ma è indispensabile se si vogliono individuare possibili rimedi. Come nelle ultime
Relazioni annuali, la BRI propone un’interpretazione focalizzata su aspetti finanziari, di
rilievo mondiale e di medio termine. L’ipotesi è che la situazione attuale rifletta, in misura
non trascurabile, l’incapacità di affrontare costosissimi boom e bust finanziari (“cicli
finanziari”), che hanno lasciato cicatrici economiche profonde e hanno reso difficile
conseguire un’espansione mondiale robusta, equilibrata e sostenibile: il tratto distintivo di
una ripresa disomogenea che fa seguito a una recessione patrimoniale.
Da troppo tempo il debito svolge la funzione di surrogato politico e sociale per la crescita
del reddito.
Questa interpretazione fornisce argomentazioni a sostegno della necessità di un urgente
riequilibrio delle politiche, con una maggiore attenzione alle misure strutturali, agli
andamenti finanziari e al medio termine. Un elemento chiave in tal senso, conclude la BRI,
sarebbe una valutazione più approfondita dell’impatto cumulato delle politiche sulle
consistenze di debito, sull’allocazione delle risorse e sui margini per le manovre di policy
perché l’assenza di questa valutazione limita le opzioni percorribili quando il futuro, alla
fine, diventerà presente.
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Signori azionisti,
nel corso del 2016 l’indicatore €-coin3 ha mostrato un andamento nettamente decrescente
nella prima parte dell’anno. A gennaio 2016 il valore era pari a 0,48 per poi scendere
repentinamente a 0,26 a maggio. Il recupero è iniziato nella seconda metà dell’anno per
poi irrobustirsi e divenire costante e progressivo nella parte finale dell’anno. L’indicatore a
gennaio si è attestato a 0,68.
L’indicatore è stato sospinto dall’aumento dei corsi azionari e dai giudizi favorevoli delle
imprese, soprattutto manifatturiere, sulla propria attività corrente, nonché dal buon
andamento della produzione industriale.
Nel 2016 il Governo ha adottato una serie di misure che vanno dalla tutela del territorio al
terzo settore, dalla legge sugli sprechi alimentari alla soppressione di Equitalia, dalla legge
di bilancio 2017 alla revisione di Imu, Tasi e tasse agricole, dalle misure per la casa ai
provvedimenti banche e salva-risparmio, dal nuovo codice degli appalti alla valorizzazione
del patrimonio artistico e la legge sul cinema, dai patti per il sud al Piano italiano Industria
4.0.
Per fronteggiare l’emergenza dei danni provocati dagli eventi sismici che hanno colpito le
regioni del Centro Italia, ad agosto e ottobre 2016 il Governo ha varato due decreti legge
successivamente confluiti nella Legge di conversione approvata dal Parlamento il 14
dicembre 2016. Contestualmente il Governo ha lanciato il progetto “Casa Italia”, un piano
per la messa in sicurezza del territorio nazionale, un progetto coordinato e strategico a
lungo termine in cui tutti possano riconoscersi: soggetti sociali, ordini professionali,
associazioni di categoria, sindacati, associazionismo, mondo ambientalista.
Il Governo ha inoltre approvato il disegno di legge per la riforma del Terzo settore,
dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale che interviene
nell’ambito dei settori del volontariato, della cooperazione sociale, dell'associazionismo
non-profit, delle fondazioni e delle imprese sociali. La legge delega il Governo ad adottare
uno o più decreti legislativi volti a sostenere la libera iniziativa, personale e associativa,
finalizzata al bene comune, favorendo la partecipazione, l’inclusione e il pieno sviluppo
della persona.
Il 14 settembre 2016 è entrata in vigore la legge sugli sprechi alimentari e farmaceutici
che riguarda la riduzione degli sprechi nelle fasi di produzione, trasformazione,
3 L’indicatore €-coin, sviluppato dalla Banca d’Italia, fornisce in tempo reale una stima sintetica del quadro congiunturale corrente nell’area dell’euro, in termini di tasso di crescita trimestrale del PIL, depurato dalle componenti più erratiche.
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distribuzione e somministrazione di beni alimentari e farmaceutici attraverso la
realizzazione dei seguenti obiettivi prioritari: favorire il recupero e la donazione delle
eccedenze alimentari di prodotti farmaceutici e di altri prodotti a fini di solidarietà sociale,
destinandole in via prioritaria all'utilizzo umano; contribuire alla limitazione degli impatti
negativi sull'ambiente e sulle risorse naturali mediante azioni volte a ridurre la produzione
di rifiuti e a promuovere il riuso e il riciclo al fine di estendere il ciclo di vita dei prodotti;
contribuire ad attività di informazione e sensibilizzazione dei consumatori e delle istituzioni
su tali argomenti con particolare riferimento alle giovani generazioni.
Con decorrenza 1° luglio 2017 Equitalia verrà soppressa. La nuova Agenzia agirà nel
rispetto dello Statuto del contribuente e del principio di leale collaborazione tra fisco e
cittadini. L’Agenzia potrà utilizzare, per le attività di riscossione, le banche dati e le
informazioni alle quali è autorizzata, comprese le banche dati lnps. Le norme sono
contenute nel decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2017 che prevede, oltre
all’abolizione di Equitalia, la rottamazione delle cartelle, le semplificazioni fiscali e l’uscita
dagli studi di settore.
Il 7 dicembre 2016 è stata approvata definitivamente dal Senato la Legge di Bilancio 2017
che contiene le misure necessarie a conseguire gli obiettivi programmatici di finanza
pubblica indicati dal Governo nel Documento programmatico di bilancio 2017.
La legge di stabilità 2016 ha abolito la Tasi sulla prima casa ad esclusione degli
immobili di particolare pregio, ville e castelli. La Tasi è stata abolita anche per gli inquilini
che detengono un immobile adibito a prima casa e nei confronti dei separati o divorziati il
cui immobile risulta assegnato all’ex coniuge. Sempre a decorrere dal 2016, è stata abolita
l’Imu sui terreni agricoli e sui macchinari d’impresa cosiddetti ‘imbullonati’, macchinari e
attrezzature funzionali al processo produttivo fissati al suolo all’interno di capannoni o
immobili adibiti alla produzione. Infine, sono esclusi dal pagamento dell’Irap i soggetti che
esercitano un’attività agricola, le cooperative e i loro consorzi che forniscono in via
principale, anche nell’interesse di terzi, servizi nel settore selvicolturale (comprese le
sistemazioni idraulico-forestali) e le cooperative della piccola pesca e loro consorzi.
Il Governo ha anche introdotto o confermato misure di incentivi per le abitazioni. E’ stato
confermato il bonus Irpef per le ristrutturazioni edilizie finalizzate al risparmio energetico.
Introdotta la detrazione del 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili anche alle
giovani coppie, coniugate o conviventi da almeno tre anni che hanno acquistato la prima
________________________________________________________________________________________________ 16 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
casa. Il Governo ha inoltro dimezzato l’Iva sull’acquisto di abitazioni residenziali di classe
energetica A o B.
A febbraio 2016 il Governo ha approvato la riforma delle banche di credito
cooperativo per consolidare e rafforzare il settore del credito cooperativo, preservandone
al contempo le specifiche caratteristiche. La riforma fa parte del pacchetto di misure
introdotte dal D.L. 14 febbraio 2016 n.18 convertito con modificazioni nella Legge 8 aprile
2016, n. 49 e consente di ridurre la frammentazione del settore e di superare le debolezze
strutturali derivanti dal modello di attività, dagli assetti organizzativi e dalla dimensione
ridotta delle singole banche. Con il Decreto legge n. 18 del 2016 è stato inoltre introdotto
il meccanismo di Garanzia sulla Cartolarizzazione delle Sofferenze (GACS), uno strumento
che il Tesoro mette a disposizione degli operatori del credito e della finanza per favorire lo
smaltimento delle sofferenze bancarie. Si tratta di una garanzia che il Tesoro presta agli
operatori che ne fanno richiesta. Infine, il decreto legge 59/2016 (Disposizioni urgenti in
materia di procedure esecutive e concorsuali, nonché a favore degli investitori in banche in
liquidazione) convertito dal Parlamento nella legge 30 giugno 2016 n.119, contiene
importanti misure per semplificare gli adempimenti e snellire le procedure per il recupero
dei crediti. Il provvedimento introduce, in particolare, una serie di misure che conferiscono
certezza e rapidità alle procedure, anche grazie all’uso delle tecnologie dell’informazione e
della comunicazione.
Il Consiglio dei Ministri del 15 aprile 2016 ha approvato in esame definitivo un decreto
legislativo di attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE
sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure
d’appalto degli enti erogatori nei settori speciali dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei
servizi postali, nonché sul riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici
relativi a lavori, servizi e forniture. Il nuovo codice contiene criteri di semplificazione e
trasparenza, snellimento e riduzione delle norme in materia per rilanciare il sistema dei
lavori pubblici italiani.
Il Cipe del 1° maggio 2016 ha assegnato un miliardo di euro, a carico del Fondo per lo
sviluppo e la coesione (FSC) 2014-2020, al Ministero dei beni e delle attività culturali per il
finanziamento del Piano “Turismo e cultura” finalizzato ad un’azione di rafforzamento
dell'offerta culturale del nostro Paese e di potenziamento della fruizione turistica, con
interventi per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e per la messa in rete
delle risorse culturali materiali e immateriali, con particolare riguardo al Sistema museale
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 17
italiano. In particolare, a beneficiare del piano, grandi completamenti di interventi già in
corso (quali Pompei, Ercolano, la Cittadella di Alessandria, la Reggia di Caserta e gli Uffizi
di Firenze) oltre a nuovi interventi di importo complessivo di 170 milioni di euro.
Nella seduta del 3 novembre 2016, la Camera ha approvato in via definitiva il disegno di
legge "Disciplina del cinema e dell'audiovisivo” che definisce i principi fondamentali
dell’intervento pubblico a sostegno del cinema e dell’audiovisivo, in quanto attività di
rilevante interesse generale, e ne disciplina le modalità. Tra le principali novità: l’istituzione
del Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e l’audiovisivo; il potenziamento
del circuito delle sale cinematografiche e il Piano straordinario per la digitalizzazione del
patrimonio cinematografico e audiovisivo; il rafforzamento della disciplina del tax credit
per il settore cinematografico e audiovisivo.
Nel 2016 il Governo si è attivato per sottoscrivere 16 Patti per il Sud: uno per ciascuna
delle otto Regioni (Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia,
Sardegna), uno per ciascuna delle sette Città Metropolitane (Napoli, Bari, Reggio Calabria,
Messina, Catania, Palermo, Cagliari) ai quali si è aggiunto il Contratto Istituzionale di
Sviluppo (CIS) di Taranto. Obiettivo dei Patti per il Sud è definire gli interventi prioritari e
trainanti, le azioni da intraprendere per attuarli e gli ostacoli da rimuovere, la tempistica e
le reciproche responsabilità. Il 22 dicembre 2016 si sono completati, dopo oltre 50 anni, i
lavori dell'Autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Il 21 settembre 2016 è stato presentato a Milano il piano italiano Industria 4.0, che
sulla scia di analoghe iniziative avviate negli Stati Uniti, in Germania e in Francia, ha
l'obiettivo di portare a una produzione quasi integralmente basata su un utilizzo di
macchine intelligenti, interconnesse e collegate ad Internet. Tra le direttrici strategiche
d’intervento, l’incentivazione degli investimenti privati su tecnologie e beni 4.0, l’aumento
della spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione e il rafforzamento della finanza a
supporto di 4.0, venture capital e start-up. Il piano prevede un aumento di 10 miliardi di
euro degli investimenti privati in innovazione nel 2017 (da 80 miliardi a 90 miliardi), 11,3
miliardi di spesa privata in più nel triennio 2017-2020 per la ricerca e lo sviluppo, un
incremento di 2,6 miliardi dei finanziamenti privati, soprattutto nell'early stage, il periodo
iniziale d'investimento. Un impegno pubblico di 13 miliardi di euro, distribuito in sette anni
tra il 2018 e il 2024 per la copertura degli investimenti privati sostenuti nel 2017,
attraverso il contributo di super - ammortamento, iper - ammortamento, beni strumentali
Nuova Sabatini, e investimenti supportati dal credito di imposta per la ricerca.
________________________________________________________________________________________________ 18 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Signori azionisti,
giova riportare alcuni passi dell’intervento del ministro dell’Economia Pier Carlo
Padoan nel corso dei lavori del Forum di Davos. 4
“I problemi dell’Europa nascono a Bruxelles e qualche volta a Francoforte – sostiene il
Ministro – ma più in generale il problema dell’Europa è l’Europa”.
L’accusa mossa all’Unione è di non avere una “visione” in grado di generare “carica vitale”
e di produrre “azione” anche nel settore privato.
La “potenza dei messaggi” lanciati da Brexit o dalla nuova presidenza americana è
“incomparabile”, e questo spiega le diverse fortune che il fronte eterogeneo raccolto nel
dibattito sotto l’etichetta di “populismo” incontra fra i cittadini: nelle urne e non solo.
Ma “se l’atteggiamento populista si afferma – lancia l’allarme Padoan – non possiamo più
governare una società democratica”.
Padoan ha portato sui tavoli della discussione di Davos “quattro pilastri per la crescita
inclusiva”, rappresentati da lavoro, istruzione, tecnologia e redistribuzione della
ricchezza, per superare il circolo vizioso in cui è stretta l’Europa, fra spinte nazionalistiche
e riforme che incrociano l’opposizione dei cittadini prima di produrre risultati percepibili.
Il programma è vasto da realizzare in un orizzonte di almeno venti anni, stima Padoan.
“Se l’obiettivo è quello di restituire all’Unione europea una visione in grado di muovere gli
interessi delle persone e non solo i tasti delle calcolatrici - afferma il Ministro - la prima
mossa è quella di uscire dalle strette di una discussione che alle dinamiche del giorno per
giorno sacrifica le prospettive di lungo termine, regalando questo terreno all’esclusiva dei
populismi”.
Il lavoro è il primo dei quattro «pilastri» indicati da Padoan, perché la creazione di nuove
fonti di reddito è l’unico strumento per dare un po’ di sangue anche a un dibattito su una
crescita che altrimenti rimane chiusa nelle stanze degli economisti senza farsi sentire nella
vita delle persone. Per innalzare questo pilastro, però, servono gli altri tre, da
un’istruzione che va costruita cercando di capire quali lavori serviranno fra 10-20 anni
alla tecnologia e all’innovazione. In più di un’occasione l’economista Padoan ha respinto la
visione, coltivata anche dal dibattito accademico, di una tecnologia distruttrice di lavoro.
Nelle parole di Padoan l’innovazione ha lo stesso mix di pregi e difetti presentato da molte
«riforme strutturali», che creano malcontento nelle fasi iniziali e risultati positivi nel medio-
periodo: come nelle rivoluzioni industriali, in quest’ottica i posti di lavoro cancellati
4 Il Sole 24 Ore, giovedì 19 gennaio 2017 – n° 18.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 19
dall’innovazione sono sostituiti da nuovi filoni produttivi in altri settori, e nel lungo termine
il saldo è positivo.
Il lungo termine, però, non è l’orizzonte preferito dalla politica, alle prese con la
successione di appuntamenti elettorali in cui chi vota è propenso a esprimere
l’insoddisfazione per il presente più che la speranza nel futuro. Anche per questo la politica
si deve occupare di «redistribuzione della ricchezza», che il mercato da solo non è in
grado di assicurare.
Signori azionisti
in un intervista realizzata da Tonia Mastrobuoni e pubblicata sul quotidiano La Repubblica
il 30 gennaio 2017, il Presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce, Daniele Nouy,
in merito alla scelta del Comitato di Basilea di rimandare la decisione su Basilea IV e quindi
di adottare misure regolamentari ancora più stringenti ha così risposto:
“La regolamentazione è diventata più severa, ma non dimentichiamoci da dove veniamo:
una situazione in cui il quadro regolatorio per le banche era insufficiente e la
vigilanza, probabilmente, non abbastanza severa. Una delle lezioni che abbiamo imparato
dalla crisi è che dobbiamo pretendere più accantonamenti e un capitale di migliore qualità
e una gestione più attenta dei rischi di liquidità. Ci siamo dotati anche di strumenti per la
risoluzione delle banche che sono in difficoltà. Siamo meglio equipaggiati per affrontare le
crisi, rispetto a prima. Ovviamente ci sono limiti alla severità della regolamentazione e
credo che li stiamo raggiungendo. Il Comitato di Basilea, che ha ricevuto il suo mandato
dal Gruppo dei governatori e dei capi della vigilanza, sta lavorando per aumentare la
coerenza sul piano dei requisiti patrimoniali, in altre parole, affrontare le anomalie senza
aumentare significativamente il livello medio dei requisiti di capitale. È ciò che stanno
cercando di fare ora”.
Il Presidente dell’MVU ha poi risposto a due domande: una sulla pro-ciclicità degli
interventi da parte della Vigilanza Europea, e la seconda sulla situazione delle banche
italiane.
Sulla pro ciclicità il Presidente Nouy ha effettivamente ammesso che è difficile spiegare
alle banche di essere rigorosi quando ci sono “i cieli blu”. Dopo una crisi, continua Nouy,
chiunque “è obbligato a prendere misure che abbiano una certa dimensione pro-ciclica”.
La cosa importante, però, “è che ci sono varie riserve o requisiti di capitale aggiuntivi che
si sono aggiunti negli scorsi anni per incoraggiare le banche a prendere decisioni prudenti,
________________________________________________________________________________________________ 20 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
dal punto di vista del credito, per ridurre in qualche modo la tentazione di ‘prestare troppo’
in tempi buoni”.
In merito alla situazione delle banche italiane la Nouy si è così espressa: ”Come in molti
altri Paesi ci sono banche che vanno bene e altre che non vanno bene, ma che stanno
lavorando molto duramente per migliorare la loro situazione, infine ci sono quelle che
hanno bisogno dell’“incoraggiamento” della vigilanza perché affrontino i loro problemi. In
Italia il grande nodo sono le attività precedenti alla centralizzazione della
supervisione, soprattutto il rischio di credito e i crediti deteriorati. Vanno
affrontate. Dobbiamo essere certi che le banche non investano tutte le loro energie per
sopravvivere e che non si focalizzino soltanto su queste attività invece di fare il loro
mestiere, che è finanziare l’economia italiana ed europea”.
Ovviamente, ha continuato la Nouy, il problema delle banche italiane non è solo
circoscritto ai crediti problematici e al supporto di liquidità fornito con il fondo di 20 miliardi
di euro, ma anche alla lentezza del sistema giudiziario. Infatti, afferma il Presidente,
“quando abbiamo affrontato la questione dei crediti deteriorati ci siamo resi conto che per
affrontarli il sistema giudiziario deve avere la capacità e la disponibilità a farlo. Un certo
numero di Paesi – tra cui l’Italia – ha introdotto delle leggi per migliorare il quadro
giudiziario per i crediti deteriorati. Credo che questi Paesi abbiano bisogno di soluzioni
rapide extra giudiziali per favorire accordi tra banche e debitori. È un problema che va al di
là dei supervisori: anche gli attori esterni, come i tribunali devono diventare più
veloci e più efficienti”.
L’intervista è poi entrata nel vivo della questione: la redditività delle banche.
Sopravviveranno ad un’era di tassi bassi?
La Nouy ha così risposto: ”Anzitutto va rilevato che i tassi bassi hanno avuto
un’influenza positiva sulle banche, per un certo periodo. Hanno garantito un quadro
economico migliore, ma anche le condizioni per stimolare la crescita. Il rischio di credito si
è abbassato. Le banche hanno osservato come i titoli a reddito fisso, i rendimenti sui bond
e il costo di approvvigionamento si sono mossi a loro favore. Il problema è quando il
periodo a tassi bassi diventa prolungato, è quello a creare delle difficoltà. Dopo un po’, un
quadro del genere comincia a pesare e i tassi ai minimi perdono attrattività. La
profittabilità delle banche finisce sotto pressione. Ed è anche ovvio che la
competizione diventa più tosta quando altri attori come le fintech competono nello stesso
ambito. Ma non dimentichiamoci che le banche potrebbero essere più competitive. Il
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 21
rapporto tra spese di gestione e margine di intermediazione è piuttosto alto – possono
fare ancora molto per migliorare le loro strutture di costo”.
Signori azionisti,
la Banca d’Italia ha condotto un’indagine sull’efficacia delle procedure di gestione dei
crediti alle imprese deteriorati presso venticinque grandi gruppi bancari italiani volta a
raccogliere informazioni su tempi e tassi di recupero, sull’utilizzo delle diverse procedure
disponibili e sui principali ostacoli a un efficace recupero del credito (L. Carpinelli, G.
Cascarino, S. Giacomelli e V. Vacca, La gestione dei crediti deteriorati: un’indagine presso
le maggiori banche italiane, Banca d’Italia, Questioni di economia e finanza, 311, 2016).
I tassi di recupero delle procedure di liquidazione concluse nel periodo 2011-14 sono stati
in media pari al 40%, intorno al 50% per le esecuzioni immobiliari e le procedure
stragiudiziali e di poco inferiori al 30% per i fallimenti. Dal 2011 al 2014 le percentuali
recuperate si sono ridotte per tutte le procedure, verosimilmente per la crescente difficoltà
a valorizzare sul mercato gli attivi delle imprese in dissesto in una situazione congiunturale
sfavorevole.
I recuperi avvengono in larga parte nel corso dei cinque anni successivi all’avvio della
liquidazione. Considerando le procedure in corso al 31 dicembre 2014, le liquidazioni
risultavano aperte mediamente da 3,5 anni; quasi il 60% dei volumi era relativo a
procedure aperte da meno di tre anni, una quota verosimilmente resa elevata dalla crisi.
Le banche hanno indicato il sovraccarico degli uffici giudiziari e la complessità delle
procedure quali principali ostacoli a un efficace recupero del credito.
Nel 2014 la gestione dei crediti deteriorati ha assorbito il 2,8% dei costi operativi delle
banche, un valore in crescita rispetto al 2008 e a quello rilevato in indagini precedenti. I
crediti deteriorati sono stati gestiti principalmente attraverso la cessione a terzi o mediante
strutture interne dedicate a tale attività, mentre per il recupero di crediti di importo
contenuto si è spesso fatto ricorso a società esterne specializzate.
Signori azionisti,
il 23 marzo 2017 è stato pubblicato il “Rapporto annuale della BCE sulle attività di vigilanza
2016”.
________________________________________________________________________________________________ 22 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Le priorità dell’attività di vigilanza del Meccanismo di Vigilanza Unico (MVU) per il 2016
sono state fissate a partire dagli esiti di una approfondita valutazione e hanno tenuto
conto altresì degli sviluppi rilevanti del contesto economico, regolamentare e di vigilanza.
Nel 2016 le banche dell'area dell'euro hanno conseguito profitti stabili, seppur modesti. Al
contempo, le sfide e i rischi che sono chiamate ad affrontare sono rimasti sostanzialmente
invariati rispetto al 2015. Il rischio principale riguarda la sostenibilità dei modelli di
business e la redditività delle banche; altri rischi di rilievo derivano dall'elevato livello dei
prestiti deteriorati e dalle incertezze geopolitiche, come l'impatto di medio e lungo periodo
della Brexit. La vigilanza bancaria europea ha fissato le proprie priorità di conseguenza.
La vigilanza bancaria europea ha inoltre continuato a perfezionare il suo strumento
principale, ossia il processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP). Ne è conseguito
un maggiore allineamento tra i requisiti patrimoniali e i profili di rischio delle singole
banche. Nel complesso, le esigenze di capitale derivanti dallo SREP 2016 sono rimaste
sostanzialmente stabili.
Nel 2016 la vigilanza bancaria europea ha compiuto progressi nell'affrontare la questione
dei crediti deteriorati; al riguardo, lo scorso settembre, è stata posta in consultazione una
bozza di linee guida. Le raccomandazioni e le migliori prassi individuate dalla guida
aiuteranno le banche a ridurre in maniera efficace i crediti deteriorati.
I rischi individuati nel 2016 rimangono in massima parte validi per il 2017. Le banche
nell'area dell'euro continuano a operare in un contesto caratterizzato da bassa crescita
economica. I modesti andamenti dell'economia influiscono sui tassi di interesse e sulla
ripresa, e sono all'origine dei principali rischi per il settore bancario dell'area dell'euro.
Le incertezze geopolitiche sono in aumento. La vigilanza bancaria della BCE ha
intrattenuto intensi scambi con le banche più esposte, specie nell’ambito del referendum
britannico sulla Brexit, per assicurarsi che stessero monitorando i rischi, preparandosi ai
diversi scenari possibili. Durante il periodo in esame, nel settore bancario non sono stati
individuati rischi di liquidità/provvista né rischi operativi di rilievo. Ciò nonostante, i recenti
sviluppi politici potrebbero ritardare gli investimenti, rallentando la crescita.
Il 15 dicembre 2016 la funzione di vigilanza bancaria della BCE ha pubblicato gli ambiti di
approfondimento per il 2017 concernenti la vigilanza degli enti creditizi significativi
(significant) nell’area euro.
L’attenzione è rivolta principalmente ai rischi fondamentali fronteggiati al momento dalle
banche, tra cui la necessità di adattarsi a condizioni finanziarie quali la debole crescita
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 23
economica nell’area dell’euro e le incertezze geopolitiche gestendo nel contempo le attività
finanziarie preesistenti. La Vigilanza bancaria della BCE si concentrerà quindi sui rischi
legati ai modelli imprenditoriali e alla redditività, sul rischio di credito (con
particolare riguardo ai crediti deteriorati) e sulla gestione dei rischi. Queste aree
rientravano già tra le priorità del 2016, ma per ciascuna di esse saranno ora approfonditi
nuovi ambiti.
I modelli imprenditoriali e le determinanti della redditività restano un ambito
prioritario nel 2017, in particolare in vista del perdurare di tassi di interesse
estremamente bassi o negativi. La vigilanza bancaria europea proseguirà quindi nella sua
analisi tematica dei modelli imprenditoriali e delle determinanti della redditività delle
banche.
Anche il rischio di credito resta una priorità essenziale per la vigilanza nel 2017. Alcuni enti
presentano ancora consistenze elevate di NPL (Non Performance Loan).
In tema di governo dei rischi nel 2017 riceveranno particolare attenzione il rispetto dei
principi per un’efficace aggregazione e reportistica dei dati di rischio fissati dal Comitato di
Basilea per la vigilanza bancaria, i modelli interni, i processi interni di valutazione
dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP – Internal Capital Adequacy Assessment Process) e i
processi interni di valutazione dell’adeguatezza della liquidità (ILAAP – Internal Liquidity
Adequacy Assessment Process) fondamentali per la gestione dell’adeguatezza del capitale
e della liquidità da parte degli enti creditizi, e, infine, l’esternalizzazione delle funzioni
aziendali.
La BCE si soffermerà inoltre su specifiche classi di attività, adottando un nuovo approccio
basato sulla combinazione di indagini in loco e a distanza, ad esempio nel caso dei prestiti
a imprese del settore marittimo.
La BCE concluderà anche diverse analisi tematiche già avviate, che riguardano fra l’altro il
potenziale impatto dello standard internazionale di rendicontazione finanziaria IFRS 95
sulle banche e sulla loro aderenza ai principi stabiliti dal Comitato di Basilea in materia di
aggregazione e segnalazione dei dati sui rischi. Lo standard, applicabile agli strumenti
finanziari, entrerà in vigore nel 2018.
“La vigilanza bancaria è un settore dinamico. Il mondo in cui viviamo è mutato, come pure
il contesto economico e regolamentare. Esamineremo più da vicino gli effetti derivanti per
5 Il nuovo standard IFRS 9 sostituirà lo IAS 39 a partire dal 1° gennaio 2018. Le principali novità riguarderanno la classificazione e misurazione degli strumenti finanziari, il nuovo modello di impairment e l’Hedge accounting.
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gli intermediari dalla Brexit, dal settore della tecnofinanza e dalle attività bancarie
esternalizzate”, ha affermato Danièle Nouy, Presidente del Consiglio di vigilanza della BCE.
Signori azionisti,
con una nota del 24 giugno 2016 il Meccanismo Unico di Vigilanza (Single Supervisory
Mechanism) ha ribadito che la governance interna è una della massime priorità e
rappresenta uno degli elementi di analisi essenziale nell’ambito del processo di revisione e
valutazione prudenziale (supervisory review and evaluation process, SREP) condotto su
base annua.
La governance interna, unitamente alla gestione dei rischi, ha un impatto significativo sul
profilo di rischio complessivo di un ente e sulla sostenibilità del suo modello
imprenditoriale, soprattutto in un contesto in cui le banche sono esposte a fattori avversi
di tipo economico, finanziario, concorrenziale e regolamentare. Un panorama così
contraddistinto sottolinea ulteriormente l’importanza per le banche di avere sani assetti di
governance e di gestione del rischio, all’interno di un quadro di riferimento per la
determinazione della propensione al rischio (risk appetite framework, RAF) chiaramente
strutturato.
Seguendo lo stesso approccio di vigilanza, l’MVU ha eseguito valutazioni approfondite e
dettagliate degli organi con funzione di supervisione strategica, di gestione e controllo
nonché dei RAF.
L’MVU ha aspettative specifiche ed elevate nei confronti degli organi menzionati. Questi
dovrebbero esaminare criticamente, approvare e supervisionare l’attuazione da parte della
dirigenza degli obiettivi strategici, della governance e della cultura aziendale della banca.
L’MVU si attende inoltre che le banche definiscano e attuino un RAF completo che
dovrebbe aiutarle a rafforzare la consapevolezza sui rischi e a promuovere un’adeguata
cultura del rischio. Quale prerequisito di sana gestione del rischio, il RAF dovrebbe definire
la soglia di tolleranza al rischio che l’ente è disposto ad assumere in relazione ai rischi sia
finanziari sia non finanziari. Le metriche e i limiti di rischio dovrebbero essere applicati in
maniera uniforme nelle singole entità e nelle linee di business; dovrebbero altresì essere
oggetto di monitoraggio e di flussi informativi periodici inviati agli organi di supervisione
strategica. Il RAF dovrebbe inoltre restare coerente con il piano industriale, lo sviluppo
della strategia, la pianificazione della liquidità e del capitale, nonché con gli schemi di
remunerazione delle istituzioni finanziarie.
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Signori azionisti,
nel corso del 2016 gli interventi nei confronti della clientela per rimodulazioni di scadenze
e allungamenti di piani di ammortamento sono stati nettamente inferiori a quelli registrati
negli anni precedenti, a fronte di una domanda di credito in ripresa, a conferma del
miglioramento del quadro congiunturale. Le domande per nuovi investimenti e per
l'acquisto e/o la ristrutturazione di fabbricati sono aumentate nel 2016, ma sono ben
lontane dagli anni precedenti la crisi.
Anche nel 2016 si riscontra un’ottima tenuta della raccolta, mentre continua lo switch sui
prestiti obbligazionari verso strumenti più liquidi come i libretti di risparmio vincolati e i
certificati di deposito. A fronte di scadenze per 10,3 milioni di euro, sono stati collocati
prestiti obbligazionari di nuova emissione per 2,6 milioni di euro.
Al 31 dicembre 2016 lo sbilancio progressivo cumulato a 1 mese è positivo, come positivo
è anche l’indice di copertura a 12 mesi del fabbisogno cumulato. I dati evidenziano un
livello abbondante di liquidità per l’orizzonte di breve termine.
Anche nel 2016 la Banca è intervenuta a sostegno sia delle imprese che delle famiglie.
Gli interventi nel 2016 sono stati:
- nei confronti di piccole e medie imprese: n° 2 – per un importo di euro 207.749 ;
- nei confronti delle famiglie: n° 10 – per un importo di euro 368.175;
per complessivi euro 575.925, contro gli 892.039 euro nel 2015 e i 3.783.377 nel 2014.
Nel 2013 gli interventi erano stati pari a euro 2.004.624.
Signori azionisti,
anche nel 2016 la Banca Capasso ha continuato nell’assidua e costante attività di
promozione del territorio finanziando numerose richieste pervenute dalle associazioni
culturali e sportive.
Occorre ricordare che dal 2011 al 2016 la Banca Capasso Antonio ha stanziato oltre
294 mila euro per attività editoriali, cultura e tempo libero, contributi a enti religiosi e di
volontariato, associazioni sportive, scuola ed educazione rinnovando così nei confronti del
territorio un patto finalizzato alla valorizzazione delle sue peculiarità e per migliorare la
crescita sociale e culturale delle persone e della collettività.
Nel 2016 gli interventi hanno assorbito 45.891 euro, rispetto a 39.465 euro dell’anno
precedente, con un incremento del 16% circa.
________________________________________________________________________________________________ 26 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Gli interventi sono così ripartiti:
• cultura, tempo libero e promozione sociale: 23.322 euro;
• Sport: 5.019 euro;
• scuola ed educazione: 15.700 euro;
• enti assistenziali, religiosi e di volontariato: 1.850 euro.
La cultura come sempre è stata posta al centro dell’attività di valorizzazione e di supporto
del territorio, in quanto identificata come cinghia di trasmissione del sapere e
dell’approfondimento di tematiche specifiche.
Recentemente è apparso sul quotidiano Il Sole 24 Ore un articolo a firma di Pier Luigi
Sacco6 - Preside della Facoltà di Arti, Mercati e Patrimoni della Cultura e professore
ordinario di economia della cultura presso l’Università IULM di Milano - dal titolo “La
cultura veicolo di sviluppo”, dove l’autore indaga sul rinnovato interesse che in Italia
stanno riscuotendo i temi che basano lo sviluppo locale sulla matrice culturale.
L’effervescenza, speriamo non momentanea, nasce in concomitanza con il lancio del Piano
Strategico Nazionale del Turismo che finalmente dà all’Italia un impulso a ragionare di
turismo e promozione territoriale in modo innovativo. Il segnale è chiaro. Le opportunità
sono da cogliere in modo che si possa tornare a ragionare di sviluppo locale a base
culturale in un Paese che sembra aver smarrito la capacità di crescere e di raggiungere
livelli di produttività paragonabili a quelli di altri paese avanzati.
Ma in che modo si interroga il professore? “Il primo, indispensabile passo è quello di
abbandonare una volta per tutte un’idea dello sviluppo culturale basato sui grandi eventi,
di una cultura che resta sostanzialmente estranea al tessuto sociale e civile, della comunità
locale e che trova la sua giustificazione soltanto nel ritorno economico immediato che
riesce a generare”.
“Al contrario – afferma il professore Sacco – bisogna pensare alla cultura come ad un
ecosistema nel quale le varie dimensioni, dalla partecipazione dei cittadini all’educazione,
dalle contaminazioni con i più vari settori sociali e produttivi alla produzione culturale e
creativa vera e propria, sono legati da interdipendenze molto più complesse e interessanti
di quanto si immagini normalmente”.
La Banca Capasso con sforzi non indifferenti sta perseguendo costantemente da anni le
strade dell’ecosistema e della contaminazione, con azioni di supporto e di
promozione nei multiformi campi dell’umano interesse, con l’intento e l’obiettivo di far
6 Il Sole 24 Ore – 19 febbraio 2017 – n° 49.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 27
crescere il territorio e generare quel particolare virtuosismo dell’indotto economico, legato
a doppio nodo alla crescita culturale degli abitanti, senza la quale ogni sforzo è e
resterebbe vano.
E’ proseguito nel 2016 il progetto, nato nel dicembre del 2015, della “Financial Literacy
nelle scuole”, con l’intento di migliorare le competenze economiche e finanziarie degli
studenti e di ampliare la conoscenza di alcuni concetti chiave al fine di aumentare la
consapevolezza sulle scelte finanziarie, prima che giunga il momento della vita in cui
verranno effettuate valutazioni che potranno incidere sul benessere economico.
La quarta edizione del progetto si è svolta presso l’Istituto Statale di Istruzione
Secondaria Superiore di Piedimonte Matese (Industriale e Agrario) nei giorni 25 febbraio e
3,10,17 marzo 2016.
La quinta edizione si è tenuta presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Vincenzo De
Franchis” di Piedimonte Matese (Tecnico Commerciale) nei giorni 21, 28 aprile e 5, 12
maggio 2016. Entrambe le edizioni hanno riscosso un vivo interessamento da parte degli
studenti e del corpo docente.
E’ stato utilizzato il format già sperimentato con successo nel 2015 che prevede
l’approfondimento delle seguenti tematiche:
• Rendimenti, tassi d’interesse e commissioni - Relatore prof.ssa Antonella
Malinconico – Economia degli Intermediari Finanziari – Università del Sannio – BN;
• Risparmiare ed investire - Relatore dr. Marco Pontillo – Responsabile Compliance e
Antiriciclaggio - Banca Capasso Antonio spa - ;
• Realizzare i progetti grazie ai finanziamenti - Relatore sig. Renato Capasso – Area
Crediti - Banca Capasso Antonio spa -;
• Pagare in sicurezza - Relatore sig. Massimo Lombari – Responsabile Area Sistemi di
Pagamento - Banca Capasso Antonio spa -.
L’educazione finanziaria è diventato un progetto prioritario per migliorare la
consapevolezza da parte dei cittadini nella gestione del denaro, tanto che per iniziativa
dell’Associazione Bancaria Italiana è stata istituita una Fondazione per l’educazione
finanziaria, senza scopo di lucro, che persegue scopi di utilità sociale promuovendo
l’Educazione Finanziaria, nel più ampio concetto di Educazione alla Cittadinanza Economica
consapevole e attiva, per sviluppare e diffondere la conoscenza finanziaria ed economica.
La Fondazione tra l’altro progetta e realizza, grazie ad esperti e accademici, contenuti
didattici originali per giovani, adulti, pensionati ed imprese; sviluppa e gestisce un
________________________________________________________________________________________________ 28 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
database aggiornato di nominativi ed iniziative educative capace di unire localmente la
domanda di educazione finanziaria con l’offerta di iniziative da parte dei Partecipanti;
disegna e crea eventi locali e nazionali personalizzabili in funzione delle esigenze dei
Partecipanti e dei destinatari; svolge attività di informazione e promuove le iniziative
educative insieme ai Partecipanti.
Nel 2016 la Fondazione ha organizzato 82 eventi che hanno coinvolto oltre 17.000
studenti, 1.440 docenti e 240 cittadini.
In collaborazione con le Associazioni dei Consumatori sono stati effettuati 10 incontri con
una partecipazione totale di oltre 2.000 studenti e adulti.
Con il 2016 è partita la sperimentazione del percorso di Alternanza “Scuola - Lavoro”,
frutto di una convenzione stipulata con il Liceo Statale “Galileo Galilei” di Piedimonte
Matese.
Si tratta di una nuova visione della formazione che nasce dal superamento della
separazione tra momento formativo e applicativo, e si basa sull’idea che l’educazione
formale, l’educazione informale e l’esperienza di lavoro possano combinarsi in un unico
progetto formativo. L’Alternanza Scuola-Lavoro costituisce, pertanto, una vera e propria
combinazione di preparazione scolastica e di esperienze assistite sul posto di lavoro,
predisposte grazie alla collaborazione tra mondo delle organizzazioni e scuola
Il progetto rientra nel cumulo orario di alternanza scuola-lavoro previsto per i licei e per gli
istituti tecnici
Due gli allievi ospitati presso la sede di Alife, Italiano Antonio Pio e Melissa Rosaria Caruso,
individuati dal Consiglio di Istituto del Liceo sulla base di criteri di merito, a cui è stata
data l’opportunità di conoscere dal di dentro la Banca nelle sue multiformi attività. Dal
funzionamento di una filiale all’istruttoria di una pratica di affidamento, dalla redazione del
bilancio al sistema dei controlli interni, dalla sicurezza negli ambienti di lavoro alla gestione
dei sistemi informatici. Gli allievi durante il percorso di formazione hanno avuto modo di
interagire con i soggetti apicali della Banca quali il Consiglio di Amministrazione, il Collegio
Sindacale, l’Amministratore Delegato e il Direttore centrale. Hanno avuto modo di
partecipare all’attività quotidiana delle varie Aree, di apprendere le dinamiche dei flussi
interbancari, di comprendere l’attività che il sistema bancario svolge nel contrasto al
riciclaggio del denaro da attività illecite.
L’attività di formazione e orientamento del percorso in alternanza scuola-lavoro è stata
congiuntamente progettata e verificata da due docenti “tutor interni”, prof.ssa Antonucci
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 29
Eliana e prof.ssa Conenna Angela, designate dall’istituzione scolastica, e da un “tutor
formativo esterno” individuato dall’istituto di credito nel Direttore centrale sig. Sisto
Bisceglia.
Anche quest’anno la Banca ha voluto premiare gli studenti più meritevoli degli Istituti
superiori di II° grado assegnando complessivamente 50 borse di studio, 25 per le classi
intermedie del valore di 150 euro e 25 riservate agli alunni che hanno conseguito la
maturità nell’anno scolastico 2015/2016, del valore di 250 euro.
La cerimonia di premiazione è avvenuta il 18 dicembre, alle ore 10,00 presso il “Cotton
Village” in Via Canneto a Piedimonte Matese.
Ai primi tre concorrenti che hanno conseguito la maturità con votazione non inferiore a
100/100, e che nei quattro anni precedenti abbiano conseguito la media più alta, è stato
inoltre assegnato un premio speciale, non in denaro, del valore di euro 500,00.
Complessivamente sono stati erogati premi per 11.500 euro, di cui 10.000 euro in denaro
e 1.500 euro in prodotti ritenuti utili dagli studenti per agevolare il percorso di studio come
tablet, personal computer e note book.
Oltre ai cinquanta ragazzi, che in sala hanno condiviso il momento con familiari e amici,
alla cerimonia hanno partecipato il sindaco del Comune di Pratella, sig. Romualdo
Cacciola, il vice sindaco di Baia e Latina, sig.ra Teresa De Bottis e il dirigente
scolastico del Liceo “Galileo Galilei” prof.ssa Bernarda De Girolamo, i quali hanno
accolto con piacere l’invito all’evento e apprezzato il valore dell’iniziativa. In
rappresentanza della Banca Capasso, il Presidente dr. Pietro Matrisciano, l’Amministratore
Delegato dr. Salvatore Capasso, il Direttore centrale sig. Sisto Bisceglia e il prof. Marcellino
Diana responsabile dell’Organismo Unico di Vigilanza.
Subito dopo il saluto del dr. Matrisciano sono stati premiati i cinquanta studenti:
SANTOPADRE Alessia, NELLI Marisanna, DI BAIA Ersilia, GALLO Giovanni, VALENTINI
Cristina, DEL DEO Jacopo, DE MARTINO Pierluigi, FORTUNA Martina, PASCARELLA Marica,
CORNIELLO Maria Teresa, ARGENZIANO Francesca, LICCIARDI Guglielmo, ORSI Giulia
Rita, PISATURO Cristina, CARUSO Melissa Rosaria, FURNO Valeria, COMPARONE Luca,
BETTINO Stefano, RICCIO Cosimo Francesco, D’AMICO Fabio, IAMEO Sara, DE ROSA
Giovanni, D’ALLESTRO Emanuele, PEZZULLO Francesca, MAIORIELLO Giuseppe,
GAVRYLKIV Khrystyna, SANTANGELO Isabella, DE LELLIS Nicoletta, RUSSO Antonio,
VIGLIANTE Maria, LEUCI Federico, D’ANIELLO Mariella, LOMBARDI Luigi, LANDINO Maria
Chiara, MAIORISI Gianna, SGUEGLIA Palma, RICCARDI Roberto, FONZO Eleonora,
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SCETTA Maria, GENOVESE Donatella, SELVAGGIO Arianna, MAIO Angelo, FATTORE
Rebecca, CUZZONE Damiano, VENTRIGLIA Maria Antonia, D’ORSI Giulia, MASSARO Luca,
BIONDI Mariano, BIFONE Gaia, RAPA Pierangelo Maria.
Tre studentesse si sono aggiudicate i premi speciali del valore di 500 euro ciascuno: De
Lellis Nicoletta e Fattore Rebecca di San Gregorio Matese, Gavrylkiv Khrystyna di
Piedimonte Matese.
I nomi dei beneficiari delle borse di studio, intitolata alla memoria del Cav. Antonio
Capasso, fondatore nel 1912 dell’omonimo istituto di credito, sono stati individuati con un
bando di assegnazione reso pubblico l’ 8 marzo 2016 e selezionati esclusivamente sulla
base del merito.
Sia per le classi intermedie sia per la maturità hanno primeggiato le studentesse con una
percentuale rispettivamente del 56% e del 64%. L’Istituto più premiato è stato il Liceo
Scientifico Statale “G. Galilei” di Piedimonte Matese con 32 premiati su 50, mentre i
Comuni che si sono distinti per numero di premiati sono stati Piedimonte Matese con 12
borse di studio assegnate ed Alife con 11.
Ha allietato la premiazione il Coro Polifonico ARS NOVA. Il Coro nasce nel 1989 sotto la
guida del Maestro Romeo Saudella. Nel corso degli anni il coro ha visto variare, accrescere
e modificare il suo assetto originario ed attualmente risulta composto da circa 30 cantori.
La formazione corale esegue brani di musica sacra e profana tratti dal repertorio
medioevale, rinascimentale, barocco, classico, romantico e contemporaneo, spaziando tra
opere di compositori quali Palestrina, Bach, Vivaldi, Mozart, Schubert, Frisina.
L’attività del Coro Polifonico ARS NOVA da anni si avvale della collaborazione artistica di
validi musicisti e compositori quali Tedoro Laino, per gli arrangiamenti e
l’accompagnamento al pianoforte, Claudio De Siena per gli arrangiamenti, Eugenia Troisi
per la preparazione tecnica dei cantori e per l’accompagnamento al pianoforte, Fortunata
Cinque per la preparazione tecnica e vocale dei componenti del coro.
In occasione della premiazione il coro ha eseguito brani tratti dalla canzone classica
napoletana come Maruzzella di Bonagura/Carosone, O sole mio di Capurro/Di Capua,
Reginella di Bovio/Lama, Terra mia di Pino Daniele.
Il 22 ottobre 20106 alle ore 11 presso l’Aula Consiliare del Comune di Alife, in Piazza della
Liberazione n° 1, si è tenuta la cerimonia di assegnazione dei premi di laurea, del valore di
2.000 euro ciascuno, indetti dal Consiglio di Amministrazione della Banca per una tesi di
dottorato o di laurea specialistica/magistrale assegnati alle migliori tesi:
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- La storia delle matematiche in Italia intitolata a: “Niccolò de Martino, matematico
e promotore della cultura scientifica tra Napoli e la Spagna”;
- La topografia dell’Italia antica intitolata a: “Salvatore Farina, fondatore della
sezione di Alife dell’Archeoclub d’Italia”.
Le tesi dovevano essere inedite ed essere state discusse e approvate in un’università
dell’Unione Europea, tra il primo gennaio 2013 e il 30 novembre 2015. Tra i destinatari
erano da ritenersi inclusi i cittadini stranieri che avevano conseguito il dottorato o titolo di
laurea equivalente alla laurea specialistica presso un’università europea. Nove sono state
le tesi pervenute di cui sei per il premio “De Martino” e tre per il premio “Salvatore
Farina”.
Dopo un’attenta analisi, le commissioni esaminatrici, composte, per il Premio “Niccolò de
Martino”, dal prof. Luigi Pepe dell’Università degli Studi di Ferrara, dal prof. Luca Dell’Aglio
dell’Università degli Studi di Cosenza, dal prof. Paolo Freguglia dell’Università degli Studi di
L’Aquila e per il Premio “Salvatore Farina” dal dr. Salvatore Capasso Amministratore
Delegato della Banca Capasso Antonio S.p.A., dal prof. Paolo Sommella dell’Università
degli Studi “La Sapienza” di Roma, dal prof. Giovanni Uggeri dell’Università degli Studi “La
Sapienza” di Roma, hanno decretato vincitrice del premio Niccolò De Martino la dott.ssa
Maria Giulia Longanesi di Ravenna, che ha partecipato con la tesi di dottorato
“Idrodinamica e idraulica. Le raccolte sul moto delle acque. La questione del Reno”.
Destinatario del premio “Salvatore Farina” è risultato invece il dr. Santino Alessandro
Cugno con la tesi “Dinamiche insediative nel territorio di Canicattini Bagni (SR) tra
Antichità e Medioevo”.
Alla cerimonia di premiazione sono intervenuti: il prof. Luigi Pepe, Ordinario di Storia delle
Matematiche presso l’università degli studi di Ferrara; il prof. Emilio Ambrisi Presidente
Nazionale della Mathesis, Società Italiana degli Insegnanti di Matematica; il Sindaco di
Alife dr. Salvatore Cirioli; il Sindaco di Faicchio dr. Nino Lombardi; il dr. Gaetano Fiorillo
Presidente della Sezione di Alife dell’Archeoclub d’Italia.
In rappresentanza della Banca Capasso, il Presidente dr. Pietro Matrisciano,
l’Amministratore Delegato dr. Salvatore Capasso e il prof. Marcellino Diana responsabile
dell’Organismo Unico di Vigilanza.
In occasione delle celebrazioni del centenario di vita della Banca, in una delle tante
riunioni tenute per organizzare l’evento, l’Amministratore Delegato, dr. Salvatore Capasso,
più volte ribadì il concetto che era quanto mai opportuno, per trasmettere alle future
________________________________________________________________________________________________ 32 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
generazioni i valori che hanno retto la Banca Capasso Antonio in questo lungo lasso di
tempo, pubblicare un libro che potesse testimoniare l’attività, anche attraverso la lettura
dei bilanci.
A distanza di circa due anni dall’evento nella seduta del 16 giugno 2014 il Consiglio di
Amministrazione deliberò di affidare, tramite la sottoscrizione di una convenzione, al
Dipartimento di Economia della Seconda Università di Napoli un’attività di ricerca specifica
sul tema “I cento anni della Banca Capasso Antonio spa attraverso i bilanci di
esercizio”.
La convenzione prevede che il rapporto finale di ricerca dovrà consistere in un “contributo
finito di carattere monografico” pronto per essere avviato alla pubblicazione.
Il rapporto è stato consegnato nel corso della prima metà del 2016 dopo circa 18 mesi di
ricerca.
Il documento finale è stato poi arricchito dal socio dr. Domenico Parente con numerose
notizie storiche sulle banche locali all’inizio del secolo scorso, nonché con approfondimenti
sulla nascita della Banca Capasso Antonio, sulla figura del suo fondatore e sulle successive
modifiche di governance a seguito dei cambiamenti generazionali.
La seconda parte del libro che riguarda la storia della Banca attraverso la lettura dei bilanci
è stata curata tra l’altro dal prof. Paolo Tartaglia Polcini e dal prof. Giuseppe Sannino.
Per la pubblicazione del volume si dovrà attendere la redazione della bozza definitiva alla
luce delle integrazioni storiche tuttora in corso.
Il 24 settembre 2016, presso il Chiostro di San Domenico in Piedimonte Matese, Claudio
Visentin ha raccontato nel suo nuovo libro “Alla ricerca di don Chisciotte – Un
viaggio nella Mancia – Edizioni Ediciclo” il viaggio alla ricerca di Don Chisciotte, in
compagnia di Stefano Faravelli, pittore e filosofo. Gli autori sono stati intervistati da
Natalino Russo, anch’esso scrittore e viaggiatore.
Un innocuo viaggio letterario nella Mancia sulle tracce di don Chisciotte, tra pianure infinite
e mulini a vento, si trasforma in un’appassionata ricerca del Cavaliere dalla triste figura a
400 anni dalla scomparsa del grande scrittore spagnolo Miguel de Cervantes.
La ricerca inizia da Madrid, in Piazza di Spagna, dove sorge il più importante monumento
dedicato a Don Chisciotte. Il cavaliere è colto nell’attimo in cui crede di vedere qualcosa
all’orizzonte, forse dei mulini, che a lui però paiono giganti. Naturalmente Sancio non vede
nulla, e avanza placido sul suo asino. Ma intorno al monumento, quasi a fare la guardia
per impedirgli di fuggire, sorgono alcuni degli edifici più rappresentativi del franchismo,
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l’altissima Torre Madrid e il Palazzo di Spagna, creando così uno strano contrasto tra lo
spirito di libertà di Don Chisciotte e l’oppressione totalitaria, “per essere certi che non si
metta di nuovo per le strade del mondo a raddrizzare i torti e liberare gli oppressi”.
Il libro propone una riflessione sull’eterno conflitto tra idealismo e realismo. Come può
l’idealismo sopravvivere nella vita quotidiana? ma al tempo stesso come può una società
sostenersi senza di esso?
L’evento si è articolato in due momenti estremamente stimolanti e suggestivi: la
presentazione del libro e l’esibizione musicale del gruppo Sensus che, diretto da Marco
Muzzati, ha creato, con le sue sonorità antiche, un’atmosfera di raffinata evocazione del
Siglo de Oro, sulle note di un’arpa, di una vihuela (chitarra barocca), di una viola da
gamba e delle percussioni.
Grazie al sostegno economico della Banca è stato dato alle stampe il libro della prof.ssa
Rosanna Onorii dal titolo “L’Istituto – Convitto ‘Don Bosco’ – Una scuola degli anni
trenta a Piedimonte Matese”. La presentazione del volume è avvenuta presso la Sala
Minerva dell’Associazione Storica del Medio Volturno a Piedimonte Matese.
L’indagine accurata svolta dall’autrice – afferma il dr. Salvatore Capasso nella
presentazione al volume - ha recuperato dall’oblio la storia di Adelchi Albanese e di sua
moglie Anna Virgilio e ha dato un nome agli innumerevoli volti delle persone che come
alunni o docenti hanno vissuto la breve avventura della prima scuola laica superiore di
Piedimonte Matese. L’Istituto-Convitto “Don Bosco” chiuse i battenti nell’ottobre del 1938,
dopo solo quattro anni di vita, nonostante l’avv. Albanese tentasse di far fronte alle
insuperabili difficoltà economiche partecipando, come volontario, alla guerra civile
spagnola. Purtroppo la validità di una iniziativa si misura – afferma l’Amministratore
Delegato - anche e forse soprattutto, dalla sua sostenibilità economica, non altro per
evitare che sacrifici e idee, come nel caso del progetto Albanese-Virgilio, vadano perduti, e
con essi la possibilità di incidere, nel tempo, nel tessuto sociale ed economico. Cosa
avrebbe potuto significare per Piedimonte e per l’intero hinterland alifano-matesino la
presenza di una scuola laica, non di estrazione religiosa, già dagli anni trenta del secolo
scorso?
La Banca nel 2016 ha finanziato la pubblicazione della Guida cicloturistica “CICLOVIA
ROMEA FRANCIGENA” da Roma a Benevento in bicicletta sugli itinerari Eurovelo5 ed
Eurovelo7, realizzata dall’Associazione Secret Route - Cycling Across South Italy -,
nata a Benevento nel 2016 per promuovere il cicloturismo nel Sud Italia e animata da
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cicloviaggiatori con grande esperienza in tutta Europa che uniscono la passione alla
professionalità.
La Guida vuole aiutare i cicloturisti italiani e stranieri a scoprire le bellezze del Sud Italia
percorrendo la ciclovia Romea- Francigena, l’itinerario cicloturistico EuroVelo5, nella sua
parte finale da Roma a Brindisi.
Con 580 chilometri di itinerari ciclabili, mappe in scala 1:25.000, descrizione dettagliata dei
percorsi, informazioni turistiche, alloggi e servizi utili, la Guida offre tutte le informazioni
necessarie per viaggiare in piena autonomia con qualsiasi tipo di bicicletta.
In questa prima parte della Guida, ne seguirà una seconda per il tratto Benevento –
Brindisi, vengono presentati due percorsi che dalla città eterna raggiungono Benevento: il
primo, prevalentemente pianeggiante, costeggia il Tirreno, mentre il secondo segue
l’Appennino per poi ricongiungersi entrambi a Cassino.
La Banca Capasso Antonio ha contribuito alla realizzazione della Guida perché crede nel
turismo itinerante quale mezzo per la promozione del territorio e auspica che l’opinione
pubblica locale sia sensibilizzata e resa edotta sull’importanza delle vie di pellegrinaggio, e
le comunità e gli enti locali siano promotori di iniziative volte a rendere più fruibili i
percorsi, favorendo così i lenti camminatori, portatori di pace e fratellanza.
Grazie alla lungimiranza di EDICICLO EDITORE, una casa editrice specializzata nella
pubblicazione di libri dedicati al cicloturismo, al viaggio e alla mobilità sostenibile e con
sede a Portogruaro (VE), il prossimo mese di maggio la guida diventerà un libro dal titolo
“Le vie francigene del sud in bicicletta”, e finalmente anche le nostre contrade
entreranno con diritto nel grande circuito europeo delle Ciclovie. Dalla presentazione del
libro: “Un’avventura in bicicletta da Roma a Benevento sulle tracce della Storia; pedalerete
seguendo la direttrice Latina della Via Francigena del Sud, la strada dei pellegrini che
sognavano la Terrasanta. Dal cuore di Roma alla poco conosciuta Benevento, percorrendo
circa 330 km tra il Lazio, la Campania e il Molise. L’itinerario si immerge nel paesaggio
laziale dominato dai Monti Prenestini ed Ernici, attraversa le valli del Sacco, del Liri e di
Comino e raggiunge centri ricchi di storia come Palestrina, Anagni, Alatri, Ferentino, Atina,
Aquino, Cassino e la sua abbazia, punto di riferimento della spiritualità e della cultura
europea nel Medioevo. Entra poi nella piana del Volturno, tra Molise e Campania, dove
incontra gli antichi comuni di Venafro ed Alife; prosegue nella valle Telesina, costellata di
abbazie millenarie, piccoli borghi e vigneti, e arriva fino a Benevento, crocevia per la Puglia
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 35
e l’Oriente. Il percorso regala grandi emozioni a chi ama pedalare tra paesaggi, arte e
storia con un pizzico di avventura”.
La contaminazione, seppur piccola, questa volta ha funzionato”.
La Banca ha inoltre sostenuto il viaggio a cavallo dal Triglav (Monte Tricorno) alle Alpi
Marittime di Paola Giacomini, amazzone piemontese che in solitaria ha realizzato uno
straordinario viaggio a cavallo attraverso l’attuale areale del lupo nelle Alpi per raccogliere
dichiarazioni e racconti da chi è coinvolto direttamente dalla presenza del lupo.
Partita il 4 giugno 2016 dalla sede le Parco Nazionale del Triglav ha percorso insieme con il
suo cavallo Isotta Raminga tutto l’arco alpino per poi raggiungere la sede del Parco delle
Alpi Marittime alla fine di agosto, percorrendo ben 2.191 chilometri in 79 giorni di viaggio,
con un dislivello medio di 1.540 metri al giorno.
L’idea del viaggio di Paola è stata adottata dal progetto LIFE WOLFALPS, cofinanziato
dall’Unione Europea nell’ambito della programmazione LIFE+ 2007-2013 “Natura e
biodiversità”, con l’obiettivo di realizzare azioni coordinate per la conservazione a lungo
termine della popolazione alpina di lupo. Il progetto interviene in sette aree chiave,
individuate in quanto particolarmente importanti per la presenza della specie e/o perché
determinanti per la sua diffusione nell’intero ecosistema alpino. Tra gli obiettivi di LIFE
WOLFALPS c’è l’individuazione di strategie funzionali ad assicurare una convivenza stabile
tra il lupo e le attività economiche tradizionali, sia nei territori dove il lupo è già presente
da tempo, sia nelle zone in cui il processo di naturale ricolonizzazione è attualmente in
corso.
La Banca Capasso, sensibile ai problemi ambientali e alla gestione del territorio, ha
sostenuto l’iniziativa di Paola con la speranza che il progetto europeo possa estendersi
anche alle zone appenniniche e al Matese in particolare, dove il lupo è ritornato a svolgere
la sua funzione di predatore, e la sua costante espansione degli ultimi decenni ha
permesso la ricolonizzazione dell’areale alpino
Paola ha inviato dodici racconti con le relative immagine del suo viaggio a cavallo che sono
stati pubblicati sul sito della Banca all’indirizzo www.bancacapasso.it.
La Banca ha poi contribuito alla realizzazione di due interessanti progetti relativi alla
mobilità dolce e al recupero dei legami con gli italiani emigrati nelle Americhe.
Il progetto Lovewheels646, da Amorosi a Los Angeles in bicicletta, ideato da Giuseppe
Campochiaro e Giovanna Napolitano con il duplice obiettivo di promuovere la mobilità
alternativa e sostenibile, in particolare il cicloturismo come motore di sviluppo economico e
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valorizzazione del territorio, e dall’altro, di essere ambasciatori del Sannio, e di incontrare
le comunità italiane che si trovano negli Stati Uniti d’America per raccogliere testimonianze
e scrivere storie.
Il progetto Un viaggio lungo un sogno, 7.500 chilometri in bicicletta in Sudamerica, è
stato concepito da Diego Chioccola di Castelvenere (BN) e Pierangelo D’Onofrio di Telese
Terme (BN) con l’obiettivo attraversare il sud dell’America latina lungo le strade che hanno
percorso tanti emigranti italiani che inseguivano un sogno. Il viaggio sarà l’occasione
anche per incontri istituzionali con le ambasciate e i consolati italiani dei Paesi attraversati.
La Banca ha poi contributo alla realizzazione dell’evento “La semina e il raccolto”
organizzato dalla sede della Confindustria di Benevento in occasione dei 90 anni di attività.
Nel mese di giugno si è tenuta la terza edizione dei 100 Km del Matese organizzata dal
Club Antichisanniti, manifestazione di macchine d’epoca che ha visto la partecipazione di
oltre cinquanta autovetture che hanno percorso le tortuose strade del Matese e del Sannio
alla scoperta di paesaggi mozzafiato e delle peculiarità eno-gastronomiche del territorio.
Un’attenzione particolare da sempre è rivolta dalla Banca Capasso Antonio allo sport e ai
suoi valori che possono consentire una crescita sana dei giovani.
E’ in questo ambito che si inserisce il rapporto di partnership tra Banca Capasso Antonio e
varie Associazioni Sportive Dilettantistiche della zona come la ASD Polisportiva Matese,
società di volley che vanta oltre 200 giovani iscritti e che opera nel territorio alto-
casertano; la ASD Running di Vairano Patenora che organizza gare di Trail, come
quella famosa a livello regionale dei “Borghi e dei Castelli”; la ASD Alliphae squadra
locale di calcio che milita nel campionato di Eccellenza.
Signori azionisti,
di seguito vengono riportati i dati salienti dell’economia italiana desunti dalla Relazione
Annuale 2016 dell’ABI.
In Italia l’economia è in ripresa, anche se moderata. A fronte del rallentamento del
commercio mondiale, che ha frenato le esportazioni, la positiva evoluzione dei principali
aggregati della domanda interna, i consumi e gli investimenti, ha sostenuto la crescita.
Secondo gli ultimi dati Istat, nell’intero 2016 il Pil è cresciuto del +1% (+0,7% nel
2015). Si tratta del secondo anno di crescita dopo 3 anni consecutivi di calo.
L’attività economica è stata sostenuta dall’aumento del +1,2% dei consumi finali nazionali
(+1% nel 2015) e in particolare da quello dei consumi delle famiglie residenti, pari al
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 37
+1,3% (+1,6% nel 2015). Gli investimenti fissi lordi hanno accelerato rispetto agli scorsi
anni, segnando una variazione del +3,1% (+1,4% del 2015). Per quel che riguarda i flussi
con l’estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del +2,6% e le importazioni
del +3,1%.
Nel 2016, anche l’indice della produzione industriale ha mostrato alcuni segnali
di ripresa. Nella media d’anno, l’indice è cresciuto del +2% (+1,7% indice corretto
per gli effetti di calendario) rispetto all’anno precedente (+0,9% nel 2015 e -0,5% nel
2014). L’ultimo dato disponibile, relativo a dicembre, indica un incremento pari al +1,7%
rispetto a novembre e al +6% in termini tendenziali.
Il mercato del lavoro è ancora debole, ma ci sono stati alcuni importanti segni
di miglioramento. Il tasso di disoccupazione medio del 2016 si è attestato
all’11,7% inferiore di 0,2 punti percentuali rispetto al 2015.
I prezzi rimangono su livelli estremamente bassi. Nella media del 2016 l’aumento
dell’inflazione al consumo è stato pari a +0,6% poco superiore al +0,1% del 2015.
A gennaio 2015 l’indice ha toccato il valore minimo pari al -0,5%.
Nel 2016 la dinamica dell’attività di funding in Italia ha manifestato una
sostanziale tenuta. In dettaglio, a fine 2016 la raccolta denominata in euro da clientela
del totale delle banche italiane, rappresentata dai depositi a clientela residente (depositi in
conto corrente, depositi con durata prestabilita al netto di quelli connessi con operazioni di
cessioni di crediti, depositi rimborsabili con preavviso e pronti contro termine; i depositi
sono al netto delle operazioni con controparti centrali) e dalle obbligazioni (al netto di
quelle riacquistate da banche) è risultata pari a 1.688,4 miliardi di euro, segnando una
variazione annua pari a -0,6%, (-0,6 a dicembre 2015) ed una flessione dello stock della
raccolta di circa 10 miliardi di euro.
L’osservazione delle diverse componenti mostra come i depositi da clientela residente (al
netto delle operazioni con controparti centrali e dei depositi con durata prestabilita
connessi con operazioni di cessioni di crediti) abbiano registrato una variazione tendenziale
pari a +5% (+3,8% a dicembre 2015; +65,8 miliardi di euro dalla fine del 2015). La
variazione annua delle obbligazioni è risultata pari a -19,6% (-13,1% a dicembre
2015; -75,5 miliardi).
Prima dell’inizio della crisi – a fine 2007 – l’ammontare della raccolta bancaria si
ragguagliava a circa 1.51 miliardi di euro (+178 miliardi dalla fine del 2007 ad oggi); così
________________________________________________________________________________________________ 38 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
composta: 1.000 miliardi di depositi da clientela (+378 miliardi dalla fine del 2007 ad oggi)
e 513 miliardi di obbligazioni (-202 miliardi dal 2007).
A fine 2016 i prestiti bancari alla clientela (settore privato più amministrazioni
pubbliche al netto dei pct con controparti centrali) risultavano pari a 1.803 miliardi di
euro, con una variazione annua - calcolata includendo i prestiti non rilevati nei bilanci
bancari in quanto cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse
con transazioni (ad. esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti
di valore o a riclassificazioni) – pari a +0,4% (-0,2% a fine 2015).
In termini dinamici, nel 2016 la variazione annuale dei prestiti al settore privato
residente in Italia è risultata di poco superiore all’1% (+1,1% a fine 2016 da -
0,4% di fine 2015).
Limitatamente al settore delle imprese, la variazione su base annua dei
finanziamenti alle imprese non finanziarie è risultata a fine 2016 pari a +0,2%
da -0,6% di fine 2015 .
La dinamica del credito continua ad essere influenzata dall’andamento degli investimenti e
del ciclo economico, che seppure in ripresa, l’intensità rimane contenuta.
In diminuzione su base annua la variazione del numero di fallimenti delle
imprese: dati del Cerved indicano che nel corso del 2016 ha preso vigore il miglioramento
iniziato nel 2015, con benefici che riguardano tutti i settori economici e tutta la Penisola,
con la sola eccezione delle Isole. I dati indicano che complessivamente nel 2016 sono
fallite 13,5 mila imprese, l’8,5% in meno rispetto alle 14,7 mila del 2015 (anno che aveva
fatto registrare un calo del 6,1% rispetto al picco di 15,7 mila fallimenti toccato nel 2014).
Rilevante appare, altresì, il contributo offerto dal sistema bancario al
finanziamento delle imprese di minori dimensioni. In dettaglio, la quota sul totale
degli impieghi fino a 1 milione di euro (considerando anche i crediti non censiti dalla
Centrale dei Rischi fino a 30.000 euro) risulta a settembre 2016 pari al 27,4%, valore che
raggiunge il 45,6% qualora si considerino i finanziamenti fino a 5 milioni di euro. Laddove,
poi, si consideri l’intero comparto delle PMI, definite come imprese fino a 50 milioni di euro
di fatturato, il rapporto sale ad oltre il 50%.
Positiva è risultata anche la dinamica dei finanziamenti al settore delle
famiglie: +1,9% a fine 2016 (+0,7% a fine 2015). In particolare, spicca la
ripresa del mercato dei mutui, in crescita sia in termini di stock di finanziamenti
in essere (+1,9% rispetto a fine 2015) sia in termini di flussi di nuovi mutui.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 39
Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni già effettuate dalle banche con
proprie risorse) a fine 2016 si collocano a 86,9 miliardi di euro, in riduzione di
oltre il 2% rispetto al picco di 89 miliardi di fine novembre 2015. Il rapporto
sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,89% a dicembre 2016
(era il 4,91% a fine 2015 e lo 0,86% prima dell’inizio della crisi).
A dicembre 2016 il portafoglio titoli del totale delle banche risultava pari a 721,2 miliardi di
euro.
Nell’Area Euro i tassi del mercato monetario hanno manifestato nel corso del
2016 una sensibile diminuzione: l’euribor a tre mesi si è, infatti, posizionato a -0,32%
a dicembre 2016, minimo storico (di -0,13% a dicembre 2015).
Dall’analisi delle statistiche armonizzate sui tassi d'interesse applicati dalle Istituzioni
finanziarie monetarie ai prestiti erogati alle società non finanziarie ed alle famiglie emerge
come nel corso del 2016 sia leggermente diminuita l’intera struttura dei tassi di interesse
bancari, in linea con il trend delle condizioni sul mercato interbancario.
Nel 2016 sul mercato italiano si è registrata una flessione nell’intera struttura dei saggi di
interesse del mercato monetario e finanziario. In particolare, sul mercato secondario dei
titoli di Stato, il Rendistato, cioè il dato relativo al campione dei titoli con vita residua
superiore all’anno scambiati alla Borsa valori italiana (M.O.T.), si è collocato a dicembre
2016 all’1,17%, 15 basis points al di sopra del valore di dicembre 2015. Nel mese di
dicembre 2016 il rendimento lordo sul mercato secondario dei CCT è risultato pari allo
0,33% (0,32% a dicembre 2015). Con riferimento ai BTP , nella media del mese di
dicembre 2016 il rendimento medio è risultato pari all’1,73% (1,51% a dicembre 2015). Il
rendimento medio lordo annualizzato dei BOT, infine, è passato nel periodo dicembre 2015
- dicembre 2016 da -0,06% a -0,29%.
Sul fronte dei tassi bancari, nel 2016 si è registrato una lieve flessione del tasso sui
depositi in euro applicato alle famiglie e società non finanziarie: dallo 0,52% di fine 2015
allo 0,41% di fine 2016. Il tasso medio della raccolta bancaria da clientela (che
comprende il rendimento dei depositi, delle obbligazioni e dei pronti contro termine in euro
applicati al comparto delle famiglie e società non finanziarie), si è collocato a dicembre
2016 allo 0,98% (1,19% a dicembre 2015). In diminuzione è risultato anche il tasso
sulle operazioni pronti contro termine - dall’1,21% di dicembre 2015 allo 0,56% di
dicembre 2016 - ed il rendimento delle obbligazioni bancarie - dal 2,94% al 2,74% -.
________________________________________________________________________________________________ 40 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Nel 2016 IL tasso medio ponderato sul totale dei prestiti a famiglie e società
non finanziarie elaborato dall’ABI è ulteriormente diminuito: dal 3,25% di fine
2015 al 2,85% di fine 2016. In flessione è risultato, altresì, il tasso sui c/c attivi e
prestiti rotativi in euro erogati a famiglie e società non finanziarie (dal 4,36% di dicembre
2015 al 3,83% di dicembre 2016).
In calo e particolarmente bassi sono risultati anche i tassi sulle nuove
operazioni: a dicembre 2016 il tasso sui prestiti in euro alle società non
finanziarie si è posizionato all’1,54% (1,92% a dicembre 2015), mentre il tasso sui
prestiti in euro alle famiglie per l’acquisto di abitazioni - che sintetizza l’andamento
dei tassi fissi e variabili ed è influenzato anche dalla variazione della composizione fra le
erogazioni in base alla tipologia di mutuo – è risultato pari al 2,02% (2,50% a
dicembre 2015). Nell’ultimo mese del 2016 la quota del flusso di finanziamenti a tasso
fisso è risultata pari al 74,8% (era il 66% a dicembre 2015).
In media d’anno, risulta assai contenuto lo spread fra il tasso medio sui prestiti e
quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie: nel 2016, tale
differenziale è risultato pari a 198 basis points (212 punti base nel 2015, prima
dell’inizio della crisi finanziaria questo spread superava i 300 punti).
Nella media del 2016 il differenziale fra tasso medio dell’attivo fruttifero
denominato in euro di famiglie e società non finanziarie e il tasso medio sulla
raccolta da clientela rappresentata da famiglie e società non finanziarie in euro
è risultato per l’Italia pari a 164 basis points, 173 punti base nella media del 2015.
Signori azionisti,
il Senato della Repubblica Italiana il 6 aprile 2016 ha approvato il seguente disegno di
Legge, di iniziativa del Governo, già approvato dalla Camera dei deputati: Conversione in
legge, con modificazioni, del decreto-legge 14 febbraio 2016, n° 18, recante misure
urgenti concernenti la riforma delle banche di credito cooperativo, la garanzia sulla
cartolarizzazione delle sofferenze, il regime fiscale relativo alle procedure di crisi e la
gestione collettiva del risparmio.
La legge ha modificato anche l’articolo 120 del D. Lgs. 1º settembre 1993, n. 385 (Testo
Unico Bancario), relativo alla decorrenza delle valute e al calcolo degli interessi.
L’articolo 120 del Testo unico bancario (comma 2), in vigore dal 1° gennaio 2014, e che
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 41
ora è stato modificato, prevedeva: “Il CICR (Comitato interministeriale per il credito e il
risparmio) stabilisce modalità e criteri per la produzione di interessi nelle operazioni poste
in essere nell'esercizio dell'attività bancaria, prevedendo in ogni caso che: a) nelle
operazioni in conto corrente sia assicurata, nei confronti della clientela, la stessa
periodicità nel conteggio degli interessi sia debitori sia creditori; b) gli interessi
periodicamente capitalizzati non possano produrre interessi ulteriori che, nelle successive
operazioni di capitalizzazione, sono calcolati esclusivamente sulla sorte capitale”.
La delibera del CICR però non è stata mai emanata.
Le modifiche hanno riguardato le lettere a) e b) del comma 2 dell’articolo 120, così
modificato:
"a) nei rapporti di conto corrente o di conto di pagamento sia assicurata, nei confronti
della clientela, la stessa periodicità nel conteggio degli interessi sia debitori sia creditori,
comunque non inferiore ad un anno; gli interessi sono conteggiati il 31 dicembre di
ciascun anno e, in ogni caso, al termine del rapporto per cui sono dovuti;
b) gli interessi debitori maturati, ivi compresi quelli relativi a finanziamenti a valere su
carte di credito, non possono produrre interessi ulteriori, salvo quelli di mora, e sono
calcolati esclusivamente sulla sorte capitale; per le aperture di credito regolate in conto
corrente e in conto di pagamento, per gli sconfinamenti anche in assenza di affidamento
ovvero oltre il limite del fido: 1) gli interessi debitori sono conteggiati al 31 dicembre e
divengono esigibili il 1º marzo dell'anno successivo a quello in cui sono maturati; nel caso
di chiusura definitiva del rapporto, gli interessi sono immediatamente esigibili; 2) il cliente
può autorizzare, anche preventivamente, l'addebito degli interessi sul conto al momento in
cui questi divengono esigibili; in questo caso la somma addebitata è considerata sorte
capitale; l'autorizzazione è revocabile in ogni momento, purché prima che l'addebito abbia
avuto luogo".
Nel rispetto delle norme emanate, la Banca Capasso ha provveduto all’adeguamento dei
contratti e all’invio a tutti i correntisti della prescritta informativa contenente anche la
lettera di autorizzazione all’addebito degli interessi con decorrenza dal 1° marzo di ciascun
anno.
La procedura informatica ha poi recepito nei termini le nuove modalità di calcolo degli
interessi stessi.
Non appena la Banca d’Italia ha pubblicato sul sito web l’informativa sull’anatocismo e sul
calcolo degli interessi, anche la Banca Capasso ha istituito nel suo sito Internet un’apposita
________________________________________________________________________________________________ 42 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
sezione che riporta l’infografica della Banca d’Italia e il rinvio al sito istituzionale
dell’Organo di Vigilanza.
Signori azionisti,
il 1° novembre 2016 sono entrate in vigore una serie di novità rilevanti in materia di
credito immobiliare: dalla valutazione degli immobili forniti in garanzia alle forme di
pubblicità, dai contratti di mutuo al TAEG, dal merito creditizio ai mutui in valuta estera.
Una serie di innovazioni che puntano ad aumentare la trasparenza ed evitare le crisi del
passato
Con la Direttiva 2014/17/UE (cd. Mortgage Credit Directive, di seguito “MCD”) è stata
introdotta una cornice normativa armonizzata in materia di offerta ai consumatori di
contratti di credito immobiliare (crediti garantiti da ipoteca o finalizzati all’acquisto di
immobili residenziali).
La finalità espressa della nuova normativa è di contribuire alla realizzazione di un mercato
interno trasparente, efficiente e competitivo per il credito immobiliare, che garantisca ai
consumatori un elevato livello di protezione e promuova la sostenibilità nell’erogazione e
nella gestione di questa categoria di prestiti.
La Direttiva MCD è stata recepita con il D. Lgs. 21 aprile 2016, n. 72, che ha inserito nel
Titolo VI del T.U.B. un nuovo Capo, il I-bis, dedicato all’offerta di credito immobiliare ai
consumatori.
La Banca d’Italia, con l’emanazione del 17° aggiornamento della Circolare 285 del 17
dicembre 2013, in data 27 settembre 2016, ha dato attuazione alle nuove disposizioni del
TUB e ha dettato le regole relative alla valutazione del merito creditizio del consumatore e
quelle relative alla valutazione degli immobili.
Il provvedimento della Banca d’Italia del 30 settembre 2016, con l’intento di dare
attuazione al nuovo capo I-bis (Testo Unico Bancario) e al decreto d’urgenza del Ministro
dell’economia e delle finanze – Presidente del CICR del 29 settembre 2016, n. 380, con i
quali è stata recepita la direttiva 2014/17/UE in materia di credito immobiliare ai
consumatori, ha integrato e modificato il provvedimento della Banca d’Italia “Trasparenza
delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari. Correttezza delle relazioni tra intermediari
e clienti” adottato il 29 luglio 2009 come successivamente integrato e modificato.
L’ambito di applicazione della normativa comprende i contratti sottoscritti da un
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 43
consumatore aventi a oggetto la concessione di credito garantito da ipoteca su un
immobile residenziale o volto ad acquistare un immobile.
E’ stata pertanto introdotta una speciale disciplina relativa, in particolare, alle modalità di
redazione degli annunci pubblicitari, agli obblighi precontrattuali e alle conseguenze
dell’inadempimento. Altre importanti previsioni riguardano il calcolo del TAEG, la
valutazione del merito creditizio, la valutazione degli immobili da porre in garanzia e i
finanziamenti in valuta estera.
Vengono dunque amplificate le regole di trasparenza contrattuale affinché, da un lato, il
consumatore possa effettuare una scelta informata e consapevole e, dall’altro, sia
consentita al finanziatore di selezionare attentamente le richieste di finanziamento e il
conseguente accesso al credito di soggetti a elevato rischio di insolvenza.
Molteplici gli aspetti di interesse della disciplina in materia, accomunati dal manifesto
obiettivo del legislatore europeo e di quello italiano di assicurare un’adeguata protezione
dei consumatori che intendono stipulare contratti di credito immobiliare, in considerazione
dell’importanza dell’impegno finanziario assunto e dei rischi connessi.
Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 27 ottobre 2016 ha trattato nella sua
complessità l’argomento adottando le misure idonee a recepire la nuova Direttiva Europea,
tra cui l’emanazione del nuovo Regolamento interno sul Credito Immobiliare ai
Consumatori, l’integrazione del modello per la valutazione del merito creditizio includendo i
nuovi scenari previsti dalla normativa, l’integrazione del modello di perizia dell’immobile,
l’integrazione della lettera da inviare ai clienti inadempienti, la predisposizione di corsi di
formazione ad hoc per il personale, l’aggiornamento delle policy sulla trasparenza e sul
credito.
Signori azionisti,
la presente relazione descrive e analizza le attività, i processi aziendali nonché i risultati
economico-finanziari della Banca Capasso Antonio S.p.A. relativi all’esercizio, raffrontandoli
con quelli dell’esercizio passato. La gestione della Banca, nel corso dell’intero 2016, è stata
ispirata a criteri generali di prudenza secondo un’ottica lungimirante diretta alla
salvaguardia del valore nel medio – lungo termine.
Il Consiglio di Amministrazione ha verificato con attenzione la sussistenza della continuità
aziendale, in relazione alla quale ritiene di esprimere un giudizio positivo con riferimento
________________________________________________________________________________________________ 44 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
ad un congruo arco temporale futuro di dodici mesi, non avendo ravvisato nella struttura
operativa e negli andamenti gestionali sintomi in grado di comprometterla.
Signori azionisti,
la Banca Capasso Antonio S.p.A. nel 2016, pur in un difficile e perdurante contesto
economico, aggravato per il sistema bancario dai tassi di interesse pressoché pari a zero,
ha conseguito un utile netto di euro 739,8 mila, rispetto a euro 898,8 mila del precedente
esercizio. Il decremento sul 2016 (-17,69%), aldilà di ogni altro andamento dei ricavi e dei
costi, è riconducibile in gran parte alla svalutazione dei titoli di capitale nel comparto delle
attività finanziarie disponibili per la vendita (per euro 670 mila) che ha inciso anche
sull’aumento delle imposte e tasse d’esercizio.
In sintesi, i complessivi andamenti sono così riassumibili:
1. lieve riduzione del margine di interesse (per euro 22,8 mila, -0,67%), che continua
a risentire del calo degli interessi attivi (da euro 4.875,8 mila a euro 4.325,1 mila; -
11,29%), nonostante la pur sensibile contrazione degli interessi passivi (da euro 1.473,0
mila a euro 945,1 mila, -35,84%);
2. flessione delle commissioni nette (-14,20%), ragguagliatesi a euro 395,8 mila, a
motivo dell’aumento di quelle passive (da euro 41,2 mila a euro 112,5 mila) dovute
soprattutto alle gestioni patrimoniali con Banca Patrimoni e Cassa Centrale Banca;
3. aumento considerevole dei dividendi (passati da euro 13,3 mila a euro 65,3 mila);
4. maggiori spese amministrative (per euro 116,5 mila, ragguagliatesi a euro 1.426,8
mila, + 8,89%);
5. maggiori spese per il personale (per euro 25,7 mila, ragguagliatesi a euro 1.739,10
mila, + 1,50%);
6. la tendenziale attenuazione (potremmo dire ormai quasi fisiologica) degli effetti
della crisi economica dei precedenti anni, si è riflessa sulle rettifiche di valore su crediti per
euro 613,7 mila (contro euro 1.182,7 mila del 2015 e euro 1.143,5 mila del 2014) riferibili
a sofferenze (euro 22,3 mila contro euro 135,7 mila del 2015) e deteriorate (euro 470,0
mila contro euro 920,3 mila del 2015) e a svalutazioni collettive (euro 121,3 mila contro
126,7 del 2015). A fronte di tali rettifiche, le riprese di valore su crediti, pari a euro 388,7
mila, si sono attestate su livelli inferiori a quelli del 2015 (pari a euro 660,5 mila). Le
svalutazioni nette, risentendo delle dinamiche sopra descritte, si sono attestate su euro
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 45
225,9 mila (contro euro 522,5 mila del 2015 e contro euro 868,4 mila del 2014). Il
rapporto “rettifiche nette su crediti verso clientela/crediti verso clientela”, che viene anche
definito “costo netto del credito”, scende allo 0,38% (contro lo 0,90 del 2015 e l’1,56% del
2014). Il “costo lordo” invece ha assunto il valore di 1,05% (contro l’ 2,04% del 2015);
7. Le perdite da impairment delle attività finanziarie disponibili per la vendita, si sono
attestate a euro 669,5 mila (euro 10,3 nel 2015, euro 0,97 nel 2014, euro 85,1 nel 2013 e
euro 36,6 mila nel 2012);
8. incremento degli utili da cessione delle attività finanziarie disponibili per la vendita
(attestatisi a euro 1.407,5 mila, contro 818,4 mila del 2015, contro euro 1.730,9 del 2014,
euro 1.108,4 mila del 2013 e euro 961,1 mila del 2012);
9. aumento delle rettifiche di valore nette su attività materiali (da euro 156,6 mila a
euro 179,1 mila).
10. stabilità dei proventi di gestione pari a euro 419,1 mila(+14,21% rispetto al 2015) e
delle rettifiche di valore nette su attività immateriali;
In tale contesto:
- gli oneri fiscali sul reddito presentano un evidente incremento (41,39%,
attestandosi a euro 645,0 mila), con un maggior tax-rating (inteso come rapporto tra
imposte accantonate e utile dell’operatività corrente) pari al 46,58% (33,67 nel 2015);
- il “cost/income” della Banca si ragguaglia al 55,82% (59,89 nel 2015). Rettificando
il reddito prodotto della componente “valutativa” di deterioramento (euro 935,5 mila nel
2016 contro euro 532,9 mila nel 2015), il cennato rapporto si attesta al 67,91% (67,53 nel
2015).
Signori azionisti,
dal 1° gennaio 2016 è entrata in vigore la direttiva BRRD (Bank Recovery and Resolution
Directive) che introduce in tutti i paesi europei regole armonizzate per prevenire e gestire
le crisi delle banche e delle imprese di investimento. La Banca ha pertanto promosso una
serie di attività per informare correttamente la clientela sulle nuove regole. In primo luogo
sul sito Internet della Banca è stata dedicata un’intera sezione denominata INFORMATIVA
SUL BAIL IN, che oltre a riportare in maniera dettagliata i principali aspetti della direttiva
BRRD, con rinvio sia al sito della Banca d’Italia che alla guida sul Bail-In pubblicata
recentissimamente dall’Associazione Bancaria Italiana, offre la possibilità di guardare un
________________________________________________________________________________________________ 46 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
video, estremamente semplice ed esplicativo, che spiega mediante accorgimenti grafici i
contenuti essenziali della direttiva. E’ stata redatta poi una informativa in formato cartaceo
che è stata inviata alla clientela in uno con gli estratti conto di fine anno. La stessa
informativa viene fornita ai clienti nella fase di apertura di conti correnti, libretti a
risparmio, certificati di deposito e nella fase di sottoscrizione delle obbligazioni bancarie. Le
schede prodotto inerenti i Certificati di Deposito e le Obbligazioni sono state integrate con
l’informativa sul rischio Bail-In. Infine, tutti i fogli informativi inerenti i prodotti per la
raccolta della Banca sono stati integrati con una breve e chiara informativa sui rischi
connessi al Bail-In.
Nella seduta del 28 gennaio 2016 il Consiglio di Amministrazione ha come di consueto
tracciato le strategie per l’anno in tema di investimenti finanziari. In questi senso, per
meglio allocare la liquidità giacente presso le controparti bancarie, il Consiglio ha attivato
dei mandati di gestione patrimoniale, con obiettivi di medio e lungo periodo.
Sono stati scelti come partner strategici Cassa Centrale Banca e Banca Patrimoni Sella
(Gruppo Banca Sella).
Sono state attivate tre linee di gestioni: due con Cassa Centrale Banca per un ammontare
complessivo di 2,2 milioni di euro e la terza con Banca Patrimoni per un importo di 7
milioni di euro. Successivamente il Consiglio nella seduta del 29 luglio 2016 ha deliberato
di incrementare il mandato di gestione patrimoniale in essere con Banca Patrimoni di
ulteriori 5 milioni di euro.
La Banca d’Italia in data 22 gennaio 2016 ha pubblicato una Comunicazione sulla
computabilità degli utili di fine periodo o di fine esercizio nel capitale primario di classe 1.
L’articolo 26 paragrafo 2, del Regolamento (UE) n. 575/2013 del Parlamento europeo e del
Consiglio (CRR) prevede che le banche e le imprese di investimento possano computare
nel capitale primario di classe 1 (CET1) gli utili di periodo o di fine esercizio prima di
adottare una decisione formale di conferma del risultato finale di esercizio, purché tali utili
siano stati verificati dal revisore esterno incaricato della revisione del bilancio e sia stato
dimostrato in modo soddisfacente per l’autorità competente che tutti gli oneri e i dividendi
prevedibili siano stati dedotti da tali utili.
La Banca d’Italia con la comunicazione ha inteso fornire alle banche less significant e alle
SIM indicazioni operative per la verifica, da parte dei revisori esterni, degli utili di periodo o
di fine esercizio ai fini della loro computabilità nel CET1.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 47
Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di non avvalersi di tale possibilità e pertanto
non ha computato l’utile annuale tra le riserve patrimoniali, entro la data di invio delle
segnalazioni statistiche di vigilanza (11 febbraio 2016), ma ha atteso i tempi di
approvazione del bilancio ai sensi della normativa civilistica.
L’8 febbraio 2016 la Banca d’Italia ha inviato una nota sulla trasparenza delle condizioni
contrattuali e correttezza nei rapporti con la clientela.
La lettera, nel premettere che nei contratti di finanziamento la previsione di clausole di
remunerazione ancorate a un parametro (c.d. indicizzazione) permette di adeguare
automaticamente il costo di tali operazioni ai mutamenti dello scenario economico di
riferimento, ricorda che a partire dalla metà del 2015, i principali tassi del mercato
interbancario utilizzati come parametro di indicizzazione hanno assunto valori di segno
negativo. Alcuni intermediari hanno neutralizzato l’erosione dello spread derivante dal
sopravvenuto valore negativo del parametro, attribuendo a quest’ultimo valore pari a zero.
Ciò ha determinato l’applicazione di tassi di interesse non allineati con le rispettive
previsioni contrattuali. La Banca d’Italia ha invitato gli intermediari ad una rigorosa
applicazione delle condizioni pattuite con la clientela, nonché a verificare la correttezza
degli applicativi e delle procedure in uso, oltre che delle prassi sinora tenute. La Funzione
di Compliance ha accertato che la procedura informatica in uso in presenza di un
parametro di riferimento negativo esegue sempre la somma algebrica dei fattori
rispettando il loro segno [tasso applicato = parametro di riferimento + (spread negativo)],
e pertanto i tassi di interessi sono allineati con le previsioni contrattuali.
Il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi in data 9 febbraio 2016 ha inviato una lettera
relativa al contributo straordinario ex-post per comunicare alle banche aderenti che,
l’Assemblea straordinaria del FITD, nella riunione del 26 novembre 2015, ha deliberato di
modificare il proprio Statuto al fine di dare anticipata attuazione al nuovo meccanismo di
finanziamento previsto dalla Direttiva 2014/49/EU (DGSD).
Per quanto riguarda la componente ex‐ante del nuovo meccanismo di funding, l’articolo 21
del nuovo Statuto dispone che: “il Fondo costituisce risorse finanziarie disponibili fino al
raggiungimento del livello‐obiettivo pari allo 0,8% del totale dei depositi protetti entro il 3
luglio 2024, ai sensi della Direttiva 2014/49/UE, attraverso contribuzioni ordinarie delle
banche aderenti al 30 settembre di ogni anno”.
L’articolo 23 dello Statuto disciplina la componente di natura straordinaria, o ex‐post,
prevedendo che: “qualora le risorse finanziarie disponibili risultino insufficienti a
________________________________________________________________________________________________ 48 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
rimborsare i depositanti, le banche aderenti versano contribuzioni straordinarie non
superiori allo 0,5% dei depositi protetti per anno di calendario”.
Il passaggio da un sistema di finanziamento su chiamata, quale quello che ha
caratterizzato l’operato del Fondo fin dalla sua costituzione nel 1987 a un sistema di
funding in cui le risorse sono raccolte prima e indipendentemente da qualunque
intervento, implica anche un profondo cambiamento della natura dell’impegno ex‐post
delle aderenti verso il Fondo, che ora assume il carattere di straordinarietà collegata ai soli
interventi di rimborso dei depositanti, in caso di insufficienza delle risorse disponibili a farvi
fronte.
In data 9 maggio 2016 è pervenuta la lettera da parte del Fondo Interbancario di Tutela
dei Depositi, avente ad oggetto l’impegno relativo alla garanzia a favore di Banca Tercas.
La complessa vicenda del sostegno a Banca Tercas, considerato da parte della
Commissione europea <<aiuto di stato>>, ha finalmente trovato una soluzione
nell’adozione dello “schema volontario” da parte delle banche aderenti al Fondo
Interbancario di Tutela dei Depositi. Infatti, a fronte della restituzione del contributo a suo
tempo ricevuto da parte di Banca Tercas, imposta con decreto del 18 aprile 2016 dal MEF,
le banche aderenti allo schema volontario hanno successivamente provveduto ad erogare
il medesimo contributo. Rimane fermo l’impegno del Fondo di 30 milioni di euro a fronte
del rischio che la neutralità fiscale introdotta dal D.L. del 14 febbraio 2016 n° 18 venga
meno per la mancata conversione in legge o di altri provvedimenti aventi il medesimo
effetto. Tale impegno per la Banca Capasso è stato quantificato in euro 4.859,08, oltre
euro 63.404,70 che riguardano l’impegno per la partecipazione allo schema volontario.
Sempre in tema di interventi verso banche in crisi il 19 maggio 2016 la Cassa di Risparmio
di Cesena ha richiesto l’intervento dello “Schema volontario” del FITD per la realizzazione
di un’operazione di aumento di capitale, volta a dare soluzione alla situazione di difficoltà
in cui versa la Cassa. Il Consiglio di gestione dello Schema, nella seduta del 15 giugno
2016 sulla base delle risultanze dell’attività svolta dall’Advisor, ha deliberato di intervenire
a sostegno della Cassa di Risparmio di Cesena con aumento di capitale riservato allo
Schema volontario del FITD per un importo di 280 milioni di euro, a un prezzo di
emissione pari a 0,5 euro per azione. A seguito dell’aumento di capitale di 280 milioni di
euro, autorizzato successivamente dalla Banca Centrale Europea, lo Schema volontario
detiene una quota partecipativa del 95,3%.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 49
Il Consiglio di Amministrazione della Banca Capasso ha aderito allo Schema volontario con
delibera del 27 novembre 2015. La Banca detiene, dunque, n° 89.871,60 azioni per un
controvalore di euro 45.096 iscritte tra le Attività disponibili per la vendita. Al 31 dicembre
2016, a seguito della comunicazione pervenuta dallo Schema volontario, la valorizzazione
delle azioni di CR Cesena ammonta euro 34.007, ed ha generato quindi una riserva
negativa pari a euro 11.090.
Come di consueto è pervenuta dalla sede di Napoli della Banca d’Italia una nota sulla
distribuzione di dividendi e politiche di remunerazione relative al bilancio 2015.
Nell’attuale contesto macroeconomico e finanziario, che permane difficile, afferma la nota,
resta elevata l’attenzione delle Autorità di Supervisione sulle politiche di distribuzione dei
dividendi e di assegnazione delle remunerazioni variabili, per l’impatto che queste possono
determinare sulla capacità delle banche di costituire e mantenere una solida base di
capitale.
Persiste l’esigenza di adottare politiche prudenti, che assicurino il costante rispetto dei
requisiti patrimoniali obbligatori disciplinati dal regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR) e
dalla menzionata Circolare 285 del 17 dicembre 2013 e garantiscano un graduale
allineamento ai più elevati requisiti di capitale previsti dopo la conclusione del periodo
transitorio (coefficienti “fully loaded”). In ogni caso, la Banca d’Italia si attende che, in
caso di chiusura dell’esercizio 2015 in perdita, le banche non procedano alla distribuzione
di dividendi a valere sulle riserve.
Il 4 marzo 2016 è pervenuta da parte della Sede di Napoli della Banca d’Italia una nota
relativa all’attività di trattamento del contante.
La Banca d’Italia a partire dal 2012 ha condotto un’intensa attività di controllo sui gestori
del contante mediante accertamenti ispettivi presso le sale conta di società di servizi e di
banche nonché presso sportelli bancari e postali. Le risultanze complessive, degli
accertamenti non sono soddisfacenti. Sebbene in diminuzione di anno in anno, la
percentuale dei giudizi ispettivi che ricadono nell’area sfavorevole supera in media il 60 per
cento.
Le determinanti di tale situazione risiedono in assetti organizzativi e sistemi di controllo
interni inidonei ad assicurare la piena conformità dell’attività di trattamento del contante e,
in particolare, a presidiare adeguatamente il rischio di ricircolo di banconote false e logore.
La Banca d’Italia ha effettuato, inoltre, verifiche di conformità e funzionalità su 750
apparecchiature installate presso 340 dipendenze di 40 intermediari. Circa il 90% dei
________________________________________________________________________________________________ 50 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
giudizi si concentra nell’area favorevole. Sono state tuttavia rilevate talune problematicità
connesse con una non del tutto adeguata manutenzione delle apparecchiature ovvero con
utilizzo non conforme delle stesse da parte del personale addetto agli sportelli. Per
contribuire a superare i profili di maggiore criticità rilevati nell’attività di monitoraggio la
Banca d’Italia avvierà una azione formativa con l’organizzazione di workshop dedicati
all’approfondimento del funzionamento e dell’articolazione di efficaci sistemi di controllo
interno per i responsabili delle specifiche funzioni aziendali.
Così come espressamente richiesto nella comunicazione della Banca d’Italia, si è
provveduto ad indire presso le Filiali della Banca Capasso apposite riunioni mirate a
verificare l’affidabilità e l’efficacia dei sistemi di controllo interni relativamente all’attività di
trattamento del contante, anche al fine di individuare eventuali efficaci azioni correttive e
di miglioramento degli assetti organizzativi in essere.
E’ stato, inoltre, verificato che l’operatività di sportello viene effettuata esclusivamente
tramite i dispositivi “Tarm” istallati presso le filiali della Banca (Glory RZ100). Infatti, dai
controlli effettuati non risultano operazioni di sportello effettuate senza l’ausilio dei
summenzionati dispositivi. Tutte le apparecchiature “Tarm” istallate presso gli sportelli
della Banca sono coperte da contratto di manutenzione e risultano conformi agli standard
europei, come specificato nella dichiarazione di conformità agli standard indicati dalla BCE,
rilasciata dalla Sitrade Italia S.p.A.
Con una nota del 15 marzo 2016 la Banca d’Italia ha trattato della funzionalità degli uffici
reclami delle banche e degli intermediari finanziari. Una buona gestione dei reclami,
afferma l’Organo di Vigilanza, contribuisce a vari obiettivi tra cui, oltre la mantenimento
del rapporto di fiducia del cliente nei confronti dell’intermediario, anche e soprattutto alla
riduzione del contenzioso. L’importanza di efficaci meccanismi di gestione dei reclami in
ambito bancario e finanziario è avvertita a livello sovranazionale.
Gli High-Level Principles on financial consumer protection emanati dal G20 nell’ottobre del
2011 richiedono che i meccanismi di gestione dei reclami siano accessibili, economici,
indipendenti, equi, tempestivi, efficienti e che siano previste forme di accountability.
A livello nazionale, le Disposizioni di trasparenza impongono agli intermediari di dotarsi di
procedure che garantiscano risposte sollecite ed esaustive ai clienti che presentano reclami
scritti riguardanti i servizi bancari e finanziari.
I risultati delle ispezioni hanno fatto poi riscontrare che sussistono margini di
miglioramento anche se alcuni operatori hanno implementato soluzioni organizzative in
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 51
grado di assicurare un elevato livello di servizio nei confronti della clientela – sotto il profilo
della tempestività delle risposte e della capacità di individuare soluzioni soddisfacenti – e
una più efficace integrazione dell’ufficio reclami nell’ambito della struttura aziendale. La
Banca d’Italia ha, infine, elencato le principali criticità riscontrate, che attengono sia a
profili di carattere organizzativo sia alle modalità di interlocuzione con la clientela e ha
invitato le banche “a esaminare approfonditamente le soluzioni adottate per la gestione
dei reclami della clientela e ad assumere le iniziative ritenute utili per innalzare il livello di
conformità con la normativa di settore e la qualità del servizio reso alla clientela”
Il Consiglio di Amministrazione della Banca Capasso nella seduta del 19 aprile 2016 ha
preso atto della nota della Banca d’Italia in tema di reclami e ha provveduto ad esaminare
l’intera attività dell’ufficio reclami della Banca medesima, istituito il 26 aprile 2006, presso
la Presidenza, approvandone il relativo Regolamento, a cui poi ha fatto seguito
l’emanazione di una policy di gestione dei reclami, adottata il 1° gennaio 2010 e si
completa con la policy sulla trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari e
di correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti, adottata con delibera del Consiglio il
24 novembre 2010, e successivamente revisionata.
L’esame non ha evidenziato criticità; ad ogni buon conto, il Consiglio ha affidato alla
Funzione di Compliance l’incarico di revisione dei regolamenti e delle procedure adottate
dalla Banca tenendo conto dei suggerimenti formulati dalla Banca d’Italia e delle criticità
riscontrate nelle visite ispettive, pur in presenza di un ridotto numero di reclami e degli
esiti successivi degli stessi. Nella successivo Consiglio del 24 giugno 2016 è stata
esaminata la relazione della Funzione dalla quale è emersa una sostanziale aderenza ai
dettami normativa e l’assenza di criticità.
Sempre in tema di reclami il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 29 luglio 2016
ha ritenuto opportuno rivisitare l’organizzazione dell’Ufficio reclami della Banca. L’Ufficio
sin dalla sua costituzione è stato attribuito all’Ufficio di Presidenza. Per la delicatezza della
materia, tenuto conto che la gestione dei reclami permette di conoscere i profili di
insoddisfazione della clientela e di porvi rimedio, la responsabilità dell’Ufficio è stata
affidata alla Funzione di Compliance.
Il 22 giugno 2016 il Governatore della Banca d’Italia ha emanato il Provvedimento recante
“Disposizioni relative al controllo dell’autenticità e idoneità delle banconote in euro e al loro
ricircolo”, che modifica la disciplina dell’attività di gestione del contante da parte degli
operatori professionali specializzati nel trattamento delle banconote. Il Provvedimento,
________________________________________________________________________________________________ 52 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 156 del 6 luglio 2016, contiene in allegato le
“Disposizioni per l’attività di gestione del contante” ed è entrato in vigore il 21 luglio 2016;
tali “Disposizioni” abrogano e sostituiscono i precedenti Provvedimenti del 14 febbraio
2012 e del 28 gennaio 2014.
La revisione della regolamentazione si è resa necessaria a seguito dell’entrata in vigore
della Decisione BCE del 7 settembre 2012, che ha modificato la Decisione BCE del 16
settembre 2010, e della riformulazione dell’art. 145 del Testo Unico Bancario nonché
dell’esperienza maturata nell’ambito del monitoraggio ispettivo e a distanza nei confronti
dei gestori del contante.
A seguito dell’emanazione del Provvedimento è stato redatto un Regolamento che
sostituisce le linee guida per la definizione delle procedure interne per il trattamento del
contante, adottate dal Consiglio di Amministrazione della Banca Capasso con delibera del
28 novembre 2012.
Il Consiglio nella seduta del 29 settembre 2016 ha adottato in tema di tesoreria e acquisto
di beni e servizi il Regolamento di Spesa che definisce la classificazione degli esborsi, i
processi di budget, l’iter autorizzativo, le facoltà degli organi delegati, le modalità di
acquisto di beni e servizi e selezione dei fornitori, i controlli e i report, gli aspetti etici.
La Banca d’Italia con il 18° Aggiornamento della Circolare n° 285 del 17 dicembre 2013,
avvenuta il 4 ottobre 2016, ha modificato il regime transitorio della riserva di
conservazione del capitale.
L’aggiornamento modifica il requisito di riserva di conservazione del capitale (capital
conservation buffer – CCB) rivedendo la scelta effettuata in sede di recepimento della
Direttiva UE n° 36/2013 (CRD IV), di anticipare l’applicazione in misura piena del CCB, per
adottare il regime transitorio previsto dalla CRD IV che prevede la graduale introduzione
del requisito. La modifica risponde all’esigenza di allineare la disciplina nazionale a quella
della maggioranza dei paesi dell’Eurozona.
Con il presente intervento normativo, è stata modificata la Parte prima, Titolo II, Capitolo
1, Sezione II, della Circolare, prevedendo che le banche, sia a livello individuale sia a
livello consolidato, sono tenute ad applicare un coefficiente minimo di riserva di capitale
pari a:
- 1,25% dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2017;
- 1,875% dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018;
- 2,5% a partire dal 1° gennaio 2019.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 53
La modifica incide esclusivamente sull’ammontare minimo della riserva di conservazione
del capitale; le altre regole per la determinazione del CCB, contenute nella Circolare 285,
restano invariate. L’aggiornamento entra in vigore il 1° gennaio 2017.
Con il 16° Aggiornamento della Circolare n° 285 del 17 dicembre 2013, avvenuto il 17
maggio 2016, è stato modificato il Capitolo 4 “Sistemi informativi” del Titolo IV, Parte
prima della Circolare, introducendo, tra l’altro, una specifica Sezione VII volta a disciplinare
gli obblighi imposti alle banche che prestano servizi di pagamento tramite canale internet.
Sono stati in tal modo recepiti nell’ordinamento italiano gli “Orientamenti in materia di
sicurezza dei pagamenti tramite internet” emanati dall’Autorità Bancaria Europea
(European Banking Authority – EBA) con l’obiettivo di accrescere il livello di sicurezza del
settore, favorendo l’adozione di requisiti minimi comuni su base europea.
Le nuove Disposizioni, che hanno avuto decorrenza dal 30 settembre 2016, si applicano
alle operazioni di pagamento effettuate tramite il canale Internet identificate dagli
Orientamenti:
(a) esecuzione dei pagamenti con carta;
(b) esecuzione di bonifici;
(c) emissione o modifica di mandati elettronici di addebito diretto
(d) trasferimento di moneta elettronica tra due conti di moneta elettronica.
Specifici presidi di natura fisica, logica e organizzativa sono stati imposti con l’obiettivo di
ridurre il rischio di frodi e assicurare una corretta gestione delle informazioni sensibili
detenute dalla banca.
Banca Capasso ha affrontato l’argomento nelle sedute del 26 maggio e del 29 settembre
2016 e ha posto in essere una serie di azioni che le hanno permesso di adeguare la
struttura organizzativa ai nuovi orientamenti EBA e di inviare, entro il 30 ottobre 2016, la
prevista relazione all’Organo di Vigilanza, approvata dall’organo con funzione di
supervisione strategica sugli interventi effettuati. Oltre l’adozione della policy sulla
sicurezza dei pagamenti via Internet, sulle postazioni di Internet Banking, al fine di
adeguarsi agli orientamenti EBA, è stato inserito un banner per comunicare alla clientela
che sarebbe divenuto obbligatorio un nuovo strumento di autenticazione definito “TOKEN
PlainPay” necessario per l’accesso ai terminali virtuali e per autorizzare le proprie
disposizioni.
Il nuovo strumento di “autenticazione forte del cliente” ha sostituito quello in uso dal 30
settembre 2016.
________________________________________________________________________________________________ 54 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
E’ stato adeguato entro la data del 1° luglio 2016 il contratto di esternalizzazione del
Sistema Informativo con la società EUREKA IBS Srl, conformemente con le disposizioni
introdotte con il 15° aggiornamento della Circolare Banca d’Italia n. 263/2006 ed ora
interamente recepite e trasfuse nella Parte I, Titolo IV, Cap. 3 della circ. 285/2013 (cfr.
11° aggiornamento del 21 luglio 2015). Il contratto sottoscritto in data 27 giugno 2016 è
valido sino al 31 dicembre 2018.
Nella seduta del 30 marzo 2016 il Consiglio di Amministrazione di Banca Capasso ha
provveduto ad effettuare l’autovalutazione dei componenti gli organi di governo della
Banca, in forza dell’applicazione delle Disposizioni di Vigilanza per le Banche e successive
modificazioni e integrazioni - Circolare n. 285 del 17 dicembre 2013 – Titolo IV, Capitolo 1,
in materia di governo societario e del Regolamento interno.
Il processo di autovalutazione si è svolto mediante la compilazione di un questionario
nominativo così come previsto dal Regolamento interno. Il questionario è ripartito in
diverse sezioni: informazioni generali; composizione quantitativa e qualitativa,
funzionamento, ruolo in ambito strategico, grado di coinvolgimento nella definizione della
propensione al rischio e sull’adeguata informativa sull’andamento del Consiglio di
Amministrazione; flussi informativi e circolazione delle informazioni; valutazione sul
sistema di remunerazione ed incentivazione degli amministratori; valutazione e
autovalutazione del Presidente del Consiglio; valutazione dell’Amministratore Delegato.
Dopo la fase istruttoria, durante la quale sono state raccolte le informazioni e i dati
attraverso i predetti questionari, è seguita una fase di elaborazione. Infine, nella fase di
discussione collegiale degli esiti, le informazioni raccolte attraverso la compilazione dei
questionari sono state poi formalizzate in un apposito documento consiliare al fine di
illustrare la metodologia e le singole fasi di cui si compone il processo, i soggetti coinvolti, i
risultati ottenuti, evidenziando i punti di forza e di debolezza emersi, le azioni correttive
eventualmente necessarie. Il processo ha accertato che negli organi di vertice della Banca
sono presenti soggetti capaci di assicurare che il ruolo ad essi attribuito sia svolto in modo
efficace. Il Consiglio, ai fini delle nomine, ha poi identificato la propria composizione quali-
quantitativa considerata ottimale.
Con riferimento al Regolamento sul processo di autovalutazione redatto ai sensi di quanto
previsto dal Titolo IV, Capitolo 1 della Circolare n.285 del 17 dicembre 2013 “Disposizioni
di Vigilanza per le Banche” anche il Collegio Sindacale ha provveduto ad esprimersi
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 55
sull’esito della verifica sulla propria adeguatezza, in termini di poteri, funzionamento e
composizione.
Il Consiglio nella seduta del 28 gennaio 2016 ha approvato il “Quadro di riferimento per la
determinazione della propensione al rischio – Risk Appetite Framework (RAF)” relativo al
2016. Rispetto al 2015 il Quadro di Riferimento ha subito alcune modifiche e integrazioni,
anche successive alla data di approvazione, tra cui:
- l’introduzione del rischio connesso alla quota di attività vincolate;
- nella definizione degli scenari di stress per i titoli del portafoglio AFS e HFT sono
stati meglio specificati gli indicatori relativi alla curva dei tassi, per i titoli
obbligazionari, e all’indice Area Euro, per gli azionari;
- è stato aggiunto l’indicatore di VaR Equity Risk (azioni e fondi) per monitorare il
VaR su tali titoli;
- è stato inoltre inserito l’indicatore relativo alla duration effettiva;
- è stato ridefinito il limite relativo all’indice di Herfindahl;
- è stato inserita la propensione al rischio informatico;
- sono stati inseriti alcuni indicatori per i titoli di propria emissione (prestiti
obbligazionari);
- sono stati inseriti due indicatori per le partecipazioni non rilevanti;
- sono stati introdotti ulteriori indicatori per il rischio di liquidità;
- è stato introdotto il limite riferito al rischio di business continuity.
Come per la precedente redazione, il filo conduttore per la definizione del «risk appetite»
che il Consiglio ha individuato, stante il principio di proporzionalità, è dato dalla
consapevolezza dei valori che la Banca Capasso Antonio S.p.A. vuole proteggere in termini
di utile, capitale, indicatori economici, liquidità, leva, tolleranze operative e reputazionali.
Il 2016 ha visto realizzato il Piano Strategico Triennale 2014 - 2016 in un contesto di
debole crescita economica e con tassi di remunerazione prossimi allo zero.
Gli obiettivi raggiunti sono da inquadrare in un più ampio piano di configurazione per
dimensione del sistema bancario europeo, dettato dall’impatto della persistente crisi sulla
remunerazione degli attivi e dall’uso delle nuove tecnologie, in una sempre più stringente
regolamentazione della normativa microprudenziale che sembra sempre più contraddire, in
un certo senso, il raggiungimento degli obiettivi macroprudenziali di stabilità e di crescita
economica.
________________________________________________________________________________________________ 56 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Il Piano, per la parte industriale, nel corso dell’ultimo triennio è stato oggetto più volte di
revisione per adattarlo ai mutati scenari che via via si sono delineati, mentre non è stata
modificata la view strategica.
I target più significativi indicati nel Piano sono stati in gran parte conseguiti.
Gli indirizzi prevalenti delineati nel Piano - sviluppo dei ricavi e dell’offerta commerciale;
razionalizzazione dei costi e dei processi operativi; ottimizzazione della liquidità, del
capitale e del costo del rischio; focalizzazione sull’innovazione e sulle competenze;
impegno strategico sul territorio – sono stati attuati con le iniziative strategiche delineate
in undici schede dove è indicato il posizionamento iniziale e le linee di azione da attivare
per il raggiungimento degli obiettivi. Tra gli obiettivi raggiunti giova ricordare l’innovazione
nella comunicazione, la revisione di tutti i prodotti, il rafforzamento della rete, il network
con Cassa Centrale Banca, il rafforzamento del legame con il territorio, l’incremento delle
quote operative, la tenuta della redditività, in un contesto estremamente sfavorevole.
Nel corso dell’ultimo triennio, il Consiglio è stato sempre reso edotto dei risultati raggiunti.
Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 29 aprile 2016 ha esaminato e approvato il
resoconto ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) al 31 dicembre 2015, sul
processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica,
comprensivo della relazione relativa all’autovalutazione, ove sono individuate le aree di
miglioramento e sono approfonditi gli interventi, organizzativi o patrimoniali, pianificati per
la correzione e lo sviluppo del processo.
Il Consiglio nella seduta del 27 ottobre 2016, dopo l’utilizzo in prova per cinque mesi, ha
validato i modelli di valutazione delle esposizioni creditizie elaborati dall’Area Crediti, con la
collaborazione del professionista esterno, dr. Corrado Bei. I modelli di valutazione
riguardano sia le aziende (Modello di calcolo dello score quantitativo azienda) sia le
persone fisiche (Modello di calcolo dello score quantitativo persone fisiche).
Il modello di valutazione per le aziende, in particolare, è stato costruito tenendo conto
della tipologia di aziende prenditrici di credito clienti della Banca e sul territorio dove le
medesime operano. Il modello di calcolo dello score quantitativo relativo alle aziende è
stato calibrato sugli elementi di natura economica, patrimoniale e finanziaria risultati dai
bilanci di un campione di aziende, clienti della Banca, che adottano il regime di “contabilità
ordinaria”.
Il modello di valutazione per le persone fisiche invece, è stato costruito partendo da quello
già in uso dalla Banca, il c.d. “modello del 30%” che verifica la capacità di rimborso e di
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 57
indebitamento del richiedente il credito presupponendo che la propensione al risparmio è
direttamente proporzionale al reddito.
Il processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica per il
2015 ha evidenziato, a fronte di fondi propri pari a euro 31.763.630 al 31 dicembre 2015 e
pari a euro 32.058.940 al 31 dicembre 2016, una perdurante eccedenza del capitale
complessivo (euro 16.646.239 al 31 dicembre 2015 ed euro 16.387.075 al 31 dicembre
2016) rispetto al capitale interno complessivo di I° e II° Pilastro, e in caso di evoluzione
sfavorevole dello scenario di riferimento una eccedenza di capitale pari a euro 13.687.177
al 31 dicembre 2015 ed euro 12.211.014 al 31 dicembre 2016.
L’eccedenza del capitale complessivo alla data del 31 dicembre 2015, comprensiva dello
stress, è pari al 43,09%, quella prospettica 38,08%.
Il maggior assorbimento di capitale, in caso di stress, al 31 dicembre 2015 è dovuto
principalmente al rischio di tasso, che assorbe il 18,09% del capitale interno complessivo,
mentre il rischio di concentrazione assorbe il 15,37%.
Il processo ha inoltre messo in evidenza alcune aree suscettibili di miglioramento per il
continuo rafforzamento del presidio e della mitigazione dei rischi aziendali (Area Credito e
Area Finanza Proprietaria), quali condizioni per garantire una sostenibile creazione di
valore in un contesto di rischio controllato e che ha riguardato principalmente una più
diffusa cultura del controllo e del rischio a tutti i livelli della Banca. Particolare attenzione è
stata poi posta al miglioramento della valutazione dell’esposizione al rischio operativo.
Per il primo anno è stato anche prodotto il “Resoconto del processo interno di valutazione
dell’adeguatezza della liquidità attuale e prospettica” che descrive, ai sensi della Quarta
Direttiva Europea sui requisiti patrimoniali (Capital Requirements Directive IV, CRD IV) e
degli Orientamenti dell’Autorità Bancaria Europea (ABE) in materia di SREP nonché delle
Disposizioni di vigilanza prudenziale delle banche contenute nella Circolare 285/2013, i
risultati scaturiti dal processo di valutazione interna dell’adeguatezza della liquidità.
Il processo ha fatto emergere un basso grado di esposizione al rischio di liquidità, con un
valore dell’LCR (Liquidity Coverage Ratio) pari a 239,3%.
I due resoconti, frutto del lavoro svolto dalle diverse funzioni interne direttamente
coinvolte nella gestione del processo ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment
Process) e ILAAP (Internal Liquidity Adequacy Assessment Process), che rappresentano la
formalizzazione di tutte le fasi condotte nell’ambito del processo medesimo, redatto
secondo i principi di proporzionalità richiamati nelle Disposizioni di Vigilanza, è stato
________________________________________________________________________________________________ 58 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
sottoposto a verifica da parte dell’Internal Audit e del Collegio Sindacale. Entrambi gli
Organi hanno espresso parere favorevole riscontrando altresì elementi di miglioramento
sia per quanto riguarda la fruibilità del documento che nelle modalità di valutazione dei
diversi rischi.
A conclusione del periodico processo di revisione prudenziale (SREP) la Banca d’Italia ha
confermato l’adeguatezza patrimoniale così come scaturita dal processo ICAAP (Internal
Capital Adequacy Assessment Process), anche in caso di stress.
Il Consiglio nella seduta del 23 dicembre 2015, ha deliberato di riaffidare alla Deloitte il
servizio di revisione interna per il triennio 2016-2018, approvando anche il piano
pluriennale delle verifiche con l’assenso del Collegio Sindacale.
Le verifiche di Audit nel corso del 2016 sono state complessivamente dodici.
Le verifiche svolte sono state tutte formalizzate in appositi verbali che periodicamente
sono stati portati a conoscenza del Consiglio di Amministrazione e del Collegio Sindacale.
L’attività di audit nel 2016 ha riguardato le seguenti tematiche: politiche di remunerazione
ed incentivazione, valutazione dell’adeguatezza e dei costi dell’ICT e del rischio
informatico, resoconto ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) e ILAAP
(Internal Liquidity Adequacy Assessment Process) 2015, monitoraggio del credito,
impianto e funzionamento delle funzioni di controllo di secondo livello, gestione dei
reclami, variazioni contrattuali, incassi e pagamenti presso le Filiali, processo di bilancio,
funzionamento del sistema informativo esternalizzato, e infine sull’impianto e
funzionamento del processo di gestione della continuità operativa aziendale.
Dalle verifiche effettuate non sono emerse anomalie rilevanti e i suggerimenti formulati
sono stati prontamente recepiti dalla Banca.
Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 29 novembre 2016 ha approvato il
documento “Metodologia di analisi dei rischi di Business Continuity”, che rappresenta la
metodologia che la Banca dovrà adottare per la valutazione e la misurazione dei rischi di
business continuity ed ha lo scopo di definire i principi e le regole per la valutazione, la
gestione, il controllo e il reporting dei rischi per la Banca.
Tale metodologia è finalizzata a valutare i livelli di rischio di eventi che causano
interruzioni nell’erogazione dei servizi. Nell’ambito dei vari processi eseguiti dalla Banca
vengono descritti i rischi che, se non adeguatamente presidiati, possono determinare
conseguenze sul livello di continuità operativa. Nell’adottare la metodologia il Consiglio ha
anche deliberato sulla soglia massima di rischio accettabile.
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Il 21 novembre 2016 è stato effettuato il test annuale e l’aggiornamento del Piano di
Continuità Operativa nei casi di emergenza. Il Piano del test è stato sviluppato con
riferimento alle Istruzioni di Vigilanza emanate dalla Banca d’Italia sul tema “Continuità
operativa in casi di emergenza”. L’obiettivo del test, oltre alla revisione dell’analisi di
impatto e l’allineamento della struttura operativa ai cambiamenti registrati nel corso
dell’anno, è stato quello di simulare lo scenario alterazione o perdita di dati e documenti
critici ed è stato utile per individuare le attività necessarie al ripristino del sistema
informativo, alterato da un cyber attack. E’ stato ipotizzato che l’attacco hacker sia
avvenuto dopo la chiusura della giornata contabile da parte dell’Outsourcer e prima della
riapertura degli sportelli il giorno successivo. L’attacco ha avuto come effetto l’alterazione
dei dati ma non ha impedito la disponibilità e l’utilizzo dei dati stessi. La Banca alla
riapertura della giornata contabile successiva all’attacco, ha erogato i servizi al pubblico
non avendo la consapevolezza di operare con dati errati. L’operatività è proseguita sino a
quando non ci si è accorti dell’alterazione e cautelativamente si è proceduto a bloccare
l’erogazione dei servizi alla clientela. Al termine delle attività previste dal test, è stato
possibile erogare nuovamente i servizi alla clientela in normalità operativa.
Nella seduta del 30 marzo 2016 il Consiglio ha esaminato il “Rapporto sintetico sulla
situazione di rischio informatico” e il “Rapporto sintetico sull’adeguatezza e costi dell’ICT”,
entrambi predisposti dal Responsabile dell’Organizzazione e dei Sistemi Informativi, in
ottemperanza ai precisi dettami normativi espressi nella Circolare della Banca d’Italia n°
285/2016 e successivi aggiornamenti.
Il primo documento fornisce indicazioni sulla situazione del rischio informatico sia in
relazione ai servizi erogati da Eureka IBS S.r.l., in qualità di outsourcer principale ICT, sia
rispetto ai servizi IT gestiti internamente alla Banca.
Il secondo documento, invece, ha come obiettivo quello di fornire al Consiglio le
informazioni utili per il monitoraggio dei KPI (Key Performance Indicator), un set di
indicatori di prestazione finalizzati alla misurazione dell’adeguatezza dei sistemi e dei
servizi ICT erogati da Eureka IBS S.r.l. che gestisce in full-outsourcing il sistema
informativo della Banca, nonché un’analisi dei costi ICT sostenuti.
La Banca ha trasmesso alla Consob, nei termini previsti, la relazione annuale sulle
procedure di svolgimento dei singoli servizi d’investimento e dei servizi accessori,
dell'attività di distribuzione di prodotti finanziari emessi da imprese di assicurazioni o da
banche; la relazione della funzione di gestione del rischio di cui all'art. 13) del
________________________________________________________________________________________________ 60 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Regolamento congiunto Consob – Banca d'Italia; la relazione della funzione di Compliance
di cui all'art. 16) del Regolamento congiunto Consob – Banca d'Italia, comprensiva della
situazione complessiva dei reclami; la relazione della funzione di revisione interna
sull'attività svolta nell'anno (Delibera Consob n° 17297 del 28 aprile 2010).
La Funzione di Compliance, istituita dal Consiglio di Amministrazione con delibera del
Consiglio del 21 maggio 2008, in conformità delle disposizioni di vigilanza e della
regolamentazione congiunta Banca d’Italia e Consob – Disciplina di attuazione dell’articolo
6, comma 2 bis del Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n° 58 –, ha regolarmente
presentato al Consiglio il Piano delle verifiche per l'anno 2016, redatto anche tenendo
conto dei risultati emersi dal processo di risk self assessment condotto dalla funzione di
Compliance nel corso dell’anno 2014 e aggiornato nel 2015.
Il Piano, discusso nella seduta consiliare del 28 gennaio 2016, è articolato in quattro parti:
• Identificazione e valutazione dei Rischi di non conformità;
• Interventi di gestione e monitoraggio;
• Ulteriori Attività svolte dalla Funzione;
• Formazione.
Le attività di controllo della Funzione di Compliance nel 2016 hanno evidenziato una
efficiente gestione e mitigazione del rischio di non conformità. Le stesse possono essere
differenziate in attività di routine, che rappresentano il complesso delle attività svolte nel
quotidiano, e finalizzate a garantire nel continuo la conformità delle operazioni poste in
essere, e attività specifiche di controllo. Queste ultime, discusse in ambito consiliare e
formalizzate in appositi verbali, inviati al Consiglio di Amministrazione, al Collegio
Sindacale, all’Amministratore Delegato, al Direttore Centrale e alle strutture operative
coinvolte nell'operatività oggetto del controllo, nel 2016 hanno interessato tra l'altro:
predisposizione flussi informativi, sistema di remunerazione e incentivazione, informativa al
pubblico (Pillar III), informativa al pubblico Stato per Stato, informativa sul governo
societario, trattamento dei dati personali D. Lgs. 196/2003, convenzione per la
distribuzione di Carte Prepagate di Cassa Centrale Banca, disciplina del “Common
Reporting Standard – CRS” - analisi normativa e impatti operativi, disposizioni relative al
controllo dell’autenticità delle banconote in euro e loro ricircolo, adozione del regolamento
per la prevenzione e la gestione degli abusi di mercato (Market Abuse).
Il Responsabile della Funzione di Antiriciclaggio nel corso del 2016, in conformità al Piano
presentato al Consiglio nella seduta del 28 gennaio 2016, ha verificato la coerenza delle
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 61
procedure aziendali con l'obiettivo di prevenire e contrastare la violazione di leggi e norme
regolamentari nonché di autoregolamentazione in materia di riciclaggio e di finanziamento
del terrorismo. Le attività sono state svolte in collaborazione con le figure aziendali
coinvolte nel processo.
Nel corso del 2016 la Funzione di Antiriciclaggio ha modificato tra l’altro il manuale
antiriciclaggio adeguandolo alla normativa vigente in materia di limiti al trasferimento di
contanti e/o titoli al portatore; ha curato l’implementazione procedurale nel sistema
informativo per consentire l’individuazione nell’anagrafe generale della Banca dei soggetti
PIL e PEP domestici; ha analizzato sulla base dell’ipotesi di lavoro fornita dalla Banca
d’Italia, sede di Napoli, la clientela e il contesto sociale in cui opera la Banca al fine di
individuare rischi connessi al terrorismo internazionale e alla proliferazione delle armi di
distruzione di massa.
La Funzione presenta mensilmente (sintetico) e semestralmente (analitico) un elaborato
tecnico al Consiglio di Amministrazione e al Collegio Sindacale, denominato “Anti-Money
Laudering – AML”, nel quale mediante un set di indicatori e opportuni grafici vengono
monitorate le seguenti attività: statistiche aggregate (SARA), evidenze GIANOS, operazioni
inattese, adeguate verifica alla clientela, diagnostico AUI, bonifici Italia e esteri, appalti
pubblici, movimentazione del contante reale e delle carte prepagate.
Le attività svolte hanno altresì interessato l’identificazione delle norme e valutazione del
loro impatto sui processi e sulle procedure interne, la collaborazione nell’individuazione e
verifica dell’idoneità del sistema dei controllo e delle procedure finalizzate alla prevenzione
e al contrasto dei rischi di riciclaggio, la verifica dell’idoneità del sistema dei controlli e
delle procedure, la consulenza e assistenza agli organi aziendali e all’alta direzione, la
verifica dell’affidabilità del sistema informativo, la trasmissione dei dati aggregati all’UIF; i
flussi informativi agli organi aziendali e all’alta direzione, l’adeguata verifica rafforzata, la
redazione e l’aggiornamento del regolamento della funzione, la formazione. Particolare
attenzione è stata posta in materia di obblighi di adeguata verifica della clientela e di
segnalazione delle operazioni sospette.
La Funzione ha verificato, inoltre, l'affidabilità del sistema informativo di alimentazione
dell'Archivio Unico Informatico, mediante la procedura Gianos controlli interni, e ha
trasmesso mensilmente all'UIF i dati aggregati (segnalazione SARA), gestendo nel
contempo i flussi informativi prodotti dall'UIF.
________________________________________________________________________________________________ 62 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
La Funzione ha provveduto a redigere la relazione relativa all’Autovalutazione dei rischi di
riciclaggio e di finanziamento del terrorismo prevista dal Provvedimento della Banca
d’Italia del 10 marzo 2011. Gli esiti dell’esercizio di autovalutazione sono confluiti nella
relazione annuale prodotta dalla Funzione Antiriciclaggio e trasmessa nei termini
all’Organo di Vigilanza. La relazione, conforme alla metodologia indicata dalla Banca
d’Italia, ha analizzato il mercato di riferimento della Banca, ha individuato il rischio
inerente per ciascuna linea di business e ha effettuato l’analisi della vulnerabilità. Infine,
tramite una matrice di transizione, è stato determinato il rischio residuo complessivo della
Banca.
Il 23 marzo 2016 si è tenuto presso la Sede della Banca d’Italia di Napoli il primo incontro
tra i responsabili antiriciclaggio di tutte le banche della Campania. Il tema dell’incontro è
stato il finanziamento del terrorismo. Il 19 luglio 2016 sempre presso la Sede della Banca
d’Italia di Napoli si è tenuto il secondo incontro sul finanziamento al terrorismo e sulla
proliferazione delle armi di distruzione di massa. L’incontro ha inteso verificare le attività
poste in essere dai Responsabili antiriciclaggio relativamente all’ipotesi di lavoro
consegnata dalla Banca d’Italia nell’ambito del primo incontro e ha permesso di
confrontare le esperienze dei vari attori. Ad entrambi gli incontri erano presenti, per la
Banca d’Italia, il dr. Giuseppe Bufano e il dr. Gianpaolo Sarnataro.
Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 27 febbraio 2013 ha istituito, con
decorrenza 1° giugno 2013, l’autonoma e indipendente funzione di Risk Management,
quale nuova specifica unità organizzativa, collocandola funzionalmente alle dipendenze del
Consiglio di Amministrazione, la cui attività è disciplinata da un apposito Regolamento
approvato dal CdA in data 29 maggio 2013.
Il Responsabile del Risk Management è chiamato a verificare che l’attività delle funzioni
operative della banca sia adeguata e conforme alle tipologie di rischio assunte nell’ambito
delle politiche di gestione dei rischi.
L’attività per il 2016 si è sostanzialmente concentrata sulle attività di controllo indicate nel
Piano dei Rischi presentato al Consiglio di Amministrazione nella seduta del 28 gennaio
2016.
La Funzione di Risk Management ha redatto il “Quadro di riferimento per la
determinazione della propensione al rischio – Risk Appetite Framework (RAF)” relativo al
2016. Inoltre, nel corso del mese di aprile 2016, la Funzione ha provveduto alla redazione
del resoconto di autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, della
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 63
Banca – ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) – comprensivo del
processo interno di valutazione dell’adeguatezza della liquidità attuale e prospettica –
ILAAP (Internal Liquidity Adequacy Assessment Process ) -, sottoposti all’approvazione del
Consiglio di Amministrazione, delineando così i rischi di I° Pilastro e II° Pilastro a cui la
Banca è esposta.
La Funzione produce mensilmente un report - Tableau de Bord Risk Management - che
porta all’attenzione del Consiglio di Amministrazione, relativo alla verifica del rispetto dei
limiti stabiliti nel RAF. Una breve introduzione commenta lo scenario macroeconomico
mondiale, l’andamento dell’economia europea e più in dettaglio quella italiana, con
particolare riferimento a tre aggregati: raccolta, impieghi e sofferenze bancarie. Sono poi
trattati tutti rischi evidenziati nel resoconto ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment
Process), secondo la frequenza e la disponibilità dei dati.
Il rischio di liquidità viene monitorato mensilmente, invece, sulla base dei dati elaborati
dall’Ufficio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca mediante un report
denominato Asset Liability Management (ALM). Con le stesse modalità viene monitorato il
rischio di tasso d’interesse, tramite una misura di sensitività che esprime la variazione di
valore della Banca nell’ipotesi di shock istantaneo ed uniforme della curva dei tassi di
mercato sulla base di un range di dati più selettivo rispetto a quello previsto dalla
normativa di vigilanza.
La Funzione, inoltre, mensilmente produce un report per l’Amministratore Delegato che
prende in considerazioni alcuni profili di rischio, soprattutto per quanto concerne il rischio
di credito, oltre al rischio reputazionale di mercato e di liquidità. In merito al rischio di
credito il report evidenzia l’andamento degli impieghi per forme tecniche di utilizzo, i
crediti non performing, gli sconfinamenti, i mutui in mora, la concentrazione creditizia, le
garanzie, gli extrafidi concessi per sconfinamento e indisponibilità.
Tra le attività di controllo esplicate dalla funzione di Risk Management nel corso del 2016,
volte a verificare l’efficienza dei controlli di linea, nonché l’approfondimento e la
misurazione dei rischi connessi alla complessiva attività della Banca sono da annoverare,
tra l’altro: l’informativa trimestrale e annuale sulle operazioni con soggetti collegati; il
controllo sul valore degli immobili posti a garanzia dei mutui ipotecari; la verifica
sull’adeguatezza delle polizze assicurative stipulate dalla Banca; la verifica sull’attività di
raccolta ordini; la verifica del corretto svolgimento del monitoraggio andamentale delle
singole esposizioni creditizie, della valutazione della coerenza delle classificazioni, della
________________________________________________________________________________________________ 64 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
congruità degli accantonamenti e dell’adeguatezza del processo di recupero; la verifica
sull’attività di revisione periodica degli affidamenti; la verifica sull’attività di gestione del
contante; la verifica sulla corretta funzionalità del sistema informativo in merito al rischio
di concentrazione dei titoli di propria emissione; l’adeguamento del modello di perizia
adottato dalla Banca alle nuove Linee Guida ABI per la valutazione degli immobili in
garanzia delle esposizioni creditizie.
Le stesse verifiche sono state formalizzate di volta in volta in appositi report.
La Funzione di Risk Management ha poi predisposto una nuova versione della policy per il
governo e la gestione del rischio di liquidità e funding approvata dal Consiglio nella seduta
del 19 aprile 2016. La Policy è stata meglio strutturata ed integralmente rivista per
adattarla alla nuova normativa e al nuovo report ALM prodotto da Cassa Centrale Banca.
Il Responsabile dell’Organismo di Vigilanza ha presentato in data 23 dicembre 2016 la
prescritta relazione annuale sul controllo dei reati di cui al D. Lgs. 231/2001 e la relazione
sul rispetto delle disposizioni contenute nel D. Lgs. n° 81 del 9 aprile 2008 - Tutela della
salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro -.
I controlli hanno interessato tutte le possibili fattispecie di reato individuate nei Decreti
Legislativi, e sono stati portati a conoscenza del Collegio Sindacale in un'apposita riunione
regolarmente convocata. Tutta l’attività posta in essere dall’Organismo è stata oggetto di
puntuali verbalizzazioni.
Nel 2016 le attività formative per una serie di motivi – conclusione del passaggio delle
attività da Credem a Cassa Centrale Banca con avvio dei nuovi servizi, istallazione degli
ATM evoluti in tutte le filiali apertura della nuova Filiale di Pietramelara – sono state di
numero inferiore rispetto all’anno precedente, ma ad alto contenuto istruttivo.
Il 2 marzo 2016 il Responsabile della Funzione Antiriciclaggio ha partecipato ad un
convegno presso la LUISS organizzato in collaborazione con la Guardia di Finanza e l’ABI
sul tema di una strategia condivisa per la lotta al riciclaggio.
Il 23 settembre 2016, presso la sede di Alife, il dr. Parente Ferdinando della società di
consulenza PARENTE & PARTNERS, nonché socio della Banca Capasso Antonio S.p.A., ha
tenuto una giornata di formazione e approfondimento sul tema “Il Collegio Sindacale nel
sistema tradizionale di governance: ruolo, compiti e poteri” alla quale hanno partecipato
tutti i membri del Collegio Sindacale, le Funzione di Controllo (Compliance e Risk
Management) e l’Amministratore Delegato. Al termine il dr. Parente ha lasciato la
documentazione consistente in 168 slide in formato cartaceo, utili per ulteriori
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 65
approfondimenti anche da parte degli altri consiglieri. Sul tema il Collegio Sindacale
condurrà a breve un confronto con le Funzioni di controllo sui temi oggetto di
approfondimento nella giornata di formazione.
Il 19 novembre 2016 presso la sede della Banca in Alife si è svolto un corso
sull’Antiriciclaggio dal titolo “Gli obblighi e gli adempimenti della Banca in materia
antiriciclaggio alla luce della recente evoluzione normativa”.
Uno specifico corso di formazione organizzato dalla CRIF Accademy sul credito retail, con il
focus sui mutui, casa è stato seguito da alcuni componenti dell’Area Crediti. Si è inoltre
ottemperato all’obbligo della formazione prevista dal D. Lgs n° 81/2008, in materia di
sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il Consiglio nella seduta del 29 novembre 2016 ha stilato un dettagliato programma di
formazione per il 2017, in considerazione anche delle novità introdotte dalla Sezione VI-bis
– Credito Immobiliare ai Consumatori – a seguito del recepimento nell’ordinamento
italiano delle disposizioni contenute nella direttiva 2014/17/UE.
Nel 2016 sono state effettuate due nuove assunzioni a tempo determinato al termine di
due stage di formazione. Su un totale complessivo di ventisette dipendenti, ventiquattro
hanno un contratto a tempo indeterminato. Il 52% è occupato presso gli sportelli,
compreso quello di sede, e il rimanente presso la sede centrale. L’età media è di 43 anni e
l’anzianità di servizio di 14 anni e 7 mesi. Il 4% è rappresentato da dirigenti, il 19% da
quadri direttivi e il restante personale da impiegati con grado.
Il CdA nella seduta del 30 marzo 2016 ha definito il Documento Informativo, per l’anno
2015, sulle operazioni con parti correlate. In merito agli adempimenti da porre in essere
per l’individuazione delle parti correlate ai soli fini dello IAS 24, alla Banca Capasso Antonio
S.p.A., in virtù della sua natura di Banca non quotata e caratterizzata da un capitale
formato da azioni non diffuse tra il pubblico, non si applica la regolamentazione Consob,
ma trova invece applicazione la normativa civilistica (art. 2427 n 22-bis c.c.) e gli artt. 53,
comma 4-quater e 136 del TUB e la connessa regolamentazione della Banca d’Italia.
Il CdA ha inoltre approvato il consuntivo delle politiche di remunerazione ed incentivazione
per l'anno 2015, corredato dalla prevista relazione della Funzione di Compliance.
Il Consiglio di Amministrazione nelle sedute del 30 marzo e del 19 aprile 2016 ha
provveduto a modificare la policy in merito alla struttura della remunerazione, e in
particolare rivedendo le condizioni per l’attribuzione dell’ulteriore erogazione, legata a
prestazioni meritevoli in termini di efficacia e di efficienza, che ha una natura discrezionale
________________________________________________________________________________________________ 66 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
e non continuativa. Il Consiglio ha poi innalzato il tetto massimo per la sua corresponsione
e ha modificato anche il limite individuale dei membri del Collegio Sindacale.
L’Assemblea dei Soci del 29 aprile 2016 ha confermato le decisioni del Consiglio di
Amministrazione.
In merito alla modifica del calcolo dell’ulteriore erogazione ai dipendenti giova ricordare
che tale rivisitazione si è resa necessaria per rendere più funzionale la valutazione stessa
ossia il trattamento economico variabile correlato esclusivamente ai risultati individuali,
non avendo la banca politiche di incentivazioni sulla base di risultati aziendali conseguiti o
da raggiungere. Più in particolare, tale componente del trattamento economico, prevista
quale “ulteriore erogazione” è connessa a prestazioni meritevoli in termini di efficacia e di
efficienza. Consistono in erogazioni di natura discrezionale e non continuativa, riconosciute
in unica soluzione.
La nuova misura di performance è composta da diciannove capacità suddivise in cinque
aeree (area intellettuale, area innovativa, area relazionale, area gestionale, area
emozionale) le quali alimentano una matrice del potenziale delle risorse formata da sette
indicatori (da criticità sino ad alto potenziale). Ad ognuno di questi indicatori viene
assegnato un premio.
La misurazione delle capacità individuali, tranne che per il direttore centrale che non
rientra tra i soggetti valutabili secondo tale metodica ma direttamente dal Consiglio di
Amministrazione, è stata demandata in maniera congiunta al Direttore centrale e
all’Amministratore Delegato.
Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 24 giugno 2016 all’unanimità ha accolto la
proposta dell’Amministratore Delegato di rinunciare per il 2016 all’accantonamento
dell’indennità di fine mandato, commisurata a 0,20 volte la retribuzione. Per il 2016 tale
accantonamento sarebbe ammontato a euro 15.360.
Il Consiglio del 26 maggio 2016 ha valutato l’indipendenza degli amministratori che si sono
qualificati indipendenti ai sensi dell’art. 11) comma 2 dello Statuto sociale, sulla base delle
informazioni fornite dall’interessato o comunque a disposizione della Banca, delle relazioni
che potrebbero essere o apparire tali da compromettere l’autonomia di giudizio di tale
amministratore.
Il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 26 maggio 2016, ha approvato la
Relazione sul Governo Societario per l’anno 2015. La relazione ha recepito: le dimissioni
dalla carica di consigliere avanzate dalla prof.ssa Antonella Malinconico, accettate dal
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 67
Consiglio di Amministrazione nella seduta del 29 aprile 2016, dopo l’approvazione del
bilancio al 31 dicembre 2015 da parte dell’Assemblea dei Soci; le variazioni introdotte alla
policy di remunerazione.
Il Consiglio, nella stessa tornata, ha inoltre approvato, con il parere favorevole del Collegio
Sindacale, il documento denominato “Informativa al pubblico – Pillar 3” con riferimento
alla data del 31 dicembre 2015 e l’Informativa al pubblico prevista dalla normativa di
vigilanza in tema di governo societario. La prima prevede l’obbligo di pubblicazione
periodica delle informazioni riguardanti l’adeguatezza patrimoniale, l’esposizione ai rischi e
le caratteristiche generali dei sistemi preposti all’identificazione, alla misurazione e alla
gestione di tali rischi. Il documento è stato preliminarmente raccordato la nota integrativa
al bilancio dell'esercizio 2015, il Resoconto ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment
Process) e la delibera assembleare in materia di politiche di remunerazione e
incentivazione. La seconda, descrive le linee generali degli assetti organizzativi e di
governo societario adottati dalla Banca; definisce la categoria di appartenenza della
Banca; illustra gli Organi sociali della Banca e i rispettivi ruoli; indica il numero e la
tipologia degli incarichi detenuti da ciascun esponente aziendale in altre società o enti; le
eventuali politiche di successione predisposte; fornisce notizie in merito all’autovalutazione
degli Organi. Entrambe le informative sono state rese in coerenza con i principi indicati nel
Regolamento UE n° 575/2013 -CRR- e con le norme tecniche elaborate dall’ABE -ITS-. I
documenti sono stati regolarmente pubblicati sul sito internet della Banca.
Signori azionisti,
per dare più incisività all’azione di marketing della Banca, in conseguenza anche del
tendenziale, se pur graduale, aumento delle dimensioni e dell’operatività della Banca, al
fine di consolidare il patrimonio relazionale, informativo, formativo della comunicazione e
dei prodotti della Banca, con delibera del Consiglio di Amministrazione del 29 luglio 2016 è
stato istituito l’Ufficio relazioni con la clientela e marketing, denominato
“Marketing&Sviluppo”. L’Ufficio è stato affidato al Vice Direttore Vicario sig.ra Rosa
Capasso, nonché socia della Banca Capasso stessa.
Il 3 febbraio 2017 il sito internet della Banca ha compiuto due anni di vita. L’analisi del
traffico sul sito internet è stata più volte oggetto di attenzione in seno al Consiglio di
Amministrazione.
________________________________________________________________________________________________ 68 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Dal confronto dei dati del 2016 rispetto a quelli dell’anno precedente emerge un forte
incremento delle visualizzazioni delle pagine pari al 48,89%, da 121 mila a 181 mila, con
un ritorno positivo anche in termini di pagine per sessione da 2,40 a 4,37 pagine. In
aumento anche la durata media per sessione, dal 1’e 30” del 2015 al 1’ e 55” del 2016, a
testimonianza del maggior interesse degli utenti per i prodotti della Banca.
Ha riscosso un consenso unanime la pagina dedicata alle borse di studio con oltre 5 mila
visualizzazioni, mentre quella dedicata all’Area clienti l’incremento è stato notevole,
passando da 15 mila a 40 mila visualizzazione, surclassando addirittura la home page.
Si sono modificate anche le modalità di navigazione: la sezione desktop è rimasta
pressoché invariata rispetto all’anno precedente, ma c’è stato un forte decremento
sull’utilizzo di smartphone e tablet.
Le nuove modalità di comunicazione hanno contribuito notevolmente a centrare i target
individuati nel Piano Strategico e in linea con il 2015 sono aumentati il numero dei clienti.
Anche sul versante dei mutui la campagna commerciale è stata efficace.
Complessivamente sono stati erogati 344 nuovi mutui per un importo pari a euro 9,2
milioni di euro, contro 8,7 milioni di euro dell’anno precedente, con un incremento
rispetto del 27% per quanto riguarda il numero dei rapporti e del 6% per gli importi
erogati.
Il filone dei mutui con surroga ha trovato la nostra Banca preparata con un ottimo
prodotto adeguato nel corso dell’anno all’andamento dei tassi di interesse. Il livello
eccezionalmente basso dei tassi e la minore dinamicità delle compravendite immobiliari
registrata negli ultimi anni spinge le banche a ricercare nuova clientela presso gli altri
istituti, offrendo tassi di interesse più bassi per mutui, a tasso fisso, contratti quando i
tassi di interesse erano notevolmente più alti.
Le sinergie attivate con Cassa Centrale Banca hanno permesso di aggiungere ai prodotti in
house anche la commercializzazione di quelli di terzi, come ad esempio le carte prepagate.
L’accordo sottoscritto prevede la possibilità di offrire al pubblico oltre alla tradizionale carta
prepagata anche la carta con IBAN (CARTA EVO) e per i minori (OOM+).
La gestione delle carte prepagate CCB è indipendente dal sistema informativo e avviene
attraverso il portale Buonconsiglio. Le carte prepagate 03599 operano sui circuiti
Bancomat, Pagobancomat e Mastercard Prepaid e sono dotate di tecnologia contactless.
Possono inoltre operare su internet attraverso il circuito Mastercard con il servizio di
sicurezza 3D secure attivo. La presenza sulla carta delle coordinate IBAN consente la
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 69
ricezione di bonifici necessari per le ricariche. La durata delle carte è di cinque anni e
decorre dal giorno di produzione delle stesse.
Il cliente ha la possibilità di ottenere la propria carta dal sito www.carteprepagate.cc o
sulla nuova applicazione (APP Prepagate), disponibile per dispositivi Android e IOS, che
rappresenta un approccio complementare al sito e che permette al cliente di gestire la
propria carta in mobilità.
Per rispondere alla necessità di conservare l’archivio cartaceo della banca il Consiglio di
Amministrazione nella seduta del 28 gennaio 2016 ha deliberato l’allestimento di un
archivio nei locali di proprietà della Banca stessa nel comune di San Salvatore Telesino
(BN).
Come già riportato nella relazione al bilancio dell’esercizio 2015 presso la Filiale di
Piedimonte Matese è stato installato in via sperimentale un ATM (Automated Teller
Machine) di seconda generazione - c.d. EVOLUTI - che consente il versamento di assegni e
banconote, in modo facile e veloce e in completa autonomia, effettuandone anche il
ricircolo.
Nel corso del 2016 il progetto iniziale è stato ampliato e sono stati ridefiniti i lay-out iniziali
di tutte le filiali, con la predisposizione di idonee aree self protette dove sono stati istallati
gli ATM, in modo da consentire alla clientela di effettuare operazioni bancarie anche fuori
dal normale orario di sportello e anche nei giorni festivi, 24 ore su 24. Tutti i precedenti
ATM istallati sono stati dismessi. Nella seconda metà del 2016, dal giorno della loro
istallazione presso le filiali sono state effettuate oltre 3.500 operazioni, con un volume
superiore ai 7 milioni di euro.
L’operatività della Banca è migliorata considerevolmente e i clienti non sono più legati agli
orari di apertura e chiusura delle filiali. L’investimento in nuova tecnologia della Banca
Capasso è in linea con le migliori prassi del mercato.
Un ulteriore ATM è stato installato presso un centro commerciale per dare maggiore
visibilità alla Banca e presidiare così maggiormente il territorio.
Con gli ATM è possibile effettuare innumerevoli operazioni, oltre quelle tradizionali di
prelievo e di richiesta di estratto conto, come ad esempio l’invio di bonifici, il pagamento di
bollette Telecom e del bollo ACI, il pagamento dei bollettini postali in bianco e premarcati,
le ricariche telefoniche e del digitale terrestre, le ricariche delle carte prepagate del circuito
di Cassa Centrale Banca.
________________________________________________________________________________________________ 70 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Il processo di ammodernamento delle filiali in Italia è lento rispetto a quanto sta
avvenendo nel resto dell’Europa e del Nord America. Uno studio del 2014 della società
PricewaterhouseCoopers stima in non oltre il 30% il livello di penetrazione degli ATM
evoluti in Italia, contro una media di due ATM per filiale che si riscontra nel Paesi nord
americani.
Signori azionisti,
la terza edizione del Rapporto PMI Mezzogiorno, realizzato da Confindustria e Cerved,
pubblicato nel mese di marzo 2017, fotografa lo stato di salute di 25 mila piccole e medie
imprese con sede nel Mezzogiorno. I dati indicano che i segnali di ripresa evidenziati lo
scorso anno si sono rafforzati, con un’accelerazione di fatturato, valore aggiunto, margini
lordi e netti. Rimane però ampia la distanza con i livelli pre-crisi, maggiore di quella
misurata a livello nazionale. Prosegue anche il rafforzamento patrimoniale delle PMI del
Mezzogiorno, che evidenziano profili meno rischiosi rispetto al passato.
Segnali positivi anche dalla demografia d'impresa: prosegue l'aumento delle nascite, spinte
dalle Srl semplificate, e il calo delle chiusure di imprese a seguito di default o per scelta
dell’imprenditore.
Grazie a un’analisi sui registri ufficiali e con sistemi di ricerca semantica applicati ai siti di
oltre 500 mila società sono state identificate oltre 3 mila startup e PMI innovative con sede
nel Mezzogiorno, molte delle quali non iscritte ai registri ufficiali: una diffusione ancora
bassa rispetto alla media nazionale ma con alcune notevoli eccezioni.
I segnali di miglioramento del clima economico del Mezzogiorno, sono, dunque, chiari,
anche se restano ampie le differenze tra le imprese. La selezione causata dalla crisi è stata
molto severa, facendo uscire dal mercato le imprese che avevano un grado di rischio
economico-finanziario elevato già nel 2007. La presenza di tali imprese si è ridotta infatti
dal 22,9% al 20,4% tra il 2013 e il 2014. Al contrario, sono aumentate, sia in termini
relativi sia in termini assoluti, le PMI con un bilancio classificato come “solvibile” (dal
36,4% al 40,4%).
Rispetto al dato nazionale, permane comunque una maggiore rischiosità del sistema
meridionale: la quota di imprese del Sud in area di solvibilità è infatti più bassa del 6,5%,
mentre per quelle in area di rischio la percentuale è più alta di 2,2 punti percentuali. La
dinamica dei tassi d’ingresso in sofferenza si conferma in leggero calo: i tassi si riducono
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 71
nel 2015 rispetto ai livelli massimi toccati nel 2014 sia a livello nazionale, sia a livello del
Mezzogiorno. Nonostante questo segnale positivo, però, le PMI del Mezzogiorno mostrano
un valore ancora al di sopra di quello nazionale. Le previsioni per i prossimi anni
confermano le attese di ulteriore riduzione, anche più pronunciate della media nazionale,
sebbene ancora su livelli superiori rispetto a quelli pre-crisi.
Secondo le previsioni di Confindustria e Cerved, nel 2017 e nel 2018 le prospettive delle
imprese meridionali dovrebbero migliorare ancora, con il fatturato e il valore aggiunto che
crescono a buoni ritmi e a tassi superiori a quelli del resto del Paese. Segnali positivi
provengono anche dalle stime sul MOL, il cui tasso aumenta sia nel 2017, sia nel 2018, e
anche in questo caso più che nella media italiana. Il rapporto tra i debiti finanziari e il
capitale netto, invece, è previsto attestarsi su valori sostanzialmente stabili ma di gran
lunga ancora maggiori di quelli previsti per le PMI italiane nel loro complesso, un
indicatore che conferma quanto sia decisiva, anche negli anni a venire, la partita
finanziaria per le PMI meridionali.
Signori azionisti,
l’utile al lordo delle imposte ha raggiunto al 31 dicembre 2016 la cifra di 1.384.855 euro,
con un decremento assoluto rispetto all’anno precedente di 29.840 euro, pari al 2,20%.
L’utile, al netto delle imposte, ha quindi registrato una diminuzione di euro 158.999, pari al
17,69%, passando da euro 898.810 del 2015 a euro 739.811 del 2016.
La raccolta diretta al 31 dicembre 2016 è diminuita attestandosi a 135.268.612 euro,
con un decremento dell’ 1,77%. Il dato si presenta peggiore rispetto a quello del sistema,
che ha invece registrato un calo pari allo 0,6%.
La ripartizione della raccolta diretta è la seguente:
� i conti correnti hanno raggiunto l’importo di 50.002.571 euro con un incremento
del 13,91% rispetto al 2015;
� stabili i depositi a risparmio che si attestano a 41.529.661 euro contro
41.139.795,00 euro al 31 dicembre 2015;
� i certificati di deposito pari a 26.734.496 euro, hanno registrato un decremento
pari al 4,23%;
� in diminuzione le obbligazioni bancarie che da 24.758.449 euro sono passate a
17.001.884 euro, con un netto decremento pari al 31,33%, superiore a quanto
registrato dal sistema, flessione del 19,6%.
________________________________________________________________________________________________ 72 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Il quadro di sintesi che segue evidenzia l’andamento della raccolta da clientela negli ultimi
cinque anni: (gli importi sono arrotondati all’unità di euro)
2016 2015 2014 2013 2012
135.268.612 137.711.829 131.519.261 125.842.297 125.422.272
La raccolta da banche ammonta a 15 milioni di euro, ascrivibili all’operazione di
rifinanziamento a tre anni presso la BCE, (LTRO - Long Term Refinancing Operation) a cui
la Banca ha partecipato attraverso la Cassa Centrale Banca con scadenza gennaio 2017.
Gli impieghi hanno subito un modestissimo incremento dell’ 1,12% contro il 4,46% del
precedente esercizio.
Il dato di sistema registra una variazione positiva pari a 0,4% per i prestiti a clientela, e un
più 0,2% per i prestiti al settore delle imprese.
Al 31 dicembre 2016 il valore assoluto dei crediti concessi a clientela è stato pari a
58.630.034 euro contro 57.981.779 euro dell’anno precedente. Pertanto lo stock dei
crediti, nell’anno oggetto di esame, registra un aumento di euro 648.225.
Gli impieghi a breve termine al 31 dicembre 2016 sono pari a euro 4.098.927 contro
euro 4.377.404 dell’anno precedente. La composizione è la seguente:
� conti correnti da euro 3.197.563 a euro 2.983.248, comprensivi del salvo buon
fine, con una flessione del 6,70%;
� portafoglio finanziario e commerciale da euro 1.179.841 a euro 1.115.679, con un
decremento del 5,44%.
Gli impieghi con durata oltre 1 anno, alla data del 31 dicembre 2016, hanno raggiunto la
cifra di euro 41.343.905 contro euro 41.003.553 dell’anno precedente, con un
decremento dello 0,83%.
In termini assoluti la flessione pari a euro 340.352 è in netta diminuzione rispetto a quella
registrata nel 2015.
Nel corso del 2016 sono stati erogati mutui, sia nella forma ipotecaria che chirografaria,
nella misura di 9,3 milioni di euro contro i 8,7 milioni di euro dell’anno precedente.
Sono stati concessi complessivamente 344 finanziamenti contro 272 dell’anno precedente.
I mutui ipotecari erogati ammontano a euro 2.395.395 di cui surroghe euro 316.395
contro euro 4.552.745 dell'anno precedente.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 73
I mutui chirografari hanno invece registrato un leggiero incremento da euro 4.188.425 a
euro 6.859.150.
La media di ogni finanziamento è stata pari a 27.000 euro, contro 32.000 euro del 2015.
I buoni postali fruttiferi ammontano a euro 7.693.773 contro euro 7.291.465 dell'anno
precedente, per effetto della capitalizzazione degli interessi maturati. Il tasso di
capitalizzazione composta è stato del 5,50%.
Gli impieghi a medio e lungo termine rappresentano il 70,52% circa del totale dei crediti
concessi a clientela.
Il quadro di sintesi degli impieghi, relativo agli ultimi cinque anni, è il seguente: (gli importi
sono arrotondati all’unità di euro)
2016 2015 2014 2013 2012
58.630.034 57.981.779 55.505.222 59.512.822 64.365.726
Il rapporto impieghi/depositi al 31 dicembre 2016 si è attestato su 42,34%, contro il
42,10% dell’anno precedente.
I crediti verso clientela sono stati valutati secondo quanto indicato nella Parte A2 –
POLITICHE CONTABILI – della Nota Integrativa – Sezione 4 Crediti.
Le relative svalutazioni, comprensive dell’impairment, sono state effettuate mediante
rettifica in diminuzione del valore iscritto nell’attivo dello stato patrimoniale.
Nell’esercizio sono state eseguite rettifiche di valore su crediti per 613.680 euro, contro
1.182.682 euro dell’anno precedente, così distinte:
� Sofferenze euro 22.323 (euro 135.665 dell’anno precedente);
� Inadempienze e scaduti e sconfinati per euro 470.017 (euro 920.276 deteriorate
dell’anno precedente –Incagli, ristrutturati e scaduti e sconfinanti–);
� Impairment collettivo 2016 per euro 121.340 (euro 126.741 dell’anno precedente).
Rispetto al precedente esercizio le rettifiche sono complessivamente diminuite del 48,11%.
Le riprese di valore ammontano a 388.711 euro, contro euro 660.548 dell’anno
precedente, così distinte:
o Sofferenze euro 93.834 ( euro 23.616 dell’anno precedente);
o Altre esposizioni deteriorate euro 161.148 (euro 495.575 dell’anno
precedente);
o Crediti in bonis euro 133.729 (euro 141.356 dell’anno precedente).
________________________________________________________________________________________________ 74 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
L’adeguamento netto dell’impairment collettivo 2016 ha dato luogo ad una ripresa pari ad
euro 12.389 contro una ripresa netta di euro 14.615 dell’anno precedente.
L’ammontare complessivo delle svalutazioni è pari a euro 224.969 contro euro 522.134 del
precedente esercizio.
Si sono inoltre registrate perdite per euro 289 ed eliminazioni per euro 704.
Sono state inoltre effettuate svalutazioni su titoli di capitale ed ETF del comparto AFS per
euro 669.524 contro euro 10.326 dell’anno precedente.
In bilancio, alla voce 130 del conto economico, è stato iscritto un valore complessivo
negativo netto pari a 935.542 euro, contro un valore sempre negativo di 532.903 euro
dell’anno precedente.
Non si sono registrate riprese di valore su titoli di capitale del comparto AFS contro euro
99.793 dell’anno precedente, mentre si sono registrati storni da riprese di valore su titoli di
capitale per euro 173.232 contro euro 1.245 dell’anno precedente.
L’ammontare delle sofferenze lorde al 31 dicembre 2016, pari a 1.040.131 euro, ha
subito, rispetto al precedente esercizio, un decremento del 9,74%.
Al 31 dicembre 2015 le sofferenze lorde ammontavano a euro 1.152.404.
Il conto sofferenze complessivamente si è così movimentato (gli importi sono arrotondati
all’unità di euro):
MOVIMENTAZIONE - Crediti
in Sofferenza
Esposizione lorda al 31.12.2015 1.152.404
- Ingressi da crediti in bonis 5.191
- Trasferimento da incagli 49.113
- Altre variazioni 12.628
- Uscite verso crediti in bonis 47.728
- Cancellazioni 108.812
- Incassi 22.665
Esposizione lorda al 31.12.2016 1.040.131
- Svalutazione analitica al 31.12.2016 762.780
Esposizione netta al 31.12.2016 277.351
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 75
Il valore di bilancio delle Sofferenze, al netto delle svalutazioni analitiche effettuate,
ammonta a 277.351 euro, contro 226.945 euro al 31 dicembre 2015, con un variazione
in aumento di 50.406 euro, pari al 21,21%.
Le Sofferenze, al netto delle relative svalutazioni, rappresentano lo 0,47% del totale degli
impieghi per cassa comprensivi delle sofferenze nette, contro lo 0,39% dell’anno
precedente. Il dato del sistema al 31 dicembre 2016 è pari al 4,89%.
Il rapporto sale al 1,77% se confrontiamo le sofferenze lorde con gli impieghi per cassa.
Nel 2015 tale rapporto era pari all’ 1,99%.
Il rapporto tra Sofferenze nette e Fondi Propri al 31 dicembre 2016 è pari allo 0,87%
contro lo 0,91% dell’anno precedente. Il dato di sistema si attesta invece al 19,70%.
Le altre esposizioni deteriorate alla data del 31 dicembre 2016 ammontano a 4.985.333
euro contro 4.110.249 euro, al 31 dicembre 2015, con un incremento del 21,29% e
un'incidenza sui crediti in essere del 8,50%. Nel 2015 il rapporto era pari al 7,09%.
Il totale dei crediti deteriorati lordi sul patrimonio di vigilanza si è ragguagliato al
18,86%, scende all’ 8,32% se consideriamo i crediti al netto dei fondi.
L’ammontare complessivo del fondo svalutazione crediti, comprensivo delle Sofferenze, e
degli altri crediti deteriorati e dei crediti in bonis, è pari a euro 3.868.259 contro euro
3.751.493 dell'anno precedente, con un aumento del 3,11%, ed è così ripartito:
� Fondo svalutazioni Sofferenze euro 762.780;
� Fondo svalutazione posizioni deteriorate altre euro 2.602.972;
� Fondo svalutazione crediti c.d. rischio fisiologico euro 502.507.
La dinamica dei crediti ad andamento anomalo è riportata nella Nota Integrativa – Parte E
– Rischio di Credito – Sezione A.1.6 – A.1.8 -.
I crediti verso banche corrispondenti sono rappresentati dalla liquidità tenuta sui conti
correnti di corrispondenza, dai depositi vincolati a breve termine presso banche e dal
deposito vincolato per la Rob al 31 dicembre 2016 ammontano a 59.765.134 euro,
contro 69.737.681 euro dell’esercizio precedente, con un decremento del 16,69%.
Il totale delle attività finanziarie in essere al 31 dicembre 2016, ammonta a 61.194.796
euro contro 56.142.031 euro. La ripartizione di tipo funzionale è la seguente (gli importi
sono espressi in unità di euro):
________________________________________________________________________________________________ 76 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
2016 2015
Attività Finanziarie detenute per
la negoziazione 1.553.344 1.563.877
Attività finanziarie disponibili per
la vendita 53.554.794 49.003.197
Attività finanziarie detenute sino
alla scadenza 6.086.658 5.574.957
Totale 61.194.796 56.142.031
Le attività finanziarie rappresentano il 32,62% del complessivo valore degli investimenti
della Banca, contro il 29,30% dell’anno precedente.
La vendita di titoli AFS – essenzialmente titoli di debito - ha procurato utili netti per
1.407.509 euro.
Nel comparto di trading si registrano minusvalenze da valutazione al fair value per 11.954
euro e riprese da valutazione per euro 1.404.
Il margine d’interesse registra un decremento dello 0,67% rispetto al 31 dicembre 2015,
posizionandosi al 31 dicembre 2016 a 3.380.042 euro contro euro 3.402.816.
Il costo della raccolta, pari a 945.089 euro, è diminuito del 35,84%, come i proventi da
impieghi, pari a 4.325.131 euro, diminuiti anch’essi dell’11,29%.
Gli interessi da banche sono diminuiti del 42,30%, posizionandosi a 430.003 euro, contro
745.202 euro dell’anno precedente. In diminuzione gli interessi da attività finanziarie da
1.087.540 euro a 996.804 euro, con una flessione dell’8,33%.
Gli interessi sui buoni fruttiferi postali sono stati pari a euro 402.308 contro 380.124 euro
dell’anno precedente, per effetto della capitalizzazione degli interessi.
La Banca in data 12 maggio 2015 ha stipulato con Generali Italia SpA una Polizza UC0 Plus
con contratto di capitalizzazione a premio unico dell’importo di euro 5.000.000 con
rivalutazione del capitale. Sul premio unico versato è applicato un costo pari allo 0,10%
del premio stesso, per cui il capitale investito è pari al premio unico versato, ridotto del
suddetto costo, cioè euro 4.995.000.
La durata del contratto è stabilita in cinque anni con possibilità di riscatto trascorso almeno
un anno dalla data di decorrenza. Il contratto prevede la rivalutazione annuale delle
prestazioni, determinata in funzione del rendimento conseguito dalla Gestione separata
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 77
Gesav. Il rendimento conseguito per l’anno 2016 è stato pari al 3,63%, di cui l’1,00%
trattenuto dalla Compagnia, per un importo netto di euro 133.667.
Il rapporto tra margine di interesse e totale attivo, al 31 dicembre 2016, è pari all’ 1,80%
contro l’1,78%, dell’anno precedente.
In aumento il margine d’intermediazione che al 31 dicembre 2016 si è attestato a
5.252.323 euro contro 4.706.485 euro dell’anno precedente, con un incremento
dell’11,60%.
I ricavi netti su servizi, rappresentati dalle Commissioni Nette e dagli Altri Proventi di
Gestione, sono pari a euro 814.877 euro, contro 828.222 euro del precedente esercizio,
con un leggere decremento dell’1,61%.
Il risultato netto della gestione finanziaria è stato di 4.316.781 euro contro 4.173.582
euro dell’esercizio precedente, con un aumento di 143.199 euro, pari al 3,43%.
I costi operativi si ragguagliano a 2.931.926 euro con un aumento rispetto al dato del 31
dicembre 2015, di 113.359 euro, pari al 4,02%.
Le spese per il personale hanno raggiunto l’importo di 1.739.063 euro, contro 1.713.446
euro dell’esercizio precedente.
Le Altre Spese Amministrative si sono attestate a 1.426.768 euro, rispetto a euro
1.310.263 dello scorso anno, con un aumento dell’8,89%.
Le rettifiche di valore su immobilizzazioni immateriali e materiali sono state pari a
185.212 euro, in aumento rispetto al dato dell’anno precedente del 14,46%.
Le imposte correnti e differite, infine, hanno inciso complessivamente per euro 645.044
contro euro 456.205 del 2015.
Nell’esercizio sono sorte attività per imposte anticipate e passività per imposte differite,
come pure sono intervenuti riassorbimenti della pregressa fiscalità differita, così come
meglio evidenziato nella Nota Integrativa.
In merito alla fiscalità anticipata si specifica che la stessa è stata iscritta nella ragionevole
certezza che la banca, nonostante il periodo congiunturale difficile per il sistema bancario,
continuerà a produrre imponibile fiscale, su cui si riverseranno le differenze temporanee
attive appostate in bilancio.
GESTIONE E CONTROLLO DEI RISCHI
Per le informazioni di natura qualitativa e le politiche di gestione dei rischi si veda quanto riportato nella
Parte E della Nota Integrativa.
________________________________________________________________________________________________ 78 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
AZIONI PROPRIE
Come riportato in Nota Integrativa, la Banca al 31 dicembre 2016 detiene n.32 azioni
proprie per un valore pari a Euro 4.800.000. Le azioni proprie in portafoglio sono portate
in diminuzione del patrimonio netto, appositamente iscritte in una riserva indisponibile e
non distribuibile.
OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE
Per il dettaglio delle operazioni con parti correlate si veda quanto riportato nella Parte H
della Nota Integrativa.
FATTI DI RILIEVO DOPO LA CHIUSURA DELL'ESERCIZIO
Dopo la chiusura dell’esercizio 2016 non si segnalano fatti di rilievo.
L'EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE
Signori azionisti,
nella riunione odierna il Consiglio direttivo della BCE ha deciso che i tassi di interesse sulle
operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui
depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo
0,25% e al -0,40%. Il Consiglio direttivo continua ad attendersi che i tassi di interesse di
riferimento della BCE si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un
prolungato periodo di tempo e ben oltre l’orizzonte degli acquisti netti di attività.
Quanto alle misure non convenzionali di politica monetaria, il Consiglio direttivo conferma
che continuerà a condurre gli acquisti nell’ambito del programma di acquisto di attività
(PAA) all’attuale ritmo mensile di 80 miliardi di euro sino alla fine di questo mese e che da
aprile intende proseguire gli acquisti netti a un ritmo mensile di 60 miliardi di euro sino alla
fine di dicembre 2017 o anche oltre se necessario, e in ogni caso finché non riscontrerà un
aggiustamento durevole dell’evoluzione dei prezzi, coerente con il proprio obiettivo di
inflazione. Contestualmente agli acquisti netti sarà reinvestito il capitale rimborsato sui
titoli giunti a scadenza acquistati nel quadro del PAA. Se le prospettive diverranno meno
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 79
favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso
un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, il Consiglio direttivo è pronto a
incrementare il programma in termini di entità e/o durata. In sintesi il Bollettino economico
della BCE evidenzia che l’attività economica mondiale si è moderata al volgere dell’anno e
dovrebbe continuare a espandersi a un ritmo modesto. I mercati finanziari hanno
evidenziato una maggiore volatilità nei mesi recenti. La ripresa economica nell’area
dell’euro sta proseguendo, anche se a ritmi inferiori a quelli attesi agli inizi dell’anno sulla
scia dell’indebolimento del contesto esterno.
Le proiezioni macroeconomiche per l’area euro formulate dagli esperti della BCE nel marzo
del 2017 indicano che la ripresa economica dell’area dell’euro dovrebbe consolidarsi
ulteriormente, a un ritmo lievemente superiore rispetto a quanto anticipato in precedenza.
Nell’orizzonte di proiezione sarebbe sostenuta dall’atteso recupero dell’economia mondiale
e dalla tenuta della domanda interna, sorretta dall’orientamento molto accomodante della
politica monetaria, dai progressi conseguiti in passato nella riduzione della leva finanziaria
nei vari settori e dal perdurante miglioramento dei mercati del lavoro.
Il recente aumento dei corsi petroliferi dovrebbe portare l’inflazione misurata sull’indice
armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) su una media dell’1,7% quest’anno. Tuttavia, le
spinte inflazionistiche di fondo aumenterebbero solo gradualmente nel periodo
considerato.
Gli indicatori congiunturali suggeriscono il protrarsi di una robusta crescita nel breve
periodo. Il PIL in termini reali è aumentato dello 0,4% nel quarto trimestre del 2016. La
ripresa sta diventando più generalizzata nei diversi settori e paesi dell’area dell’euro. Le
condizioni nei mercati del lavoro hanno continuato a migliorare negli ultimi mesi, in
presenza di un calo del tasso di disoccupazione che è stato lievemente maggiore del
previsto. Gli indicatori di incertezza delle politiche economiche sono aumentati, mentre
quelli di incertezza finanziaria ed economica rimangono bassi. Inoltre il clima di fiducia si è
andato rafforzando, a indicare una tenuta della crescita nella prima metà del 2017.
Nell’orizzonte di proiezione il PIL in termini reali aumenterebbe dell’1,8% nel 2017,
dell’1,7% nel 2018 e dell’1,6% nel 2019.
Le proiezioni segnalano che i consumi privati continueranno a crescere a ritmi robusti nel
periodo mentre la crescita del reddito disponibile nominale rimane vigorosa. Secondo le
proiezioni, il contributo di salari e stipendi lordi dovrebbe aumentare nel periodo
________________________________________________________________________________________________ 80 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
considerato. Le condizioni favorevoli del credito bancario, rafforzate dalle misure di politica
monetaria della BCE, dovrebbero sostenere la dinamica dei consumi privati.
Rispetto alle proiezioni di dicembre, le ipotesi tecniche includono tassi di interesse a lungo
termine lievemente più alti, quotazioni in dollari del petrolio significativamente superiori e
un contenuto deprezzamento del tasso di cambio effettivo dell’euro.
Signori azionisti,
la crescita dell’attività economica mondiale dovrebbe continuare a recuperare. I dati di
recente pubblicazione confermano l’atteso miglioramento dell’attività a livello
internazionale nella seconda metà del 2016 e segnalano una prosecuzione della crescita
nel breve periodo. Tuttavia, le prospettive nelle economie sia avanzate sia emergenti
rimangono in qualche misura contrastanti. Tra i paesi avanzati le condizioni di
finanziamento favorevoli, i miglioramenti nei mercati del lavoro e le azioni di stimolo fiscale
dovrebbero sostenere l’attività negli Stati Uniti, mentre si prevede che l’aumento
dell’incertezza pesi sulle prospettive di crescita a medio termine dell’economia britannica e
che il ritmo di espansione resti moderato in Giappone. Nei mercati emergenti la tenuta
della crescita in talune grandi economie e la graduale attenuazione delle profonde
recessioni in alcuni dei maggiori paesi esportatori di materie prime forniscono il principale
sostegno alla crescita mondiale, mentre la graduale decelerazione dell’economia cinese
continua ad agire da freno. Si prevede che l’aumento dei corsi petroliferi eserciti un
impatto complessivo limitato sull’attività mondiale: benché fornisca un certo sostegno ai
paesi produttori di greggio, questi ultimi sono ancora posti di fronte a un periodo di
considerevoli esigenze di correzione (anche in termini di risanamento dei conti pubblici)
dato il significativo calo del prezzo del petrolio dal 2014. Al tempo stesso, i consumatori
nei paesi importatori di materie prime dovrebbero assorbire parte dello shock abbassando
il tasso di risparmio. La crescita mondiale (esclusa l’area dell’euro) dovrebbe aumentare
dal 3,1% nel 2016 al 3,5% nel 2017 al 3,8% nel 2018 e nel 2019, con una lieve revisione
verso l’alto rispetto al precedente esercizio di proiezione.
Le esportazioni verso l’esterno dell’area dell’euro dovrebbero essere sorrette dalla ripresa
della domanda mondiale e dal lieve indebolimento del tasso di cambio dell’euro. Secondo
le attese la domanda esterna dell’area dell’euro manterrebbe lo slancio acquisito di recente
nell’orizzonte temporale considerato, con l’aumento della domanda di importazioni nelle
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 81
economie sia avanzate sia emergenti (fra cui Russia e Brasile), ma la dinamica moderata
delle importazioni nel Regno Unito eserciterebbe un effetto frenante. Nell’insieme, le
proiezioni indicano che il tasso di incremento della domanda esterna rimarrà ben inferiore
ai livelli osservati prima della crisi.
L'ATTIVITA' DI SVILUPPO
L'attività di sviluppo nel 2017 sarà concentrata sull’incremento dei volumi della nuova
Filiale di Pietramelara, in mirate campagne di marketing per la pubblicizzazione dei
prodotti, nella ricerca di una maggiore efficienza delle filiali, nel miglioramento del sito
Internet.
RAPPORTI DI GRUPPO
La Banca non è integrata in alcun gruppo bancario.
DESTINAZIONE DELL’UTILE DI ESERCIZIO
Il bilancio dell’esercizio 2016, che sottoponiamo alla Vostra approvazione, è stato redatto
nella piena conformità di tutti i Principi Contabili Internazionali (IAS/IFRS) emanati
dall’International Accounting Standard Board e delle relative interpretazioni
dell’International Financial Reporting Interpretation Committee, vigenti alla data del 31
dicembre 2016 e omologati dalla Commissione Europea secondo la procedura prevista dal
Regolamento UE n° 1606/2002. Il bilancio appare altresì rispettoso delle disposizioni
contenute nel documento diffuso dalla Banca d’Italia con Circolare 262 del 22 dicembre
2005, nella versione di recente aggiornata per tener conto delle revisioni e modifiche che
hanno interessato alcuni IAS/IFRS.
________________________________________________________________________________________________ 82 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Vi proponiamo, dunque, la ripartizione dell'utile netto, determinato in euro 739.811
Alla riserva legale il 5% 36.991
Utili a nuovo
102.820
Agli Azionisti in ragione di euro 2.500,00 ad azione
(240 az.) 600.000
739.811
A seguito di tale ripartizione, se approvata dall'Assemblea dei Soci, il patrimonio
netto risulterà così costituito:
CAPITALE SOCIALE 16.800.000
RISERVE
Legale 608.740
Statutaria 8.408.370
Riserva indisponibile e indistribuibile azioni proprie in
portafoglio
4.800.000
AZIONI PROPRIE IN PORTAFOGLIO (4.800.000)
UTILI A NUOVO 470.690
RISERVE FTA 5.993.373
DIFFERENZIALE UTILE IAS 2005 10.260
RISERVA AFS al 31 dicembre 2016 864.334
RISERVA TFR NEGATIVO (319.823)
IAS: UTILI ATTUAR.IAS 8 a nuovo 49.387
RISERVA TFR POSITIVO 127.103
Totale complessivo 33.012.434
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 83
CONCLUSIONI
Signori azionisti,
negli anni la Banca ha cercato di valorizzare il territorio e la gente (i concittadini e i clienti).
Gli ultimi anni, in particolare, testimoniano le difficoltà, gli sforzi di tale lavoro. Sono stati
anni di duro lavoro, in cui abbiamo creduto - e la gente ha creduto - in noi e ai nostri
valori. La semplicità ci ha sempre guidato, insieme al rispetto per le persone, alla
protezione dell’ambiente, all’onestà dei comportamenti, alla solidarietà. Valori che
discendono dalla rettitudine assoluta, dall’integrità di vita, che Antonio Capasso, fondatore
della Banca e uomo che aveva già dato prova di garanzia in termini di probità, capacità e
solidità, ha impresso all’attività della Banca e ha trasmesso a tutta la sua famiglia.
E’ dovere di tutti i dipendenti, esponenti aziendali e proprietà adottare sempre un
comportamento che preservi, oggi e domani – e come lo è stato ieri -, la reputazione della
Banca Capasso Antonio S.p.A. Infatti, nel territorio in cui la Banca opera e, soprattutto, nei
Comuni in cui essa è fisicamente presente, uno dei suoi beni più preziosi è la sua
reputazione sia nei confronti della clientela, delle controparti che della collettività:
mantenerla ad un alto livello è una conditio sine qua non per contribuire al successo e a
uno sviluppo stabile della Banca stessa.
I valori aziendali di Banca Capasso, insiti nella storia secolare che l’ha vista protagonista
nel suo piccolo di un’evoluzione improntata alla fiducia delle proprie forze, continuano ad
essere accompagnati da regole di condotta esemplari; la nostra condotta, come sempre,
trova continua linfa ispiratrice nelle figure del fondatore della Banca, Antonio Capasso, di
sua moglie Rosa Cardelli, e dei loro figli, Salvatore, Renato, Corrado, Luigia e Cristina.
Alla loro opera e a quella dei dipendenti tutti, va il nostro più grande e profondo
ringraziamento.
IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
________________________________________________________________________________________________ 84 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
STATO PATRIMONIALE
Voci dell'attivo 31.12.2016 31.12.2015
10. Cassa e disponibilità liquide 1.140.342 831.644
20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 1.553.344 1.563.877
40. Attività finanziarie disponibili per la vendita 53.554.794 49.003.197
50. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 6.086.658 5.574.957
60. Crediti verso banche 59.765.134 69.737.681
70. Crediti verso clientela 58.630.034 57.981.779
110. Attività materiali 3.245.578 2.831.948
120. Attività immateriali 7.047 9.528
130. Attività fiscali 2.014.371 2.467.767
a) correnti 592.469 1.052.667
b) anticipate 1.421.902 1.415.100
- di cui alla L. 214/2011 1.057.091 1.112.727
150. Altre attività 1.622.230 1.619.522
Totale dell'attivo 187.619.532 191.621.900
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 85
segue: STATO PATRIMONIALE
Voci del passivo e del patrimonio netto 31.12.2016 31.12.2015
10. Debiti verso banche 15.000.542 15.001.837
20. Debiti verso clientela 91.532.233 85.037.754
30. Titoli in circolazione 43.736.379 52.674.075
80. Passività fiscali 1.128.990 1.298.078
a) correnti 640.121 500.173
b) differite 488.869 797.905
100. Altre passività 1.277.707 2.291.176
110. Trattamento di fine rapporto del personale 1.331.247 1.142.373
130. Riserve da valutazione 671.614 1.339.598
160. Riserve 20.201.009 19.938.199
180. Capitale 16.800.000 16.800.000
190. Azioni proprie (-) (4.800.000) (4.800.000)
200. Utile (Perdita) d'esercizio (+/-) 739.811 898.810
Totale del passivo e del patrimonio netto 187.619.532 191.621.900
________________________________________________________________________________________________ 86 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
CONTO ECONOMICO
Voci 31.12.2016 31.12.2015
10. Interessi attivi e proventi assimilati 4.325.131 4.875.792
20. Interessi passivi e oneri assimilati (945.089) (1.472.976)
30. Margine di interesse 3.380.042 3.402.816
40. Commissioni attive 508.222 502.497
50. Commissioni passive (112.462) (41.229)
60. Commissioni nette 395.760 461.268
70. Dividendi e proventi simili 65.324 13.325
80. Risultato netto dell'attività di negoziazione 3.688 10.702
100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di: 1.407.509 818.374
a) crediti
b) attività finanziarie disponibili per la vendita 1.407.509 818.374
120. Margine di intermediazione 5.252.323 4.706.485
130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di: (935.542) (532.903)
a) crediti (225.962) (522.577)
b) attività finanziarie disponibili per la vendita (669.524) (10.326)
d) altre operazioni finanziarie (40.056)
140. Risultato netto della gestione finanziaria 4.316.781 4.173.582
150. Spese amministrative: (3.165.831) (3.023.709)
a) spese per il personale (1.739.063) (1.713.446)
b) altre spese amministrative (1.426.768) (1.310.263)
170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali (179.109) (156.597)
180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali (6.103) (5.215)
190. Altri oneri/proventi di gestione 419.117 366.954
200. Costi operativi (2.931.926) (2.818.567)
250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte 1.384.855 1.355.015
260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente (645.044) (456.205)
270. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte 739.811 898.810
290. Utile (Perdita) d'esercizio 739.811 898.810
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 87
PROSPETTO DELLA REDDITIVITA’ COMPLESSIVA Voci 2016 2015 10. Utile (Perdita) d’esercizio 739.811 898.810 Altre componenti reddituali al netto delle imposte senza rigiro a
conto economico
20. Attività materiali 30. Attività immateriali 40. Piani a benefici definiti (72.903) 40.085 50. Attività non correnti in via di dismissione 60. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a
patrimonio netto
Altre componenti reddituali al netto delle imposte con rigiro a conto economico
70. Copertura di investimenti esteri 80. Differenze di cambio 90. Copertura dei flussi finanziari 100. Attività finanziarie disponibili per la vendita (595.081) (326.360) 110. Attività non correnti in via di dismissione 120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate a
patrimonio netto
130. Totale altre componenti reddituali al netto delle imposte (667.984) (286.275) 140. Redditività complessiva (Voce 10+130) 71.827 612.535
________________________________________________________________________________________________ 88 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO AL 31 DICEMBRE 2016
Esis
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31.
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Allocazione risultato esercizio precedente
Variazioni dell'esercizio
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Capitale: 16.800 16.800 16.800 a) azioni ordinarie 16.800 16.800 16.800 b) altre azioni Sovrapprezzi di emissione Riserve: 19.937 19.937 263 20.200 a) di utili 19.927 19.927 263 20.190 b) altre 10 10 10 Riserve da valutazione 1.341 1.341 (668) 673 Strumenti di capitale Azioni proprie (4.800) (4.800) (4.800) Utile (Perdita) di esercizio 899 899 (263) (636) 740 740 Patrimonio netto 34.177 34.177 (636) 72 33.613
________________________________________________________________________________________________ 89 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DEL PATRIMONIO NETTO AL 31 DICEMBRE 2015
Esis
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31.
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014
Mod
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Esis
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Allocazione risultato esercizio precedente
Variazioni dell'esercizio
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Operazioni sul patrimonio netto
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tions
Capitale: 16.800 16.800 16.800 a) azioni ordinarie 16.800 16.800 16.800 b) altre azioni Sovrapprezzi di emissione Riserve: 18.710 18.710 1.227 19.937 a) di utili 18.700 18.700 1.227 19.927 b) altre 10 10 10 Riserve da valutazione 1.627 1.627 (286) 1.341 Strumenti di capitale Azioni proprie (4.800) (4.800) (4.800) Utile (Perdita) di esercizio 1.977 1.977 (1.227) (750) 899 899 Patrimonio netto 34.314 34.314 (750) 613 34.177
________________________________________________________________________________________________ 90 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
RENDICONTO FINANZIARIO
Metodo indiretto
A. ATTIVITA' OPERATIVA - (Importi in unità di euro) Importo
2016 2015
1. Gestione 1.263.976 1.635.550
- risultato d'esercizio (+/-) 739.811 898.810 - plus/minusvalenze su attività finanziarie detenute per la negoziazione e su attività/passività finanziarie valutate al fair value (-/+) (3.688) (10.702) - plus/minusvalenze su attività di copertura (-/+) - rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento (+/-) 1.103.918 947.799
- rettifiche/riprese di valore nette su immobilizzazioni materiali e immateriali (+/-) 186.400 161.812 - accantonamenti netti a fondi rischi ed oneri ed altri costi/ricavi (+/-) - imposte, tasse e crediti d’imposta non liquidati (+) 645.044 456.205 - rettifiche/riprese di valore nette dei gruppi di attività in via di dismissione al netto dell'effetto fiscale (+/-) - altri aggiustamenti (+/-) (1.407.509) (818.374) 2. Liquidità generata/assorbita dalle attività finanziarie 4.774.599 (260.551)
- attività finanziarie detenute per la negoziazione 14.220 15.938 - attività finanziarie valutate al fair value - attività finanziarie disponibili per la vendita (4.022.904) (9.265.813) - crediti verso banche: a vista 10.759.044 (21.500.864) - crediti verso banche: altri crediti (786.497) 33.765.879 - crediti verso clientela (1.042.592) (3.424.356) - altre attività (146.672) 148.665 3. Liquidità generata/assorbita dalle passività finanziarie (3.976.117) 546.491
- debiti verso banche: a vista (15.001.838) - debiti verso banche: altri debiti 15.000.542 (5.358.287) - debiti verso clientela 6.494.479 7.836.179 - titoli in circolazione (8.937.696) (1.643.612) - passività finanziarie di negoziazione - passività finanziarie valutate al fair value - altre passività (1.531.604) (287.789)
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività operativa 2.062.458 1.921.490
B. ATTIVITA' DI INVESTIMENTO
1. Liquidità generata da
- vendite di partecipazioni - dividendi incassati su partecipazioni - vendite di attività finanziarie detenute sino alla scadenza - vendite di attività materiali - vendite di attività immateriali - vendite di rami d'azienda 2. Liquidità assorbita da (1.117.760) (1.098.243)
- acquisti di partecipazioni - acquisti di attività finanziarie detenute sino alla scadenza (511.701) (1.049.744) - acquisti di attività materiali (565.655) (42.748) - acquisti di attività immateriali (40.404) (5.751) - acquisti di rami d'azienda
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività d'investimento (1.117.760) (1.098.243)
C. ATTIVITA' DI PROVVISTA (636.000) (750.000)
- emissioni/acquisti di azioni proprie - emissioni/acquisti di strumenti di capitale - distribuzione dividendi e altre finalità (636.000) (750.000)
Liquidità netta generata/assorbita dall'attività di provvista (636.000) (750.000)
LIQUIDITA' NETTA GENERATA/ASSORBITA NELL'ESERCIZIO 308.698 73.247
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 91
LEGENDA (+) generata (-) assorbita
RICONCILIAZIONE
Voci di bilancio Importo
2016 2015
Cassa e disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio 831.644 758.397
Liquidità totale netta generata/assorbita nell'esercizio 308.698 73.247
Cassa e disponibilità liquide: effetto della variazione dei cambi
Cassa e disponibilità liquide alla chiusura dell'esercizio 1.140.342 831.644
________________________________________________________________________________________________ 92 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
NOTA INTEGRATIVA Parte A – POLITICHE CONTABILI Parte B – INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE Parte C – INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICO Parte D – REDDITIVITA’ COMPLESSIVA Parte E – INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA Parte F – INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO Parte G – OPERAZIONI DI AGGREGAZIONE RIGUARDANTI IMPRESE O RAMI D’AZIENDA Parte H – OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE Parte I – ACCORDI DI PAGAMENTO BASATI SU PROPRI STRUMENTI PATRIMONIALI Parte L – INFORMATIVA DI SETTORE
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 93
PARTE A – POLITICHE CONTABILI
________________________________________________________________________________________________ 94 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
A1 – PARTE GENERALE Sezione 1 Dichiarazione di conformità ai principi contabili internazionali Il bilancio al 31 dicembre 2016 è stato redatto nella piena conformità di tutti i Principi Contabili Internazionali (IAS/IFRS) emanati dall’International Accounting Standards Board (IASB) e delle relative interpretazioni dell’International Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC), vigenti e omologati dall’Unione Europea alla data del 31 dicembre 2016, secondo il processo di endorsement che vede quali attori l’European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG), l’ Accountig Regulatory Committee (ARC) e lo Standards Advisory Review Group (SARG). Per l’interpretazione e l’applicazione dei principi contabili internazionali si è fatto riferimento ai seguenti documenti, seppur non omologati dalla Commissione Europea: • Quadro sistematico per la preparazione e presentazione del bilancio (“Framework”); • Implementation Guidance, Basis for Conclusions ed eventuali altri documenti predisposti dallo IASB o dall’IFRIC a completamento dei principi contabili emanati. I principi contabili applicati per la redazione del presente bilancio sono quelli in vigore al 31 dicembre 2016 (inclusi i documenti interpretativi denominati SIC e IFRIC) e omologati alla data dalla Commissione Europea. Per una panoramica relativa ai principi omologati nel corso del 2016 o a quelli omologati in esercizi precedenti, la cui applicazione è prevista per l’esercizio 2016 (o esercizi futuri), si fa rinvio alla successiva “Sezione 4 – Altri Aspetti”, nella quale sono altresì illustrati i principali impatti. Il bilancio al 31 dicembre 2016 si presenta altresì conforme alle istruzioni della Banca d’Italia contenute nella circolare n. 262 del 22 dicembre 2005 “il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione”, nella versione emendata ed aggiornata del 15 dicembre 2015. Le istruzioni stabiliscono in modo vincolante gli schemi di bilancio, nonché il contenuto della Nota Integrativa. Gli schemi di bilancio riportano i corrispondenti dati di raffronto riferiti all’esercizio 2015. Sezione 2 Principi generali di redazione Il bilancio, che è stato redatto utilizzando l’euro come moneta di conto, si compone dei seguenti prospetti e documenti, in totale continuità rispetto al 31 dicembre 2015: Stato Patrimoniale, Conto Economico, Prospetto della Redditività complessiva, Prospetto delle variazioni di patrimonio netto, Rendiconto Finanziario e Nota Integrativa. Esso è poi corredato dalla Relazione degli Amministratori sull’andamento della gestione. La redazione del bilancio è avvenuta nel rispetto dei principi generali previsti dallo IAS 1 ed in aderenza con le assunzioni generali previste dal Quadro Sistematico (Framework). In particolare, esso ha trovato ispirazione nei seguenti principi generali di redazione dettati dallo IAS 1:
� Continuità aziendale. Il bilancio è stato predisposto nella prospettiva della continuazione dell’attività aziendale, pertanto attività, passività ed operazioni “fuori bilancio” sono valutate secondo valori di funzionamento della Banca, in quanto destinate a durare nel tempo. In particolare, gli Amministratori, in considerazione dei principali indicatori patrimoniali, economici e finanziari, non hanno ravvisato significative incertezze che possono far sorgere dubbi sulla continuità aziendale.
� Competenza economica. Costi e ricavi vengono rilevati, a prescindere dal momento del loro regolamento monetario, per periodo di maturazione economica e secondo il criterio di correlazione.
� Coerenza di presentazione. Presentazione e classificazione delle voci sono mantenute costanti nel tempo allo scopo di garantire la comparabilità delle informazioni, salvo che la loro variazione sia richiesta da un Principio Contabile Internazionale o da una interpretazione oppure renda più
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 95
appropriata, in termini di significatività e di affidabilità, la rappresentazione dei valori. Se un criterio di presentazione o di classificazione viene cambiato, quello nuovo si applica – ove possibile – in modo retroattivo; in tal caso vengono anche indicati la natura e il motivo della variazione, nonché le voci interessate. Nella presentazione e nella classificazione delle voci sono adottati gli schemi predisposti dalla Banca d’Italia per i bilanci delle banche nel Provvedimento del 22 dicembre 2005 e successive modifiche ed integrazioni.
� Aggregazione e rilevanza. Tutti i raggruppamenti significativi di voci con natura o funzione simili sono riportati separatamente. Gli elementi di natura o funzione diversa, se rilevanti, vengono presentati in modo distinto.
� Divieto di compensazione. Attività e passività, costi e ricavi non vengono compensati tra loro, salvo che ciò non sia richiesto o permesso da un Principio Contabile Internazionale o da una Interpretazione oppure dagli schemi predisposti dalla Banca d’Italia per i bilanci delle banche.
� Informativa comparativa. Le informazioni comparative vengono fornite per il periodo precedente per tutti i dati esposti nei prospetti di bilancio ad eccezione di quando un Principio Contabile Internazionale o una Interpretazione consenta diversamente. Vengono incluse anche delle informazioni di commento e descrittive quando ciò è significativo per una migliore comprensione del bilancio dell’esercizio di riferimento.
Il bilancio è redatto con chiarezza e rappresenta in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, la situazione finanziaria e il risultato economico dell’esercizio. Se le informazioni richieste dai principi contabili internazionali e dalle disposizioni contenute nella circolare Banca d’Italia n.262 non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta, nella Nota Integrativa vengono fornite informazioni complementari necessarie allo scopo. Se, in casi eccezionali, l’applicazione di una disposizione prevista dai principi contabili internazionali è incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, di quella finanziaria e del risultato economico, essa non è applicata. Nella Nota integrativa sono spiegati i motivi della eventuale deroga e la sua influenza sulla rappresentazione della situazione patrimoniale, di quella finanziaria e del risultato economico. Nella redazione del presente bilancio si è preso atto del Documento Banca d’Italia/Consob/Isvap n.4 del 3 marzo 2010, n. 2 del 2009 e della Comunicazione Congiunta Banca d’Italia/Consob del 29 gennaio 2014. Tali documenti, pur non introducendo obblighi ulteriori rispetto a quelli già previsti dai principi contabili internazionali, richiamano l’attenzione sulla necessità di garantire un’adeguata informativa di bilancio, raccomandando la puntuale ed esaustiva applicazione degli stessi, in particolare sui temi delle verifiche per riduzione di valore delle attività (impairment test), sulle clausole contrattuali dei debiti finanziari, sulle ristrutturazioni dei debiti e sulla continuità aziendale. Sezione 3 Eventi successivi alla data di riferimento del bilancio
Nel periodo di tempo intercorso tra la data di riferimento del presente bilancio e l’approvazione del corrispondente progetto da parte del Consiglio di Amministrazione non sono intervenuti fatti che comportino una rettifica dei dati approvati in tale sede né si sono verificati fatti di rilevanza tale da richiedere una integrazione all’informativa fornita. Si evidenzia che il bilancio è stato approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 29 marzo 2017.
________________________________________________________________________________________________ 96 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Sezione 4 Altri aspetti Revisione Contabile Il bilancio è sottoposto alla revisione legale della società PricewaterhouseCoopers SpA, ai sensi del D. Lgs n° 39/2010, in esecuzione della Delibera dell’Assemblea del 29 aprile 2011, che ha attribuito a questa società l’incarico per gli esercizi dal 2011 al 2019.
Stato patrimoniale
Gli strumenti finanziari sono oggetto di rilevazione in funzione della finalità per cui sono detenuti e non in base alla loro natura. Ratei e risconti sono stati ricondotti a voce propria. La composizione del patrimonio netto è stata ampliata per effetto dell’introduzione delle riserve da valutazione dovute all’applicazione di specifici IAS/IFRS. A seguito della revisione dello IAS 1, le differenze registrate nei valori di tali riserve da un esercizio all’altro rappresentano componenti del prospetto della redditività complessiva. Nuovi principi contabili o modifiche di principi esistenti omologati dalla Commissione Europea Nel corso dell’esercizio 2016 hanno trovato applicazione, in via obbligatoria, taluni principi contabili o interpretazioni emanati dallo IASB ed omologati dalla Commissione Europea, i cui effetti in termini di informativa sono stati recepiti nell’aggiornamento del 15 dicembre 2015 della Circolare 262 di Banca d’Italia. La maggior parte dei nuovi principi o delle modifiche ai principi già in vigore non hanno comunque interessato le attività della Banca Capasso Antonio. Nella seguente tabella si elencano le modifiche ai principi ed alle interpretazioni omologate dalla Commissione Europea nel corso del 2016 o in precedenti esercizi, la cui applicazione è divenuta obbligatoria a partire dall’esercizio 2016, in relazione alle quali non sono stati tuttavia individuati impatti significativi ai fini della redazione del presente bilancio. Principi contabili internazionali in vigore dal 2016
Titolo documento Data emissione
Data di entrata in vigore
Data di omologazione
Regolamento UE e data di pubblicazione
Piani a benefici definiti: contributi dei dipendenti (modifiche allo IAS 19)
Novembre 2013
1° febbraio 2015 (per lo IASB: 1° luglio 2014)
17 dicembre 2014
(UE) 2015/29 9 gennaio 2015
Miglioramenti agli International Financial Reporting Standards (ciclo 2010-2012)
Dicembre 2013
1° febbraio 2015 (per lo IASB: 1° luglio 2014)
17 dicembre 2014
(UE) 2015/28 9 gennaio 2015
Agricoltura: piante fruttifere (modifiche allo IAS 16 e allo IAS 41)
Giugno 2014
1° gennaio 2016
23 novembre 2015
(UE) 2015/2113 24 novembre 2015
Contabilizzazione delle acquisizioni di interessenze in attività a controllo congiunto (modifiche all’IFRS 11)
Maggio 2014
1° gennaio 2016
24 novembre 2015
(UE) 2015/2173 25 novembre 2015
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Chiarimento sui metodi di ammortamento accettabili (modifiche allo IAS 16 e allo IAS 38)
Maggio 2014
1° gennaio 2016
2 dicembre 2015
(UE) 2015/2231 3 dicembre 2015
Ciclo annuale di miglioramenti agli IFRS 2012-2014
Settembre 2014
1° gennaio 2016
15 dicembre 2015
(UE) 2015/2343 16 dicembre 2015
Inizativa di informativa (modifiche allo IAS 1)
Dicembre 2014
1° gennaio 2016
18 dicembre 2015
(UE) 2015/2406 19 dicembre 2015
Metodo del patrimonio netto nel bilancio separato (modifiche allo IAS 27)
Agosto 2014
1° gennaio 2016
18 dicembre 2015
(UE) 2015/2441 23 dicembre 2015
Entità d’investimento: applicazione dell’eccezione di consolidamento (modifiche all’IFRS 10, IFRS 12 e IAS 28)
Dicembre 2014
1° gennaio 2016
22 settembre 2016
(UE) 2016/1703 23 settembre 2016
IFRS 9 Il principio contabile IFRS 9 sostituirà, a partire dal 1° gennaio 2018, lo standard IAS 39 attualmente in vigore. Il nuovo principio copre tre ambiti: - Classificazione e misurazione: Attività finanziarie. L’IFRS 9 richiede che le attività finanziarie siano classificate in tre classi distinte, ovvero costo ammortizzato, fair value a conto economico complessivo (riserva di patrimonio netto) e fair value a conto economico, sulla base sia del modello di business applicato sia della natura contrattuale dei flussi di cassa dello strumento finanziario. I criteri di iscrizione e cancellazione rimangono sostanzialmente inalterati rispetto allo IAS 39. Passività finanziarie. L’IFRS 9 mantiene immutate le previsioni dello IAS 39 ad eccezione delle passività finanziarie valutate al fair value, per le quali la variazione di fair value attribuibile al proprio merito creditizio dovrà essere imputata al conto economico complessivo (a riserva di patrimonio netto) e non più a conto economico (il principio prevede la facoltà di adottare tale previsione in via anticipata a partire dalla data di omologazione del nuovo principio). - Impairment: Al riguardo, viene introdotto un modello di impairment basato sulle perdite attese (“expected losses”) in sostituzione dell’attuale modello previsto dallo IAS 39 di incurred losses. Il principio prevede la classificazione dei crediti in tre classi (“stages”) in funzione della qualità creditizia della controparte, dove per la classe che include le controparti aventi il miglior standing creditizio sono previste perdite attese su un orizzonte di 12 mesi, mentre per le altre due classi l’orizzonte temporale per la determinazione della perdita attesa è pari alla durata residua del credito (“lifetime expected loss”). - Hedge accounting: Per l’Hedge accounting si prevedono modelli di copertura tendenzialmente semplificati rispetto allo IAS 39, introducendo un legame più accentuato con le modalità di gestione del rischio previste dalla Banca. Il progetto ha l’obiettivo di determinare gli impatti a livello patrimoniale, economico e prudenziale dell’adozione del principio, nonché di identificare le opportune implementazioni organizzative e informatiche e gli adeguati presidi di controllo, che ne consentano un’effettiva applicazione.
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In ragione della complessità di quanto previsto dal principio nei vari ambiti trattati e delle interrelazioni presenti tra gli aspetti più significativi che concorrono a determinare i criteri di classificazione, i modelli di impairment e le politiche di copertura, non è possibile, allo stato attuale, quantificare gli impatti previsti. In particolare, per quanto riguarda il nuovo modello di impairment, gli impatti dipenderanno, tra l’altro, sia dalla composizione dei portafogli crediti sia dalle condizioni economiche correnti e prospettiche (per gli stages in cui si applica l’approccio lifetime) al momento di first time adoption dell’IFRS 9.
A2-PARTE RELATIVA ALLE PRINCIPALI VOCI DI BILANCIO Sezione 1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione 1.1 Criteri di classificazione Sono stati classificati tra le attività finanziarie detenute per la negoziazione (HFT) gli strumenti finanziari che sono tenuti con l’intento di generare profitti nel breve termine sfruttando le relative variazioni di prezzi. Rientrano in tale categoria gli strumenti derivati non aventi finalità di copertura. 1.2 Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale delle attività finanziarie, per i titoli di debito e di capitale, avviene alla data di regolamento in base al loro fair value, che corrisponde di norma al corrispettivo versato dalla banca, e i costi e proventi di transazione sono imputati direttamente a conto economico; alla data di sottoscrizione per i contratti derivati. Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi/benefici ad essa connessi. 1.3 Criteri di cancellazione Nel caso i cui la banca venda un’attività finanziaria in precedenza collocata nel comparto HFT, procede alla sua eliminazione al momento del trasferimento (data regolamento). I titoli ricevuti nell’ambito di un’operazione che contrattualmente prevede la successiva vendita e i titoli consegnati nell’ambito di un’operazione che contrattualmente prevede il riacquisto, non vengono registrati o stornati dal bilancio. 1.4 Criteri di valutazione All’atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie detenute per la negoziazione vengono rilevate al costo, inteso come il fair value dello strumento, senza considerare i costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Eventuali derivati impliciti presenti nei contratti complessi non strettamente correlati agli stessi ed aventi le caratteristiche per soddisfare la definizione di derivato vengono scorporati dal contratto primario e valutati al fair value, mentre al contratto primario è applicato il criterio contabile proprio di riferimento. Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute per la negoziazione sono valorizzate al fair value. Se il fair value di un’attività finanziaria diventa negativo, tale attività è contabilizzata come una passività finanziaria. Per la determinazione del fair value degli strumenti finanziari quotati in un mercato attivo, vengono utilizzate quotazioni di mercato (prezzi Bid o prezzi medi). In assenza di un mercato attivo, vengono utilizzati metodi di stima e modelli valutativi che tengono conto di tutti i fattori di rischio correlati agli strumenti e che sono basati su dati rilevabili sul mercato quali: metodi basati sulla valutazione di strumenti quotati che presentano analoghe caratteristiche, calcoli di flussi di cassa scontati, modelli di determinazione del prezzo di opzioni, valori rilevati in recenti transazioni comparabili.
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I titoli di capitale ed i correlati strumenti derivati, per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile secondo le linee guida sopra indicate, sono mantenuti al costo. 1.5 Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Gli interessi attivi sui titoli ed i differenziali ed i margini dei contratti derivati classificati in tale categoria, ma gestionalmente collegati ad attività o passività valutate al fair value sono iscritti per competenza nelle voci di conto economico relativi agli interessi. I differenziali e i margini degli altri contratti vengono rilevati nel “Risultato netto dell’attività di negoziazione”. Gli utili e le perdite realizzati dalla cessione o rimborso e quelli semplicemente dovuti alle variazioni di fair value sono classificati nel “Risultato netto delle attività di negoziazione”, ad eccezione della quota relativa ai contratti derivati gestionalmente collegati ad attività o passività valutate al fair value rilevata nel “Risultato netto delle attività o passività valutate al fair value”. Gli utili e le perdite realizzati sulla cessione o sul rimborso e gli utili e le perdite non realizzati derivanti dalle variazioni del fair value del portafoglio di negoziazione, sono classificati nel Risultato netto dell’attività di negoziazione. Sezione 2 Attività finanziarie disponibili per la vendita 2.1 Criteri di classificazione La categoria delle attività finanziarie disponibili per la vendita ha natura residuale. In quanto tale essa accoglie le attività finanziarie non derivate e tutte quelle che non si è ritenuto di classificare come Crediti, Attività detenute per la negoziazione o Attività detenute sino alla scadenza. In particolare vengono incluse in questa voce le interessenze azionarie non gestite con finalità di negoziazione e non qualificabili di controllo, collegamento e controllo congiunto. 2.2 Criteri di iscrizione Fatte salve le eccezioni previste dallo IAS 39, i titoli del portafoglio disponibile per la vendita non possono essere trasferiti in altri portafogli né titoli di altri portafogli possono essere oggetto di trasferimento al portafoglio disponibile per la vendita. I titoli disponibili per la vendita che formano oggetto di operazioni di compravendita a pronti non ancora regolate (regular way) vengono iscritti (se acquistati) oppure cancellati (se venduti) secondo il principio della “data di regolamento”. Gli interessi dei titoli vengono computati in base al loro tasso interno di rendimento; le quantità in rimanenza a fine periodo sono stimate secondo il metodo del costo medio ponderato continuo. I titoli di tipo strutturato, costituiti dalla combinazione di un titolo e di uno o più strumenti derivati incorporati, sono disaggregati e contabilizzati separatamente dai derivati in essi impliciti, se questi presentano caratteristiche economiche e di rischio differenti da quelle dei titoli sottostanti e se sono configurabili come autonomi contratti derivati. 2.3 Criteri di cancellazione Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici della proprietà dell’attività finanziaria. 2.4 Criteri di valutazione All’atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al costo, inteso come il fair value dello strumento, comprensivo dei costi o proventi di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Se l’iscrizione avviene a seguito di riclassificazione dalle “Attività detenute sino a scadenza” il valore di iscrizione è rappresentato dal fair value al momento del trasferimento. Successivamente i titoli vengono valutati al fair value: a) il fair value degli strumenti quotati in mercati attivi (efficienti) si ragguaglia alle quotazioni di chiusura dei mercati; b) il fair value degli strumenti non quotati in mercati attivi corrisponde al valore attuale dei flussi di cassa attesi, computato tenendo conto dei diversi profili di rischio insiti negli strumenti oggetto di valutazione; c)il fair value delle partecipazioni di minoranza
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non quotate viene stimato sulla base di metodologie mutuate dalle tecniche di valutazione d’azienda e ritenute più idonee per il tipo di attività svolta dall’azienda. I titoli di capitale, per i quali non sia possibile determinare il fair value in maniera attendibile secondo le linee guida sopra indicate, sono mantenuti al costo. La verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore viene effettuata ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale. Lo IAS 39 al paragrafo 58 impone di determinare ad ogni data di riferimento del bilancio se vi è qualche obiettiva evidenza che un’attività finanziaria ha subito una riduzione di valore. Il paragrafo 67 stabilisce che “quando una riduzione di Fair Value di un’attività finanziaria disponibile per la vendita è stata rilevata direttamente nel patrimonio netto e sussistono evidenze obiettive che l’attività abbia subito una riduzione di valore, la perdita cumulativa che è stata rilevata direttamente nel patrimonio netto deve essere stornata e rilevata a conto economico anche se l’attività finanziaria non è stata eliminata”. L’importo trasferito a conto economico è quindi pari alla differenza tra il valore di carico (costo di acquisizione al netto delle eventuali perdite per riduzione di valore già precedentemente rilevate nel conto economico) e il fair value corrente. In relazione alla pubblicazione in data 3 marzo 2010 del documento n. 4 del tavolo di coordinamento fra Banca d’Italia, Consob e Isvap in materia di applicazione degli IAS/IFRS, la Banca ha modificato con delibera del 21 dicembre 2012 le precedenti condizioni quantitative deliberate dal CdA del 30 marzo 2010, per la determinazione di perdite significative e durevoli da imputare immediatamente al conto economico. Per gli strumenti di capitale, i seguenti parametri – da considerare disgiuntamente - sono indicativi della necessità di effettuare una svalutazione per obiettiva evidenza di Impairment:
� Diminuzione del Fair Value del titolo superiore al 50% del valore di carico (contabile) di prima iscrizione (cd. diminuzione significativa);
� Diminuzione del Fair Value del titolo al di sotto del valore di carico per un arco temporale superiore a 30 mesi consecutivi (cd. diminuzione prolungata).
Relativamente agli investimenti in strumenti rappresentativi di capitale, la necessità di rilevare un impairment considera inoltre, singolarmente o congiuntamente, le seguenti situazioni: il Fair Value dell’investimento risulta significativamente inferiore al costo di acquisto o comunque è significativamente inferiore a quello di società similari dello stesso settore; il management della società non è considerato di adeguato standing ed in ogni caso capace di assicurare una ripresa delle quotazioni; si rivela la riduzione del “credit rating” dalla data dell’acquisto; significativo declino dei profitti, dei cash flow o nella posizione finanziaria netta dell’emittente dalla data di acquisto; si rileva una riduzione o interruzione della distribuzione dei dividendi; scompare un mercato attivo per i titoli obbligazionari emessi; si verificano cambiamenti del contesto normativo, economico e tecnologico dell’emittente che hanno un impatto negativo sulla situazione reddituale, patrimoniale e finanziaria dello stesso; esistono prospettive negative del mercato, settore o area geografica nel quale opera l’emittente. 2.5 Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Gli interessi attivi, calcolati in base alla metodologia del T.I.R., vengono allocati nelle voci “interessi attivi e proventi assimilati”, i dividendi alla voce “dividendi e proventi assimilati”, mentre gli utili o le perdite derivanti da una variazione di fair value vengono rilevati in una specifica Riserva di patrimonio netto sino a che l’attività finanziaria non viene cancellata o non viene rilevata una perdita di valore. Al momento della dismissione o della rilevazione di una perdita di valore, l’utile o la perdita cumulati vengono riversati a conto economico. Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazione a conto economico, nel caso di crediti o titoli di debito, ed a patrimonio netto nel caso di titoli di capitale. Sezione 3 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 3.1 Criteri di classificazione Sono classificate nella presente categoria i titoli di debito con pagamenti fissi o determinabili e scadenza fissa, che si ha intenzione e capacità di detenere sino a scadenza. Se in seguito ad un cambiamento di volontà o di capacità non risulta più appropriato mantenere un investimento come detenuto sino a scadenza, questo viene riclassificato tra le attività disponibili per la vendita.
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3.2 Criteri di iscrizione L’iscrizione iniziale dell’attività finanziaria avviene alla data di regolamento. 3.3 Criteri di cancellazione Le attività finanziarie vengono cancellate quando scadono i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivati dalle attività stesse o quando l’attività finanziaria viene ceduta trasferendo sostanzialmente tutti i rischi e benefici ad essa connessi. 3.4 Criteri di valutazione All’Atto della rilevazione iniziale le attività finanziarie classificate nella presente categoria sono rilevate al fair value, comprensivo degli eventuali costi e proventi direttamente attribuibili. Se la rilevazione in questa categoria avviene per riclassificazione dalle Attività disponibili per la vendita, il fair value dell’attività alla data di riclassificazione viene assunto come nuovo costo ammortizzato dell’attività stessa. Successivamente alla rilevazione iniziale, le attività finanziarie detenute sino alla scadenza sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso di interesse effettivo. 3.5 Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Gli utili o le perdite riferiti ad attività detenute sino a scadenza, sono rilevati nel conto economico nel momento in cui le attività sono cancellate o hanno subito una riduzione di valore, nonché tramite il processo di ammortamento. In sede di chiusura del bilancio e delle situazioni infrannuali, viene effettuata la verifica dell’esistenza di obiettive evidenze di riduzione di valore. Se sussistono tali evidenze l’importo della perdita viene misurato come differenza tra il valore contabile dell’attività e il valore attuale dei futuri flussi finanziari stimati, scontati al tasso di interesse effettivo originario. L’importo della perdita viene rilevato nel conto economico. Qualora i motivi della perdita di valore siano rimossi a seguito di un evento verificatosi successivamente alla rilevazione della riduzione di valore, vengono effettuate riprese di valore con imputazioni a conto economico.
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Sezione 4
Crediti 4.1 Criteri di classificazione I crediti includono gli impieghi con clientela e con banche, sia erogati direttamente sia acquistati da terzi, che prevedono pagamenti fissi o comunque determinabili, che non sono quotati in un mercato attivo e che non sono stati classificati all’origine tra le attività finanziarie disponibili per la vendita. Nella voce crediti rientrano inoltre i crediti commerciali, le operazioni pronti contro termine ed i titoli acquistati in sottoscrizione o collocamento privato, con pagamenti determinati o determinabili, non quotati in mercati attivi. Classificazione delle esposizione creditizie Con riferimento alle regole di classificazione fissate dall’Organo di Vigilanza, le esposizioni della Banca Capasso Antonio S.p.A. sono così classificate:
1) Sofferenze: Il complesso delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dall’azienda. Sono escluse le esposizioni la cui situazione di anomalia sia riconducibile a profili attinenti al rischio Paese.
2) Inadempienze probabili: La classificazione in tale categoria è, innanzitutto, il risultato del giudizio dell’azienda circa l’improbabilità che, senza ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Tale valutazione va operata in maniera indipendente dalla presenza di eventuali importi (o rate) scaduti e non pagati. Non è, pertanto, necessario attendere il sintomo esplicito di anomalia (il mancato rimborso), laddove sussistano elementi che implicano una situazione di rischio di inadempimento del debitore (ad esempio, una crisi del settore industriale in cui opera il debitore). Il complesso delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso un medesimo debitore che versa nella suddetta situazione è denominato “inadempienza probabile”, salvo che non ricorrano le condizioni per la classificazione del debitore fra le sofferenze.
3) Esposizioni scadute deteriorate: Esposizioni per cassa, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che, alla data di riferimento della segnalazione, sono scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni e superano una prefissata soglia di materialità. Tra le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate va incluso il complesso delle esposizioni (approccio per singolo debitore) nei confronti di soggetti per i quali ricorrono le condizioni per una loro classificazione fra le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate e che presentano una o più linee di credito che soddisfano la definizione di “Non-performing exposure with forbearance measures”. Nel caso di approccio per singolo debitore è prevista una soglia di materialità riferita alla quota scaduta e/o sconfinante7. Lo scaduto o lo sconfinamento deve avere carattere continuativo. In particolare, nel caso di esposizioni a rimborso rateale deve essere considerata la rata non pagata che presenta il ritardo maggiore. A questi fini, rilevano le modalità di imputazione dei pagamenti alle singole rate scadute, modalità che seguono le regole stabilite nell’art. 1193 cc sempreché non siano previste diverse specifiche pattuizioni contrattuali. Qualora a un debitore facciano capo più esposizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni, occorre considerare il ritardo più elevato.
7 Nelle more dell’armonizzazione di tale soglia a livello europeo viene confermata la soglia previgente, pari al 5% del maggiore tra i due seguenti valori: a) media delle quote scadute e/o sconfinanti sull’intera esposizione rilevate su base giornaliera nell’ultimo trimestre precedente; b) quota scaduta e/o sconfinante sull’intera esposizione riferita alla data di riferimento della segnalazione. Ai fini della determinazione dell’ammontare di esposizione scaduta e/o sconfinante si possono compensare le posizioni scadute e gli sconfinamenti esistenti su alcune linee di credito con i margini disponibili esistenti su altre linee di credito concesse al medesimo debitore.
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Per una più completa disciplina in materia si rimanda alla Circolare 272 del 30 luglio 2008 – 7° aggiornamento. I criteri di suddivisione delle posizioni sono raccordati con le regole di ripartizione delle esposizioni ai fini delle segnalazioni di vigilanza. 4.2 Criteri di iscrizione I crediti e i titoli sono allocati nel portafoglio all’atto dell’erogazione o dell’acquisto e non possono formare oggetto di successivi trasferimenti in altri portafogli né strumenti finanziari di altri portafogli possono essere trasferiti nel portafoglio crediti. 4.3 Criteri di cancellazione I crediti ceduti vengono cancellati dalle attività in bilancio solamente se la cessione ha comportato il sostanziale trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi ai crediti stessi. Per contro, qualora siano stati mantenuti i rischi e benefici relativi ai crediti ceduti, questi continuano ad essere iscritti tra le attività del bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità del credito sia stata effettivamente trasferita. Nel caso in cui non sia possibile accertare il sostanziale trasferimento dei rischi e benefici, i crediti vengono cancellati dal bilancio qualora non sia stato mantenuto alcun tipo di controllo sugli stessi. In caso contrario, la conservazione, anche in parte, di tale controllo comporta il mantenimento in bilancio dei crediti in misura pari al coinvolgimento residuo, misurato dall’esposizione ai cambiamenti di valore dei crediti ceduti ed alle variazioni dei flussi finanziari degli stessi. Infine, i crediti ceduti vengono cancellati dal bilancio nel caso in cui vi sia la conservazione dei diritti contrattuali a ricevere i relativi flussi di cassa, con la contestuale assunzione di un’obbligazione a pagare detti flussi, e solo essi ad altri soggetti terzi. 4.4 Criteri di valutazione La prima iscrizione di un credito avviene alla data di erogazione o,nel caso di un titolo di debito, a quella di regolamento, sulla base del fair value dello strumento finanziario, pari all’ammontare erogato, o prezzo di sottoscrizione, comprensivo dei costi/proventi direttamente riconducibili al singolo credito e determinabili sin dall’origine dell’operazione, ancorché liquidati in un momento successivo. Sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere amministrativo. Perle operazioni creditizie eventualmente concluse a condizioni diverse da quelle i mercato il fair value è determinato utilizzando apposite tecniche di valutazione; la differenza rispetto all’importo erogato od al prezzo di sottoscrizione è imputata direttamente a conto economico. Dopo la rilevazione iniziale, i crediti sono valutati al costo ammortizzato, pari al valore di prima iscrizione diminuito/aumentato dei rimborsi di capitale, delle rettifiche/riprese di valore e dell’ammortamento – calcolato col metodo del tasso di interesse effettivo - della differenza tra l’ammontare erogato e quello rimborsabile a scadenza, riconducibile tipicamente ai costi/proventi imputati direttamente al singolo credito. Il tasso di interesse effettivo è individuato calcolando il tasso che eguaglia il valore attuale dei flussi futuri del credito, per capitale ed interesse, all’ammontare erogato inclusivo dei costi/proventi ricondotti al credito. Tale modalità di contabilizzazione, utilizzando una logica finanziaria, consente di distribuire l’effetto economico dei costi/proventi lungo la vita residua attesa del credito. Il metodo del costo ammortizzato non viene utilizzato per i crediti la cui breve durata (dodici mesi) fa ritenere trascurabile l’effetto dell’applicazione della logica di attualizzazione. Detti crediti vengono valorizzati al costo storico ed i costi/proventi agli stessi riferibili sono attribuiti a conto economico in modo lineare lungo la durata contrattuale del credito. Analogo criterio di valorizzazione viene adottato per i crediti senza una scadenza definita o a revoca in relazione ai quali i costi o proventi sono imputati direttamente a conto economico. Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale viene effettuata una ricognizione dei crediti volta ad individuare quelli che, a seguito del verificarsi di eventi occorsi dopo la loro iscrizione, mostrino oggettive evidenze di una possibile perdita di valore. Fino all’esercizio 2014 rientravano in tale ambito i crediti ai quali era stato attribuito lo status di sofferenza, incaglio, ristrutturato o past due secondo le attuali regole di Banca d’Italia, coerenti con la normativa IAS. L’aggiornamento della Circolare 272 del 20.01.2015 ha introdotto una nuova definizione dei crediti deteriorati, eliminando la categorie dei crediti ad incaglio e ristrutturati e introducendo la categoria delle inadempienze probabili.
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Detti crediti deteriorati sono oggetto di un processo di valutazione analitica e l’ammontare della rettifica di valore di ciascun credito e pari alla differenza tra il valore di bilancio dello stesso al momento della valutazione (costo ammortizzato) ed il valore attuale dei previsti flussi di cassa futuri, calcolato applicando il tasso d’interesse effettivo originario. I flussi di cassa previsti tengono conto dei tempi di recupero attesi, del presumibile valore di realizzo delle eventuali garanzie nonché dei costi che si ritiene verranno sostenuti per il recupero dell’esposizione creditizia. Il tasso effettivo originario di ciascun credito rimane invariato nel tempo ancorché sia intervenuta una ristrutturazione del rapporto che abbia comportato la variazione del tasso contrattuale ed anche qualora il rapporto divenga, nella pratica, infruttifero di interessi contrattuali. La rettifica di valore è iscritta a conto economico. Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui vengano meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica purché tale valutazione sia oggettivamente collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. La ripresa di valore è iscritta nel conto economico, e non può in ogni caso superare il costo ammortizzato che il credito avrebbe avuto in assenza di precedenti rettifiche. I crediti per i quali non sono state individuate singolarmente evidenze oggettive di perdita e cioè, di norma, i crediti in bonis, ivi inclusi quelli verso controparti residenti in paesi a rischio, sono sottoposti alla valutazione di una perdita di valore collettiva. Tale valutazione avviene per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche fondate su elementi osservabili alla data della valutazione, che consentano di stimare il valore della perdita latente in ciascuna categoria di crediti. Le rettifiche di valore determinate collettivamente sono imputate nel conto economico. Ad ogni data di chiusura del bilancio e delle situazioni infrannuali, le eventuali rettifiche aggiuntive o riprese di valore vengono ricalcolate in modo differenziale con riferimento all’intero portafoglio di crediti in bonis alla stessa data. Alle esposizioni forborne performing e non performing – in assenza al momento di dati interni statisticamente rilevanti – si applica una percentuale di PD maggiorata nella misura forfettaria del 0,40%. 4.5 Criteri di rilevazione delle componenti reddituali L’allocazione delle componenti reddituali nelle pertinenti voci di conto economico avviene sulla base di quanto riportato di seguito.
• Gli interessi attivi dei crediti e dei titoli vengono allocati nella voce “interessi attivi e proventi assimilati”.
• Gli utili e perdite da cessione dei crediti e dei titoli vengono allocati nella voce “utile/perdita da cessione o riacquisto di crediti”.
• Le perdite da impairment e le riprese di valore dei crediti e dei titoli vengono allocate nella voce “rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti”.
Sezione 5 Attività materiali 5.1 Criteri di classificazione Le attività materiali comprendono i terreni, gli immobili strumentali, gli investimenti immobiliari, gli impianti tecnici, i mobili e gli arredo e le attrezzature di qualsiasi tipo. Si tratta di attività materiali detenute per essere utilizzate nella produzione o nella fornitura di beni e servizi, per essere affittate a terzi, o per scopi amministrativi e che si ritiene di utilizzare per più di un periodo. Sono inoltre iscritti in questa voce i beni utilizzati nell’ambito di contratti di leasing finanziario, ancorché la titolarità giuridica degli stessi rimanga alla società locatrice.
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5.2 Criteri di iscrizione Le immobilizzazioni materiali sono inizialmente iscritte al costo che comprende, oltre al prezzo di acquisto, tutti gli eventuali oneri accessori direttamente imputabili all’acquisto e alla messa in funzione del bene. Le spese di manutenzione straordinaria che comportano un incremento dei benefici economici futuri, vengono imputate ad incremento del valore dei cespiti, mentre gli altri costi di manutenzione ordinaria sono rilevati a conto economico. 5.3 Criteri di cancellazione Un’immobilizzazione materiale è eliminata dallo stato patrimoniale al momento della dismissione o quando il bene è permanentemente ritirato dall’uso e dalla sua dismissione non sono attesi benefici economici futuri. 5.4 Criteri di valutazione Le immobilizzazioni materiali, inclusi gli immobili non strumentali, sono valutate al costo, dedotti eventuali ammortamenti e perdite di valore. Le immobilizzazioni sono sistematicamente ammortizzate lungo la loro vita utile, adottando come criterio di ammortamento il metodo a quote costanti, ad eccezione:
• Dei terreni, siano essi stati acquisiti singolarmente o incorporati nel valore dei fabbricati, in quanto hanno vita utile indefinita. Nel caso in cui il loro valore sia incorporato nel valore del fabbricato, in virtù dell’applicazione dell’approccio per componenti, sono considerati beni separabili dall’edificio; la suddivisione tra il valore del terreno e il valore del fabbricato avviene sulla base di perizie di esperti indipendenti per i soli immobili detenuti “cielo-terra”.
Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale, se esiste qualche indicazione che dimostri che un’attività possa aver subito una perdita di valore, si procede al confronto tra il valore di carico del cespite ed il suo valore di recupero, pari al maggior tra il fair value, al netto degli eventuali costi di dismissione e il relativo valore d’uso del bene, inteso come il valore attuale dei flussi futuri in entrata e in uscita che saranno originati dal cespite. Le eventuali rettifiche vengono rilevate a conto economico. Qualora vengano meno i motivi che hanno portato alla rilevazione della perdita, si dà luogo ad una ripresa di valore, che non può superare il valore che l’attività avrebbe avuto, al netto degli ammortamenti calcolati in assenza di precedenti perdite di valore. 5.5 Criteri di rilevazione delle componenti reddituali L’allocazione delle componenti reddituali nelle pertinenti voci di conto economico avviene sulla base di quanto riportato di seguito:
• Gli ammortamenti periodici, le perdite di valore e le riprese di valore vengono allocate nella voce “rettifiche di valore nette su attività materiali”.
• I profitti e le perdite derivanti dalle operazioni di cessione vengono allocati nella voce “utili/perdite da cessione di investimenti”.
Sezione 6 Attività immateriali 6.1 Criteri di classificazione La categoria delle attività immateriali include i fattori intangibili di produzione ad utilità pluriennale rappresentati in particolare da software e avviamenti. 6.2 Criteri di iscrizione Le predette attività sono iscritte ai costi di acquisto, comprensivi degli oneri accessori ed aumentati delle spese successive sostenute per accrescerne il valore o la capacità produttiva iniziale
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6.3 Criteri di cancellazione Le attività immateriali vengono cancellate dal bilancio quando hanno esaurito integralmente le loro funzionalità economiche. 6.4 Criteri di valutazione Le attività immateriali di durata limitata vengono valutate secondo il principio del costo al netto degli ammortamenti e delle perdite per riduzioni durevole di valore. Gli ammortamenti sono di durata pari alla vita utile dei beni da ammortizzare e sono basati sul metodo a quote costanti. Se ricorrono evidenze sintomatiche dell’esistenza di perdite durevoli, le attività immateriali sono sottoposte ad impairment test, registrando le eventuali perdite di valore; successive riprese di valore non possono eccedere l’ammontare delle perdite da impairment in precedenza registrate. 6.5 Criteri di rilevazione delle componenti reddituali L’allocazione delle componenti reddituali nelle pertinenti voci di conto economico avviene sulla base di quanto riportato in seguito:
• Gli ammortamenti periodici, le perdite durature di valore e le riprese di valore vengono allocate nella voce “rettifiche di valore nette su attività immateriali”.
Sezione 7 Attività non correnti in via di dismissione 7.1 Criteri di classificazione La voce accoglie quelle attività (e quei gruppi di attività) i cui valori contabili saranno principalmente recuperati con operazioni di vendita anziché con il loro uso continuativo. Affinché sussista il requisito appena richiamato, le attività (e i gruppi in dismissione) devono risultare disponibili per essere vendute e tali operazioni devono presentarsi altamente probabili. L’alta probabilità si inferisce, oltre che dall’intenzione opportunamente manifestata dall’alta direzione nei verbali societari, dall’impegno da questa profuso nella loro dismissione e, in particolare, nella ricerca di acquirenti. 7.2 Criteri di iscrizione Se una attività (o gruppo in dismissione) neo-acquisita soddisfa i criteri per la classificazione come posseduta per la vendita sarà valutata, al momento della rilevazione iniziale, al minore tra il valore contabile - se non fosse stata classificata come posseduta per la vendita (per esempio, al costo) - e il fair value (valore equo) al netto dei costi di vendita. Se l’attività (o gruppo in dismissione) è acquisita come parte di una aggregazione aziendale, deve essere valutata al fair value (valore equo) al netto dei costi di vendita. 7.3 Criteri di cancellazione Un’attività (o gruppo in dismissione) è eliminata dallo stato patrimoniale al momento della dismissione o quando il bene è permanentemente ritirato dall’uso e dalla sua dismissione non sono attesi benefici economici futuri. 7.4 Criteri di valutazione Un’attività non corrente (o gruppo in dismissione) classificata come posseduta per la vendita deve essere valutata al minore tra il suo valore contabile e il fair value (valore equo) al netto dei costi di vendita. In virtù della sua specifica destinazione, essa non dovrà essere assoggettata ad alcun ammortamento. Alla chiusura di ogni esercizio, l’azienda dovrà rilevare una perdita per riduzione di valore per una qualsiasi svalutazione iniziale o successiva dell’attività (o del gruppo in dismissione) al fair value (valore equo) al netto dei costi di vendita. L’azienda dovrà invece rilevare una rivalutazione (ripresa di valore) per ogni incremento successivo del fair value (valore equo) di un’attività al netto dei costi di vendita, ma solo fino a concorrenza della perdita per
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riduzione di valore complessiva rilevata in conformità all’IFRS 5 o precedentemente in conformità allo IAS 36 Riduzione di valore delle attività. L’azienda dovrà rilevare una rivalutazione per ogni incremento successivo del fair value (valore equo) di un gruppo in dismissione, al netto dei costi di vendita: (a) nella misura in cui non sia stata rilevata in conformità al paragrafo 19 dell’IFRS 5; ma (b) solo fino a concorrenza della perdita per riduzione di valore complessiva rilevata, in conformità all’IFRS 5 o, precedentemente, in conformità allo IAS 36, sulle attività non correnti che rientrano nell’ambito di applicazione delle disposizioni di valutazione del medesimo IFRS 5. La perdita per riduzione di valore (o qualsiasi plusvalenza successiva) rilevata per un gruppo in dismissione ridurrà (o incrementerà) il valore contabile delle attività non correnti del gruppo che rientrano nell’ambito di applicazione delle disposizioni di valutazione dell’IFRS 5, nell’ordine di ripartizione esposto nei paragrafi 104(a) e (b) e 122 dello IAS 36. 7.5 Criteri di rilevazione delle componenti reddituali L’allocazione delle componenti reddituali nelle pertinenti voci di conto economico avviene sulla base di quanto riportato di seguito: Le svalutazioni e le riprese di valore delle attività classificate come singole attività vengono allocate nella voce “rettifiche di valore nette su attività materiali”. Gli importi, positivi e negativi, dei proventi (interessi, dividendi, ecc.) e degli oneri (interessi passivi, ecc.) relativi ai gruppi di attività e passività in via di dismissione, al netto della relativa fiscalità corrente e differita, sono da includere nella voce Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte. I profitti e le perdite derivanti dalle operazioni di cessione delle singole attività in via di dismissione vengono allocati nella voce “utili/perdite da cessione di investimenti”. Sezione 8 Fiscalità corrente e differita 8.1 Criteri di classificazione Le poste della fiscalità corrente includono eccedenze di pagamenti (attività correnti) e debiti da assolvere (passività correnti) per imposte sul reddito di competenza del periodo. Le poste della fiscalità differita rappresentano, invece, imposte sul reddito recuperabili in periodi futuri in connessione con differenze temporanee deducibili (attività anticipate) e imposte sul reddito pagabili in periodi futuri come conseguenza di differenze temporanee tassabili (passività differite). 8.2 Criteri di iscrizione, di cancellazione e di valutazione La banca rileva gli effetti relativi alle imposte correnti e differite applicando rispettivamente le aliquote di imposta vigenti e le aliquote di imposta che si prevede saranno applicabili nell’esercizio nel quale sarà realizzata l’attività fiscale o sarà estinta la passività fiscale. Le imposte sul reddito sono rilevate nel conto economico ad eccezione di quelle relative a voci addebitate od accreditate direttamente a patrimonio netto. L’accantonamento per imposte sul reddito è determinato in base ad una prudenziale previsione dell’onere fiscale corrente, di quello anticipato e di quello differito. In particolare le imposte anticipate e quelle differite vengono determinate sulla base delle differenze temporanee – senza limiti temporali – tra il valore attribuito ad un’attività o ad una passività secondo i criteri IAS/IFRS ed i corrispondenti valori assunti ai fini fiscali. Le attività per imposte anticipate vengono iscritte in bilancio nella misura in cui esiste la probabilità del loro recupero, ovvero a condizione che la gestione non si dimostri capace di generare nel futuro redditi imponibili positivi. Le passività per imposte differite vengono iscritte in bilancio, con le sole eccezioni dei maggiori valori dell’attivo rappresentati dalle riserve in sospensione d’imposta, in quanto la consistenza delle riserve disponibili già assoggettate a tassazione consente ragionevolmente di ritenere che non saranno effettuate d’iniziativa operazioni che ne comportino la tassazione. Le imposte anticipate e quelle differite vengono contabilizzate a livello patrimoniale a saldi aperti e senza compensazioni, includendo le prime nella voce “Attività fiscali” e le seconde nella voce “Passività fiscali”. Le attività e le passività iscritte per imposte anticipate e differite vengono sistematicamente valutate per tenere conto di eventuali modifiche intervenute nelle norme e nelle aliquote.
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La consistenza delle passività fiscali viene inoltre adeguata per fare fronte agli oneri che potrebbero derivare da accertamenti già notificati o comunque da contenziosi in essere con le autorità fiscali. 8.3 Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Attività e passività fiscali sono imputate al conto economico (voce “imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente”), salvo quando esse derivino da operazioni i cui effetti vanno attribuiti direttamente al patrimonio netto ( nel qual caso vengono imputate al patrimonio). Sezione 9 Debiti e titoli in circolazione 9.1 Criteri di classificazione I Debiti verso banche, i Debiti verso clientela, e i Titoli in circolazione ricomprendono le varie forme di provvista interbancaria e con clientela e la raccolta effettuata attraverso certificati di deposito e titoli obbligazionari in circolazione, al netto, pertanto, degli eventuali importi riacquistati. 9.2 Criteri di iscrizione e di cancellazione La prima iscrizione di tali passività avviene all’atto della ricezione delle somme raccolte o della emissione dei titoli di debito. Le passività finanziarie sono cancellate dal bilancio quando risultano scadute o estinte. 9.3 Criteri di valutazione La prima iscrizione è effettuata sulla base del fair value delle passività, normalmente pari all’ammontare incassato od al prezzo di emissione, aumentato degli eventuali costi/proventi aggiuntivi direttamente attribuibili alla singola operazione di provvista o di emissione e non rimborsati dalla controparte creditrice. Sono esclusi i costi interni di carattere amministrativo. Il fair value delle passività finanziarie eventualmente emesse a condizioni inferiori a quelle di mercato è oggetto di apposita stima e la differenza rispetto al valore di mercato è imputata direttamente a conto economico. Dopo la rilevazione iniziale, le passività finanziarie vengono valutate al costo ammortizzato col metodo del tasso di interesse effettivo. Fanno eccezione le passività a breve, ove il fattore temporale risulti trascurabile che rimangono iscritte per il valore incassato ed i cui costi eventualmente imputati sono attribuiti a conto economico in modo lineare lungo la durata contrattuale delle passività. 9.4 Criteri di rilevazione delle componenti reddituali L’allocazione delle componenti reddituali nelle pertinenti voci di conto economico avviene sulla base di quanto riportato di seguito:
• Gli interessi passivi vengono allocati nella voce “interessi passivi e oneri assimilati”. Sezione 10 Operazioni in valuta 10.1 Criteri di classificazione Le operazioni in valuta sono costituite da tutte le attività e le passività in valuta diverse dall’euro. 10.2 Criteri di iscrizione e di cancellazione Le operazioni in valuta estera sono registrate, al momento della rilevazione iniziale, in divisa di conto, applicando all’importo in valuta estera il tasso di cambio in vigore alla data dell’operazione.
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10.3 Criteri di valutazione Ad ogni chiusura di bilancio o di situazione infrannuale, le poste di bilancio in valuta estera vengono valorizzate come segue:
• Le poste monetarie sono convertite al tasso di cambio alla data di chiusura. Le differenze di cambio che derivano dal regolamento di elementi monetari o dalla conversione di elementi monetari a tassi diversi da quelli di conversione iniziale, o di conversione del bilancio precedente, sono rilevate nel conto economico del periodo in cui sorgono. 10.4 Criteri di rilevazione delle componenti reddituali Le differenze di cambio delle operazioni in valuta sono rilevate nella voce del conto economico “risultato netto dell’attività di negoziazione”. Sezione 11 Altre informazioni Trattamento di fine rapporto del personale Criteri di classificazione, di iscrizione, di cancellazione e di valutazione Il trattamento di fine rapporto, al pari dei piani pensione a prestazione definita, è una forma di retribuzione del personale, a corresponsione differita, rinviata alla fine del rapporto di lavoro. Esso matura in proporzione alla durata del rapporto e costituisce un elemento aggiuntivo del costo del personale. L’importo del TFR e dei piani a prestazione definita è iscritto in bilancio sulla base del suo valore attuariale. Ai fini dell’attualizzazione, si utilizza il metodo della Proiezione unitaria del credito (c.d. Projected Unit Credit Method) che prevede, appunto, la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche statistiche e della curva demografica e l’attualizzazione finanziaria di tali flussi sulla base di un tasso di interesse di mercato. I costi per il servizio del piano sono contabilizzati tra i costi del personale come ammontare netto di contributi versati, contributi di competenza di esercizi precedenti non ancora contabilizzati, ricavi attesi derivanti dalle attività a servizio del piano. I profitti/perdite attuariali sono imputati ad apposita riserva di patrimonio netto. La variazione di tale riserva è indicata anche nel prospetto della redditività complessiva. L’analisi attuariale viene svolta annualmente da un attuario indipendente. A seguito della riforma della previdenza complementare prevista dal D.Lgs. n. 252 del dicembre 2005 anticipata nell’applicazione dalla Legge n. 296 del 27 dicembre 2006, le quote di TFR maturate sino al 31 dicembre 2006 restano in azienda mentre quelle maturande a partire dal 1° gennaio 2007 possono essere destinate a forme di previdenza complementare. Tali quote si configurano come un piano a contribuzione definita poiché l’obbligazione dell’impresa nei confronti del dipendente cessa con il versamento delle quote maturate. Al 31 Dicembre 2016, i dipendenti della Banca hanno optato per l’accantonamento nel fondo aziendale delle quote di Tfr maturate nell’esercizio Riconoscimento dei ricavi I ricavi sono riconosciuti quando sono percepiti o comunque quando è probabile che saranno ricevuti i benefici futuri e tali benefici possono essere quantificabili in modo attendibile. In particolare
- gli interessi di mora, eventualmente previsti in via contrattuale, sono contabilizzati a conto economico solo al momento del loro effettivo incasso;
- i dividendi sono rilevati a conto economico nel momento in cui ne viene deliberata la distribuzione; - i ricavi derivanti dall’intermediazione di strumenti finanziari di negoziazione, determinati dalla
differenza tra il prezzo della transazione ed il fair value dello strumento, vengono riconosciuti al conto economico in sede di rilevazione dell’operazione se il fair value è determinabile con riferimento
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a parametri o transazioni recenti osservabili sullo stesso mercato nel quale lo strumento è negoziato. I proventi relativi a strumenti finanziari per i quali la suddetta misurazione non è possibile affluiscono al conto economico lungo la durata dell’operazione.
Azioni proprie Le azioni proprie presenti in portafoglio sono contabilizzate, con segno negativo, alla voce “azioni proprie”, al prezzo di acquisto. Gli eventuali utili e perdite derivanti dalla loro successiva vendita sono rilevati come movimenti del patrimonio netto, alla voce “sovrapprezzi di emissione”.
Utilizzo di stime e assunzioni nella predisposizione dell’informativa finanziaria
La redazione del bilancio d’esercizio richiede anche il ricorso a stime e ad assunzioni che possono determinare significativi effetti sui valori iscritti nello stato patrimoniale e nel conto economico, nonché sull’informativa relativa alle attività e passività potenziali riportate in bilancio. L’elaborazione di tali stime implica l’utilizzo delle informazioni disponibili e l’adozione di valutazioni soggettive, fondate anche sull’esperienza storica, utilizzate ai fini della formulazione di assunzioni ragionevoli per la rilevazione dei fatti di gestione. Per loro natura le stime e le assunzioni adottate possono variare di esercizio in esercizio e, pertanto, non è da escludersi che negli esercizi successivi gli attuali valori iscritti in bilancio possano differire anche in maniera significativa a seguito del mutamento delle valutazioni soggettive utilizzate. Le principali fattispecie per le quali è maggiormente richiesto l’impiego di valutazioni soggettive da parte della direzione aziendale sono:
• la quantificazione delle perdite per riduzione di valore dei crediti e, in genere, delle altre attività finanziarie;
• la determinazione del fair value degli strumenti finanziari da utilizzare ai fini dell’informativa di bilancio;
• l’utilizzo di modelli valutativi per la rilevazione del fair value degli strumenti finanziari non quotati in mercati attivi;
• la valutazione della congruità del valore delle altre attività immateriali; • la quantificazione dei fondi del personale e dei fondi per rischi e oneri;; • le stime e le assunzioni sulla recuperabilità della fiscalità differita attiva.
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A.3 – INFORMATIVA SUI TRASFERIMENTI TRA PORTAFOGLI DI ATTIVITA’ FINANZIARIE
A.3.1 Attività finanziarie riclassificate: valore di bilancio, fair value ed effetti sulla redditività
complessiva.
A.3.2 Attività finanziarie riclassificate: effetti sulla redditività complessiva prima del
trasferimento.
A.3.3 Trasferimento di attività finanziarie detenute per la negoziazione.
A.3.4 Tasso di interesse effettivo e flussi finanziari attesi dalle attività riclassificate.
La banca non ha effettuato trasferimenti tra portafogli né nell’esercizio, né nei precedenti.
A.4 - INFORMATIVA SUL FAIR VALUE Informazioni di natura qualitativa La Commissione Europea ha omologato nel mese di dicembre 2012, con il Regolamento (UE) n. 1255/2012, il nuovo principio IFRS 13 “Fair Value Measurement”, in vigore dal 1° gennaio 2013. Tale principio racchiude in un documento unico tutte le informazioni necessarie relative alle metodologie di determinazione del Fair Value, che in precedenza erano presenti in più principi contabili (principalmente IAS 39, IFRS 7). Per quanto attiene alle tipologie di strumenti finanziari a cui applicare la valutazione al Fair value, vale sempre quanto riportato dal paragrafo 9 dello IAS 39, ovvero il Fair Value si applica quale criterio di valutazione su base ricorrente a tutti gli strumenti finanziari a eccezione di: attività finanziarie classificate come “investimenti posseduti sino alla scadenza” e “finanziamenti e crediti”; investimenti in strumenti rappresentativi di capitale per i quali non risulta possibile determinare un Fair value attendibile; passività finanziarie non di trading e per le quali non sia applicata la “Fair Value Option”. Peraltro, si rammenta che i principi contabili internazionali e la Banca d’Italia stessa richiedono, in ogni caso, di esporre a titolo informativo il Fair value per tutta una serie di attività e passività valutate al fair value su base non ricorrente (crediti e debiti verso clientela e verso banche, titoli in circolazione). L’IFRS 13, al paragrafo 9, definisce il Fair value come “il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione”. Il nuovo principio si fonda sulla definizione di “Fair value market based” (metodo basato sulla valutazione di mercato) in quanto il Fair value dell’attività o passività deve essere misurato in base alle caratteristiche assunte dagli operatori di mercato. La valutazione al Fair value presuppone inoltre che l’operazione di vendita dell’attività o di trasferimento della passività abbia luogo nel mercato principale dell’attività o passività o, in assenza di un mercato principale, nel mercato più vantaggioso. Rispetto alla precedente definizione dello IAS 39, non viene posto l’accento sulla “libera transazione fra parti consapevoli e indipendenti”, ovvero sulla neutralità dell’operazione, bensì il concetto di Fair value si basa sul cosiddetto “exit price” Infatti, il prezzo deve riflettere la prospettiva di chi vende l’attività o che paga per trasferire la passività alla data di rilevazione. Viene meno quindi il problema di incoerenza rappresentativa fra i bilanci di quanti misuravano il Fair value ponendosi come venditore e coloro che si ponevano nella posizione dell’acquirente. In tale contesto si inserisce la necessità che il Fair value degli strumenti finanziari debba riflettere il rischio di inadempimento attraverso opportune rettifiche di valore del merito creditizio della controparte e
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dell’emittente stesso. Per quanto attiene alla valutazione del rischio di inadempimento si evidenzia che la Banca ne ha effettuato una stima al 31 dicembre 2015 non riscontrando effetti significativi rispetto alla metodologia del fair value adottata precedentemente. Il nuovo principio IFRS 13, dal paragrafo 72 al paragrafo 90, prevede una classificazione delle valutazioni al Fair value degli strumenti finanziari sulla base di una specifica gerarchia che si basa sulla natura e sulla significatività degli input utilizzati nelle medesime valutazioni (i cosiddetti “Livelli”). I tre livelli previsti sono: “Livello 1”: uno strumento finanziario appartiene al Livello 1 quando esso è scambiato in un mercato in cui le transazioni sullo stesso si verificano con una frequenza e con volumi sufficienti a fornire informazioni utili per la determinazione del prezzo dello strumento su base continuativa (cd. “mercato attivo”). Le variabili chiave generalmente prese in considerazione dalla Banca per l’individuazione di un mercato attivo sono: • il numero di contributori, scelti in base alla loro competenza sul segmento di mercato considerato, l’affidabilità nonché la continua presenza su quel segmento; • la frequenza nella quotazione del prezzo, ovvero l’aggiornamento periodico del dato quotato; • la presenza di un prezzo “denaro” (cd. “bid”) e di un prezzo “lettera” (cd. “ask”); • una differenza accettabile tra le quotazioni “denaro” e “lettera”; • il volume di scambi trattati: occorre che tale volume sia consistente al fine di poter considerare i prezzi che si generano da tali scambi significativi; • l’eventuale presenza di dealers, brokers e market makers. E’ opportuno precisare, tuttavia, che la quotazione di un titolo in un mercato regolamentato non è di per sè indicativa della “liquidità” del titolo stesso e quindi dell’esistenza di un mercato attivo. Infatti, pur essendo negoziato in un mercato ufficiale, un titolo potrebbe non avere un numero di scambi ragionevolmente rilevante tale da poter concludere che il prezzo formatosi sul mercato risulti significativamente rappresentativo del Fair value. Ai fini della determinazione del Fair value, dovrà essere quindi considerata la quotazione dello strumento non rettificata facendo riferimento al mercato principale o, in assenza di quest’ultimo, a quello più vantaggioso. Pertanto, il prezzo quotato in un mercato attivo fornisce la prova più attendibile del Fair value e, quando disponibile, è utilizzato senza alcuna modifica. Eventuali rettifiche comporterebbero la classificazione dello strumento finanziario a un livello inferiore (per esempio, quando non vi è l’immediata accessibilità dell’informazione o la disponibilità del prezzo alla data di valutazione). Per quanto riguarda i titoli di debito, la valorizzazione del titolo avviene alla data riferimento senza apportare alcuna rettifica alla quotazione di mercato rilevata alla medesima data. Con particolare riferimento ai titoli quotati in un mercato attivo “regolamentato”, il prezzo considerato per la valutazione è quello “Ufficiale”, riveniente dal listino delle quotazioni pubblicato. Sono considerati di norma mercati principali: • i circuiti MOT e MTS per i Titoli di Stato e per i titoli obbligazionari non governativi; • i tassi di cambio ufficiali BCE di giornata per le operazioni in cambi spot. Le precedenti considerazioni si applicano anche alle posizioni corte (a esempio gli scoperti tecnici) in titoli. Per gli strumenti finanziari quotati su mercati attivi deve essere utilizzato il prezzo medio di offerta (c.d. “mid price”) alla chiusura del periodo di riferimento. Le principali fonti da utilizzare per l’acquisizione dei prezzi ai fini contabili sono primarie piattaforme di contribuzione (per esempio, Bloomberg, Telekurs). Per i titoli di capitale e per le quote di OICR, la cui valutazione è desunta da primarie piattaforme di contribuzione (per esempio Bloomberg), sempre rappresentative di un mercato attivo, il Fair value determinato dalla Banca coincide con il prezzo di chiusura delle contrattazioni alla data di riferimento. Analogamente a quanto evidenziato in precedenza relativamente ai titoli di capitale, in presenza di un mercato attivo, la Banca valuta gli strumenti derivati quotati facendo riferimento al prezzo riveniente dal mercato principale, oppure, ove mancante, da quello più vantaggioso attribuibile allo strumento oggetto della valutazione. La quotazione di mercato è fornita giornalmente da una primaria “clearing house” ed è comunque reperibile sui più comuni info-provider.
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“Livello 2”: qualora non si ricada nella casistica precedente (Livello 1), si dovrà ricorrere a una tecnica valutativa (c.d. modelli di “pricing”) che utilizzi esclusivamente input osservabili direttamente o indirettamente sul mercato (per esempio, tramite canali informativi come Borse, info-provider, broker, siti internet ecc.). Gli input di Livello 2 comprendono: • prezzi di mercato di strumenti con caratteristiche similari a quello oggetto di valutazione che siano quotati su un mercato attivo; • prezzo di mercato dello strumento oggetto di valutazione o di uno strumento similare quotato in un mercato non attivo; • modello di valutazione (a titolo esemplificativo: Discounted Cash Flow) che ricorra esclusivamente a input osservabili sul mercato o corroborati dal mercato (a titolo esemplificativo: tassi di interesse, curve dei rendimenti, volatilità ecc.). “Livello 3”: qualora non si ricada nelle circostanze precedenti (Livello 1 e 2), si dovrà ricorrere a una tecnica valutativa basata su un modello di valutazione che sia coerente con lo strumento che si intende valutare e che massimizzi l’uso di input osservabili sul mercato. Nel Livello 3 ricadono, quindi, tutti gli strumenti la cui valutazione si basa su almeno un input significativo non osservabile. In alcuni casi, i dati utilizzati per valutare il Fair value di un’attività o passività potrebbero essere classificati in diversi livelli della gerarchia del Fair value. In tali casi, la valutazione del Fair value è classificata interamente nello stesso Livello in cui è classificato l’input, purché “significativo”, di più basso Livello di gerarchia del Fair value utilizzato per la valutazione. La valutazione dell’importanza di un particolare input per l’intera valutazione richiede un giudizio che tenga conto di fattori specifici dello strumento. Pertanto nei casi in cui nella valutazione di uno strumento finanziario siano utilizzati sia input osservabili sul mercato (Livello 2) sia input non osservabili (Livello 3) purché significativi come meglio definito di seguito, lo strumento è classificato nel Livello 3 della gerarchia del Fair value. Come richiesto dall’IFRS 13, la Banca utilizza tecniche di valutazione “adatte alle circostanze e tali da massimizzare l’utilizzo di input osservabili rilevanti”. Le tecniche valutative sono utilizzate con continuità e in maniera coerente nel tempo a meno che esistano delle tecniche alternative che forniscono una valutazione più rappresentativa del Fair Value (ad esempio nel caso di sviluppo nuovi mercati, informazioni non più disponibili o nuove informazioni, condizioni di mercato diverse). Nei casi in cui non risulta possibile stimare ragionevolmente il Fair value, gli strumenti finanziari sono mantenuti al costo di acquisto originario, in base a quanto previsto dallo IAS 39, paragrafo AG81 e indicati come livello 3. A.4.1 Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati Uno strumento finanziario viene classificato nei livelli 2 e 3 in assenza di prezzi quotati in mercati attivi. La classificazione nel livello 2 piuttosto che nel livello 3 è invece determinata in base all’osservabilità sui mercati degli input significativi utilizzati ai fini della determinazione del fair value. Gli input osservabili sono parametri elaborati utilizzando dati di mercato, come le informazioni disponibili al pubblico su operazioni o fatti effettivi, e che riflettono le assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nel determinare il prezzo dell’attività o della passività; invece gli input non osservabili sono parametri per i quali non sono disponibili informazioni di mercato e che sono elaborati utilizzando le migliori informazioni disponibili relative alle assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero per determinare il prezzo dello strumento finanziario. Nei casi in cui nella valutazione di uno strumento finanziario sono utilizzati sia input osservabili sul mercato (livello 2) sia input non osservabili (livello 3), se quest’ultimo è ritenuto significativo, lo strumento è classificato nel livello 3 della gerarchia del fair value. Come richiesto dall’IFRS 13, la Banca utilizza tecniche di valutazione “adatte alle circostanze e tali da massimizzare l’utilizzo di input osservabili rilevanti”; inoltre le tecniche sono coerenti con quelle più ampiamente utilizzate sul mercato:
• metodo basato sulla valutazione di mercato (utilizzo di quotazioni di mercato di passività o strumenti di patrimonio simili detenuti come attività da altri attori di mercato);
• metodo del costo (ossia il costo di sostituzione che sarebbe richiesto al momento per sostituire la capacità di servizio di una attività);
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• metodo reddituale (tecnica del valore attualizzato basata sui flussi di cassa futuri attesi da una controparte di mercato che detiene un passività o uno strumento di patrimonio netto come attività).
Le tecniche valutative sono utilizzate con continuità e in maniera coerente nel tempo a meno che esistano delle tecniche alternative che forniscono una valutazione più rappresentativa del fair value (ad esempio nel caso di sviluppo nuovi mercati, informazioni non più disponibili o nuove informazioni, condizioni di mercato diverse). Si precisa, inoltre, che le tecniche di valutazione utilizzate non hanno subito variazioni rispetto all’esercizio precedente. Il fair value utilizzato ai fini della valutazione degli strumenti finanziari è determinato sulla base dei criteri, di seguito esposti, che assumono, come sopra descritto, l’utilizzo di input osservabili o non osservabili. Al 31 dicembre 2016 la Banca non detiene strumenti finanziari valutati al fair value su base ricorrente classificati nel livello 2 e livello 3 sul mercato, pertanto non viene fornita l’informativa quantitativa richiesta dal presente paragrafo. Finanziamenti e Crediti verso banche e clientela Per gli altri strumenti finanziari valutati al fair value su base non ricorrente iscritti in bilancio al costo (finanziamenti e crediti a vista) o al costo ammortizzato, e classificati sostanzialmente tra i rapporti creditizi verso banche e clientela, si determina un Fair value ai fini dell’informativa nella Nota Integrativa. In particolare:
• per gli impieghi a medio - lungo termine deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e scaduti), il Fair value si determina attualizzando, in base ai tassi di mercato, i flussi contrattuali o quelli quantificati sulla base dei piani di rientro, al netto delle previsioni di perdita, pertanto il valore di bilancio degli stessi risulta allineato con il Fair value;
• per gli impieghi a medio - lungo termine performing, la metodologia da utilizzare prevede lo sconto dei relativi flussi di cassa. I flussi di cassa contrattuali sono ponderati in base alla PD (Probability of Default) e alla LGD (Loss Given Default), cioè il tasso di perdita previsto in caso di insolvenza;
• per le attività e le passività a vista o con scadenza nel breve periodo (entro i 12 mesi) o a vista, il valore contabile di iscrizione, al netto della svalutazione collettiva, è considerato una buona approssimazione del Fair value.
Visto che tali attività finanziarie non vengono generalmente scambiate sul mercato, la determinazione del Fair value si basa sull’utilizzo di parametri interni non direttamente osservabili sul mercato e quindi tali strumenti sono classificati nel Livello 3 del Fair value. Per ciò che concerne i Crediti verso Banche, sulla base delle considerazioni precedenti i Depositi Vincolati e la Riserva Obbligatoria sono classificati nel livello 3 del Fair Value, mentre i conti correnti e i depositi a vista vengono classificati nel livello 2 del Fair Value. Debiti verso banche e clientela e altri titoli in circolazione Per strumenti del passivo iscritti nelle voci debiti verso banche e debiti verso la clientela, il cui Fair value è determinato ai soli fini dell’informativa di bilancio, si distingue a seconda che si tratti debiti a vista o a medio/lungo termine. In particolare:
• per i debiti a vista o con scadenza nel breve periodo (inferiore a 12 mesi) o indeterminata, per i quali risulta trascurabile il fattore tempo, il valore contabile si assume rappresentativo del Fair value;
• per i debiti a medio/lungo termine il Fair value è determinato mediante l’utilizzo di tecniche di valutazione quali il “Discounted Cash Flow”, ossia attualizzazione dei flussi di cassa futuri, scontati a un tasso di mercato che tenga comunque conto di tutti i fattori di rischio a cui è esposto lo strumento.
Visto che tali passività finanziarie non vengono generalmente scambiate sul mercato, la determinazione del Fair value si basa sull’utilizzo di parametri interni non direttamente osservabili sul mercato e quindi tali strumenti sono classificati nel Livello 3 del Fair value. A.4.2 Processi e sensibilità delle valutazioni Si rimanda a quanto riportato all’interno del paragrafo A.4.1 “Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati”. Si evidenzia che fatta eccezione per alcuni strumenti di capitale per i quali non
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 115
è possibile determinare un fair value in maniera attendibile, la banca non detiene strumenti finanziari valutati al fair value su base ricorrente di livello 3. A.4.3 Gerarchia del fair value Si rimanda a quanto riportato all’interno del paragrafo A.4.1 “Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati” A.4.4. Altre informazioni Si rimanda a quanto riportato all’interno del paragrafo A.4.1 “Livelli di fair value 2 e 3: tecniche di valutazione e input utilizzati”
________________________________________________________________________________________________ 116 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Informazioni di natura quantitativa A.4.5 Gerarchia del fair value A.4.5.1 Attività e passività valutate al fair value su base ricorrente: ripartizione per livelli di fair value.
2016
2015
Attività/Passività finanziarie misurate al fair value
L1 L2 L3 L1 L2 L3
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
1.553 1.564
2. Attività finanziarie valutate al fair value 3. Attività finanziarie disponibili per la vendita
53.176 341 38 48.965 38
4. Derivati di copertura 5. Attività materiali 6. Attività immateriali Totale 54.729 341 38 50.529 38
1. Passività finanziarie detenute per la negoziazione
2. Passività finanziarie valutate al fair value
3. Derivati di copertura Totale
Legenda: L1= Livello 1 L2= Livello 2 L3= Livello 3 Alcuni titoli di capitale vengono convenzionalmente esposti al fair value di livello 3, in quanto valutati al costo.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 117
A.4.5.2 Variazioni annue delle attività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3)
Attività finanziarie
detenute per la
negoziazione
Attività finanziarie valutate al fair value
Attività finanziarie disponibili
per la vendita
Derivati di
copertura
Attività materiali
Attività immateriali
1. Esistenze iniziali
38
2. Aumenti 2.1. Acquisti 2.2. Profitti imputati a: 2.2.1. Conto
economico
- di cui plusvalenze 2.2.2. Patrimonio
netto X X
2.3. Trasferimenti da altri livelli
2.4. Altre variazioni in aumento
3. Diminuzioni 3.1. Vendite 3.2. Rimborsi 3.3. Perdite imputate
a:
3.3.1. Conto Economico
- di cui minusvalenze
3.3.2. Patrimonio netto
X X
3.4. Trasferimenti ad altri livelli
3.5. Altre variazioni in diminuzione
4. Rimanenze finali
38
A.4.5.3 Variazioni annue delle passività valutate al fair value su base ricorrente (livello 3) La banca non detiene passività valutate al fair value su base ricorrente ascrivibili al livello 3.
________________________________________________________________________________________________ 118 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
A.4.5.4 Attività e passività non valutate al fair value o valutate al fair value su base non ricorrente: ripartizione per livelli di fair value. Attività/Passività non misurate al fair value o misurate al fair value su base non ricorrente
2016 2015 VB L1 L2 L3 VB L1 L2 L3
1. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
6.087 7.450 5.575 7.070
2. Crediti verso banche
59.765 58.979 786 69.738 11.311 58.427
3. Crediti verso la clientela
58.630 64.040 57.982 62.784
4. Attività materiali detenute a scopo di investimento
108 108 108 108
5. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione
Totale 124.590 7.450 58.979 64.934 133.403 7.070 11.311 121.319 1. Debiti verso
banche 15.001 15.001 15.002 15.002
2. Debiti verso clientela
91.532 91.532 85.038 85.038
3. Titoli in circolazione
43.736 44.137 52.674 53.398
4. Passività associate ad attività in via di dismissione
Totale 150.269 150.670 152.714 153.438 Legenda: VB= Valore di bilancio L1= Livello 1 L2= Livello 2 L3= Livello 3 I crediti verso banche esposti al FV di livello 2 fanno riferimento al valore di bilancio dei conti correnti e depositi a vista. A.5 INFORMATIVA SUL C.D. “DAY ONE PROFIT/LOSS” La banca non detiene, né ha detenuto strumenti finanziari per i quali è applicabile l’informativa di cui all’IFRS 7, paragrafo 28 (c.d. “day one profit/loss”).
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 119
PARTE B – INFORMAZIONI SULLO STATO PATRIMONIALE
Attivo
Sezione 1 - Cassa e disponibilità liquide - Voce 10
1.1 Cassa e disponibilità liquide: composizione
2016 2015
a) Cassa 1.140 832
b) Depositi liberi presso Banche Centrali
Totale 1.140 832
Sezione 2 - Attività finanziarie detenute per la negoziazione - Voce 20 2.1 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione merceologica
Voci/Valori
Totale 2016
Totale 2015
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
Attività per cassa 1 Titoli di debito 1.1 Titoli Strutturati 1.2 Altri titoli di debito 1.538 1.537 2 Titoli di capitale 15 27 3 Quote di O.I.C.R. 4 Finanziamenti 4.1 Pronti contro termine 4.2 Altri Totale A 1.553 1.564 B Strumenti derivati 1 Derivati finanziari: 1.1 di negoziazione 1.2 connessi con la fair value option 1.3 altri 2 Derivati creditizi 2.1 di negoziazione 2.2 connessi con la fair value option 2.3 altri Totale B
Totale (A+B) 1.553 1.564
________________________________________________________________________________________________ 120 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
2.2 Attività finanziarie detenute per la negoziazione: composizione per debitori / emittenti
Voci/Valori Totale Totale
2016 2015
A. Attività per cassa 1. Titoli di debito 1.538 1.537 a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche 1.538 1.537 d) Altri emittenti 2. Titoli di capitale 15 27
a) Banche 15 27 b) Altri emittenti: - imprese di assicurazione - società finanziarie - imprese non finanziarie - altri 3. Quote di O.I.C.R.
4. Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti Totale A 1.553 1.564
B. STRUMENTI DERIVATI a) Banche b) Clientela
Totale B
Totale (A+B) 1.553 1.564 Sezione 3 - Attività finanziarie valutate al fair value - Voce 30 Non si rilevano voci avvalorate per le tabelle, previste dalla Banca d’Italia, relative alla “ Sezione 3 – Attività finanziarie valutate al fair value” – voce 30.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 121
Sezione 4 - Attività finanziarie disponibili per la vendita - Voce 40 4.1 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione merceologica
Voci/Valori
Totale 2016
Totale 2015
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3
1. Titoli di debito 49.889 305 45.683 1.1 Titoli strutturati 1.2 Altri titoli di debito 49.889 305 45.683 2. Titoli di capitale 1.582 36 38 1.804 38 2.1 Valutati al fair value 1.582 36 1.804 2.2 Valutati al costo 38 38 3. Quote di O.I.C.R. 1.705 1.478 4. Finanziamenti
Totale 53.176 341 38 48.965 38 Alcuni titoli di capitale vengono convenzionalmente esposti al fair value di livello 3, in quanto valutati al costo.
4.2 Attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione per debitori/emittenti
Voci/Valori Totale Totale
2016 2015 1. Titoli di debito 50.194 45.683
a) Governi e Banche Centrali 39.245 44.433 b) Altri enti pubblici c) Banche 6.733 717 d) Altri emittenti 4.216 533 2. Titoli di capitale 1.656 1.842 a) Banche 741 1.130 b) Altri emittenti 915 712 - imprese di assicurazione 35 - società finanziarie 3 - imprese non finanziarie 877 712 - altri 3. Quote di O.I.C.R. 1.705 1.478
4.Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali
b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti
Totale 53.555 49.003
4.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica Non si rilevano attività finanziarie disponibili per la vendita oggetto di copertura specifica.
________________________________________________________________________________________________ 122 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Sezione 5 - Attività finanziarie detenute sino alla scadenza - Voce 50 5.1 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione merceologica
Totale 2016
Totale 2015
VB FV
VB FV
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 1
Livello 2
Livello 3
1. Titoli di debito 6.087 7.450 5.575 7.070 - strutturati - altri 6.087 7.450 5.575 7.070 2. Finanziamenti
Legenda FV = fair value VB = valore di bilancio
5.2 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza: debitori/emittenti
Tipologia operazioni/Valori Totale 2016
Totale 2015
1. Titoli di debito 6.087 5.575 a) Governi e Banche Centrali 5.039 4.527 b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri emittenti 1.048 1.048 2. Finanziamenti a) Governi e Banche Centrali b) Altri enti pubblici c) Banche d) Altri soggetti
Totale 6.087 5.575 Totale fair value 7.450 7.070
Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 24 febbraio 2017 ha esplicitamente affermato che la Banca ha l’intenzione e la capacità economica/finanziaria di detenere sino alla scadenza i seguente titoli facenti parte degli strumenti finanziari detenuti fino a scadenza HTM (Held To Maturity), in quanto il capitale investito – 6,1 milioni di euro – è di importo esiguo rispetto al totale delle attività finanziarie disponibili per la vendita – 53,6 milioni di euro - (AFS) ed alla liquidità primaria e secondaria detenuta dalla Banca:
� BTP 4% 01/08/2005 – 01/02/2037 codice ISIN IT0003934657 valore nominale 2.500.000 euro; � BTP 5% 01/08/2003 – 01/08/2034 codice ISIN IT0003535157 valore nominale 2.000.000 euro; � BTP 2,70% 09/02/2016 – 01/03/2047 codice ISIN IT0005162828 valore nominale 500.000 euro; � Assicurazioni Generali TM% 27/10/2015 - 27/10/2047 codice ISIN XS1311440082 valore nominale
1.000.000 euro. 5.3 Attività finanziarie detenute sino alla scadenza oggetto di copertura specifica Non si rilevano attività finanziarie detenute sino alla scadenza oggetto di copertura specifica.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 123
Sezione 6 – Crediti verso banche – Voce 60 6.1 Crediti verso banche: composizione merceologica
Tipologia operazioni/Valori Totale 2016 Totale 2015
VB FV
VB FV
Livello 1 Livello 2 Livello 3 Livello 1 Livello 2 Livello 3 A. Crediti verso Banche Centrali
1. Depositi vincolati X X X X X X 2. Riserva obbligatoria X X X X X X 3. Pronti contro termine X X X X X X 4. Altri X X X X X X
B. Crediti verso banche 59.765 - 58.979 786 69.738 - 11.311 58.427 1. Finanziamenti 59.765 58.979 786 69.738 11.311 58.427
1.1. Conti correnti e deposti liberi 58.979 X 58.979 X 11.311 X 11.311 X 1.2. Depositi vincolati 786 X X 786 58.427 X X 58.427 1.3. Altri finanziamenti: X X X X X X
- Pronti contro termine attivi X X X X X X - Leasing finanziario X X X X X X - Altri X X X X X X
2. Titoli di debito 2.1. Titoli strutturati X X X X X X 2.2. Altri titoli di debito X X X X X X
Totale 59.765 - 58.979 786 69.738 - 11.311 58.427
Legenda FV = fair value VB = valore di bilancio 6.2 Crediti verso banche oggetto di copertura specifica La banca non detiene crediti verso banche oggetto di copertura specifica. 6.3 Leasing finanziario La banca non ha posto in essere operazioni di leasing finanziario nei confronti di altre banche.
________________________________________________________________________________________________ 124 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Sezione 7 – Crediti verso clientela – Voce 70 7.1 Crediti verso clientela: composizione merceologica
Tipologia operazioni/Valori
Totale 2016 Totale 2015 Valore di bilancio Fair value Valore di bilancio Fair value
Non deteriorati
Deteriorati L1 L2 L3
Non deteriorati
Deteriorati L1 L2 L3 Acquistati Altri Acquistati Altri Finanziamenti 55.970 2.660 - - 64.040 55.967 2.015 - - 62.784
1. Conti correnti 2.729 27 X X X 2.692 24 X X X 2. Pronti contro
termine attivi X X X X X X
3. Mutui 38.973 2.478 X X X 39.224 1.856 X X X 4. Carte di
credito, prestiti personali e cessioni del quinto
X X X X X X
5. Leasing finanziario
X X X X X X
6. Factoring X X X X X X 7. Altri
finanziamenti 14.268 155 X X X 14.051 135 X X X
Titoli di debito - - - - - - 8. Titoli
strutturati X X X X X X
9. Altri titoli di debito
X X X X X X
Totale 55.970 2.660 - - 64.040 55.967 2.015 - - 62.784
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 125
7.2 Crediti verso clientela: composizione per debitori/emittenti
Tipologia operazioni/Valori
Totale 2016
Totale 2015
Non deteriorati
Deteriorati Non deteriorati
Deteriorati
Acquistati Altri Acquistati Altri
1. Titoli di debito a) Governi b) Altri Enti pubblici c) Altri emittenti - imprese non
finanziarie
- imprese finanziarie - assicurazioni - altri 2. Finanziamenti
verso: 55.970 2.660 55.967 2.015
a) Governi b) Alti Enti pubblici c) Altri soggetti 55.970 2.660 55.967 2.015 - imprese non
finanziarie 16.094 765 16.369 730
- imprese finanziarie 7.861 7.481 - assicurazioni 5.216 5.082 - altri 26.799 1.895 27.035 1.285
Totale 55.970 2.660 55.967 2.015
7.3 Crediti verso clientela: attività oggetto di copertura specifica. La banca non detiene crediti verso clientela oggetto di copertura specifica. 7.4 Leasing finanziario. La banca non ha in essere contratti di locazione finanziaria con la clientela. Sezione 8 – Derivati di copertura - Voce 80 La banca non detiene strumenti derivati di copertura. Sezione 9 – Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica - Voce 90 La banca non detiene attività finanziarie oggetto di copertura generica. Sezione 10 – Le partecipazioni – Voce 100 Non si rilevano voci avvalorate per le tabelle previste dalla Banca d’Italia, relative alla sezione 10 “Partecipazioni”
________________________________________________________________________________________________ 126 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Sezione 11 - Attività materiali - Voce 110 11.1 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività valutate al costo
Attività/Valori Totale 2016
Totale 2015
1. Attività di proprietà 3.138 2.724
a) terreni 538 538 b) fabbricati 1.927 1.952 c) mobili 184 88 d) impianti elettronici 23 9 e) altre 466 137 2. Attività acquisiste in leasing finanziario a) terreni b) fabbricati c) mobili d) impianti elettronici e) altre
Totale 3.138 2.724 11.2 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al costo
Attività/Valori Totale 2016 Totale 2015
Valore di bilancio
Fair value Valore di bilancio
Fair value L1 L2 L3 L1 L2 L3
1. Attività di proprietà
108 136 108 136
a) terreni 79 107 79 107 b) fabbricati 29 29 29 29 2. Attività
acquisite in leasing finanziario
a) terreni b) fabbricati
Totale 108 136 108 136 11.3 Attività materiali ad uso funzionale: composizione delle attività rivalutate. La banca non detiene attività materiali che siano state rivalutate. 11.4 Attività materiali detenute a scopo di investimento: composizione delle attività valutate al fair value La banca non detiene attività detenute a scopo di investimento che siano state valutate al fair value.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 127
11.5 Attività materiali ad uso funzionale: variazioni annue
Terreni Fabbricati Mobili Impianti
elettronici Altre Totale
A. Esistenze iniziali lorde 543 2.731 400 420 1.229 5.323 A.1 Riduzioni di valore totali nette 5 779 313 410 1.092 2.599 A.2 Esistenze iniziali nette 538 1.952 87 10 137 2.724
B. Aumenti 40 121 25 407 593 B.1 Acquisti 40 121 25 407 593 B.2 Spese per migliorie capitalizzate B.3 Riprese di valore B.4 Variazioni positive di fair value imputate a
a) patrimonio netto
b) conto economico B.5 Differenze positive di cambio
B.6 Trasferimenti da immobili detenuti a scopo di investimento
B.7 Altre variazioni
C. Diminuzioni: 65 24 11 79 179 C.1 Vendite
C.2 Ammortamenti 65 24 11 79 179 C.3 Rettifiche di valore da deterioramento imputate a
a) patrimonio netto b) conto economico C.4 Variazioni negative di fair value imputate a
a) patrimonio netto b) conto economico C.5 Differenze negative di cambio
C.6 Trasferimenti a:
a) attività materiali detenute a scopo di investimento
b) attività in via di dismissione C.7 Altre variazioni
D. Rimanenze finali nette 538 1.927 184 24 465 3.138 D.1 Riduzioni di valore totali nette 5 844 337 421 1.171 2.778 D.2 Rimanenze finali lorde 543 2.771 521 445 1.636 5.916
E. Valutazione al costo
________________________________________________________________________________________________ 128 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
11.6 Attività materiali detenute a scopo di investimento: variazioni annue Non risultano variazioni intervenute sulle attività materiali detenute a scopo di investimento. 11.7 Impegni per acquisto di attività materiali La banca non detiene impegni per acquisto di attività materiali. Sezione 12 – Attività immateriali – Voce 120 12.1 Attività immateriali: composizione per tipologia di attività
Attività/Valori
Totale 2016
Totale 2015
Durata definita
Durata indefinita
Durata definita
Durata indefinita
A.1 Avviamento X X A.2 Altre attività immateriali 7 10
A.2.1 Attività valutate al costo: a) attività immateriali generate
internamente b) Altre attività 7 10
A.2.2 Attività valutate al fair value: a) Attività immateriali generate
internamente
b) Altre attività
Totale 7 10
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 129
12.2 Attività immateriali: variazioni annue
Avviamento
Altre attività immateriali: generate
internamente
Altre attività immateriali: altre
Totale
DEF INDEF DEF INDEF
A. Esistenze iniziali 461 461 A.1 Riduzioni di valore totali nette 451 451 A.2 Esistenze iniziali nette 10 10
B. Aumenti 3 3
B.1 Acquisti 3 3 B.2 Incrementi di attività immateriali interne X B.3 Riprese di valore X B.4 Variazioni positive di fair value:
- a patrimonio netto X - a conto economico X B.5 Differenze di cambio positive B.6 Altre variazioni
C. Diminuzioni 6 6 C.1 Vendite
C.2 Rettifiche di valore 6 6 - Ammortamenti X 6 6 - Svalutazioni:
+ patrimonio netto X + conto economico C.3 Variazioni negative di fair value:
- a patrimonio netto X - a conto economico X C.4 Trasferimenti alle attività non correnti in via di dismissione C.5 Differenze di cambio negative C.6 Altre variazioni
D. Rimanenze finali nette 7 7 D.1 Rettifiche di valore totali nette 457 457 E. Rimanenze finali lorde 464 464
F. Valutazione al costo Legenda DEF: a durata definita INDEF: a durata indefinita
________________________________________________________________________________________________ 130 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Sezione 13 – Le attività fiscali e le passività fiscali – Voce 130 dell’attivo e Voce 80 del passivo 13.1 Attività per imposte anticipate: composizione
2016 2015
Attività materiali ed immateriali 13 12 Attività finanziarie disponibili per la vendita 248 225 Crediti verso clientela 1.057 1.113 Trattamento di fine rapporto 93 65 Perdite su interventi F.I. 11
Totale 1.422 1.415
13.2 Passività per imposte differite: composizione
2016 2015
Immobilizzazioni materiali ed immateriali 21 21 Attività finanziarie disponibili per la vendita 468 777
Totale 489 798
13.3 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del conto economico)
Totale 2016
Totale 2015
1.Importo iniziale 1.238 1.200
2. Aumenti 60 44 2.1 Imposte anticipate rilevate nell’esercizio 60 44
a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) riprese di valore 9 44 d) altre 51
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 56 6 3.1 Imposte anticipate annullate nell’esercizio 56 6
a) rigiri 56 6 b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità c) mutamento di criteri contabili d) altre
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni:
a) trasformazione in crediti d’imposta di cui alla legge n. 214/2011
b) altre 4. Importo finale 1.242 1.238
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 131
13.3.1 Variazioni delle imposte anticipate di cui alla L.214/2011 (in contropartita del conto economico) Totale
2016 Totale 2015
1. Importo iniziale 1.113 1.069 2. Aumenti 44 3. Diminuzioni 56
3.1 Rigiri 56 3.2 Trasformazione in crediti d’imposta
a) Derivante da perdite di esercizio
b) Derivante da perdite fiscali
3.3 Altre diminuzioni 4. Importo finale 1.057 1.113
13.4 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del conto economico)
Totale 2016
Totale 2015
1.Importo iniziale 21 21
2. Aumenti 2.1 Imposte differite rilevate nell’esercizio
a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 3.1 Imposte differite annullate nell’esercizio
a) rigiri b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4 Importo finale 21 21
________________________________________________________________________________________________ 132 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
13.5 Variazioni delle imposte anticipate (in contropartita del patrimonio netto)
Totale 2016
Totale 2015
1.Importo iniziale 177 79
2. Aumenti 40 113 2.1 Imposte anticipate rilevate nell’esercizio 40 113
a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 40 113
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 37 15 3.1 Imposte anticipate annullate nell’esercizio 37 15
a) rigiri 37 15 b) svalutazioni per sopravvenuta irrecuperabilità c) dovute al mutamento di criteri contabili d) altre
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4 Importo finale 180 177
13.6 Variazioni delle imposte differite (in contropartita del patrimonio netto)
Totale 2016
Totale 2015
1.Importo iniziale 777 782
2. Aumenti 203 2.1 Imposte differite rilevate nell’esercizio 203
a) relative a precedenti esercizi b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre 203
2.2 Nuove imposte o incrementi di aliquote fiscali 2.3 Altri aumenti 3. Diminuzioni 309 208
3.1 Imposte differite annullate nell’esercizio 309 208 a) rigiri 309 208 b) dovute al mutamento di criteri contabili c) altre
3.2 Riduzioni di aliquote fiscali 3.3 Altre diminuzioni 4 Importo finale 468 777
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 133
13.7 Altre informazioni Attività per imposte correnti: composizione
2016 2015
Acconti IRES 390 867 Acconti IRAP 110 180 credito d’imposta IRES 92 6
Totale 592 1.053
La voce “credito d’imposta IRES” accoglie la quota di IRAP richiesta, con apposita istanza, a rimborso per gli esercizi 2007, 2009 e 2011 e riferita al costo del personale dipendente ed assimilato della banca, come consentito dal “ decreto semplificazioni” (d.l. 16/2012) Passività per imposte correnti: composizione
2016 2015
Debiti tributari IRES 487 390 Debiti tributari IRAP 153 110
Totale 640 500
________________________________________________________________________________________________ 134 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
La banca non detiene Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione Sezione 15 - Altre attività - Voce 150
15.1 Altre attività: composizione
2016 2015
Partite in corso di lavorazione 1.016 818 Somme da addebitare a clienti 11 5 Ratei e risconti attivi 23 243 Migliorie su immobili non di proprietà 36 Effetti al protesto di terzi 7 14 Assegni al protesto inviati al notaio 8 Fatture vendita da regolare 2 2 Acconti versati per bollo virtuale 222 215 Acconto imposta sostitutiva su capital gain 21 17 Ritenute su ratei certificati di deposito 83 140 Ritenute su ratei obbligazioni emesse 43 98 Compensi Cartasì 50 51 Credito da ritenute su interessi passivi c/c – d/r 57 Ritenute su proventi da OICR 47 Altre partite attive 4 9
Totale 1.622 1.620 Le partite in corso di lavorazione hanno trovato in gran parte sistemazione nei primi giorni dell’esercizio successivo.
Sezione 14 - Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate - Voce 140 dell'attivo e voce 90 del passivo
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 135
Passivo
Sezione 1 - Debiti verso banche - Voce 10
1.1 Debiti verso banche: composizione merceologica
Tipologia operazioni/Valori Totale 2016
Totale 2015
1. Debiti verso banche centrali 2. Debiti verso banche 15.001 15.002 2.1 Conti correnti e depositi liberi 2.2 Depositi vincolati 2.3 Finanziamenti 15.001 15.002 2.3.1Pronti contro termine passivi 2.3.2 Altri 15.001 15.002 2.4 Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 2.5 Altri debiti
Totale 15.001 15.002 Fair value – livello 1 Fair value – livello 2
Fair value – livello 3 15.001 15.002
Totale fair value 15.001 15.002 Tra i debiti verso banche, nella sottovoce 2.3.2 “Finanziamenti – Altri”, figurano le operazioni di finanziamento ricevute da Cassa Centrale per Euro 15.001 mila garantite da Titoli di Stato. 1.2 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti subordinati La banca non detiene verso banche debiti subordinati. 1.3 Dettaglio della voce 10 “Debiti verso banche”: debiti strutturati La banca non detiene verso banche debiti strutturati. 1.4 Debiti verso banche oggetto di copertura specifica La banca non detiene verso banche debiti oggetto di copertura specifica. 1.5 Debiti per leasing finanziario La banca non detiene verso banche debiti per leasing finanziario.
________________________________________________________________________________________________ 136 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Sezione 2 - Debiti verso clientela - Voce 20
2.1 Debiti verso clientela: composizione merceologica
Tipologia operazioni/Valori 2016 2015
1. Conti correnti e depositi liberi 74.583 67.577 2. Depositi vincolati 16.940 17.451 3. Finanziamenti 3.1 Pronti contro termine passivi 3.2 Altri 4. Debiti per impegni di riacquisto di propri strumenti patrimoniali 5. Altri debiti 9 10
Totale 91.532 85.038
Fair value – livello 1 Fair value – livello 2 Fair value – livello 3 91.532 85.038
Totale fair value 91.532 85.038 2.2 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti subordinati La banca non detiene verso clientela debiti subordinati. 2.3 Dettaglio della voce 20 “Debiti verso clientela”: debiti strutturati La banca non detiene verso clientela debiti strutturati. 2.4 Debiti verso clientela oggetto di copertura specifica La banca non detiene verso clientela debiti oggetto di copertura specifica. 2.5 Debiti per leasing finanziario La banca non detiene verso clientela debiti per leasing finanziario.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 137
Sezione 3 - Titoli in circolazione - Voce 30 3.1 Titoli in circolazione: composizione merceologica
Tipologia titoli/Valori
Totale 2016
Totale 2015
Valore bilancio Fair value
Valore bilancio Fair value
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 1
Livello 2
Livello 3
A. Titoli 1. Obbligazioni 17.002 17.402 24.758 25.482
1.1 strutturate 1.2 altre 17.002 17.402 24.758 25.482
2. Altri titoli 26.734 26.734 27.916 27.916 2.1 strutturati 2.2 altri 26.734 26.734 27.916 27.916
Totale 43.736 44.136 52.674 53.398 La sottovoce A.2.2 “Titoli – Altri titoli – altri” si riferisce ai certificati di deposito 3.2 Dettaglio della voce 30 “Titoli in circolazione”: titoli subordinati. La banca non detiene titoli in circolazione subordinati. 3.3 Titoli in circolazione oggetto di copertura specifica La banca non detiene titoli in circolazione oggetto di copertura specifica. Sezione 4 – Passività finanziarie di negoziazione - Voce 40 La banca non detiene passività finanziarie di negoziazione.
________________________________________________________________________________________________ 138 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Sezione 5 – Passività finanziarie valutate al fair value – Voce 50 La banca non detiene passività finanziarie valutate al fair value. Sezione 6 – Derivati di copertura – Voce 60 La banca non detiene passività ascrivibili a derivati di copertura. Sezione 7 – Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica – Voce 70 La banca non detiene passività finanziarie oggetto di copertura generica. Sezione 8 – Passività fiscali – Voce 80 Si rimanda alla sezione 13 dell’attivo. Sezione 9 – Passività associate ad attività in via di dismissione – Voce 90 La banca non detiene passività associate ad attività in via di dismissione. Sezione 10 – Altre passività - Voce 100 10.1 Altre passività: composizione
2016 2015
Debiti verso l'erario e verso altri enti impositori per imposte indirette e dirette 149 219 Partite in corso di lavorazione 36 150 Rettifiche per partite illiquide 615 1.361 Debiti verso fornitori 23 44 Somme a disposizione della clientela o di terzi 70 36 Debiti verso il personale 92 85 Debiti verso enti previdenziali 68 66 Ratei e risconti passivi non riconducibili a voce propria 7 11 Ferie maturate non godute accertate 54 72 Somme a disposizione Fondo Unico Giustizia 8 Somme da erogare per perdite da interventi del Fondo di Risoluzione Nazionale 4
Altre partite passive 152 247 Totale 1.278 2.291
Le partite in corso di lavorazione hanno trovato in gran parte sistemazione nei primi giorni dell’esercizio successivo.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 139
Sezione 11 – Trattamento di fine rapporto del personale – Voce 110 11.1 Trattamento di fine rapporto del personale: variazioni annue
Totale 2016
Totale 2015
A. Esistenze iniziali 1.142 1.099
B. Aumenti 189 98 B.1 Accantonamento dell'esercizio 88 96 B.2 Altre variazioni 101 2 C. Diminuzioni 55 C.1 Liquidazioni effettuate C.2 Altre variazioni 55 D. Rimanenze finali 1.331 1.142
Totale 1.331 1.142 Il saldo di bilancio alla data del 31/12/2016 deriva dall’attualizzazione alla medesima data dei benefici che spetteranno ai dipendenti al momento dell’interruzione del rapporto lavorativo per le prestazioni già rese e per quelle ancora da rendere. Alla data di bilancio, la Banca ha rilevato il fondo TFR secondo quanto previsto dal principio contabile IAS 19, pertanto la voce “D. Rimanenze Finali” del fondo iscritto coincide con il suo Valore Attuariale (Defined Benefit Obligation – DBO). La sottovoce “C.2 Altre variazioni” fa riferimento all’Utile Attuariale determinato per:
• Euro 101 mila dall’utile attuariale generato dalle variazioni delle ipotesi finanziarie. 11.1.2 Descrizione delle principali ipotesi attuariali
Ipotesi attuariali /TFR
2016 2015
Tassi annuo di attualizzazione 1,31% 2,03%
Tasso annuo di inflazione
1,50% per il 2016 1,50% per il 2016 1,80% per il 2017 1,80% per il 2017 1,70% per il 2018 1,70% per il 2018 1,60% per il 2019 1,60% per il 2019
2,00% dal 2020 in poi
2,00% dal 2020 in poi
Il tasso di sconto utilizzato per le valutazioni attuariali al 31 dicembre 2016 è stato determinato con riferimento all’indice Iboxx Corporate AA con duration superiore a 10 anni. Di seguito vengono riportate le informazioni relative all’analisi di sensitività dei principali parametri valutativi sui dati al 31 dicembre 2016.
Tasso Annuo di Inflazione + 0,25% - 0,25%
T.F.R. 1.328 1.268
________________________________________________________________________________________________ 140 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Tasso Annuo di Attualizzazione
+ 0,25% -0,25% T.F.R. 1.258 1.338
Tasso Annuo di Turnover + 1% - 1%
T.F.R. 1.277 1.320 11.2 Altre informazioni Il Fondo trattamento di fine rapporto copre l'ammontare dei diritti maturati, alla data di riferimento del bilancio, del personale dipendente, in conformità alla legislazione vigente e ai contratti collettivi di lavoro e integrativi. Il Fondo di trattamento di fine rapporto calcolato ai sensi dell'art 2120 del Codice Civile ammonta al 31/12/2016 a Euro 1.066.077 e nell'esercizio si è così movimentato: Fondo TFR calcolato ai sensi dell'art 2120 del Codice Civile
Totale 2016 Totale 2015
Fondo iniziale 978 897 Variazioni in aumento 88 83 Variazioni in diminuzione 2 Fondo finale 1.066 978
Sezione 12 – Fondi per rischi ed oneri – Voce 120 12.1 Fondi per rischi ed oneri: composizione La banca non ha rilevato passività ascrivibili tra i fondi per rischi ed oneri. 12.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti 1. Illustrazione delle caratteristiche dei fondi e dei relativi rischi 2. Variazioni nell’esercizio delle passività (attività) nette a benefici definiti e dei diritti di rimborso 3. Informazioni sul fair value delle attività a servizio del piano 4. Descrizione delle principali ipotesi attuariali 5. Informazioni su importo, tempistica e incertezza dei flussi finanziari 6. Piani relativi a più datori di lavoro 7. Piani a benefici definiti che condividono i rischi tra entità sotto controllo comune La banca non ha istituito fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti. 12.4 Fondi per rischi ed oneri – altri fondi La banca non ha istituito altri fondi a copertura di rischi ed oneri. Sezione 13 – Azioni rimborsabili - Voce140 La banca non detiene passività costituite da azioni rimborsabili.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 141
Sezione 14 - Patrimonio dell'impresa - Voci 130, 150, 160, 170, 180, 190 e 200 14.1 “Capitale” e “Azioni Proprie”: composizione
Voci/Valori 2016 2015
Capitale (euro) 16.800.000 16.800.000 Numero azioni ordinarie: 240 240 da nominale: (euro) cadauna 70.000 70.000 azioni proprie: (euro) 4.800.000 4.800.000 Riserve 20.201.009 19.938.198
Le azioni sono nominative ed indivisibili. Gli aumenti di capitale saranno deliberati dall’Assemblea straordinaria dei soci, secondo le modalità e nelle misure dalla stessa indicate. 14.2 Capitale - Numero azioni: variazioni annue
Voci/Tipologie Ordinarie Altre A. Azioni esistenti all'inizio dell'esercizio 240 - interamente liberate 240 - non interamente liberate A.1 Azioni proprie (-) 32 A.2 Azioni in circolazione: esistenze iniziali 240
B. Aumenti B.1 Nuove emissioni - a pagamento: - operazioni di aggregazioni di imprese - conversione di obbligazioni - esercizio di warrant - altre - a titolo gratuito: - a favore dei dipendenti - a favore degli amministratori - altre B.2 Vendita di azioni proprie B.3 Altre variazioni C. Diminuzioni C.1 Annullamento C.2 Acquisto di azioni proprie C.3 Operazioni di cessione di imprese C.4 Altre variazioni D. Azioni in circolazione: rimanenze finali 240 D.1 Azioni proprie (+) 32 D.2 Azioni esistenti alla fine dell'esercizio 208 - interamente liberate 208 - non interamente liberate
________________________________________________________________________________________________ 142 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
14.3 Capitale: altre informazioni Nessuna operazione sul capitale è stata effettuata nell’esercizio.
14.4 Riserve di utili: altre informazioni Si riporta in base a quanto richiesto dallo IAS 1, paragrafo 76, lett. b) una descrizione della natura e scopo di ciascuna riserva inclusa nel patrimonio netto. - Riserva legale alimentata da utili accantonati ai sensi dell’articolo 2430 del c.c. e dell’articolo 27 dello statuto sociale, ammonta a 572 mila euro. - Riserva statutaria prevista dall’articolo 27 dello statuto sociale ammonta a 8.408 mila euro - Altre riserve per 11.046 mila euro alimentate da utili accantonati ai sensi dell’articolo 27 dello statuto sociale, dalle azioni proprie, dalla riclassifica del Fondo Rischi Bancari generali previsto dall’articolo 11 D.Lgs 271/1992 n° 87 pari a 3.900 mila euro, dei Fondi Rischi su Crediti, del Fondo Oscillazione Titoli, del Fondo impegno verso il F.I.T.D., al netto della rettifica di 203 mila euro rilevata in sede di “FTA” , degli avanzi esercizi precedenti riportati a nuovo per Euro 368 mila, degli utili da valutazione IAS 19 revised e del differenziale utile IAS 2005, pari a 10 mila euro.
14.5 Strumenti di capitale: composizione e variazioni annue
La banca non detiene strumenti di capitale.
14.6 Altre informazioni
Non si rilevano voci avvalorate per la tabella, prevista dalla Banca d’Italia, 14.6 “Altre informazioni”.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 143
In conformità a quanto disposto all'articolo 2427, n. 7-bis C.C., si riporta di seguito il dettaglio della composizione del patrimonio netto della Banca, escluso l'utile di esercizio, con l'evidenziazione dell'origine, del grado di disponibilità e distribuibilità delle diverse poste.
Descrizione Importo al 31.12.2016
possibilità di utilizzazione
(*)
Utilizzi effettuati nel 2016 e nei tre periodi
precedenti
per coperture perdite
per altre ragioni
importo
Capitale sociale: 16.800 A
Riserve di capitale:
Riserva da sovrapprezzo azioni
Altre riserve:
Riserva legale 572 A, B non ammessa in quanto indivisibile
Riserve di rivalutazione monetaria
non ammessa in quanto indivisibile
Altre riserve 8.467 A, B non presente
Altre riserve indisponibili: azioni proprie
4.800 B non presente non presente
Utili a nuovo 368 A,B,C non presente non presente
Azioni proprie (4.800) non presente non presente non presente
Riserva FTA 5.994 D.lgs 38/2005, art.7 comma 2
non presente non presente
Riserva AFS
864 B non presente non presente
Riserva TFR
(192)
Totale 32.873
Legenda: (*) A: per aumento di capitale; B: per copertura perdite; C: per distribuzione ai soci
________________________________________________________________________________________________ 144 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Altre informazioni 1. Garanzie rilasciate e impegni
Operazioni Importo 2016
Importo 2015
1) Garanzie rilasciate di natura finanziaria
811 349
a) Banche 726 258 b) Clientela 85 91 2) Garanzie rilasciate di
natura commerciale 304 289
a) Banche b) Clientela 304 289 3) Impegni irrevocabili a
erogare fondi
a) Banche i) a utilizzo certo ii) a utilizzo incerto b) Clientela
i) a utilizzo certo ii) a utilizzo incerto
4) Impegni sottostanti ai derivati si crediti: vendite di protezione
5) Attività costituite in garanzia di obbligazioni di terzi
6) Altri impegni Totale 1.115 638
2. Attività costituite a garanzia di proprie passività ed impegni
Portafogli
Importo 2016
Importo 2015
1.Attività finanziarie detenute per la negoziazione
2.Attività finanziarie valutate al fair value
3.Attività finanziarie disponibili per la vendita
18.542 19.614
4.Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
5.Crediti verso banche 6.Crediti verso clientela 7.Attività materiali Le attività a garanzia si riferiscono alle operazioni di finanziamento e affidamento ottenute da Cassa Centrale Banca.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 145
4. Gestione e intermediazione per conto terzi
Tipologia servizi Importo
1. Esecuzione di ordini per conto della clientela a) acquisti 1. regolati 2. non regolati b) vendite 1. regolate 2. non regolate 2. Gestioni di portafogli a) individuali b) collettive 3. Custodia e amministrazione di titoli 82.726 a) titoli di terzi in deposito: connessi con lo svolgimento di banca depositaria (escluse le gestioni di portafogli) 1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 2. altri titoli b) titoli di terzi in deposito (escluse gestioni di portafogli): altri 26.437
1. titoli emessi dalla banca che redige il bilancio 19.391 2. altri titoli 7.046 c) titoli di terzi depositati presso terzi 85 d) titoli di proprietà depositati presso terzi 56.289 4. Altre operazioni
5. Attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari
La banca non detiene attività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari. 6. Passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari
La banca non ha in essere passività finanziarie oggetto di compensazione in bilancio, oppure soggette ad accordi-quadro di compensazione o ad accordi similari. 7. Operazioni di prestito titoli La banca non ha posto in essere operazioni di prestito titoli. 8. Informativa sulle attività a controllo congiunto La banca non detiene attività a controllo congiunto.
________________________________________________________________________________________________ 146 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
PARTE C- INFORMAZIONI SUL CONTO ECONOMICO
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 147
Sezione 1 – Gli interessi – Voci 10 e 20 1.1 Interessi attivi e proventi assimilati: composizione
Voci/Forme tecniche Titoli di debito Finanziamenti Altre
operazioni Totale 2016
Totale 2015
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione
23 23 23
2. Attività finanziarie disponibili per la vendita
708 708 854
3. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza
266 266 211
4. Crediti verso banche 832 832 1.125 5. Crediti verso clientela 134 2.362 2.496 2.663 6. Attività finanziarie valutate al fair
value
7. Derivati di copertura X X 8. Altre attività X X
Totale 1.131 3.194 4.325 4.876 Gli interessi attivi maturati al 31 dicembre 2016 su posizioni deteriorate, compresi nel punto “ 5. Crediti verso clientela” ammontano complessivamente a euro 121.270 e comprendono anche gli interessi su sofferenze che sono stati considerati solo per la parte effettivamente incassata, pari ad euro 40.383 . 1.2 Interessi attivi e proventi assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura La banca non ha posto in essere operazioni di copertura. 1.3 Interessi attivi e proventi assimilati: altre informazioni Gli interessi attivi passano da 4.876 mila euro a 4.325 mila euro con un decremento dell’ 11,29%. 1.3.1 Interessi attivi su attività finanziarie in valuta
Sulle attività in valuta detenute dalla banca, rappresentate da conti correnti accesi presso Cassa Centrale Banca, si registra una minima rilevanza di interessi dell’ammontare di euro 2. 1.3.2 Interessi attivi su operazioni di leasing finanziario La banca non ha posto in essere operazioni di leasing finanziario.
________________________________________________________________________________________________ 148 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
1.4 Interessi passivi e oneri assimilati: composizione
Voci/Forme tecniche Debiti Titoli Altre operazioni Totale 2016
Totale 2015
1. Debito verso banche centrali X 2. Debiti verso banche (4) X (4) (12) 3. Debiti verso clientela (179) X (179) (288) 4. Titoli in circolazione X (762) (762) (1.173) 5. Passività finanziarie di negoziazione 6. passività finanziarie valutate al fair value 7. Altre passività e fondi X X 8. Derivati di copertura X X
Totale (183) (762) (945) (1.473) 1.5 Interessi passivi e oneri assimilati: differenziali relativi alle operazioni di copertura La banca non ha posto in essere operazioni di copertura. 1.6 Interessi passivi e oneri assimilati: altre informazioni Gli interessi passivi passano da 1.473 mila euro a 945 mila euro con un decremento pari al 35,84%. 1.6.1 Interessi passivi su passività in valuta La banca non detiene passività in valuta. 1.6.2 Interessi passivi su passività per operazioni di leasing finanziario La banca non detiene rapporti di locazione finanziaria passiva.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 149
Sezione 2 - Le commissioni - Voci 40 e 50 2.1 Commissioni attive: composizione
Tipologia servizi/Valori Totale 2016
Totale 2015
a) garanzie rilasciate 5 6
b) derivati su crediti
c) servizi di gestione, intermediazione e consulenza: 21 13
1. negoziazione di strumenti finanziari 2. negoziazione di valute 3. gestioni di portafogli 3.1. individuali 3.2. collettive 4. custodia e amministrazione di titoli 3 3 5. banca depositaria 6. collocamento di titoli 2 1 7. attività di ricezione e trasmissione di ordini 16 9 8. attività di consulenza 8.1. in materia di investimenti 8.2. In materia di struttura finanziaria 9. distribuzione di servizi di terzi 9.1. gestioni di portafogli 9.1.1. individuali 9.1.2. collettive 9.2. prodotti assicurativi 9.3. altri prodotti d) servizi di incasso e pagamento 175 181
e) servizi di servicing per operazioni di cartolarizzazione
f) servizi per operazioni di factoring
g) esercizio di esattorie e ricevitorie
h) attività di gestione di sistemi multilaterali di negoziazione
i) tenuta e gestione dei conti correnti 229 212
j) altri servizi 78 90
Totale 508 502
________________________________________________________________________________________________ 150 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
2.2 Commissioni attive: canali distributivi dei prodotti e servizi
Canali/Valori Totale 2016
Totale 2015
a) presso propri sportelli 2 1 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 2 1 3. servizi e prodotti di terzi b) offerta fuori sede: 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 3. servizi e prodotti di terzi c) altri canali distributivi: 1. gestioni di portafogli 2. collocamento di titoli 3. servizi e prodotti di terzi
2.3 Commissioni passive: composizione
Servizi/Valori Totale 2016
Totale 2015
a) garanzie ricevute b) derivati su crediti c) servizi di gestione e intermediazione: (75) (5) 1. negoziazione di strumenti finanziari (72) (2) 2. negoziazione di valute 3. gestioni di portafogli:
3.1 proprie 3.2 delegate da terzi
4. custodia e amministrazione di titoli (3) (3) 5. collocamento di strumenti finanziari 6. offerta fuori sede di strumenti finanziari, prodotti e servizi d) servizi di incasso e pagamento (35) (27) e) altri servizi (2) (9)
Totale (112) (41)
Sezione 3 – Dividendi e proventi simili – Voce 70 3.1 Dividendi e proventi simili: composizione
Voci/Proventi
Totale 2016
Totale 2015
Div
iden
di
Prov
enti
da
quot
e di
O
.I.C
.R.
Div
iden
di
Prov
enti
da
quot
e di
O
.I.C
.R.
A. Attività finanziarie detenute per la negoziazione B. Attività finanziarie disponibili per la vendita 60 5 10 3 C. Attività finanziarie valutate al fair value D. Partecipazioni X X
Totale 60 5 10 3
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 151
Sezione 4 – Il risultato netto dell’attività di negoziazione - Voce 80
4.1 Risultato netto dell'attività di negoziazione: composizione
Operazioni/Componenti reddituali
Plusvalenze (A)
Utili da negoziazione
(B)
Minusvalenze (C)
Perdite da negoziazione
(D)
Risultato netto
[(A+B)-(C+D)]
1. Attività finanziarie di negoziazione
2 14 (12) 4
1.1 Titoli di debito 2 2 1.2 Titoli di capitale (12) (12) 1.3 Quote di O.I.C.R. 1.4 Finanziamenti 1.5 Altre 14 14
2. Passività finanziarie di negoziazione
2.1 Titoli di debito 2.2 Debiti 2.3 Altre
3. Attività e passività finanziarie: differenze di cambio
X X X X
4. Strumenti derivati
4.1 Derivati finanziari: - Su titoli di
debito e tassi di interesse
- Su titoli di capitale e indici azionari
- Su valute e oro X X X X - Altri
4.2 derivati su crediti Totale 2 14 (12) 4
________________________________________________________________________________________________ 152 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Sezione 5 – Il risultato netto dell'attività di copertura - Voce 90 La banca non ha posto in essere attività di copertura pertanto non risultano evidenze da risultato netto di tali attività.
Sezione 6 - Utili (perdite) da cessione/riacquisto - Voce 100 6.1 Utili (Perdite) da cessione/riacquisto: composizione
Voci/Componenti reddituali
Totale 2016
Totale 2015
Util
i
Perd
ite
Ris
ulta
to
nett
o
Util
i
Perd
ite
Ris
ulta
to
nett
o
Attività finanziarie 1.427 (19) 1.408 818 818 1. Crediti verso banche 2. Crediti verso clientela 3. Attività finanziarie disponibili per la
vendita 1.427 (19) 1.408 818 818 3.1 Titoli di debito 1.253 (14) 1.239 761 761 3.2 Titoli di capitale 9 (5) 4 3.3 Quote di O.I.C.R. 165 165 57 57 3.4 Finanziamenti 4. Attività finanziarie detenute sino
alla scadenza
Totale attività 1.427 (19) 1.408 818 818
Passività finanziarie 1. Debiti verso banche 2. Debiti verso clientela 3. Titoli in circolazione Totale passività
Sezione 7 – Il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value - Voce 110 La banca non detiene attività o passività finanziarie valutate al fair value e pertanto non si evidenziano variazioni nette di valore.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 153
Sezione 8 – Le rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento –Voce 130 8.1 Rettifiche di valore nette per deterioramento di crediti: composizione
Operazioni/Componenti reddituali
Rettifiche di valore (1)
Riprese di valore (2)
Totale 2016
(3)= (1)-(2)
Totale 2015
Specifiche
Di portafoglio
Specifiche Di
portafoglio
Canc
ella
zion
i
Altr
e
A B A B
A. Crediti verso banche - Finanziamenti - Titoli di debito B. Crediti verso clientela (1) (492) (121) 86 168 134 (226) (523)
Crediti deteriorati acquistati
X X
- Finanziamenti X X - Titoli di debito
Altri crediti (1) (492) (121) 86 168 134 (226) (523) - Finanziamenti (1) (492) (121) 86 168 134 (226) (523) - Titoli di debito C. Totale (1) (492) (121) 86 168 134 (226) (523)
Legenda A= da interessi B= altre riprese
________________________________________________________________________________________________ 154 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
8.2 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione
Operazioni/ Componenti reddituali
Rettifiche di valore (1)
Riprese di valore (2)
Totale 2016 (3) = (1)-
(2)
Totale 2015
Specifiche
Specifiche
Cancellazioni Altre A B
A. Titoli di debito
B. Titoli di capitale (670) X X (670) C. Quote di OICR X (10) D. Finanziamenti a
banche E. Finanziamenti a
clientela
F. Totale (670) (670) (10)
Legenda A= da interessi B= altre riprese 8.3 Rettifiche di valore nette per deterioramento di attività finanziarie detenute sino alla scadenza: composizione Non si evidenziano rettifiche di valore operate sulle attività finanziare detenute sino alla scadenza. 8.4 Rettifiche di valore nette per deterioramento di altre operazioni finanziarie: composizione
Operazioni/Componenti reddituali
Rettifiche di Valore (1)
Riprese di valore (2)
Totale 2016
Totale 2015
Specifiche
Di portafoglio
Specifiche Di Portafoglio
Canc
ella
zion
i
Altr
e
A B A B
A. Garanzie rilasciate
B. Derivati su crediti
C. Impegni ad erogare fondi (40) (40)
D. Altre operazioni
E. Totale (40) (40) Legenda A= da interessi B= altre riprese
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 155
Sezione 9 – Le spese amministrative - Voce 150 9.1 Spese per il personale: composizione
Tipologia di spese/Valori Totale 2016
Totale 2015
1) Personale dipendente (1.532) (1.474) a) salari e stipendi (1.068) (1.010) b) oneri sociali (289) (272) c) indennità di fine rapporto d) spese previdenziali e) accantonamento al trattamento di fine rapporto del personale (91) (86) f) accantonamento al fondo trattamento di quiescenza e obblighi simili: - a contribuzione definita - a benefici definiti g) versamenti ai fondi di previdenza complementare esterni - a contribuzione definita - a benefici definiti h) costi derivanti da accordi di pagamento basati su proprie strumenti
patrimoniali
i) altri benefici a favore dei dipendenti (84) (106) 2) Altro personale in attività (24) (30) 3) Amministratori e sindaci (183) (209) 4) Personale collocato a riposo 5) Recuperi di spese per dipendenti distaccati presso altre aziende 6) Rimborsi di spese per dipendenti di terzi distaccati presso la società
Totale (1.739) (1.713)
9.2 Numero medio dei dipendenti per categoria Personale dipendente: 27
a) dirigenti 1 b) quadri direttivi 5 c) restante personale dipendente 21 Altro personale (amministratori e sindaci)
7
9.3 Fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti: costi e ricavi Non sono presenti costi o ricavi ascrivibili a fondi di quiescenza aziendali a benefici definiti. 9.4 Altri benefici a favore dei dipendenti La voce comprende essenzialmente l’onere per “buoni mensa”, oneri assicurativi, polizze infortuni dipendenti, corsi di formazione ed accantonamento per ferie non godute.
________________________________________________________________________________________________ 156 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
9.5 Altre spese amministrative: composizione 2016 2015 - Spese informatiche (8) (8) - Spese per immobili/mobili: fitti e canoni passivi (14) (7) - Spese per immobili/mobili: altre spese (38) (35) - Spese per acquisto di beni e servizi non professionali (670) (607) - Spese per acquisto di beni e servizi professionali (198) (173) - Premi assicurativi (19) (18) - Spese pubblicitarie (33) (26) - Imposte indirette e tasse (267) (259) - Altre (180) (177)
Totale (1.427) (1.310) Sezione 10 – Accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri – Voce 160 10.1 Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri: composizione
Non sono presenti accantonamenti netti ai fondi per rischi ed oneri Sezione 11 – Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali - Voce 170 11.1 Rettifiche di valore nette su attività materiali: composizione
Attività/Componente reddituale Ammortamento (a)
Rettifiche di valore per deterioramento
(b)
Riprese di valore
(c)
Risultato netto
(a + b - c)
A. Attività materiali (179) (179) A.1 Di proprietà (179) (179) - Ad uso funzionale (179) (179) - Per investimento A.2 Acquisite in leasing finanziario - Ad uso funzionale - Per investimento Totale (179) (179)
Sezione 12 – Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali - Voce 180 12.1 rettifiche di valore nette su attività immateriali: composizione
Attività/Componente reddituale Ammortamento (a)
Rettifiche di valore per
deterioramento (b)
Riprese di valore
(c)
Risultato netto
(a + b - c)
A. Attività immateriali (6) (6) A.1 Di proprietà (6) (6) - Generate internamente dall'azienda - Altre (6) (6) A.2 Acquisite in leasing finanziario Totale (6) (6)
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 157
Sezione 13 – Gli altri oneri e proventi di gestione - Voce 190 13.1 Altri oneri di gestione: composizione
2016 2015
Insussistenze e sopravvenienze non riconducibili a voce propria (13) (1)
L’importo è costituito in prevalenza da oneri di mediazione per controversie verso clientela, da accollo costi di polizze clientela nonchè da partite minime di contribuzioni ed imposte indirette relative a precedenti esercizi. 13.2 Altri proventi di gestione: composizione
2016 2015
Recupero imposte e tasse 234 234 Fitti e canoni attivi 11 11 Recuperi di spese su depositi e c/c 1 1 Altri recuperi di spese 186 122 Totale 432 368
Sezione 14 – Utili (Perdite) delle partecipazioni – Voce 210 Non si evidenziano utili o perdite ascrivibili alle partecipazioni. Sezione 15 – Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali – Voce 220 Non risultano evidenze da valutazione al fair value (o al valore rivalutato) della attività materiali ed immateriali. Sezione 16 – Rettifiche di valore dell'avviamento – Voce 230 Non sono state effettuate rettifiche di valore sull’avviamento. Sezione 17 – Utili (Perdite) da cessione di investimenti – Voce 240 Non si evidenziano utili o perdite da cessione di investimenti.
________________________________________________________________________________________________ 158 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Sezione 18 - Le imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente - Voce 260
18.1 Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente: composizione
Componenti reddituali/Valori Totale 2016
Totale 2015
1. Imposte correnti (-) (640) (500) 2. Variazioni delle imposte correnti dei precedenti esercizi (+/-) 3. Riduzione delle imposte correnti nell’esercizio (+)
3.bis Riduzione delle imposte correnti dell’esercizio per crediti d’imposta di cui alla legge n. 214/2011 (+)
4. Variazione delle imposte anticipate (+/-) (5) 44 5. Variazione delle imposte differite (+/-) 6. Imposte di competenza dell’esercizio (-) (-1+/-2+3+3 bis+/-4+/-5) (645) (456)
La variazione della fiscalità differita dell’anno 2016 è essenzialmente dovuta alla somma algebrica delle imposte anticipate rilevate e riversate al 31.12.2016. L’importo include, tra le altre, le imposte anticipate determinate sull’impairment dei titoli azionari afs e sulle perdite per interventi F.I. ed è al netto dei riversamenti delle imposte anticipate intervenuti sulle svalutazioni dei crediti non dedotte nei precedenti esercizi. Le aliquote Ires ed Irap impiegate per la quantificazione delle imposte correnti e della fiscalità differita sono rispettivamente pari al 27,50% e al 5,72%. 18.2 Riconciliazione tra onere fiscale teorico e onere fiscale effettivo di bilancio Le imposte sono calcolate nella misura del 27,5% per l’IRES e del 5,72% per l’IRAP. Il totale del carico fiscale dell’anno può essere riconciliato all’utile d’esercizio come segue: IRES Imponibile Imposta Onere fiscale teorico 1.385 381 Variazioni in aumento 919 253 Variazioni in diminuzione (534) (147) Onere fiscale effettivo 1.770 487 IRAP Imponibile Imposta Onere fiscale teorico 1.385 79 Variazioni in aumento 2.745 157 Variazioni in diminuzione (1.447) (83) Onere fiscale effettivo 2.683 153 Totale onere fiscale effettivo 640 IRES Le principali variazioni in aumento riguardano l’impairment sui titoli azionari e gli interessi passivi. Le principali variazioni in diminuzione riguardano la quota deducibile delle svalutazioni crediti effettuate nei precedenti esercizi, la quota non imponibile dei dividendi percepiti e la quota IRAP relativa alle spese del personale dipendente (e assimilato). IRAP Le principali variazioni in aumento riguardano gli interessi passivi, le quote non deducibili degli ammortamenti e delle altre spese amministrative. Le principali variazioni in diminuzione riguardano il costo del personale a tempo indeterminato, le svalutazioni crediti dell’esercizio e la quota deducibile delle svalutazioni crediti effettuate nei precedenti esercizi.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 159
Sezione 19 – Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte – Voce 280 La banca non ha realizzato utili o perdite sulle attività/passività in via di dismissione. Sezione 20 – Altre informazioni Non risultano ulteriori informazioni rispetto a quelle stabilite dai principi contabili internazionali. Sezione 21– Utile per azione La presente sezione non viene redatta in quanto la banca non è tenuta alla sua compilazione.
________________________________________________________________________________________________ 160 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
PARTE D – REDDITIVITA’ COMPLESSIVA
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 161
PROSPETTO ANALITICO DELLA REDDITIVITA’ COMPLESSIVA
Voci Importo Lordo
Imposta sul
reddito
Importo Netto
10. Utile (Perdita) d’esercizio 1.385 (645) 740 Altre componenti reddituali senza rigiro a conto
economico
20. Attività materiali 30. Attività immateriali 40. Piani a benefici definiti (101) 28 (73) 50. Attività non correnti in via di dismissione 60. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni valutate
a patrimonio netto
Altre componenti reddituali con rigiro a conto economico
70. Copertura di investimenti esteri: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 80. Differenze di cambio: a) variazioni di valore b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 90. Copertura dei flussi finanziari: a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 100. Attività finanziarie disponibili per la vendita: (889) 294 (595) a) variazioni di fair value (1.153) 206 (947) b) rigiro a conto economico 264 88 352 - rettifiche da deterioramento 641 (37) 604 - utili/ perdite da realizzo (377) 125 (252) c) altre variazioni 110. Attività non correnti in via di dismissione a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico c) altre variazioni 120. Quota delle riserve da valutazione delle partecipazioni
valutate a patrimonio netto:
a) variazioni di fair value b) rigiro a conto economico - rettifiche da deterioramento - utili/perdite da realizzo c) altre variazioni 130. Totale altre componenti reddituali (990) 322 (668) 140. Redditività complessiva (Voce 10+130) 395 (323) 72
________________________________________________________________________________________________ 162 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
PARTE E -INFORMAZIONI SUI RISCHI E SULLE RELATIVE POLITICHE DI COPERTURA
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 163
L’Informativa al pubblico prevista ai sensi delle disposizioni di vigilanza per le banche (Circ. nr.
285 del 17 dicembre 2013), è pubblicata sul sito della Banca all’indirizzo www.bancacapasso.it
oltre che sul totem informativo, accessibile alla clientela, presente presso ogni filiale della
Banca.
Sezione 1 – Rischio di Credito
Informazioni di natura qualitativa
1. Aspetti Generali
La Banca Capasso Antonio ha sempre storicamente considerato come prioritario, nella gestione e nella formulazione delle scelte strategiche della Banca, un costante presidio sulla qualità dell’attivo. Da questo principio, che ha sempre caratterizzato la Banca, discendono politiche creditizie, strumenti e soluzioni organizzative che coniugano le esigenze di business con l’esigenza di mantenere elevata la qualità dei crediti.
Il dimensionamento del credito è anzitutto correlato alle necessità di due specifici segmenti di clientela: le famiglie e la piccola imprenditoria. La banca privilegia i finanziamenti alle piccole imprese che necessitano di un interlocutore di riferimento, in grado di comprenderne le esigenze e di soddisfarle con riconosciute doti di competenza, di efficienza e di velocità di esecuzione. In tale contesto, l’azione di supporto è improntata alla prudenza e all’instaurazione con le controparti affidatarie di un rapporto dialettico, fondato sulla reciproca fiducia e sulla trasparenza ed è finalizzata ad avvalorare una relazione di lungo periodo.
Lo specifico obiettivo di mantenere i rischi entro limiti tradizionalmente bassi spinge la banca a favorire le iniziative di contenuto economico – produttivo e a limitare, per quanto possibile, gli impieghi nei comparti di matrice prettamente finanziaria.
L’attività di erogazione prevede la separazione tra le funzioni del proponente e quella deliberante le concessioni creditizie, ad eccezione dei Preposti delle Filiali, a cui è concesso una delega, seppur per importi limitati.
L’attività di concessione è accentrata nel Consiglio di Amministrazione, nell’Amministratore delegato, nella Direzione centrale e nei Titolari delle Filiali.
Nel 2016 l’attività di concessione per numero di pratiche ed importi, ripartita per organo deliberante, è stata la seguente:
FIDI DELIBERATI NEL 2016
ORGANO DELIBERANTE N. FIDI % FIDI IMPORTO % IMPORTO
Consiglio di Amministrazione 83 9,49% 10.461.597,19 52,24%
Amministratore Delegato 36 4,11% 1.786.292,45 8,92%
Direttore Centrale 119 13,60% 2.307.129,13 11,52%
Vice Direttore Vicario 98 11,20% 1.087.600,00 5,43%
Vice Direttore 348 39,77% 2.693.441,40 13,45%
Preposto della Filiale di Piedimonte Matese 126 14,40% 1.018.497,53 5,09%
Preposto della Filiale di Pietramelara 65 7,43% 672.950,00 3,36%
TOTALI 875 100,00% 20.027.507,70 100,00%
________________________________________________________________________________________________ 164 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
2. Politiche di gestione del rischio di credito
2.1 Aspetti Organizzativi
La politica creditizia, tradizionalmente improntata a un’ampia diversificazione nella distribuzione delle risorse, è volta a realizzare una composizione del portafoglio crediti tale da minimizzare il rischio allo stesso associato.
Le partite creditorie più significative sono oggetto di un monitoraggio assiduo e approfondito.
I soggetti principalmente coinvolti nel processo creditizio sono:
− Consiglio di Amministrazione: sovrintende e sorveglia la corretta allocazione delle risorse finanziarie e in particolare provvede a:
- definire gli orientamenti strategici e le politiche creditizie;
- fissare i criteri per la rilevazione, gestione e valutazione dei rischi;
- approvare la struttura delle deleghe deliberative e controllare che le stesse siano esercitate correttamente;
- verificare che l’Alta Direzione, in coerenza con i rischi assunti, definisca un confacente assetto organizzativo, stabilisca in modo chiaro e appropriato compiti e responsabilità delle varie funzioni e ne verifichi periodicamente l’adeguatezza e la funzionalità;
Inoltre, delibera nell’ambito della propria autonomia.
− Collegio Sindacale: nell’ambito delle proprie funzioni istituzionali di sorveglianza, vigila sul grado di adeguatezza del sistema di gestione e controllo del rischio di credito adottato, sul suo concreto funzionamento e sulla rispondenza ai requisiti stabiliti dalla normativa.
− Alta Direzione - Amministratore delegato: dà attuazione alle strategie e alle politiche stabilite dal Consiglio di Amministrazione e in particolare provvede a:
- predisporre regole, attività, procedure e strutture organizzative atte ad assicurare l’adozione e il mantenimento di un efficiente processo del credito e di un solido sistema di controllo dei rischi insiti nel medesimo;
- verificare l’adeguatezza e la funzionalità delle componenti succitate; - assumere gli interventi necessari per eliminare le carenze e le disfunzioni eventualmente rilevate; - comunicare alle funzioni organizzative gli obiettivi e le politiche che intende perseguire.
Inoltre delibera nell’ambito della propria autonomia.
− Direzione Centrale: spetta l’attività di indirizzo delle Filiali, alle quali assicura un fondamentale supporto nello sviluppo delle relazioni con la clientela e nella gestione delle posizione che presentino elementi di criticità. Esamina le proposte di affidamento di competenza degli organi centrali, esprime un parere di merito e delibera quelle di propria competenza.
− Le Filiali: ad esse è attribuito il precipuo compito di sviluppare le relazioni di lavoro. Gestiscono la relazione con il cliente affidato/affidando acquisendo tutta la documentazione necessaria per la valutazione del merito creditizio; operano una preventiva selezione delle richieste e predispongono la relativa domanda di affidamento, deliberando quelle di propria competenza. Concorrono al monitoraggio delle posizioni affidate al fine di individuare con tempestività quelle che presentano eventuali segnali di degrado e, a scadenze pre-definite, procedono ad un’attività di revisione. In caso di anomalia, di concerto con gli uffici centrali, mettono in atto nei confronti della controparte gli opportuni interventi. Le Filiali inoltre deliberano nell’ambito della propria autonomia.
− Area Crediti: supporta gli organi deliberanti attraverso la ricezione dalla periferia delle pratiche di affidamento, verificandone la correttezza e completezza formale. All’Area Crediti è demandata l’istruttoria delle pratiche di affidamento, durante la quale si svolge l’analisi delle informazioni relative alla clientela, di
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carattere qualitativo e quantitativo. Tali informazioni si concretizzano nell’espressione di un giudizio finale di valutazione del merito di credito del cliente. L’Area provvede alla gestione amministrativa delle pratiche. In particolare, procede al caricamento negli archivi elettronici degli affidamenti deliberati e delle garanzie che li assistono, previa la verifica della conformità di queste ultime al contenuto della delibera di affidamento. Cura il perfezionamento delle operazioni di mutuo.
Nell’ambito del contenzioso, garantisce la tutela della banca. In particolare per le posizioni a “sofferenza” si attiva nei confronti del legale per lo svolgimento delle azioni giudiziali necessarie al recupero dei crediti. Effettua il monitoraggio delle posizioni affidate, individua quelle che presentano segnali di anomalia e, in funzione della gravità degli stessi, le pone sotto sorveglianza. Rileva le partite che, manifestando anomalie, potrebbero presentare situazioni di accresciuta rischiosità e, conseguentemente, le segnala alle funzioni competenti.
− Funzione di Risk Management: definisce le metodologie di misurazione del rischio di credito; verifica la sussistenza delle garanzie sui crediti in portafoglio, eventualmente su base campionaria; verifica l’andamento delle posizioni anomali nel portafoglio della Banca di concerto con l’Area Crediti; monitora costantemente il livello di esposizione al rischio di credito verificando il raggiungimento dei limiti e delle soglie di attenzione definite; monitora nel continuo i profili di adeguatezza patrimoniale, sulla base delle più aggiornate fonti disponibili, effettuando proiezioni di orizzonte annuale al fine di verificarne il rispetto del livello atteso.
− Funzione Compliance: cura il rispetto della normativa interna ed esterna.
− Internal Auditing: controlla l’efficacia e l’efficienza dei processi nonché l’affidabilità e la completezza dello stesso. In particolare, controlla il rispetto dei criteri per la corretta classificazione dei crediti.
L’intero processo riguardante il merito creditizio (istruttoria, erogazione, monitoraggio delle posizioni, revisione delle linee di credito, interventi in caso di anomalia) risulta dal Regolamento del processo del
Credito, approvato dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 27 gennaio 2011, dove è disciplinato, tra l’altro, l’aspetto riguardante l’individuazione e il monitoraggio delle esposizioni oggetto di concessione (forborne credit).
L’erogazione del credito a clientela è disciplinata da un’apposita normativa quadro sui poteri delegati, approvata dal Consiglio di Amministrazione, nella quale sono chiaramente individuati i soggetti responsabili e i limiti entro cui possono operare. Tale normativa è soggetta a revisione periodica.
I crediti erogati, sotto qualsiasi forma ed importo, vengono portati a conoscenza del Consiglio di Amministrazione, mensilmente, unitamente alle indisponibilità e agli extra-fidi concessi.
Il Consiglio di Amministrazione ha adottato la “Policy sulle Operazioni di Maggior Rilievo”8 al fine di individuare quelle operazioni che, a fronte della controparte e della tipologia di operazione, identifica il valore dell’operazione al di sopra del quale è richiesto l’intervento della Funzione di Risk Management (risk opinion).
Il Consiglio di Amministrazione ha adottato la Policy per la gestione del rischio di credito, che detta le linee guida per l’assunzione e la gestione del rischio di credito della Banca. La Policy descrive:
a. il modello organizzativo, nel quale ruoli e responsabilità sono assegnati alle funzioni coinvolte nel processo di gestione e controllo del credito; b. le linee guida del processo di erogazione del credito; c. le principali metodologie a supporto della rilevazione del rischio; d. il piano di interventi da attivare al verificarsi di specifici eventi di particolare gravità (processi organizzativi dedicati e possibili interventi volti a ricondurre verso condizioni di accettabilità l’esposizione al rischio).
8 Il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 31 ottobre 2014, ha deliberato di far rientrare, nell’ambito delle Operazioni di
Maggior Rilievo, per le quali va richiesto il parere ai soli fini consultivi, le richieste di credito la cui delibera ricade nella competenza
di un organo aziendale inoltrate dai Soggetti collegati e dai soggetti di cui all’art. 136 TUB – Obbligazioni degli esponenti aziendali.
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Il documento si integra con la normativa interna ed esterna che regola l’erogazione del credito e la gestione dei rischi.
Il Consiglio di Amministrazione approva e aggiorna periodicamente, al manifestarsi di variazioni del contesto, le “Politiche di gestione del rischio di credito”, delegando l’Amministratore Delegato alla predisposizione delle misure idonee a darne attuazione.
Le linee guida devono essere utilizzate per la formulazione della proposta, proposta che l’organo centrale (competente per la delibera) può certamente poi derogare a fronte di adeguate motivazioni da esplicitarsi nella pratica di fido.
Le regole creditizie definite nella predetta “Policy” - volte ad una generale gestione della qualità del portafoglio crediti, e quindi al suo continuo miglioramento - si basano su:
1) punteggio SAR/score della controparte (cd. anomalie SAR) abbinato al grado di protezione fornito dalle garanzie accessorie;
2) quota di inserimento della banca sulla controparte/gruppo economico (desumibile dalla CR o dalla singola scheda SAR);
3) settore di attività economica di appartenenza della controparte in ottica sia del livello di rischiosità del settore (desumibile ad es. dai tassi di decadimento e di mortalità pubblicati nel Bollettino Statistico dalla Banca d’Italia, ovvero dalle tavole sulle sofferenze ripartite per comparti di attività economica e branche di attività economica pure contenute nel predetto Bollettino), sia del livello di concentrazione complessivo della banca sul singolo settore economico.
A supporto delle attività di controllo sulla gestione del rischio e per verificare che il livello di esposizione al rischio ex-post sia conforme al livello tollerato, sono stati individuati specifici indicatori di rischio oggetto di monitoraggio da parte del Risk Management, quantificati nel RAF. Inoltre, sono previsti:
• garanzie per tipologia di finanziamento; • scarti minimi sulle garanzie reali; • individuazione della clientela finanziabile e criteri di esclusione; • vincoli all'emissione di forme tecniche di finanziamento; • linee guida per la gestione della qualità del portafoglio crediti mediante la segmentazione dello stesso in
cinque classi.
Nel mese di maggio 2016, il Consiglio di Amministrazione ha deliberato l’utilizzo “in prova” dei modelli di valutazione delle esposizioni creditizie elaborati dall’Area Crediti, con la collaborazione di un professionista esterno. I modelli di valutazione riguardano le aziende e le persone fisiche.
Il modello di valutazione per le aziende è stato costruito tenendo conto della tipologia di aziende prenditrici di credito clienti della Banca e del territorio dove le medesime operano. Il modello di calcolo dello score quantitativo relativo alle aziende è stato calibrato sugli elementi di natura economica, patrimoniale e finanziaria risultati dai bilanci di un campione di aziende, clienti della Banca, che adottano il regime di “contabilità ordinaria”.
Il modello di valutazione per le persone fisiche è stato costruito partendo da quello già in uso dalla Banca, il c.d. “modello del 30%”, che verifica la capacità di rimborso e di indebitamento del richiedente il credito presupponendo che la propensione al risparmio è direttamente proporzionale al reddito.
Partendo dal presupposto che la raccomandazione massima di Banca d’Italia del rapporto impegni/reddito è di circa il 30%, sono state definite soglie di tolleranza in funzione del reddito annuo netto. La massima capacità di indebitamento è stata fissata in 2,5 volte il reddito annuo del prenditore, contro il limite massimo precedente di 3 volte.
Nel mese di ottobre 2016 il Consiglio di Amministrazione ha deliberato l’adozione dei due nuovi modelli (consumer e business) per la valutazione del merito creditizio della clientela. Sulla base dell’utilizzo di tali
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modelli, entro il mese di luglio 2017, l’Area Crediti porterà all’attenzione del Consiglio le risultanze dell’attività di Limited Credit Quality Review.
Il Regolamento sul credito immobiliare ai consumatori integra la normativa interna in tema di concessione del credito immobiliare ai consumatori, in conformità alle vigenti leggi e disposizioni regolamentari. In esso sono disciplinati i criteri per la valutazione del merito creditizio del consumatore, i criteri per la valutazione degli immobili posti a garanzia delle esposizioni, la determinazione dei requisiti di professionalità e indipendenza dei periti, i criteri per l’affidamento dell’attività di valutazione degli immobili posti a garanzia delle esposizioni a periti esterni, le procedure e comportamenti da adottare in caso di inadempimento del consumatore, i requisiti di professionalità richiesti al personale preposto alla valutazione del merito creditizio, alla commercializzazione dei contratti di credito, all’assistenza al consumatore e alla gestione dei reclami. L’aspetto relativo alla trasparenza è disciplinato nella Policy sul credito immobiliare
ai consumatori, adottata nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 23 dicembre 2016.
Allo scopo di meglio disciplinare la materia dei gruppi aziendali e disciplinare le modalità di gestione adottate dalla Banca, sia in fase di censimento anagrafico dei gruppi societari che nella fase di gestione e di monitoraggio degli stessi, Il Consiglio di Amministrazione ha adottato la Policy per il censimento dei
gruppi.
Il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 27 novembre 2015, ha approvato la Policy per la
Valutazione delle attività aziendali nell’ambito della quale sono state inglobate la Policy per la valutazione dei crediti e la Policy per la valutazione degli strumenti finanziari, precedentemente adottate dal Consiglio di Amministrazione.
La Policy per la valutazione delle attività aziendali definisce i capisaldi dei criteri di valutazione, ossia il percorso da osservare per la rilevazione e la misurazione delle attività finanziarie, dei crediti, delle operazioni di copertura, delle partecipazioni, delle attività materiali e immateriali, delle attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione e passività associate ad attività in via di dismissione e della fiscalità corrente e differita.
Per quanto riguarda il credito, sono stati formalizzati appositi criteri e metodologie omogenee e quanto più possibile oggettive da osservare nell’ambito del processo di valutazione delle attività creditizie deteriorate.
Ai sensi dei vigenti principi contabili internazionali, sono assoggettati a impairment analitico le sofferenze, le inadempienze probabili (unlikely to pay), le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate (past due) ed eventualmente, altri crediti singolarmente significativi non ricompresi nelle categorie precedenti.
Nell’ambito del processo di valutazione, la determinazione del valore attuale dei flussi di cassa tiene conto, oltre che dell’importo dei crediti, dei seguenti elementi:
• stima del periodo di rientro tra i crediti in bonis, per i crediti deteriorati diversi dalle sofferenze; • dati statistici sulle anomalie dei rapporti in essere, per i crediti deteriorati diversi dalle sofferenze; • evoluzione dei rapporti con altre banche, desunti dalla Centrale dei Rischi; • dati di bilancio, anche infrannuali, per i crediti diversi dalle sofferenze; • valore di pronto realizzo delle garanzie acquisite (reali, personali) calcolando per i beni immobili un
haircut in funzione del prezzo del bene e del contesto di mercato; • differenziazione tra crediti con garanzia reale e personale; • tipologia di procedura esecutiva attivata, esito delle fasi già esperite; • presenza di eventuali accordi transattivi/piani di rientro/consolidamento delle esposizioni; • relazioni dei legali affidatari delle pratiche e/o società di gestione/recupero crediti.
In ordine alla stima della eventuale perdita da attualizzazione dei flussi di cassa, tale evenienza viene valutata, in linea generale, tenendo conto dei tempi medi di chiusura delle procedure esecutive sul territorio di competenza della Banca avuto presente anche la natura della procedura e/o, per quelle non allocate alla voce sofferenze, del presumibile lasso temporale per il rientro in bonis della posizione ovvero per la dismissione dei cespiti destinati al soddisfacimento del credito, in assenza di procedure esecutive.
Il calcolo per l’attualizzazione dei crediti deteriorati viene effettuato conformemente alla normativa in
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materia, contenuta nello “IAS 39” (e successive modifiche ed integrazioni) e alle delibere del Consiglio di Amministrazione assunte volta per volta nella fase di determinazione dell’impairment ai fini sia del bilancio annuale che di quello semestrale.
Per quanto riguarda l’impairment collettivo dei crediti performing, di norma la metodologia prevede che la valutazione dei crediti performing avvenga “per categorie di crediti omogenee in termini di rischio di credito e le relative percentuali di perdita sono stimate tenendo conto di serie storiche fondate su elementi osservabili alla data della valutazione, che consentano di stimare il valore della perdita latente per ciascuna categoria di crediti”.
E’ previsto che in alcuni casi, a fronte per esempio di un deterioramento delle condizioni macroeconomiche e durante i periodi di crisi estesa e diffusa, sia possibile derogare a tale metodologia e valutare i crediti in bonis “sulla base di variabili aggregate (valori medi di sistema, valori medi delle banche della stessa classe dimensionale, valori medi della regione di insediamento, prospettive dell’economia reale) e individuali (livello del tasso di copertura nel periodo pre-crisi, composizione dei portafogli creditizi, tipo di anomalia, eventuale presenza di garanzie reali e personali, prassi contabili)”.
In questo caso viene applicata una percentuale media sull’intero stock dei crediti in bonis e deteriorati, con l’esclusione delle sofferenze, non assoggettati a impairment analitico.
Il Consiglio di Amministrazione nella seduta del 30 ottobre 2013, a conclusione dell’articolato processo di rivisitazione e integrazione avviato nell’aprile dello stesso anno, ha approvato il documento denominato “Politiche in materia di assetti organizzativi e controlli interni sulle attività di rischio e conflitti
di interesse nei confronti dei soggetti collegati” e il documento denominato “Regolamento delle
Operazioni con Soggetti Collegati”, quest’ultimo nella nuova versione rivista e integrata rispetto a quella approvata nella seduta del 28 giugno 2012. Il Regolamento è pubblicato sui totem informativi a disposizioni del pubblico presenti in ogni filiale e sul sito internet della Banca.
2.2 Sistemi di gestione, misurazione e controllo
Le singole strutture coinvolte nelle varie fasi del processo creditizio svolgono i controlli comunemente definiti di “linea o di primo livello”, finalizzati a garantire la correttezza delle procedure seguite.
L’attività di valutazione ed erogazione è differenziata secondo la tipologia di clientela.
Più precisamente per il comparto “imprese” è in uso un sistema interno che si basa su logiche di analisi delle componenti di natura economica, patrimoniale e finanziaria, integrate dalla valutazione dei flussi di cassa, dati della Centrale dei Rischi, report contenenti le serie storiche andamentali.
Per il segmento dei privati si è aderiti ad un sistema di “scoring” a livello nazionale (CRIF), specificamente calibrato su questa tipologia di clientela, che incide direttamente sui processi di valutazione del merito creditizio. Per la determinazione della capacità di rimborso ci si avvale di un modello interno consumer che utilizza una procedura appositamente predisposta in ambiente Office. La consultazione dell’andamento statistico del rapporto è integrato nel Sistema Informatico. Gli indici andamentali vengono utilizzati dall’Area Fidi che, nel predisporre l’istruttoria, provvede ad inserire report statistici nell’istruttoria.
Le posizioni affidate, in particolare quelle a revoca, sono soggette a riesame periodico volto ad accertare, in rapporto alle situazioni riscontrate in sede di istruttoria, la persistenza delle condizioni di solvibilità del debitore e degli eventuali garanti, qualità del credito, validità e grado di protezione delle relative garanzie.
Il rischio di credito, ritenuto per la Banca il più significativo dei rischi assunti, è monitorato attraverso l’andamento degli impieghi, l’andamento dei crediti non performing, la composizione degli impieghi per cassa, gli sconfinamenti, l’andamento delle rate in mora, la concentrazione creditizia, l’andamento delle garanzie che assistono la totalità dei crediti, l’ammontare del credito deliberato, l’andamento degli extra fidi concessi, l’attività di rischio verso i soggetti collegati.
Più precisamente, il monitoraggio del rischio di credito è effettuato con due documenti redatti, mensilmente, dal Responsabile dell’Area Crediti e dalla Funzione di Risk Management.
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Il primo documento, denominato “Analisi del portafoglio crediti” tratta, tra gli altri, i seguenti argomenti:
- Analisi dei crediti mediante l’utilizzo del Reticolo SAR; - Monitoraggio dei crediti deteriorati; - Elenco delle prime 35 posizioni sconfinanti per Ndg; - Monitoraggio della revisione annuale delle pratiche di affidamento; - Crediti con misure di forbearance (performing e non performing); - Elenco delle referenze bancarie rilasciate ai clienti; - Monitoraggio delle posizioni a sofferenza presso altri Istituti, riguardanti la nostra clientela; - Elenco dei contenziosi di natura creditizia e di natura non creditizia; - Monitoraggio dei conti correnti con saldo debitore non movimentato; - Proposta in ordine alle nuove posizioni da classificare quale inadempienza probabile o sofferenza.
Il secondo documento, denominato “Tableau de Bord”, dopo una sintetica illustrazione dello scenario economico, illustra gli indicatori contenuti nel RAF, di cui si fornisce una visione sintetica del profilo di rischio confrontandolo con il risk appetite definito. Lo stesso illustra le eventuali anomalie emerse.
La Funzione di Risk Management redige, inoltre, un report mensile, denominato “Risk Management Report”, contenente informazioni di tipo più gestionale e, in particolare, per quanto concerne il rischio di credito, l’andamento dei crediti in bonis e non performing, l’andamento delle forme tecniche di impiego, l’andamento degli sconfinamenti, l’andamento dei mutui in mora, la concentrazione creditizia, le garanzie, gli extrafidi concessi per sconfinamento e indisponibilità, l’analisi del rapporto tra monoaffidati e pluriaffidati.
2.3 Tecniche di mitigazione del rischio di credito
Per alcune tipologie di concessioni e per alcune controparti, la Banca acquisisce garanzie allo scopo di mitigare il rischio di credito. La particolare prudenza nell’erogazione del credito, ha infatti consolidato la prassi di supportare il rischio attraverso l’acquisizione di garanzie sia reali che personali (ipoteche, pegni e fidejussioni).
A tal fine è stata codificata all’interno del Processo di Gestione del Rischio di credito lo scarto di garanzia da applicare alle diverse operazioni ipotecarie.
Nell’ambito della definizione del valore di perizia del cespite da acquisire a garanzia le regole applicate sono così riassumibili: utilizzo di periti iscritti all’albo di gradimento della banca, individuazione del valore cauzionale dei cespiti su cui viene applicata la percentuale di scarto ipotecario.
Talvolta, in caso di concessioni relative ad operazioni immobiliari, per le quali la Banca finanzia il costruendo, vengono acquisite garanzie collaterali sotto forma di fidejussioni in atto pubblico ed è prevista la redazione di una relazione tecnica sullo stato di avanzamento dei lavori, con relativa documentazione fotografica, da produrre a carico del mutuatario entro sei mesi dall’erogazione.
Relativamente alle garanzie fidejussorie, si osserva che la loro valorizzazione viene di norma effettuata sulla base di una valutazione prudenziale del relativo patrimonio disponibile del garante.
Alla data del 31 dicembre 2016 si rilevano protezioni del credito, ammissibili ai fini della mitigazione del rischio, esclusivamente costituite da garanzie ipotecarie e da prestiti su pegno. Le garanzie personali esistenti non hanno i requisiti per essere riconosciute tra le tecniche di attenuazione del rischio di credito in quanto sono prestate da soggetti che non rientrano nella tipologia di garanti indicati dalla normativa. In data 29 febbraio 2016, il Consiglio di Amministrazione ha approvato la nuova versione della Policy Sistema di
Gestione delle tecniche di attenuazione del Rischio di credito (CRM) per adeguarla alla nuova normativa. La Policy descrive, in particolare, il processo di acquisizione delle garanzie (raccolta della documentazione preliminare, valutazione della garanzia, verifica dell’ammissibilità della garanzia, verifica della completezza della documentazione e stipula del contratto, perfezionamento della garanzia), prevedendo attività in capo alla Filiale e/o all’Area Crediti ed alla Funzione di Risk Management, ognuno per gli aspetti di propria competenza.
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2.4 Attività finanziarie deteriorate
L’attività di recupero crediti è gestita dall’Area Crediti, in coordinazione con il legale della Banca. La valutazione delle perdite è accentrata al Consiglio di Amministrazione.
L’attività di determinazione delle svalutazioni è supportata da un sistema di monitoraggio continuo delle varie posizioni che permette un adeguamento costante dello status e tiene conto delle evoluzioni giudiziali o stragiudiziali intervenute.
I crediti ad andamento anomalo vengono distinti nelle seguenti categorie, secondo quanto disciplinato dal 7° aggiornamento della Circolare 272/2008:
- Sofferenze; - Inadempienze probabili; - Esposizioni scadute deteriorate.
Per tale ultima categoria si adotta la metodologia di approccio per singolo debitore.
La classificazione delle posizioni in ognuno degli status è conseguente ad un’approfondita valutazione della situazione del cliente, che comporta la valutazione del grado di rischio. In generale, per la valutazione dei crediti e la classificazione nelle categorie ad andamento anomalo sono da tener presente i seguenti elementi:
- situazione di persistente morosità del debitore; - difficoltà nel pagamento degli interessi; - frequenti ritorni di insoluti; - elevato utilizzo del credito rispetto all’accordato; - grado di indebitamento nei confronti del sistema; - adeguatezza dei mezzi propri; - flussi di cassa; - segnalazione della posizione tra quelle in sofferenza da parte del sistema; - affidamento delle pratiche al legale per il recupero del credito; - avvio di atti giudiziari da parte della banca e/o proposte o esperimento di azioni esecutive da parte
di terzi; - situazione patrimoniale personale dei garanti; - stato e grado delle garanzie prestate.
I crediti ad andamento anomalo vengono distinti nelle categorie sottostanti:
Sofferenze: il complesso delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” nei confronti di un soggetto in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili, indipendentemente dalle eventuali previsioni di perdita formulate dall’azienda. Sono escluse le esposizioni la cui situazione di anomalia sia riconducibile a profili attinenti al rischio Paese.
Inadempienze probabili: la classificazione in tale categoria è, innanzitutto, il risultato del giudizio dell’azienda circa l’improbabilità che, senza ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Tale valutazione va operata in maniera indipendente dalla presenza di eventuali importi (o rate) scaduti e non pagati.
Non è, pertanto, necessario attendere il sintomo esplicito di anomalia (il mancato rimborso), laddove sussistano elementi che implicano una situazione di rischio di inadempimento del debitore (ad esempio, una crisi del settore industriale in cui opera il debitore). Il complesso delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” verso un medesimo debitore che versa nella suddetta situazione è denominato “inadempienza probabile”, salvo che non ricorrano le condizioni per la classificazione del debitore fra le sofferenze.
Esposizioni scadute deteriorate: esposizioni per cassa, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che, alla data di riferimento della segnalazione, sono scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni e superano una prefissata soglia di materialità.
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Tra le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate va incluso il complesso delle esposizioni (approccio per singolo debitore) nei confronti di soggetti per i quali ricorrono le condizioni per una loro classificazione fra le esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate e che presentano una o più linee di credito che soddisfano la definizione di “Non-performing exposure with forbearance measures”.
Nel caso di approccio per singolo debitore è prevista una soglia di materialità riferita alla quota scaduta e/o sconfinante.
Lo scaduto o lo sconfinamento deve avere carattere continuativo. In particolare, nel caso di esposizioni a rimborso rateale deve essere considerata la rata non pagata che presenta il ritardo maggiore. A questi fini, rilevano le modalità di imputazione dei pagamenti alle singole rate scadute, modalità che seguono le regole stabilite nell’art. 1193 cc sempreché non siano previste diverse specifiche pattuizioni contrattuali.
Qualora a un debitore facciano capo più esposizioni scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni, occorre considerare il ritardo più elevato.
Con i precedenti interventi normativi l’EBA, e quindi successivamente la Banca d’Italia, hanno introdotto anche la definizione di forborne credit. Sono classificate tra le esposizioni deteriorate oggetto di misure di “forbearance” (“forborne non performing”) le esposizioni per cassa e gli impegni a erogare fondi che formano oggetto di concessioni (“forborne exposure”), se soddisfano le due seguenti condizioni ed indipendentemente dal riconoscimento o meno di una perdita per la Banca:
� il debitore versa in una situazione di difficoltà economico-finanziaria che non gli consente di rispettare pienamente gli impegni contrattuali del suo contratto di debito e che realizza uno stato di “deterioramento creditizio”;
� la Banca acconsente a una modifica dei termini e condizioni di tale contratto, ovvero a un rifinanziamento totale o parziale dello stesso, per permettere al debitore di rispettarlo (concessione che non sarebbe stata accordata se il debitore non si fosse trovato in uno stato di difficoltà).
Sono classificate tra le esposizioni oggetto di concessione deteriorate anche le esposizioni oggetto di domanda di “concordato preventivo in bianco”, se esso si trasforma in “accordo di ristrutturazione dei debiti” ai sensi dell’articolo 182-bis della legge fallimentare, così come le esposizioni oggetto di domanda di “concordato preventivo con continuità aziendale” nel caso di omologazione della domanda stessa e salvo che non ricorrano le condizioni per riclassificarle tra le esposizioni “in bonis” (cessione dell’azienda in esercizio o con il suo conferimento in una o più società, anche di nuova costituzione, non appartenenti al gruppo di clienti connessi del debitore).
***
La gestione dei crediti “anomali” comporta l’assunzione di interventi confacenti con la gravità della situazione, al fine di ricondurli alla normalità oppure, in caso di impossibilità, di mettere in atto adeguate procedure di recupero.
Più precisamente:
in presenza di posizioni a sofferenza vengono poste in atto le opportune procedure di recupero dei crediti oppure, qualora le circostanze lo consentano, vengono predisposti dei piani di rientro e/o delle proposte di transazioni bonarie finalizzate alla definitiva chiusura dei rapporti;
in presenza di posizioni classificate quali inadempienze probabili ci si adopera per ripristinare, entro un congruo periodo di tempo, le originarie condizioni di affidabilità e di economicità dei rapporti, oppure valutata l’impossibilità di tale soluzione, viene predisposto quanto necessario per il passaggio delle posizioni a sofferenza;
in presenza di posizioni scadute e/o sconfinanti, ci si adopera per interrompere il carattere continuativo dello scaduto.
Sempre nell’ambito delle esposizioni deteriorate sono ricomprese le singole esposizioni oggetto di concessioni che soddisfano la definizione di “Non-performing exposures with forbearance measures” previste
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dagli ITS EBA (Implementing Technical Standards – European Banking Authority). Queste ultime non formano una categoria a se stante di attività deteriorate ma costituiscono un attributo delle precedenti categorie di attività deteriorate. Le esposizioni oggetto di concessioni nei confronti di debitori che versano in una situazione di difficoltà economico-finanziaria che non configura uno stato di deterioramento creditizio sono classificate nella categoria delle “altre esposizioni oggetto di concessioni” (“forborne performing exposure”). La Banca ha attivato una specifica attività di monitoraggio volta alla verifica della sussistenza dei requisiti previsti dall’ITS (exit criteria) sia per la riclassifica delle esposizioni deteriorate (non performing forborne exposure) nella categoria delle esposizioni forborne performing, sia per la cancellazione dello stato forborne, limitatamente alle esposizioni non deteriorate oggetto di concessioni (forborne performing).
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Informazioni di natura quantitativa
A. Qualità del credito A.1 Esposizioni deteriorate e non deteriorate: consistenze, rettifiche di valore, dinamica, distribuzione economica e territoriale A.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)
Portafogli/qualità
Sof
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Inad
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Altr
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terio
rate
To
tale
1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 50.194 50.194
2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 6.087 6.087
3. Crediti verso banche 59.765 59.765
4. Crediti verso clientela 277 1.843 540 2.097 53.873 58.630
5. Attività finanziarie valutate al fair value
6. Attività finanziarie in corso di dismissione
Totale al 31/12/2016 277 1.843 540 2.097 169.919 174.676
Totale al 31/12/2015 227 1.662 126 7.575 169.388 178.978
________________________________________________________________________________________________ 174 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
A.1.1.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie oggetto di concessioni per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori di bilancio)
Portafogli/qualità
Esposizioni oggetto di concessioni deteriorate
Esposizioni oggetto di concessioni non deteriorate
Totale
Sofferenze Inadempienze probabili
Esposizioni scadute
deteriorate
Esposizioni scadute non deteriorate
Attività non deteriorate
1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 3. Crediti verso banche 4. Crediti verso clientela 222 1.626 487 540 562 3.437 5. Attività finanziarie valutate al fair value 6. Attività finanziarie in corso di dismissione 7. Impegni as erogare fondi Totale al 31.12.2016 222 1.626 487 540 562 3.437
Totale al 31.12.2015 178 1.392 79 1.754 1.079 4.482
________________________________________________________________________________________________ 175 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
A.1.2 Distribuzione delle esposizioni creditizie per portafogli di appartenenza e per qualità creditizia (valori lordi e netti)
Portafogli/qualità
Attività deteriorate Attività non deteriorate
Tota
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Espo
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1. Attività finanziarie disponibili per la vendita 50.194 50.194 50.194
2. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza 6.087 6.087 6.087
3. Crediti verso banche 59.765 59.765 59.765
4. Crediti verso clientela 6.026 3.366 2.660 56.473 503 55.970 58.630
5. Attività finanziarie valutate al fair value
6. Attività finanziarie in corso di dismissione
Totale al 31/12/2016 6.026 3.366 2.660 172.519 503 172.016 174.676
Totale al 31/12/2015 5.263 3.248 2.015 177.466 503 176.963 178.978
Portafogli/qualità Attività di evidente scarsa qualità creditizia Altre attività Minusvalenze cumulate Esposizione netta Esposizione netta
1. Attività finanziarie detenute per la negoziazione 1.538 2. Derivati di copertura
Totale 2016 1.538 Totale 2015 1.537
In calce alle tabelle si fornisce l’informativa di dettaglio sui crediti in bonis, secondo quanto previsto dalla lettera roneata della Banca d’Italia n.0142023/11 del 16/02/2011
________________________________________________________________________________________________ 176 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Crediti verso clientela in bonis: analisi dell’anzianità degli scaduti
Ripartizione temporale
Esposizioni oggetto di rinegoziazione nell’ambito di Accordi collettivi Altre esposizioni In bonis
Esposizione lorda
Rettifiche di portafoglio Esposizione netta Esposizione
lorda Rettifiche di portafoglio
Esposizione netta
1. Esposizioni non scadute 69 1 68 54.263 458 53.805
2. Sino a 3 mesi 2.010 42 1.968
3. Da oltre 3 mesi sino a 6 mesi 131 2 129
4. Da oltre 6 mesi sino a 1 anno
5. Da oltre 1 anno
Totale al 31/12/2016 69 1 68 56.404 502 55.902
________________________________________________________________________________________________ 177 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Tipologie esposizioni/valori
Esposizione lorda Rettifiche di valore specifiche
Rettifiche di valore di portafoglio
Esposizione Netta Attività deteriorate
Attività non deteriorate
Fino
a 3
m
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Da
oltr
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mes
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o a
6 m
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Da
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e 6
mes
i fin
o a
1 an
no
Oltr
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anno
A. ESPOSIZIONI PER CASSA 68.037 68.037 a) Sofferenze - Di cui: esposizioni oggetto di concessioni
X X X X
b) Inadempienze probabili - Di cui: esposizioni oggetto di concessioni
X X X X
c) Esposizioni scadute deteriorate - Di cui: esposizioni oggetto di concessioni
X X X X
d) Esposizioni scadute non deteriorate - Di cui: esposizioni oggetto di concessioni
X X X X X X X X X X
e) Altre esposizioni non deteriorate - Di cui: esposizioni oggetto di concessioni
X X X X 68.037 X 68.037 X X X X X
TOTALE A 68.037 68.037 B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO
a) Deteriorate X X b) Non deteriorate X X X X 726 X 726
TOTALE B 726 726 TOTALE A + B 68.763 68.763
Le esposizioni per cassa comprendono tutte le attività finanziarie per cassa, qualunque sia il portafoglio di allocazione contabile: negoziazione, disponibile per la vendita, detenuto sino a scadenza, crediti, attività valutate al fair value, attività in via di dismissione. A.1.4 Esposizioni creditizie per cassa verso banche: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde Non sono presenti esposizioni deteriorate per cassa verso banche. A.1.5 Esposizioni creditizie per cassa verso banche deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive Non sono presenti rettifiche di valore su esposizioni creditizie per cassa verso banche deteriorate.
A.1.3 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso banche: valori lordi, netti e fasce di scaduto
________________________________________________________________________________________________ 178 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
A.1.6 Esposizioni creditizie per cassa e fuori bilancio verso clientela: valori lordi, netti e fasce di scaduto
Tipologie esposizioni/valori
Esposizione lorda Rettifiche di valore specifiche
Rettifiche di valore di portafoglio
Esposizione Netta Attività deteriorate
Attività non Deteriorate
Fino
a 3
mes
i
Da
oltr
e 3
mes
i fin
o a
6 m
esi
Da
oltr
e 6
mes
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o a
1 an
no
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e 1
anno
A. ESPOSIZIONI PER CASSA 1.496 902 2.512 1.116 106.023 3.366 503 108.180 a) Sofferenze - Di cui: esposizioni oggetto di concessioni
5 1.035 X 763 X 277 5 573 X 356 X 222
b) Inadempienze probabili - Di cui: esposizioni oggetto di concessioni
1.020 817 2.501 X 2.495 X 1.843 934 686 2.379 X 2.372 X 1.627
c) Esposizioni scadute deteriorate - Di cui: esposizioni oggetto di concessioni
476 85 6 81 X 108 X 540 473 21 5 X 12 X 487
d) Esposizioni scadute non deteriorate - Di cui: esposizioni oggetto di concessioni
X X X X 2.142 X 44 2.098 X X X X 548 X 8 540
e) Altre esposizioni non deteriorate - Di cui: esposizioni oggetto di concessioni
X X X X 103.881 X 459 103.422 X X X X 570 X 9 561
TOTALE A 1.496 902 2.512 1.116 106.023 3.366 503 108.180 B. ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO 390 390 a) Deteriorate X X b) Non deteriorate X X X X 390 X 390
TOTALE B 390 TOTALE A + B 1.496 902 2.512 1.116 106.413 3.366 503 108.570
________________________________________________________________________________________________ 179 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
A.1.7 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni deteriorate lorde
Causali/Categorie Sofferenze Inadempienze probabili
Esposizioni scadute
deteriorate
A. Esposizione lorda iniziale 1.153 3.860 250 - di cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento 67 745 590 B.1 ingressi da esposizioni in bonis 5 686 587 B.2 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate 49 53 B.3 altre variazioni in aumento 13 6 3 C. Variazioni in diminuzione 180 267 192 C.1 uscite verso esposizioni in bonis 48 99 C.2 cancellazioni 109 C.3 incassi 23 218 40 C.4 realizzi per cessioni C.5 perdite da cessione C.6 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate 49 53 C.7 altre variazioni in diminuzione D. Esposizione lorda finale 1.040 4.338 648 - di cui: esposizioni cedute non cancellate
________________________________________________________________________________________________ 180 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
A.1.7 bis Esposizioni creditizie per cassa verso clientela: dinamica delle esposizioni oggetto di concessioni lorde distinte per qualità creditizia
Causali/Qualità Esposizioni oggetto di concessioni: deteriorate
Esposizioni oggetto di concessioni: non deteriorate
A. Esposizione lorda iniziale 3.671 3.262 - di cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento 2.502 413
B.1 ingressi da esposizioni in bonis non oggetto di concessioni 413 B.2 ingressi da esposizioni in bonis oggetto di concessioni 1.179 X B.3 ingressi da esposizioni oggetto di concessioni deteriorate X B.4 altre variazioni in aumento 1.323
C. Variazioni in diminuzione 1.097 2.557 C.1 uscite verso esposizioni in bonis non oggetto di concessioni X 1.327 1C.2 uscite verso esposizioni in bonis oggetto di concessioni X C.3 uscite verso esposizioni oggetto di concessioni deteriorate X 1.179 C.4 cancellazioni C.5 incassi 167 51 C.6 realizzi per cessioni C.7 perdite da cessione C.8 altre variazioni in diminuzione 930
D. Esposizione lorda finale 5.076 1.118 - Di cui esposizioni cedute non cancellate
________________________________________________________________________________________________ 181 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
A.1.8 Esposizioni creditizie per cassa verso clientela deteriorate: dinamica delle rettifiche di valore complessive
Causali/Categorie Sofferenze Inadempienze probabili Esposizioni scadute deteriorate
Totale Di cui:
esposizioni oggetto di concessioni
Totale Di cui:
esposizioni oggetto di concessioni
Totale Di cui:
esposizioni oggetto di concessioni
A. Rettifiche complessive iniziali 926 348 2.198 2.044 124 16 - Di cui: esposizioni cedute non cancellate B. Variazioni in aumento 40 35 458 465 27 12
B.1 rettifiche di valore 23 18 455 334 27 12 B.2 perdite da cessione B.3 trasferimenti da altre categorie di esposizioni deteriorate
17 17 3 2
B.4 altre variazioni in aumento 129 C. Variazioni in diminuzione 203 27 161 137 43 16
C.1 riprese di valore da valutazione 46 27 129 120 4 1 C.2 riprese di valore da incasso 48 15 3 C.3 utili da cessione C.4 cancellazioni 109 C.5 trasferimenti ad altre categorie di esposizioni deteriorate
17 17 2 2
C.6 altre variazioni in diminuzione 34 13 D. Rettifiche complessive finali 763 356 2.495 2.372 108 12 - Di cui: esposizioni cedute non cancellate
________________________________________________________________________________________________ 182 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
A.2 Classificazione delle esposizioni in base ai rating esterni e interni
A.2.1 Distribuzione delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" per classi di rating esterni
Esposizioni Classi di rating esterni
Senza rating Totale
classe 1 classe 2 classe
3 classe
4 classe
5 classe 6
A. Esposizioni creditizie per cassa 221 2.069 50.944 2.274 1.337 121.075 177.920 B. Derivati
B.1 Derivati finanziari B.2 Derivati creditizi C. Garanzie rilasciate 1.116 1.116 D. Impegni a erogare fondi
E. Altre
Totale 221 2.069 50.944 2.274 1.337 122.191 179.036 A.2.2 Distribuzione delle esposizioni per cassa e “fuori bilancio” per classi di rating interni Non risultano esposizioni per cassa e "fuori bilancio” classificate in base a rating interni. A.3 Distribuzione delle esposizioni garantite per tipologia di garanzia A.3.1 Esposizioni creditizie verso banche garantite Non sono presenti esposizioni verso banche garantite.
________________________________________________________________________________________________ 183 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
A.3.2 Esposizioni creditizie verso clientela garantite
Valo
re e
spos
izio
ne n
etta
Garanzie reali (1)
Garanzie personali (2)
Totale (1)+(2)
Derivati su crediti Crediti di firma
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Altri derivati
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1. Esposizioni creditizie per cassa garantite: 46.154 28.584
209 1.863 7.694 7.760 46.110 1.1 totalmente garantite 45.815 28.580
209 1.761 7.694 7.571 45.815
-di cui deteriorate 2.622 2.495 127 2.622 1.2 parzialmente garantite 339 4
102 189 295
-di cui deteriorate 4 4 4 2. Esposizioni creditizie “fuori bilancio” garantite: 314
57 257 314 2.1 totalmente garantite 314
57 257 314
-di cui deteriorate 2.2 parzialmente garantite
-di cui deteriorate
________________________________________________________________________________________________ 184 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
B. Distribuzione e concentrazione delle esposizioni creditizie B.1 Distribuzione settoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela (valore di bilancio)
Esposizioni/Controparti
Governi Altri enti pubblici Società finanziarie
Società di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti
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A.Esposizioni per cassa A.1 Sofferenze 40 162 237 601
- Di cui:esposizioni oggetto di concessioni
20 35 203 321
A.2 inadempienze probabili 724 494 1.119 2.001 - Di cui:esposizioni oggetto di
concessioni 632 447 995 1.925
A.3 Esposizioni scadute deteriorate 1 81 539 27 - Di cui:esposizioni oggetto di
concessioni 487 12
A.4 Esposizioni non deteriorate 44.284 8.572 2 6.264 17.819 188 26.799 313 - Di cui:esposizioni oggetto di
concessioni 544 8 557 8
TOTALE A 44.284 8.572 2 6.264 18.584 737 188 28.694 2.629 313 B.Esposizioni “fuori bilancio” B.1 Sofferenze B.2 inadempienze probabili B.3 Altre attività deteriorate B.4 Esposizioni non deteriorate 25 365 TOTALE B 25 365 TOTALE (A+B) 2016 44.284 8.597 2 6.264 18.949 737 188 28.694 2.629 313 TOTALE (A+B) 2015 48.960 7.517 2 6.131 17.687 731 195 28.322 2.517 306
________________________________________________________________________________________________ 185 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
B.2 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso clientela (valore di bilancio)
Esposizioni/Aree geografiche
ITALIA ALTRI PAESI EUROPEI AMERICA ASIA RESTO DEL MONDO
Espo
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Espo
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Espo
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ples
sive
A. Esposizioni per cassa 104.499 3.869 3.270 369 42 A1 Sofferenze 277 763 A.2 Inadempienze probabili 1.843 2.495 A.3 Esposizioni scadute deteriorate 540 108
A.4 Esposizioni non deteriorate 101.839 503 3.270 369 42 TOTALE A 104.499 3.869 3.270 369 42
B. Esposizioni “fuori bilancio”
390
B.1 Sofferenze B.2 Inadempienze probabili B.3 Esposizioni scadute deteriorate
B.4 Esposizioni non deteriorate 390 TOTALE B 390
TOTALE A+B 31/12/2016 104.889 3.869 3.270 369 42
TOTALE A+B 31/12/2015 108.581 3.751 286 37
________________________________________________________________________________________________ 186 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
B.3 Distribuzione territoriale delle esposizioni creditizie per cassa e "fuori bilancio" verso banche (valore di bilancio)
Esposizioni/Aree geografiche
ITALIA ALTRI PAESI EUROPEI
AMERICA ASIA RESTO DEL MONDO
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A. Esposizioni per cassa 67.705 332 A1 Sofferenze A.2 Inadempienze probabili A.3 Esposizioni scadute deteriorate A.4 Esposizioni non deteriorate 67.705 332 TOTALE A 67.705 332
B. Esposizioni “fuori bilancio” 726 B.1 Sofferenze B.2 Inadempienze probabili B.3 Esposizioni scadute deteriorate B.4 Esposizioni non deteriorate 726 TOTALE B 726
TOTALE A+B 31/12/2016 68.431 332
TOTALE A+B 31/12/2015 72.249
B.4 Grandi Esposizioni L’esposizione della Banca verso un cliente o un gruppo di clienti connessi è considerata una grande esposizione quando il suo valore è pari o superiore al 10% dei fondi propri, ai sensi della circolare n. 263 “Nuove disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche” e successivi aggiornamenti. Per consentire al lettore del bilancio di apprezzare in modo più preciso il grado di concentrazione dei crediti, la Banca d'Italia ha previsto che l'importo delle "posizioni di rischio" che costituiscono un "grande rischio" sia fornito in Nota Integrativa facendo riferimento sia al valore di bilancio, sia al valore ponderato, così come di seguito riportato: a - di ammontare nominale complessivo pari a 114.042 mila euro; b – di ammontare ponderato pari 63.281 mila euro; c - di numero complessivo pari a 7.
____________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 187
C. Operazioni di cartolarizzazione La Banca non ha posto in essere operazioni di cartolarizzazione. D. Informativa sulle entità strutturate non consolidate contabilmente (diverse dalle società veicolo per la cartolarizzazione) La Banca non presenta entità strutturate da consolidare. E. Operazioni di cessione La Banca non ha posto in essere operazioni di cessione.
____________________________________________________________________________________________________ 188 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
F. Modelli per la misurazione del rischio di credito
La banca non utilizza modelli interni di portafoglio per la misurazione dell’esposizione al rischio di credito.
____________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 189
Sezione 2 – Rischi di mercato
2.1 Rischio di tasso d‘interesse e rischio di prezzo – portafoglio di negoziazione di vigilanza
Rischio di tasso d’interesse
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti Generali
Il rischio di tasso rappresenta il rischio attuale o prospettico di diminuzione di valore del patrimonio o di diminuzione del margine d’interesse derivante dagli impatti delle variazioni avverse dei tassi di interesse sulle attività diverse da quelle allocate nel portafoglio di negoziazione di vigilanza. Le fonti del rischio di tasso sono state individuate nei processi del credito, della raccolta e principalmente della finanza.
Gli obiettivi e le strategie sottostanti all’attività di negoziazione volti alla gestione del portafoglio titoli sono orientati alla massimizzazione della redditività dello stesso, cogliendo le opportunità di investimento, nell’ambito di un’impostazione ispirata al contenimento dei rischi.
Il Consiglio di Amministrazione ha provveduto alla definizione di una politica di investimenti in titoli, approvata nella seduta del 27 gennaio 2017. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre approvato, nella seduta del 29 novembre 2013, la Policy per la gestione della Finanza Proprietaria alla quale, successivamente, sono state apportate modifiche.
Il portafoglio di proprietà è stato segmentato in due insiemi: il Trading book ed il Banking book.
Il ruolo svolto dalla Banca nell’attività di negoziazione consiste principalmente in un’operatività di arbitraggio in titoli volta a sfruttare opportunità di trading di breve periodo.
B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso di interesse
Il Consiglio di Amministrazione, nelle sue periodiche riunioni mensili, viene a conoscenza del livello di rischio del tasso di interesse attraverso l’esame del Tableau de Bord. La struttura organizzativa per il controllo del rischio di tasso comprende:
Il Consiglio di Amministrazione che svolge un ruolo di indirizzo e quantifica il massimo rischio accettabile;
L’Alta Direzione – Amministratore Delegato che in virtù di specifiche indicazioni impartite dal Consiglio di Amministrazione provvede ad operare sul mercato ed a effettuare dei reporting con cadenza mensile;
La Funzione di Risk Management, come previsto dal regolamento;
• definisce e mantiene il modello di gestione del rischio di tasso di interesse;
• monitora i limiti e le soglie di sorveglianza nel rispetto della periodicità stabilita dalle politiche di gestione del rischio approvate dal Consiglio di Amministrazione;
• definisce ed effettua le prove di stress testing;
• propone all’Amministratore Delegato le azioni correttive per la gestione degli sconfinamenti dei limiti di rischio e delle soglie di sorveglianza;
• predispone la reportistica da indirizzare all’Amministratore Delegato e agli Organi aziendali con l’evidenza delle eventuali anomalie riscontrate.
Il Consiglio di Amministrazione, nella seduta del 28 novembre 2014, ha deliberato l’adesione al servizio di calcolo del rischio di mercato con il Metodo Value at Risk (VaR) per la gestione del portafoglio titoli di proprietà. La reportistica viene fornita da Cassa Centrale Banca con report giornalieri, settimanali e mensili. Oltre al monitoraggio del portafoglio, Cassa Centrale offre un supporto periodico con una call conference dedicata.
____________________________________________________________________________________________________ 190 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Il Valore a rischio dell’investimento è calcolato con gli applicativi e la metodologia parametrica di Riskmetrics su un orizzonte temporale di 10 giorni e con un intervallo di confidenza del 99%, tenendo in considerazione le volatilità e le correlazioni tra i diversi fattori di rischio che determinano l’esposizione al rischio di mercato del portafoglio (tra i quali il rischio tasso, il rischio azionario, il rischio cambio e il rischio inflazione). Il calcolo delle volatilità e delle correlazioni viene effettuato ipotizzando variazioni logaritmiche dei rendimenti sotto l’ipotesi di normalità di distribuzione degli stessi. La stima della volatilità viene effettuata partendo dai dati storici di mercato aggiornati quotidianamente, attribuendo poi un peso maggiore alle osservazioni più recenti grazie all’uso della media mobile esponenziale con un decay factor pari a 0,94, ottenendo un indicatore maggiormente reattivo alle condizioni di mercato e utilizzando una lunghezza delle serie storiche di base pari ad 1 anno di rilevazioni. L’approccio della media mobile esponenziale è utilizzato anche per la stima delle correlazioni.
A supporto della definizione della struttura dei propri limiti interni, di scelte strategiche o di specifiche analisi sono disponibili simulazioni di acquisti e vendite di strumenti finanziari all’interno della propria asset allocation, ottenendo un calcolo aggiornato della nuova esposizione sia in termini di VaR che di Effective Duration.
Il monitoraggio dell’esposizione al rischio di mercato è inoltre effettuato con la verifica settimanale delle diverse modellistiche disponibili sempre su un orizzonte temporale di 10 giorni e un intervallo di confidenza del 99% (oltre al metodo Parametrico descritto precedentemente, la Simulazione Storica, effettuata ipotizzando una distribuzione futura dei rendimenti dei fattori di rischio uguale a quella evidenziatasi a livello storico in un determinato orizzonte temporale, ed in particolare la metodologia Montecarlo, che utilizza una procedura di simulazione dei rendimenti dei fattori di rischio sulla base dei dati di volatilità e correlazione passati, generando 10.000 scenari casuale coerenti con la situazione di mercato).
Attraverso la reportistica vengono poi monitorate ulteriori statistiche di rischio ricavate dal Value at Risk (quali il Marginal VaR, l’Incremental VaR e il Conditional VaR), misure di sensitività degli strumenti di reddito (Effective Duration) e analisi legate all’evoluzione delle correlazioni fra i diversi fattori di rischio presenti.
Le analisi sono disponibili a diversi livelli di dettaglio: sulla totalità del portafoglio e sui raggruppamenti per tipologia di strumento (Azioni, Fondi, Tasso Fisso e Tasso Variabile Governativo, Sovranazionale e Corporate), fino ai singoli titoli presenti.
Di particolare rilevanza è inoltre l’attività di backtesting del modello di VaR utilizzato giornalmente, effettuata sull’intero portafoglio titoli di proprietà confrontando il VaR – calcolato al 99% e sull’orizzonte temporale giornaliero – con le effettive variazioni del Valore di Mercato Teorico del portafoglio.
Settimanalmente sono disponibili Stress Test sul Valore di Mercato Teorico del portafoglio titoli di proprietà attraverso i quali si studiano le variazioni innanzi a determinati scenari di mercato del controvalore teorico del portafoglio e dei diversi raggruppamenti di strumenti ivi presenti (Azioni, Fondi, Tasso Fisso e Tasso Variabile Governativo, Sovranazionale e Corporate). Nell’ambito delle strategie di governo del rischio vengono monitorati quattro diversi scenari sul fronte obbligazionario. Sono infatti ipotizzati shock istantanei sui tassi di interesse attraverso shift paralleli delle curve obbligazionarie sottostanti direttamente ai diversi strumenti finanziari detenuti. L’ammontare delle variazioni è pari a +/-25 e +/-50 basis points.
La reportistica viene monitorata dal Responsabile dell’Area Finanza e dalla Funzione di Risk Management. Questi invia, con cadenza mensile, al Consiglio di Amministrazione i dati desunti dalla Scheda di fine mese prodotta da Cassa Centrale Banca.
Il monitoraggio tempestivo dei limiti avviene, in parte, anche attraverso la funzionalità di Gestione dei limiti operativi messa a disposizione da Cassa Centrale Banca, in termini massimi e minimi, sia assoluti che relativi. E’ in aggiunta attivo un alert automatico per mail in caso di superamento dei limiti interni deliberati.
Il metodo di misurazione del rischio descritto non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali, ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e del controllo interno del rischio.
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____________________________________________________________________________________________________ 192 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
L’inizio dell’anno è stato caratterizzato da un’elevata tensione finanziaria che si è riflessa soprattutto sui mercati azionari, dovuta principalmente a rinnovati timori sulla crescita economica cinese, alla riduzione del prezzo del petrolio e a rischi geo-politici.
L’andamento dei listini, sia a gennaio che nelle prime settimane di febbraio, è apparso poco allineato ai fondamentali che, nel complesso, sembravano tenere e non fornivano un panorama particolarmente negativo per quanto riguarda lo scenario macroeconomico. In un clima di marcata avversione al rischio, le vendite hanno colpito in modo significativo il settore bancario sulle principali piazze. I vari listini azionari hanno aggiornato i loro minimi registrando perdite giornaliere oltre il 3%. Un contesto così volatile ed un mercato azionario influenzato da ogni minima notizia hanno avuto impatti rilevanti anche sul mercato obbligazionario.
Agli inizi di aprile, i fondamentali macroeconomici hanno evidenziato una situazione di difficile lettura insinuando dubbi riguardo alla solidità della ripresa economica a livello globale. Le fluttuazioni del prezzo del petrolio hanno continuato ad influenzare in maniera rilevante i mercati finanziari ed i timori di instabilità politica derivante da un’eventuale uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea erano sempre più consistenti.
Agli inizi di giugno i mercati hanno risentito fortemente dell’incertezza causata dall’imminente referendum sulla Brexit. Il voto del 23 giugno scorso dei cittadini inglesi ha colto impreparati i mercati e l’Europa intera che fino a qualche ora prima vedevano in vantaggio il fronte del Remain. L’impatto sui mercati finanziari è stato violento, con le borse dei paesi periferici, quali Italia e Spagna, a subire i ribassi maggiori. L’incremento di volatilità che si è osservato nella giornata del 24 giugno è stato particolarmente rilevante a livello europeo ma ha colpito con intensità anche indici internazionali quali quello statunitense e nipponico.
Verso la fine del 2016, inoltre, dinamiche quali il pronunciamento della BCE sul QE, l’elezione del Presidente degli USA, il referendum costituzionale italiano, l’instabilità politica italiana, hanno avuto un impatto importante sui portafogli di proprietà della banca.
Il VaR parametrico del Portafoglio della finanza proprietaria calcolato con intervallo di confidenza 99% a 10 giorni è pari a 3,76% dei Fondi Propri (dati al 31.12.2016).
Il modello di misurazione del rischio descritto non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali, ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e del controllo interno del rischio.
Rischio di prezzo
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali
La principale fonte del rischio è costituita dai titoli azionari di proprietà.
Come per il rischio di tasso d’interesse anche per quello di prezzo la strategia perseguita nel contesto di quella generale della Banca è orientata a una prudente gestione delle attività.
La composizione all’interno degli stessi titoli di capitale privilegia quelli di primarie società, di largo mercato e di buona redditività in termini di dividendi.
Pure in questo caso, l’attività di negoziazione si concentra nello sfruttare opportunità di trading di breve respiro.
B. Processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di prezzo
I processi interni di controllo e gestione del rischio di prezzo del portafoglio di negoziazione gestionale presentano, sia sotto il profilo della struttura organizzativa sia sotto quello dei limiti all’assunzione dei rischi, le stesse caratteristiche già illustrate in relazione al rischio di tasso d’interesse nella sezione 2.1, alla quale si rimanda. In ogni caso, il monitoraggio dell’andamento economico e del rischio collegato a tali posizioni viene
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effettuato dal Responsabile dell’Area Finanza mediante le informazioni di rendicontazione disponibili su base giornaliera, riportanti il dettaglio dei titoli presenti, delle operazioni effettuate, i risultati economici conseguiti.
Il metodo di misurazione del rischio descritto non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali, ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e del controllo interno del rischio.
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Informazioni di natura quantitativa 1. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione per durata residua (data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie per cassa e derivati finanziari
Valuta di denominazione EURO
Tipologia/Durata residua a vista fino a 3
mesi
da oltre 3 mesi fino a 6
mesi
da oltre 6 mesi fino a 1 anno
da oltre 1 anno fino a 5
anni
da oltre 5 anni
fino a 10 anni
oltre 10 anni
durata indeterminata
1. Attività per cassa 1.538 1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.538 1.2 Altre attività
2. Passività per cassa 2.1 P.C.T. passivi 2.2 Altre passività
3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante - Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte
_____________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 195
2. Portafoglio di negoziazione di vigilanza: distribuzione delle esposizioni in titoli di capitale e indici azionari per i principali Paesi del mercato di quotazione
Tipologia operazioni/Indice quotazione
Quotati
Non quotati Paese 1 Paese 2 Paese 3
A. Titoli di capitale 15 - posizioni lunghe 15 - posizioni corte B. Compravendite non ancora regolate su titoli di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C. Altri derivati su titoli di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte D. Derivati su indici azionari - posizioni lunghe - posizioni corte
_____________________________________________________________________________________________________ 196 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
2.2 Rischio di tasso d’interesse e di prezzo – portafoglio bancario
Rischio di tasso d’interesse
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di tasso d’interesse
Le principali fonti di rischio di tasso d’interesse da “fair value” risiedono nelle operazioni di raccolta (specialmente obbligazionaria) e di impiego (principalmente mutui) a tasso fisso; il rischio da “cash flow” origina invece dalle restanti attività e passività a vista o a tasso indicizzato.
Al 31 dicembre 2016 erano attive le linee di gestione in delega a Cassa Centrale Banca ed a Banca Patrimoni ritenute coerenti con la strategia di investimento della Banca per quanto concerne l’universo dei titoli investibili, il profilo di rischio, nonché gli obiettivi di redditività di medio periodo. Il monitoraggio dell’andamento economico e del rischio collegato a tali posizioni viene effettuato dal Responsabile dell’Area Finanza mediante le informazioni di rendicontazione disponibili su base giornaliera/mensile specificamente per ciascuna linea di investimento, riportanti il dettaglio dei titoli presenti, delle operazioni effettuate, i risultati economici conseguiti unitamente al riepilogo completo inviato su base trimestrale.
I processi interni di gestione del rischio di tasso di interesse si imperniano sull’Alta Direzione e sul Consiglio di Amministrazione che con frequenza mensile prendono in esame il livello del rischio sulla base del report redatto dalla Funzione di Risk Management, che deriva dal report ALM fornito da Cassa Centrale Banca.
Il rischio è valutato trimestralmente nell’ambito della metodologia ICAAP.
I metodi di misurazione e controllo del rischio di tasso di interesse sono quelli indicati nell’allegato C) Parte Prima, Titolo III, Capitolo 1 della Circolare 285/2013. Oltre ad adottare la metodologia indicata dall’Organo di Vigilanza si procede anche ad effettuare prove di stress.
In sede ICAAP, quindi, ai fini della determinazione del capitale interno a fronte del rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario la Banca utilizza l’algoritmo semplificato per la determinazione della variazione del valore economico del portafoglio bancario, a fronte di uno shock di tasso pari a 50 punti base.
Con l’adozione di tale metodologia semplificata, la banca valuta l’impatto di uno shift parallelo di 50 punti base della curva dei tassi, sull’esposizione al rischio di tasso di interesse relativo al portafoglio bancario.
La metodologia richiamata, prevede che tutte le attività e le passività siano classificate in fasce temporali in base alla loro vita residua. All’interno di ciascuna fascia viene calcolata l’esposizione netta, ottenuta dalla compensazione tra posizioni attive e posizioni passive, secondo l’analisi dei relativi cash flow.
Le esposizioni nette di ogni fascia sono poi moltiplicate per i fattori di ponderazione ottenuti dal prodotto tra una variazione ipotetica dei tassi di 50 punti base e un’approssimazione della duration modificata relativa a ciascuna fascia definita dalla Banca d’Italia.
L’indice di rischiosità al 31 dicembre 2016, rapportato ai Fondi Propri, si è attestato a 7,61%, contro 8,24% al 31 dicembre 2015.
E’ stato adottato uno strumento di monitoraggio preventivo del rischio di tasso di interesse, che, pur nei suoi limiti oggettivi, garantisce il rispetto della normativa.
La misurazione del rischio di tasso d'interesse, con riferimento al rischio di “fair value” viene effettuata secondo il metodo di “Duration Gap Analisys”. Tale approccio analizza congiuntamente il present value delle attività e delle passività di bilancio e determina la variazione del valore del patrimonio netto a seguito di una oscillazione dei tassi di mercato.
Il potenziale impatto di una variazione dei tassi ±100 bps sul margine di interesse a 12 mesi, nell'ipotesi di volumi costanti, è stato così stimato:
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� +100 bps – impatto complessivo sul margine di interesse a 1 anno euro 63.690 pari a 0,20%; +100 bps – variazione patrimonio netto a 1 anno euro -4.082.829 pari a -12,78%; +100 bps – impatto complessivo rispetto allo scenario a tassi costanti -4.019.140 pari a -12,58%; -100 bps – impatto complessivo sul margine di interesse a 1 anno euro -5.390 pari a -0,02%; -100 bps – variazione patrimonio netto a 1 anno euro 3.371.604 pari a 10,55%; -100 bps – impatto complessivo rispetto allo scenario a tassi costanti 3.366.213 pari a 10,53%.
B. Attività di copertura del fair value
La Banca non ha effettuato operazioni di copertura del fair value.
C. Attività di copertura dei flussi finanziari
La Banca non ha effettuato operazioni di copertura di flussi finanziari.
Rischio di prezzo
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, procedure di gestione e metodi di misurazione del rischio di prezzo
La fonte del rischio di prezzo risiede nei titoli di capitale non rientranti nel portafoglio di negoziazione di vigilanza, i quali sono classificati come titoli disponibili per la vendita, secondo i principi IAS/IFRS.
I processi interni di controllo e gestione del rischio di prezzo del portafoglio bancario presentano, sia sotto il profilo della struttura organizzativa sia sotto quello dei limiti all’assunzione dei rischi, le stesse caratteristiche già illustrate in relazione al rischio di tasso d’interesse nella sezione 2.1, alla quale si rimanda.
Il metodo di misurazione del rischio non è utilizzato per la determinazione dei requisiti patrimoniali, ma rappresenta uno strumento a supporto della gestione e del controllo interno del rischio.
B. Attività di copertura del fair value
La Banca non ha effettuato operazioni di copertura del fair value.
C. Attività di copertura dei flussi finanziari
La Banca non ha effettuato operazioni di copertura di flussi finanziari.
_____________________________________________________________________________________________________ 198 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Informazioni di natura quantitativa 1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie Valuta di denominazione USD
Tipologia/Durata residua a vista fino a 3
mesi
da oltre 3 mesi fino a 6
mesi
da oltre 6 mesi fino a 1
anno
da oltre 1 anno fino a
5 anni
da oltre 5 anni fino a
10 anni
oltre 10 anni
Durata indeterminata
1. Attività per cassa 13 42
1.1 Titoli di debito 42 - con opzione di rimborso anticipato - altri 42 1.2 Finanziamenti a banche 13 1.3 Finanziamenti a clientela
- c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela
- c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche
- c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre
3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante
- Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante
- Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4 Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte
_____________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 199
1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie Valuta di denominazione GBP
Tipologia/Durata residua
a vista fino a 3 mesi
da oltre 3 mesi fino a 6
mesi
da oltre 6 mesi fino a 1
anno
da oltre 1 anno fino a
5 anni
da oltre 5 anni fino a
10 anni
oltre 10 anni
Durata indeterminata
1. Attività per cassa 1
1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 1 1.3 Finanziamenti a clientela
- c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela
- c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche
- c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre
3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante
- Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante
- Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4 Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte
_____________________________________________________________________________________________________ 200 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie Valuta di denominazione CHF
Tipologia/Durata residua
a vista fino a 3 mesi
da oltre 3 mesi fino a 6
mesi
da oltre 6 mesi fino a 1
anno
da oltre 1 anno fino a
5 anni
da oltre 5 anni fino a
10 anni
oltre 10 anni
Durata indeterminata
1. Attività per cassa 13
1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 13 1.3 Finanziamenti a clientela
- c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela
- c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche
- c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre
3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante
- Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante
- Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4 Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte
_____________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 201
1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie Valuta di denominazione CAD
Tipologia/Durata residua
a vista fino a 3 mesi
da oltre 3 mesi fino a 6
mesi
da oltre 6 mesi fino a 1
anno
da oltre 1 anno fino a
5 anni
da oltre 5 anni fino a
10 anni
oltre 10 anni
Durata indeterminata
1. Attività per cassa 5
1.1 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 1.2 Finanziamenti a banche 5 1.3 Finanziamenti a clientela
- c/c - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2. Passività per cassa 2.1 Debiti verso clientela
- c/c - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.2 Debiti verso banche
- c/c - altri debiti 2.3 Titoli di debito - con opzione di rimborso anticipato - altri 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre
3. Derivati finanziari 3.1 Con titolo sottostante
- Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante
- Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4 Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte
_____________________________________________________________________________________________________ 202 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Informazioni di natura quantitativa 1. Portafoglio bancario: distribuzione per durata residua (per data di riprezzamento) delle attività e delle passività finanziarie Valuta di denominazione EURO
Tipologia/Durata residua a vista fino a 3
mesi
da oltre 3 mesi fino a 6
mesi
da oltre 6 mesi fino a 1
anno
da oltre 1 anno fino a
5 anni
da oltre 5 anni fino a
10 anni
oltre 10 anni
Durata indeterminata
1. Attività per cassa 85.246 9.813 22.529 5.863 22.198 14.075 14.448
1.1 Titoli di debito 3.680 21.174 2.463 8.911 7.947 12.064 - con opzione di rimborso anticipato - altri 3.680 21.174 2.463 8.911 7.947 12.064 1.2 Finanziamenti a banche 58.947 786 1.3 Finanziamenti a clientela 26.299 5.347 1.355 3.400 13.287 6.128 2.384
- c/c 2.550 56 108 16 20 6 - altri finanziamenti - con opzione di rimborso anticipato - altri 23.749 5.291 1.247 3.384 13.267 6.122 2.384 2. Passività per cassa 80.842 26.176 5.164 4.982 33.105 2.1 Debiti verso clientela 80.306 7.198 3.082 946
- c/c 50.031 - altri debiti - con opzione di rimborso anticipato - altri 30.275 7.198 3.082 946 2.2 Debiti verso banche 15.001
- c/c - altri debiti 15.001 2.3 Titoli di debito 536 3.977 2.082 4.036 33.105 - con opzione di rimborso anticipato - altri 536 3.977 2.082 4.036 33.105 2.4 Altre passività - con opzione di rimborso anticipato - altre
3. Derivati finanziari 1.538 3.1 Con titolo sottostante
- Opzioni + posizioni lunghe + posizioni corte - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 3.2 Senza titolo sottostante 1.538
- Opzioni + posizioni lunghe 1.538 + posizioni corte 1.538 - Altri derivati + posizioni lunghe + posizioni corte 4 Altre operazioni fuori bilancio + posizioni lunghe + posizioni corte
_____________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 203
2.3 Rischio di cambio
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di cambio
Le principali fonti di rischio di cambio risiedono nella fluttuazione dei corsi per l’attività di acquisto e vendita di valuta (banconote) per conto della clientela e di titoli del portafoglio della finanza proprietaria e conti correnti in valuta, attività per altro modeste.
B. Attività di copertura del rischio di cambio
La Banca non ha effettuato operazioni specifiche di copertura del rischio di cambio.
_____________________________________________________________________________________________________ 204 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
Informazioni di natura quantitativa
1. Distribuzione per valuta di denominazione delle attività, delle passività e dei derivati
Voci Valute
Dollari USA Sterline Yen Dollari
canadesi Franchi svizzeri
Altre valute
A. Attività finanziarie (61) (2) (6) (16) A1. Titoli di debito (42) A2. Titoli di capitale A3. Finanziamenti a banche (13) (1) (5) (13) A4. Finanziamenti a clientela A5. Altre attività finanziarie B. Altre attività (6) (1) (1) (3) C. Passività finanziarie C1. Debiti verso banche C2. Debiti verso clientela C3. Titoli di debito C4. Altre passività finanziarie D. Altre passività E. Derivati finanziari - Opzioni + Posizioni lunghe + Posizioni corte - Altri derivati + Posizioni lunghe + Posizioni corte Totale attività (61) (2) (6) (16) Totale passività Sbilancio (+/-) (61) (2) (6) (16)
_____________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 205
2.4 Gli strumenti derivati A. Derivati finanziari A.1 Portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali di fine periodo e medi Non risultano derivati finanziari ascritti al portafoglio di negoziazione di vigilanza. A.2 Portafoglio bancario: valori nozionali di fine periodo e medi A.2.1 Di copertura Non sono presenti derivati finanziari di copertura. A.2.2 Altri derivati
Attività sottostanti/Tipologie derivati
Totale 2016 Totale 2015 Over the counter
Controparti Centrali
Over the counter
Controparti Centrali
1. Titoli di debito e tassi d’interesse
1.538 1.537
a) Opzioni 1.538 1.537 b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 2. Tipoli di capitale e indici
azionari
a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 3. Valute e oro a) Opzioni b) Swap c) Forward d) Futures e) Altri 4. Merci 5. Altri sottostanti
Totale 1.538 1.537 Valori medi 1.538 1.537
_____________________________________________________________________________________________________ 206 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
A.3 Derivati finanziari: fair value lordo positivo – ripartizione per prodotti Non risultano evidenze di fair value lordo positivo su derivati finanziari. A.4 Derivati finanziari: fair value lordo negativo – ripartizione per prodotti Non risultano evidenze di fair value lordo negativo su derivati finanziari. A.5 Derivati finanziari OTC – portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti non rientranti in accordi di compensazione Non risultano contratti non rientranti in accordi di compensazione inerenti derivati finanziari OTC ascritti al portafoglio di negoziazione di vigilanza. A.6 Derivati finanziari OTC – portafoglio di negoziazione di vigilanza: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti rientranti in accordi di compensazione Non risultano contratti rientranti in accordi di compensazione inerenti derivati finanziari OTC ascritti al portafoglio di negoziazione di vigilanza.
______________________________________________________________________________________________________ 207 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
A.7 Derivati finanziari OTC – portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti non rientranti in accordi di compensazione
Contratti non rientranti in accordi di compensazione G
over
ni e
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1) Titoli di debito e tassi d’interesse - Valore nozionale 1.538 - Fair value positivo - Fair value negativo - Esposizione futura 27 2) Titoli di capitale e indici azionari - Valore nozionale - Fair value positivo - Fair value negativo - Esposizione futura 3) Valute e oro - Valore nozionale - Fair value positivo - Fair value negativo
- Esposizione futura 4) Altri valori - Valore nozionale - Fair value positivo
- Fair value negativo - Esposizione futura
_________________________________________________________________________________________________________ 208 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
A.8 Derivati finanziari OTC- portafoglio bancario: valori nozionali, fair value lordi positivi e negativi per controparti – contratti rientranti in accordi di compensazione Non risultano contratti rientranti in accordi di compensazione inerenti derivati finanziari OTC A.9 Vita residua dei derivati finanziari OTC: valori nozionali
Sottostanti/Vita residua Fino a 1 anno
Oltre 1 anno e fino a 5
anni
Oltre 5 anni
Totale
A. Portafoglio di negoziazione di vigilanza
A.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse A.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari A.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro A.4 Derivati finanziari su altri valori B. Portafoglio bancario 1.538 1.538 B.1 Derivati finanziari su titoli di debito e tassi d'interesse 1.538 1.538 B.2 Derivati finanziari su titoli di capitale e indici azionari B.3 Derivati finanziari su tassi di cambio e oro B.4 Derivati finanziari su altri valori
Totale 2016 1.538 1.538
Totale 2015 1.537 1.537
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 209
Sezione 3 – Rischio di liquidità
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio di liquidità
Il Consiglio di Amministrazione, con la Policy per il Governo e la Gestione del Rischio di liquidità, adottata in data 27 gennaio 2011 (ultimo aggiornamento 29 febbraio 2016) ha definito le linee guida e regole interne affinché la Banca possa mantenere e gestire un livello di liquidità adeguato. Nella seduta del 19 aprile 2016, il Consiglio di Amministrazione ha adottato una nuova versione della regolamentazione interna riferita alla liquidità denominata Policy per il governo e la gestione del rischio di liquidità e funding.
La Policy è stata meglio strutturata ed integralmente rivista per adattarla alla nuova normativa ed al nuovo report ALM prodotto da Cassa Centrale Banca. Essa descrive:
• un modello organizzativo, nel quale ruoli e responsabilità sono assegnati alle funzioni organizzative coinvolte, tenuto conto delle caratteristiche e delle complessità operative della Banca;
• le politiche di gestione della liquidità operativa (entro i dodici mesi) e strutturale (oltre i dodici mesi) con l’indicazione dei modelli e metriche che possono essere utilizzati per la misurazione, la gestione e il controllo del rischio di liquidità e funding, nonché per l’esecuzione di stress test;
• il Contingency Funding and Recovery Plan (CFRP) che identifica gli indicatori di supporto all’individuazione di possibili situazioni di tensione (specifici o sistemici), descrive i processi organizzativi e gli interventi volti a ristabilire la condizione di normalità della gestione della liquidità e funding;
• il sistema di prezzi di trasferimento interno dei fondi (FTP).
Il processo di gestione della liquidità e funding è composto dalle seguenti fasi:
• definizione degli indirizzi strategici: nella quale vengono definite la strategia, il RAF, il piano di funding e le metodologie di analisi e di stress test in logica attuale e prospettica;
• gestione della liquidità e del funding in cui sono svolte delle attività operative per la gestione del rischio di liquidità e funding sia su un orizzonte di breve periodo (entro i 12 mesi) che di medio-lungo periodo (superiore ai 12 mesi) in ottica attuale e prospettica;
• controlli: finalizzati alla valutazione del grado di esposizione della Banca al rischio di liquidità e funding, al presidio del RAF, e ai monitoraggi previsti nel CFRP;
• informativa al Consiglio di Amministrazione: tali attività sono finalizzate a garantire la consapevolezza circa la situazione complessiva di esposizione al rischio di liquidità e funding della Banca.
Le funzioni aziendali preposte a garantire la corretta applicazione della Policy di Liquidità sono il Consiglio di Amministrazione, l’Amministratore delegato, il Collegio Sindacale, il Direttore Centrale, il Vice Direttore Vicario, il Vice Direttore, l’Area Amministrazione Contabilità & Tesoreria, la Funzione di Risk Management, il Comitato Alta Direzione e Rischi, la Funzione di Revisione Interna.
In particolare, la Funzione di Risk Management:
• concorre allo sviluppo e procede alla valutazione dei sistemi di misurazione del rischio di liquidità cui la Banca è esposta;
• concorre a definire ed effettuare gli stress test; • propone e controlla il rispetto dei limiti operativi all’assunzione dei rischi di liquidità; • concorre allo sviluppo e valuta il sistema di prezzi di trasferimento interno dei fondi; • predispone e aggiorna la reportistica per gli organi aziendali in cui viene illustrata l’esposizione al
rischio di liquidità (procedura ALM fornita dalla Cassa Centrale Banca), determinata anche sulla base delle prove di stress;
• verifica periodicamente la qualità dei dati utilizzati nella metodologia di misurazione del rischio;
________________________________________________________________________________________________ 210 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
• valuta la congruità delle riserve di liquidità e verifica in modo indipendente il prezzo delle attività che le compongono e, ove diversi da quelli regolamentari, l’adeguatezza degli scarti di garanzia (haircut) applicati.
La Funzione di Risk Management tra l’altro: • propone al Consiglio di Amministrazione le metodologie per l’analisi e il presidio dell’esposizione della
Banca al rischio di liquidità e funding; • propone il RAF per il rischio di liquidità e funding; • valuta il grado di esposizione della Banca al rischio di liquidità e funding e l’adeguatezza del profilo di
liquidità attuale e prospettico (ILAAP); • effettua il monitoraggio periodico dei limiti RAF attivando, nel caso, le procedure di escalation; • monitora l’andamento degli indicatori ILAAP definiti nella presente policy; • rendiconta gli esiti delle analisi al Consiglio di Amministrazione; • effettua le attività previste dal Contingency Funding and Recovery Plan.
La Banca ha strutturato il monitoraggio della situazione di liquidità operativa sui seguenti livelli:
o il 1° livello prevede il presidio a breve della posizione finanziaria netta della Banca, delle masse liquide e liquidabili e delle fonti di approvvigionamento. In questo ambito, la Banca provvede al controllo delle operazioni di rifinanziamento del portafoglio titoli con riferimento:
- alla gestione delle scadenze dei finanziamenti collateralizzati e del portafoglio titoli;
- al monitoraggio del valore liquidabile delle attività costituite a garanzia ai fini del controllo della eventuale integrazione delle garanzie (cd. marginatura del collaterale).
o il 2° livello prevede l’utilizzo di report per la valutazione della robustezza delle riserve di liquidità e la determinazione degli indicatori di attenzione in chiave gestionale (report elaborati sulla base dello strumento maturity ladder);
o il 3° livello prevede il rispetto del requisito minimo regolamentare LCR e la valutazione periodica di scenari di stress (idiosincratico, di mercato e combinato).
La gestione della liquidità strutturale e del funding è volta ad assicurare l’equilibrio finanziario della struttura per scadenze con orizzonte temporale superiore ai 12 mesi, attraverso il mantenimento di un adeguato rapporto tra passività complessive e attività a medio-lungo termine, finalizzato ad evitare tensioni sulle fonti a breve termine.
Oltre alla disciplina del processo di gestione della liquidità e funding in condizioni “normali”, la Policy si compone di una parte relativa alla predisposizione del Contingency Funding and Recovery Plan (CFRP) il cui obiettivo è quello di fronteggiare eventuali situazioni di crisi di liquidità in modo tempestivo ed efficace, attivando risorse e/o procedure non riconducibili, per modalità ed intensità, alle condizioni di operatività ordinaria. In particolare, la Banca ha definito un set di indicatori di preallarme di natura sistemica e specifica da monitorare in via continuativa per l’attivazione dei segnali di anomalia del Contingency Funding and Recovery Plan – CFRP.
Il sistema degli indicatori di preallarme può segnalare tre differenti scenari operativi riconducibili al progressivo deterioramento della posizione di liquidità della Banca:
• Normalità; • Allerta; • Crisi.
Per valutare l’esposizione al rischio di liquidità viene preso in considerazione il seguente set di indicatori regolamentari e indicatori di attenzione in chiave gestionale nei report prodotti dal Servizio Consulenza Direzionale di Cassa Centrale Banca:
� LCR - Liquidity Coverage Ratio; � NSFR - Net Stable Funding Ratio; � Operazioni di rifinanziamento portafoglio titoli/Raccolta Diretta;
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� Impieghi/Raccolta; � ICR Top 10; � Attività Prontamente Monetizzabili di Alta qualità/Totale APM; � Impieghi oltre 12 mesi/(Raccolta oltre 12 mesi + Free Capital); � Raccolta a Vista/Raccolta Diretta; � Raccolta Indiretta/Raccolta Diretta; � Indicatore di liquidità gestionale a 1 mese; � Indicatore di liquidità gestionale a 3 mesi; � Indicatore di liquidità gestionale a 6 mesi; � Indicatore di liquidità gestionale a 12 mesi; � Time to Survival; � Rapporto tra le durate medie di Impieghi e Raccolta; � Impieghi/Raccolta Evoluto; � Raccolta interbancaria netto Rifinanziamenti/Raccolta Diretta.
La Banca non calcola un capitale interno a fronte del rischio di liquidità ma valuta la propria esposizione al rischio in termini di capacità di copertura dei fabbisogni di liquidità mediante l’utilizzo delle proprie riserve.
In base alle risultanze delle analisi effettuate al 31 dicembre 2016, il rischio di liquidità viene valutato di bassa rilevanza; al fine di misurare il rischio di liquidità in un’ottica prospettica, la Banca calcola il valore al 31 dicembre 2017 degli indicatori di liquidità coerentemente con il piano strategico ottenendo i risultati di seguito riepilogati:
Indicatori sintetici della situazione di liquidità a consuntivo e prospettici
Indicatori RAF Regolamentari
LCR
NSFR
Altri Indicatori RAF
Operazioni di Rifinanziamento portafoglio titoli / Raccolta Diretta
Impieghi / Raccolta
ICR Top 10
Attività Prontamente Monetizzabili Alta Qualità / Totale APM
Impieghi oltre 12 mesi / (Raccolta oltre 12 mesi + Free Capital)
Raccolta a vista / Raccolta Diretta
Raccolta Indiretta / Raccolta Diretta
Indicatori Gestionali
Indicatore di liquidità gestionale a 1 mese
Indicatore di liquidità gestionale a 3 mesi
Indicatore di liquidità gestionale a 6 mesi
Indicatore di liquidità gestionale a 12 mesi
Time to Survival
Rapporto tra le durate medie di Impieghi e Raccolt a
Impieghi / Raccolta Evoluto
Raccolta interbancaria netto Rifinanziamenti / Rac colta Diretta
0,39 0,37
0,0% 0,0%
>12 mesi > 12 mesi
2,25 2,25
0,66 0,72
55,1% 58,1%
6,5% 7,3%
10,4% 7,6%
79,2% 70,0%
0,45 0,47
31/12/2016 31/12/2017
385,7% 406,7%
177,8% 187,8%
11,5% 10,9%
Gli indicatori di liquidità gestionale a 1 mese, a 3 mesi, a 6 mesi e a 12 mesi non evidenziano fabbisogno di liquidità.
L’indicatore di liquidità strutturale prospettica viene calcolato confrontando la parte di impieghi prospettici stabili finanziati da raccolta prospettica non volatile e quantificando le due masse mediante l’applicazione di
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coefficienti di ponderazione agli importi di impiego e raccolta prospettici coerenti con lo sviluppo del piano operativo 2017.
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 213
Informazioni di natura quantitativa 1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: USD
Voci/Scaglioni temporali a vista da oltre 1 giorno a 7
giorni
da oltre 7 giorni a 15
giorni
da oltre 15 giorni a 1
mese
da oltre 1 mese fino a 3
mesi
da oltre 3 mesi fino a 6
mesi
da oltre 6 mesi fino a 1 anno
da oltre 1 anno fino a 5
anni Oltre 5 anni
Durata
indeterminata
Attività per cassa 13 44 A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito 44 A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti 13 - Banche 13 - Clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - Banche - Clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- Posizioni lunghe - Posizioni corte
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- Posizioni lunghe - Posizioni corte
C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - Posizioni lunghe - Posizioni corte
________________________________________________________________________________________________ 214 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: GBP
Voci/Scaglioni temporali a vista da oltre 1 giorno a 7
giorni
da oltre 7 giorni a 15
giorni
da oltre 15 giorni a 1
mese
da oltre 1 mese fino a 3
mesi
da oltre 3 mesi fino a 6
mesi
da oltre 6 mesi fino a 1 anno
da oltre 1 anno fino a 5
anni Oltre 5 anni
Durata
indeterminata
Attività per cassa 1 A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti 1 - Banche 1 - Clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - Banche - Clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- Posizioni lunghe - Posizioni corte
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- Posizioni lunghe - Posizioni corte
C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - Posizioni lunghe - Posizioni corte
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 215
1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: CHF
Voci/Scaglioni temporali a vista da oltre 1 giorno a 7
giorni
da oltre 7 giorni a 15
giorni
da oltre 15 giorni a 1
mese
da oltre 1 mese fino a 3
mesi
da oltre 3 mesi fino a 6
mesi
da oltre 6 mesi fino a 1 anno
da oltre 1 anno fino a 5
anni Oltre 5 anni
Durata
indeterminata
Attività per cassa 13 A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti 13 - Banche 13 - Clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - Banche - Clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- Posizioni lunghe - Posizioni corte
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- Posizioni lunghe - Posizioni corte
C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - Posizioni lunghe - Posizioni corte
________________________________________________________________________________________________ 216 Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016
1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: CAD
Voci/Scaglioni temporali a vista da oltre 1 giorno a 7
giorni
da oltre 7 giorni a 15
giorni
da oltre 15 giorni a 1
mese
da oltre 1 mese fino a 3
mesi
da oltre 3 mesi fino a 6
mesi
da oltre 6 mesi fino a 1 anno
da oltre 1 anno fino a 5
anni Oltre 5 anni
Durata
indeterminata
Attività per cassa 5 A.1 Titoli di Stato A.2 Altri titoli di debito A.3 Quote O.I.C.R. A.4 Finanziamenti 5 - Banche 5 - Clientela Passività per cassa B.1 Depositi e conti correnti - Banche - Clientela B.2 Titoli di debito B.3 Altre passività Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- Posizioni lunghe - Posizioni corte
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- Posizioni lunghe - Posizioni corte
C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - Posizioni lunghe - Posizioni corte
________________________________________________________________________________________________ Banca Capasso Antonio S.p.A. – Bilancio 2016 217
1. Distribuzione temporale per durata residua contrattuale delle attività e passività finanziarie - Valuta di denominazione: euro
Voci/Scaglioni temporali a vista da oltre 1 giorno a 7
giorni
da oltre 7 giorni a 15
giorni
da oltre 15 giorni a 1
mese
da oltre 1 mese fino a 3
mesi
da oltre 3 mesi fino a 6
mesi
da oltre 6 mesi fino a 1 anno
da oltre 1 anno fino a 5
anni Oltre 5 anni
Indeterm.
Attività per cassa 70.218 181 220 616 3.370 3.816 8.669 42.205 48.746 786 A.1 Titoli di Stato 1 245 407 1.666 11.403 29.515 A.2 Altri titoli di debito 7 41 1.000 419 627 6.985 4.288 A.3 Quote O.I.C.R. 1.705 A.4 Finanziamenti 68.513 181 212 575 2.125 2.990 6.376 23.817 14.943 786 - Banche 58.946 786 - Clientela 9.567 181 212 575 2.125 2.990 6.376 23.817 14.943 Passività per cassa 75.111 1.457 1.299 15.472 8.101 5.274 10.788 33.105 B.1 Depositi e conti correnti 74.613 1.437 1.293 415 4.072 3.085 6.657 - Banche - Clientela 74.613 1.437 1.293 415 4.072 3.085 6.657 B.2 Titoli di debito 489 20 6 57 4.029 2.189 4.131 33.105 B.3 Altre passività 9 15.000 Operazioni "fuori bilancio" C.1 Derivati finanziari con scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.2 Derivati finanziari senza scambio di capitale - posizioni lunghe - posizioni corte C.3 Depositi e finanziamenti da ricevere - posizioni lunghe - posizioni corte C.4 Impegni irrevocabili a erogare fondi
- Posizioni lunghe - Posizioni corte
C.5 Garanzie finanziarie rilasciate C.6 Garanzie finanziarie ricevute C.7 Derivati creditizi con scambio di capitale
- Posizioni lunghe - Posizioni corte
C.8 Derivati creditizi senza scambio di capitale - Posizioni lunghe - Posizione corte
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Sezione 4 – Rischi operativi
Informazioni di natura qualitativa
A. Aspetti generali, processi di gestione e metodi di misurazione del rischio operativo
In generale, le principali fonti di manifestazione del rischio operativo sono riconducibili alle frodi interne, alle frodi esterne, ai rapporti di impiego e sicurezza sul lavoro, agli obblighi professionali verso i clienti ovvero alla natura o caratteristiche dei prodotti, ai danni da eventi esterni, alla disfunzione dei sistemi informatici e all’esecuzione, consegna e gestione dei processi, alla contrattualistica utilizzata con la clientela, all’esatta applicazione e interpretazione delle leggi, norme e regole, soprattutto in campo tributario/fiscale.
La Banca è ben consapevole che l’emersione di tali rischi può generare perdite, in grado di incidere significativamente sui risultati d’esercizio, offuscando anche la reputazione aziendale e, nei casi più rilevanti, mettere addirittura a repentaglio la propria stabilità.
La Funzione di Risk Management nella sua costante attività di controllo effettua una serie di adempimenti:
• coordina lo svolgimento del risk assessment finalizzato ad individuare e valutare l’impatto dei possibili eventi di rischio operativo (almeno) a partire dagli event type suggeriti da Banca d’Italia nelle proprie disposizioni;
• ha il compito di coordinare la rete dei risk owner, gestendo in maniera strutturata ed organica i processi di raccolta e valutazione del rischio, portando all’attenzione del Consiglio di Amministrazione e dell’Amministratore delegato le principali evidenze che emergono, in modo da ispirare una gestione aziendale che si fondi anche su una valutazione consapevole del profilo di rischio;
• a partire dagli esiti del risk assessment, è responsabile del disegno, dello sviluppo e della manutenzione del Sistema interno di gestione e misurazione dei rischi operativi, dal punto di vista dei processi e della metodologia sottostante, garantendo la conformità con i requirements normativi;
• provvede alla redazione e all’aggiornamento della Policy ed alla formalizzazione della normativa interna di riferimento in materia di rischi operativi;
• riveste un ruolo di coordinamento dei processi di Operational Risk Management, nonché di indirizzo delle strutture coinvolte;
• è responsabile della misurazione e del controllo dell’esposizione al rischio operativo e della determinazione del requisito patrimoniale;
• sulla base delle risultanze delle analisi sui rischi operativi, individua le aree maggiormente critiche e, conseguentemente, propone l’attivazione delle opportune azioni di mitigazione e ne monitora l’efficacia.
L’Amministratore delegato e la Direzione centrale, ognuno secondo il grado di responsabilità che rivestono, intervengono nei confronti della struttura operativa al fine di contrastare efficacemente l’insorgere o il perdurare di fattori che potrebbero generare perdite alla banca.
La Policy in materia di gestione dei rischi operativi è stata oggetto di modifica nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 27 gennaio 2017. La modifica riguarda la metodologia utilizzata per la valutazione dell’esposizione a tali rischi. Ancorché la valutazione del rischio si basa, come in precedenza, sulla relazione tra impatto e probabilità, la nuova metodologia di analisi fornisce una valutazione del rischio residuo sui processi oggetto di analisi, a partire da un’iniziale valutazione del rischio potenziale e considerando poi la valutazione dei presidi di controllo in essere.
Per ogni evento di rischio è dapprima svolta una valutazione del rischio potenziale ovvero una valutazione del rischio senza prendere in considerazione le eventuali contromisure poste in essere dalla Banca; sono poi valutate le contromisure poste in essere dalla Banca e, in base a tale valutazione, è possibile determinare il relativo rischio residuo.
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La Funzione di Risk Management effettua, con cadenza annuale, una valutazione complessiva del livello di esposizione ai rischi operativi, secondo la metodologia individuata. Gli esiti di tale valutazione costituiscono parte integrante del controllo del profilo di rischio operativo della Banca.
L’ultima rendicontazione al Consiglio risale al 27 gennaio 2017.
L'analisi effettuata ha individuato rischi operativi relativamente alle seguenti principali aree aziendali:
• Area Finanza e Portafoglio di proprietà; • Area Pianificazione; • Area Organizzazione e Sistemi Informativi; • Rete Commerciale; • Area Compliance e Antiriciclaggio; • Area Amministrazione Contabilità e Tesoreria; • Area Crediti; • Area Sistemi di Pagamento.
I risultati prodotti per la valutazione complessiva del rischio operativo residuo, evidenziano la generale capacità dei controlli interni della Banca di ridurre il rischio potenziale al livello “Contenuto”, secondo la scala di valutazione riportata nella metodologia.
Complessivamente il 66% dei rischi operativi valutati nel periodo di riferimento 01.01.2016 – 31.12.2016 presentano un rischio residuo contenuto, il 30% un rischio residuo misurato, il 3% un rischio residuo significativo ed il rimanente 1% un rischio residuo critico.
Di seguito è rappresentata un overview complessiva dei risultati prodotti per la valutazione complessiva dei rischi operativi declinata per le Aree oggetto di analisi:
AREA RISCHIO RESIDUO
AREA FINANZA E PORTAFOGLIO DI PROPRIETA' MISURATO
AREA PIANIFICAZIONE MISURATO
AREA CREDITI MISURATO
AREA ORGANIZZAZIONE E SISTEMI INFORMATIVI CONTENUTO
RETE COMMERCIALE CONTENUTO
AREA COMPLIANCE E ANTIRICICLAGGIO CONTENUTO
AREA AMMINISTRAZIONE CONTABILITA' E TESORERIA CONTENUTO
AREA SISTEMI DI PAGAMENTO CONTENUTO
Tecniche di mitigazione
I principali rischi - per catastrofi, rischi per infedeltà dei dipendenti, rischio per frodi telematiche, rischi per furti e rapine – sono mitigati attraverso l’accensione di adeguate coperture assicurative, invariate rispetto al precedente esercizio.
Nel 2004 il Consiglio di Amministrazione ha deliberato l’adozione del Codice di autodisciplina per la
prestazione dei servizi d’investimento. Negli anni successivi né in quelli precedenti l’adozione non è mai pervenuto alcun reclamo scritto da parte della clientela in merito allo svolgimento di servizi d’investimento.
Il Consiglio di Amministrazione il 28 settembre 2005 ha deliberato di adottare un modello organizzativo e di gestione idoneo a prevenire i reati di cui al D.Lgs n° 231/2001, approvando il Codice Etico ed il regolamento che determina il funzionamento dell’Organismo di controllo. Nella seduta del 30 ottobre 2013 il Consiglio su iniziativa dell’Organismo di vigilanza, ha approvato il nuovo Codice Etico e il Modello di Organizzazione
e Controllo della Banca. L’ultima revisione del citato documento risale al 16 giugno 2014 che, con delibera del Consiglio di Amministrazione, per adeguarlo alle nuove disposizioni di vigilanza.
Tra i presidi a mitigazione di tali rischi, rientra l’adozione, con delibera del 20 dicembre 2006, di un “Piano
di Continuità Operativa”, volto a cautelare la Banca a fronte di eventi critici che possono inficiarne la
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piena operatività. In tale ottica, si è provveduto ad istituire le procedure operative da attivare per fronteggiare gli scenari di crisi, attribuendo, a tal fine, ruoli e responsabilità ai diversi attori coinvolti. Il piano viene aggiornato annualmente.
Il 22 novembre 2016 il Responsabile del Piano di continuità operativa della Banca ha effettuato il Test annuale del Piano di continuità operativa finalizzato ad individuare le attività necessarie al ripristino dell’integrità del sistema informativo, a seguito della manomissione causata da un cyber attack, e al recupero delle operazioni eseguite fino al momento in cui si è constatato che il database era stato corrotto. Con il test è stata affrontata una situazione molto particolare e che, seppur remota, può realmente verificarsi. A conclusione dell’attività svolta si reso è necessario inserire nel PCO un nuovo processo per indicare la sequenza delle operazioni da effettuare al verificarsi dello scenario sopra indicato.
La Banca ha adottato una Metodologia di analisi dei rischi di business continuity che rappresenta la metodologia per la valutazione e la misurazione dei rischi di continuità operativa ed ha lo scopo di definire i principi e le regole per la valutazione, la gestione, il controllo e il reporting dei rischi stessi. Tale metodologia è finalizzata a valutare i livelli di rischio di eventi che causano interruzioni nell’erogazione dei servizi. Essa fornisce una valutazione del rischio residuo sui processi oggetto di analisi, a partire da un’iniziale valutazione del rischio potenziale e considerando la valutazione dei presidi di continuità operativa in essere. Per ogni evento di rischio viene quindi dapprima effettuata una valutazione del rischio potenziale, ovvero una valutazione del rischio senza prendere in considerazione le eventuali contromisure, dopodiché viene valutato il rischio residuo tramite la matrice di correlazione tra rischio potenziale ed efficacia delle contromisure poste in essere. A seguito della valutazione del rischio residuo è definito un piano di trattamento qualora la valutazione del rischio ecceda la propensione al rischio definita dalla Banca.
Nelle giornate dal 27 al 29 settembre 2016 sono stati effettuati presso il Centro di ripristino IBM i test funzionali BCRS (Business Continuity and Recovery Service) per l’ambiente informatico e infrastrutturale di Eureka Ibs srl definito nel Piano di Ripristino aziendale. La prova si è svolta con esiti positivi.
La Banca ha adottato un Regolamento per la tutela dei dati personali che recepisce in maniera organica il D. Lgs. 196/2003 e i vari provvedimenti emessi dal Garante per disciplinare alcune particolari materie, come ad esempio la videosorveglianza. Il Regolamento recepisce, inoltre, le misure necessarie per ottemperare al Provvedimento del 12 maggio 2011 del Garante per la protezione dei dati personali, sulle prescrizioni in materia di circolazione delle informazioni in ambito bancario e di tracciamento delle operazioni bancarie, in vigore dal 30 settembre 2014, che prescrive l’adozione di una serie di provvedimenti, in alcuni casi qualificati “necessari”, in altri “opportuni”, per rendere il trattamento dei dati bancari della clientela pienamente conforme alle disposizioni del Codice della privacy. Le misure di tracciamento sono state adottate nel rispetto della vigente disciplina in materia di controllo a distanza dei lavoratori (art. 4, L. 300/70) tenendo altresì conto dei principi affermati dal Garante in tema di informativa agli interessati nelle linee guida sull'utilizzo della posta elettronica e di internet.
La Banca ha adottato la Policy sulla trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari e
sulla correttezza delle relazioni tra intermediari e clienti che sancisce le regole a cui attenersi per rendere trasparente il rapporto con la clientela, attenuando i rischi legali e di reputazione per la Banca e mitigando la possibilità che si concretizzino delle perdite operative.
Il Consiglio di Amministrazione ha approvato il Regolamento sull'Usura nel quale sono indicate le modalità di rilevazione dei tassi effettivi globali mesi, la gestione degli stessi nell'ambito del Sistema Informativo della Banca, i processi per le segnalazioni dovute alla Banca d'Italia e l'elenco dei controlli periodici che devono essere effettuati.
Ai sensi della Circolare 285/2013 Parte I Titolo IV Capitolo 3 Sezione VIII è stato adottato, nella seduta del Consiglio di Amministrazione del 23 dicembre 2015, il Regolamento interno in materia di
Whistleblowing, in riferimento all’obbligo per le banche di dotarsi di sistemi interni di segnalazione delle violazioni. Nel regolamento sono state declinate le soluzioni organizzative in conformità a quanto previsto dalle disposizioni di vigilanza proporzionalmente al profilo dimensionale ed alla complessità operativa della Banca. E’ prevista, tra l’altro, a cura del Responsabile dei sistemi interni e nel rispetto della tutela dei
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segnalanti, una relazione annuale sul corretto funzionamento dei sistemi interni di segnalazione contenenti le informazioni sulle risultanze dell’attività svolta a seguito delle segnalazioni ricevute.
� Informazioni di natura quantitativa Le perdite operative significative riferibili agli ultimi 10 anni ammontano a euro 22.893.
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PARTE F - INFORMAZIONI SUL PATRIMONIO
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Sezione 1 – Il Patrimonio dell’Impresa
A. Informazioni di natura qualitativa La Banca da sempre persegue come priorità strategica il rafforzamento dei mezzi patrimoniali. Il concetto di patrimonio si identifica nella rappresentazione delineata dalle Istruzioni di vigilanza ed in particolare è fondato sui seguenti principi:
� Il patrimonio è il primo presidio a fronte dei rischi connessi con la complessiva attività bancaria; � Un livello di patrimonializzazione adeguato consente al banchiere di esprimere con i necessari
margini di autonomia la propria vocazione imprenditoriale e nel contempo di preservare la stabilità della banca.
La pianificazione della crescita dimensionale viene sviluppata coerentemente con il presidio patrimoniale e con i conseguenti requisiti ai quali tale aggregato deve far fronte. Le dinamiche sono costantemente monitorate dal Consiglio di Amministrazione. Per la nozione di patrimonio ci si riconduce sostanzialmente al Patrimonio di Vigilanza nelle sue due componenti fondamentali: patrimonio di base e patrimonio supplementare. Tale definizione rappresenta un adeguato riferimento per una efficace gestione della Banca sia in chiave strategica che operativa. Gli interventi di rafforzamento patrimoniale a livello di patrimonio di base sono stati esclusivamente conseguiti destinando a riserve una preponderante quota dell’utile di esercizio.
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B. Informazioni di natura quantitativa
B.1 Patrimonio dell’impresa: composizione
Voci/Valori Importo 2016
Importo 2015
1. Capitale 16.800 16.800 2. Sovrapprezzi di emissione 3. Riserve 20.201 19.938
- di utili 20.201 19.938 a) legale 572 527 b) statutaria 8.408 8.408 c) azioni proprie 4.800 4.800 d) altre 6.421 6.203 - altre 4. Strumenti di capitale 5. (Azioni proprie) (4.800) (4.800) 6. Riserve da valutazione: 672 1.339 - attività finanziarie
disponibili per la vendita 865 1.459 - attività materiali - attività immateriali - copertura di investimenti
esteri - copertura dei flussi
finanziari - differenze di cambio - attività non correnti in via
di dismissione - utili (perdite) attuariali
relativi a piani previdenziali a benefici definiti (193) (120)
- quote delle riserve da valutazione relative alle partecipate valutate al patrimonio netto
- leggi speciali di rivalutazione
7. Utile (perdita) d’esercizio 740 899 Totale 33.613 34.176
Nel corso dell’Assemblea dei Soci, prevista per il 28 aprile 2017 in prima convocazione ed il 29 aprile 2017 in seconda convocazione, verrà proposto ai soci di deliberare, nell’ambito della ripartizione dell’utile di esercizio, l’attribuzione di 2.500 Euro per ogni azione delle n. 240 totali, per complessivi 600.000 Euro.
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B.2 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: composizione
Attività/Valori Totale 2016 Totale 2015
Riserva positiva
Riserva negativa
Riserva positiva
Riserva negativa
1. Titoli di debito 933 121 1.554 96 2. Titoli di capitale 157 60 330 246 3. Quote di O.I.C.R. 4 48 18 101 4. Finanziamenti
Totale 1.094 229 1.902 443 B.3 Riserve da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita: variazioni annue
Titoli di debito
Titoli di capitale
Quote di
O.I.C.R.
Finanziamenti
1. Esistenze iniziali 1.458 84 (83)
2. Variazioni positive 600 724 106
2.1 Incrementi di fair value 208 44 64 2.2 Rigiro a conto economico di riserve negative - da deterioramento 641 - da realizzo 36 2.3 Altre variazioni 392 39 6 3. Variazioni negative 1.245 712 67
3.1 Riduzioni di fair value 767 673 29 3.2 Rettifiche da deterioramento 3.3 rigiro a conto economico da riserve positive: da realizzo 409 5 3.4 Altre variazioni 69 39 33
4. Rimanenze finali 813 96 (44)
La voce “altre variazioni” include la fiscalità differita generata dalle variazioni annue positive e negative intervenute nella riserva da valutazione delle attività finanziarie disponibili per la vendita.
B.4 Riserve da valutazione relative a piani a benefici definiti: variazioni annue Le riserve da valutazione relative a utili/perdite attuariali su piani previdenziali a benefici definiti ammontano ad euro -192.720. Esse registrano nel presente esercizio una variazione negativa di euro 72.904 rispetto agli euro -119.816 di fine 2015.
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Sezione 2 – I fondi propri ed i coefficienti di vigilanza
2.1 Fondi Propri
A. Informazioni di natura qualitativa
Con l’emanazione della Circolare 285 del 17 dicembre 2013 è stato dato avvio all’applicazione dal 1° gennaio 2014 degli atti normativi comunitari con cui sono stati trasposti nell’ordinamento dell’Unione europea le riforme degli accordi del Comitato di Basilea (“Basilea 3”), volte a rafforzare la capacità delle banche di assorbire shock derivanti da tensioni finanziarie ed economiche, indipendentemente dalla loro origine, a migliorare la gestione del rischio e la governance, a rafforzare la trasparenza e l’informativa delle banche, tenendo conto degli insegnamenti della crisi finanziaria.
Il Comitato ha mantenuto l’approccio su tre Pilastri integrandolo e rafforzandolo per accrescere quantità e qualità della dotazione di capitale degli intermediari, introdurre strumenti di vigilanza anticiclici, norme sulla gestione del rischio di liquidità e sul contenimento della leva finanziaria.
Il Primo Pilastro è stato rafforzato attraverso una definizione maggiormente armonizzata del capitale e più elevati requisiti di patrimonio. In aggiunta al sistema dei requisiti patrimoniali volti a fronteggiare i rischi di credito, controparte, mercato e operativo, è ora prevista l’introduzione di un limite alla leva finanziaria con funzione di backstop del requisito patrimoniale basato sul rischio e per contenere la crescita della leva a livello di sistema. Sono previsti, inoltre, requisiti e sistemi di supervisione del rischio di liquidità, incentrati su un requisito di liquidità a breve termine (Liquidity Coverage Ratio – LCR) e su una regola di equilibrio strutturale a più lungo termine.
Il Secondo Pilastro richiede alle banche di dotarsi di una strategia e di un processo di controllo dell’adeguatezza patrimoniale, attuale e prospettica, rimettendo all’Autorità di Vigilanza il compito di verificare l’affidabilità e la coerenza dei relativi risultati e di adottare, o ve la situazione lo richieda, le opportune misure correttive.
Il Terzo Pilastro, riguardante gli obblighi di informativa al pubblico sull’adeguatezza patrimoniale, sull’esposizione ai rischi e sulle caratteristiche generali dei relativi sistemi di gestione e controllo, al fine di favorire la disciplina di mercato – è stato rivisto per introdurre, tra l’altro, requisiti di trasparenza concernenti le esposizioni verso cartolarizzazioni, maggiori informazioni sulla composizione del capitale regolamentare e sulle modalità con cui la banca calcola i ratios patrimoniali.
Con i successivi aggiornamenti della già citata Circolare 285/2013 e, ancor prima, dalle nuove Disposizioni di vigilanza prudenziale delle banche (Circolare della Banca d’Italia n° 263/2006 – 15° aggiornamento del 2 luglio 2013), sono stati rivisitati/disciplinati alcuni aspetti (il sistema dei controlli interni, il sistema informativo, la continuità operativa) al fine di dotare le banche di un sistema di controlli interni completo, adeguato, funzionale e affidabile.
La Banca Capasso Antonio per le sue dimensioni rientra nei soggetti di classe 3, relativamente ai quali la normativa delinea specifici approcci semplificati.
Conformemente alle disposizioni di vigilanza è stato redatto l’Internal Capital Adequacy Assessment Process (ICAAP), in merito al processo interno di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica. E’ stato inoltre redatto l’Internal Liquidity Adequacy Assessment Process (ILAAP), in merito al processo interno di adeguatezza della liquidità attuale e prospettica.
L’iter di formazione del processo di valutazione interno è accompagnato da una intensa attività di regolamentazione e mappatura dei rischi.
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I resoconti sono stati sottoposti a revisione interna da parte della Funzione di Internal Auditing e da parte del Collegio Sindacale. Entrambi hanno espresso parere favorevole.
Nell’ICAAP il ruolo centrale del patrimonio bancario viene rafforzato nel rinnovato contesto prudenziale di Basilea 3. I risultati sono stati positivi per la nostra azienda e sono stati riconfermati dall’ICAAP relativo al 31 dicembre 2016. L’eccedenza di patrimonio, al 31 dicembre 2016, rappresenta circa il 62% dei Fondi Propri. L’elevato margine rispetto alle esigenze connesse alla capacità di fronteggiare perdite inattese derivanti dai rischi si pone quale ulteriore presidio a fronte di eventi estremi e fluttuazioni avverse del ciclo economico, oggi diventati inaspettatamente realistici.
I Fondi Propri costituiscono il principale punto di riferimento nelle valutazioni dell’Organo di Vigilanza in ordine alla stabilità delle singole banche e del sistema.
E’ costituito dalla somma del patrimonio base – ammesso al calcolo senza alcuna limitazione – e del patrimonio supplementare, che viene ammesso nel limite massimo del patrimonio di base, al netto delle deduzioni.
Per le attività diverse da quelle di negoziazione, con l’introduzione dei c.d. “filtri prudenziali” è prevista la deduzione integrale dal patrimonio di base delle minusvalenze da valutazione al fair value e il computo parziale delle plusvalenze da valutazione al fair value nel patrimonio supplementare. Più precisamente i saldi positivi tra le riserve positive e negative, relative alle attività finanziarie disponibili per la vendita, sono computati per un importo pari al 50 per cento nel patrimonio supplementare; gli eventuali saldi negativi tra le riserve positive e quelle negative sono dedotti integralmente dal patrimonio di base.
Dal 1° gennaio 2014 sono entrati in vigore in Italia il Regolamento (UE) n° 575/2013 (CRR) e la Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) del 26 giugno 2013, che prevedono, nella Parte Seconda, Capitolo 14 della Circolare n° 285 del 17 dicembre 2013 – Disciplina dei fondi propri - un regime transitorio per l’applicazione delle disposizioni in materia di fondi propri e di riserve di capitale (buffer).
La Circolare 285/2013, Capitolo 14, Sezione II, paragrafo 2), ultimo capoverso prevede che “le banche possono non includere in alcun elemento dei fondi propri profitti e perdite non realizzati relativi alle esposizioni verso le amministrazioni centrali, classificate nella categoria “Attività Finanziarie Disponibili per la vendita” dello IAS 39, approvato dall’UE”. Tale trattamento, precisa la nota (1) a piè pagina, “si applica sino a che la Commissione non ha adottato un regolamento sulla base del regolamento (CE) n° 1606/2002 che approvi l’International Financial Reporting Standard in sostituzione dello IAS 39”.
La sede della Banca d’Italia di Napoli, con protocollo n° 1190411/13 del 23 dicembre 2013 ha trasmesso una Nota tecnica sulla Circolare 285. A pagine 12 la Nota precisa che “le banche esercitano la facoltà prevista nella Sezione II, par. 2, ultimo capoverso, non oltre il 31 gennaio 2014”.
La Banca ha esercitato questa opzione entro la data prevista del 31 gennaio 2014 applicandola al calcolo dei Fondi Propri.
1. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1)
Gli elementi positivi del patrimonio di base sono rappresentati dal capitale versato, dalle riserve di utili portati a nuovo e dalle riserve di valutazione.
Da tali elementi vanno dedotte le componenti negative relative ai filtri prudenziali per rettifiche di valore di vigilanza e per regime transitorio, alle immobilizzazioni immateriali e alla fiscalità differita.
2. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1)
Non vi sono elementi da computare nel capitale aggiuntivo di classe 1.
3. Capitale di classe 2 (Tier 2 – T2)
Gli elementi da computare nel capitale di classe 2 riguardano il regime transitorio.
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B. Informazioni di natura quantitativa Totale
2016 Totale 2015
A. Capitale primario di classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) prima dell’applicazione dei filtri prudenziali
32.706
33.026
di cui strumenti di CET1 oggetto di disposizioni transitorie B. Filtri prudenziali del CET1 (+/-) (11) (3) C. CET1 al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio (A +/- B)
32.695 33.023
D. Elementi da dedurre dal CET1 E. Regime transitorio – Impatto su CET1 (+/-) (756) (1.260) F. Totale Capitale primario di Classe 1 (Common Equity Tier 1 – CET1) (C-D+/-E)
31.939 31.763
G. Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 –AT1) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio
di cui strumenti di AT1 oggetto di disposizioni transitorie H. Elementi da dedurre dall’AT1 I. Regime transitorio – Impatto sull’AT1 (+/-) L. Totale Capitale aggiuntivo di classe 1 (Additional Tier 1 – AT1) (G-H+/- I)
M. Capitale di classe 2 (Tier 2-T2) al lordo degli elementi da dedurre e degli effetti del regime transitorio
di cui strumenti di T2 oggetto di disposizioni transitorie N. Elementi da dedurre dal T2 O. Regime transitorio – Impatto su T2 (+/-) 15 1 P. Totale Capitale di classe 2 (Tier 2-T2) (M-N+/-O) 15 1 Q. Totale fondi propri (F+L+P) 31.954 31.764
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2.2 Adeguatezza patrimoniale A. Informazioni di natura qualitativa La banca si è sempre preoccupata di avere un patrimonio adeguato ed idoneo a permettere uno sviluppo graduale della propria operatività. Tale stato di cose è evidenziato dall’adeguatezza del coefficiente di solvibilità individuale che la banca deve rispettare a fronte del rischio di solvibilità delle controparti. Tale requisito che è espresso dal rapporto tra i fondi propri e il complesso delle attività aziendali ponderate in relazione al grado di rischio proprio di ciascuna di essa si attesta a fine anno al 42,19% rispetto al 34,38% dell’anno precedente, con una eccedenza percentuale del 34,19% rispetto alla misura minima dell’8% prevista dalla normativa di vigilanza per le imprese individuali non appartenenti a gruppi bancari. In termini assoluti l’eccedenza di fondi propri rispetto al minimo obbligatorio, il cosiddetto “free capital” è pari a 25.894.701 euro; importo che si ritiene più che adeguato alle attuali esigenze di crescita. La tabella che segue e che fornisce informazioni di natura quantitativa sulle attività a rischio e sui coefficienti di vigilanza evidenzia una gestione prudenziale delle varie tipologie di rischio con assorbimento patrimoniale nelle diverse tipologie di contenuto. I fondi propri sono assorbiti per il 16,90% dal rischio di credito, per il 2,06% dal rischio operativo mentre l’ 81,04% è patrimonio disponibile (free capital). B. Informazioni di natura quantitativa
Categorie/Valori Importi non ponderati
Import ponderati/requisiti
2016 2015 2016 2015 A. ATTIVITA’ DI RISCHIO 196.601 202.032 67.496 83.310
A.1 Rischio di credito e di controparte 196.601 202.032 67.496 83.310 1. Metodologia standardizzata 196.601 202.032 67.496 83.310 2. Metodologia basata sui rating interni
2.1 Base 2.2 Avanzata
3. Cartolarizzazioni B. REQUISITI PATRIMONIALI DI VIGILANZA 6.059 7.117
B.1 Rischio di credito e di controparte 5.400 6.665 B.2 Rischio di aggiustamento della valutazione del credito B.3 Rischio di regolamento B.4 Rischi di mercato
1. Metodologia standard 2. Modelli interni 3. Rischio di concentrazione
B.5 Rischio operativo 659 726 1. Metodo base 659 726 2. Metodo standardizzato 3. Metodo avanzato
B.6 Altri elementi del calcolo B.7 Totale requisiti prudenziali 6.059 7.391
C. ATTIVITA’ DI RISCHIO E COEFFICIENTI DI VIGILANZA C.1 Attività di rischio ponderate 75.738 92.391 C.2 Capitale primario di classe 1/Attività di rischio ponderate (CET1 capital ratio)
42,17% 34,38%
C.3 Capitale di classe 1/Attività di rischio ponderate (Tier 1 capital ratio)
42,17% 34,38%
C.4 Totale fondi propri/Attività di rischio ponderate (Total capital ratio)
42,19% 34,38%
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PARTE G - OPERAZIONI DI AGGREGAZIONE RIGUARDANTI IMPRESE O RAMI D’AZIENDA La presente parte non viene redatta in quanto la Banca Capasso Antonio S.p.A. non è tenuta alla sua compilazione
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PARTE H - OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE
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1 – Informazioni sui compensi dei dirigenti con responsabilità strategica Le indicazioni fornite nella presente sezione tengono conto, oltre che dello IAS 24, nella formulazione aggiornata e da ultimo recepita dall'UE con Regolamento n. 632/2010 del 19 luglio 2010, “Adozione dello IAS 24 – Informativa di bilancio sulle operazioni con parti correlate – rivisto”, in vigore dal 1° gennaio 2011, anche di quanto previsto dall’art. 2391-bis c.c. e dalla delibera Consob n. 17221/2010. Allo stesso tempo si segnala che, come pure ammesso dall'anzidetta delibera, le informazioni sulle parti correlate non sono state limitate a quelle di maggiore rilevanza, intendendo per tali le operazioni che superano gli indici di cui all’Allegato 3 del Regolamento Consob n. 17221/2010. Nella seguente tabella sono riportati i compensi corrisposti agli Amministratori, ai Sindaci,all’Amministratore Delegato e al Direttore Centrale.
2 – Informazioni sulle transazioni con parti correlate Sono considerate parti correlate, come definito dallo IAS 24:
1. Le società controllate, controllanti oppure soggette a controllo congiunto; 2. Le società che possono esercitare un’influenza notevole sulla società che redige il bilancio; 3. Le società collegate; 4. Le joint venture cui partecipi la società che redige il bilancio; 5. Gli Amministratori e i sindaci della società che redige il bilancio, nonché i dirigenti con responsabilità
strategiche della società e della sua controllante; 6. Gli stretti familiari di uno dei soggetti di cui al punto 1 e 5; 7. Società controllate, controllate congiuntamente o soggette a influenza notevole da uno dei soggetti
di cui ai punti 5 e 6; 8. Fondi pensionistici dei dipendenti o qualsiasi altra entità agli stessi correlata. Sono considerati familiari stretti: il convivente e i figli del soggetto – i figli del convivente – le persone a carico del soggetto o del convivente.
Parti correlate Crediti verso
clientela Debiti verso
clientela Garanzie
Raccolta amministrata
Costi Ricavi
Amministratori, sindaci e
dirigenti con responsabilità strategiche
€ 188.951 € 1.344.069 € 1.000.000 € 139.159 € 14.744 € 13.045
Stretti familiari secondo lo IAS
24 € 104.966 € 741.546 € 29.000 € 40.489 € 9.505 € 2.677
Società controllate dagli stretti familiari secondo lo IAS
24
Totale (euro) 293.917 2.085.615 1.029.000 179.648 24.249 15.722
Parti correlate Importi
a) benefici a breve termine per i dirigenti con responsabilità strategiche e per gli amministratori 253.900
b) altri compensi 29.535
Totale (euro) 283.435
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Informazioni ai sensi dell’art. 149-duodecies del regolamento Emittenti Consob In relazione a quanto stabilito dall’articolo 149-duodecies del regolamento emittenti CONSOB in attuazione della delega contenuta nell’art.160, comma 1-bis del D.Lgs. 24 febbraio 1998, n.58 (TUF), si indicano di seguito i compensi riconosciuti alla società di revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A., in relazione agli incarichi conferiti. I compensi sono al lordo di IVA.
Servizi Prestati Onorari
Revisione legale ai sensi degli artt.14 e 16 del D.Lgs. 27.01.2010 n.39 30.000
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PARTE I – ACCORDI DI PAGAMENTO BASATI SU PROPRI STRUMENTI PATRIMONIALI La presente parte non viene redatta in quanto la Banca Capasso Antonio S.p.A. non è tenuta alla sua compilazione
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PARTE L – INFORMATIVA DI SETTORE
La presente parte non viene redatta in quanto la Banca Capasso Antonio S.p.A. non è tenuta alla sua compilazione
Banca Capasso Antonio S.p.A. _______________________________________________
Relazione del Collegio Sindacale
ESTRATTO DAL VERBALE DI ASSEMBLEA ORDINARIA DEGLI AZIONISTI
del 28 Aprile 2017 - 1ª convocazione
Venerdì 28 Aprile 2017 si è tenuta nella sede sociale di Alife, Piazza Termini 1, in prima convocazione,
l’Assemblea ordinaria dei Soci della Banca Capasso Antonio S.p.A. sotto la Presidenza del Dr. Pietro
Matrisciano.
Sono intervenuti nr. 4 azionisti portatori in proprio di n. 208 azioni, pari all’ 86,67% del capitale sociale.
L'assemblea ordinaria legalmente costituita all'unanimità:
ha approvato
1) Bilancio al 31 dicembre 2016 con nota integrativa; relazione degli Amministratori sulla gestione;
relazione del Collegio Sindacale; approvazione e deliberazioni relative;
2) Ripartizione dell’utile netto dell’esercizio 2016;
3) Informativa da rendere all’Assemblea dei Soci sull’attuazione nel 2016 delle politiche di
remunerazione e incentivazione;
4) Policy sui sistemi di remunerazione e incentivazione nei confronti degli Organi Sociali e del
Personale;
5) Informativa da rendere all’Assemblea dei Soci sui risultati delle analisi quali – quantitative del
Consiglio di Amministrazione;
6) Informativa da rendere all’Assemblea dei Soci in ordine alle operazioni con Soggetti Collegati;
7) Nomina degli Amministratori per gli esercizi 2017-2018-2019 con scadenza all’approvazione del
bilancio dell’esercizio 2019;
8) Determinazione dei compensi del Consiglio di Amministrazione;
9) Nomina del Collegio Sindacale e del suo Presidente per il triennio 2017-2019, con scadenza
all’approvazione del bilancio dell’esercizio 2019;
10) Determinazione dei compensi del Collegio Sindacale;
11) Varie ed eventuali.
L’ordine del giorno è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Parte II n.42 del 08.04.2017.