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BANCA DEL FUCINO - Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato e soggetto a copyright. Ogni violazione
sarà perseguita ai sensi di Legge.
BANCA DEL FUCINO
III PILASTRO
Informativa al pubblico al 31.12.2010
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INDICE
Premessa .....................................................................................................................................................................................3
Tavola 1: Requisito informativo generale..................................................................................................................................5
Informativa qualitativa ...................................................................................................................................................................5
Tavola 2: Ambito di applicazione .............................................................................................................................................18
Informativa qualitativa .................................................................................................................................................................18
Tavola 3: Composizione del patrimonio di vigilanza..............................................................................................................18
Informativa qualitativa .................................................................................................................................................................18
Informativa quantitativa ...............................................................................................................................................................18
Tavola 4: Adeguatezza patrimoniale........................................................................................................................................22
Informativa qualitativa .................................................................................................................................................................22
Informativa quantitativa ...............................................................................................................................................................23
Tavola 5: Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche...................................................................26
Informativa qualitativa .................................................................................................................................................................26
Informativa quantitativa ...............................................................................................................................................................30
Tavola 6: Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato...........................37
Informativa qualitativa .................................................................................................................................................................37
Informativa quantitativa ...............................................................................................................................................................38
Tavola 8: Tecniche di mitigazione del rischio .........................................................................................................................41
Informativa qualitativa .................................................................................................................................................................41
Informativa quantitativa ...............................................................................................................................................................42
Tavola 9: Rischio di controparte ..............................................................................................................................................44
Informativa qualitativa .................................................................................................................................................................44
Informativa quantitativa ...............................................................................................................................................................44
Tavola 12: Rischio Operativo ...................................................................................................................................................46
Informativa qualitativa .................................................................................................................................................................46
Tavola 13: Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario ...............46
Informativa qualitativa .................................................................................................................................................................46
Informativa quantitativa ...............................................................................................................................................................47
Tavola 14: Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario..................................................49
Informativa qualitativa .................................................................................................................................................................49
Informativa quantitativa ...............................................................................................................................................................50
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sarà perseguita ai sensi di Legge. 3
III Pilastro: Informativa al pubblico al 31.12.2010
Premessa
Le disposizioni di vigilanza prudenziale per le banche, introdotte dalla Banca d’Italia con la circolare n. 263
del 27.12.2006, recepiscono il Nuovo Accordo sulla “Convergenza internazionale della misurazione del
capitale e dei coefficienti patrimoniali” (“Basilea 2”) e l’omologa normativa comunitaria dettata dalle direttive
UE n. 48 e n. 49 del 14.6.2006.
Il complessivo sistema di regole prudenziali governato dalla circolare 263/2006 si fonda su “tre pilastri”, che
disciplinano:
1) i requisiti patrimoniali (“primo pilastro”), ossia i coefficienti patrimoniali obbligatori di vigilanza che
configurano la dotazione minima di capitale che ogni intermediario deve possedere per fronteggiare i
rischi tipici della sua attività e per la cui misurazione sono utilizzabili metodologie alternative di calcolo
caratterizzate da differenti livelli di complessità sia nelle tecniche di computo sia nei requisiti
organizzativi e di controllo;
2) il processo di controllo prudenziale (“secondo pilastro”), ossia il sistema di controlli interni di cui
ciascuna banca deve dotarsi per assicurare l’adeguatezza patrimoniale e organizzativa - attuale e
prospettica - a fronte di tutti i rischi rilevanti per la sua attività (“Internal Capital Adequacy Assessment
Process” - ICAAP) e il sistema di controlli esterni che l’Autorità di Vigilanza esercita su stabilità,
efficienza, sana e prudente gestione degli intermediari stessi (“Supervisory Review and Evaluation
Process” - SREP), per verificare l’affidabilità e la coerenza dei risultati e adottare, ove la situazione lo
richieda, le opportune misure correttive;
3) l’informativa al pubblico (“terzo pilastro”), ossia gli obblighi informativi verso il mercato che ogni banca
è chiamata ad assolvere (disciplina di mercato) in materia di adeguatezza patrimoniale, esposizione ai
rischi e relativi sistemi di identificazione, misurazione e gestione.
In particolare, le disposizioni prudenziali concernenti il cosiddetto “terzo pilastro” impongono specifici obblighi
di informativa al pubblico - diretti a rafforzare la disciplina di mercato - che riguardano i profili di adeguatezza
patrimoniale e di esposizione ai rischi nonché le caratteristiche dei sistemi interni preposti all’identificazione,
alla misurazione e alla gestione dei rischi stessi.
Le informazioni da pubblicare, di carattere sia quantitativo sia qualitativo, sono organizzate in appositi quadri
sinottici disegnati dalla stessa normativa, che permettono di soddisfare le esigenze di omogeneità, di
comparabilità e di trasparenza dei dati.
Secondo il principio di proporzionalità la ricchezza e il grado di dettaglio delle informative sono calibrati sulla
complessità organizzativa e sul tipo di operatività. Determinati obblighi informativi configurano anche una
condizione necessaria per il riconoscimento a fini prudenziali (requisiti di idoneità) dell’adozione dei metodi
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avanzati per il calcolo dei requisiti patrimoniali sul rischio di credito e sul rischio operativo nonché delle
tecniche di attenuazione del rischio di credito.
E’ consentito omettere la pubblicazione di informazioni giudicate non rilevanti (salvo quelle che costituiscono
requisiti informativi di idoneità) e, in casi eccezionali, anche di informazioni esclusive (informazioni cioè che,
se rese note al pubblico, inciderebbero negativamente sulla posizione competitiva di una banca) o riservate
(informazioni soggette a vincoli legali di riservatezza concernenti i rapporti di una determinata banca con la
sua clientela). In tali casi gli intermediari interessati sono tenuti a rendere note quali sono le informazioni non
pubblicate e le ragioni dell’omissione e a pubblicare dati di carattere più generale sul medesimo argomento.
Le informative del “terzo pilastro” sono pubblicate nel sito internet della Banca (www.bancafucino.it) e
vengono aggiornate con una periodicità annuale.
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Tavola 1: Requisito informativo generale
Informativa qualitativa
Con riferimento ai rischi ai quali è esposta la Banca, si descrivono di seguito i processi per la gestione degli
stessi rischi, la struttura e l’organizzazione delle funzioni deputate allo svolgimento dei predetti processi, i
sistemi di misurazione e reporting utilizzati nonché le politiche di copertura ed attenuazione adottate. Il
perimetro dei rischi individuati e presidiati dalla Banca si articola come di seguito riportato:
- rischio di credito e di controparte;
- rischi di mercato comprendenti il rischio di posizione, di regolamento, di concentrazione sul portafoglio
di negoziazione ed il rischio di cambio;
- rischio di tasso di interesse del portafoglio bancario;
- rischio di liquidità;
- rischio operativo, comprendente anche il rischio legale;
- rischio di concentrazione;
- rischio residuo
– rischio strategico;
– rischio reputazionale.
A. Rischio di credito
L’erogazione del credito costituisce la principale attività esercitata dalla Banca e di conseguenza ne
determina l’esposizione al rischio più importante. L’attività è disciplinata dal Regolamento del processo
creditizio, deliberato dal Consiglio di Amministrazione della Banca, il quale definisce le linee guida di politica
creditizia e di governo del credito, e mediante il quale vengono dettati i riferimenti specifici per il controllo del
rischio derivante dall’attività creditizia.
L’esigenza di dotare la struttura di adeguati sistemi di controllo del rischio di credito non deriva solo dalla
necessità di uniformare i comportamenti a quanto previsto dal Nuovo Accordo sul capitale (Basilea II) ma
risponde ad opportunità gestionali di improrogabile applicazione. A tal fine la Banca si avvale di idonee
Strutture di controllo quali: il Servizio Risk Management e l’Ufficio Controllo Andamentale Crediti.
L’iter della concessione del credito e della corretta individuazione del prenditore di denaro è regolata da
apposita normativa interna, integrata da specifiche circolari e manuali operativi, che prevedono tra l’altro
diversi livelli di autonomia (deleghe) sia presso le strutture decentrate della Rete, sia presso la Direzione
Centrale. In presenza di proposte di fido relative a posizioni facenti parte di gruppi di clienti connessi, la
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determinazione dell’Organo competente per poteri delegati viene correttamente individuata dal sistema
informativo nell’ambito della pratica di fido elettronica.
L’accertamento della sussistenza dei presupposti di affidabilità, della natura ed entità degli interventi proposti
è supportato da una procedura C.R.S. (Credit Rating System fornita dall’outsourcer Cedacri ) che attribuisce
ad ogni singola controparte un rating, aggiornato a cadenza mensile. Inoltre, è attivo il Servizio “Banca dati
Integrata Ribes” in grado di fornire alle Unità operative interessate specifiche evidenze su: bilanci delle
aziende, legami societari, partecipazioni, visure camerali, ipocatastali e pregiudizievoli, etc.
L’attività di analisi e monitoraggio del rischio connesso all’attività creditizia è presidiata dalla funzione
Controllo Andamentale Crediti che, con il supporto di specifiche procedure operative, si affianca al controllo
gestionale di primo livello, ponendo in essere un tempestivo sistema di monitoraggio, prevalentemente su
base automatica, atto ad individuare segnali di deterioramento dei crediti ed intervenire con azioni correttive
efficaci.
Lo strumento di riferimento del controllo andamentale dei crediti è il S.E.A.C. (Sistema Esperto Andamento
Clienti) che attribuisce a ciascun debitore un punteggio di rischiosità calcolato in base ad indicatori statistici
di operatività, articolati per forma tecnica, confrontati con soglie ritenute normali o fisiologiche e integrati con
le informazioni rivenienti dalla Centrale Rischi.
Tale analisi costituisce la base non solo delle segnalazioni alle unità operative di competenza, ai fini
dell’adozione dei provvedimenti ritenuti più opportuni per la tutela del credito e per la revisione delle linee di
credito in essere ma è propedeutica ai fini della proposta agli Organi competenti di classificazione ad
incaglio, a posizione ristrutturata ed a sofferenza delle posizioni esaminate.
Il sistema informativo aziendale identifica e gestisce automaticamente, sempre nell'ambito delle posizioni
deteriorate, tra le altre, quelle sconfinanti oltre i 90 giorni assistite da garanzie eleggibili ed i cosiddetti incagli
oggettivi, anche ai fini della determinazione della relativa rettifica di valore.
Al fine di rafforzare i presidi organizzativi preposti alla gestione del rischio di credito la Banca, di recente, ha
istituito l'Ufficio Recupero Crediti e ha rivisitato la normativa interna inerente la gestione delle posizioni
anomale.
La Banca ai fini del calcolo del requisito patrimoniale sul rischio di credito adotta la metodologia
standardizzata. Nell’ambito del processo ICAAP, viene posta anche attenzione sul processo e sulle
metodologie di realizzazione delle analisi di stress sul rischio di credito. Nonostante l’applicazione del
metodo standardizzato per il calcolo del requisito patrimoniale a fronte dei rischi di credito, è utilizzato, come
già anticipato, a fini gestionali un modello interno di rating (C.R.S. – Credit Rating System) in grado di
classificare ogni controparte in classi di rischio aventi probabilità di insolvenza omogenee. Tale strumento
permette di rappresentare la struttura dei tassi di insolvenza degli individui che compongono il portafoglio, al
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fine di stimare, oltre che il rischio individuale, anche la perdita attesa, che costituisce la base per calcolare gli
accantonamenti da effettuare a fronte delle esposizioni in essere.
I principali report, prodotti a cadenza trimestrale, attraverso i quali viene esplicitato il monitoraggio del rischio
di credito sono relativi alla:
- distribuzione del requisito patrimoniale per portafogli regolamentari, che consente di analizzare per
classi regolamentari il portafoglio crediti complessivo (Bonis + Crediti problematici) della Banca, sia
dal punto di vista dell’esposizione che del requisito patrimoniale;
- distribuzione delle esposizioni coperte da garanzie reali e personali idonee per portafogli
regolamentari, che consente di analizzare come è strutturato il portafoglio crediti della Banca in base
all’utilizzo di strumenti idonei di mitigazione del rischio;
- distribuzione delle esposizioni e rettifiche di valore per aree geografiche, che consente di effettuare
un'analisi geografica del portafoglio crediti complessivo (Bonis + Crediti problematici);
- distribuzione esposizioni e rettifiche di valore per settori economici, che consente di effettuare
un'analisi di tipo settoriale del portafoglio crediti complessivo (Bonis + Crediti problematici).
I principali strumenti utilizzati dalla Banca per la mitigazione del rischio di credito sono rappresentati dalle
garanzie reali finanziarie prestate attraverso contratti di pegno, dalle ipoteche immobiliari e dalle garanzie
personali rappresentate da fidejussioni. La Banca ha elaborato ed emanato internamente appositi manuali
operativi che definiscono le linee guida alle quali le strutture Centrali e la Rete devono attenersi per
l’acquisizione e la gestione di garanzie idonee alla mitigazione del rischio di credito. Coerentemente con
l’impianto normativo l’obiettivo dei predetti manuali è di: a) favorire la gestione ottimale delle garanzie; b)
massimizzare l’effetto di mitigazione delle garanzie reali e personali sui crediti in default; c) ottenere un
impatto positivo sui requisiti patrimoniali; d) definire le regole per l’ammissibilità, la valutazione, il
monitoraggio e la gestione delle garanzie reali e personali.
B. Rischio di controparte
Il rischio di controparte configura una particolare tipologia di rischio creditizio che insiste su specifici
strumenti finanziari, classificati nel portafoglio bancario e nel portafoglio di negoziazione di vigilanza, la cui
esposizione è soggetta a variazioni nel tempo.
In considerazione delle caratteristiche delle operazioni poste in essere dalla Banca, l’area di generazione del
rischio di controparte può essere circoscritto agli strumenti derivati finanziari (principalmente di copertura) in
essere con controparti bancarie ed a pronti contro termine passivi effettuati con clientela e con banche.
La gestione e la mitigazione di tale rischio avviene principalmente attraverso la fissazione di limiti operativi
alla negoziazione degli strumenti finanziari deliberati dal Consiglio di Amministrazione. Spetta, infatti, al
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Consiglio di Amministrazione stabilire la tipologia e la natura degli strumenti finanziari oggetto
dell’operazione.
Al fine di contenere l’esposizione al rischio di controparte, gli strumenti finanziari oggetto di transazioni sia
con clientela che con controparti bancarie non devono avere carattere speculativo, associarsi sempre a
posizioni sottostanti nonché presentare limitati elementi di complessità.
Qualora la controparte sia rappresentata da una Banca, il Regolamento del Processo Creditizio prevede che
la proposta di affidamento globale della stessa (conti reciproci, impiego di liquidità sull’interbancario, pronti
contro termine, derivati finanziari) sia inoltrata dall’Ufficio Finanza alla Direzione Generale.
Ai fini della misurazione del rischio di controparte la Banca adotta:
- per i contratti derivati finanziari OTC (“Over The Counter“) e per le operazioni con regolamento a lungo
termine ( “Long Settlement transactions”, LST), il “metodo del valore corrente” disciplinato dalle
disposizioni di vigilanza1, nel quale l’esposizione creditizia dipende dal fair value della transazione e
dalla sua variabilità, stimata secondo coefficienti regolamentari;
- per le operazioni Security Financing Transactions – SFT (es. pronti contro termine) il “metodo
standardizzato” secondo la disciplina prevista nell’ambito del rischio di credito.
Inoltre, in funzione della bassa rilevanza del rischio di controparte, l’attività di monitoraggio è eseguita
trimestralmente.
C. Rischi di mercato
I rischi di mercato sono generati dall’operatività sui mercati riguardanti gli strumenti finanziari e le valute e, in
particolare, comprende: il rischio di posizione, il rischio di regolamento, il rischio di concentrazione e il rischio
di cambio.
L’area di generazione del rischio di mercato è stata individuata nell’esercizio di attività operative sui mercati
degli strumenti finanziari, principalmente in sede di gestione del portafoglio di negoziazione ai fini di
vigilanza.
I presidi organizzativi e gestionali sono principalmente costituiti dall’attività del Comitato Finanza e dell’Ufficio
Finanza. In particolare, il ruolo principale del Comitato Finanza è quello di razionalizzare gli investimenti in
strumenti finanziari assicurando la crescita della redditività nel tempo attraverso l’assunzione di scelte
gestionali coerenti alla politica di investimento assunta dal Consiglio di Amministrazione.
1 Cfr. Banca d’Italia, Circolare n. 263/2006, Titolo II, Capitolo 3, Sezione II, § 5.
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Il Comitato Finanza, con riferimento alle scelte strategiche del Consiglio di Amministrazione in materia di
delega della gestione del portafoglio di proprietà ad altre banche, ad imprese di investimento o società di
gestione del risparmio, propone al Consiglio di Amministrazione le politiche di investimento del portafoglio di
proprietà e le motivazioni di esternalizzazione di tale portafoglio, nonché i limiti operativi da assegnare al
gestore nell’ambito del mandato conferito al medesimo. In tale contesto, il Comitato Finanza propone al
Consiglio di Amministrazione i criteri per la scelta degli intermediari ai quali conferire il mandato di gestione
(professionalità dell’intermediario, assetti organizzativi e procedure utilizzate per la gestione del rischio di
mercato, flussi informativi prodotti per la verifica ed il controllo dei predetti rischi) nonché l’unità organizzativa
di collegamento fra il gestore e la Direzione Generale al fine di formulare e riferire al Comitato stesso i
risultati della gestione e le proposte circa le decisioni da prospettare al Consiglio di Amministrazione per la
gestione del portafoglio titoli.
Inoltre, il Comitato Finanza propone al Consiglio di Amministrazione i contenuti dei flussi informativi da
fornire allo stesso Consiglio per rappresentare in maniera sintetica il rischio ed il rendimento del portafoglio
esternalizzato nonché l’evoluzione nel tempo dello stesso.
Il ruolo assegnato all’Ufficio Finanza è quello di assicurare l’ottimale gestione delle risorse finanziarie ed, in
particolare, del portafoglio di negoziazione e del portafoglio “disponibili per la vendita”. Nel contesto del
predetto ruolo, l’Ufficio è responsabile dello svolgimento del processo strategico e del processo finanziario,
per quanto di sua competenza, osservando i regolamenti e le altre disposizioni aziendali vigenti che
disciplinano i predetti processi. In particolare, l’Ufficio risponde del processo finanziario per quanto riguarda:
- la politica degli investimenti (acquisizione delle informazioni; dimensionamento degli investimenti e dei
relativi rischi);
- la valutazione circa assunzione dei rischi (investimento da effettuare; affidabilità e solvibilità
dell’emittente; affidabilità dell’intermediario bancario).
Per la misurazione e la gestione dei rischi di mercato del portafoglio di negoziazione di vigilanza la Banca fa
ricorso alla procedura AlmPro fornita dall’outsourcer Cedacri; quest’ultima viene utilizzata dal Servizio Risk
Management allo scopo di determinare il Value at Risk (VaR) complessivo del portafoglio di negoziazione.
La predetta procedura è alimentata da flussi derivanti dal sistema contabile – amministrativo interno, per
quanto concerne i dati del portafoglio di proprietà. Ai fini della gestione e del monitoraggio, il portafoglio di
vigilanza è stato suddiviso per gestori, e ciò permette il calcolo del VaR relativo al singolo gestore.
Attraverso il modulo VaR della procedura AlmPro sono effettuate le prove di stress test. La rilevazione del
VaR è effettuata con cadenza decadale, relazionando almeno trimestralmente il Comitato Finanza. Inoltre,
vengono forniti mensilmente all’Ufficio Finanza i report sintetici relativi al VaR del portafoglio di proprietà
gestito sia internamente che esternamente. Sono stati messi a punto anche report più dettagliati ed analisi
RAPM (Risk Adjusted Performance Measure) ossia dei rendimenti corretti per il rischio del portafoglio di
proprietà che, con cadenza mensile, sono forniti alla Direzione Generale.
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In base al regolamento del processo finanziario emanato dal Consiglio di Amministrazione sono stati
attribuiti limiti di VaR e stop–loss ai seguenti organi aziendali: Comitato Finanza, Direttore Generale e Ufficio
Finanza. Nei casi di superamento di dette soglie il Direttore Generale convoca il Comitato Finanza, che
presenterà le soluzioni più opportune da sottoporre al CdA per il riposizionamento entro i limiti definiti dalla
Banca.
Ai fini del calcolo del requisito patrimoniale relativo ai complessivi rischi rientranti nella disciplina dei rischi di
mercato, la Banca ha adottato la metodologia standardizzata. Tale metodologia prevede il calcolo del
requisito sulla base del c.d. "approccio a blocchi" (building-block approach), secondo il quale il requisito
complessivo è dato dalla somma dei requisiti di capitale determinati a fronte dei singoli rischi di mercato.
D. Rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario
Il rischio di tasso di interesse sul banking book è il rischio associato alla avversa fluttuazione dei tassi di
interesse di mercato tale da determinare una riduzione del valore economico aziendale.
Il modello di governance definito a presidio del processo di gestione e controllo del rischio di tasso
d’interesse sul banking book si fonda sui seguenti principi:
- separazione tra i processi di gestione delle posizioni che originano il rischio di tasso d’interesse (Area
mercato e crediti) ed i processi di controllo del rischio di tasso (Servizio Risk Management);
- sviluppo dei processi di gestione e controllo del rischio di tasso coerentemente con la struttura
organizzativa definita nel Regolamento generale Aziendale, che prevede il coinvolgimento, sotto la
supervisione del Consiglio di Amministrazione, del Comitato Finanza, del Direttore Generale, del
Servizio Risk Management, dell’Ufficio Finanza/ Ufficio Titoli di Proprietà e Tesoreria.
La gestione del rischio di tasso sul banking book è assicurata dalle strutture appartenenti all’Area Mercato e
Prodotti mediante la gestione operativa delle attività e passività. La gestione del rischio di tasso di interesse
avviene nel rispetto delle linee guida definite dal Consiglio di Amministrazione e nell’intento di garantire che
la Banca abbia una contenuta esposizione, anche alla luce dell’introduzione di nuovi prodotti e di nuove
attività (nell’effettuare tale valutazione, le funzioni dell’Area Mercato e Prodotti si avvalgono del supporto del
Servizio Risk Management).
Ai fini della misurazione dell’esposizione al rischio di tasso sul portafoglio bancario, la Banca segue le linee
guida metodologiche fornite dalla Banca d’Italia2. Tale metodologia prevede che le attività e le passività a
tasso fisso siano classificate nelle fasce temporali in base alla loro vita residua e quelle a tasso variabile
sulla base della data di rinegoziazione del tasso di interesse. Tuttavia, specifiche regole di classificazione
sono previste per talune attività e passività. All’interno di ciascuna fascia viene calcolata l’esposizione netta,
2 Cfr. Banca d’Italia, Circ. n. 263/06 - Titolo III, Cap.1 – allegato C.
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ottenuta dalla compensazione tra posizioni attive e posizioni passive, secondo l’analisi dei relativi cash flow.
Le esposizioni nette di ogni fascia sono poi moltiplicate per i fattori di ponderazione ottenuti dal prodotto tra
una variazione ipotetica dei tassi e un’approssimazione della duration modificata relativa a ciascuna fascia
definita dalla Banca d’Italia.
Nell’ambito del processo ICAAP la Banca determina il capitale interno a fronte del rischio di tasso di
interesse sul banking book sia in condizioni ordinarie che in ipotesi di stress. La Banca, nella determinazione
del capitale interno in condizioni ordinarie, fa riferimento, seguendo le indicazioni del Regolatore, alle
variazioni mensili dei tassi di interesse di mercato registrate in un periodo di osservazione di 6 anni,
considerando alternativamente il 1° percentile (scenario al ribasso) ed il 99° percentile (scenario al rialzo).
Inoltre, la Banca sulla base di quanto previsto nelle disposizioni di vigilanza effettua il calcolo del capitale
interno sul rischio di interesse del banking book considerando una variazione parallela dei tassi di interesse
di mercato pari a ± 200 punti base; tale misurazione determina il capitale interno in ipotesi di stress. Con
riferimento alla misurazione del capitale interno, in condizioni ordinarie ed in ipotesi di stress, nel caso di
scenari al ribasso, è garantito il vincolo di non negatività dei tassi.
Il monitoraggio dell’esposizione al rischio di tasso d’interesse sul portafoglio bancario è effettuato
mensilmente dal Servizio Risk Management; l’indicatore di rilevanza stabilito dalla Banca d’Italia3
rappresenta il valore da non superare al fine di mantenere entro livelli contenuti l’esposizione al rischio di
tasso. Circa il mancato rispetto delle soglie definite, è fornita adeguata informativa alla Direzione Generale,
al Comitato Finanza e al Consiglio di Amministrazione per la predisposizione delle idonee misure correttive.
La Banca ha posto in essere operazioni di copertura del rischio di tasso di interesse attraverso contratti di
Interest Rate Option e di Interest Rate Swap (IRS), rispettivamente a copertura del rischio tasso di interesse
su mutui ipotecari a tasso variabile con cap e su mutui ipotecari a tasso fisso contratti con la clientela
ordinaria.
E. Rischio di liquidità
La gestione del rischio di liquidità fa riferimento a tre differenti profili caratterizzati da orizzonti temporali
differenti:
- la liquidità intraday: derivante dall’operatività infra-giornaliera può comportare l’impossibilità di far
fronte ai propri obblighi di pagamento nei tempi previsti, mettendo sotto pressione la propria posizione
di liquidità e potenzialmente anche quella delle controparti partecipanti ai sistemi di pagamento,
regolamento e compensazione;
- la liquidità a breve termine: ha l’obiettivo di garantire che la Banca sia in grado di soddisfare gli
impegni di pagamento per cassa previsti e imprevisti, in modo da non pregiudicare il normale
svolgimento del business. L’orizzonte temporale di riferimento è di 6 mesi;
3 Cfr. Banca d’Italia Circ. n. 263/06, Titolo III, Cap.1, allegato C.
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- la liquidità strutturale: mira a garantire l’equilibrio della struttura per scadenze delle attività e delle
passività con un orizzonte temporale superiore a sei mesi. La gestione del rischio di liquidità
strutturale è volta ad assicurare un adeguato rapporto tra le fonti stabili e le attività che richiedono una
provvista stabile nel tempo, evitando così delle pressioni sulle fonti, attuali e prospettiche, a breve
termine.
Il modello di Governance della Banca definito a presidio dei processi di gestione e di controllo del rischio di
liquidità si fonda sui seguenti principi:
- separazione tra i processi di gestione della liquidità (Liquidity Management) e i processi di controllo
del rischio di liquidità (Liquidity Risk Controlling);
- sviluppo dei processi di gestione e di controllo del rischio di liquidità coerentemente con la struttura
organizzativa e mediante un processo di deleghe che prevede il coinvolgimento, sotto la supervisione
del Consiglio di Amministrazione, del Comitato Finanza, del Direttore Generale, del Servizio Risk
Management, dell’Ufficio Finanza.
La Banca a seguito dell’emanazione del 4° aggiornamento del 13/12/2010 della Circolare 263/06 della
Banca d’Italia ha rivisitato la normativa interna che formalizza il processo di gestione e controllo della
liquidità.
Il controllo dell’esposizione al rischio di liquidità è effettuato attraverso il monitoraggio del rispetto della soglia
di tolleranza, fissata rispettivamente con riferimento ad un contesto di “normale corso degli affari” e di
“stress”, nonché degli altri indicatori di sorveglianza definiti dalla Banca. La soglia di tolleranza è fissata con
riferimento al rischio di liquidità.
Il monitoraggio della situazione di liquidità è di competenza dell’Ufficio Finanza e del Servizio Risk
Management.
Un primo livello di controllo è svolto giornalmente dall’Ufficio Finanza, attraverso il monitoraggio dei flussi
informativi relativi alle entrate ed alle uscite previste nelle diverse scadenze provenienti dalle diverse unità
organizzative, al fine di presidiare eventuali sbilanci di liquidità giornalieri e prospettici su un orizzonte
temporale mensile. Con la stessa frequenza, l’Ufficio Finanza verifica l’andamento degli indicatori di crisi
definiti nel nel Contingency Funding Plan.
Al Servizio Risk Management, spetta invece il compito del monitoraggio mensile della liquidità, analizzando
eventuali impatti prospettici della gestione della liquidità sia a breve termine, sia a lungo termine
sull’equilibrio del profilo delle scadenze dell’intero bilancio. Tale controllo si esplica tramite il monitoraggio
del rispetto della soglia di tolleranza e dei livelli di sorveglianza appositamente definiti. Con la stessa
frequenza, il Servizio Risk Management verifica l’andamento degli indicatori di crisi definiti nel Manuale
Operativo Governo e Gestione del Rischio di Liquidità”.
Il mancato rispetto della soglia di tolleranza, riferita al rischio di liquidità a breve termine, comporta, in ogni
caso, un’apposita informativa al Consiglio di Amministrazione, al Comitato Finanza, al Direttore Generale e
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all’Ufficio Finanza. Le violazioni devono essere portate all’attenzione dell’Alta Direzione e del Comitato
Finanza entro ventiquattro ore dalla rilevazione. In tali circostanze le decisioni riguardanti le eventuali azioni
da intraprendere competono al Direttore Generale cui spetta anche l’onere di comunicare tali scelte alle
funzioni aziendali coinvolte per l’attuazione delle predette azioni.
Per ogni “Ratio di Liquidità” il Servizio Risk Management fa riferimento a delle soglie di sorveglianza
approvate dal Consiglio di Amministrazione. Tali soglie rappresentano i valori da non superare, al fine di
mantenere entro livelli contenuti l’esposizione al rischio di liquidità. Con particolare riferimento alla gestione
della liquidità strutturale, sono stati adottati specifici limiti operativi al fine di contenere il rischio associato alla
trasformazione delle scadenze. Del mancato rispetto delle soglie di sorveglianza, relative al rischio di
liquidità a breve termine e al rischio di liquidità strutturale, dovrà essere portata adeguata informativa al
Direttore Generale, al Comitato Finanza e al Consiglio di Amministrazione per un’eventuale approvazione
del piano di rientro.
Per quanto riguarda le politiche e le procedure per limitare l’eccessiva concentrazione delle fonti e delle
scadenze di rinnovo, la Banca si è dotata di early warning, adeguati alla propria operatività, conformemente
al principio di proporzionalità.
La metodologia utilizzata per quantificare il grado di esposizione al rischio di liquidità si basa
sostanzialmente sulle seguenti componenti:
- definizione della maturity ladder per la determinazione della posizione finanziaria netta;
- individuazione e trattamento delle poste di bilancio da considerare nel calcolo del liquidity gap;
- ratios di monitoraggio della liquidità operativa (a breve termine) e strutturale (a lungo termine).
La posizione di liquidità della Banca è monitorata sia in condizioni di normale corso degli affari che in scenari
di stress. Sulla base dei diversi scenari di stress vengono simulati gli effetti sul comportamento atteso dei
flussi di cassa in entrata e in uscita nell’orizzonte temporale considerato. L’analisi di scenario viene condotta
periodicamente, con frequenza trimestrale, dal Servizio Risk Management. I risultati degli stress test sono
presentati al Direttore Generale, al Comitato Finanza e al Consiglio di Amministrazione e forniscono un
range di potenziali sbilanci di liquidità, a fronte dei quali possono eventualmente essere intraprese azioni
volte a intervenire sul profilo di liquidità delle attività, sulla struttura complessiva di composizione dello stato
patrimoniale nonché per definire i processi di gestione delle crisi (Contingency Funding Plan).
F. Rischio operativo
Il rischio operativo si sostanzia nel rischio di subire perdite derivanti dall’inadeguatezza o dalla disfunzione di
procedure, risorse umane e sistemi interni, eventi esogeni. Tale rischio, connaturato all’esercizio di attività
bancaria, può essere generato e risiedere, pertanto, in tutti i processi aziendali.
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sarà perseguita ai sensi di Legge.
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Sotto l’aspetto qualitativo ed in linea con le previsioni della normativa di vigilanza, la Banca dispone di un
insieme di regole, procedure e strutture organizzative atte ad assicurare il rispetto delle strategie aziendali,
garantendo l’efficacia e l’efficienza dei processi, la salvaguardia del valore delle attività, l’affidabilità delle
informazioni contabili e gestionali ed in ultimo la conformità delle operazioni con la legge e le disposizioni
interne.
La Banca ha, inoltre, definito un insieme di processi organizzativi per il presidio e la gestione delle fattispecie
di rischio operativo. In particolare, sono stati effettuati i seguenti interventi:
− adozione di un Piano di Continuità Operativa (c.d. Business Continuity Plan) approvato con delibera
del Consiglio di Amministrazione del 13/06/2007. Tale documento contiene l’insieme delle
misure/presidi di carattere organizzativo, operativo, informatico, infrastrutturale/logistico predisposte
e/o adottate dalla Banca, al fine di consentire la continuità operativa dei processi aziendali e di
business “critici”, in caso di eventi catastrofici. Conformemente alle indicazioni contenute in tale Piano,
il Responsabile della continuità operativa provvede alla costante manutenzione ed alla revisione dello
stesso;
− analisi dei profili abilitativi al sistema informativo aziendale al fine di migliorarne la segregazione
funzionale e di tutelare le informazioni aziendali contro accessi non autorizzati;
− istituzione della Funzione di Compliance, della quale, in data 30/03/2011, è stato approvato il relativo
Regolamento; la predetta funzione, deputata al presidio ed al controllo del rispetto delle norme,
fornisce un supporto nella prevenzione e gestione del rischio di incorrere in sanzioni giudiziarie o
amministrative, di riportare perdite rilevanti conseguenti alla violazione di normativa esterna o interna.
In osservanza agli adempimenti richiesti dalla Banca d'Italia, con la Comunicazione n. 0223652/10 del
22/03/2010 (avente ad oggetto "Resoconti ICAAP") la Banca ha aderito al DIPO (Database Italiano delle
Perdite Operative) dell'ABI. Ciò si è reso necessario al fine di strutturare in maniera più organica il processo
di identificazione e raccolta dei dati interni sulle perdite operative e di fruire di dati esterni di Sistema a fini di
benchmarking.
Ai fini della misurazione del requisito patrimoniale a fronte del rischio operativo, in considerazione delle
dimensioni e della limitata complessità operativa, la Banca ha adottato il metodo base (BIA, Basic Indicator
Approach); il predetto metodo prevede che il requisito patrimoniale sia calcolato applicando un coefficiente
regolamentare (15%) ad un indicatore del volume di operatività aziendale individuato nel margine di
intermediazione.
Con riferimento alle politiche di trasferimento del rischio operativo l’azienda ha sottoscritto una polizza
assicurativa contro i rischi bancari generali volta a mitigare i principali rischi operativi (malversazione dei
dipendenti, frodi, furti etc.).
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G. Rischio di concentrazione
Il rischio di concentrazione è definito come rischio derivante da esposizioni verso controparti, gruppi di
controparti connesse e controparti del medesimo settore economico o che esercitano la stessa attività o
appartenenti alla medesima area geografica. Il rischio di concentrazione può essere inquadrato come
“evoluzione” del processo di rilevazione e monitoraggio della concentrazione dei rischi verso determinate
controparti, già in vigore con la disciplina dei c.d. “Grandi Rischi”.
I “Grandi Rischi” e comunque tutte quelle posizioni che, per la loro entità, possono incidere in maniera
significativa sulla solidità patrimoniale della Banca, sono valutati in sede di concessione, ai fini del rispetto
dei limiti prudenziali, dall’Ufficio Centrale Crediti, eventualmente con il supporto dell’Ufficio Contabilità e
Segnalazioni di Vigilanza.
Per la loro esatta individuazione, assume particolare importanza la verifica dei legami esistenti tra i diversi
soggetti economici e dei riflessi che gli stessi possono avere sulla quantificazione del rischio globale. Il
presidio continuativo delle posizioni di rischio rilevante è svolto sia dal gestore competente che dall’ Ufficio
Controllo Andamentale Crediti al fine di individuare eventuali andamenti anomali.
Nell’ambito del processo ICAAP è posta particolare attenzione al processo di monitoraggio del rischio di
concentrazione, sia verso singole controparti o gruppi di clienti connessi (c.d. single name) che geo-
settoriale, al fine di presidiare andamenti eccedenti il limite consentito per la concentrazione dei rischi.
Il rischio di concentrazione single name è misurato sulla scorta della metodologia semplificata contemplata
nelle disposizioni di vigilanza in materia. Queste prevedono, in particolare, la stima del capitale interno sul
rischio di concentrazione single name attraverso il calcolo del prodotto tra il cosiddetto “indice di Herfindahl”,
che esprime il grado di frazionamento del complessivo portafoglio di esposizioni verso le imprese, la
“costante di proporzionalità” determinata in funzione della PD (“Probability of Default”) media rilevata sul
portafoglio Corporate della Banca e l’esposizione corrente riferita alle sole controparti Corporate. Con
riferimento a tale dimensione del rischio di concentrazione la Banca effettua delle prove di stress testing.
Il rischio di concentrazione geo-settoriale viene misurato sulla scorta della metodologia sviluppata dall’ABI,
seguendo le indicazioni di massima fornite dall’Organo di Vigilanza, che consente di definire una relazione
tra l’indicatore di concentrazione geo settoriale della Banca ed un possibile “coefficiente di ricarico“ da
applicare al requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito calcolato col metodo standardizzato.
Pertanto, una volta determinato l’indice di Herfindahl con riferimento alle aree geografiche prescelte, il
capitale interno è pari ad un coefficiente, opportunamente individuato sulla base del predetto indice di
Herfindahl, e l’ammontare del requisito patrimoniale a fronte del rischio di credito rideterminato escludendo
le posizioni scadute, le “altre attività”, le “attività immobiliari”, le posizioni assoggettate al rischio di
controparte, le esposizioni verso banche e le posizioni in titoli verso qualsiasi controparte (bancaria e non).
In considerazione dell’operatività della Banca e in ossequio al principio della proporzionalità e della
gradualità la determinazione dell’add–on di capitale avviene seguendo il “Criterio della prevalenza” degli
impieghi.
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Il rischio di concentrazione, sia per controparti che geo-settoriale, viene monitorato trimestralmente
attraverso una reportistica indirizzata alla Direzione Generale.
H. Rischio residuale
Il rischio residuale rappresenta il rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito
utilizzate dalla Banca risultino meno efficaci del previsto. Ai fini della gestione e del monitoraggio del rischio
residuo, è previsto, sotto la supervisione del Consiglio di Amministrazione, il coinvolgimento, della Direzione
Generale, dell’Area Mercato e Prodotti dell’Area Amministrazione e Organizzazione, dell'Ufficio Legale,
dell’Ufficio Compliance, del Servizio Risk Management.
I criteri, le procedure e le modalità operative di gestione delle garanzie in uso presso la Banca fanno
riferimento a specifici manuali operativi interni che recepiscono i requisiti normativi di Credit Risk Mitigation
(CRM) dettati da Banca d’Italia.
Il monitoraggio dell’esposizione al rischio residuo è attualmente effettuato trimestralmente in occasione delle
segnalazioni di vigilanza (o con frequenza maggiore qualora intervengano mutamenti del contesto interno
e/o esterno alla Banca che possano portare a variazioni significative degli importi o dell’efficacia delle
tecniche di mitigazione) dal Servizio Risk Management. Quest’ultimo analizza, infatti, la rilevanza della
relativa esposizione al rischio per la Banca, proponendo alla Direzione Generale e al Consiglio di
Amministrazione le misure correttive e le aree di miglioramento del processo di Credit Risk Mitigation da
adottare, nonché la quantificazione dell’eventuale misura di capitale da destinare alla copertura del rischio in
oggetto.
Il rischio residuo viene misurato sulla scorta di una metodologia sviluppata internamente della Banca con
riferimento alle garanzie reali immobiliari e alle garanzie reali finanziarie; tale metodologia si basa, per le
garanzie immobiliari, sulla stima dell’eventuale eccedenza della “perdita inattesa” e, per le garanzie
finanziarie reali, sulla riduzione del valore dei titoli posti a sostegno delle linee di credito.
I. Rischio strategico
Il rischio strategico fa riferimento alla sintonia che deve esistere tra le decisioni della Banca e l’andamento
del mercato, che in concreto trova riscontro nei risultati che vengono conseguiti dall’Istituto in termini di utili o
di variazioni patrimoniali.
Ai fini della gestione e del monitoraggio del rischio strategico, è previsto, sotto la supervisione del Consiglio
di Amministrazione, il coinvolgimento della Direzione Generale; dell’Ufficio Pianificazione e Controllo di
Gestione; dell’Area Mercato e Prodotti e Area Amministrazione e Organizzazione; del Servizio Risk
Management.
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La Banca è dotata di un sistema di pianificazione strategica triennale che sancisce le intenzioni strategiche
per il medio termine e le declina in piani ed azioni, la cui attuazione e i cui effetti sono costantemente
monitorati nell’arco temporale di validità del programma attraverso i piani operativi e le analisi di
scostamento dai budget che hanno rispettivamente cadenza quadrimestrale e mensile.
La Banca non quantifica l’esposizione al rischio strategico, ma ha optato per il ricorso a strumenti di
attenuazione e controllo che hanno come obiettivo l’individuazione di informazioni utili per il corretto
monitoraggio della propria attività. Pertanto, il processo di gestione del rischio strategico è volto a limitare i
fattori di rischio che originano il rischio strategico mediante la riduzione dell’esposizione e/o la mitigazione
degli effetti causati dai fattori di rischio interni ed esterni.
Per ognuna delle variabili individuate, alle quali è attribuita l’origine del rischio strategico, sono determinati su
base annua gli scostamenti tra il valore a consuntivo e quello preventivato (da budget o piano strategico),
definendo delle soglie di attenzione (relative agli scarti evidenziati) in corrispondenza di ognuna delle quali
intraprendere determinate azioni al fine di mitigare il relativo rischio.
Il monitoraggio del rischio strategico è previsto semestralmente.
J. Rischio reputazionale
Il rischio reputazionale si riferisce all’immagine della Banca ed alla soddisfazione complessiva della clientela.
Ai fini della gestione e del monitoraggio del rischio di reputazione, è previsto sotto la supervisione del
Consiglio di Amministrazione, il coinvolgimento del Collegio Sindacale, della Direzione Generale, della
Funzione di Conformità, dell’Area Mercato e Prodotti e dell’Area Amministrazione e Organizzazione.
Il processo di gestione del rischio reputazionale è distinto in due fasi:
- minimizzazione delle cause di rischio reputazionale: rientrano in questa fase tutte le azioni volte a
ridurre la probabilità di accadimento di eventi che possono peggiorare la reputazione aziendale;
- minimizzazione dei danni reputazionali: si tratta delle azioni da intraprendere nel caso in cui i danni
reputazionali si siano già manifestati.
Il monitoraggio dell’esposizione al rischio reputazionale è effettuato annualmente dall’Ufficio di Conformità
che analizza, sulla base della reportistica prodotta, la rilevanza dell’esposizione al rischio per la Banca. In
considerazione della natura del rischio reputazionale, il monitoraggio della rilevanza dello stesso è effettuato
con maggiore frequenza allorché intervengano eventi interni (es. cambiamenti nell’organizzazione aziendale,
frodi, etc.) o esterni alla Banca (es. riduzione della reputazione del sistema bancario, etc.).
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Tavola 2: Ambito di applicazione
Informativa qualitativa
Denominazione della Banca: BANCA DEL FUCINO S.p.A.
Tavola 3: Composizione del patrimonio di vigilanza
Informativa qualitativa
Con riferimento alla composizione del patrimonio di vigilanza i principali elementi costitutivi dello stesso sono
rappresentati dal capitale e dalle riserve computabili nel patrimonio di base. Riguardo al patrimonio
supplementare, gli elementi positivi sono rappresentati dalle passività subordinate, dalla riserva da leggi
speciali di rivalutazione e della riserva AFS. In tale contesto, si fa presente che nel mese di settembre 2010
è stata rimborsata l’ultima tranche, pari ad Euro 4 milioni, del prestito obbligazionario subordinato emesso
nel mese di settembre 2003.
Informativa quantitativa
Di seguito si riporta il valore del patrimonio di vigilanza nonché quello determinato tenendo conto del
patrimonio di terzo livello.
TAVOLA 3 - COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DI VIGILANZA
3.1 PATRIMONIO DI VIGILANZA (INCLUSO IL PATRIMONIO DI TERZO LIVELLO)
(valori in migliaia di euro)
Componenti Valori al 31/12/2010
P Patrimonio di Vigilanza 111.788
E Patrimonio di 3° Livello -
TOTALE PATRIMONIO DI VIGILANZA INCLUSO IL TERZO LIVELLO (TIER 3) (P+E) 111.788
Con riferimento al patrimonio di vigilanza di seguito si riporta il valore del patrimonio di base, del patrimonio
supplementare nonché quello degli elementi da dedurre.
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TAVOLA 3 - COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DI VIGILANZA
3.2 ELEMENTI DA DEDURRE DAL PATRIMONIO DI BASE E SUPPLEMENTARE (valori in migliaia di euro)
Componenti Valori al 31/12/2010
A Patrimonio di base 85.212
B Patrimonio supplementare 26.576
Totale (A+B) 111.788
ELEMENTI DA DEDURRE:
1 Partecipazioni in società di assicurazione -
1.1 – partecipazioni -
1.2 - strumenti subordinati -
C Totale elementi da dedurre dal patrimonio di base e dal patrimonio supplementare -
Si riportano di seguito l’ammontare dei singoli elementi positivi e negativi che concorrono alla
determinazione del patrimonio di base e del patrimonio supplementare (cfr. rispettivamente Tabella 3.3 e
Tabella 3.4).
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TAVOLA 3 - COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DI VIGILANZA
3.3 PATRIMONIO DI BASE (TIER 1) (valori in migliaia di euro)
Componenti Valori al 31.12.2010
ELEMENTI POSITIVI
1 Capitale 60.0002 Sovrapprezzi di emissione -3 Riserve 25.1274 Strumenti innovativi di capitale e strumenti non innovativi con scadenza -5 Strumenti non innovativi di capitale -
5.1 - Strumenti non innovativi di capitale non computabili fino al 35% -5.2 - Strumenti non innovativi di capitale non computabili fino al 50% -
6 Strumenti oggetto di disposizioni transitorie (grandfathering) -7 Utile di periodo 858 Filtri prudenziali: incrementi del patrimonio di base: (8.1+8.2+8.3+8.4) -
8.1 - fair value option: variazioni del proprio merito creditizio -8.2 - azioni rimborsabili -8.3 - risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine computabili nel patrimonio di base -8.4 - altri filtri prudenziali -
A1 Totale degli elementi positivi del patrimonio di base (1+2+3+4+5+6+7+8) 85.212
ELEMENTI NEGATIVI
1 Azioni o quote proprie -2 Avviamento -3 Altre immobilizzazioni immateriali -4 Perdita del periodo -5 Altri elementi negativi: (5.1+5.2+5.3) -
5.1 - rettifiche di valore su crediti -5.2 - rettifiche di valore di vigilanza relative al "portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza -5.3 - altri -
6 Filtri prudenziali: deduzioni del patrimonio di base: (6.1+6.2) -6.1 - fair value option: variazioni del proprio merito creditizio -6.2 - riserve negative su titoli disponibili per la vendita: (a+b) -a) titoli di capitale e quote di O.I.C.R. -b) titoli di debito -
6.3 - Plusvalenza cumulata netta su attività materiali -6.4 - Risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine non computabili nel patrimonio di base -6.5 - Altri filtri negativi -
A2 Totale degli elementi negativi del patrimonio di base (1+2+3+4+5+6) -
A3 PATRIMONIO DI BASE AL LORDO DEGLI ELEMENTI DEDURRE (A1-A2) 85.212
ELEMENTI DA DEDURRE
1 Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% del capitale dell''ente partecipato: -1.1 - interessenze azionarie -1.2 - strumenti non innovativi di capitale -1.3 - strumenti innovativi e non innovativi di capitale con scadenza -1.4 - strumenti ibridi di patrimonializzazione -1.5 - strumenti subordinati -
2 Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o inferiori al 10% del capitale dell''ente partecipato -2.1 - interessenze azionarie -2.2 - strumenti non innovativi di capitale -2.3 - strumenti innovativi e non innovativi di capitale con scadenza -2.4 - strumenti ibridi di patrimonializzazione -2.5 - strumenti subordinati -
3 Partecipazioni in società di assicurazione: -3.1 - partecipazioni -3.2 - strumenti subordinati -
4 Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive -5 Perdite attese relative agli strumenti di capitale e alle esposizioni verso OICR nel caso di sottostanti relativi a/o trattati
come strumenti di capitale -
6 Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni -7 Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP -
A4 Totale elementi da dedurre -
A TOTALE PATRIMONIO DI BASE (A3-A4) 85.212
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TAVOLA 3 - COMPOSIZIONE DEL PATRIMONIO DI VIGILANZA
3.4 PATRIMONIO SUPPLEMENTARE (TIER 2) (valori in migliaia di euro)
Componenti Valori al 31.12.2010
ELEMENTI POSITIVI
1 Riserve da valutazione 1.6641.1 Attività materiali: (a+b) 1.488
a) leggi speciali di rivalutazione 1.488b) attività materiali ad uso funzionale -
1.2 Titoli disponibili per la vendita:(a+b) 176a) titoli di capitale e quote di OICR 176b) titoli di debito -
2 Strumenti innovativi di capitale e strumenti non innovativi con scadenza non computabili nel patrimonio di base -3 Strumenti non innovativi di capitale non computabili nel patrimonio di base -
3.1 - Strumenti non innovativi di capitale computabili fino al 35% -3.2 - Strumenti non innovativi di capitale computabili fino al 50% -
4 Strumenti ibridi di patrimonializzazione -5 Passività subordinate di 2° livello 25.0006 Eccedenza rettifiche di valore complessive rispetto alle perdite attese -7 Plusvalenze nette su partecipazioni -8 Altri elementi positivi -9 Filtri prudenziali: incrementi del patrimonio supplementare: (9.1+9.2+9.3) -
9.1 - plusvalenza cumulata netta su attività materiali -9.2 - risorse patrimoniali oggetto di impegni di acquisto a termine computabili nel patrimonio supplementare -9.3 - altri filtri positivi -
B1 Totale degli elementi positivi del patrimonio supplementare (1+2+3+4+5+6+7+8+9) 26.664
ELEMENTI NEGATIVI
1 Minusvalenze nette su partecipazioni -2 Crediti -3 Altri elementi negativi -4 Filtri prudenziali: deduzioni dal patrimonio supplementare: (4.1+4.2+4.3+4.4) 88
4.1 - Quota non computabile della riserva da valutazione su attività materiali ad uso funzionale -4.2 - Quota non computabile delle riserve positive su titoli disponibili per la vendita: (a+b) 88
a) titoli di capitale e quote di O.I.C.R. 88b) titoli di debito -
4.3 - Passività subordinate di 2° livello e strumenti ibridi di patrimonializzazione oggetto di impegni di acquisto a terminenon computabili nel patrimonio supplementare -
4.4 - Altri filtri negativi -B2 Totale degli elementi negativi del patrimonio supplementare 88
B1 Valore positivo 26.5761 Eccedenza rispetto al patrimonio di base al lordo degli elementi da dedurre -
B1' Valore positivo ammesso 26.576B2 Valore negativo -B3 TOTALE PATRIMONIO SUPPLEMENTARE AL LORDO DEGLI ELEMENTI DA DEDURRE (B1''-B2) 26.576
ELEMENTI DA DEDURRE
1 Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari superiori al 10% del capitale dell''ente partecipato: -1.1 - interessenze azionarie -1.2 - strumenti non innovativi di capitale -1.3 - strumenti innovativi e non innovativi di capitale con scadenza -1.4 - strumenti ibridi di patrimonializzazione -1.5 - strumenti subordinati -
2 Interessenze azionarie in enti creditizi e finanziari pari o inferiori al 10% del capitale dell''ente partecipato: -2.1 - interessenze azionarie -2.2 - strumenti non innovativi di capitale -2.3 - strumenti innovativi e non innovativi di capitale con scadenza -2.4 - strumenti ibridi di patrimonializzazione -2.5 - strumenti subordinati -
3 Partecipazioni in società di assicurazione: -3.1 - partecipazioni -3.2 - strumenti subordinati -
4 Eccedenza delle perdite attese rispetto alle rettifiche di valore complessive -5 Perdite attese relative agli strumenti di capitale e alle esposizioni verso OICR nel caso di sottostanti relativi a/o trattati
come strumenti di capitale -
6 Deduzioni derivanti da cartolarizzazioni -7 Deduzioni relative al rischio di regolamento su transazioni non DVP -
B4 Totale degli elementi da dedurre (1+2+3+4+5+6+7)
B TOTALE PATRIMONIO SUPPLEMENTARE (B3-B4) 26.576
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Tavola 4: Adeguatezza patrimoniale
Informativa qualitativa
Con riferimento aIla valutazione dell’adeguatezza patrimoniale, il sistema interno adottato dalla Banca per
l’autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale è diretto alla misurazione della capacità del patrimonio
(capitale complessivo) di fronteggiare adeguatamente l’insieme dei rischi di primo e di secondo pilastro
quantificabili (capitale interno complessivo) tanto in ottica attuale e prospettica quanto in ipotesi di stress.
Tale sistema è costituito dall’insieme dei seguenti processi organizzativi che sono dedicati:
- alla misurazione del capitale complessivo in ottica attuale (relativamente cioè alla situazione in essere
alla fine dell’esercizio di riferimento delle presenti informative, ossia al 31.12.2010) e prospettica
(relativamente cioè alla situazione attesa per la fine dell’esercizio in corso, ossia al 31.12.2011). Il
capitale complessivo si ragguaglia alla somma del patrimonio di vigilanza e di eventuali altri elementi
patrimoniali diversi da quelli computabili nel predetto patrimonio, se reputati fondatamente utili ai fini
della copertura dei rischi (capitale interno complessivo). Per il momento si è ritenuto di non includere
nel capitale complessivo componenti non riconosciute dalle disposizioni di vigilanza, sicché questo
capitale corrisponde pienamente al patrimonio di vigilanza della Banca;
- alla autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale in ottica attuale e prospettica e in ipotesi di stress.
Tale valutazione si basa sul confronto tra il capitale complessivo determinato alla fine dell’esercizio di
riferimento (capitale in ottica attuale) e alla fine dell’esercizio in corso (capitale in ottica prospettica) e,
dall’altro, l’insieme di tutti i rischi rilevanti (capitale interno complessivo) misurati alle medesime date
(capitale interno complessivo in ottica attuale e prospettica) e in ipotesi di stress. In particolare, la
quantificazione di questo capitale impiega un algoritmo di aggregazione dei vari capitali interni relativi
ai rischi del tipo “building block”, il quale consiste nel sommare ai capitali interni dei rischi di primo
pilastro (rischi di credito e di controparte, rischi di mercato, rischio operativo) i capitali interni relativi
agli altri rischi per i quali si dispone di metodologie di misurazione quantitativa (rischio di
concentrazione single name, rischio di concentrazione geo settoriale, rischio di tasso di interesse,
rischio residuo). Questo approccio è semplificato ma prudenziale, in quanto ipotizza una perfetta
correlazione positiva tra i rischi e trascura, quindi, gli eventuali benefici derivanti dalla diversificazione
dei rischi stessi. I rischi per i quali si dispone esclusivamente di metodi valutativi di tipo qualitativo e
che non permettono di pervenire a una misura di capitale interno (rischio di liquidità, rischio strategico
e rischio di reputazione) non concorrono alla determinazione del capitale interno complessivo, ma
della loro valutazione qualitativa si tiene comunque conto per esprimere il giudizio complessivo di
adeguatezza patrimoniale. Nel capitale interno complessivo vengono inoltre inclusi sia gli “altri requisiti
patrimoniali” (rappresentati dall’eventuale eccedenza, rispetto ai pertinenti limiti di detenzione prescritti
dalle disposizioni di vigilanza in materia, degli immobili e delle partecipazioni in imprese non
finanziarie acquisiti per recupero crediti) sia i “requisiti patrimoniali specifici” (costituiti dal maggior
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ammontare di patrimonio richiesto dalla Banca d’Italia a seguito dell’imposizione del rispetto di più
elevati requisiti di capitale).
Informativa quantitativa
Di seguito si riporta il valore dei requisiti patrimoniali regolamentari determinati a fronte dei rischi (credito e
controparte, mercato, operativo) nonché le risorse patrimoniali a copertura dei predetti rischi. Inoltre si
riportano i coefficienti patrimoniali rappresentati dal “Tier 1 capital ratio” e dal “Total capital ratio”.
TAVOLA 4 - ADEGUATEZZA PATRIMONIALE
4.1 ADEGUATEZZA PATRIMONIALE
(valori in migliaia di euro)
Componenti Al 31/12/2010
Patrimonio di Vigilanza
Patrimonio di base (Tier 1) A 85.212
Patrimonio supplementare (Tier 2) B 26.576
Elementi da dedurre dal patrimonio di base e supplementare C -
Patrimonio di Vigilanza D= (A+B-C) 111.788
Patrimonio di terzo livello (Tier 3) E -
Patrimonio di Vigilanza incluso il patrimonio di terzo livello (Total Capital) F = (D+E) 111.788
Requisiti patrimoniali
Rischio di credito e di controparte - metodologia standardizzata 64.005
Rischio di cartolarizzazione -
Rischi di mercato - metodologia standardizzata 1.706
Rischio operativo - metodo base 6.708
Altri requisiti -
Requisiti patrimoniali specifici -
Totale requisiti patrimoniali G 72.420
Coefficienti di solvibilità
Coefficiente patrimoniale di base (Tier 1 Capital ratio) A/(G*12,5) 9,42%
Coefficiente patrimoniale totale (Total Capital ratio) D/(G*12,5) 12,35%
Con riferimento al rischio di credito e di controparte, si riporta di seguito il requisito patrimoniale di ciascuna
classe regolamentare di attività secondo quanto previsto dalla metodologia standardizzata.
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TAVOLA 4 - ADEGUATEZZA PATRIMONIALE
4.2 - RISCHIO DI CREDITO E DI CONTROPARTE - METODOLOGIA STANDARDIZZATA (valori in migliaia di euro)
Portafogli regolamentari Requisito patrimoniale
Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali -
Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati 2.311
Esposizioni verso o garantite da enti territoriali -
Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico 827
Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo -
Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali -
Esposizioni verso o garantite da imprese ed altri soggetti 24.471
Esposizioni al dettaglio 12.965
Esposizioni a breve termine verso imprese -
Esposizioni verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) -
Esposizioni garantite da immobili 8.457
Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite -
Esposizioni scadute 8.297
Esposizioni ad alto rischio -
Esposizioni verso le cartolarizzazioni -
Altre esposizioni 6.677
Totale 64.005
Di seguito si riportano i requisiti patrimoniali determinati a fronte dei singoli rischi ricompresi nella disciplina
dei rischi di mercato.
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sarà perseguita ai sensi di Legge.
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TAVOLA 4 - ADEGUATEZZA PATRIMONIALE
4.3 RISCHI DI MERCATO - METODOLOGIA STANDARDIZZATA
(valori in migliaia di euro)
Tipologia di rischio Requisito patrimoniale
Rischi di mercato del portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza
Rischio di posizione
Rischio generico: 1.456
- titoli di debito 1.281
- titoli di capitale 175
Rischio specifico: 137
- titoli di debito 50
- titoli di capitale 88
Rischio di posizione per i certificati di partecipazione in OICR: 114
- metodo della scomposizione semplificata -
- metodo della scomposizione parziale -
- metodo residuale 114
Totale rischio di posizione A 1.706
Rischio di regolamento B -
Rischio di concentrazione C -
Totale rischi di mercato del portafoglio di negoziazione a fini di vigilanza D = (A+B+C) 1.706
Opzioni: E -
- metodo residuale -
- metodo delta plus -
- metodo di scenario -
Rischio di cambio F -
Rischio di posizione in merci G -
Requisiti patrimoniali totali sui rischi di mercato H = (D+E+F+G) 1.706
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Tavola 5: Rischio di credito: informazioni generali riguardanti tutte le banche
Informativa qualitativa
Le definizioni delle categorie di rischio costituite dalle “esposizioni deteriorate” e dalle “esposizioni scadute”,
sia nel bilancio sia nella presente informativa, corrispondono a quelle prescritte ai fini di vigilanza. In
particolare, le esposizioni deteriorate sono articolate nelle seguenti classi di rischio:
- esposizioni in sofferenza, rappresentate dalle esposizioni complessive per cassa e “fuori bilancio”
(finanziamenti, titoli, crediti di firma, derivati ecc.) verso soggetti in stato di insolvenza (anche se non
accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili (non riconducibili a profili
attinenti al rischio Paese), indipendentemente dalle eventuali garanzie (reali o personali) poste a
presidio di tali esposizioni e dalle previsioni di perdita formulate sulle stesse;
- esposizioni incagliate, rappresentate dalle esposizioni complessive per cassa e “fuori bilancio”
(finanziamenti, titoli, crediti di firma, derivati ecc.) verso soggetti in temporanea situazione di obiettiva
difficoltà (non riconducibili a profili attinenti al rischio Paese), che sia prevedibile possa essere rimossa
in un congruo periodo di tempo, indipendentemente dalle eventuali garanzie (reali o personali) poste a
presidio di tali esposizioni e dalle previsioni di perdita formulate sulle stesse. Vi sono comprese, salvo
che non ricorrano i presupposti per la classificazione fra le sofferenze, anche le esposizioni verso gli
emittenti che non hanno onorato puntualmente gli obblighi di pagamento (in linea capitale o interessi)
relativamente a titoli di debito quotati, nonché le esposizioni - diverse da quelle appartenenti ai
portafogli (come definiti ai fini del calcolo del requisito patrimoniale sui rischi di credito e di
controparte) delle “amministrazioni centrali e banche centrali”, degli “enti territoriali” e degli “enti del
settore pubblico” - di cui facciano parte: a) finanziamenti verso persone fisiche integralmente assistiti
da garanzia ipotecaria concessi per l’acquisto di immobili di tipo residenziale abitati, destinati ad
essere abitati o dati in locazione dal debitore, quando sia stata effettuata la notifica del pignoramento
al debitore stesso (questi finanziamenti devono anche soddisfare le condizioni per l’applicazione della
ponderazione preferenziale del 35% secondo la metodologia standardizzata di calcolo del requisito
patrimoniale sui rischi di credito e di controparte); b) le esposizioni scadute e non pagate (anche solo
parzialmente) o sconfinanti in via continuativa da oltre 270 giorni e nelle quali l’importo complessivo
delle stesse e delle altre eventuali quote scadute da meno di 270 giorni (esclusi gli interessi di mora)
verso il medesimo debitore è almeno pari al 10 per cento dell’intera esposizione verso tale debitore
(esclusi gli interessi di mora);
- esposizioni ristrutturate, rappresentate dalle esposizioni complessive per cassa e “fuori bilancio”
(finanziamenti, titoli, crediti di firma, derivati ecc.) che, a causa del deterioramento delle condizioni
economico-finanziarie dei debitori (non riconducibili a profili attinenti al rischio Paese), abbia formato
oggetto di accordi di ristrutturazione con i quali la Banca ha acconsentito a modifiche delle originarie
condizioni contrattuali (ad esempio, riscadenzamento dei termini o riduzione del debito e/o degli
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interessi) che diano luogo a una perdita. Tuttavia, non possono essere ricondotti tra le esposizioni
ristrutturate, pur in presenza di accordi di ristrutturazione, né le sofferenze né gli incagli, limitatamente
in quest’ultimo caso a quelli interessati da ristrutturazioni parziali oppure realizzati con intenti
liquidatori (piani di rientro) delle posizioni. La qualifica di esposizione ristrutturata permane fino alla
sua estinzione salvo che, trascorsi almeno due anni dalla stipula dell’accordo di ristrutturazione, una
motivata delibera dei competenti organi aziendali della Banca attesti l’avvenuto recupero delle
condizioni di piena solvibilità da parte del debitore nonché la mancanza di insoluti su tutte le linee di
credito (ristrutturate e non) verso il medesimo soggetto. Al verificarsi della prima inadempienza da
parte del debitore l’intera posizione viene classificata tra le sofferenze o tra gli incagli a seconda del
grado di anomalia del debitore stesso;
- esposizioni scadute e/o sconfinanti. Considerata l’adozione della metodologia standardizzata per il
computo del requisito patrimoniale sui rischi di credito e di controparte le predette esposizioni
rientrano nella categoria delle “esposizioni deteriorate” se scadute o sconfinanti da oltre 180 giorni
(fino al 31.12.2011) qualora si tratti di esposizioni verso soggetti residenti in Italia e appartenenti ai
portafogli “al dettaglio”, "imprese” ed “enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico”, nonché
se scaduti o sconfinanti da oltre 90 giorni qualora si tratti di esposizioni appartenenti ad altri portafogli.
Le esposizioni scadute e/o sconfinanti sono determinate utilizzando l’approccio “per singolo debitore”.
Tale approccio prevede che si verifichino inadempimenti persistenti rappresentati da crediti scaduti o
sconfinanti in via continuativa da oltre 90/180 giorni, sempre che almeno uno dei due seguenti valori
risulti pari o superiore al 5%: a) media dei rapporti tra quote scadute/sconfinanti e intera esposizione;
b) rapporto tra quota scaduta/sconfinante e intera esposizione alla data di verifica (a tali fini si
possono compensare le quote scadute e gli sconfinamenti esistenti su alcune linee di credito con gli
eventuali margini disponibili in essere su altre linee di credito verso il medesimo debitore, per la
nozione di “continuità” dello scaduto valgono i criteri previsti dall’articolo 1193 del codice civile, nel
numeratore del rapporto del 5% occorre includere tutte le quote scadute o sconfinanti anche se da
meno di 90 giorni e bisogna escludere invece – così come dal denominatore – le esposizioni
appartenenti al portafoglio regolamentare delle “esposizioni garantite da immobili”). La collocazione tra
le esposizioni scadute/sconfinanti da oltre 90/180 giorni è fondata sul principio di globalità, nel senso
che va qualificata come tale l’intera esposizione verso un determinato debitore che presenti le
predette caratteristiche di anomalia. Relativamente alle esposizioni scadute/sconfinanti da oltre
90/180 giorni rientranti nei portafogli “amministrazioni centrali e banche centrali”, “enti territoriali” ed
“enti del settore pubblico” come definiti ai fini del computo del requisito patrimoniale sui rischi di
credito e di controparte l’esposizione si considera scaduta a partire dal momento in cui risultano
completati i procedimenti amministrativi di verifica e di liquidazione imposti per legge e si regolarizza
quando il debitore ha effettuato almeno un pagamento su una delle posizioni scadute/sconfinanti.
Per le “esposizioni garantite da immobili” è obbligatoria l’adozione dell’approccio “per singola
transazione”, avendo presente che occorre applicare (a livello di singola transazione) i principi della
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“continuità” e dell’anzianità dello scaduto/sconfinamento e non gli altri requisiti richiesti nel metodo
“per singolo debitore” (soglia del 5%, possibilità di compensazione ecc.).
Con riferimento al trattamento contabile delle esposizioni creditizie della Banca, il portafoglio “finanziamenti e
crediti” (Loans & Receivebles) rientra nella più ampia categoria degli strumenti finanziari e include i crediti
per cassa verso banche e verso clientela erogati direttamente od acquistati da terzi, che prevedono
pagamenti fissi o comunque determinabili, non quotati in un mercato attivo.
La prima iscrizione di un credito avviene alla data di erogazione ovvero, nel caso di un titolo di debito, alla
data di regolamento, sulla base del fair value dello strumento finanziario, pari all’ammontare erogato o al
prezzo di sottoscrizione, comprensivo dei costi/proventi direttamente riconducibili al singolo credito.
Per quelli oltre il breve termine, e determinabili sin dall’origine dell’operazione, ancorché liquidati in un
momento successivo, sono esclusi i costi che, pur avendo le caratteristiche suddette, sono oggetto di
rimborso da parte della controparte debitrice o sono inquadrabili tra i normali costi interni di carattere
amministrativo. Per le operazioni creditizie concluse a condizioni diverse da quelle di mercato, il fair value è
determinato utilizzando apposite tecniche di valutazione; la differenza rispetto all’importo erogato o al prezzo
di sottoscrizione viene imputata a conto economico. I crediti sono inseriti nel suddetto portafoglio al
momento dell’erogazione e non possono essere successivamente trasferiti in altri portafogli; gli interessi
vengono calcolati secondo il tasso interno di rendimento.
Le valutazioni successive alla rilevazione iniziale vengono effettuate secondo il principio del costo
ammortizzato, sottoponendo i crediti ad impairment test per verificare l’esistenza di eventuali perdite di
valore dipendenti dal deterioramento della solvibilità dei debitori; in particolare, il procedimento per la
valutazione dell’impairment test si articola in due fasi:
valutazioni individuali, dirette alla selezione dei crediti deteriorati ed alla determinazione del valore di
presumibile realizzo attualizzato ascrivibile a tali crediti;
valutazioni collettive, finalizzate alla stima forfettaria delle perdite attese sui crediti in bonis; nell’ambito
delle valutazioni collettive, le perdite di valore dei crediti in bonis si ragguagliano alle perdite attese su
tali crediti computate sulla scorta delle relative probabilità di default (PD) e della loro presunta perdita
in caso di default (LGD), stimate su base storico-statistica.
Con riferimento alle valutazioni individuali, i crediti deteriorati che vengono sottoposti alle predette valutazioni
sono costituiti da sofferenze, incagli, esposizioni ristrutturate, ed esposizioni scadute o sconfinanti da oltre
90/180 giorni.
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Le perdite di valore sui singoli crediti anomali si ragguagliano alla differenza negativa tra il rispettivo valore
recuperabile attualizzato ed il corrispondente costo ammortizzato; tale valore è pari al valore attuale dei
flussi di cassa attesi per capitale e interessi computato in base:
- al valore dei flussi di cassa contrattuali al netto delle perdite attese, stimate tenendo conto delle
eventuali garanzie a presidio;
- al tempo atteso di recupero, stimato in base alle procedure attivate per il recupero;
- al tasso di interesse di attualizzazione, pari al tasso di attualizzazione originario o al tasso effettivo
contrattuale in essere al momento della classificazione della posizione a sofferenza o ad incaglio.
Per quanto attiene ai crediti incagliati – in base all’esperienza storica – sono state formulate ipotesi sui tempi
di passaggio a sofferenza o di rientro in bonis e sui conseguenti tempi di recupero.
Con riferimento alle componenti reddituali relative agli anzidetti crediti, gli interessi sui crediti sono classificati
a conto economico tra gli “Interessi attivi e proventi assimilati” e sono iscritti in base al principio della
competenza temporale.
Le svalutazioni, analitiche e collettive, sono rilevate mediante una “rettifica di valore” in diminuzione del
valore iscritto nell’attivo dello stato patrimoniale e vengono imputate a conto economico nella voce 130
“Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di crediti”; la componente della rettifica riconducibile
all’attualizzazione dei flussi finanziari viene rilasciata per competenza secondo il meccanismo del tasso di
interesse effettivo. Il valore originario dei crediti viene ripristinato negli esercizi successivi nella misura in cui
vengano meno i motivi che ne hanno determinato la rettifica purché tale valutazione sia oggettivamente
collegabile ad un evento verificatosi successivamente alla rettifica stessa. Le riprese di valore sono iscritte
nel conto economico e non possono in ogni caso eccedere l’ammontare della svalutazioni precedentemente
contabilizzate.
Con riferimento alla cancellazione dei crediti dal bilancio della Banca, l’anzidetta cancellazione viene
effettuata allorché il diritto a ricevere i flussi di cassa dell’attività finanziaria è estinto, quando siano stati
trasferiti in maniera sostanziale tutti i rischi e benefici connessi alla detenzione dell’attività o nel caso in cui il
credito è considerato definitivamente irrecuperabile dopo che tutte le necessarie procedure di recupero siano
state completate. Per contro, qualora siano stati mantenuti i rischi e benefici relativi ai crediti ceduti, questi
continuano ad essere iscritti tra le attività del bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità del credito sia
stata effettivamente trasferita.
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Informativa quantitativa
Con riferimento alle esposizioni per cassa e fuori bilancio della Banca, si riporta:
- il valore delle esposizioni per cassa e fuori bilancio della Banca lorde totali e medie e le rettifiche di
valore relative al periodo di riferimento distinte per tipologie di esposizione e di controparte. Inoltre le
anzidette esposizioni per cassa deteriorate o in bonis vengono distinte rispettivamente per categorie
(sofferenze, incagli, ristrutturate e scadute) e per portafoglio contabile di appartenenza (cfr.
successive Tabella 5.1.1 e Tabella 5.1.2);
- la distribuzione, per aree geografiche significative, dell’esposizione lorda, dell’esposizione netta e
delle rettifiche di valore complessive, distinguendo tra esposizioni deteriorate ed esposizioni in bonis
(cfr. successive Tabella 5.2.1 e Tabella 5.2.2).
Inoltre, con riferimento alle principali forme tecniche di attività per cassa e delle operazioni fuori bilancio, si
riporta la distribuzione per vita residua contrattuale delle predette attività, separatamente per le valute
rilevanti (Euro) e, raggruppate tra loro, per quelle non rilevanti (cfr. successive Tabella 5.3.1 Tabella 5.3.2).
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TAVOLA 5 - RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI RIGUARDANTI TUTTE LE BANCHE
5.1.1 DISTRIBUZIONE SETTORIALE DELLE ESPOSIZIONI PER CASSA E FUORI BILANCIO (valori in migliaia di euro)
ESPOSIZIONI/CONTROPARTI
Governi e banche centrali* Altri enti pubblici Banche* Società finanziarie
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Esposizioni per cassa
Esposizioni deteriorate
A1.1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - -
A1.2 Incagli - - - - - - - - - - - - 2.542 1.271 14 -
A1.3 Ristrutturate - - - - - - - - - - - - - - - -
A1.4 Scadute - - - - - - - - - - - - - - - -
A1 Totale esposizioni deteriorate - - - - - - - - - - - - 2.542 1.271 14 -
Altre esposizioni
A2.1 Attività finanziarie di negoziazione 201.384 236.577 - - - - - - 5.720 4.377 - - 355 378 - -
A2.2 Attività finanziarie valutate al fair value - - - - - - - - - - - - - - - -
A2.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - - - - - - - - - - - - - -
A2.4 Attività finanziarie detenute sino a scadenza - - - - - - - - - - - - - - - -
A2.5 Crediti verso banche 36.954 28.020 - - - - - - 138.078 128.630 - - - - - -
A2.6 Crediti verso clientela 3.980 1.990 35 35 - - - - - - - - 6.757 10.678 31 -
A2.7 Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione - - - - - - - - - - - - - - -
A2 Totale altre esposizioni 242.318 266.587 35 35 - - - - 143.798 133.007 - - 7.112 11.056 31 -
A. Totale esposizioni per cassa (A1+A2) 242.318 266.587 35 35 - - - - 143.798 133.007 - - 9.654 12.327 45 -
Esposizioni fuori bilancio
B1. Esposizioni deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - -
B2. Altre esposizioni - - - - - - - - 2.997 3.776 - - - - - -
B. Totale esposizioni fuori bilancio (B1+B2) - - - - - - - - 2.997 3.776 - - - - - -
TOTALE ESPOSIZIONI (A+B) 242.318 266.587 35 35 - - - - 146.795 136.782 - - 9.654 12.327 45 -
* Le esposizioni per cassa e fuori bilancio nei confronti della Banca Centrale vengono incluse nella colonna "Governi e Banche Centrali" in luogo della colonna "Banche".
BANCA DEL FUCINO - Il contenuto del presente documento costituisce materiale riservato e soggetto a copyright. Ogni violazione sarà perseguita ai sensi di Legge.
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TAVOLA 5 - RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI RIGUARDANTI TUTTE LE BANCHE
5.1.2 DISTRIBUZIONE SETTORIALE DELLE ESPOSIZIONI PER CASSA E FUORI BILANCIO (valori in migliaia di euro)
ESPOSIZIONI/CONTROPARTI
Imprese di assicurazione Imprese non finanziarie Altri soggetti Totale
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Esposizioni per cassa
Esposizioni deteriorate
A1.1 Sofferenze - - - - 42.710 37.679 20.224 3.403 13.803 13.455 7.638 1.260 56.513 51.133 27.862 4.663
A1.2 Incagli - - - - 27.262 19.845 3.229 3.131 10.556 9.694 1.936 1.920 40.360 30.809 5.179 5.051
A1.3 Ristrutturate - - - - 5.553 5.365 751 72 - - - - 5.553 5.365 751 72
A1.4 Scadute - - - - 12.941 19.288 211 - 3.758 6.315 63 - 16.699 25.603 274 -
A1 Totale esposizioni deteriorate - - - - 88.466 82.176 24.415 6.606 28.117 29.463 9.637 3.180 119.125 112.910 34.066 9.786
Altre esposizioni - - - -
A2.1 Attività finanziarie di negoziazione 18.875 31.260 - - 1.513 2.170 - - - - - - 227.847 274.761 - -
A2.2 Attività finanziarie valutate al fair value - - - - - - - - - - - - - - - -
A2.3 Attività finanziarie disponibili per la vendita - - - - 1.521 1.521 - - - - - - 1.521 1.521 - -
A2.4 Attività finanziarie detenute sino a scadenza - - - - - - - - - - - - - - - -
A2.5 Crediti verso banche - - - - - - - - - - - - 175.032 156.650 - -
A2.6 Crediti verso clientela - - - - 509.685 501.397 7.063 152 289.117 262.544 850 21 809.539 776.609 7.979 208
A2.7 Attività non correnti e gruppi di attività in via didismissione
- - - - - - - - - - - - - - - -
A2 Totale altre esposizioni 18.875 31.260 - - 512.719 505.088 7.063 152 289.117 262.544 850 21 1.213.939 1.209.541 7.979 208
A. Totale esposizioni per cassa (A1+A2) 18.875 31.260 - - 601.185 587.264 31.478 6.758 317.234 292.007 10.487 3.201 1.333.064 1.322.450 42.045 9.994
Esposizioni fuori bilancio
B1. Esposizioni deteriorate - - - - 4.625 4.641 2 - 35 115 - 4.660 4.756 2 -
B2. Altre esposizioni - - - - 78.807 87.577 413 - 12.715 8.854 36 94.519 100.206 449 -
B. Totale esposizioni fuori bilancio (B1+B2) - - - - 83.432 92.218 415 - 12.750 8.968 36 - 99.179 104.961 451 -
TOTALE ESPOSIZIONI (A+B) 18.875 31.260 - - 684.617 679.482 31.893 6.758 329.984 300.975 10.523 3.201 1.432.243 1.427.411 42.496 9.994
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TAVOLA 5 - RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI RIGUARDANTI TUTTE LE BANCHE
5.2.1 DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DELLE ESPOSIZIONI PER CASSA E FUORI BILANCIO VERSO CLIENTELA(valori in migliaia di euro)
ESPOSIZIONI/AREE GEOGRAFICHE Italia Altri Paesi europei America Asia Resto del mondo Totale
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A. Esposizioni per cassa
A1 Sofferenze 56.464 28.651 27.813 48 - 48 - - - - - - - - - 56.512 28.651 27.861
A2 Incagli 40.331 35.155 5.176 29 26 3 - - - - - - - - - 40.360 35.181 5.179
A3 Esposizioni ristrutturate 5.553 4.802 751 - - - - - - - - - - - - 5.553 4.802 751
A4 Esposizioni scadute 16.699 16.425 274 - - - - - - - - - - - - 16.699 16.425 274
A5 Altre esposizioni 1.059.624 1.051.644 7.980 10.518 10.518 - - - - - - - - - - 1.070.142 1.062.162 7.980
Totale esposizioni per cassa (A1+A2+A3+A4+A5) 1.178.671 1.136.677 41.994 10.595 10.544 51 - - - - - - - - - 1.189.266 1.147.221 42.045
B. Esposizioni fuori bilancio
B1 Sofferenze 4.515 4.515 - - - - - - - - - - - - - 4.515 4.515 -
B2 Incagli 145 143 2 - - - - - - - - - - - - 145 143 2
B3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - - - -
B4 Altre esposizioni 91.522 91.073 449 - - - - - - - - - - - - 91.522 91.073 449
Totale esposizioni fuori bilancio (B1+B2+B3+B4) 96.182 95.731 451 - - - - - - - - - - - - 96.182 95.731 451
Totale esposizioni per cassa e fuori bilancioverso clientela (A+B)
1.274.853 1.232.408 42.445 10.595 10.544 51 - - - - - - - - - 1.285.448 1.242.952 42.496
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34
TAVOLA 5 - RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI RIGUARDANTI TUTTE LE BANCHE
5.2.2 DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DELLE ESPOSIZIONI PER CASSA E FUORI BILANCIO VERSO BANCHE(valori in migliaia di euro)
ESPOSIZIONI/AREE GEOGRAFICHE Italia Altri Paesi europei America Asia Resto del mondo Totale
Esp
osiz
ion
elo
rda
Esp
osiz
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en
ett
a
Rett
ific
he
di
valo
reco
mp
lessiv
e
Esp
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Esp
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ett
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Rett
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valo
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mp
lessiv
e
A. Esposizioni per cassa
A1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - - -
A2 Incagli - - - - - - - - - - - - - - - - - -
A3 Esposizioni ristrutturate - - - - - - - - - - - - - - - - - -
A4 Esposizioni scadute - - - - - - - - - - - - - - - - - -
A5 Altre esposizioni 139.634 139.634 - 3.296 3.296 - 796 796 - 44 44 - 28 28 - 143.798 143.798 -
Totale esposizioni per cassa (A1+A2+A3+A4+A5) 139.634 139.634 - 3.296 3.296 - 796 796 - 44 44 - 28 28 - 143.798 143.798 -
B. Esposizioni fuori bilancio
B1 Sofferenze - - - - - - - - - - - - - - - - - -
B2 Incagli - - - - - - - - - - - - - - - - - -
B3 Altre attività deteriorate - - - - - - - - - - - - - - - - - -
B4 Altre esposizioni 2.994 2.994 - - - - 3 3 - - - - - - - 2.997 2.997 -
Totale esposizioni fuori bilancio (B1+B2+B3+B4) 2.994 2.994 - - - - 3 3 - - - - - - - 2.997 2.997 -
Totale esposizioni per cassa e fuori bilancio versoclientela (A+B)
142.628 142.628 - 3.296 3.296 - 799 799 - 44 44 - 28 28 - 146.795 146.795 -
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TAVOLA 5 - RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI RIGUARDANTI TUTTE LE BANCHE
5.3.2 DISTRIBUZIONE TEMPORALE PER DURATA RESIDUA CONTRATTUALE DELLE ESPOSIZIONI PER CASSA E FUORI BILANCIO
Valuta di denominazione: Altre valute(valori in migliaia di euro)
Voci/Scaglioni temporaliA vista e a
revoca
Da oltre 1giorno a 7
giorni
Da oltre 7giorni a 15
giorni
Da oltre 15giorni a 1
mese
Da oltre 1mese fino a 3
mesi
Da oltre 3mesi fino a 6
mesi
Da oltre 6mesi fino a 1
anno
Da oltre 1anno fino a 5
anniOltre 5 anni
Durataindeterminata
Totale
A. Attività per cassa
A1. Titoli di Stato - - - - - - - - - - -
A2. Altri titoli di debito - - - - - - - - - - -
A3. Finanziamenti 2.465 1.169 9.874 793 1.968 2.789 - - - - 19.058
A.3.1. Banche 2.362 1.169 9.730 681 1.580 - - - - - 15.522
A.3.2. Clientela 103 144 112 388 2.789 - - - - 3.536
Totale attività per cassa (A1+A2+A3) 2.465 1.169 9.874 793 1.968 2.789 - - - - 19.058
B. Operazioni "fuori bilancio"
B.1. Derivati finanziari con scambio di capitale - 2.318 - 3.861 - 286 - 2.224 - 4.261 - 22 - - - - - 12.972
B.1.1. Posizioni lunghe 3.026 - - - - - - - - - 3.026
B.1.2. Posizioni corte 5.344 3.861 286 2.224 4.261 22 - - - - 15.998
B.2. Derivati finanziari senza scambio di capitale - - 246 - - - - - - - - - 246
B.2.1. Posizioni lunghe - 531 - - - - - - - - 531
B.2.2. Posizioni corte - 777 - - - - - - - - 777
B.3. Depositi e finanziamenti da ricevere - - - - - - - - - - -
B.3.1. Posizioni lunghe - - - - - - - - - - -
B.3.2. Posizioni corte - - - - - - - - - - -
B.4. Impegni irrevocabili a erogare fondi - - - - - - - - - - -
B.4.1. Posizioni lunghe - 748 - - - - - - - - 748
B.4.2. Posizioni corte - 748 - - - - - - - - 748
C.1. Garanzie rilasciate - - - - - - - - - - -
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Con riferimento alle esposizioni deteriorate per cassa (verso clientela) e fuori bilancio, si riporta la dinamica
delle rettifiche di valore specifiche e di portafoglio a fronte delle predette esposizioni deteriorate. Si specifica
che la Banca non detiene esposizioni deteriorate verso banche.
TAVOLA 5 - RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI RIGUARDANTI TUTTE LE BANCHE
5.4.1 DINAMICA DELLE RETTIFICHE COMPLESSIVE DELLE ESPOSIZIONI PER CASSA VERSO CLIENTELA
(valori in migliaia di euro)
CAUSALI/CATEGORIE Sofferenze IncagliEsposizioniristrutturate
Esposizioniscadute
Totale
A. Rettifiche complessive iniziali 21.374 3.197 684 925 26.180
B. Variazioni in aumento 12.484 5.051 72 - 17.607
B1. Rettifiche di valore 4.663 5.051 72 - 9.786
B2. Trasferimenti da altre categorie diesposizioni deteriorate
2.466 - - - 2.466
B3. Altre variazioni in aumento 5.355 - - - 5.355
C. Variazioni in diminuzione 5.996 3.069 5 651 9.721
C1. Riprese di valore da valutazione - - - 362 362
C2. Riprese di valore da incasso 5.723 576 5 253 6.557
C3. Cancellazioni 273 27 - - 300
C4. Trasferimenti ad altre categorie diesposizioni deteriorate
- 2.466 - - 2.466
C5. Altre variazioni in diminuzione - - - 36 36
D. Rettifiche complessive finali 27.862 5.179 751 274 34.066
E. Rettifiche di valore: di cui cancellazioni - - - - -
TAVOLA 5 - RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI GENERALI RIGUARDANTI TUTTE LE BANCHE
5.4.2 DINAMICA DELLE RETTIFICHE COMPLESSIVE DELLE ESPOSIZIONI FUORI BILANCIO
(valori in migliaia di euro)
Causali/Categorie Sofferenze IncagliEsposizioniristrutturate
Esposizioniscadute
Totale
A. Rettifiche complessive iniziali - 9 - - 9
B. Variazioni in aumento - - - - -
B1. rettifiche di valore - - - - -
B2 altre variazioni in aumento - - - - -
C. Variazioni in diminuzione - 7 - - 7
C.1 riprese di valore da valutazione - 7 - - 7
C.2 altre variazioni in diminuzione - - - - -
D. Rettifiche complessive finali - 2 - - 2
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Tavola 6: Rischio di credito: informazioni relative ai portafogli assoggettati al metodo standardizzato
Informativa qualitativa
Le disposizioni di vigilanza prudenziale relative al computo del requisito patrimoniale sui rischi di credito e di
controparte secondo la “metodologia standardizzata” consentono di determinare i fattori di ponderazione
previsti da tale metodologia sulla base delle valutazioni del merito creditizio rilasciate da agenzie di rating
(“External Credit Assessment Institutions - ECAI”) o da agenzie per il credito all’esportazione (“Export Credit
Agencies - ECA”) riconosciute dalle competenti autorità di vigilanza.
Le predette valutazioni esterne del merito creditizio rilevano anche per identificare, nell’ambito delle tecniche
di mitigazione del rischio di credito, le garanzie reali e personali ammissibili per il computo del predetto
requisito patrimoniale. Pertanto, conformemente a quanto prescritto dalle richiamate disposizioni, la Banca
ha deciso, con riferimento ai “portafogli regolamentari” di esposizioni creditizie indicati nella seguente tabella,
di far ricorso all’utilizzo di valutazioni esterne del merito creditizio delle agenzie (riconosciute dalla Banca
d’Italia) a fianco degli stessi riportate.
Portafogli ECAI/ECA Caratteristiche del rating
Amministrazioni centrali e banche centraliMoody’s Investors Service
SACE SpA* Solicited / Unsolicited
Banche multilaterali di sviluppo Moody’s Investors Service Solicited / Unsolicited
Imprese e altri soggetti Moody’s Investors Service Solicited
Esposizioni verso OICR Moody’s Investors Service Solicited
Esposizioni a breve termine verso imprese Moody’s Investors Service Solicited
Esposizioni verso cartolarizzazioni Moody’s Investors Service Solicited
Intermediari vigilati Moody’s Investors Service Solicited / Unsolicited
Enti territoriali Moody’s Investors Service Solicited / Unsolicited
Enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico Moody’s Investors Service Solicited / Unsolicited
* Si precisa che la Sace SpA è utilizzata limitatamente alle esposizioni verso “Amministrazioni Centrali e Banche Centrali per le quali Moody’s InvestorsService non attribuisce un rating.
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Informativa quantitativa
Con riferimento al rischio di credito e di controparte, si riportano, per ciascuna classe regolamentare di
attività, i valori delle esposizioni con e senza attenuazione del rischio di credito. In particolare, si riportano i
valori delle esposizioni a seguito dell’applicazione delle tecniche di CRM, distribuite sulla base del fattore di
ponderazione applicato evidenziando separatamente quelle che ricevono un rating assegnato dalle agenzie
di cui si avvale la Banca nonché la corrispondente classe di merito. Si precisa che la Banca, con riferimento
alle sole garanzie reali finanziarie, ai fini del calcolo del requisito patrimoniale, ha optato per il metodo
integrale. Pertanto il valore totale delle esposizioni ante applicazione delle tecniche di mitigazione del rischio
(tavola 6.1) differisce da quello post (tavola 6.2) per l’ammontare totale delle garanzie reali finanziarie
riportato peraltro nella successiva tavola 8.
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TAVOLA 6 - RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI RELATIVE AI PORTAFOGLI ASSOGGETTATI AL METODO STANDARDIZZATO
6.1 - VALORE DELLE ESPOSIZIONI PRIMA DELL'APPLICAZIONE DELLE TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO (CRM) (valori in migliaia di euro)
PORTAFOGLIO
REGOLAMENTARE
(esposizioni verso o garantite da)
TOTALE
CON RATING PRIVE DI RATING
FATTORE DI PONDERAZIONE FATTORE DI PONDERAZIONE
(0%) (10%) (20%) (50%) (100%) (150%) (350%) (1250%) (0%) (10%) (20%) (35%) (50%) (75%) (100%) (150%) (200%) (1250%) Altro
Amministrazioni centrali ebanche centrali
Classe 1 N.A. Classe 2 Classe 3 Classe 4-5 Classe 6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
66.016 66.016 - - - - - -
Intermediari vigilatiN.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3-5 Classe 6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
141.602 141.425 - - - 177 - -
Enti territorialiN.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3-5 Classe 6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - - - - -
Enti senza scopo di lucro ed entidel settore pubblico
N.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3-5 Classe 6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
11.075 - - - - 11.075
Organizzazioni internazionaliN.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- -
Banche multilaterali di sviluppoN.A. N.A. Classe 1 Classe 2-3 Classe 4-5 Classe 6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - - - - - -
Imprese e altri soggettiN.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3-4 Classe 5-6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
341.246 341.246
Esposizioni al dettaglioN.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
294.282 294.282
A breve termine verso impreseN.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4-6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - - -
Organismi di investimentocollettivo del risparmio
N.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3-4 Classe 5-6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - - - - -
Esposizioni garantite da immobiliN.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
276.920 218.293 58.627
Esposizioni scaduteN.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
86.674 2.558 43.714 40.402
Obbligazioni bancarie garantiteN.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3-5 Classe 6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - - - - - - -
Esposizioni ad alto rischioN.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - -
Esposizioni verso lecartolarizzazioni
N.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3 N.A. Classe 4ML Altre classi N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - - - - - -
Altre esposizioniN.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
117.739 7.818 16.190 93.730
TOTALE 1.335.553 66.016 - 141.425 - - - - - 7.995 - 16.190 218.293 61.186 294.282 489.764 40.402
N.A. = fattore di ponderazione non applicabile per il portafoglio in questione
Per le garanzie rilasciate e gli impegni il valore dell'esposizione è rappresentato dall’equivalente creditizio
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TAVOLA 6 - RISCHIO DI CREDITO: INFORMAZIONI RELATIVE AI PORTAFOGLI ASSOGGETTATI AL METODO STANDARDIZZATO
6.2 - VALORE DELLE ESPOSIZIONI DOPO L'APPLICAZIONE DELLE TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO (CRM) (valori in migliaia di euro)
PORTAFOGLIO
REGOLAMENTARE
(esposizioni verso o garantite da)
TOTALE
CON RATING PRIVE DI RATING
FATTORE DI PONDERAZIONE FATTORE DI PONDERAZIONE
(0%) (10%) (20%) (50%) (100%) (150%) (350%) (1250%) (0%) (10%) (20%) (35%) (50%) (75%) (100%) (150%) (200%) (1250%) Altro
Amministrazioni centrali ebanche centrali
Classe 1 N.A. Classe 2 * Classe 3 Classe 4-5 Classe 6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
66.016 66.016 - - - - - -
Intermediari vigilatiN.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3-5 Classe 6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
144.600 144.423 - - - 177 - -
Enti territorialiN.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3-5 Classe 6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - - - - -
Enti senza scopo di lucro ed entidel settore pubblico
N.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3-5 Classe 6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
10.342 - - - - - 10.342
Organizzazioni internazionaliN.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- -
Banche multilaterali di sviluppoN.A. N.A. Classe 1 Classe 2-3 Classe 4-5 Classe 6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - - - - - -
Imprese e altri soggettiN.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3-4 Classe 5-6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
305.886 - - - - 305.886
Esposizioni al dettaglioN.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
216.080 216.080
A breve termine verso impreseN.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3 Classe 4-6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - - -
Organismi di investimentocollettivo del risparmio
N.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3-4 Classe 5-6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - - - - -
Esposizioni garantite da immobiliN.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
276.920 218.293 58.627
Esposizioni scaduteN.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
85.416 2.558 43.714 39.144
Obbligazioni bancarie garantiteN.A. NA Classe 2 Classe 3-5 Classe 6 N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - - - - - -
Esposizioni ad alto rischioN.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - -
Esposizioni verso lecartolarizzazioni
N.A. N.A. Classe 1 Classe 2 Classe 3 N.A. Classe 4ML Altre classi N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
- - - - - - - -
Altre esposizioniN.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A. N.A.
117.739 7.818 16.190 93.730
TOTALE 1.222.999 66.016 - 144.423 - - - - - 7.995 - 16.190 218.293 61.186 216.080 453.672 39.144 - - -
N.A. = fattore di ponderazione non applicabile per il portafoglio in questione
Per le garanzie rilasciate e gli impegni il valore dell'esposizione è rappresentato dell’equivalente creditizio
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Tavola 8: Tecniche di mitigazione del rischio
Informativa qualitativa
Allo scopo di ridurre i rischi insiti nella concessione di affidamenti alla clientela, le esposizioni vengono
mitigate dalla presenza di garanzie, sia reali (ipoteca e pegno) che personali (fideiussioni) le quali
costituiscono una copertura essenziale del rischio sopportato a fronte dell’erogazione; tali garanzie vengono
richieste su base selettiva in funzione della valutazione creditizia del cliente.
Con riferimento al processo di acquisizione e gestione delle garanzie, è prevista:
a) nel caso di garanzie reali finanziarie:
− la ricostituzione, ove possibile, del valore originario della garanzia in presenza di diminuzione
del fair value della garanzia (garantendo la continuità della garanzia attraverso documenti
modificativi della garanzia originaria) o, comunque, una revisione del merito creditizio del
cliente;
− la canalizzazione del rimborso presso la Banca (“c/c indisponibile a garanzia”) in caso di
rimborso del titolo a scadenza;
− la rivalutazione giornaliera delle garanzie;
b) nel caso di garanzie personali, la valutazione del merito creditizio del garante.
Per quanto attiene invece alle garanzie reali finanziarie, particolare rilevanza assume il presidio sul fair value
della garanzia. Al riguardo è di competenza del Gestore/Responsabile del rapporto il monitoraggio sul valore
degli strumenti finanziari ricevuti in garanzia che rileva tra l’altro anche ai fini delle deleghe sui poteri
deliberativi in materia creditizia. Tale valutazione del fair value della garanzia è prevista in via sistematica e,
comunque, ogni volta che la composizione del portafoglio titoli oggetto del pegno subisce variazioni.
Inoltre, le Segreterie Fidi territorialmente competenti, con cadenza almeno trimestrale, verificano il “fair
value“ delle garanzie, segnalando ai gestori e all’Ufficio Controllo Andamentale Crediti eventuali diminuzioni
superiori al 10% del valore cauzionale.
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Informativa quantitativa
Con riferimento a ciascuna classe regolamentare di attività (“portafoglio”), si riportano il valore delle
esposizioni prima dell’applicazione delle tecniche di attenuazione del rischio di credito (CRM), nonché la
relativa parte protetta da tecniche di attenuazione di tipo reale e da quelle di tipo personale. Al riguardo,
come già anticipato a proposito della tavola 6, si specifica che la Banca ha adottato il metodo integrale per il
riconoscimento delle garanzie finanziarie reali.
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TAVOLA 8 - TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO DI CREDITO
8.1 TECNICHE DI ATTENUAZIONE DEL RISCHIO: AMMONTARE PROTETTO
(valori in migliaia di euro)
Portafoglio delle esposizioni garantite
Valore primadell'applicazionedelle tecniche diattenuazione delrischio di credito
(A)
Ammontare protetto da tecniche di attenuazione del rischio di credito
Protezione del credito di tipo realeProtezione del credito di tipo
personale
TotaleGaranzie realifinanziarie - metodo
semplificato (B)
Garanzie realifinanziarie - metodo
integrale (C)
Garanzie realiassimilate allepersonali (D)
Garanziepersonali (E)
Derivaticreditizi (F)
Esposizioni verso o garantite da amministrazioni centrali e banche centrali 66.016 - - - - - -
Esposizioni verso o garantite da Intermediari vigilati 141.602 - - - - - -
Esposizioni verso o garantite da enti territoriali - - - - - - -
Esposizioni verso o garantite da enti senza scopo di lucro ed enti del settorepubblico
11.075 - 732 - - - 732
Esposizioni verso o garantite da organizzazioni internazionali - - - - - - -
Esposizioni verso o garantite da banche multilaterali di sviluppo - - - - - - -
Esposizioni verso o garantite da imprese ed altri soggetti 341.246 - 32.772 - 2.588 - 35.360
Esposizioni al dettaglio 294.282 - 77.792 - 410 - 78.202
Esposizioni a breve termine verso imprese - - - - - - -
Esposizioni verso Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio (OICR) - - - - - - -
Esposizioni garantite da immobili 276.920 - - - - - -
Esposizioni sotto forma di obbligazioni bancarie garantite - - - - - - -
Esposizioni scadute 86.674 - 1.258 - - - 1.258
Esposizioni ad alto rischio - - - - - - -
Esposizioni verso le cartolarizzazioni - - - - - - -
Altre esposizioni 117.739 - - - - - -
Totale 1.335.553 - 112.554 - 2.998 - 115.552
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Tavola 9: Rischio di controparte
Informativa qualitativa
Con riferimento all’operatività della Banca, le fonti del rischio di controparte sono costituite dai contratti
derivati e dai pronti contro termine passivi.
I contratti derivati sono stipulati con controparti rientranti nella categoria degli “Intermediari vigilati” e hanno
come finalità la copertura del rischio di tasso di interesse. Infatti la relativa esposizione della Banca nei
predetti strumenti derivati è da ricondurre ai contratti derivati di copertura del rischio di tasso, negoziati
peraltro con controparti bancarie.
I pronti contro termine passivi effettuati con clientela rappresentano una forma tipica di raccolta della Banca
e vengono inquadrati come un’esposizione, il cui valore si commisura a quello del titolo impegnato, garantita
dal contante ricevuto.
Informativa quantitativa
Con riferimento al rischio di controparte si riporta il fair value lordo positivo dei contratti derivati del
portafoglio bancario e di negoziazione nonché la riduzione del predetto fair value per effetto di accordi di
compensazione e/o di garanzie reali ricevute, ripartiti per controparte.
TAVOLA 9 - RISCHIO DI CONTROPARTE
9.1 CONTRATTI DERIVATI OTC: FINANZIARI E CREDITIZI
(valori in migliaia di euro)
Controparti/ValoriFair value lordo
positivo dei contratti(A)
Riduzione del fairvalue lordo positivo
dovuto acompensazione
(B)
Fair value positivo alnetto degli accordi di
compensazione(C = A-B)
Ammontare protetto dagaranzie reali
(D)
Fair value positivo deicontratti al netto degli
accordi dicompensazione delle
garanzie reali(E = C-D)
Governi e banche centrali - - - - -
Altri enti pubblici - - - - -
Banche 179 - 179 - 179
Società finanziarie - - - - -
Imprese di assicurazione - - - - -
Imprese non finanziarie - - - - -
Altri soggetti - - - - -
Totale 179 - 179 - 179
Con riferimento ai contratti derivati del portafoglio bancario e di negoziazione si riporta il fair value lordo
positivo ripartito per sottostante.
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TAVOLA 9 - RISCHIO DI CONTROPARTE
9.2 FAIR VALUE LORDO POSITIVO DEI CONTRATTI DERIVATI PER SOTTOSTANTE
(valori in migliaia di euro)
Sottostanti/ContropartiGoverni ebanchecentrali
Altri entipubblici
BancheSocietà
finanziarieImprese di
assicurazione
Impresenon
finanziarie
Altrisoggetti
Totale
Titoli di debito e tassi diinteresse
- - 179 - - - - 179
Titoli di capitale e indiciazionari
- - - - - - - -
Valute e oro - - - - - - - -
Altri valori - - - - - - - -
Derivati creditizi:acquisti di protezione
- - - - - - - -
Derivati creditizi:vendite di protezione
- - - - - - - -
Totale - - 179 - - - - 179
Con riferimento alle esposizioni assoggettate al rischio di controparte, si riporta il valore delle esposizioni –
prima dell’applicazione delle tecniche di attenuazione del rischio di credito - dei “contratti derivati” e delle
“operazioni SFT e le operazioni con regolamento a lungo termine” nonché la parte protetta da tecniche di
attenuazione di tipo reale e, da quelle di tipo personale.
TAVOLA 9 - RISCHIO DI CONTROPARTE
9.3 AMMONTARE PROTETTO
(valori in migliaia di euro)
Forma tecnica
Esposizionecreditizia prima
dell'applicazionedelle tecniche diattenuazione delrischio di credito
Ammontare protetto da tecniche di attenuazione del rischio di credito
Protezione del credito di tipo realeProtezione del credito di tipo
personale
Totaleammontare
protetto(A+B+C+D+E)
Garanzie realifinanziarie -
metodosemplificato
(A)
Garanzie realifinanziarie -
metodointegrale
(B)
Garanzie realiassimilate alle
personali(C)
Garanziepersonali
(D)
Derivati creditizi
Ammontare protetto
(E)
Valorenozionale
Contratti derivati 411 - - - - - - -
Operazioni Sft eoperazioni conregolamento alungo termine
57.156 - 57.025 - - - - 57.025
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Tavola 12: Rischio Operativo
Informativa qualitativa
La Banca misura il requisito patrimoniale sul rischio operativo sulla scorta del “metodo base” contemplato
dalle pertinenti disposizioni di vigilanza prudenziale. Questa metodologia consiste nell’applicare il
“coefficiente regolamentare” del 15% al valore medio del margine di intermediazione figurante nel conto
economico degli ultimi tre bilanci della Banca ed escludendo gli eventuali valori negativi o nulli.
Tavola 13: Esposizioni in strumenti di capitale: informazioni sulle posizioni incluse nel portafoglio
bancario
Informativa qualitativa
Con riferimento alle esposizioni in strumenti di capitale del portafoglio bancario, le esposizioni detenute dalla
Banca risultano classificate nel portafoglio “attività finanziarie disponibili per la vendita” per Euro 2,34 milioni.
Dal punto di vista contabile, i predetti strumenti di capitale sono ricondotti nel portafoglio “Attività disponibili
per la vendita”. In tale contesto tali strumenti sono iscritti inizialmente al “fair value” (corrispondente al prezzo
di acquisto) rettificato degli eventuali costi di transazione anticipati ed attribuibili specificamente ai titoli
acquistati. Successivamente:
- il “fair value” dei titoli quotati in mercati attivi (liquidi ed efficienti) è determinato sulla base delle relative
quotazioni;
- il “fair value” dei titoli non quotati in mercati attivi è stimato sulla scorta dei metodi correntemente
utilizzati per le valutazioni d’impresa e tenendo conto delle specificità aziendali. Sono tuttavia valutati
al costo gli strumenti il cui “fair value” non possa essere stimato in modo affidabile;
- ove si evidenzino sintomi di scadimento qualitativo (deterioramento) degli emittenti, i titoli vengono
sottoposti all’”impairment test”. Le perdite da “impairment” si ragguagliano alla differenza negativa tra
il “fair value” corrente dei titoli “impaired” e il loro valore contabile. Se si verificano successive riprese
di valore, queste non possono superare il limite delle perdite da “impairment” precedentemente
contabilizzate;
- le plusvalenze e le minusvalenze conseguenti alla valutazione basata sul “fair value” sono imputate
direttamente al patrimonio netto (“riserve da valutazione”) e trasferite al conto economico (utile/perdita
da cessione o riacquisto di: attività finanziarie disponibili per la vendita”) solo al momento del realizzo
per effetto di cessione oppure quando vengono contabilizzate perdite da “impairment”. Eventuali
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successive riprese di valore da “impairment” sono attribuite direttamente al patrimonio netto (“riserve
da valutazione”) salvo che per i titoli di capitale non quotati sui quali non possono essere rilevate
riprese di valore.
Informativa quantitativa
Con riferimento alle esposizioni in strumenti di capitale inclusi nel portafoglio bancario, si riportano: il valore
di bilancio; il fair value; il valore di mercato; gli utili e le perdite realizzate nel corso dell’esercizio; le
plusvalenze e le minusvalenze imputate al patrimonio netto, nonché quelle imputate nel patrimonio di
vigilanza. I predetti strumenti sono distinti per forma tecnica e vengono evidenziati separatamente quelli
quotati e non quotati.
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TAVOLA 13 - ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE: INFORMAZIONI SULLE POSIZIONI INCLUSE NEL PORTAFOGLIO BANCARIO
13.1 - INFORMAZIONI SULLE ESPOSIZIONI IN STRUMENTI DI CAPITALE INCLUSE NEL PORTAFOGLIO BANCARIO (valori in migliaia di Euro)
ESPOSIZIONI SU STRUMENTI DI CAPITALEValore dibilancio
Fair ValueValore dimercato
Utili e perdite dell'esercizioPlusvalenze e minusvalenze
complessive imputate apatrimonio netto
Plusvalenze e minusvalenzecomplessive imputate alpatrimonio di vigilanza
Utili Perdite Plusvalenze Minusvalenze Plusvalenze Minusvalenze
A. Titoli di capitale
A1. Quotati: 102 102 - - 9 - - - -
A1.1 Azioni 102 102 - - 9 - - - -
A1.2 Strumenti innovativi di capitale - - - - - - - - -
A1.3 Altri titoli di capitale - - - - - - - - -
A2. Non quotati 2.238 2.238 X - 62 176 - 88 -
A2.1 Azioni 2.238 2.238 X - 62 176 - 88 -
A2.2 Strumenti innovativi di capitale - - X - - - - - -
A2.3 Altri titoli di capitale - - X - - - - - -
Totale titoli di capitale (A= A1 + A2) 2.340 2.340 - - 71 176 - 88 -
B. OICR:
B1. Quotati: - - - - - - - - -
B1.1 Di diritto italiano - - - - - - - - -
B1.2 Di altri stati UE - - - - - - - - -
B1.3 Di stati non UE - - - - - - - - -
B2. Non quotati - - X - - - - - -
B2.1 Di diritto italiano - - X - - - - - -
B2.2 Di altri stati UE - - X - - - - - -
B2.3 Di stati non UE - - X - - - - - -
Totale OICR (B= B1 + B2) - - - - - - - - -
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Tavola 14: Rischio di tasso di interesse sulle posizioni incluse nel portafoglio bancario
Informativa qualitativa
Il rischio di tasso di interesse sul banking book è il rischio associato alla avversa fluttuazione dei tassi di
interesse di mercato tale da determinare una riduzione del valore economico aziendale. Esso si riferisce agli
elementi dell’attivo e del passivo della Banca (attività e passività finanziarie per cassa, impegni e contratti
derivati incluse le operazioni con regolamento a lungo termine) sensibili alle variazioni dei tassi di interesse.
Ai fini della misurazione del rischio di tasso di interesse insito nelle attività e passività del portafoglio
bancario, nell’ambito del cosiddetto ICAAP (“Internal Capital Adequacy Assessment Process”), è stata
adottata la “metodologia semplificata” prevista dalle vigenti disposizioni di vigilanza in materia.
Più precisamente, l’applicazione della citata metodologia semplificata si basa sui seguenti passaggi logici:
a) definizione del portafoglio bancario: il complesso delle attività e passività non rientranti nel portafoglio
di negoziazione ai fini di vigilanza (che è costituito dal complesso delle posizioni - in proprio e derivanti
da servizi alla clientela o di supporto agli scambi - intenzionalmente destinate a una successiva
dismissione a breve termine e/o assunte allo scopo di beneficiare, nel breve termine, di differenze tra i
prezzi di acquisto e i prezzi di vendita, o di altre variazioni di prezzo o di tasso di interesse);
b) determinazione delle “valute rilevanti”: le valute, il cui peso misurato come quota sul totale attivo
oppure sul passivo del portafoglio bancario, risulta superiore al 5%. Ciascuna valuta rilevante
definisce un aggregato di posizioni; le valute il cui peso è inferiore al 5% sono aggregate fra loro;
c) classificazione delle attività e passività in fasce temporali: sono definite 14 fasce temporali. Le attività
e passività a tasso fisso sono classificate in base alla loro vita residua, mentre quelle a tasso variabile
sulla base della data di rinegoziazione del tasso di interesse. I conti correnti passivi e i depositi liberi4,
devono essere ripartiti secondo le prescrizioni riportate nelle disposizioni di vigilanza. Specifiche
regole di classificazione sono previste per alcune attività e passività;
d) ponderazione delle esposizioni nette di ciascuna fascia: in ciascuna fascia le posizioni attive e passive
sono compensate, ottenendo una posizione netta. La posizione netta per fascia è moltiplicata per il
corrispondente fattore di ponderazione. I fattori di ponderazione per fascia sono calcolati come
prodotto tra un'approssimazione della duration modificata relativa alla fascia e una variazione ipotetica
dei tassi;
4I conti correnti passivi e i depositi liberi sono classificati nella fascia temporale “a vista e a revoca”, convenzionalmente, in una quota
fissa pari al 25% (c.d. “componente non core”) e per il rimanente importo (c.d. “componente core”) nelle successive otto fasce temporali
(da “fino a 1 mese” a “4-5 anni”) in misura proporzionale al numero dei mesi in esse contenuti.
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e) somma delle esposizioni nette ponderate delle diverse fasce: l’esposizione ponderata netta per
aggregato, in base alla valuta, approssima la variazione di valore attuale delle poste denominate nella
valuta dell’aggregato nell’eventualità dello shock ipotizzato;
f) aggregazione nelle diverse valute: attraverso la somma dei valori delle esposizioni ponderate nette
per aggregato, il valore positivo ottenuto rappresenta la variazione di valore economico aziendale a
fronte dello scenario ipotizzato;
g) determinazione dell’indicatore di rischiosità: è rappresentato dal rapporto tra il valore positivo somma
ottenuto e il valore del patrimonio ai fini di Vigilanza. La Banca d’Italia pone come soglia di attenzione
un valore pari al 20%.
Informativa quantitativa
Di seguito si riporta la sintesi dei risultati concernenti la misurazione del rischio di tasso di interesse e, in
particolare, il capitale interno e l’indice di rischiosità calcolato come rapporto tra il predetto capitale interno e
il patrimonio di vigilanza. I risultati sono determinati:
- in condizioni ordinarie, ipotizzando una variazione ipotetica della curva dei tassi di mercato definita
attraverso l’analisi degli shift mensili dei tassi di interesse in un periodo di 6 anni. Nello specifico si è
fatto riferimento alle interpolazioni delle differenze mensili delle osservazioni dei tassi al fine di
ricondurle alle fasce temporali previste dalla normativa di vigilanza. Per ciascuna distribuzione delle
suddette differenze, corrispondenti a ciascuna fascia di vita residua, si è considerato il 1° percentile, in
quanto la Banca risulta esposta al rischio di ribasso dei tassi di interesse;
- in ipotesi di stress, ipotizzando una variazione parallela dei tassi di interesse di mercato pari a ± 200
punti base.
Con riferimento alla misurazione del capitale interno, in condizioni ordinarie ed in ipotesi di stress, nel caso
di scenari al ribasso, è garantito il vincolo di non negatività dei tassi.
TAVOLA 14 - RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SULLE POSIZIONI INCLUSE NEL PORTAFOGLIO BANCARIO
14.1 CAPITALE INTERNO E INDICE DI RISCHIOSITA' IN CONDIZIONI ORDINARIE
(valori in migliaia di euro)
ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE Valori al 31/12/2010
A. Capitale interno:
Euro 6.964
Valute non rilevanti 106
Totale capitale interno a fronte del rischio di tasso 7.070
B. Patrimonio di Vigilanza 111.788
C. Indice di rischiosità (A/B) 6,3%
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TAVOLA 14 - RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE SULLE POSIZIONI INCLUSE NEL PORTAFOGLIO BANCARIO
14.2 CAPITALE INTERNO E INDICE DI RISCHIOSITA' IN IPOTESI DI STRESS
(valori in migliaia di euro)
ESPOSIZIONE AL RISCHIO DI TASSO DI INTERESSE Valori al 31/12/2010
A. Capitale interno:
Euro 11.671
Valute non rilevanti 252
Totale capitale interno a fronte del rischio di tasso 11.923
B. Patrimonio di Vigilanza 111.788
C. Indice di rischiosità (A/B) 10,7%