C O N V E N T O U N G I O R N O I N - Muse...

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MUSEO CHIAMA SCUOLA

UN GIORNO INCONVENTO PER LA SCUOLA PR IMAR IA , I I C ICLO

Benvenuti!

Tanto tempo fa si chiamava“Santa Maria tra la vignanovella” (cioè in mezzo allavigna nuova) ed era solouna piccolissima cappellain mezzo al verde. Oggitroviamo invece unabellissima chiesa e ungrande convento, cioè unacasa per i frati.

Circa ottocento anni fa (nel 1221), infatti, i fiorentini regalarono questoluogo, cappella e campi, a dodici frati dell’ordine domenicano. Ma chi sono i frati? Frate ... fratello. In realtà non sono veri fratelli, mascelgono di vivere insieme, di aiutarsi come fratelli.

Volete sapere perché sichiamano domenicani? Il lorofondatore si chiamava Domenicoe, come un maestro, ha dato vitaal primo convento…. In questoantico affresco san Domenico èstato dipinto come il tronco di unalbero con molti frutti…tanti fratidiventati santi!

Domenico in realtà si chiamava Domingo… Era spagnolo! Noi però lo conosciamo come SanDomenico. Nel chiostro grande ci sono moltissime storie dipinte che raccontano la sua vita.Guardiamone insieme alcune.

Il giorno in cui il piccoloDomingo nacque, la mammafece un sogno moltoparticolare, come una visionedel futuro… La vedete con ilpancione?

E ora osserviamo il suo sogno:un cane volante con in boccauna torcia di fuoco, perbruciare tutto ciò che èmalvagio e far nascere unanuova bellissima luce… unastella rossa!

Da grande Domingo volle diventare sacerdote. Un giorno intrapreseun lungo viaggio; passando per le terre di Francia scoprì che moltiavevano perso la vera fede in Dio e si convinse che era importantetornare a viaggiare e raccontare a tutti il vero Vangelo, insieme adaltri frati.

Domenico andò dal Papa per chiedergli il dovuto permesso: così iniziò la storia deiDomenicani. Vedete? Il Papa indossa un copricapo particolare… si chiama triregno, perchémostra le corone dei tre regni: dell’inferno, della terra e del cielo.

ll santo frate Domenico attraversò molti paesi, sempre a piedi, e ovunquecompiva miracoli, guariva malati… faceva risorgere i morti….comeaccadde a questo bambino a Roma. Domenico si avvicinava e sostenevai più bisognosi, pregando e parlando a tutti di Dio.

Come abbiamo detto, fuproprio San Domenico che vollemandare dodici frati qui aFirenze; ben presto vennero adabitare in Santa Maria Novella einiziarono a costruire questo belconvento. Qui vediamoDomenico che con il bastonecomanda dei cani pezzatibianchi e neri…

Sì…i cani sono i Domini…canes,nell’antica lingua latinasignifica: “i cani del Signore”.Fedeli e forti, combattono i lupiper salvare le pecorelleindifese!

Chissà come era la vita qui inSanta Maria Novella tantotempo fa… Immaginiamoci dientrare, come fossimo ospiti:un frate ci accoglie e cibenedice… La prima cosa chenotiamo è l ’assoluto silenzio.

Non è facile stare zitti… provare per credere, ma stando insilenzio si ascolta e si pensa meglio! I frati cantano, pregano,studiano, ma non aprono bocca per le chiacchiere inutili.

Chi diventa frate, mentreindossa l’abito, accetta molteregole, non solo quella di starein silenzio: i frati accolgono lapovertà e l’obbedienza, nondormono comodi sulmaterasso, non hanno denaroe si spostano a piedi; il cavalloè concesso solo se si è malati.Servono molte regole per vivereinsieme…

San Domenico scrive: Il motivo essenziale per cui vi siete insiemeriuniti è che abbiate una sola anima e un sol cuore protesi verso Dio.Non dite di nulla: "E' mio", ma tutto sia comune fra voi… ad ognunosecondo le sue necessità

I frati si dividono i compiti:chiedere elemosina, studiare,copiare libri, dire messa,predicare, viaggiare. Certopredicare, cioè spiegare laparola di Dio, è moltoimportante e per questo èaltrettanto importante studiaremoltissimo.

Si studia nella propria cella o in biblioteca. I frati devono essere:“talmente occupati nello studio, da leggere o meditare sempre qualcosa,sia di giorno che di notte, sia in casa che per strada e da imparare amemoria tutto quello che potranno.” A chi vuol studiare anche di notte,viene data subito una candela in più.

Per questo la biblioteca diSanta Maria Novella fu costruitaall’inizio del Trecento e si èarricchita nei secoli di splendidimanoscritti e libri.

Alcuni frati si occupano dell’orto e del giardino, coltivando ancheerbe, frutti e fiori medicinali. Famosissima era l’acqua di Rose, quasimiracolosa contro ogni malanno: ancora oggi possiamo sentirne ilprofumo preso l’Officina Profumo Farmaceutica di Santa MariaNovella.

Dal chiostro grande si entrava infatti nell’infermeria e nella farmaciadel convento, dal Seicento divenuta un bellissimo negozio anche perchi non viveva in convento: molti prodotti vengono ancora fattisecondo le ricette dei frati di tanti anni fa.

All’ora dei pasti una campana chiama ifrati a tavola. Quando sono tutti seduti un secondosuono, il cembalo, indica che il cibo èpronto. Si inizia con una preghiera: «IlLargitore d'ogni bene benedica labevanda dei suoi servi». Poi il priore -capo del convento - dà l’ultimo segnalecon la Nola, cioè una piccola campanella.Ricoperto il capo con il cappuccio, i fratimangiano in silenzio, mentre un lettore,dal pulpito, legge la Sacra scrittura.Davanti ad ogni frate ci sono unascodella, un cucchiaio, pane, frutta ecipolle. Niente carne e niente coltello, ognifrate ha il suo alla cintura.

Le cucine sono due, una per tutti e una per gli ospiti dell’infermeria,dove si può cucinare anche carne. Il cuoco in genere non è un frate,ma un esperto dell’arte culinaria. Il fuoco è sempre acceso e nonmancano mai legna e acqua, oltre a pentole e padelle. I tempi dicottura si calcolano con le preghiere: dieci Ave Marie e la frittata ècotta…mentre per la minestra ci vuole tutto il Rosario!

La preghiera per i frati è molto importante: pregano sette volte al giorno, oltre alla Messa. Untempo, la chiesa era divisa in due parti da un tramezzo: da una parte stavano i frati edall’altra, chiamata aula (come a scuola!) i fedeli ascoltavano la predica.

Non esistevano microfoni,perciò, per farsi sentire da tutti,il prete saliva sul pulpito.Questo pulpito è molto bello edè stato decorato circacinquecento ani fa con le storiedella Madonna.

E’ proprio a Maria regina del cielo che è dedicata questa grande chiesa. Nella coloratissimavetrata sopra la porta principale, detta rosone, si può vedere il momento in cui Gesù pone intesta alla madre la corona d’oro, mentre gli angeli fanno festa.

Per aiutare la preghiera, lachiesa viene nel tempo abbellitadi dipinti e sculture. Alcuneopere d’arte sono molto famose.Come questo Crocifisso, dipintoda Giotto! Mostrando il Crocifisso i fratiricordano a tutti che Gesù èmorto per vincere la morte,salvare tutti e portarci inParadiso.

Dietro l’altare, nella cappellamaggiore, i frati cantano in coro.Mostrando il Crocifisso i fratiricordano a tutti che Gesù èmorto per vincere la morte,salvare tutti e portarci inParadiso.

Seduti in questo bellissimo luogo i cantori guardano al centro il grande libro dei canti,appoggiato su questo speciale leggio dal nome un po’ buffo: il Badalone!

Sulle pareti, come su un gigantesco libro illustrato, il pittore Domenico Ghirlandaio raccontaper immagini le storie di San Giovanni Battista e quelle della Vergine Maria.

Il pittore volle firmare l’opera in un modo molto speciale: con il suo ritratto. Eccolo, è quelgiovane vestito di rosso e blu; intorno ci sono altri amici pittori, suoi aiutanti.

Sapete come si chiamavano inonni di Gesù? Giovacchino eAnna. Si narra che da questoloro abbraccio d’amore nacquela piccola Maria.

Guardate che bella bimba! E’ in braccio alla balia che le sorride dolcemente.

Da grande, per volere di Dio, Maria sposa Giuseppe, il prescelto tra molti pretendenti.

E non tutti la preserobene. Guardate conche rabbia quelgiovane spezza il suobastone con i piedi!

Anche se ora èrovinata dal tempo,certo sapetericonoscere questascena: è il presepe, lanascita di Gesù tra ipastori e i re Magi.

Lasciamo ora la chiesa.Alla fine della giornata,al suono dellacampana della sera, ifrati si avviano adormire. Questagrande stanza era unodei dormitori piùgrandi.

Prima del silenzio della notte, i frati cantano alla Madonna, ciascuno vicino al proprio letto,invocandone la protezione.

E ora che conoscete la storia di Santa Maria Novella, appena sarà possibile, vi aspettiamoper ammirarla dal vero e scoprire insieme altri capolavori. A presto, al Museo!

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