Post on 20-Feb-2019
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Cenni sulla
normativa americana
in tema di franchising
Salone del franchising Milano
Incontro Confimprese 26 ottobre 2018
Avv. Valerio Pandolfini
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Esportare una catena in franchising all’estero presenta,
in generale, peculiarità e problematiche ben diverse
rispetto a quelle di una rete in franchising domestica.
L’espansione di una rete in USA presenta
elevate complessità, derivanti essenzialmente da:
• diversità e varietà di mercato e culturali
• normativa specifica e molto dettagliata.
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Gli USA sono uno stato federale.
Ciò significa che non vi è un’unica normativa
valida in tutto il territorio nazionale, bensì:
• una normativa federale (che si applica
in tutto il territorio USA), e
• tante singole normative statali (50), che
possono divergere tra Stato e Stato
e rispetto a quella federale.
Il franchising è regolamentato:
• al livello federale, dalla Federal Trade Commission (FTC)
• al livello statale, dai singoli Stati.
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Non esiste negli USA una definizione
unica e generale di franchising.
In generale, gli elementi che contraddistinguono
il franchising in USA al livello legale sono:
• vendita di beni/servizi con utilizzo del marchio del franchisor;
• pagamento da parte del franchisee di una fee
• (entry fee, royalties, advertising fee) superiore a $500;
• controllo dell'attività del franchisee da parte del franchisor
(che può consistere in suggerimenti di marketing);
• comunanza di interessi tra franchisor e franchisee
(community of interest).
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E’ importante distinguere il franchising da altri
contratti simili
(come distribution o licensing), che
non sono soggetti alla normativa sul franchising
(ma ad altre normative, ad es. business opportunity rule)
Qualificare un determinato rapporto
come franchising o meno
richiede un’attenta e complessa analisi
caso per caso, sulla base dei concreti elementi
della singola formula commerciale.
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La normativa federale e statale sul franchising:
a) è generalmente imperativa (cioè non derogabile)
b) si applica ad ogni soggetto che opera in USA,
indipendentemente dalla nazionalità.
La normativa USA sul franchising regolamenta
principalmente le informazioni che devono
essere fornite agli spiranti affiliati
prima della firma del contratto di franchising
(disclosure), con un documento denominato
franchise disclosure document (FDD).
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Oltre alla disclosure, alcuni Stati (es. California,
New York, Virginia, Washington) impongono al franchisor
anche la registrazione con l’autorità competente.
Alcuni Stati regolamentano alcuni aspetti sostanziali
del contratto di franchising,
con una serie di norme inderogabili poste
a tutela del franchisee (State relationship laws).
Es., si prevedono limiti per il franchisor di:
• terminare il contratto (good cause);
• vietare la cessione del contratto al franchisee;
• opporsi al rinnovo del contratto
Etc.
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Si applicano inoltre al franchising una serie di
normative di carattere generale, tra cui:
• lavoro (N.B.: attenzione joint employers),
• IP
• real estate
• igiene e prescrizioni alimentari
(N.B. attenzione etichette alimentari)
• antiriciclaggio
etc.
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Un’impresa italiana può fare franchising in USA
(come in altri paesi) essenzialmente con due modalità:
• direttamente, cioè con il proprio
coinvolgimento diretto (direct franchising)
• indirettamente, attraverso l’intervento di un
soggetto terzo (Master franchising).
Entrambe tali modalità hanno vantaggi e svantaggi:
la scelta deve essere attentamente valutata in base
alle caratteristiche di mercato dello Stato prescelto
e alle caratteristiche della rete in franchising.
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FRANCHISING INTERNAZIONALE
FRANCHISING DIRETTO FRANCHISING INDIRETTO
DIRECT UNIT FRANCHISING
AREA DEVELOPEMENT
AREA REPRESENTATIVE
MASTER FRANCHISING
JOINT VENTURES
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Il direct franchising può avvenire con vari strumenti.
1) Direct Unit Franchising:
franchisor italiano instaura rapporti contrattuali
diretti con i franchisee in USA,
attraverso una propria filiale (branch)
o una controllata (subsidiary),
eventualmente in joint venture con una società locale.
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FRANCHISOR
Branch
Subsidiary
Joint Venture
(target country)
FRANCHISEE
FRANCHISEE
FRANCHISEE
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2) Area Developer (Multi unit franchising):
franchisor concede a un soggetto con sede nello stato target
il diritto di aprire proprie units in una certa area e
per un certo periodo di tempo, in esclusiva.
L’AD non ha il diritto di concedere in sub-franchising
il franchise package, ma di aprire propri punti vendita,
agendo come intermediario tra franchisor e punti vendita.
Il programma di apertura delle varie units avviene secondo
un determinato Developement schedule.
3) Area Representative:
franchisor affida a un soggetto, avente sede nello stato target, una serie di
compiti per lo sviluppo della rete, quali:
• recruiting e selezione dei franchisee (broker);
• trattative con i potenziali affiliati (broker);
• servizi in favore degli affiliati (service provider) (es.: individuazione sede
punto vendita, training, assistenza start up, ispezioni e controllo,
pubblicità, consulenza marketing, etc.)
L’AR agisce sempre per conto del franchisor, al quale
fanno direttamente capo i rapporti contrattuali con gli affiliati.
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In tutti i casi di direct franchising,
sebbene in linea teorica non sia indispensabile per l’impresa franchisor
italiana avere una propria sede in USA, di fatto è necessario
costituire nello Stato target una società controllata (subsidiary),
anche perché è necessario che i bilanci siano redatti
in conformità ai principi GAAP
(Generally Accepted Accounting Principles).
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Indirect franchising (Master Franchising):
franchisor concede a un soggetto (Master Franchisee)
il diritto di stipulare contratti di sub-franchising in esclusiva
in una determinata area con gli affiliati (sub-franchisee),
i quali hanno rapporti diretti solo con il MF,
salvo eccezioni previste nel contratto.
Il numero dei subaffiliati è previsto in un Developement
schedule, sulla base di un business plan preparato dal MF.
Spesso si prevede nel contratto:
• un periodo di prova (per testare il franchise concept);
• l’obbligo del MF di aprire propri punti vendita
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MASTER
FRANCHISOR
MASTER
FRANCHISEE
SUB
FRANCHISEE SUB
FRANCHISEE
SUB
FRANCHISEE
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1. Come rendere sicuro un contratto di franchising
Suggerimento: procedere step by step
• testare il mercato con uno store diretto
• aprire la prima franchise in
un’area limitata all’interno di uno Stato
• estendere la franchise lentamente,
procedendo state by state
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1. Come rendere sicuro un contratto di franchising
Successivi passi operativi:
• Visto (E2, Treaty Investor Visa): investimento
sostanziale, non marginale, personale (business plan)
• scelta e costituzione US entity
(LLC – corporation)
• registrazione marchio al livello federale (USPTO)
• licenze (business, EIN, food,
alcohol, sign, employee health etc.)
• Assicurazioni (business, worker’s,
general liability, product liability, property ec.),
• apertura c/c
• scelta location
(certificate of occupancy, building health)
• autorizzazioni doganali
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Servizi del nostro Studio
Offriamo consulenza e assistenza per
tutte le attività necessarie all’espansione negli USA,
coordinando studi legali e società di consulenza
corrispondenti nei principali Stati USA:
• analisi di fattibilità
• FDD, contratti, registrazioni, licenze, IP
• Due diligence partner
• aspetti operativi
• start-up
Le slides che precedono sono una short version di quelle utilizzate durante l’intervento. Pertanto le stesse non hanno alcuna pretesa di esaustività e
completezza, in particolare se esaminate separatamente dall’intervento a cui si riferiscono. Potete fare richiesta delle slides intere inviando una mail
all’indirizzo sotto riportato.
Studio legale Pandolfini Via I. Rosellini, 12
20124 Milano Tel: 02-36522961
E-mail: info@studio-pandolfini.it www.studiolegalepandolfini.it
www.franchisingusa.it
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