Post on 09-Feb-2017
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Come prendere una decisione: tecniche e strumenti di decision making
Dott. Edoardo Ercolie.ercoli@opsonline.it e.ercoli@scuoladicounselingpsicologico.it
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Cos’è una decisione?
?
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La decisione è la scelta di intraprendere un'azione, tra più alternative considerate (opzioni), da parte di un individuo o di un gruppo
(decisore).
Perché si possa parlare propriamente di decisione è necessario che il decisore abbia di fronte a sé una pluralità di opzioni.
“Se non esistono alternative, non c’è decisione.”
Inoltre è indispensabile che il decisore abbia realmente il potere di scegliere tra queste: la scelta obbligata, in assenza di alternative, non è una decisione.
“La libertà è un elemento essenziale della decisione”
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Decision Making e Problem Solving
?DM
PS
Una decisione consiste nell’atto di scegliere un particolare corso d’azione tra tutti quelli possibili precedentemente individuati
il DM è il processo di selezione dell’alternativa più adeguata alla situazione.
Un problema è una differenza, una discrepanza tra la situazione presente e una situazione ideale desiderata
il PS è il processo attraverso il quale si elimina tale differenza.
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Nel processo di Decision Making non bisogna inventare soluzioni ma scegliere quella che fa per noi tra le soluzioni a nostra
disposizione tenendo conto ovviamente dei nostri bisogni più importanti.
Si tratta di una sorta di Problem Solving invertito in cui si hanno poche soluzioni ad un problema.
Partendo dalle uniche soluzioni possibili e analizzando gli sviluppi ad esse conseguenti sarà possibile esplorare i propri sentimenti e
riscoprire i desideri e prevedere le conseguenze pratiche e sociali delle proprie decisioni.
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Ogni nostra decisione avrà delle conseguenze che a loro volta genereranno altre conseguenze in una sorta di effetto a catena di cui non possiamo essere consapevoli nel momento stesso della scelta.
Non esiste una tecnica che ci porti alla decisione perfetta ma esistono tecniche e accorgimenti che possono aiutarci a scegliere con un maggiore livello di consapevolezza!
Ogni decisione comporta inevitabilmente un certo livello di rischio e incertezza!
La consapevolezza aiuta a ridurre l’impatto di tale incertezza connaturata alla scelta
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Le dimensioni della decisioneLe caratteristiche fondamentali di una decisione sono:
Rilevanza: si riferisce all’importanza che la decisione e le sue conseguenze hanno per il decisore o per il contesto.
Contesto di riferimento: si riferisce al contesto fisico e relazionale in cui si svolge il processo decisionale e le conseguenze associate alle diverse opzioni di scelta. Secondo il grado di conoscenza da parte del decisore si distinguono:• decisioni in situazioni di certezza, se il decisore conosce il contesto di riferimento e le possibili conseguenze in modo puntuale; • decisioni in situazioni di rischio, se il decisore, pur non conoscendo il contesto, dispone tuttavia di una misura della probabilità che si verifichino determinate conseguenze a seguito di ogni opzione; • decisioni in situazioni di incertezza, se il decisore non conosce né il contesto né le probabilità associate alle diverse opzioni.
Dimensione temporale: si riferisce alla dimensione dell’urgenza temporale della scelta
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Rilevanza Dimensione temporale
Contesto di riferimento
DECISIONE
Nell’ottica della consapevolezza è utile, prima ancora di avventurarci nel processo decisionale, esaminare di fronte a che tipologia di decisione ci troviamo.
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False decisioni
Decisioni formali
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La consapevolezza del livello di rilevanza ci aiuta in primo luogo asmascherare e eliminare eventuali false decisioni che, se non
riconosciute, rischiano di sottrarci tempo ed energie preziose!
Le false decisioni sono quelle che presentano un livello di rilevanza sia personale che esterno nullo o molto basso.
N.B. Una falsa decisione dovrebbe essere non considerata a prescindere dai livelli delle altre dimensioni!
Inoltre è basilare riconoscere anche le decisioni formali:Quelle che sono rilevanti per il mondo esterno ma non per il decisore.Di volta in volta il decisore potrà valutare se dedicare tempo o meno atali decisioni, soprattutto in base all’importanza del contesto esternoper cui la decisione è rilevante.
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Critiche Prioritarie Prioritarie Programmabili
rilevanza
Urgenza temporale
Contesto/conseguenze
Tipologie di decisioni rilevanti
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Critiche Prioritarie Prioritarie Programmabili
rilevanza Alta Alta Alta Alta
Urgenza temporale
alta media alta bassa
Contesto/conseguenze
Incerto/indefinite
Incerto/indefinite
Conosciuto/definite
irrilevante
Tipologie di decisioni rilevanti
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Il DM è profondamente influenzato dalle caratteristiche del decisore e in particolare da:
Stile cognitivoAnalisi razionale
Intuizione
PersonalitàPropensione al rischio
ValoriDM
Le influenze individuali sul DM
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Lo stile cognitivo rappresenta tutto ciò che concerne l’analisi delle informazioni inerenti le diverse opzioni e alternative possibili.
Può essere scomposto in • Analisi razionale• Intuizione
Ricordiamo tuttavia che spesso la scarsità delle informazioni a disposizione non dipende solo dalla difficoltà di reperimento, ma anche dall’attenzione selettiva che può dare adito a percezioni imperfette o essere la causa di scarse capacità diagnostiche da parte del decisore!
L’analisi razionale comprende tutte le capacità percettive e analitiche che l’individuo utilizza nel corso del processo decisionale e si riferisce quindi ad una valutazione logica, pragmatica e oggettiva delle alternative.
Stile cognitivo
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L’intuizione è il processo mentale di valutare le situazioni e giungere alla conclusione senza l’intervento di informazioni concrete o dell’analisi.Ciò che definiamo intuizione è basato su ricordi, riconoscimento di modelli, esperienza accumulata, condizionamento e inclinazioni formatesi da lungo tempo.
Si riferisce quindi ad una valutazione più emotiva e meno oggettiva delle alternative.
L’intuito
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La forza della sinergia!
L’intuizione può essere utile, ma solo fintanto che opera in tandem con l’analisi razionale così come l’analisi razionale dovrebbe essere arricchita e
integrata dall’intuito!
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La personalità influenza il processo decisionale a un livello più sottile e meno razionale rispetto allo stile cognitivo.
Le principali caratteristiche della personalità che impattano sul DM sono:• la propensione al rischio, ovvero la maggiore o minore predisposizione all’assunzione di rischi;• i valori, ovvero i principi etici che guidano l’individuo nel corso del processo decisionale.
La personalità
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La maggiore o minore propensione ad assumersi rischi caratterizza, oltre alla presa di decisione vera e propria, anche la definizione degli obiettivi e la valutazione delle alternative.
È quindi di fondamentale importanza l’inquadramento del problema: le persone ritengono infatti che gli stessi problemi, inquadrati in modo diverso, non siano realmente equivalenti, dimostrando una propensione a evitare i rischi quando gli esiti di una decisione sono inquadrati in termini positivi e ad assumersi i rischi quando gli esiti sono inquadrati in termini negativi.
Il rischio
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ValoriPer affrontare al meglio una decisione è necessario essere il più possibile consapevoli dei propri principi e convinzioni, in modo da comprendere perché si ritiene un problema più importante di un altro o perché si valuta come più desiderabile un obiettivo rispetto a un altro. Tale operazione è definita chiarificazione dei valori.
La piramide dei valori è la rappresentazione ideale della scala gerarchica lungo la quale è possibile ordinare le proprie convinzioni più profonde.
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E tu come decidi?
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Dimensioni Autovalutazione
Analisi razionale
Intuizione
Propensione al rischio
Consapevolezza dei propri valori di
riferimento
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Una buona decisione deve spesso rispondere ai requisiti di:
L'efficacia è invece il rapporto tra prodotti (output) e risultati (outcome), per cui valutare l'efficacia di una decisione significa analizzarne le conseguenze sul problema oggetto di intervento.
L'efficienza è intesa come il rapporto tra risorse impiegate (input) e prodotti (output), per cui la sua valutazione implica l'analisi del processo decisionale e della gestione delle sue variabili alla luce dei risultati raggiunti.
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In base al numero di attori coinvolti possiamo distinguere tre diverse tipologie di processo decisionale:
• individuale, svolto da un solo individuo per sé stesso;
• collettivo, svolto da un solo individuo per un gruppo,
• di gruppo, svolto dal gruppo stesso per se stesso.
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Individuale
Di gruppo
Efficacia Precisione - +Velocità + -
Creatività - +Accettazion
e- +
Efficienza + -Risultato - efficace, +
efficiente+ efficace, - efficiente
Decision Making individuale o di gruppo?
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Qualità della decisione
Ripartizione dell’impegno
Ownership
Motivazione
Decision Making di gruppo
Vantaggi
Tempo
Dispersione di risorse
Conformismo, groupthink e
polarizzazione
Conflitti
Svantaggi/rischi
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Pensiero di gruppoIn gruppi molto coesi, il desiderio dei membri di raggiungere un accordo è superiore alla volontà di trovare una
soluzione efficace al problema.
PolarizzazioneIn determinate condizioni, alcuni
gruppi prendono decisioni decisamente più rischiose di quelle
che avrebbero preso i singoli membri.
ConformismoLe pressioni del gruppo influenzano un membro individuale al punto da costringerlo a conformarsi al punto
di vista della maggioranza.
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Pensiero di gruppoIn gruppi molto coesi, il desiderio dei membri di raggiungere un accordo è superiore alla volontà di trovare una
soluzione efficace al problema.
PolarizzazioneIn determinate condizioni, alcuni
gruppi prendono decisioni decisamente più rischiose di quelle
che avrebbero preso i singoli membri.
ConformismoLe pressioni del gruppo influenzano un membro individuale al punto da costringerlo a conformarsi al punto
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Il processo decisionaleIl Decision Making può essere considerato un processo, nella misura in cui converte un input (le diverse alternative) in output (la decisione).
In quest’ottica può essere scomposto in 4 fasi corrispondenti alle seguenti azioni:
•inquadrare la situazione in modo appropriato;•individuare le alternative possibili;•valutare le alternative;•scegliere l’alternativa da seguire.
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“Se sei un martello, tutto sembra avere la forma del chiodo…”
Comportamenti da evitare•accettare automaticamente l’inquadramento iniziale, prospettive;•(nel caso di DM di gruppo) cercare di imporre il proprio quadro di riferimento.
Comportamenti da incoraggiare•ricordarsi che il punto di vista modifica la visione stessa;•considerare il problema da una prospettiva esterna;•(nel caso di DM di gruppo) porre attenzione ai punti di vista degli altri, facendo domande aperte che incoraggino l’esplorazione e stimolando il confronto.
Il quadro è una finestra mentale attraverso cui vedere un problema particolare, una situazione o un’opportunità.Il modo in cui le persone inquadrano una situazione esercita un enorme potere sulle opzioni che riconosceranno come possibili alternative.Per questo già in tale fase è necessario stimolare una sana e curiosa esplorazione!
Inquadrare la situazione in modo appropriato
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Individuare le alternative possibili: lo screening iniziale
Le buone decisioni emergono da un insieme di alternative fattibili e realizzabili.
In tal senso prima ancora di procedere alla valutazione delle varie alternative è molto utile procedere ad un vero e proprio screening delle stesse!
Non esitiamo a gettar via le alternative inadeguate! Se vengono mantenute appesantiscono, complicano e rallentano il processo decisionale!
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L’obiettivo dello screening iniziale è quello di produrre un numero di alternative che sia sufficientemente ampio da permettere una vera scelta variegata, ma non così tanto da confondere l’abilità di valutare e scegliere.
Non esiste un numero ottimale di alternative, molto dipende dalle caratteristiche del decisore e dalla complessità della decisione
In genere già 3 alternative generano una situazione di scelta stimolante e, per molti, impegnativa.
E’ comunque sempre preferibile avere poche alternative di qualità rispetto a tante non funzionali
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Quali caratteristiche hanno le buone alternative?
Le buone alternative devono essere …SAGGE
Specifiche ed accuratamente elaborate, non semplici variazioni minori di altre
Attuabili in termini di capacità, tempi e risorse;
Genuine ovvero non esistono solo per far apparire un’altra scelta superiore
Gestibili direttamente dal decisore
Emotivamente accettabili ed ecologiche per il decisore
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Controllo intellettualeÈ un metodo cognitivo e analitico attraverso il quale vengono messe a confronto le possibili alternative
Come funziona
• si effettua una vera e propria scomposizione analitica di ogni singola alternativa;• usando l’apposita griglia si descrivono i vari aspetti di ogni alternativa;• consigliata fase di sedimentazione e successiva eventuale integrazione;• si rileggono i singoli aspetti (eventualmente integrati) e si attribuisce un punteggio numerico su una scala da 1 a 10 che indica il valore assoluto che il decisore attribuisce al singolo aspetto e lo si scrive nella colonna di destra;• si calcola la somma algebrica dei punteggi (il segno + o – da attribuire al valore assoluto assegnato ai vari aspetti è specificato nella scheda);• si confrontano le alternative sulla base dei punteggi ottenuti;• per le alternative che dopo il confronto rimangono in ballottaggio si parte dal rileggere gli aspetti con valore assoluto più alto cercando di sentire •quale rappresenta la maggiore resistenza/importanza.
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Controllo intellettuale
Nel valutare tra diverse alternative possibili, per stimare quanto ciascuna scelta sia in linea con gli obiettivi definiti all’inizio del processo di decisione, occorre considerare diverse variabili, come:
costi benefici fattibilità gestione individuale necessità di altre persone rischio percepito emozioni positive emozioni negative
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Aspetto Descrizione analitica +/- Punteggio
Costi -
Benefici +
Fattibilità +
Gestione individuale
+
Necessità di altre persone
-
Rischio percepito
-
Emozioni positive
+
Emozioni negative
-
totale
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È un metodo di decision making gruppale che prevede un ciclo revisione-critica-revisione. È un metodo eccellente per assicurarsi che tutti i punti di vista e le conoscenze personali vengano coinvolti.
Come funziona
si divide il team di decisione in due gruppi (A e B) A esamina la prima alternativa possibile e la presenta a B il gruppo B deve evidenziare una critica e un punto di forza all’opzione caldeggiata del gruppo A Si procede in modo alternato con le varie opzioniI due gruppi insieme rivedono le diverse opzioni alla luce di quanto emerso.
Punto contro punto
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6 Cappelli per decidereIl metodo dei cappelli di De Bono fornisce una metodologia completa e corretta per organizzare il pensiero. Lo rende più “mirato” e quindi efficace. Consente un approccio veloce e ordinato, e di non perdere tempo in controversie e discussioni inutili.
Il metodo può essere applicato sia nella presa di decisione individuale che in quella di gruppo
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Fatti e dati oggettivi
Punto di vista emotivo
Come un computer analizza freddamente la situazione, si basa soltanto sui fatti, li affronta con imparzialità e obiettività. Non li interpreta.
La chiave di interpretazione è costituita dalle sensazioni che si provano, senza cercare di spiegarle o catalogarle.
E' importante ascoltare queste emozioni per sentire anche le più lievi e per esaltare le intuizioni, le impressioni, le vibrazioni collegate.
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Aspetti critici, motivazioni per cui non scegliere l’alternativa
Punti di forza motivazioni per cui sceglierel’alternativa
Si pensa a tutte le cose che potrebbero impedire il successo dell’alternativa, tutti gli inconvenienti, i problemi, i possibili eventi sfavorevoli.E’ un tipo di pensiero critico, ma non pessimista!
Si concentra sui benefici, i vantaggi, le opportunità, che possono essere generate.
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Come poter migliorare l’alternativa
Sintesi
In questa fase si ricercano le alternative e le opportunità possibili, si va oltre ciò che è noto, ovvio e che sembra soddisfacente.
Questo è il momento in cui si mettono insieme le idee e tutto quanto prodotto con gli altri cappelli, per sviluppare un progetto, integrando tutti gli spunti venuti alla luce.
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I quesiti cartesiani
Lo strumento dei quesiti cartesiani è molto utile per stimolare la riflessione sulle varie alternative analizzandone le conseguenze e le non
conseguenze.
Tale strumento ha l’obiettivo di stimolare la riflessionee portare alla luce aspetti meno consci legati alle
scelte e può aprire la strada del cambiamento
E’ costituito da una griglia composta da 4 quadranti:
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Alternativa:Proposizione inversa
Cosa non accadrebbe se lo facessi?
Teorema
Cosa accadrebbe se lo facessi?
Proposizione contro inversa
Cosa non accadrebbe se non lo facessi?
Proposizione contraria
Cosa accadrebbe se non lo facessi?
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Dopo la decisioneSi parla di intensificazione dell’impegno quando ragioni personali psicologiche e sociali (difesa dell’Io, desiderio di accettazione ecc.) portano il decisore a persistere in un corso d’azione che si è rivelato sbagliato, mettendo in atto meccanismi difensivi.
Quali sono i più comuni?
l’autogiustificazione: il decisore giudica il risultato ottenuto in modo che supporti la decisione che lo ha determinato la fallacia del giocatore d’azzardo: il decisore sottovaluta i rischi e sopravvaluta le probabilità di successo il paraocchi percettivo: il decisore filtra tutte le informazioni ignorando ogni segnale negativo
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L’importanza di una decisione o l’esistenza di diverse soluzioni ugualmente valide per un problema possono generare dubbi e ansietà nel decisore.
Si tratta di una forma di dissonanza cognitiva, ovvero di una condizione in cui le credenze, le opinioni e le nozioni di un individuo contrastano tra loro o con l’ambiente in cui l’individuo si trova a operare.
Nel breve periodo il decisore si sente quindiportato a desiderare intensamente di cambiare la propria scelta: si tratta del fenomeno del rimpianto.Tuttavia il passare del tempo riduce gradualmente tale dissonanza.
L’ansietà post decisionale
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“Le decisioni sono un modo per definire se stessi. Sono il modo per dare vita e
significato ai sogni. Sono il modo per farci diventare ciò che vogliamo.”
(Sergio Bambarén)
Grazie per l’attenzione
Edoardo Ercoli
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Bibliografia
L. Tesio, Decidere, Cortina ed., Milano 2004
R. Luecke, Decision Making, Etas, Milano 2006
A. Bouvier, A. Oliverio, Azioni, razionalità e decisioni, LUISS U.P., Roma 2000
A. Leigh, Decisioni, decisioni! Guida pratica manageriale al Problem Solving e al Decision Making, Franco Angeli, Milano 2003
J. G. March, Prendere decisioni, Il Mulino, Bologna 1998
S. Finkelstein, Perché i bravi manager sbagliano e che cosa possiamo imparare dei loro errori, Etas, Milano2004
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