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Comune di Montorio nei Frentani (CB) RIM - Relazione Impianti Meccanici
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RELAZIONE TECNICA SPECIALISTICA IMPIANTI MECCANICI
(articolo 35 - DPR 207/2010 e s.m.i.)
1. PREMESSA 2
2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO 2
3. IMPIANTO DI RISCALDAMENTO 4
3.1. Premessa 4
3.2. Impianto di produzione dell’energia termica 5
3.3. Predisposizione per Pompa di calore aria-acqua 6
3.4. Reti di distribuzione 7
3.5. Sistema di termoregolazione 7
3.6. Terminali in ambiente 8
4. IMPIANTO IDRICO – SANITARIO 8
4.1. Premessa 8
4.2. Calcolo del fabbisogno di acqua potabile 9
4.3. Rete di distribuzione: dimensionamento e caratteristiche tecniche. 9
5. SISTEMA DI SCARICO DELLE ACQUE USATE 10
5.1. Premessa 10
5.2. Criteri di dimensionamento adottati (secondo UNI EN 12056) 10
5.3. Rete di scarico: dimensionamento e caratteristiche 11
5.4. Rete di ventilazione: dimensionamento e caratteristiche 12
5.5. Rete di estrazione aria WC 12
6. RETI DI ALIMENTAZIONE GAS METANO 12
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1. PREMESSA
La presente relazione tecnica specialistica, redatta ai sensi dell’art.35 del DPR 207/2010 e s.m.i.,
descrive le differenti tipologie di impianti meccanici presenti nell’edificio integrato alla Casa Albergo
“Don Crescenzo Selvaggio”, nel comune di Montorio nei Frentani (CB), motivandone le soluzioni
adottate. Inoltre sarà descritto il funzionamento complessivo degli impianti meccanici e gli aspetti di
interrelazione con le opere edili. In particolare, gli impianti meccanici oggetto della presente
trattazione possono essere così raggruppati:
� impianto di riscaldamento;
� impianto idrico sanitario;
� impianto di scarico servizi igienici;
� impianto adduzione gas metano;
Nell’elaborazione delle soluzioni impiantistiche si è fatto riferimento:
� alla normativa tecnica vigente,
� alle peculiarità dell’edificio, in termini di esigenze e di caratteristiche specifiche dell’utenza.
2. NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Si riporta di seguito un elenco delle principali Leggi e Norme tecniche applicabili agli impianti
meccanici oggetto della presente relazione.
Contenimento dei consumi energetici
• Legge n°10 del 9/1/1991 per quanto ancora applicabile.
• D.P.R. n. 412 del 26/8/1993: Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione,
l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi
di energia, in attuazione dell'art. 4, comma 4, della legge 9/1/1991 n°10, per quanto ancora
applicabile.
• D.Lgs n. 192 del 19/08/2005: Attuazione della Direttiva 2002/91/CE in merito al rendimento
energetico nell’edilizia.
• D.Lgs n. 311 del 29/12/2006: Disposizioni correttive ed integrative al D.Lgs n. 192 del 19/8/2005.
• DPR 2 aprile 2009, n. 59: Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del
decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul
rendimento energetico in edilizia, per quanto ancora applicabile.
• D.Lgs 3 marzo 2011, n. 28: Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso
dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive
2001/77/CE e 2003/30/CE.
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• D.P.R. 16 aprile 2013, n. 74: Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di
esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la
climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici
sanitari, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005,
n.192.
Sicurezza
• D.M. n. 37 del 22/01/2008: Regolamento concernente l'attuazione dell'art. 11-quaterdecies,
comma 13, lettera a) della legge 2 dicembre 2005, n. 248, recante riordino delle disposizioni in
materia di attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici.
• D. Lgs. N. 81 del 9/04/2008: Attuazione dell'art. 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di
tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
• D.M. 1/12/1975: Norme di sicurezza per apparecchi contenenti liquidi caldi sotto pressione.
• D.M. 12/04/1996: Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,
la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi.
• DPR 151 del 1 agosto 2011: Regolamento recante semplificazione della disciplina dei
procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell'articolo 49, comma 4-quater, del
decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122.
Norme Tecniche, Leggi e Regolamenti relativi agli Impianti
• UNI 5364:1976: Impianto di riscaldamento ad acqua calda. Regole per la presentazione
dell'offerta e per il collaudo.
• UNI 10351:1994: Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore.
• UNI EN ISO 13790:2008: Prestazione energetica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per
il riscaldamento e il raffrescamento.
• UNI/TS 11300-1:2008: Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 1: Determinazione del
fabbisogno di energia termica dell'edificio per la climatizzazione estiva ed invernale.
• UNI/TS 11300-2:2008: Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del
fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale e per la produzione
di acqua calda sanitaria.
• UNI/TS 11300-3:2010: Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 3: Determinazione del
fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva.
• UNI EN 15316-1:2008: Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo per il calcolo dei requisiti
energetici e dei rendimenti dell'impianto - Parte 1: Generalità
• UNI EN 15316-2-1:2008: Impianti di riscaldamento degli edifici - Metodo per il calcolo dei requisiti
energetici e dei rendimenti dell'impianto - Parte 2-1: Sistemi di emissione del calore negli ambienti
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• UNI 10349-1994: Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici
• UNI 8065:1989: Trattamento dell'acqua negli impianti termici ad uso civile
• UNI 7129-1:2008: Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione -
Progettazione e installazione - Parte 1: Impianto interno
• UNI 7129-2:2008: Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione -
Progettazione e installazione - Parte 2: Installazione degli apparecchi di utilizzazione, ventilazione e
aerazione dei locali di installazione
• UNI 7129-3:2008: Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione -
Progettazione e installazione - Parte 3: Sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione
• UNI 7129-4:2008: Impianti a gas per uso domestico e similari alimentati da rete di distribuzione -
Progettazione e installazione - Parte 4: Messa in servizio degli impianti/apparecchi
• UNI 9182:2010: Impianti di alimentazione e distribuzione d'acqua fredda e calda - Criteri di
progettazione, collaudo e gestione
• UNI EN 12056-1:2001: Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Requisiti
generali e prestazioni.
• UNI EN 12056-5:2001: Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Installazione
e prove, istruzioni per l'esercizio, la manutenzione e l'uso.
• UNI EN 12056-3:2001: Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edifici - Sistemi per
l'evacuazione delle acque meteoriche, progettazione e calcolo.
• Raccolta R edizione 2009.
3. IMPIANTO DI RISCALDAMENTO
3.1. Premessa
L’impianto di riscaldamento è stato progettato nel rispetto della normativa tecnica vigente, secondo
quanto da questa previsto per il particolare intervento; in particolare si sono seguite le prescrizioni
contenute nel Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 192 "Attuazione della direttiva 2002/91/CE
relativa al rendimento energetico nell'edilizia" così come modificato dal Decreto Legislativo 29
dicembre 2006, n. 311 “Disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n.
192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia” e
nel Decreto Del Presidente Della Repubblica 2 aprile 2009, n. 59 “Regolamento di attuazione
dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente
attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia”.
Si è fatto inoltre riferimento, per quanto ancora applicabile, alle disposizione contenute nella Legge
10/91 - Norme per l'attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale
dell'energia, risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia, nel relativo
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regolamento di attuazione D.P.R. n. 412 del 26.8.1993 - Regolamento recante norme per la
progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini
del contenimento del consumo di energia, e nel D.P.R. 551/99 - Regolamento recante modifiche al
Decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n.412, in materia di progettazione,
installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici, al fine del contenimento dei
consumi di energia.
Inoltre per i valori di temperatura da mantenere nei diversi ambienti si è fatto riferimento al D.P.R.
16 aprile 2013, n. 74 - Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio,
conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione
invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a norma
dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n.192.
L’edificio in esame è essenzialmente classificabile come E.3 “Edifici adibiti a ospedali, cliniche o case
di cura e assimilabili”, secondo l’art.3 del DPR 412; pertanto l’impianto di riscaldamento dovrà
garantire i seguenti valori di temperatura ambiente, secondo quanto disposto dall’art.3 del DPR
74/2013:
• durante il funzionamento dell'impianto di climatizzazione invernale, la media ponderata delle
temperature dell'aria, misurata nei singoli ambienti riscaldati di ciascuna unità immobiliare, non deve
superare i 20°C + 2°C di tolleranza;
Al fine di verificare i fabbisogni termici dell’intero edificio è stato eseguito in calcolo termico, in
funzione dei seguenti parametri:
• valore massimo della temperatura interna prevista durante il periodo invernale,
• caratteristiche climatiche della zona,
• caratteristiche termofisiche dell’involucro edilizio,
• regime di conduzione.
I risultati dei calcoli sono riportati nella relazione di calcolo impianti meccanici. I calcoli sono stati
eseguiti a partire dai dati caratteristici della località, come riportati nella relazione Elab.RCL.
3.2. Impianto di produzione dell’energia termica
I calcoli termici hanno permesso di determinare il fabbisogno energetico dell’edificio durante la
stagione di riscaldamento; il dettaglio dei calcoli è riportato nell’elaborato RCL. La potenza massima
richiesta è pari a circa 25 kW. Pertanto è stato progettato un sistema di produzione dell’energia
termica con caldaia a condensazione da circa 33 kW da installare in apposito locale interno, dotato di
adeguate aperture di ventilazione secondo quanto previsto dalla norma UNI 7129/2008, con accesso
tramite porta REI60. Il sistema è dotato di predisposizioni per il possibile futuro funzionamento in
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modalità ibrida, vale a dire con possibilità di l’inserire una con pompa di calore esterna, da circa 16
kW nominali, da utilizzare in abbinamento alla caldaia. Le due unità potranno essere quindi
direttamente accoppiate; la caldaia sarà utilizzata per integrare la pompa di calore durante i periodi
di temperature esterne particolarmente basse e quindi tutte le volte che il fabbisogno dell’edificio
supererà i 16 kW termici messi a disposizione dalla pompa. Quando la temperatura esterna sarà
inferiore a specifici valori (i cui set point potranno essere modificati) la pompa di calore potrà anche
essere disattivata e la caldaia diventerà l’unica sorgente di calore. La caldaia, del tipo a
condensazione, ha una potenza di 33 kW (acqua in riscaldamento a 50°C); la potenza minima è di 7
kW. I rendimenti sono superiori al 97% con temperature fino a 80°C e superiori al 107% con
temperature fino a 50°C e con funzionamento in regolazione.
La caldaia è installata in un apposito vano tecnico. Tale ambiente è dotato di aperture di aerazione
secondo quanto previsto dalla norma UNI 7129/2008; si ricorda che la portata termica del
generatore è infatti inferiore a 35 kW quindi non si applicano le prescrizioni del Decreto 12 aprile
1996. All’interno del locale tecnico sarà installato anche il bollitore solare in pompa di calore, il
circolatore con la valvola miscelatrice per l’alimentazione dell’impianto radiante, il separatore
idraulico/puffer, il gruppo di riempimento, i sistemi di espansione, il circolatore di ricircolo, ecc.
I fumi di combustione del generatore di calore sono evacuati all'esterno, da apposita canna fumaria
ad elementi componibili, portati fino alla copertura dell’edificio.
La caldaia è utilizzata anche per eventualmente correggere la temperatura dell’acqua calda sanitaria
prodotta dalla pompa di calore interna dotata di bollitore di accumulo.
3.3. Predisposizione per Pompa di calore aria-acqua
Come detto, allo stato attuale è prevista la sola predisposizione per la futura installazione di una
pompa di calore esterna da almeno 16 kW nominali. Tale unità potrà convenientemente essere
alimentata anche da energia elettrica autoprodotta da un impianto fotovoltaico installabile sulla
copertura dell’edificio; tale futura possibilità tecnica è stata considerata anche nella progettazione
dell’impianto elettrico. L’integrazione tra l’attuale caldaia e la futura pompa di calore avverrà nel
puffer da 100 litri installato nel locale tecnico che fungerà sia da accumulo per la pompa di calore che
da separatore idraulico per l’impianto. Tali predisposizioni sono già oggetto del presente progetto.
La pompa di calore, al fine di garantirne l’inserimento nell’impiantistica già predisposta, dovrà essere
dotata di gruppo di circolazione con vaso di espansione e di centralina di regolazione in modo da
garantire la possibilità di attivare (in base alla temperatura esterna) un generatore ausiliario (in
particolare la caldaia prevista nell’attuale appalto), con lo scopo di integrare, o sostituire, il
funzionamento della pompa di calore, nei periodi in cui la temperatura esterna è molto bassa.
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3.4. Reti di distribuzione
Le reti di distribuzione avranno inizio nel locale tecnico ove è installata la caldaia, il gruppo di
circolazione e la pompa di calore interna per la produzione dell’acqua calda sanitaria. Da detto locale
le tubazioni alimenteranno i collettori dell’impianto radiante del piano terra e del primo piano. In
particolare, le reti saranno installate nel controsoffitto del piano terra e alimenteranno i collettori dei
due piani con stacchi verticali, verso il basso e verso l’alto per il piano terra e primo, rispettivamente.
Su ciascuna montante sono installati barilotti per lo sfogo automatico dell’aria. Il dimensionamento
della rete di distribuzione tiene conto della massima velocità ammessa nei tubi, in funzione del
diametro degli stessi, secondo la tabella T1 di seguito riportata.
Tabella T1
Diametro Nominale
Tubazione
Massima velocità
(m/s)
DN 20 0.68
DN 25 0.80
DN 32 0.90
DN 40 0.96
DN 50 1.08
DN 65 1.21
Al fine di garantirne la stabilità delle reti di distribuzione, queste saranno opportunamente staffate
nei percorsi orizzontali e verticali. La tabella T2 riporta le distanze massime tra due successivi
supporti, in funzione del diametro del tubo e del tipo di percorso.
Tabella T2
Diametro Nominale
Tubazione
Distanza supporti
Orizzontali
(m)
Distanza supporti
Verticali
(m)
DN 15 1.5 1.6
DN 20 – DN 32 2.0 2.5
DN 40 – DN 65 2.5 3.0
DN 80 – DN 100 3.0 3.6
DN125 4.0 4.5
3.5. Sistema di termoregolazione
La regolazione della temperatura avviene, in primo luogo, nel locale tecnico dove, mediante
l'impiego di un regolatore con incorporate le funzioni di gestione oraria del circolatori, è possibile
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programmare il periodo di funzionamento dell’impianto, le fasce orarie giornaliere e i giorni di
attenuazione settimanali.
Inoltre, sempre nel locale tecnico, grazie ad una apposita centralina climatica dotata di sonda esterna
di temperatura è possibile correlare la temperatura dell’acqua inviata ai terminali in funzione della
temperatura esterna; in questo modo si evitano notevoli oscillazioni di temperatura nei singoli locali
fornendo ad essi un apporto energetico proporzionale all’energia dispersa dagli ambienti stessi
(quest'ultima correlata proprio alla temperatura esterna).
L’impianto radiante è inoltre dotato di sonde di temperatura ambiente per il controllo della
temperatura operante in ogni locale. Al raggiungimento dei valori impostati, il sistema di
termoregolazione provvederà all’intercettazione dei circuiti mediante azionamento delle testine
alloggiate nei collettori. La presenza della sola sonda in ambiente evita atti di manomissione da
personale non autorizzato; un impianto bus consentirà al solo personale autorizzato di modificare i
valori di set-point.
3.6. Terminali in ambiente
L’impianto di riscaldamento è del tipo radiante a pavimento. E’ realizzato con tubazioni in materiale
plastico alimentate con acqua a circa 38-40°C. Le tubazioni sono annegate in un massetto di spessore
variabile dai 45 ai 30 mm a seconda delle specifiche tecniche del massetto stesso.
L’isolamento termico al di sotto delle tubazioni varierà dai 90 mm al piano terra a 30 mm al piano
primo. L’impianto radiante sarà installato anche nei servizi igienici.
4. IMPIANTO IDRICO – SANITARIO
4.1. Premessa
L’edificio è dotato di un impianto idrico con produzione centralizzata di acqua calda sanitaria, con
possibile futura integrazione da impianto solare termico. La rete dell’acqua calda sanitaria è dotata di
rete di ricircolo. Le reti di distribuzione dell’acqua calda, fredda e di ricircolo seguono la stessa logica
distributiva delle reti di riscaldamento. La rete di ricircolo è gestita da un apposito circolatore.
La preparazione dell’acqua calda avviene nel locale tecnico, in un apposito bollitore da 250 litri. In
particolare, l’energia termica necessaria al riscaldamento dell’acqua sanitaria è fornita da una pompa
di calore aerotermica a pavimento, integrabile anche con sistema solare termico. Tale
apparecchiatura consentirà di produrre acqua calda fino a 62°C, con valori di COP fino a 3,7. L’energia
termica sarà prelevata dall’aria esterna addotta alla pompa di calore tramite tubazioni da 150/200
mm di diametro; successivamente l’aria raffreddata sarà espulsa sempre all’esterno mediante
tubazioni di pari diametro.
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L’acqua stoccata nell’accumulo da 250 litri, preriscaldata dalla pompa di calore e dall’eventuale
futuro impianto solare termico, sarà inviata in un apposito kit solare costituito da una valvola
deviatrice ed una valvola miscelatrice. Tale kit garantirà che la temperatura dell’acqua inviata alle
utenze idriche abbia valori prossimi a 42-44°C, costanti.
In particolare, se l’acqua nel bollitore è a temperatura maggiore di 42°C (acqua riscaldata dalla
pompa di calore e/o dal futuro impianto solare termico) la valvola deviatrice eviterà il passaggio in
caldaia e la miscelatrice provvederà ad integrare con acqua fredda per la regolazione della
temperatura preimpostata. Se invece nel bollitore l’acqua è prodotta a temperatura inferiore
(stagione invernale) la deviatrice provvederà a deviare il flusso in caldaia per la necessaria
integrazione.
4.2. Calcolo del fabbisogno di acqua potabile
Il dimensionamento delle reti di distribuzione dell’acqua potabile è stato eseguito con il calcolo della
portata massima contemporanea richiesta dalle utenze.
A tal fine è stato utilizzato il metodo proposto dalle norme UNI 9182 e DIN 1988.
Di seguito si riportano i risultati dei calcoli, comunque allegati nella relazione di calcolo degli impianti
meccanici (elaborato RCM).
Calcolo portata massima contemporanea
Portata totale Portata costante
fredda
l/s
calda
l/s
fredda
l/s
calda
l/s
Portate totali 2.55 1.85 0 0
Portata totale complessiva 4.40 0 0
Portata con contemporaneità 1.34 0 0
Con tale metodo sono state dimensionate non solo la rete di distribuzione dell’acqua fredda potabile
ma anche la rete di distribuzione dell’acqua calda sanitaria.
4.3. Rete di distribuzione: dimensionamento e caratteristiche tecniche.
La distribuzione dell'acqua potabile avviene sfruttando i medesimi percorsi degli impianti di
riscaldamento. Le tubazioni utilizzate per il trasporto dell’acqua potabile (reti principali) sono in
acciaio zincato per tutti i tratti da staffare in controsoffitto e fino ai collettori di distribuzione; quelle
utilizzate per gli allacci dei singoli sanitari sono in multistrato (Pex / All / Pex); l’idoneità al trasporto
dell’acqua potabile dovrà essere certificata dal fornitore/produttore delle tubazioni stesse.
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Il dimensionamento della rete si è ottenuto dalla correlazione tra le unità di carico dei vari tratti e la
portata relativa. La scelta dei diametri dei vari tratti deriva, nota la portata, dal controllo della
massima velocità ammessa nei circuiti aperti.
Le tubazioni sospese saranno opportunamente staffate nei percorsi orizzontali e verticali al fine di
garantirne la stabilità; per le distanze tra gli staffaggi vale quanto detto al paragrafo relativo
all’impianto di riscaldamento. Le reti di distribuzione dell’acqua calda e del ricircolo saranno
opportunamente isolate, secondo le prescrizioni riportate nell’allegato B del DPR 412/93.
5. SISTEMA DI SCARICO DELLE ACQUE USATE
5.1. Premessa
La rete di scarico è realizzata mediante collettori e montanti verticali alloggiate in appositi cavedi,
ricavati nelle contropareti utilizzate per contenere le cassette di scarico; le tubazioni corrono quasi
interamente nei servizi igienici al fine di evitarne quando più possibile la vista e la propagazione dei
rumori. Le tubazioni avranno sviluppo verticale e sub orizzontale. Le colonne di scarico saranno, in
ogni modo, collegate con tratti orizzontali più brevi possibili al pozzetto generale esistente, esterno
all’edificio. La rete di scarico è dotata di ventilazione primaria, e, dove necessario, anche di
ventilazione secondaria.
5.2. Criteri di dimensionamento adottati (secondo UNI EN 12056)
Il dimensionamento della rete di scarico è stato eseguito con il metodo delle Unità di Scarico (DU),
come riportato nella norma EN 12056 - Sistemi di scarico funzionanti a gravità all’interno degli edifici
- Requisiti generali e prestazioni, quindi in funzione della portata di scarico e della frequenza di
utilizzo delle utenze. Il dimensionamento è stato eseguito con riferimento al Sistema I – Sistema di
scarico con colonna di scarico unica e diramazioni di scarico riempite parzialmente. Le diramazioni
quindi sono dimensionate per garantire un riempimento pari al 50%. Il diametro nominale dei
condotti di scarico non diminuisce nel senso del flusso. Di seguito si riporta la tabella con
l’indicazione delle unità di scarico di vari apparecchi sanitari, conformi a quanto riportato nel
prospetto II paragrafo 6.2.2 della Norma EN 12056-2:2000.
Apparecchio sanitario
Sistema I
Unità di Scarico
(DU in l/s)
Lavabo - bidet 0.5
Doccia con tappo 0.8
Vaso con cassetta 9.0 l 2.5
Pozzetto DN 50 0.8
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Definita la configurazione delle diverse reti di scarico e assegnando ad ogni sanitario la relativa unità
di scarico, è stato possibile risalire, tratto per tratto, alla somma delle UD e successivamente alla
portata massima contemporanea, applicando la formula:
∑⋅= DUKQWW
dove:
• Qww= portata acque reflue in l/s;
• K= coefficiente di frequenza;
• ∑DU = somma delle unità di scarico.
Per il coefficiente K viene assunto il valore 0.5, consigliato per apparecchi con uso intermittente, per
esempio abitazioni, uffici, ecc.
5.3. Rete di scarico: dimensionamento e caratteristiche
Il dimensionamento dei vari tratti della rete di scarico si esegue correlando i diametri alle portate
effettive, precedentemente determinate. Tuttavia, al fine di evitare possibili intasamenti delle reti, si
preferisce adottare i seguenti diametri minimi:
• Collegamento bidet-diramazione: DN 40
• Collegamento lavabo-diramazione: DN 40
• Collegamento doccia-diramazione: DN 40
• Collegamento WC-diramazione: DN 110
• Diametro minimo colonna di scarico: DN 110
• Collegamento piletta a pavimento-diramazione: DN 40
Per il dimensionamento dei tratti sub orizzontali al piano terra si tiene conto, oltre che delle US ad
essi affluenti, anche della velocità dell’acqua.
Al fine di evitare fenomeni di separazione delle sostanze solide trascinate si preferisce evitare
velocità inferiori a 0.6 m/s. Realizzando pendenze minime non inferiori all'1%, nei collettori ipotizzati
si realizzano i seguenti valori di velocità:
Diametro del
collettore
(mm)
Velocità per
pendenza dell’1%
(m/s)
Massimo numero
di US convogliabili
110 0.62 180
Nei collegamenti tra le varie tubazioni si preferisce di evitare raccordi a 90° e, anche nei collegamenti
tra colonne e collettori orizzontali, si utilizzano preferibilmente raccordi con angoli non superiori ai
67° al fine di contenere i rumori.
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Le tubazioni saranno opportunamente staffate in modo da garantire un fissaggio sicuro e affidabile e,
nel contempo, evitare di trasmettere alle strutture portanti rumori e/o vibrazioni.
Di seguito si riportano le distanze massime tra due supporti consecutivi.
Diametro tubazione
(mm)
Distanza tra i supporti per
tubazioni orizzontali
(m)
Distanza tra i supporti per
tubazioni verticali
(m)
sino a 110 0.80 2.50
oltre 110 1.00 2.50
I supporti saranno costruiti in acciaio zincato. Le tubazioni di scarico per le montanti e i collettori,
nonché per le diramazioni interne ai servizi igienici e tutti i collegamenti degli apparecchi saranno in
materiale plastico.
5.4. Rete di ventilazione: dimensionamento e caratteristiche
Le colonne di scarico saranno proseguite fino a tetto al fine di favorire l’introduzione di aria esterna
durante le fasi di scarico e preservare così la funzionalità dei sifoni. Nel dimensionamento della rete
di ventilazione primaria si utilizza l’avvertenza di mantenere lo stesso diametro della colonna di
scarico fino a raggiungere l’esterno del fabbricato.
Circa lo staffaggio vale quanto detto nel paragrafo precedente.
Le tubazioni di ventilazione saranno realizzate nello stesso materiale delle tubazioni di scarico.
I servizi igienici che presentano diramazioni di scarico particolarmente lunghe, superiori ai 4,5m, sono
dotati anche di ventilazione secondaria.
5.5. Rete di estrazione aria WC
I servizi igienici ciechi sono dotati di impianto di estrazione aria indipendente, con sbocco
direttamente sulla copertura dell’edificio. In particolare saranno installati quattro estrattori a servizio
di altrettanti WC ciechi.
6. RETI DI ALIMENTAZIONE GAS METANO
La centrale termica sarà alimentata a gas metano prelevato dalla rete comunale con una linea di
distribuzione dedicata. Il contatore del gas è previsto in prossimità dell’accesso all’edificio. La rete
sarà tutta a vista, posta in aderenza al fabbricato.
Tutta la rete e la relativa modalità di posa sarà conforme a quanto richiesto dalla norma UNI
7129/2008, trattandosi di utenze con portata termica inferiore a 35kW.
Dovranno essere evitati gli attraversamenti dei giunti tecnici degli edifici.
Comune di Montorio nei Frentani (CB) RIM - Relazione Impianti Meccanici
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In particolare, all’esterno del locale centrale termica sarà installata una valvola di intercettazione
generale. Gli attraversamenti delle pareti esterne avverranno mediante intubamento in guaina
metallica con estremità aperta verso l’esterno.
Il locale tecnico che ospita la caldaia sarà dotato di aperture di ventilazione secondo quanto previsto
dalla citata norma.