Controllo sulla rai

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4 » ITALIA | IL FATTO QUOTIDIANO | Lunedì 30 Maggio 2016

S erviziop u b b l i c o?

Storia di copertina

te Luca Lotti e la sorveglian-za del portavoce di governoFilippo Sensi. Ma i numeri inVigilanza Rai hanno costret-to il presidente del Consiglioa siglare un patto con ForzaItalia, tramite il sensaleGianni Letta e il ministroMaria Elena Boschi.

La diffidenza del capoe l’efficienza di DariaL’effetto: la politica ha pro-dotto Monica Maggioni pre-sidente. Nonostante le appa-renze in pubblico, il rappor-to fra Campo Dall’Orto e la

Maggioni è ab-bastanza forma-l e . L ’ a m m i n i-stratore delega-to gestisce l’a-zienda, il presi-dente fa l’ospited’onore ai con-vegni e presidiaun segmento dipotere. CampoDall’Orto è diffi-dente. È convin-to che la catenadi comando diViale Mazzini

sia un monumento al mar-ciume e anche stracolma ditrappole. Così giustifica l’e-norme quantità di assunzio-ni esterne. Il modello di a-zienda di Luigi Gubitosi, ilpredecessore che ha rimessoi bilanci in ordine, è statosbriciolato. Più che renziani,Cdo ha introdotto in VialeMazzini i collaboratori cheutilizzava a Mtv o a La7.

Campo Dall’Orto non puònegare il rapporto d’amiciziacon Renzi, e dunque i sospet-ti sulle interferenze gover-native non sono allucinazio-ni dei cronisti cattivi.

Per il momento, Daria Bi-gnardi a Rai3 è la scelta piùeclatante. Non soltanto perla sintonia con il fiorentino,ma per il valore culturale esimbolico di Rai3, ultimo a-vamposto mediatico di unasinistra non renziana che inpolitica, invece, s’è già estin-ta. Bonificare la terza rete si-gnifica rimuovere per sem-pre la resistenza mediatica aRenzi. E la Bignardi è di unpragmatismo militante e mi-litare. Chi è il conduttore che

I nuovipad ron iL’i l lu st ra z ioneè di EmanueleFuce cch i .Sotto, Renzi eBignardi. Ac-canto, ErcolaniLa Pre ss e /A n s a

Renzi detesta? MassimoGiannini di Ball arò. Con uncomportamento spietato, laBignardi (in privato, con lesue trame) e Cdo (in pubbli-co, intervistato da GianniMinoli) hanno indicato l’u-scita al giornalista, non con-fermato. Con la scusa del ge-

I» CARLO TECCE

l primo giorno di AntonioCampo Dall’Orto in Rai fu u-na mattina di solleone, di in-fradito svestite di soppiatto,di battigia rimpianta per i di-rigenti del servizio pubblico,convocati nel leggendariosalone degli arazzi per uncordiale saluto fra amici.

Quel giorno di caldo e te-dio, il 7 agosto di un anno fa,l’amministratore delegato –con lo zainetto in spalla e laraccomandazione renzianadentro – ha promesso il lavo-ro di squadra.Così l ’ha stra-volta, la squa-dra. E tanti diquei dirigentisono scomparsi:l icenziati , di-messi, degrada-ti. Eppure s’era-no precipitatinella capitaleper omaggiare ilnuovo tempora-n e o r e g g e n t econtando sull’e-ternità delle pol-trone. Classico episodio di uncalcolo sbagliato.

I primi verdettiin attesa dei tgCampo Dall’Orto è legatosoltanto a Matteo Renzi, fin-ché Matteo Renzi riterrà illegame valido. L’ex rottama-tore ha rilanciato Cdo – cosìviene chiamato in sigla –dall’esclusivo palchetto del-la stazione Leopolda, lì doveil renzismo più autentico s’èfatto vorace sistema di rela-zioni.

A dieci mesi dall’es or di oin Viale Mazzini, fra riforme,silenzi, errori, repulisti,Campo Dall’Orto s’apprestaa svelare se stesso con la tor-nata di nomine nei telegior-nali e con i palinsesti autun-nali. Allora capiremo con e-sattezza la portata di que-st ’invasione renziana nelservizio pubblico.

Domande d ’a t t ua l i tà :cos’è successo dopo diecimesi, quanto è alto il tasso direnzismo? Campo Dall’Ortoha preparato almeno per unpaio di anni il debutto in Via-le Mazzini. Ossessivo com’ècon le televisioni e la propa-ganda, Renzi l’ha incoronatoappena s’è insediato a Palaz-zo Chigi. I concorrenti di C-do spiattellati sui giornalinon sono mai davvero esisti-ti. Il fiorentino s’è sempre ri-fiutato di condividere il ser-vizio pubblico con un alleatopolitico. Forse la lottizzazio-ne trasversale in Viale Maz-zini è smantellata, nel sensoche l’unico referente politi-co è Renzi medesimo, nean-che il partito dem è ammessoal banchetto, tranne qualcheintervento dell’on ni pr es en-

La schedaA N TO N I OCA M P ODA L L’O RTOEx vice-d i re t to redi Canale 5(1992), nel1997 èd i ve n t a toil primod i re t to redi Mtv Italia.È statoa m m i n i s t ra -tore delegatodi TelecomItalia Media(La7 e Mtv) ev i ce p re s i d e n -te di Viacom,la società diproduzione edistribuzionedi Mtvin cinquantapaesi.Ha portatoa La7MaurizioC rozzae DariaB i g n a rd i .Ci n q u a n t u n oanni, èe n t ra tonell’orbita delrenzismo conle partecipa-zioni a tuttele Leopoldeo r ga n i zza tedall’attualep re s i d e n tedel Consiglio

L’UOMO DELLA L E OP OL DA HA FATTOIL PIENO DI ASSUNZIONI ESTERNE,LA BIGNARDI HA B ON I F IC ATO RAI3:VIA GIANNINI; TORTI A GA BA N E L L I ,I ACONA E PUNISCE LA E RCOL A N I

nere usurato dei talk show.In realtà, Viale Mazzini haofferto già a dicembre loscalpo di Giannini. Quali so-no i programmi che infasti-discono il governo? Report ePr es ad ir et ta, entrambi de-stinati a un deleterio traslo-co: non più la domenica conil traino di Fabio Fazio, ma illunedì nel vuoto di inizio set-timana contro le serie tv diRai1, esperimento già fallitoin passato.

Il brutto incidentedi “S conosciuti”Sarà una coincidenza, maqualche settimana fa, un ser-vizio di Re po rt su MarcoCarrai (il migliore amico diRenzi e tante altre cose), hascatenato l’apprensione del-

la Bignardi. Poi la stessa Bi-gnardi ha provocato l’enne-simo incidente fra Fabio Fa-zio e Milena Gabanelli. Chetempo che fa non rispetta maile scaletta e sottrae minutipreziosi a Report. Anzichériprendere Fazio il discolo,la Bignardi ha autorizzato ilsolito trucchetto per spinge-re la Gabanelli verso il lune-dì. Il messaggio: Fazio non sitocca, Report si adegui. Conun Ballarò rivisitato e corret-to, cioè senza politica, conReport e Presadiretta più de-boli e con il Tg3 senza BiancaBerlinguer, ecco la Rai3 diDaria Bignardi. Ma l’ex tito-lare del Grande Fratello è tal-mente sgarbata che colpiscea casaccio. In mezzo c’è fini-to Sconosciuti di Simona Er-

Referendum chi?Il controllosul voto di ottobresarà maniacale:pochi dibattitie costituzionalistidel No silenziati

La Raie la presadei cowboyre n z i a n i

Lunedì 30 Maggio 2016 | IL FATTO QUOTIDIANO | ITALIA » 5

Storia di copertina

Sg rad it iai capiGiannini hacondotto Bal-larò su Rai3,Milena Gaba-nelli sarà spo-stata al lunedìLa Pre ss e

Antonello Giacomelli, sottosegretarioalle Comunicazione, è un renziano a-tipico. Anche perché fa politica da qua-si vent’anni, sempre al centro, fra i di-

scendenti della Democrazia Cristiana. Qualchegiorno fa, in commissione parlamentare di Vi-gilanza Rai, non ha risparmiato appunti all’am -ministratore delegato Antonio Campo Dall’O-ro, che proprio Matteo Renzi ha indicato al ver-tice di Viale Mazzini.

“Giacomelli bacchetta Campo Dall’Or to”, è untitolo apparso ovunque.

E non è corretto: le mie erano riflessioni, nonbacchettate.

Allora lo promuove.Io non giudico chi gestisce l’azienda, difendol’autonomia di Viale Mazzini. Le intenzioni e gliobiettivi di Campo Dall’Orto mi sembrano con-divisibili, ma faccio notare che occorre unamaggiore velocità. Capisconon sia facile.

Anche per Giacomelli il talkshow è un genere desueto?

Ogni modello informativo haun ciclo di vita. Ma l’informa -zione è un argomento centraleper il servizio pubblico e va ol-tre il genere di trasmissioni.Per esempio Luigi Gubitosi a-veva elaborato un progetto in-teressante.

Che fa, rimpiange il passato?No, dico che il progetto di Gu-bitosi andava verso la giusta di-rezione: meno sovrapposizio-ni fra le testate, spese razionalizzate e supera-mento dell’impianto degli anni 70 con la lottiz-zazione dei telegiornali. Ora l’azienda ha legit-timamente accantonato il progetto dell’ex di-rettore generale, che di certo non era scolpitonella pietra, ma il tema resta di primaria impor-tanza. Aspettiamo di scoprire l’idea di CampoDall’Orto.

Un tema cruciale è anche la comunicazione sulreferendum costituzionale. Per il comitato per ilNo, la Rai offre spazio solo al Sì.

Io mi fido dei giornalisti del servizio pubbli-co: la commissione di Vigilanza e l’Autoritàdi garanzia non hanno evidenziato dellestorture.

I parlamentari dem contestano le troppeassunzioni esterne di CampoDa l l ’Orto, aderisce alla prote-st a?

Mi attengo alle regole. Con lariforma di questo governo,entro due mesi sapremo icriteri che ha utilizzatol’amministratore delegato,le esperienze, i compensi.Non mi esercito in valuta-zioni premature. Ma sonoconvinto che ci siano i mar-gini per valorizzare le poten-zialità interne all’azienda.

A proposito di riforma, i con-siglieri d’am m i ni st ra z i on esi ritengono depotenziati o,peggio, inutili.

È curioso: gli atti fondamen-

tali, nomine a parte, sono demandati al Cda che,tuttavia, fino a oggi, ha sempre votato compattoquello che propone Campo Dall’Orto. Forse iconsiglieri non hanno ancora contezza del ruo-lo che ricoprono.

In autunno sarà rinnovata la concessione fra loStato e la Rai, c’è chi teme la completa “renziz -z a z i o n e” del servizio pubblico.

Per la prima volta abbiamo promosso una con-sultazione pubblica, sul sito w w w . c am b i e-rai.gov.it, che nasce dagli spunti emersi da 16 ta-voli tecnici. Questo significa che il governo ge-stisce la pratica concessione, ma non intervieneper finalità politiche. Io mi immagino un’azien -da innovativa anche con una forte vocazione in-ternazionale. E poi c’é la questione risorse...

Tagliare, tagliare, tagliare.Gubitosi l’ha fatto a fondo, spero si prosegua perabbattere gli sprechi. Tutti i Cda Rai hanno sem-

pre chiesto più soldi dal cano-ne e che non si toccasse la quo-ta di pubblicità. Se si intendevalasciare tutto come prima nonserviva la riforma che ha tra-sformato Rai in una vera azien-da: contano anche i ricavi, peresempio la capacità di vendereall’estero i propri prodotti, e irisparmi nei centri di costo.

Il governo ha messo il canonein bolletta, l’azienda avrà piùdenaro. Domanda: sarà ri-dotta anche la pubblicità edunque il mercato –Mediasetsu tutti – ne potrà beneficia-

r e?Il canone in bolletta aiuta a far pagare di menotutti e a contrastare l’evasione. In questo modogarantiamo a Viale Mazzini un incasso maggio-re e costante. Il servizio pubblico deve qualifi-care però anche la propria raccolta pubblicita-ria, non svendere gli spazi. Per gli altri media –dalla carta stampata alle televisioni locali – laraccolta pubblicitaria è vitale.

Come risponde a chi – come La7 – r i ven d i c aun’offerta da servizio pubblico?Fanno tanta informazione e seguono

legittimamente la linea editorialescelta dall’editore. Riconosco chel’informazione sia un elemento delpluralismo, ma non è di per sé servizio

pubblico. Ai tempi della Rai Gio-vanni Floris non era così ap-

passionato di canone, orache lavora per La7 ha dedi-cato alla nostra riformaquindici puntate.

D’Alema definì “Media -set un patrimonio delPa e s e”, cos’è per lei?

È una grande realtà ita-liana, una ricchezza delPaese.

Anche per Giacomelli loshare non deve ingabbia-

re la Rai?Viale Mazzini deve concen-trarsi sul servizio pubblico,non solo sul mercato.

CAR. TEC.

Il primo bilancio A dieci mesi dall’i n s ed i a m e n t odei nuovi vertici, Viale Mazzini è sempre più simileal suo unico referente, il presidente del Consiglio:i programmi sgraditi sono rimossi o ridimensionati

L’I N T E RV I STA

“Campo Dall’Or to?Non ho ancoracapito le sue idee”

Giacomelli “Gubitosi andava bene,il nuovo dg deve essere più veloce”

Il progetto del suopredecessore seguivala direzione giusta:è stato accantonato,rimane da vederein funzione di cosa

colani, un programma quoti-diano dagli ottimi ascolti,che racconta episodi straor-dinari di famiglie normali.Per il direttore di Rai3 non“riflette il servizio pubblicoche ha in mente”. Il cortor-cicuito politico è servito. Er-colani è l’autrice di Sfide, datanti anni fa la produttrice eda pochi anni mette in scenail renzismo (era la “regista”alla Leopolda) e assiste Lottiper le ricorrenze storiche(ha una consulenza con Pa-lazzo Chigi). Era in corsa perla presidenza di Viale Maz-zini e per la direzione di Rai1,pare che abbia declinato pernon rinunciare all’a zi e nd ache ha fondato. Allora è sin-golare che “il servizio pub-blico che ha in mente” la Bi-

gnardi differisca dalla tra-smissione di Simona Ercola-ni. In Viale Mazzini c’è con-fusione.

Anche i renziani confes-sano: il controllo di PalazzoChigi sui canali del serviziopubblico sarà maniacale perblindare il referendum costi-tuzionale di ottobre. Loschema è svelato: meno di-battiti sul tema, incursioni diRenzi e dei ministri per so-stenere il Sì, costituzionalistidel No silenziati. Soppressi italk show (addio a V i ru s suRai2), i telegiornali sono de-terminanti. E dopo le elezio-ni comunali, prima dellacampagna referendaria, Via-le Mazzini cambierà proprioi direttori dei telegiornali.

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L’OPI N ION E

SONO ATTENTIA L L’ABITOMA NON A CHILO INDOSSASEGUE DALLA PRIMA

» GIOVANNI VALENTINI

D iciamo Rai governa-tiva, e non filo-gover-

nativa, perchéneppure aitempi delfa mige ra-to mono-polio la te-l e v i s i on epubbl ica èstata tanto nellemani del presidente delConsiglio. L’ultima rifor-ma – ammesso che si pos-sa chiamare così – ne haspostato infatti il control-lo dal Parlamento a Pa-lazzo Chigi, con buona pa-ce della Corte costituzio-nale e delle sue varie sen-tenze in materia. Tanto dafar rivalutare perfino lalegge precedente che por-ta le impronte digitalidell’ineffabile ex ministroGasparri.

In linea con la giovanilesobrietà del premier – ca-micia bianca d’ordinanzaspesso senza giacca e cra-vatta, pantaloni troppocorti per essere i suoi – ilnuovo dress code d el l aRai è ben lontano comun-que dal bigottismo di regi-me che imperava ai tempidel bianco e nero: quando,sotto l’egida di Ettore Ber-nabei, l’azienda obbliga-va perfino le gemelle Kes-sler a indossare le calzesulle lunghe gambe da bal-lerine per non turbaretroppo i sogni degli italia-ni.

L’eleganza, si sa, è so-prattutto una questione diappropriatezza: all’or a ,a ll ’occasione, al ruolo eanche all’età della perso-na. E a volte, sia detto sen-za offesa, certi colleghidella Rai vanno in videotravestiti da giornalistiveri e certe colleghe si pre-sentano in abito da seracome se fossero invitate aqualche “cena elegante”di berlusconiana memo-ria. Quando Pietro Ingraodivenne il primo presiden-te comunista della Came-ra, noi cronisti parlamen-tari più giovani gli chie-demmo subito se avrebbeabolito l’obbligo tassativodi indossare la cravattaall ’interno di Montecito-rio. “No, mai – rispose luicon la sua voce stentorea –altrimenti, sarebbe il fe-stival del cattivo gusto”.Ecco, che la Rai ci rispar-mi almeno quello: non ècompreso nel canone.

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