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Cristina Boracchi - D.S. ISIS Crespi - Busto Arsizio (VA)
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SCUOLE CHE RENDONO CONTO
DALLE ISO AL BILANCIO SOCIALE
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Atto volontario?• “definibile come il documento, da
realizzare con cadenza periodica, nel quale l’amministrazione riferisce, a beneficio dei suoi interlocutori pubblici o privati, le scelte operate, le attività svolte e i servizi resi…deve rendere TRASPARENTI E COMPRENSIBILI le priorità e gli obiettivi…gli interventi…e i risultati raggiunti.” (Direttiva del MFP del 17/02/2006)
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L’ evoluzione normativa/1…
Legge ‘Brunetta’ – Legge 150/09: si affianca alla normativa sulla autonomia scolastica e sul ruolo dirigenziale (DPR. 275/99, DLg. 165/01) per meglio precisarlo: CICLO DELLE PERFORMANCES E ACCOUNTABILITY
•Definire obiettivi misurabili , valutabili nel tempo e rendicontabili in una ciclicità virtuosa di miglioramento
•Trasparenza e accessibilità
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L’evoluzione normativa /2…
Legge 80/13: ARTT 2 E 6FINALITA’: IL MIGLIORMENTO/ LA
QUALITA’ DEGLI APPRENDIMENTI PER UNA SCUOLA ORIENTATA ALLO STUDENTE
VALUTARE PER PROGRAMMARE
STRATEGICAMENTE LA VISION
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La evoluzione normativa /3…
Coerenza con Direttiva 11/2014: obiettivi nazionali come sfondo (mission istituzionale)
qualità dell'offerta formativa e degli apprendimenti per
la riduzione della dispersione scolastica e dell'insuccesso scolastico, livellando esiti fra aree geografiche e tipologia di scuole, rafforzando skills for life e producendo valore aggiunto nelle competenze per un placement positivo.
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La evoluzione normativa/4 …
PERTANTO: 1) Autovalutazione delle istituzioni scolastiche: il RAV2)Valutazione esterna: dalle ISO (customer e processi) ai prodotti – analisi di terza parte3) Azioni di miglioramento: stesura del PM4) rendicontazione sociale delle istituzioni scolastiche: verso la pratica del bilancio sociale (BS, che ingloba il RAV e il PM, rendicontandolo anche dal p.d.v. degli investimenti economici oltre che delle risorse umane)
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La evoluzione normativa/4 …
SNV E BILANCIO SOCIALE:RAV: coincidenza con il primo capitolo del BS, che funge da lettura del cointesto e dei dati ma anche da report del PM pregresso – circolarità virtuosaPM: coincidenza con io capitolo secondo del BS: focus strategico e pianificazione , indicizzazione, target di performanceRENDICONTAZIONE ECONOMICA: terzo capitolo del BS, ma da considerare in corso d’opera- aspetto innovativo e coerente alla dimensione del focus strategico
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…e le esperienze pregresse/1
LE ISO:ANCORA?
•VISSUTE COME PURA FATICA BUROCRATICA•CONCENTRATE SULLA CUSTOMENR SATISFACTION•PREVALENTEMENTE INDIRIZZATA AI PROCESSI
MA LA LOGICA SOTTESA RIMANE LA STESSA
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…e le esperienze pregresse/1
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…e le esperienze pregresse/2
Leadership educativa : Jaap Scheerens - RETE STRESA
(a) capacità non specifiche quali:· una leadership chiaramente esplicitata, che permette la circolazione delle informazioni, l’ organizzazione partecipativa di processi decisionali e il coordinamento
b) leadership educativa in senso stretto:
· il tempo dedicato agli aspetti educativi
· il DS come meta-controllore dei processi a livello di classe
· come controllore della qualità delle prestazioni degli insegnanti
· come facilitatore dei gruppi di lavoro e della crescita professionale
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…e le esperienze pregresse/3
Il CAF:La logica della leadershipIl ‘radar evidenzia il livello di sviluppo
dell’organizzazione, che si vede meglio rappresentata nelle seguenti aree:
1. LEADERSHIP2. POLITICHE E STRATEGIE3. PERSONALE4. PARTNERSHIP E RISORSE5. PROCESSI6. RISULTATI ORIENTATI AL TERRITORIO/AL CLIENTE
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L’autovalutazione con il CAF si ispira a dei principi guida condivisi nel settore pubblico a livello europeo:• coinvolgimento del personale• miglioramento continuo e innovazione, partnership eresponsabilità sociale• gestione per processi e obiettivi• orientamento ai risultati• focalizzazione sul cittadino-cliente.
La leadership ha un ruolo fondamentale, in quanto deve assicurare la creazione di un ambiente che permetta all’organizzazione e alle persone di eccellere, agendo come modello di ruolo, motivando e supportando il personale, sviluppando una missione, una visione e dei valori che orientino l’organizzazione, anche nella gestionedel cambiamento.
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•VALES OLTRE IL CAAF RISPETTO A:
• Strumenti di confronto e benchmarking condivisi: risultati prove INVALSI;
•Questionari genitori e studenti, banche dati
• una lista di processi chiave già proposta e meditata: una delle difficoltà delle scuole con i modelli di autovalutazione infatti è di
enucleare con precisione tali processi in modo che siano anche confrontabili con altre scuole
• Viene suggerito un metodo per redigere il rapporto di autovalutazione e per definire in maniera operativa obiettivi e priorità
•Guida alla formulazione di un piano strategico di miglioramento
•Guida alla valutazione degli esiti di processo e di risultato
•Logica della rendicontazione sociale verso il bilancio sociale
Cristina Boracchi - D.S. ISIS Crespi – A CURA DI INVALSI
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A
…e le esperienze pregresse/4
A CURA DI INVALSI 16
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LA SCUOLA DA SEMPRE E’ SOGGETTA ALLA VALUTAZIONE:
IL RUOLO SOCIALE…
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…oltre l’adempimento burocratico e oltre gli obblighi normativi
Perché valutare? Cosa valutare? Come valutare?
Gli attori del processo: non solo il DS
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LE OPPORTUNITA’
• DOCUMENTO DI SINTESI: retroazione su POF, PA, Piano miglioramento ISO,
contrattazione FIS) – ottimizzazione dati e tempi di produzione documenti
• DOCUMENTO DI QUALITA’ (sui prodotti e non solo sui processi)
• STRUMENTO DI AUTOANALISI (Alma Diploma, Requs/CAF, Diametro etc.):
direzionare il piano strategico di miglioramento• OCCASIONE DI RIDEFINIZIONE
RUOLI/FUNZONI:pianificare fabbisogni e risorse
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ANALISI DI CONTESTOLA STORIA
•L’evoluzione e il brand che la distingue rispetto al territorio.• La fidelizzazione : il percepito dell’utenza.• I dati e la loro variazione in un trend almeno biennale/triennale.•La caratterizzazione del percorso di studio.
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ANALISI DI CONTESTO
LA COMUNITA’ DI APPARTENENZALeggere il contesto
•La realtà locale attraverso i dati (tessuto socio-professionale – fonti e dati)•Il bacino di utenza (stratificazione sociale, livelli di ingresso e correlazione dati)•La mappa delle relazioni•Le attese dell’utenza (documentate) •Le reti scolastiche: la mappa delle relazioni scolastiche
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ANALISI DI CONTESTO
GLI STAKEHOLDERSElenco ragionato per importanza al
perseguimento della vision educativa ed economica
•A chi dirigiamo il servizio: i principali portatori di interesse esterni ed interni•Chi ha interessi •Chi influenza o può influenzare le scelte e in che direzione (quelle desiderabili e quelle ostative)
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Influenza
Bassa Alta
Interesse Basso
Alto
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ANALISI DI CONTESTO
LO STUDENTE, STAKEHOLDER PRIMARIO:Prodotto e produttore
•ANAGRAFE•PROFILO IN INGRESSO (dati scuola secndaria di primo grado e dati test ingresso)•DATI DI FREQUENZA (non ammessi, ritiri e trasferimenti, dati di iscrizione e rappresentazione grafica nel triennio)
SOPRATTUTTO: ESITI SCOLASTICI E RILEVAZIONE DEL PLACEMENT.
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VALORI E MISSION ISTITUZIONALE
•VALORI : l’orizzonte euristico delle scelte operate; i valori condivisi sul piano interno (codici deontologici) e esterno (patto di corresponsabilità, contratto formativo, regole di istituto)
•MISSION ISTITUZIONALE: la definizione da parte di Stato e Regione ma anche precisare COSA RENDE INSOSTITUIBILE E NECESSARIO IL SERVIZIO EROGATO, ovvero gli scopi generali e territoriali del servizio scolastico…
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LA VISION / LA GOVERNANCE
• Quali intenti di sviluppo del capitale umano?•Quale valore aggiunto su studenti, docenti e famiglie, sul territorio nella sua interezza…•La analisi dei dati e la definizione di una strategia territoriale: rispondere e sollecitare, migliorare, evidenziare aree problematiche e identificare partner risolutivi…•RICONOSCERE E CONDIVIDERE UNA VISION:
LA LEADERSHIP DIRIGENZIALE E IL COINVOLGIMENTO DELLE RISORSE UMANE
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LE RISORSE UMANE
DALL’ ANALISI DELLE RISORSE INTERNEQuali risorse di competenza, quale efficienza?
ALLA OTTIMIZZAZIONE DELLE STESSE Quali i compiti? Chi se ne può occupare?
Mansionari, relazioni interne, target di risultato…Ottemperanza alla Legge Brunetta
Struttura condivisa a stratificata
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• Identità nel territorio: reputazione e innovatività• scelta e necessità:
1. per un servizio che intende perseguire scopi di efficacia, efficienza ed economicità del servizio : atipicità del servizio e giudizio da ‘educare’
2. rivolto ai propri stakeholders/portatori di interesse esterni (la società civile e lo Stato) e interni.
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… una necessita’…• Educare il giudizio esterno ancorché già molto
positivo• Nuova dirigenza e innovazione da monitorare –
svolta rispetto a un trend: la students oriented school• Confrontabilità esiti e analisi collegiale per
riconoscersi in items e livelli di misurazione
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Lo scopo : implementare la qualità dell’ erogazione dei servizi in modo oggettivamente rilevabile, per:
•incrementare e/o mantenere la reputazione sociale e il rapporto fiduciario;•meglio monitorare processi e prodotti, entrando sempre più in ascolto delle richieste del territorio;•rendere evidente l’impegno SINERGICO degli operatori del servizio a tutti i livelli;•avviare una circolarità virtuoso di fund raising (reperimento di risorse)•progettare il miglioramento continuo e UNITARIO
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• La logicaLa logica è quella è quella dell’ dell’ accountabilityaccountability,,
ovvero del ovvero del render conto e ragionerender conto e ragione degli degli investimentiinvestimenti operati operati
e dei e dei risultati risultati degli stessi degli stessi ((output e outcomeoutput e outcome) .) .
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LE CONDIZIONI
1. Riconduzione ad analisi continuativa ed unitaria;2. Orientamento delle scelte didattiche di area
disciplinare (statuto delle discipline)3. POF coerente e non giustapposto alla luce di obiettivi
strategici4. Strategie condivise per orientare la contrattazione e il
P.A. /POF
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LE CONDIZIONI • Autoanalisi di istituto e benchmarking:
PERCIO’1. PROVE COMUNI PER SEZIONI PARALLELE2. DEFINIZIONE LIVELLI DI PARTENZA3. DEFINIZIONE LIVELLI DI USCITA4. DEFINIZIONE DELLE SOGLIE DI
COMPETENZA CERTIFICABILI
5. Chiarezza sugli stakeholsders, ovvero….
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LA MISSION
1) Offrire agli studenti possibilita’ di identificazione vocazionale , ampliamento competenze e saperi, con esperienza qualificate e significative, con azione didattiche orientate allo studente;
2) Sviluppare autonomia, responsabilità sociale, capacità relazionali e organizzative attraverso conoscenze di base e abilità tecnico applicative trasversali. I life skills
1) Offrire agli studenti possibilita’ di identificazione vocazionale , ampliamento competenze e saperi, con esperienza qualificate e significative, con azione didattiche orientate allo studente;
2) Sviluppare autonomia, responsabilità sociale, capacità relazionali e organizzative attraverso conoscenze di base e abilità tecnico applicative trasversali. I life skills
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LA VISION: esemplificazione
Motivare all’apprendimento e promuovere l’eccellenza
sostenibile
La scuola del ben.essere e della cittadinanza agita
Motivare all’apprendimento e promuovere l’eccellenza
sostenibile
La scuola del ben.essere e della cittadinanza agita
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GLI OBIETTIVI STRATEGICI:
IL RUOLO DEL DIRIGENTE: •facilitatore della sinergia dei gruppi di lavoro – team couching e team training: come•guida della pianificazione dei gruppi per splittare gli “obiettivi” in coerenza con la mission/vision nazionale e regionale (BN.: reti provinciali/uffici provinciali) in priorità strategiche (stesura ciclo delle performances)•Guida del CI per impostare scelte decisionali coerenti alla formulazione del PMI – coerenza con la contrattazione di istituto
)
IL RUOLO DEL DIRIGENTE: •facilitatore della sinergia dei gruppi di lavoro – team couching e team training: come•guida della pianificazione dei gruppi per splittare gli “obiettivi” in coerenza con la mission/vision nazionale e regionale (BN.: reti provinciali/uffici provinciali) in priorità strategiche (stesura ciclo delle performances)•Guida del CI per impostare scelte decisionali coerenti alla formulazione del PMI – coerenza con la contrattazione di istituto
)
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GLI OBIETTIVI STRATEGICI: Indicatori
PROGETTABILI
OSSERVABILI
MISURABILI
RENDICONTABILI
Indicatori
PROGETTABILI
OSSERVABILI
MISURABILI
RENDICONTABILI
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GLI OBIETTIVI STRATEGICI: esemplificazione
MOTIVARE ALL’APPRENDIMENTO PER CREARE LE CONDIZIONI DEL SUCESSO
FORMATIVO 1) Innalzamento obbligo di istruzione e curricolo verticale – esiti di apprendimento (profili in ingresso/ profili in uscita – confronto esiti locali e nazionali –
2) Sostegno e implementazioni disciplinari (rafforzamento aree di debolezza da esiti anno precedente)
N.B. Definizione dei risultati attesi e monitoraggio dei risultati ottenuti (esempio)
MOTIVARE ALL’APPRENDIMENTO PER CREARE LE CONDIZIONI DEL SUCESSO
FORMATIVO 1) Innalzamento obbligo di istruzione e curricolo verticale – esiti di apprendimento (profili in ingresso/ profili in uscita – confronto esiti locali e nazionali –
2) Sostegno e implementazioni disciplinari (rafforzamento aree di debolezza da esiti anno precedente)
N.B. Definizione dei risultati attesi e monitoraggio dei risultati ottenuti (esempio)
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GLI OBIETTIVI STRATEGICI PROMOZIONE DELL’ECCELLENZA
SOSTENIBILE pluralità e internazionalizzazione
1) Promozione delle abilità tecnico-applicative (lingue, informatica, lingue classiche)
2) Potenziamento delle competenze trasversali/ certificazini, LW, alternanza scuola/lavoro etc.
N.B. Rendicontazione per obiettivi strategici
PROMOZIONE DELL’ECCELLENZA SOSTENIBILE
pluralità e internazionalizzazione
1) Promozione delle abilità tecnico-applicative (lingue, informatica, lingue classiche)
2) Potenziamento delle competenze trasversali/ certificazini, LW, alternanza scuola/lavoro etc.
N.B. Rendicontazione per obiettivi strategici
Il punto di vista dirigenziale
PREMESSA FONDAMENTALE:
Il processo di leadership educativa: gli elementi chiave per una dimensione qualitativa
dell’istituzione scolastica
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DIREZIONE STRATEGICA1) Visione di sviluppo condivisa
2) Obiettivi strategici focalizzati sugli apprendimenti degli studenti
3) Interconnessione spazio-temporale degli obiettivi4) Responsabilità chiare e definite dei dirigenti scolastici
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• ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA E DELLA DIDATTICA: QUESTIONARIO IPRASE Ruoli chiari e definiti per una leadership distribuita all’interno della scuola
Ruoli e responsabilità dei singoli al servizio del lavoro di gruppo
Standardizzazione dei processi didattici
Personalizzazione dei processi di insegnamento/apprendimento
Promozione e socializzazione delle innovazioni didattiche
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AUTOVALUTAZIONE E MIGLIORAMENTO Misurazione della performance Reporting per le decisioni Incontri sull’autovalutazione Progettazione delle azioni di miglioramento Formazione del Piano di Miglioramento d’Istituto
SVILUPPO DEL CAPITALE PROFESSIONALE GESTIONE DELLE RETI E RELAZIONI CON GLI STAKEHOLDER
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Consapevolezza in ordine agli indicatori di performance della propria scuola (Key Performance Indicators (KPIs)
Istituzione di un sistema di misurazione a regime per guidare il lavoro del Nucleo Interno di Valutazione: come fare nascere il NIV, su quali promesse di risorse umane e di ruolo
Approccio al controllo di gestione , oltre il controllo diagnostico
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• socializzare il sapere, anche al di fuori del Nucleo Interno di Valutazione
indirizzare l’attenzione dei docenti sugli aspetti critici dell’insegnamento/apprendimento
coinvolgere sistematicamente le famiglie e altri soggetti esterni nei processi di monitoraggio e valutazione dell’insegnamento/apprendimento
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Promuovere modalità di lavoro basate su gruppi di autovalutazione e supportare i gruppi con precise procedure organizzative sugli incontri di autovalutazione
Fare in modo che i gruppi di autovalutazione abbiano informazioni rilevanti e significative rispetto a ben definiti problemi da approfondire
Promuovere adeguati sistemi di accountability interna per sorvegliare le attività di autovalutazione
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Decentralizzare i processi di progettazione del miglioramento, promuovendo un problem finding/solving diffuso
Supportare i gruppi professionali impegnati nell’autovalutazione e miglioramento, promuovendo efficaci meccanismi di collaborazione con il territorio (reti, protocolli d’intesa, piani di zona, accordi e convenzioni, ecc.)
Dimostrare di gestire le situazioni in cui i gruppi professionali manifestano carenze nella progettazione/implementazione delle azioni di miglioramento
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LEADERSHIP TRASFORMAZIONALE, NON TRANSIZIONALE (PROATTIVITA’ E FIDUCIA RELAZIONALE : Bryk e Schneider)
LEADERSHIP DIFFUSA E APPROCCIO ALLA GESTIONE DELLE PERFORMANCES (ACCOUNTABILITY)
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ALLINEAMENTO VS OBLIQUITA’
GERARCHIA VS SAPERE COLLETTIVO
BUROCRAZIE VS PARTECIPAZIONE
MOTIVAZIONE ESTRINSECA VS INTRINSECA
MERCATO VS RETE
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Leader per l’apprendimento:coma facciamo la differenza?
“La questione non è se i DDSS fanno la differenza, ma in che modo, attraverso
cioè quali valori, qualità, pratiche contribuiscono a sviluppare ambienti
organizzativi e professionali efficaci per l’insegnamento e l’apprendimento” (A.
Paletta)