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bnitesto di Pamela Lainati
Cime misterioseDalle esplorazioni di Gilbert alla prima alta via dolomitica, unaricca letteratura è dedicata alle Marmarole, quasi antitetica allascarsa frequentazione. Un viaggio che parte da Tiziano Vecellioe approda ai delicati equilibri della montagna contemporanea.
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A destra, il Gruppo delleMarmarole in un'incisione del
1881 di Alberto della Valle,conservata nella Veneranda
biblioteca ambrosiana diMilano. A sinistra, il Cadore
in un'antica mappa.
La "catena per eccel-
lenza delle Dolomi-ti". Così Luca Vi-
sentini descrive le Mar-
marole nella sua accurataguida, quasi una rarità og-gi, Antelao Sorapiss Mar-marole (Athesia, 1986; pp.213, € 40). Montagne in-
differenti alla "ricercadella notorietà", tanto cheAntonio Berti, autoredelle più celebri guide
delle Alpi Orientali, le da-va ancora per poco notenel 1908, mezzo secolodopo che Paul Grohmannaveva scalato molte im-portanti vette dolomiti-che, fra le quali il vicinoAntelao (1863). Del resto,scrive Visentini "per an-dare in Marmarole biso-gna rinunciare alle garan-
zie dell'escursionismo ar-tificiale e sponsorizzato.Bisogna saper andare inmontagna".Decanta le bellezze delleMarmarole e di tutte leDolomiti cadorine UgoScortegagna, autore diDolomiti patrimonio
dell'umanità (Cai-Duck,2011; pp. 439, € 25). L'au-tore parla della storia al-pinistica delle Marmarolepartendo da una frase diItalo Zandonella Calle-gher, alpinista, scrittore eaccademico del Cai: "Sequesti monti si scuotesse-ro, sputerebbero pochichiodi". Eppure le primeimprese risalgono a fineOttocento: Luigi Cesalettisalì per primo la Torre deiSabbioni (1877), ma il ve-
ro pioniere fu il cacciatore
di camosci Gìovan Batti-
sta Toffoli, soprannomi-nato Tita Petòz, di Calal-zo, conquistatore della ci-
ma più alta del gruppo, ilCimon del Froppa (1867).Anche se poi il risultato
fu messo in dubbio e lasalita ripetuta nel 1872 daUtterson Kelso e De
Falkner con alcune guide(vedi a pag. 77).
I monti di Tiziano?Nel cuore di Pieve di Ca-dore si erge la statua di Ti-ziano Vecellio, opera di
Antonio Dal Zotto: cele-bra il più illustre figlio delpaesino del Bellunese, na-to lì sul finire del Quattro-cento, padre, con Giorgio-
ne, della pittura tonale,così definita perché atten-
ta all'osservazione dei co-
lori e al loro rapporto con
la luce. L'inventore delrosso Tiziano fu pittore
ufficiale di Carlo V e tito-
lare di una fiorente botte-
ga a Venezia, come spiega
Stefano Ardito in Guida
curiosa delle Dolomiti
(Newton Compton, 2019;pp. 448, € 12). Chissà se le
brillanti Marmarole han-no influito sulla sensibili-
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ALTRI VOLUMICONSIGLIATI
Fabio Anderfuig,
Le Marmarole: valichi
e sentieri (Cierre, 2008;
pp. 175, € 11,50)
Marco Ferraiolo, Trekking,
passeggiate e ferrate
a Cortina e dintorni
(ViviDolomiti, 2016;
pp. 200, € 29,50)
Escurr<lon. in Caa«e
~A,~ ß ) L]4~Jilr~.
Denis Perilli e Andrea
Greci, Escursioni in Cadore
(Idea Montagna, 2019;
pp. 239, € 24)
Roberto Giri e Denis Perilli,
Escursioni ad anello
nelle Dolomiti Orientali
(Idea Montagna, 2019;
pp. 463, € 29).
Emiliano Zorzi, Luca Brigo
e Carlo Piovan, IV Grado.
Dolomiti Orientali 2
(Idea Montagna, 2018;
pp. 432, € 28)
Enrico Raccanelli e Luca
De Antoni, Mountain Bike
in Dolomiti (Versante Sud,
2013; pp. 304, € 29)
STEFANO ARDITO
GUIDACURIOSA DELLEDOLOMITI
uN VIAGGIO ALIDI SCOPERTADEI LUOGHI PIO mSOMn DELLE Mi/MAGHE
PIU FAMOSE DEL MONDO
tà artistica del Maestro.Di certo facevano parte diun paesaggio a lui moltofamiliare: per la gente delCadore non c'è dubbioche esse siano "i monti diTiziano". Ne era convinto
anche il pittore e artistainglese Josiah Gilbert, che
I i vizio degli anni Ses-
santa dell'Ottocento, conl'amico scienziato e natu-
ralista George CheethamChurchill, si avventurò traIc Dolomiti. Da quelle pe-
regrinazioni, oltre al su-perclassico The DolomiteMountains (1864), vide laluce Cadore or Titian'sCountry (1869), pubblica-to in Italia con il titolo
Cadore. Terra di Tiziano
(Nuovi Sentieri, 1990; pp.274, € 20). Anche diversi
autorevoli critici vedonole Marmarole sullo sfon-
do del dipinto La presen-tazione della Vergine altempio (1534-38), che sa-rebbe anche la prima rap-presentazione delle Dolo-miti. E infine, come ricor-da Luca Alessandri in Lamontagna nella letteratu-ra italiana. Da Petrarca aCognetti (Aracne, 2018;pp. 288, € 18), perfinoGiosuè Carducci le ha im-mortalate come "care al
Vecellio" nell'ode Cado-re, nata per celebrare nontanto i monti, quanto legesta del patriota Pier
Fortunato Calvi, uno deimartiri di Belfiore. "Care
al Vecellio? E perché?"scrive Dino Buzzati in Ifuorilegge della monta-gna (a cura di Lorenzo Vi-ganò, Mondadori, 2010; 2
voll., pp. 664, € 19). Il cro-nista del Corriere dellaSera tuona contro il frain-tendimento tutto roman-
oM1. !NUMI ( I NNiRgRa emA mOMRoVD.,-. .. LaW.,e
tico dietro a quella che
pure definisce "un'espres-sione fortunata".-Ai tem-pi di Tiziano" spiegaBuzzati "le montagne,Dolomiti comprese, non
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interessavano, non esiste-vano neanche si può dire
[...] Sono stati i romantici
a scoprirle". Come Gil-
bert. Prova ne è, per
Buzzati, che nei quadri
del Vecellio le Dolomitinon ci sono affatto, e chivede le Marmarole nel di-
pinto La presentazione
della Vergine al tempionon sa cosa siano le Dolo-miti, e ancor peggio dubi-
ta del Maestro perché, af-ferma il giornalista conveemenza, "delle vere
Marmarole, quelle generi-
che montagne non hanno
[...] né la forma, né il co-
lore, né lo spirito".
L'Alta Via n° 5
Che il nome di Tiziano sia
indubbiamente legato al-
le Marmarole, comunque,
è fuori discussione. Tantoche la prima alta via dolo-
mitica, nata nel 1946, ven-
ne intitolata proprio a Ti-
ziano. A idearla il foresta-
A sinistra, il villaggio diPieve di Cadore e, sullosfondo, le Marmarole, inun'illustrazione di JosiahGilbert per il suo volume
Cadore or Titian'sCountry, pubblicatoa Londra nel 1869 da
Longmans, Green & Co.A destra, la statua
in bronzo raffiguranteTiziano, a Pieve
di Cadore, realizzatanel 1880 da AntonioDal Zotto. Il pittore
è rappresentato conlo sguardo rivolto verso
la vicina casa natale.
le, di origine emiliana, tra-sferitosi ad Auronzo negli
anni Trenta, Antonio San-marchi, detto Toni o, pergli amici, Capitan Baran-cio, termine dialettale che
indica il pino mugo, ri-chiamando così la suagrande tenacia nell'esplo-
rare le alte quote. San-
marchi amava inerpicarsi
per crode, cenge, canaloniimpervi. Un giorno vennea sapere della vicenda didue ragazzi, uno tirolese el'altro bellunese, che alla
fine della Prima guerra
mondiale si erano messi a
perlustrare, fianco a fian-
co, l'area fra le Tre Cimedi Lavaredo, il Popera e la
Croda dei Toni alla ricer-
ca dei resti dei loro padri,caduti in battaglia nel
1916. Non li trovarono,ma tra loro nacque unagrande amicizia. Colpito
da questa storia, nel 1942,nel pieno della guerra,Sanmarchi concepì un'al-
ta via "dove correvano gliantichi fronti di guerra"per lanciare "un messag-
gio di fratellanza ", scriveMarco Albino Ferrari nelvolume Nel Castello delleStorie (Hoepli, 2019; pp.232, € 22,90). "Una super-ba traversata che con-
Nel Castello
dello Storie
giunge, in segno di pace edi incontro, la provincia
di Bolzano con quella di
Belluno, la Pusteria al
Cadore", come la descris-se a suo tempo lo stesso
Sanmarchi. L'itinerario sisviluppa in sette tappe e90 chilometri, per buona
parte in alta montagna enelle Marmarole, dove i
sentieri, altrove solita-
mente ben segnalati, si
fanno invece "esili trac-
ce". Così avvertono all'i-
nizio della loro guida, Al-
ta Via di Tiziano (Tamari,
2° edizione 1989; pp. 188,
€ 12,95), Italo ZandonellaCallegher e Toni Sanmar-
chi. Dove, inoltre, si legge
che l'intitolazione a Tizia-
no, in realtà, fu imposta
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ALTRI VOLUMICONSIGLIATI
Francesco Vascellari, Loris
De Barba, Davide D'Alpaos e
Tiziano Canal, Scialpinismo
e ciaspole in Marmarole,
Antelao e Sorapiss
(ViviDolomiti, 2019;
pp. 180, € 29)
Paolo Grosso e Domenico
Vascellari, Scialpinismo
in Comelico-Sappada
(ViviDolomiti, 2013;
pp. 240, € 24,50)
LUNGO ü UNEA_MI FANTI_
iN
Giovanni De Donà e
Giuseppe Teza, Lungo
la linea del fronte (DBS,
2017; pp. 280, €15)
Antonella Fornari,
Tra Val Comelico e Val
Pusteria. Escursioni per
un'estate nell'incanto
della natura (Zanetti, 2011;
pp. 92, € 6)
l3AION
Giovanni De Donà e Walter
Musizza, Baion: una
casera, un rifugio (Ribis,
1992; pp. 109, €10,33)
Due immagini dal volume Dolomiti patrimonio dell'umanità: qui, 25 settembre1898: si inaugura il rifugio Tiziano; a fronte, inizio Novecento, la strada che daAuronzo sale a Misurina. In basso, gli effetti della tempesta Vaia (ottobre 2018)nella Costa dei Pennoni, nella Riserva di Somadida.
da Mario Brovelli, il me-
dico che istituì il Soccorso
alpino a Pieve, nel 1955,nonché grande sostenito-re e divulgatore delle alte
vie dolomitiche (vediMontagne n° 50, 56, 62).
Un equilibrio fragileC'è da credere che nelle
sue scorribande Sanmar-chi sia finito anche nella
Riserva naturale orientatadi Somadida, da secoli ri-
tenuta fra i boschi più bel-li del Cadore, sul versantenord delle Marmarole. La
comunità cadorina la do-nò nel 1463 alla Serenissi-
ma Repubblica di Vene-
zia, che la ribattezzò Vizzadi San Marco, perché nericavava il legno per i pen-noni e le antenne delle na-vi, tanto che ancora oggiuna parte di Somadida sichiama Costa dei Penno-ni. Anche in questi luoghi,
fra il 28 e il 29 ottobre2018, la tempesta Vaia hafatto sentire la sua poten-
za devastatrice, ma per
fortuna le Marmarole
hanno frenato la sua corsaverso nord. Vaia in totaleha divelto 42mila ettari dibosco e il vento, arrivato
fino a 160 km/h, ha schian-
tato al suolo nove milioni
di metri cubi di alberi, dal-le Prealpi alle Dolomiti.Di questo "evento bibli-co", come lo definisce Pa-olo Rumiz nel recente Ilfilo infinito (Feltrinelli,2019; pp. 176, € 15), parla-no Paola Favero e Sandro
Carniel nel corposo volu-me C'era una volta il bo-sco. Gli alberi raccontanoil cambiamento climatico
(Hoepli, 2019; pp. 278, €
19,90), inquadrandolo co-
me un sintomo di males-sere del pianeta, spiegan-done le dinamiche, ma so-prattutto individuandonealcune cause, da cui parti-re per una ricostruzionesostenibile. "Quello che èaccaduto" scrive Paola Fa-
vero, "è il chiaro, indiscu-
tibile segnale che gli anti-chi equilibri sono in crisi.[...] È la fine di un'era.Non solo naturale, ma an-che culturale". Un libro
ricco di approfondimentida parte di esperti. Un te-
sto che dovrebbe essere
letto in tutte le scuole.
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Unesco, un patrimonio...esclusivo
Forse le Marmarole nonfurono care al Vecellio,mentre è certo che il bel-lunese Dino Buzzati ave-va nel cuore le Dolomiti
di casa. E seppe cogliere,in tempi non sospetti, il ri-
schio del turismo di massae la fragilità dell'ambientemontano (si pensi alla po-lemica estiva sul concertodi Jovanotti a Plan de Co-rones). Nel 2009 è però ar-rivato il riconoscimentoUnesco delle Dolomiti co-me Patrimonio dell'uma-nità, assegnato tuttavia so-
Mutui AlbinoFerrari
lpi «egr•te
ITALO ZANDONELLA CALLCGIIER
LA RAGAZZADEL MULO
lo alle "aree più spettaco-lari. [...] preservate dal ce-mento. Ossia le rocce e lecime maggiori", scriveMarco Albino Ferrari inAlpi segrete. Storie di uo-mini e di montagne (La-terza, 2012; pp. 186, € 16).L'autore si interrogasull'esclusione di zone co-
me il Comelico, con le suebelle montagne. "Eppure,cos'ha da invidiare allevicine Dolomiti di Se-
sto? ". Lo rileva, in La ra-gazza del mulo. 1915-1917:il massacro sulla Cresta di
Confine (Mursia, 2012; pp.372, € 19), anche Italo
Zandonella Callegher,che del Comelico è l'indi-scutibile cantore, circon-dato da monti che "stan-no umilmente sulla sogliadelle Dolomiti e non pos-sono entrare in quel re-
gno incantato perché nonsono considerati 'patri-
monio dell'umanità".Con il paradosso che l'U-nesco ha incrementato ilturismo in zone già messea dura prova dai "collezio-nisti" senza passione dellabellezza da cartolina, pre-servando dall'assaltoquelle circostanti, fra cuiproprio il Comelico, alleprese oggi con il problema
dello spopolamento. Unaconseguenza del decadi-mento della fiorente indu-stria dell'occhiale, ma an-
che della debolezza dei
governi locali, denuncianoAlberto Di Gioia ed Er-win Dubiano nel volume acura di Federica Corrado,Giuseppe Dematteis e Al-berto Di Gioia Nuovi
montanari. Abitare le Al-pi nel XXI secolo (Fran-
Federica Corrado,Gia.eppr Dematteis, Alberto Di Gioia
NUOVI MONTANARIaa,a u Aea: teir.o
coAngeli, la edizione2014, ristampa 2019;pp. 224, € 34). Una man-canza compensata dallavoglia di fare della gentelocale, e dalla bellezza del-
le abitazioni, circa il 70%
delle quali disabitate.
PamelaLainatiNata a Milanonel 1979,pubblicista,lavora da 15
anni nel settore editoriale.Metropolitana per necessità,alpinista per passione.
Si ringrazia per la gentilecollaborazione la libreria Monti in cittàdi Milano (wowlihridimotnagna.net)
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