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Francesco ToscanoG. E F. Sofri, Ambienti, popoli, idee, Zanichelli 2010
UNITÀ 2
La demografia e le migrazioni
Unità 2 - La demografia e le migrazioni
la demografiala demografia
è la scienza che studia le popolazioni dal punto di vista quantitativo. Si occupa sia della situazione di una popolazione, sia dei suoi cambiamenti nel tempo
la densità di popolazionela densità di popolazione
è il rapporto fra il numero degli abitanti e la superficie del territorio in cui vivono
la popolazione può concentrarsi in poche grandi città (Giappone, USA) o in una grande megalopoli (Parigi in Francia)può anche essere distribuita in molte città di dimensioni medie e piccole o nelle campagne in insediamenti sparsi o piccoli borghi
Densità di popolazione degli stati europeiDensità di popolazione degli stati europei
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Distribuzione della popolazione in Europa
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La percentuale di popolazione nelle province italiane e le città con oltre 1 milione di abitanti
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il tasso di natalità e il tasso di mortalitàil tasso di natalità e il tasso di mortalità
è il rapporto fra il numero di bambini nati vivi / il numero di morti e il numero medio di abitanti di uno stato in certo anno (di solito espresso come numero di nascite / di decessi per ogni 1000 abitanti)
nelle società sviluppate è minore la parte più giovane della popolazione, al contrario della parte rappresentata dagli anziani (si parla di società «vecchie»)
nei paesi in via di sviluppo gli anziani sono la minoranza (si parla di società «giovani»)
il grafico che meglio rende l’idea del rapporto fra le generazioni di una società sono le cosiddette «piramidi dell’età»
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l’invecchiamento delle società avanzate comporta conseguenze negative sia a livello economico, che a livello sociale
sulle categorie che lavorano pesa la pressione fiscale per pagare la pensione delle generazioni passate
oltre a dover provvedere ai figli che ancora non lavorano
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la speranza di vita alla nascitala speranza di vita alla nascitaè la lunghezza presunta della vita di un bambino che nasce in un determinato momento in un determinato stato (si chiama anche «durata media della vita»)si intuisce che la durata media di vita è determinata in base a fattori molto fluidi, difficili da individuare e da prevedere con margini di certezzaè ovvio che nei paesi sviluppati essa sia maggiore che nei paesi in via di sviluppo
il tasso di crescita annualeil tasso di crescita annualeè la differenza fra il tasso di natalità e quello di mortalitàse la mortalità è superiore alla natalità il tasso è negativo (decremento): la popolazione diminuisce
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Speranza di vita alla nascita
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La speranza di vita in alcuni paesi del mondo
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Numero di figli per donnaDati del periodo 2000-2004 (fonte OMS)
la storia della popolazione mondialela storia della popolazione mondialedifficile avere dati certi, visto che solo dalla fine del 1800 si eseguono regolari censimenti in Europa (ma ancora oggi non si fanno censimenti in alcuni paesi)è impossibile fare stime attendibili sul futuro della popolazione mondiale, che abbiano una qualche dignità scientifica (quelle del passato sono state sempre smentite dai dati veri) intorno all’anno zero la popolazione mondiale si aggirava fra i 200 e i 400 milionifra il 1800 e il 2000 la popolazione del mondo è passata da 1 miliardo a 6 miliardi (aumento maggiore in Africa e in Asia)nell’ottobre 2011 è stata registrata la nascita del bambino che ha fatto superare i 7 miliardi di uomini viventi sull’intero pianeta
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Popolazione dei continenti (1950-2050)
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le prospettive di crescita della popolazione mondialele prospettive di crescita della popolazione mondiale la quasi totalità della popolazione vive concentrata su poco
più di un sesto delle terre emerse questa difforme distribuzione è influenzata dai climi, dalla
vicinanza/lontananza dall’acqua (mari e fiumi), dall’altitudine e dalle risorse naturali
alcuni scienziati affermano che l’eccesso di popolazione abbia portato ad un’accresciuta pressione sulle risorse naturali, mettendo in crisi gli equilibri fra popolazione e ambiente
il teorema sembra piuttosto semplice e apparentemente corretto: meno gente che mangia, più gente sta bene. Visto che i paesi occidentali non si toccano, dobbiamo evitare che nascano altre persone nei paesi in via di sviluppo
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le prospettive di crescita della popolazione mondialele prospettive di crescita della popolazione mondialegià Malthus, alla fine del 1700 aveva proposto una soluzione simile, per evitare un’«inevitabile morte per fame dell’intera popolazione mondiale»fra gli anni ‘70 e ‘80 altri scienziati profetizzarono la fine delle risorse alimentari nel giro di pochi anni e quindi proclamarono la necessità di controllare le nascite in tutto il mondo e in particolare nei paesi in via di sviluppone sono nate delle conferenze organizzate dalle Nazioni Unite, come la Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo (settembre 1994, Il Cairo), la Conferenza sulla donna (Pechino, 1995)
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le prospettive di crescita della popolazione mondialele prospettive di crescita della popolazione mondialele Nazioni Unite promuovono programmi di «pianificazione «pianificazione familiare»familiare»: si deve fare in modo che i paesi in via di sviluppo abbiano meno figli (attraverso la sterilizzazione, la distribuzione di preservativi, la pratica dell’aborto, …)molti scienziati ed economisti sono convinti che il problema non sia la nascita di troppi figli, ma una più equa distribuzione delle risorse alimentari; inoltre, dietro i programmi di «pianificazione familiare» si nascondono interessi economici dei paesi sviluppati, timorosi dello sviluppo portato ai PVS proprio dalla crescita demograficain Cina lo stato impedisce di avere il secondo figlio alle famiglie che abitano in città (che quindi viene evitato a tutti i costi o abortito); visto che si preferisce avere il figlio maschio, l’unica figlia femmina viene sempre abortita
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le migrazionile migrazioninegli ultimi capitoli di storia affrontati abbiamo studiato di molte popolazioni che migrano verso altre zone del mondo allora conosciuto (i «popoli del mare»), di popolazioni che vengono deportate (gli Ebrei), di commercianti che fondano colonie in paesi stranieri (i Fenici, i Greci, …)nel corso della storia umana sempre le popolazioni si sono spostate per i più disparati motivi, sia in maniera volontaria che costretti da altri popolinell’ultimo secolo il fenomeno ha assunto dimensioni mai viste in precedenzagli USA sono nati grazie all’immigrazione di uomini provenienti da tutto il mondo alla ricerca di nuove fonti di ricchezza, assenti nel paese d’origine
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le parole-chiave della migrazionele parole-chiave della migrazione
si definisce migrante la persona che è nata fuori dal paese in cui risiede. A volte si definisce migrante solo colui che è partito dal proprio paese per scelta volontariail rifugiato è la persona costretta a lasciare il proprio paese per motivi vari e che non può tornarvi per fondati timori di violenze e persecuzioniil profugo è la persona che lascia il proprio paese a causa di persecuzioni, conflitti armati o catastrofi naturali
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il fenomeno delle migrazioniil fenomeno delle migrazioni è in fortissima crescita1960 75 milioni di migranti2000 175 milioni di migranti2010 200 milioni di migranti (3% popolazione mondiale)circa la metà dei migranti sono donne (al contrario di quanto
avveniva nel passato) spesso le cause della migrazione sono intrecciate fra loro:fuggire da guerre che, pur essendo finite, hanno lasciato uno
strascico di carestia e di desiderio di vendetta;cercare lavoro per sfuggire alla povertà della propria terra;raggiungere alcuni componenti della propria famiglia o del
gruppo etnico di appartenenza che si è trasferito negli anni passati, …
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i flussi migratorii flussi migratori l’Europa da paese di emigranti è divenuto paese di immigrati secondo stime ONU, è il continente ad ospitare il più alto
numero di migranti (circa 64 milioni)
Bilancio delle migrazioni in Europa dal 1960 a oggi
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i flussi migratorii flussi migratori il paese con maggior
numero di migranti sono gli USA (38 milioni), seguiti da Russia (12), Germania (10)
I 20 paesi dove vivono più migranti
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i flussi migratorii flussi migratori
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i flussi migratorii flussi migratori le percentuali di migranti più alte sul totale della popolazione
si trovano soprattutto in Medio Oriente tra le aree da cui partono i migranti, la prima è l’Asia, poi
l’America Latina e l’Africa i paesi con maggiore livello di emigrazione sono la Cina,
l’India, l’Indonesia, il Messico e le Filippine i più massicci flussi migratori sono quellifra Messico e Stati Unititra Russia e Ucrainatra Bangladesh e Indiatra Pakistan e Irandall’Africa subsahariana in Europa
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le migrazioni per lavorole migrazioni per lavoro hanno caratterizzato tutto il secolo scorso e l’attuale. Basta
pensare agli USA, all’Australia e all’Argentina dalla rivoluzione industriale i paesi industrializzati sono stati la
mèta per masse di immigrati da paesi più poveri l’Europa è divenuta luogo d’arrivo di immigrati da parte
dell’Asia e dell’Africa. Basta pensare ai turchi in Germania (ormai sono circa 4 milioni), algerini e nordafricani in Francia
solitamente i migranti si rivolgono verso i paesi sviluppati di cui sono stati colonia. Quindi ad esempio: algerini, tunisini e senegalesi vanno in Francia; indiani pakistani e africani vanno in Inghilterra; congolesi in Belgio, …
Emigranti italiani arrivano a New York agli inizi del 1900
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le migrazioni per lavorole migrazioni per lavoro gli itinerari migratori sono sempre più diversificati e le rotte
migratorie sono legate a fattori economici, ma anche a reti familiari, etniche o religiose
spesso il viaggio si migrazione è legato alla disponibilità economica (bassa, per lo più) del migrante e alle nuove figure degli «intermediari», spesso semplici pirati o negrieri senza scrupoli (quelli che spesso vediamo sui giornali)
nella maggior parte dei paesi sviluppati i migranti rappresentano una percentuale dei lavoratori che va dal 10% al 15%, con picchi anche del 45% (in Lussemburgo, ad es.)
nel paese di arrivo i migranti svolgono spesso lavori che la popolazione nativa non desidera più svolgere (muratori, camerieri, collaboratori domestici), ma anche lavori altamente qualificati (asiatici in USA, ad esempio)
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vecchi e nuovi schiavivecchi e nuovi schiavi
Alcuni schiavi provenienti dall’Africa lavorano nei campi di cotone USA (1823)
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vecchi e nuovi schiavivecchi e nuovi schiavi
Alcuni bambini al lavoro in un cotonificioin Carolina del Sud (USA) all’inizio del Novecento
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vecchi e nuovi schiavivecchi e nuovi schiavi
Alcuni cinesi in un laboratorio tessile di Prato (Toscana in Italia)
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la gestione dell’immigrazionela gestione dell’immigrazione è ormai uno dei maggiori problemi a livello mondiale i governi dei paesi luogo d’arrivo fissano delle quote massime ci si preoccupa delle tensioni sociali, etniche e religiose che
spesso si creano (fenomeni di razzismo) e, in positivo, delle condizioni di vita degli immigrati (analfabetismo, sfruttamento minorile, difficoltà ad inserirsi nel nuovo contesto sociale e culturale, …)
visto che è sempre più difficile entrare nella UE e negli USA, cresce il fenomeno dell’immigrazione clandestinaimmigrazione clandestina, che diventa un vero business illegale
alcuni paesi sviluppati regolarizzano periodicamente gli immigrati clandestini; si cerca una cooperazione con i paesi di provenienza dei migranti per limitarne l’afflusso eccessivo
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la gestione dell’immigrazionela gestione dell’immigrazione in molti paesi sviluppati gli immigrati sono ormai divenuti
indispensabili negli ultimi anni l’immigrazione ha contribuito più delle nascite
delle famiglie native alla crescita numerica della popolazione e ha bilanciato l’eccesso di morti rispetto alle nascite
senza immigrati, in Italia nel 2050 saremo 47 milioni, invece degli attuali 60 milioni (mentre restiamo 60 milioni grazie agli immigrati e forse cresceremo ancora di più)
i lavorato immigrati sono divenuti necessari in diversi settori economici e lo diverranno sempre di più a causa dell’invecchiamento della popolazione nativa
alcuni paesi fissano delle quotequote in base alle esigenze del mercato interno del lavoro
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le migrazioni forzatele migrazioni forzate soprattutto nel Terzo Mondo gli spostamenti forzati sono
purtroppo frequenti e sempre tragici le cause sono diverse: guerre, mutamenti di frontiere,
persecuzioni etniche o religiose, deportazioni, catastrofi ambientali (siccità prolungata, ad esempio)
il fattore principale è quello politico: conflitti fra stati, avvicendamento di nuovi dittatori e conseguenti guerre civili determinano le fughe di ingenti masse di popolazioni
nel secolo scorso il governo sovietico ha deportato intere popolazioni (spesso oppositori politici, tedeschi, tartari, turchi, …) per popolare e colonizzare l’Asia centrale o la Siberia
esempi non lontani nello spazio e nel tempo sono la Cecenia in Russia, il Kosovo nei Balcani, il Ruanda in Africa
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i rifugiatii rifugiati dopo la fine della II guerra mondiale è stato creato l’Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati per occuparsi dei profughi di guerra in Europa
doveva essere provvisorio, ma, alla luce dei nuovi fenomeni, è rimasto operativo e, anzi, ha ampliato il suo raggio di azione
nel 2007 l’UNHCR si occupava di circa 32 milioni di persone, dislocate nella ex Iugoslavia e nel Terzo Mondo, con la creazione di campi profughi, che nascono provvisori e diventano ben presto permanenti (di media un rifugiato impiega 17 anni per arrivare ad una collocazione stabile)
alla fine del 2007 il maggior numero di rifugiati si aveva tra le popolazioni afgane (Pakistan e Iran) e irachene (in Siria e in Giordania)
Campo per rifugiati ruandesi in ZaireCampo per rifugiati ruandesi in Zaire
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i flussi mondiali dei rifugiatii flussi mondiali dei rifugiati
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i flussi mondiali dei rifugiatii flussi mondiali dei rifugiati
Paesi di origine dei rifugiati e principali paesi d’asilo
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Un bel film: «Hotel Rwanda» (2005)Un bel film: «Hotel Rwanda» (2005)
In Ruanda,all'inizio degli anni '90, un milione di Tutsi è stato letteralmente massacrato dai rivali Hutu senza che la comunità internazionale facesse nulla, se non lasciare a poche forze dell'Onu il compito di un'interdizione di scarsa efficacia.
Si parla delle vicende di uno 'Schindler' africano, Paul Rusebagina, un africano direttore di un hotel di lusso, che riuscì a salvare più di 1200 persone grazie al coraggio personale e a un altruismo che gli impediva di veder morire la gente senza far nulla