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( venezi a ) MAGAZINE
MAGAZINE
ANNO III (YEAR 3) 2015NOVEMBRE DICEMBRE(N OVEM BER DECEM BER)
16
Venezia
SCOPRI LA VENEZIA CHE NON TI ASPETTI
TRAVEL VENICE LIKE A LOCAL
Detourism è i l nuovo magazine del la Città di Venezia,
per viaggiatori curiosi che amano le deviazioni dai sol iti percorsi ,
al la ricerca dei luoghi più original i , insol iti e segreti del la città.
Detourism is the new magazine of the City of Venice, for curious
travel lers who enjoy wander off the beaten path looking for the Venice
most unusual and secret places and discovering its original characters.
PERCHÉ DETOURISM?
WHY DETOURISM?
Perché Venezia è la città perfetta in cui perdersi .
Per un modo diverso di viaggiare.
Per vivere Venezia da veneziani .
Per scoprire un’altra Venezia.
Vi invitiamo a diventare deturisti ,
scoprire quel lo che le guide non dicono,
percorrere itinerari fuori dai luoghi comuni
e sperimentare incontri inaspettati .
Because Venice is the perfect place to get lost.
Travel l ing in a different way.
Experiencing Venice l ike a Venetian.
Discovering another Venice.
So ditch the itinerary and become a detourist,
find out what travel guides never tel l ,
and discover an unexpected Venice.
BUON DETOUR!
HAPPY DETOURING!
Ufficio Turismo Sostenibi le del la Città di Venezia
The Venice Office of Sustainable Tourism
( venezia ) MAGAZINE
BIMESTRALE ONLINE A CURA DIBI -M ON TH LY ON LI N E M AGAZI N EUffi ci o Turi smo Sosteni bi l edel l a Ci ttà di Venezi a
Redazione /Edi torsLuca Bi anchettoFrancesca PerottoSara RossiM arta Zardi noni
H anno col l aborato a questo numero/I n col l aborati on wi thM ari agrazi a Dammi cco, Roberto Rani eri ,Ri ccardo Ravegnani
Contatti /Contactsturi smososteni bi l e@comune.venezi a. i twww.venezi auni ca. i t/i t/turi smo_venezi awww.comune.venezi a. i t/turi smo
Progetto grafico /Graphi c desi gnmi mi cocodesi gn.com
seguici su / follow us onTurismo - Città di Venezia @DetourismVenice
AN N O I I I _2015numero 16NOVEMBRE / DICEMBRE
YEAR I I I _2015i ssue 1 6NOVEMBER / DECEMBER
I materi al i presenti i n questo magazi ne sono protettida di ri tto d’autore. È vi etata qual si asi ri produzi onetotal e o parzi al e senza l ’autori zzazi one formal edel l ’Uffi ci o Turi smo Sosteni bi l e del l a Ci ttà di Venezi ao senza ci tarne l a fonte.Al l materi al s publ i shed on thi s magazi ne are protectedby copyri ght. N one of the contents can be reproduced,nei ther i n whol e nor i n part, wi thout the wri ttenauthori zati on of the Offi ce of Sustai nabl e Touri sm ofthe Ci ty of Veni ce or wi thout ci ti ng the source.
ITINERARI DEL MISTERO/Haunted Venice
01
IL GIARDIN0DI THETIS/The Theti sGarden
MUSICA E TEATRO/M usi c & Theatre
05
GIOVANE ORCHESTRAMETROPOLITANA/Groggi a Theatre
FESTE VENEZIANE/Festi val s & Events
08
UN ANNO DITRADIZIONI/The greattradi ti onal festi vi ti es
LE PIETRE DI VENEZIA/The Stones of Veni ce
06
TRADIZIONIE CURIOSITÀ/Tradi ti onsand curi osi ti es
ARTE E LABORATORI/Art & Workshops
04
PERCORSI TATTILIALLA GUGGENHEIM/Tacti l e i ti nerari esat Guggenhei m
LA VENEZIA PIU VERDE/The greenest Veni ce
02
BIAGIO, IL MOSTRODI VENEZIA/Bi agi o, the M onsterof Veni ce
CUCINA VENEZIANA/Food & Wi ne
03
OMBRE E CICHETI/Veni ce Bacaro tour
NON SOLO GONDOLA/N ot onl y Gondol a
07
IL BRAGOZZO/The bragozzo
Tra i fatti criminali più
efferati della Serenissi-
ma un posto di primo
piano spetta alla macabra sto-
ria di Biagio el luganegher, che
le cronache ricordano come ilmostro di Venezia.La vicenda ebbe come sfondo
la Venezia del Cinquecento e
per protagonista un uomo –
Biagio detto el Cargnio perché
proveniente dalla Carnia – di
cui niente si conosce se non
che venne a cercar fortuna
nella Serenissima lasciando la
terra d’origine, dove i genitori
gli avevano ben insegnato a
preparare gli insaccati.
Biagio era un salsicciaio e
aveva casa e bottega in una
fondamenta a Santa Crocenei pressi di Campo San ZanDegolà . La sua locanda si
affacciava sul Canal Grande
di fronte al la Chiesa di San
Geremia. Qui i cl ienti giunge-
STORIA DIBIAGIO ELLUGANEGHER, ILMOSTRO DIVENEZIA/The Story ofBi agi o ell uganegher, theM onster of Veni ce
testo di/text by
Ri ccardo Ravegnani
Del seri a l ki l l er a nte l i ttera m e d eisu oi tru ci d el i tti resta m em ori an el l a fon d a m enta om on i m a , Ri vad i Bi a si o.
vano da tutti i sestieri per
gustare la specialità dellacasa: il mitico sguazeto, uno
spezzatino di carne conl’aggiunta di salsiccia econdito con spezie e aromivari . Anche in terraferma era
nota la locanda del lugane-
gher, come testimonia una
cronaca di fine XVI - inizi del
XVI I secolo che così ne parla:
“Nota che tutte le barche ve-
nivano da Mestrina arrivavano
all’hostaria di Biasio, hora
detta Riva di Biasio”. I migl iori
cuochi del la zona, nonostante
l ’ impegno, non riuscivano a
imitare i l sapore del prel ibato
sguazeto.
Biagio continuò per anni a go-
dere di gran fama, finché un
giorno un barcaiolo fece
un’orrida scoperta: sentendo
qualcosa di duro mentre
trangugiava la pietanza lo spu-
tò, accorgendosi che si trattava
I TINERARIDELMISTERO/H aunted Veni ce
01
( venezi a ) MAGAZINE
and seasoned with spices andvarious herbs. The lugane-
gher's inn was also famous on
the mainland - according to an
article written between the
16th and 17th centuries, the
following statement was
printed: “It must be said that
boats from all over Mestrina go
to Biasio's inn, now called Riva
di Biasio”. Even though they
tried hard, the best cooks of
the area were unable to repro-
duce the flavour of his famous
sguazeto.
Biagio's fame continued on for
many years, until one day a
boatman discovered some-
thing horrible: while he was
eating, he felt something hard
and spat it out. It was a littlemiddle finger with thefingernail still attached. Tryingto hide his disgust, the client
left his meal on the table say-
ing he would return imme-
diately, but went quickly to re-
port the fact. The secret
Among the most sava-
ge criminals in the
Serenissima, one of
the leading figures is Biagio elluganegher and his macabre
story. Chronicles remember
him as the monster of Venice.The incident happened in Ve-
nice in the 1500s, and the pro-
tagonist was a man called
Biagio, known as el Cargnio
because he came from Carnia,
but little is known about him -
he left his home town where
his parents taught him how to
cure meats, and went to the
Serenissima seeking fortune.
Biagio was a sausage makerand had a house and a shop
in a street near Campo SanZan Degolà, in the Santa Cro-ce area. His inn was in front of
the church of San Geremia,
overlooking the Grand Canal.
Clients came from all over, to
buy his specialities: the fa-
mous sguazeto, a meat stewwith sausage meat added,
In alto /at the top
Riva di Biasio, vicino a Campo San Zan
Degolà, nel sestiere di Santa Croce.
/Riva di Biasio, near Campo San Zan
Degolà, in the Santa Croce district.
Th e m em ori es of th e seri a l ki l l era h ea d of h i s ti m e a n d th e m u rd ersh e com m i tted , rem a i n wi th th e“fon d a m enta ” n a m ed a fter h i m :Ri va d i Bi a si o.
Sotto /at the bottom
Campo San Zan Degolà.
/Campo San Zan Degolà.
ingredient of Biagio's speciali-
ty was nothing else but the
flesh of children, he had
murdered.
Biagio was arrested by the
Quarantia Criminale (the ma-
gistrates of the time), and
confessed that in his back
shop, he was preparing and
hanging another supply of
meat to be used in his tasty
dishes.
The macabre discovery was
immediately associated with
the recent mysterious
disappearance of children in
that area and neighbourhood.
Venetian justice was merciless
in front of such violence: the
criminal was dragged by a
horse, from the dungeon to his
shop where his hands were cut
off, in front of an angry crowd.
His hands were then hung
around his neck, and he was
taken to St. Mark's square,
where he was beheaded
between the columns of San
Marco and San Todaro. Then,
as a warning to whoever
wanting to repeat the crime,
his body was cut into four pie-
ces, and left to decompose in
the main areas of the city, and
his house and shop were burnt
to the ground.
The address of “the house of
crimes” was lost over the
centuries. Its exact location
was forgotten when another
dwelling was built on the site.
However, the terror created by
the happening, carries on in
folk tales, and a stanza in the
19th century Canti pel popolo
veneziano (Venetian folk
poems) is exact evidence.
Poet Foscarini mentions a
> I TI N ERARI DEL M I STERO /H aunted Veni ce
di un piccolo mezzo dito contanto d’unghia ancoraattaccata. Tentando di vincere
la naturale ripugnanza, il cliente
lasciò il pasto sopra il tavolo di-
cendo che sarebbe tornato
subito e si recò di corsa a de-
nunciare l’accaduto. L’ingre-diente segreto della sua spe-cialità non era altro che carnedi bambini da lui stesso truci-dati. Una volta arrestato Biagio
confessò alla Quarantia Crimi-
nale (la magistratura dell’epo-
ca) di avere un’altra scorta di
carne che si stava frollando nel
retrobottega, pronta da impie-
gare nelle gustose pietanze.
La macabra scoperta fu asso-
ciata subito alle misteriose
scomparse di bambini che si
erano verificate in quella
contrada e nel vicinato negli
ultimi tempi.
La giustizia veneziana fu impla-
cabile di fronte a tanta vio-
lenza: il criminale fu trascinato
da un cavallo dal carcere alla
sua bottega, di fronte alla qua-
le gli furono tagliate le mani
davanti a una folla inferocita.
Con queste appese al collo fu
condotto in piazza San Marco,
dove fu decapitato fra le co-
lonne di Marco e Todaro. I l suo
corpo fu poi fatto in quattro
pezzi che furono lasciati impu-
tridire nei punti principali della
città come monito per
chiunque volesse emularne le
gesta, mentre casa e bottega
vennero rase al suolo.
Nei secoli si perse traccia della
casa dei delitti. Al suo posto ne
fu in seguito edificata un’altra
che ne fece scordare la precisa
collocazione. La memoria del
terrore suscitato dalla vicenda,
Bi bl i ografi a /Bi bl i ography:Gi useppe Tassi ni , Curi osi tàVenezi ane, 1 970Cl audi o Del l ’Orso, N eroVenezi ano, 2006.bl og.l abottegadi manuzi o.com
( venezi a ) MAGAZINE
In alto /at the top
La Chiesa di San Geremia che si
affaccia sul Canal Grande.
/The Church of San Geremia,
overlooking the Grand Canal .
mother strolling with her son
along Riva di Biasio. She was
overcome with terror as she
imagined the monster attacking
her putelo (meaning “child” in
the Venetian dialect).
Sulla Riva de Biasio l'altra sera /
On the Riva de Biasio, the other
evening
So andata col putelo a chiapar
aria, / I went with my son to get
some fresh air
Ma se m'a stretto el cuor a una
maniera / But I felt something
Che la mia testa ancora se za-
vària: /and my head started
spinning
Me pareva che Biasio col cortelo
/I could see Biasio using a knife
Tagiasse a fete el caro mio pu-
telo! /to cut my dear son in pie-
ces!
The horrible crimes were
committed in the Santa Croce
street area, and from that mo-
ment onwards, according to
tradition, the area was renamed
Riva di Biasio. A memory which
still makes you tremor when
you pass by.
però, restò vivido nella me-
moria popolare, e una strofa
ottocentesca contenuta nei
Canti pel popolo veneziano
ne è precisa testimonianza. I l
Foscarini così fa parlare una
madre che, passeggiando col
proprio figlio in Riva di Bia-
sio, è assalita dal terrore
immaginando il mostro infie-
rire sul proprio putelo:
Sulla Riva de Biasio l'altra sera
So andata col putelo a chia-
par aria,
Ma se m'a stretto el cuor a
una maniera
Che la mia testa ancora se
zavària:
Me pareva che Biasio col
cortelo
Tagiasse a fete el caro mio
putelo!
La fondamenta di Santa Cro-
ce che aveva fatto da sfondo
alle macabre azioni assunse
da allora, secondo la tradizio-
ne, la denominazione di Rivadi Biasio. Un ricordo che
ancora – al solo passaggio –
fa rabbrividire.
Era il 1997 quando
nel l ’area nord
del l ’Arsenale sorse
Thetis, il polo dedicato alletecnologie del mare a cui si
scelse di assegnare i l nome di
una divinità femmini le, la Ne-
reide madre di Achil le.
L'idea iniziale era scaturita
dal la tesi di laurea del l ’archi-
tetto Antonietta Grandesso,
oggi Responsabile degl i
Eventi cultural i e Mostre, che
proponeva un progetto diriutilizzo scientifico e cultu-rale di quella che è conside-rata la maggiore fabbricanavale del mondo.Dal XI I secolo l'Arsenale ri-mase attivo fino ai primi de-cenni del Novecento arri-
vando ad estendersi su 46
ettari . Attualmente ospita
ancora alcune attività del la
Marina Mil itare ed esposizio-ni della Biennale che inco-
minciò nel 1980 ad uti l izzarne
la parte del le Corderie. Anco-
ra una volta, come spesso
accade a Venezia, è assoluta-
IL GIARDINO DITHETIS/The Theti sGarden
N atura e arte fra l e costruzi oniprotoi ndustri al i del compl essomonumental e del l ’Arsenal e./N ature and Art i n the Arsenal ecompl ex
Testo e foto di /byM ari agrazi a Dammi cco,Wi gwam Cl ub Gi ardi ni Stori ci Venezi a
mente inattesa la distesaverde che, fra le architetture inmattoni rossi dell’ArsenaleNovissimo, si presenta a chi
scende al la fermata ACTV
"Bacini" fuori dalle consueterotte turistiche.Pioppi e robinie cresciuti
spontaneamente accolgono il
visitatore mentre dei percorsi
nel l 'erba conducono ad una fi la
di capannoni.
Fin dal giardino si percepisco-
no i bagl iori del si lenzioso
specchio d'acqua del la Darse-
na Grande del l ’Arsenale su cui
si affacciano questi edifici sto-
rici , oggi sede di uffici ed
esposizioni d’arte di respiro
internazionale in un continuo
scambio fra ricerca tecnologi-
ca ed artistica.
Sul prato è un susseguirsi disculture ed installazionicontemporanee che si fondo-
no con la vegetazione:
macchie di rigogl iosi oleandri e
tralci di edera avvolgono la
gabbia conditional/unconditio-
nal di Angelo Bucarel l i ; sui sas-
LA VENEZIA PIÙ VERDE/The greenest side of Venice
02
In alto /at the top
Grandi macchie fiorite di albizia,
oleandro, melograno e rose accanto
alla scura struttura Off leash di
Montanelli.
/Large patches of flowers: albizia,
oleander, pomegranate and roses
beside the Montanel l i 's dark
structure Off leash.
In 1997, a centre dedi-cated to maritimetechnology was establ i-
shed north of the Arsenale.
I t was cal led “Thetis” - the
name of the goddess, who
was Achi l le's mother.
The in i tia l idea came from
Antonietta Grandesso's de-
gree thesis in Archi tecture
when she proposed a pro-ject for the scientific andcultural re-use of what wasconsidered back then, asthe world's biggest navalshipyard .Today Antonietta Grandes-
so is in charge of cu l tura l
events and shows.
The Arsenale was operati-ve from the 12th century tothe beginning of the 1900sand covered up to 46
hectares.
At the moment, i t i s home
to some of the I ta l ian Na-
vy's activi ties, and Biennaleexhibitions which started
using the Corderie section
in 1980.
Once again , as often
happens in Venice, the“green” zone in the Arse-nale Novissimo red brickarea is absolutely unex-pected, and away from theusual tourist routes , espe-
cia l ly to anyone getting off
at the ACTV “Bacin i ” stop.
The tourist comes upon
natura l ly-growing poplars
and black locusts, and
grass tracks lead up to a
row of warehouses.
Starting from the garden,
you can perceive the gleam
of the Darsena Grande's si-
lent mirror of water and the
historic bu i ld ings at the
Arsenale – today location
for offices, g lobal art exhi-
bi tions, and continual ex-
change between technolo-
g ica l and artistic research.
There is a succession ofsculptures and contempo-rary instal lations hiddenamong the vegetation : l u-
xuriant oleanders and ivy
vines cover Angelo Buca-
si i Paralleli vertebrali di Re-
nato Meneghetti sembrano
tronchi di palme; evoca uno
sbarco il modulo Off leash
con il container ricoperto da
ghiaia di riciclo di Arturo
Montanel l i ed i randagi di
Velasco Vital i .
Spicca fra cespugl i di ro-
smarino e rose scarlatte i l
blu intenso del la Casa cielo
di passaggio di Mario Botti-
nel l i Montandon, adibita a
garitta per i l custode nei
pressi di un grande cancel lo.
In diversi angol i del giardino
le Pietre sonore di Pinuccio
Sciola in granito e basalto
invitano a sfiorarne le pro-fonde incisioni per offrirepositive vibrazioni tattili eduditive.Le imponenti Sentinelle di
Beverly Pepper sembrano
vegl iare sul l ’Uomo che misu-
ra le nuvole del belga Jan
Fabre: in cima ad un tetto,
proteso verso il cielo, è i l
simbolo di questo spazioespressione del coraggio di
In alto /at the top
Alcune Pietre sonore in granito e
basalto di Pinuccio Sciola. photo:
Thetis
/Pinuccio Sciola's granite and basalt
Pietre sonore.
Sotto /at the bottom
L'Uomo che misura le nuvole, in ci-
ma a un tetto, del belga Jan Fabre.
/Jan Fabre's Uomo che misura le
nuvole, on the top of a roof.
photo: Thetis
> LA VEN EZI A PI Ù VERDE /TH E GREEN EST SI DE OF VEN I CE
rel l i 's Conditional/uncondi-
tional; Renato Meneghetti 's
Paralleli vertebrali seem l ike
palm trunks on the stones;
Arturo Montanel l i 's Off lea-
sh's conta iner covered with
recycled gravel and Velasco
Vita l i 's strays recal l a
land ing .
The intense blue of Mario
Bottinel l i Montandon's Casa
cielo di passaggio, now used
as a guardhouse near a big
gate - stands out among
the rosemary bushes and
the scarlet roses.
I n various corners of the
garden, Pinuccio Sciola 's
grani te and basal t Pietre so-
nore invi te you to touchtheir deep incisions offe-ring positive tacti le and au-ditive vibrations .Beverly Pepper's imposing
Sentinelle seem to watch
over Jan Fabre's Uomo che
misura le nuvole: from the
top of a roof, reaching to
the sky, is the symbol ofthis space, an expression of
chi lavora con metodo perrealizzare i propri sogni .Al centro del parco La
Quercia di Joseph Beuys,
piantata nel 2007 da Lucre-
zia De Domizio Durini , richia-
ma le 7.000 querce piantate
nel 1977 a Kassel dal grande
maestro tedesco che dedicò
la propria vita al migliora-mento dell’uomo e allasalvaguardia della natura .Un'altra quercia, simbolo di
rinascita, al centro del Terzo
Paradiso di Michelangelo Pi-
stoletto: è un'instal lazione
creata nel 2014 che evoca ilsimbolo matematicodell’infinito, luogo di rigene-
razione e partecipazione, me-
tafora di una nuova crescita.
Recentemente altre piante
dal la forte valenza simbolica
sono approdate al giardino
Thetis grazie al la col labora-
zione con il Wigwam ClubGiardini Storici Venezia e lacooperativa sociale Laguna
the courage of he whoworks with a way to fulfi lhis dreams.I n the centre of the park is
Joseph Beuys' La Quercia,
planted in 2007 by Lucrezia
De Domizio Durin i . I t recal l s
the 7,000 oaks planted in
Kassel in 1977 by the
important German maestro
who dedicated his l i fe to the
betterment of mankind and
conservation of nature.
Another oak, symbol of re-
birth , in the middle of Terzo
Paradiso di Michelangelo Pi-
stoletto created in 2014: the
insta l l ation that evokes the
mathematica l symbol for
infin i ty, a place for regene-
ration and participation,
metaphor of a new growth.
Recently, thanks to a col la-
borative project with theWigwam Club Giardini Sto-rici Venezia and the socialcooperative Laguna fiorita ,other plants/trees have
Accanto /on the left
Attività svolte nel corso della
giornata "Giardino Thetis, il Terzo
Paradiso. Un orto giardino per la
città" animata dal Wigwam Club
Giardini Storici in occasione di
"Arsenale aperto" del 25 aprile 2015.
/Activities for chi ldren during the
"Giardino Thetis, i l terzo Paradiso.
Un orto giaridno per la città" day,
organized by Wigwam Club Giardi -
ni Storici Venezia, held on 25th Apri l
2015, on the occasion of the Arse-
nale Open Day.
fiorita : due bagolari , in ono-
re del l 'albero più diffuso neiparchi della città , nel l 'ambi-
to del progetto Venezia è un
giardino; e una piccola
quercia, A contemporay
pilgrimage, nata dai semi
del le querce di Kassel e
coltivata in Scozia, successi-
vamente portata a piedi in
laguna dal l 'artista Anthony
Schrag.
Uno spazio accogl iente e vi-
vo abitato da sempreverdi
al lori , l igustri e cedri del Li-
bano accanto ad aceri , ba-
been planted in the Thetis
garden: two European nettle
trees, the most commonlyfound tree in the city'sparks - due to the “Venezia è
un giardino” project; and a
l i ttle oak, A contemporary
pilgrimage, germinated from
some of Kassel 's oak seeds,
that he grew in Scotland ,
and afterwards taken to the
lagoon area by artist, Antho-
ny Schrag .
A welcoming , l ively space
with evergreen bay trees,
privets and Lebanese cedars
> LA VEN EZI A PI Ù VERDE /TH E GREEN EST SI DE OF VEN I CE
A destra /at the right
La giovane quercia piantata al
centro del Terzo Paradiso di
Michelangelo Pistoletto.
/The young oak in th emiddle of the
terzo Paradiso di Michelangelo
Pistoletto. photo: Thetis
Al centro /in the middle
Un percorso fra spazi erbosi in cui è
possibile sostare all'ombra di
bagolari.
/A path between grassy areas where
you can rest in the shade of
hackberry trees.
> INFORMAZIONI UTILI//Useful i nformati on
Come arrivare/How to get
Vaporetti ACTV FermataBacini , l inee 4.1 , 4.2, 5.1 , 5.2o dal la Tesa 105 del l 'Arse-nale./ ACTV “Bacini” stop - lines
4.1,4.2,5.1,5.2or fromtheTe-
sa 105.
Orari di apertura/Opening hours
I l g iardino di Thetis èaperto al pubbl ico dal lu-nedì al venerdì dal le 10.00al le 17.30. Chiuso sabato edomenica./The Thetis garden is open
from Mondays to Fridays,
from 10 am to 5.30 pm.
Closed on Saturdays and
Sundays.
Informazioni /Contacts
Thetis S.p.A.Castel lo,Arsenale Novissimowww.thetis. i tspaziothetis@thetis. i t
Wigwam Club GiardiniStorici Veneziawww.giardini-venezia. it
giardini .storici .venezia
@gmai l .com
+39 388 4593091
Da leggere, per farsi guidare/Reading suggestions
before you go
Mariagrazia Dammicco,Guida ai giardini di Venezia/A Guide to the Gardens of
Venice, foto di Gabriele Ko-stas, La Toletta Edizioni ,Venezia 2013 e 2014.
golari , albizie, alberi di Giu-
da, lagerstroemie, pruni e
melograni che nel passare
del le stagioni cambiano
aspetto. Fioriture di spirea,
cal l istemon, sambuco, pitto-
sporo e rose aggiungono
colore e profumi.
Un ambiente popolato
anche da numerosi uccel l i
che qui volano indisturbati .
Uno spazio dove cittadi-nanza e turisti possonopasseggiare, meditare, so-stare sull'erba . Nel rispettodel le opere d'arte, del l 'uomo
e del la natura.
near maples, European
nettle trees, a lbizias, Judas
trees, crape myrtles, plum
and pomegranate trees that
change appearance with the
passing of the seasons. Spi-
reas, bottlebrushes, elder
trees, pi ttosporums and ro-
ses add colour and perfume.
An environment fu l l of nu-
merous birds that fly about
undisturbed.
A space for residents andtourists to strol l , meditate,and stay on the grass.Respecting works of art,
man and nature.
Venezia e il vino hanno
uno stretto rapporto,
da sempre. Ci giungo-
no notizie antichissime sulla
coltura della vite nelle nostre
zone (nell’area dell’attuale
Concordia Sagittaria la pianta
era coltivata già nel 40 a.C.).Sul particolarissimo terroirsalmastro delle isole della La-guna non sono mai mancati i
vigneti, ma la pianta si coltiva-
va anche in centro città, come
testimoniano i nizioleti (cioè i
toponimi scritti sui “lenzuolini”
delle strade veneziane), tanto
per fare un esempio “San
Francesco della Vigna”.
Inoltre i vini provenivano
naturalmente dai possedi-
menti del la Repubbl ica Sere-
nissima in terra ferma, un Ve-
neto ancora oggi
particolarmente vocato a
questa produzione e, come
se non bastasse, venivano
importati dal l 'Europa sudo-
rientale (la Malvasia) e dal la
Grecia (l ’Aleatico).
C’è da chiedersi dove si consu-
OMBRE ECICHETI. UN GIRODE BACARI CONPIERANGELOFEDERICI/Ci cheti and wi ne:Veni ce food tourwi th Pi erangel oFederi ci"I venezi ani hanno nel carattere uni mmenso fondo di gi oi a; i l l oropeccato capi tal e è l a gol osi tà, ma unagol osi tà ci arl i era e vi va."George Sand (pseudoni mo del l ascri ttri ce Aurore Dupi n 1 804-1 876).
Testo di /byPi erangel o Federi ci (*)foto di /photographs byVenezi ani a Tavol awww.facebook.com/veneziani .a.tavola
masse tutto questo nettare degli
dei…Si poteva bere ai “bastioni”,
dove si smerciava soltanto vino,
oppure nelle “furatole”, nego-
zietti per popolani dove veniva
servito anche pesce fritto.
Oppure si poteva scegliere i
“magazeni” che erano mescite di
vino, ma anche una sorta di
monte dei pegni dove venivano
concessi “mutui” in cambio di
effetti (il prestito veniva erogato
per due terzi in denaro e il rima-
nente in vinaccio detto “vin da
pegni”).
Infine eccoci alle “osterie” (chia-
mate “bàcari” o “bàcareti”, non
da Bacco, ma da “far bàcara”
cioè festeggiare), dove fi-
nalmente si poteva e ancora
oggi si può bere più che de-
centemente, tant’è che sono
state assai apprezzate, nel ‘700da Carlo Goldoni, nel ‘800 daRichard Wagner e poi da tuttinoi veneziani e dai turisti curiosiin stile slow come Ernest He-mingway. Tutti sanno che il
bicchiere di vino a Venezia si
chiama “ombra”, questo perché
LA STORIA DI VENEZIA
COTTA A PUNTINO/Veni ce's cul i nary hi story
03
Venice and wine has
always had a tight re-
lationship. We have
very old information on gra-
pe vine growing in our area
(it was already growing in
40BC in the Concordia Sa-
gittaria area).
There have always been vi-neyards on the salty lands ofthe lagoon islands, and gra-pes were also grown in thecentre of the city, as stated
by the nizioleti (thin bed
sheets - i .e. place/street na-
mes written or painted in
special rectangular sha-
pes/frames forming real fre-
scos). “San Francesco del la
Vigna” is an example. In
addition, wines normal ly ca-
me from Serenissima land-
holdings on the mainland. An
area that is sti l l today dedi-
cated to this type of pro-
duction, and as if it weren't
enough, Malvasia was
imported from south-eastern
Europe, and Aleatico from
Greece. I t would be normal
to ask, how was it al l being
consumed? One could drink
at “bastion” where only wine
was being sold, or in “furato-
le” i .e. very smal l popular
shops where fried fish was
also served. Or one could
opt for “magazeni” which
were wine bars and even
sorts of pawn shops where
“loans” were granted in ex-
change of items (two-thirds
of the loan was given in cash
and the rest in a low-qual ity
wine cal led “vin da pegni” i .e.
pawn wine). Final ly we come
to the “osterie” (inns) cal led
“bàcari” or “bàcareti” (not
cal led after Bacchus, but
from the expression “far bà-
cara” i .e. to celebrate) where
even today one can sti l l get a
decent glass of wine. In the1700s, it was appreciated byCarlo Goldoni, in the 1800sby Richard Wagner, then byall us Venetians, and by cu-
rious “slow” style tourists l ike
Ernest Hemingway. Everyone
knows that in Venice a glass of
"The Veneti an personal i ty i s j oyful ;thei r mai n defect i s thei r greedi ness,but i t's a fri endl y l i vel y greedi ness."George Sand (Aurora Dupi n's nom depl ume 1 804-1 876).
una volta veniva venduto esorseggiato perfino ai piedidel campanile di San Marco(detto “el paron de casa”), con
gli osti che spostavano i loro
chioschi seguendone l’ombra
per mantenere la bibita fresca.
Una tale quantità onnipresente
di bevande alcoliche ha pru-
dentemente suggerito di
accompagnare il “giro de
ombre” (tipica passeggiata se-
rale) con una scelta pressoché
infinita di prodotti tipici del bà-
caro, i "cichéti" (dal latino
“ciccus”, piccola quantità). Per
non far ubriacare i clienti, gliosti veneziani si sonoinventati la formula ante litte-ram dello street food. Ecco
che, seguendo le stagioni e la
reperibilità, compaiono sui
banchi i “folpeti” (moscardini
lessi), le “castraure” (spettaco-
lari primizie del carciofo vio-
letto dell’isola di Sant’Erasmo),
i crostini di “bacalà mante-
cato”, le “sarde in saor”
wine is known as “ombra” (sha-
de) because once upon a time,
it was sold and sipped whilestanding at the foot of St.Mark's bell tower (known as “el
paron de casa” i.e. the host).
Vendors moved their stalls/kio-
sks and followed the shade to
keep the drinks cool! Such an
ever-present quantity of alcohol
wisely evoked the consumption
of local bàcaro products - “ci-
chèti” (latin “ciccus” - a small
quantity) during the evening
pub stroll called “giro de
ombre”. To keep clients sober,
Venetian vendors that were
ahead of their time, invented atype of street food. So,
according to seasons and avai-
lability, the following cichèti
appeared on the stalls: “folpeti”
(boiled octopus), “castraure”
(early season, violet-coloured
baby artichokes from the island
of Sant’Erasmo), croutons with
“bacalà mantecato” (creamy
salted codfish), “sarde in saor”
(*) Pi erangel o Federi ci , venezi ano,di mesti ere fa i l pubbl i ci tari ocopywri ter, per passi one i l gourmet.H a creato campagne pubbl i ci tari eper i mportanti marchidel l ’enogastronomi a i tal i ana, ti eneda anni una rubri ca di i ntervi ste eri cette dedi cate sul mensi l e Venezi aN ews, scri ve per “Venezi ani aTavol a” e al cuni bl og i nternazi onal i .
> LA STORI A DI VEN EZI A COTTA A PUN TI N O /VEN I CE'S CULI N ARY H I STORY
(emblema della cucina fusion
veneziana), le verdure fritte, i
salumi, i formaggi, tutte le
parti del quinto quarto dal “ru-
megal” (bocconcini di rumine
bovino), alla “spienza” (milza
di vitello), dalla “trippa rissa”
(bollita con aromi) ai “nerveti”
(rigorosamente con cipolla
cruda).
In tempi, anche recenti, si so-
no creati autentici miti locali,
come il mistero sulla bontà se-
greta delle polpettine di
qualche osteria o dello
“scartosso de pesse”, la tipica
frittura veneziana take away.
Potrei raccontarne a centinaia,
senza considerare le composi-
zioni estemporanee dovute
all’estro dell’oste o i “tramezzi-
ni” che animano autentiche
dispute tra estimatori.
Però, ciò che accomuna que-
ste piccole delizie, è la pratici-
tà del cibo consumato in ma-niera informale, mai da soli, inpiedi e senza l’uso di posate,perché il “cichéto” deve lascia-
re sempre una mano libera per
il bicchiere: “l’ombra de vin”!
(tasty sardines) - an emblem of
Venetian fusion cooking, fried
vegetables, cured meats, va-
rious cheeses, all the parts of
quinto quarto (i.e. offal) from
the “rumegal” little pieces of
beef rumen), “spienza” (calf
spleen), “trippa rissa” (herb-fla-
voured boiled tripe) “nerveti”
(nerves served with raw onion).
In more recent times, local my-
ths have been created – like the
mystery about the flavoursome
meatballs of a certain osteria or
of the “scartosso de pesse” (ty-
pical Venetian fried fish takea-
way). I could tell you hundreds
of stories, without considering
the improvised compositions
due to inspirations, innkeepers
or even the “tramezzini” or
sandwiches enlivening discus-
sions among connoisseurs. Ho-
wever, what they all have in
common, is that this food canbe consumed informally, neveralone, always standing up andwithout cutlery, because with a
cichèto you must always have a
hand free for a glass of wine:
“l'ombra de vin”!
(*) Pi erangel o Federi ci , a Veneti an,i s by professi on a copywri ter and bypassi on a gourmet. H e has createdad campai gns for bi g I tal i an wi neand food brands, has had a col umn(publ i shi ng i ntervi ews and reci pes)i n the monthl y magazi ne Venezi aN ews for years and wri tes for“Venezi ani a Tavol a” and a numberof i nternati onal bl ogs.
> LA STORI A DI VEN EZI A COTTA A PUN TI N O /VEN I CE'S CULI N ARY H I STORY
Doppio senso:percorsi tattilialla CollezionePeggyGuggenheim/Doubl e Sense:tacti l e i ti nerari esat the PeggyGuggenhei mCol l ecti on
ARTE E LABORATORI/Art and workshop
04
Le opere d’arte non si
possono toccare, è una
regola di base ma alla
Collezione Peggy Gugge-
nheim esiste l’eccezione, gra-
zie all ’innovativo progetto
“Doppio senso: percorsi tattil i
alla Collezione Peggy Gugge-
nheim”: un percorso di acces-
sibil ità dedicato al pubblico
con disabilità visive che attra-
verso il senso del tatto porterà
alla conoscenza di alcuni
capolavori collezionati dalla
mecenate americana, ripro-
dotti in ril ievo su tavolette in
resina.
In occasione di quattro
appuntamenti, che si svolge-
ranno presso la collezione tra
fine ottobre 2015 e gennaio
2016 (31 ottobre, 14 novembre,
12 dicembre, 9 gennaio, a
partire dalle 15), visitatori non
vedenti e ipovedenti, ma
anche vedenti, saranno invitati
a prendere parte a percorsi
tattil i guidati che permette-
ranno loro di fruire sia di alcune
opere della collezione perma-
nente (“Ritratto di Frau P. nel
Sud” di Paul Klee, “Verso l'alto
(Empor)” di Vasily Kandinsky, e
“Giovane donna a forma di fio-
re” di Max Ernst) che di due
capolavori della mostra tempo-
ranea V.S. Gaitonde. Pittura co-
me processo, pittura come vita.
Gli incontri si articolano in due
momenti: si comincia con una
visita tattile con Valeria Bottali-
co, ideatrice e curatrice del
progetto, e successivamente
segue un laboratorio condotto
dall’artista non vedente Felice
Tagliaferri. I lavori analizzati du-
rante i quattro appuntamenti
saranno tradotti in ril ievo e
accompagnati da schede
tecniche descrittive redatte in
Brail le e in carattere grafico ad
alta leggibilità. I testi delle
schede saranno inoltre accessi-
bili anche come file audio scari-
cabili all ’interno di una sezione
del sito del museo, apposita-
mente dedicata e consultabile
dai non vedenti. I l progetto
prevede la formazione dello
staff del museo preposto
all’accoglienza, ai servizi per i
visitatori, allo shop, alle attività
( venezi a ) MAGAZINE
In alto/at the topPalazzo Venier dei leoni.
S
Works of art cannot be
touched. It's a basic
rule, but the Peggy
Guggenheim Collection is the ex-
ception to the rule, thanks to the
innovative project "Double Sense:
tactile itineraries at the Peggy
Guggenheim Collection": a path-
way of accessibility dedicated to
people with visual impairments
which will bring them the expe-
rience of some of the masterpieces
collected by the American patron
via the sense of touch, reproduced
in relief on resin tablets.
During the course of four events,which will take place betweenthe end of October 2015 and Ja-nuary 2016 (October 31, No-vember 14, December 12, Janua-ry 9, starting at 3p.m.), visitorswho are blind or visually-impai-red - and also those who aresighted - will be invited to join usalong guided tactile paths thatwill allow all to enjoy some of theworks from the permanentcollection ("Portrait of Frau P. inthe South" by Paul Klee, "Up-ward” (Empor) by VasilyKandinsky, and "Young woman
in flower shape" by Max Ernst)and two masterpieces fromthe temporary exhibition VSGaitonde. Pittura come pro-cesso, pittura come vita.(Painting as a process;painting as life). The eventsare structured in two parts:they commence with a tacti -le tour accompanied by Vale-ria Bottalico, creator and cu-rator of the project, and arefollowed by a workshop heldby the blind artist Felice Ta-gliaferri. The works analysedduring the four events will betranslated into reliefs andaccompanied by technicaldescriptions written in Brail leand high-legibility text. Thedescriptions of the works willalso be available as downloa-dable audio files within asection of the museum'swebsite, dedicated specifi -cally for and to be consultedby visually-impaired people.The project involves the trai -ning of museum staff re-sponsible for reception, visi -tor services, the shop,
In alto /at the top
laboratorio/workshop
> ARTE /Art
Un museo per tutti ? Succede aVenezi a, dove l e porte diPal azzo Veni er dei Leoni siaprono per far sì che i l suopatri moni o arti sti co possaessere sempre pi ù accessi bi l e.
educational activities, publi -shing and communication. Thisconstitutes a new experimentalpath, born with the aim of pro-moting the social and edu-cational role of the museum asa meeting place, as well as ex-ploiting its immense culturalheritage, making it accessibleto all, in line with the mission ofthe Peggy GuggenheimCollection: to contribute to theknowledge and disseminationof modern and contemporaryart in Italy and around theworld. The initiative is also partof a sensitization process of en-joyment through touch as ano-ther learning experience, inaccordance with Article 30 ofthe UN Convention on theRights of Persons with Disabili -ties: "Nations recognize theright of persons with disabilitiesto take part on an equal basiswith others in cultural l ife [..] "Inparallel with the four dates ofguided tours and workshops,children aged 6 to 12 years willhave the opportunity to parti -cipate in four Sunday
educative, ai progetti edito-
riali e alla comunicazione. Un
percorso sperimentale, nuovo
che nasce con l’obiettivo di
promuovere il ruolo sociale ed
educativo del museo come
luogo di incontro nonché di
valorizzare il suo immenso
patrimonio culturale ,
rendendolo accessibile a tutti,
in linea con la “mission” della
Collezione Peggy Gugge-
nheim, ovvero di contribuire
alla conoscenza e alla diffu-
sione dell’arte moderna e
contemporanea in Italia e nel
mondo. L’iniziativa avvia oltre
sì un processo di sensibilizza-
zione alla fruizione attraverso
il tatto, intesa come espe-
rienza conoscitiva altra, ri-
spondendo così all ’articolo 30
della Convenzione ONU per i
diritti delle persone con disa-
bilità "Gli Stati riconoscono il
diritto delle persone con disa-
bilità a prendere parte su base
di uguaglianza con gli altri alla
vita culturale [..]”
Contestualmente ai quattro
appuntamenti di visite guidate
( venezi a ) MAGAZINE
In alto e nel la pagina precedente
/at the top and on the previous page
laboratorio/workshop
A museum for everyone? I thappens i n Veni ce, wherethe doors of the Pal azzoVeni er dei Leoni open sothat the ci ty's arti sti cheri tage may be ever moreaccessi bl e.
workshops at the PeggyGuggenheim Collection, whi-ch are part of the Kids Dayprogramme, led by Felice Ta-gliaferri (November 1 & 15, De-cember 13 and January 10,from 3 to 4.30p.m.). All eventsare free and take place at thePeggy Guggenheim Collection(Dorsoduro 701, Venice), whi-ch can be reached as follows:From Piazzale Roma or therailway station: water bus line2, direction Lido (disembark atAccademia), or water bus line1, direction Lido (disembark atAccademia or Salute);From St. Mark's Square: waterbus line 2, direction PiazzaleRoma (disembark at Accade-mia); or water bus line 1, di -rection Piazzale Roma(disembark at Salute or Acca-demia).For information, email doppio-
senso@guggenheim-venice.it.
For reservations, telephone
0412405401/444. Lines are open
from the Monday before each
event.
e laboratori, i bambini dai 6 ai 12
anni avranno l’occasione di parte-
cipare a quattro workshop dome-
nicali alla Collezione Peggy
Guggenheim, che si inseriscono
nella programmazione dei Kids
Day, sempre condotti da Felice
Tagliaferri (1 -15 novembre, 13 di-
cembre, 10 gennaio, dalle 15 alle
16.30).
Tutti gli appuntamenti sono
gratuiti e si svolgono alla Collezio-
ne Peggy Guggenheim (Dorso-
duro 701, venezia), raggiungibile
da Piazzale Roma o Ferrovia: va-
poretto linea 2, direzione Lido,
fermata Accademia. vaporetto li-
nea 1, direzione Lido, fermata
Accademia o Salute.
Da Piazza San Marco: vaporetto
linea 2, direzione Piazzale Roma,
fermata Accademia.
vaporetto linea 1, direzione
Piazzale Roma, fermata Salute o
Accademia.
Per informazioni: doppio-
senso@guggenheim-venice.it; per
prenotazion, apartire dal luned'
precedente ciascun appunta-
mento, tel. 0412405401/444.
Una delle parole d'uso
e abuso più comune,
quando si declinano
le scelte di indirizzo culturale
di un'Amministrazione
pubblica, è sicuramente "de-
centramento"; idea non nuo-
va, fatta propria con forza in
questa fase dal nuovo indi-
rizzo politico comunale, per la
quale nel rapporto fra luogo e
offerta il primo preserva un
legame prezioso fra cittadi-
nanza e territorio, rispetto alla
funzione attrattiva a senso
unico di un "centro" rispetto
alla periferia.
Un'idea di ulteriore apertura,
insomma, la cui attuazione
può avvenire anche in un
ambito non fatto di luoghi fi-
sici, ma fecondamente
simbolico: specie in un conte-
sto come quello veneziano,
ove l'esistenza di un "centro"
sembra oscillare cronica-
mente fra un polo storico di
attrazione planetaria, in lagu-
na, e i nervi vitali del suo
raccordo economico e
funzionale, in terraferma. I l
NASCE LAGIOVANEORCHESTRAMETROPOLITANAThe M etropol i tanYouth Orchestrai s born
Una si nergi a fra i l Comune di Venezi ae l a Rete degl i I sti tuti ad i ndi ri zzomusi cal e del l a Provi nci a ri l anci a uni ncroci o vi rtuoso fra offertaconcerti sti ca e atti vi tà di datti ca, perfar crescere nuovi gi ovani musi ci sti eoffri re nuovi sti mol i al pubbl i coteatral e dei concerti .
decentramento culturale può
aver luogo in effetti anche
quando il "centro" fisicamente
non si sposta, ma irradia uno
stimolo benefico su attività che
insistono altrove, diversamente
e autonomamente radicate in
un territorio più vasto. È il caso,
per esempio, di un'istituzione
culturale come il Teatro Toniolo,sicuramente "centrale" nell'ani-
ma di terraferma del Comune di
Venezia, rispetto all'arcipelago
di organismi scolastici attivi nel
circondario. Di qui l'idea e
l'opportunità di mettere in piedi
un progetto come Iosuonomu-
sica, operando una sinergia fra
la Direzione attività e produzio-
ni culturali del Comune di Ve-
nezia, gestore pubblico del
Teatro Toniolo, e la Rete degli
Istituti a indirizzo musicale della
Provincia, in un incrocio virtuo-
so fra i rispettivi ambiti d'azio-
ne. Sullo sfondo, una partita
comune: quella di rilanciare lamusica "colta", almeno in que-
st'ambito territoriale, come
esperienza estetica e formativa
di primo livello, rispetto a un
MUSICA E TEATRO/Music & Theatre
05
( venezi a ) MAGAZINE
One of the most
commonly-used
words when refusing
a “cultural ” publ ic school
education is surely “de-
central ization” - not a new
idea, obviously done with
certainty when choosing a
new orientation influenced
by counci l administrative
pol icies - for which, in the
relationship between place
and offer, the first maintains
a precious connection
between citizens and terri-
tory, respecting the uni late-
ral offer/function of a
“centre” rather than an
organization situated in the
outskirts.
Anyhow, the idea of a further
opening is possible in a symbo-
l ic situation i .e. not in physical
surroundings but in fru itfu l ly
symbol ic ones: especial ly in
the Venetian context, when
the existence of a “centre”
seems to sway seriously
between a worldwide histori-
cal ly-attractive centre in a la-
goon area, and the vital nerves
of its economic and functio-
nal l ink to the mainland.
Cultural decentral ization can
effectively take place even if
the “centre” does not physi-
cal ly move, but emits a bene-
ficia l stimulus to activities that
are differently and autonomou-
sly rooted elsewhere in a va-
ster terri tory.
For example, this is the case,
with the Toniolo Theatre, acul tural insti tution, most
certainly “central ” on the Ve-nice mainland with respect to
the many vibrant scholastic
opportunities in the whole
district. From this was born a
precious hybrid among the re-
spective fields of action; the
idea and opportunity of setting
up a project l ike Iosuonomu-
sica, activating synergy
between the counci l 's cul tural
production and activities ma-
nagement - publ ic manager of
the Toniolo Theatre, and the
Network of music-teaching
insti tutes in the Province.
A common aim in the
background: to relaunch
/A synergy between the City of Veniceand the Network of music-teachinginstitutes in the Province relaunches avirtuous hybrid obtained from concertoffers and didactic activities,permitting the growth of new youngmusicians and offering newexcitement to concert-fol lowing publ ic.
panorama di sollecitazioni
globali orientato, oggi, in
tutt'altre direzioni. Obiettivo
ambizioso, che nelle scuole
interessate punta ad
affiancare alla didattica uncircuito di attività concrete,per mettere alla prova in unteatro vero la prassi del faremusica insieme; non trala-
sciando d'altra parte l'altro
versante della scommessa, e
cioè l'ampliamento e il ri-
cambio generazionale del
pubblico che ascolta musica
dal vivo a teatro, i cui numeri
nel corso degli anni mostra-
no un'erosione apparente-
mente inarrestabile. Ecco
quindi l'idea di creare un
"ponte" virtuoso fra Teatro eScuole, grazie anche alla me-
diazione organizzativa di
un'associazione culturale di
lunghe tradizioni, come gli
“cultural” music, at least in a
terri toria l setting, as a beginning
to an aesthetic and educatio-
nal experience with respect to
an overview of global requests
that are today oriented in
completely different directions.
An ambitious objective, which,
in the schools involved, aims to
flank educational activities wi-
th a circuit of concrete activi-
ties, in order to try out the pro-
cedure of making musictogether in a real theatre.On the other hand, not igno-
ring the other side of the bet –
i .e. the generational widening
and change of a theatre-goingpublic l istening to 'l ive' music,but whose numbers over the
course of the years are appa-
rently continual ly decreasing.
Hence, the idea of creating avirtual “bridge” betweenTheatre and Schools , thanks to
M USI CA> M USI C
Sotto
/at the bottom
Facciata esterna del Teatro Toniolo.
/Toniolo Theatre.
( venezi a ) MAGAZINE
Amici della Musica di Mestre,
con la supervisione di una star
dello strumentismo interna-
zionale come il violoncellistaMario Brunello. Prende vita un
laboratorio musicale volto alla
creazione di una GiovaneOrchestra Metropolitana(GOM), ove decine di ragazzida tutta la provincia sono
chiamati a vivere l'esperienza
di costruzione di un ensemblestrumentale, in funzione diun'esibizione in un teatroprestigioso come il Toniolo;d'altra parte anche il teatro"entra" nelle scuole a parlare
di musica, grazie alle opportu-
nità d'incontro con i grandi
protagonisti della stagione
concertistica, ed ulteriori
incontri di approfondimento
ispirati alle proposte d'ascolto
in calendario. La squadra dei
docenti si presenta con
Pierluigi Piran ai pianoforti ,
Alessandro Terrin ai legni ,
Giovanni Montalto al le
trombe, Eugenio Tiano ai
tromboni , Francesco Corso
al le percussioni , Alessandra
Trentin al le arpe, Antonel la
De Nardis al le chitarre, Luca
Penzo ai viol ini , Donatel la
Colombo ai violoncel l i ; la di-
rezione finale del l 'ensemble
è affidata al l 'esperienza e
al l 'entusiasmo di Pierluigi Pi-
ran. Dopo i laboratori tenuti
presso un altro teatro comu-
nale cittadino, i l Momo,
l 'orchestra dà appunta-
mento ai residenti e agl i
ospiti del la città al Toniolo, i l10 aprile 2016 , in un
omaggio sonoro apertoall'intera città .
the organizational mediation
of a long-standing cultural as-
sociation, l ike the Amici della
Musica di Mestre supervised
by Mario Brunello, aninternational instrumentalistand violoncello player.A musical workshop intended
for the creation of a youngmetropolitan orchestra calledGiovane Orchestra Metropoli-
tana (GOM), where young peo-ple from all over the Veniceprovince are cal led upon to l i -
ve the experience of
constructing an instrumentalensemble, to perform in a pre-stigious theatre like the To-niolo Theatre.On the other
hand, even the theatre “goesinto” the schools to talk aboutmusic, thanks to the opportu-
nity of meeting stars of the
concert season, and other
meetings for more detai led “l i -
stening” studies related to acti -
vities on the already-organi-
zed “concert” programme.
The teaching staff includes
Pierlu ig i Piran (piano); Ales-
sandro Terrin (woodwinds);
Giovanni Montal to (trumpet);
Eugenio Tiano (trombone);
Francesco Corso (percussion);
Alessandra Trentin (harp);
Antonel la De Nardis (guitar);
Luca Penzo (viol in); Donatel la
Colombo (violoncel lo); Pierlu i -
g i Piran – being the enthusia-
stic and experienced ensemble
conductor. After workshops
held at Momo, another city
theatre in the counci l area, the
orchestra invtes al l ci ty resi-
dents and guests to be pre-
sent on 10th April , 2016 for a
musical homage.
In alto
/at the top
Mario Brunello, direttore artistico
della Stagione dei Concerti al Teatro
Toniolo.
/Mario Brunel lo, artistic director of
Concert Season at Toniolo Theatre.
La Scuola Grande di San
Marco è un edificio ri-nascimentale fondato
dall'omonima Scuola, che si
affaccia sul Campo Santi Gio-
vanni e Paolo. Costituiscel'attuale ingresso principaledell'Ospedale Civile SS. Gio-vanni e Paolo. La scuola ebbe
la prima sede presso la demo-
lita chiesa di Santa Croce. Nel
1437 i Domenicani della vicina
Basilica dei Santi Giovanni e
Paolo concessero un'area
adiacente per la costruzione
di una nuova sede, che nel
1485 fu devastata da un
grande incendio. Nel giro di
venti anni la Scuola venne ri-
strutturata, grazie al fondo
che la confraternita istituì tra i
suoi affiliati. I lavori furono
TRADIZIONI ECURIOSITÀTradi ti onsand curi osi ti es
affidati nel 1490 a Mauro Codus-
si, che completò la facciata e
realizzò lo scalone interno.
Nei primi anni dell’800, sotto il
dominio napoleonico, la
confraternita fu soppressa: l'edi-
ficio fu sede prima di un ospe-
dale militare austriaco e in se-
guito venne trasformata in
ospedale civile.
Di grande rilevanza La Biblioteca
Medica collocata nella sala Capi-
tolare e nella sala dell’Albergo
che ha un’origine molto antica
(XIV secolo). I l patrimonio è co-
stituito da una biblioteca scienti-
fica, un archivio con pergamene
antiche, uno stumentario medi-
co- chirurgico, progetti, fotogra-
fie che documentano la storia
della Scuola e della Sanità Vene-
ziana.
Antiche scuoleSCUOLA GRANDE DI SAN MARCO
LE PIETRE DI VENEZIA/The stones of Veni ce
1 2
In alto a sinistra/
at the top on the left
La facciata della Scuola Grande
di San Marco
/The Scuola Grande di San Marco:
façade
in alto/at the top
Gentile e Giovanni Bellini -
Predicazione di San Marco in
Alesandria (1504 - 1507)
Pinacoteca di Brera, Mi lano
A sinistra/left
Particolare della facciata della
Scuola Grande
/Detail of the façade
is a Renaissance bui lding -
now the main entrance to
the Venice Hospital ‘SS.
Giovanni e Paolo’ - commissio-
ned by the Scuola Grande diSan Marco whose first seat
was the lost church of Santa
Croce, and it overlooks Campo
Santi Giovanni e Paolo. In 1437,
the nearby Dominican Basi l ica
of Santi Giovanni e Paolo
granted a plot of land imme-
diately adjacent to the basi l ica
for a new seat, which was later
destroyed by a large fire in
1485 and renovated in the
fol lowing twenty years using
money from a fund set up by
the members of the
Confraternity. In 1490 reno-
vation works were given over
to Mauro Codussi , who
completed the façade and
real ized the internal stairs. At
the beginning of the 19th
Century under Napoleonic
rule, the Confraternity was
suppressed and the building
became Austrian mil itary ho-
spital and later a publ ic ho-
spital . A remarkable medical
l ibrary is spread over the Sala
Capitolare - i .e. Chapter Hal l -
and the old 14th Century Sala
del l ’Albergo - a hal l where the
governing board sat - and it
contains a wide col lection of
scientific books, ancient
parchments, surgical instru-
ments, and designs and pho-
tographs documenting the
history of the Scuola Grande
di San Marco and of the Ve-
netian healthcare system.
/The Scuol e anci ent confraterni ty seatsTHE SCUOLA GRANDE DI SAN MARCO
/O n ce u p o n a t i m e
THE CHURCH OF CORPUS
DOMINI
Demolished in the 19thcentury, the Church of
Corpus Domini was a sacredbuilding which stood in the
Cannaregio district next to
S.Lucia Church – the latter
also demol ished to make way
for the rai lway station. The
Church of Corpus Domini was
bui l t in 1366 by Lucia Tiepolo,
abbess of the monastery of
Saints Phi l ip and James of
Ammiana (an ancient island,
now disappeared) and by
Francesco Rabia, a wool
> LE PI ETRE DI VEN EZI A /TH E STON ES OF VEN I CE
In alto /at the top
ex Convento del Corpus Domini
photo:Wikimedia
A destra /right
Risotto di verze/
photo: Wikimedia
C'era una volta
CHIESADEL CORPUS
DOMINI
La chiesa del Corpus Domini
era un edificio sacro, demoli-to nell'Ottocento. Sorgeva nel
sestiere di Cannaregio. vicino
al la chiesa di S.Lucia demol ita
anch'essa per lasciare spazio
al la stazione ferroviaria . Fu
eretta nel 1366 per conto di
Lucia Tiepolo, badessa del
monastero dei Santi Fi l ippo e
Giacomo di Ammiana (antica
isola scomparsa) e Francesco
Rabia, mercante di lana. Al la
chiesa fu anche annesso un
> Pi atti ti pi ci /typi cal di shes
Ingredienti: 300 g. di riso arborio; 350 gr di
verza; 1 l. di brodo; una piccola cipolla; 40 g. di
burro; 50 g. di parmigiano; 6 cucchiai di olio
extravergine d’oliva
PreparazionePulite la cipolla, tritatela e mettetela in una
casseruola con l’olio e il burro, Fate
soffriggere mescolando con un cucchiaio di
legno e quindi unite la verza, lavata, mondata
e tagliata a sottili listarelle, preferendo le
foglie interne più morbide e scartando quelle
esterne più dure che potrete comunque
utilizzare per qualche altra preparazione.
Saltate la verza per qualche minuto a fuoco
vivace e quindi abbassate la fiamma.
Incoperchiate e lasciate cuocere a fuoco
moderato, aggiungendo eventualmente poca
acqua calda per evitare che la verdura possa
bruciacchiarsi (generalmente sono necessari
circa 30 minuti). Quando la verza è cotta al
punto giusto e risulta morbida, aggiungete
nella casseruola il riso e il brodo caldo e
mescolate con un cucchiaio di legno, Salate,
pepate e lasciate sul fuoco sino a cottura
ultimata. Completate incorporando al risotto
il parmigiano grattugiato e servite in tavola.
RISOTTO DI VERZE /RI SOTTO WI TH SAVOY CABBAGE
Ingredients: 300 g rice (Arborio
variety); 350 g savoy cabbage; 1 l broth;
1 smal l onion; 40 g butter; 50 g grated
Parmigiano Reggiano cheese; 6
tablespoons of extra virgin ol ive oi l
PreparationI n a pan, sauté the onion (washed and
chopped) with butter and oi l . Wash
and drain the cabbage removing
tougher outer leaves (saving them for
other recipes) to reveal fresh inner
leaves. Cut the cabbage into thin
strips. Add the cabbage and mix wel l
with a wooden spoon.
Let the cabbage sear for a few
minutes, then cover with a l id and cook
over low heat for 30 minutes. I f
necessary add some hot water to
avoid drying out.
Once the cabbage is sl ightly tender
add the rice and hot broth, and mix
with a wooden spoon. When cooking
time is up, add sal t, pepper and grated
Parmig iano Reggiano cheese. Serve
immediately.
piccolo convento, in cui la
stessa Lucia e poche altre
compagne si ritirarono.
Qualche tempo dopo la chie-
sa fu ampl iata, i l monastero
pure fu ingrandito e ospitò
da al lora monache domeni-
cane. Quando più tardi i l
complesso cadde in rovina
l 'intervento di papa Martino
V che concedeva indulgenze
a chi avesse contribuito al
restauro, portò al la ricostru-
zione del la chiesa, consa-
crata nel 1444 da San Lo-renzo Giustiniani. Dal 1534 i l
monastero dipese diretta-
merchant. A smal l convent
was also bui l t next to the
church to house abbess Lu-
cia and a few other nuns.
Later on, the church and
the convent were
extended, housing Domini-
can nuns. After the convent
fel l into disrepair, thanks to
the indulgences granted by
Pope Martin V to anyone
who contributed to re-
construction, the church
was renovated and conse-
crated in 1444 by St. Law-rence Giustiniani. In 1534
the monastery came entire-
> LE PI ETRE DI VEN EZI A /TH E STON ES OF VEN I CE
In alto /at the top
dettaglio su Chiesa del Chorpus Domini
Jacopo de' Barbari (1500)
> LE PI ETRE DI VEN EZI A /TH E STON ES OF VEN I CE
mente dal la Santa Sede e,
dal 1560, dai patriarchi di Ve-
nezia. Con i decreti napoleo-
nici del 1810 gl i edifici furono
sconsacrati e, più tardi ,
distrutti .
ly under the authority of the
Holy See and, in 1560, of the
Venice Patriarchate. In 1810,
fol lowing the Napoleonic
decrees, the rel igious
buildings were deconse-
crated and then demoli-
shed.Sotto /below
San Lorenzo Giustiniani
photo:Wikimedia
Natura in laguna
LAGAZZA
è un uccel lo di medie
dimensioni appartenenteall'ordine dei Passeriformi.I l maschio e la femmina sono
indistinguibi l i e hanno un
aspetto inconfondibi le con
capo, dorso e parte alta del
petto neri , ventre e fianchi
bianchi , al i nerastre con riflessi
blu metal l ici (tranne una
macchia bianca sul le copritrici
alari esterne), coda nera molto
al lungata con riflessi verdi
metal l ici . I giovani somiglianoagli adulti, ma la colorazioneè meno lucente e presentanouna tipica macchia biancadietro l’occhio. Quando
nidificano costruiscono una
voluminosa dimora a coppa,
sui rami alti degl i alberi . Come
tutti i corvidi è un uccel lo
opportunista che si ciba di
qualsiasi cosa, compresi rifiuti
e carcasse di animal i morti .
Vola alternando lunghe
planate a veloci battiti d’ala.
Le gazze sono attratte daglioggetti luccicanti, cosa chehanno in comune con moltiuccelli rapaci. La loro fama,
riscontrabi le anche nel la
famosa opera di Gioachino
Rossini , La gazza ladra (1817),
è forse da attribuire al fatto
che spesso sono state os-
servate mentre nascondeva-
no oggetti metal l ici , oppure
perché per natura depredano i
nidi degl i altri uccel l i .
Tratto da
ornitologiaveneziana.eu
La Gazza
Tratto dal sito
/Taken from the site
www.ornitologiaveneziana.eu
photo: Wikimedia
/Nature in the lagoon
Magpie
The common magpie is a
medium-sized bird in theorder Passeriformes.Male and female magpies
appear indistinguishable.
The magpie is an
unmistakable bird with its
black head, back and
upper-breast, and white
scapulars and underparts.
Wings are black with a
metal l ic blue sheen –
except for white external
wing coverts – and the tai l
is long with bright metal l ic
green feathers. Thejuvenile magpie is similarto the adult, but has lessiridescence and adistinctive white spotbehind the eye. Magpie’s
bulky domed nest is bui l t in
the upper branches of
trees. Like other corvids,
it's an opportunist feeding
> LE PI ETRE DI VEN EZI A /TH E STON ES OF VEN I CE
on anything – from
household refuse to dead
carcasses. In fl ight it
alternates long gl ides with
bursts of wing beats.
The magpie is attracted toshiny objects, a prettytypical behaviour amongbirds of prey. Perhaps, its
reputation as thieving bird –
described in Gioachino
Rossini ’s opera ‘La gazza
ladra’ i .e. The thieving
magpie (1817) – stems from
its observed penchant for
hiding metal l ic items and
eating other birds' eggs.
Giochi popolari
MAZZAEPINDOLO
Gioco antico. La "massa" era unvecchio manico di scopa lungocirca 1/2 metro e il "pindolo" unpezzetto più piccolo (12 centi-metri circa) con le estremitàappuntite. Si segnava per terra
un cerchio e si appoggiava al
centro il pindolo. I l primo
lanciatore colpiva una delle
punte del pindolo il quale, re-
stando sospeso per aria, poteva
venir lanciato lontano dalla mas-
sa come nel gioco del baseball.
Gli avversari dovevano prendere
il pindolo. Se ci riuscivano il
lanciatore veniva eliminato. Se il
pindolo non veniva preso al volo,
l'avversario più vicino doveva
prenderlo e lanciarlo cercando di
toccare la massa appoggiata per
terra al centro del cerchio. Chi ci
riusciva eliminava il battitore. Se
invece non veniva centrata la
massa, il battitore batteva il
pendolo facendolo saltellare per
aria senza farlo cadere.
/Popular old games in Venice
MAZZAEPINDOLO
Mazza e pindolo is anancient Venetian gamesimilar to tip-cat played withtwo pieces of wood: a‘massa’, being a longwooden stick – usually anold 50-cm long broomhandle – and a ‘pindolo’, asmaller 12-cm long sticksharpened at both ends. A
circle was marked on the
ground and a pindolo placed
in the centre. The first player
struck the pindolo at one end
fl ipping it into the air, at
which point –as in a basebal l
game – the player could slam
it as far as possible.
Opponents had to catch the
pindolo on a fly: if they
managed, then the striker
was out. In case the pindolo
landed on the ground, the
opponent closest to it could
pick it up and throw it back
> LE PI ETRE DI VEN EZI A /TH E STON ES OF VEN I CE
in alto/at the top
la mazza e il pindolo
photo: Wikimedia
to the base – inside the
circle: if he managed, the
striker was out; whereas if
the pindolo didn’t hit the
centre of the circle, the
striker started bouncing the
pindolo in the air without
dropping it: he got one
ranking point for each
bounce. Then the game
started over again. The team
or player with the highest
score was the winner.
Venezia> i l g i orno> on
> fi no al> unti l
> i l g i orno> on
> gi ugno> June
> gi ugno> June
UN ANNO DITRADIZIONI/The greattradi ti onalfesti vi ti es
FESTE VENEZIANE/Festi val s&Events i n Veni ce
08
> fi no al> unti l
Venezia
25/04
19/04
17/02
20/09
25/04
17/05
25/04
20-28
25/04
21-26
25/04
25/04
> i l g i orno> on
> i l g i orno> on
> fi no al> unti l
> gi ugno> June
>l ugl i o> Jul y
Gal lerie del l 'Accademia
Dorsoduro 1050, Venezia
Venezia
Venezia
Sant' Erasmo
Venezia
San Francesco del la Vigna
Venezia
Castel lo - Venezia
Isola di Pel lestrina
Malamocco, Lido di Venezia
Campo San Giacomo del l 'Orio,
Venezia
25/04
10/05
> gi ugno> June 06-13
25-29
04-12
> nel mese> on 07/'15
Castel lo - Venezia
Inverno Veneziano 2014/15
Venice Winter 2014-2015
Whi te Veni ce 201 5 - M estre
www.gustoinscena.it
Whi te Veni ce 201 5 - M estre Su e Zo per i ponti
Carneval e di Venezi aVeni ce Carni val
Festa di San M arco - 25 apri l eSai nt M ark - Apri l 25th
Stagi one Remi eraRowi ng Season
Festa del carci ofo vi ol ettoThe purpl e arti choke Feast
Festa del l a Sensa
Festa di Sant' Antoni o a San Francesco del l a Vi gna
Festa del l a Bragora
Festa del l a M adonna di M ari naM adonna di M ari na Feast
Festa patronal e di S. Pi etro i n Vol taPatronal Feast i n honour of S. Pi etro i n Vol ta
Festa de San Pi ero de Casteo
Festa di San Gi acomo del l 'Ori oSan Gi acomo del l 'Ori o Feast
www.comune.venezia. it
www.suezo.it
www.veneziaunica. it
www.comune.venezia. it
www.comune.venezia. it
www.comune.venezia. it
www.gustoinscena.itwww.carnevale.venezia. it
www.comune.venezia. it
www.sanpierodecasteo.org
www.comune.venezia.t
www.carciofosanterasmo.it
www.veneziaunica. it
I sola di Pel lestrina> l ug /ago> on
> fi no al> unti l
> i l g i orno> on
> fi no al> unti l
> i l g i orno> on
> l ugl i o> Jul y
Venezia
25/04
26-04
18-19
15/08
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06/09
25/04
25/04
31/10
25/04
25/04
> agosto> August
> i l g i orno> on
> fi no al> unti l
> i l g i orno> on
> i l g i orno> on
Gal lerie del l 'Accademia
Dorsoduro 1050, Venezia
Isola di Pel lestrina
Isola di Torcel lo
Chiesa e Scuola Grande di San
Rocco, Venezia
Canal Grande, Venezia
Alberoni, Lido di Venezia
Mestre
Stra - Venezia
Venezia
Basi l ica del la Salute, Venezia
13-16
16/08
> nel mese> on 09/'15
04/10
11/1 1
> i l g i orno> on 21/1 1
I sola di Sant'Erasmo
25/10
Inverno Veneziano 2014/15
Venice Winter 2014-2015
Whi te Veni ce 201 5 - M estreWhi te Veni ce 201 5 - M estreFesta del l a M adonna del l ' Appari zi oneM adonna del l 'Appari zi one Feast
Festa del RedentoreRedentore Feast
Sagra di PortoseccoFeast of Portosecco
Festa del l 'Assunta
Festa di San RoccoSai nt Roch Feast Day
Regata Stori ca
Festa del Peoci o
M estre i n Centro
Festa di San M arti noSan M arti no Feast
Veni ce M arathon
Festa del M osto
Festa del l a M adonna del l a Sal uteM adonna del l a Sal ute Feast Sal ute
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