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Disinibizione in sportivi con disabilità ed extreemers
Dott. Emanuele Currò – Abstract - IT
L’obiettivo di questa ricerca è: 1) dimostrare che il profilo di personalità di una persona con
disabilità, che pratica uno sport, sia simile a quello di un extreemers; 2) confrontare i punteggi di
atleti disabili e sportivi estremi (extreemers) non disabili alla Sensation Seeking Scale VI (SSS - VI)
di Zuckerman, che valuta la propensione alla ricerca del brivido ed alla disinibizione, sulla base
dell’ipotesi che i disabili sportivi presentino punteggi alla SSS - VI simili a quelli degli extreemers.
Il questionario è stato somministrato online ad un campione di 398 sportivi disabili e
normodotati, praticanti sport estremi e non.
I risultati hanno confermato solo in parte l’ipotesi iniziale, ovvero che persone disabili che
praticano una disciplina sportiva possano presentare profili di personalità simili ai praticanti di sport
estremi; infatti è emerso che solo alcuni sportivi disabili, praticanti specifiche discipline come lo sci
ed il ciclismo, presentano profili di personalità che tendono maggiormente alla ricerca del brivido.
Disinhibition in challenged athletes and extreemers
Abstract - EN
The objectives of this study are: 1) to demonstrate that the personality profile of a mobility
challenged individual who engages in sport is similar to that of an extreemer; 2) to compare the
scores of mobility challenged athletes and extreme sportsmen (extreemers) in Zuckerman’s
Sensation Seeking Scale VI (SSS-VI), which measures disinhibition and the inclination to thrill-
seeking, based on the hypothesis that mobility challenged athletes would obtain similar scores to
those of extreemers. The questionnaire was given online to a population of 398 challenged athletes,
able-bodied extreemers and non-extreemers. Results have confirmed only part of the initial
hypothesis. This means that mobility challenged athletes have personality profiles similar to that of
extreemers; only some of the challenged athletes, the ones who engage in specific disciplines like
ski and cycling demonstrate personality profiles inclined to thrill-seeking.
Desinhibición en deportistas con discapacidad y en los extreemers
Resumen - ES
El objetivo de esta búsqueda es: 1) demostrar que el perfil de personalidad de una persona
con discapacidad que practica un deporte es similar al de un extreemers; 2) confrontar las
puntuaciones de atletas discapacitados y de deportistas extremos (extreemers) no discapacitados
aplicando la Sensation Seeking Scale VI (SSS - VI) de Zuckerman, el cual valora la propensión a
buscar fuertes emociones y a la desinhibición tomando como base la hipótesis de que los deportistas
discapacitados presentan puntuaciones en la SSS - VI similares a las de los extreemers.
El cuestionario ha sido aplicado online a un campeón entre 398 deportistas discapacitados y
de normalidad media, practicantes y no practicantes de deportes extremos.
Los resultados han confirmado sólo en parte la hipótesis inicial, o sea, que las personas
discapacitadas que practican una disciplina deportiva pueden presentar un perfil de personalidad
semejante a los practicantes de deportes extremos; de hecho, se ha demostrado que sólo algunos
deportistas discapacitados, practicantes de disciplinas específicas como el esquí o el ciclismo,
presentan perfiles de personalidad que mayoritariamente tienden a la búsqueda de emociones
fuertes.
Desinibição em desportistas com deficiências e extreemers
Abstract - PR
O objetivo desta pesquisa é: 1) demonstrar que o perfil de personalidade de uma pessoa com
deficiência, que pratica um esporte, é semelhante àquele de um extreemers; 2) comparar as
pontuações de atletas deficientes e desportistas radicais (extreemers) não deficientes, aplicando a
Sensation Seeking Scale VI (SSS-VI) de Zuckerman, que mede a propensão à procura de fortes
emoções e à desinibição, tomando como base a hipótese que os deficientes esportivos apresentam
pontuações na SSS – VI semelhantes aos extreemers. O questionário foi submetido online a uma
amostra de 398 desportistas deficientes e de normalidade média, praticantes e não praticantes de
esportes radicais.
Os resultados confirmaram só em parte a hipótese inicial, isto é, que as pessoas deficientes
praticantes de uma disciplina esportiva podem apresentar perfis de personalidade semelhantes aos
praticantes de esportes radicais. Com efeito, demonstrou-se que só alguns desportistas deficientes,
praticantes de disciplinas específicas, como o esqui e o ciclismo, apresentam perfis de
personalidade que majoritariamente tendem à procura de emoções fortes.
Disinibizione in sportivi con disabilità ed extreemers
Introduzione
Negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede il fenomeno dei sensation seekers, letteralmente
“cercatori di emozioni estreme”, ovvero persone che nutrono un’attrazione particolare per attività e
comportamenti rischiosi con l’obiettivo di percepire sensazioni nuove e fortemente coinvolgenti, a
tal punto da arrivare persino a sfidare la morte. Quest’individui presentano caratteristiche di
personalità impulsive ed a tratti aggressive, sono molto curiosi, anticonformisti e con livelli di ansia
relativamente bassi.
All’interno di questa categoria rientrano coloro che praticano sport estremi, i quali riescono ad
incanalare la propria costante necessità di ricerca di sensazioni intense nella pratica di una disciplina
sportiva estrema (come per esempio il paracadutismo).
Secondo Zuckerman (1964) 1, il comportamento di presa di rischio è direttamente legato alla ricerca
di stimolazioni. I sensation seekers, nell’intento di appagare il loro bisogno di esperienze e di
sensazioni forti, sono propensi a correre dei rischi, tanto fisici quanto sociali. Così diverse ricerche
hanno potuto mostrare che gli sportivi praticanti attività a rischio presentano dei punteggi nella
Sensation Seeking Scale (SSS) significativamente più elevati rispetto a coloro che non praticano
questo tipo d’attività. In una di queste ricerche, Rossi e Cereatti (1992) 2 indicano che i punteggi
sono tanto più elevati quanto l’attività praticata è oggettivamente pericolosa.
Sulla base di queste ricerche è stata utilizzata la SSS per indagare la propensione al rischio e la
disinibizione in atleti con disabilità e confrontare i valori emergenti da tale scala con quelli di
sportivi normodotati.
Sensation Seeking Scale - VI (SSS – VI)
Zuckerman definisce questa scala come: “un tratto definito della ricerca di sensazioni ed esperienze
varie, nuove, complesse ed intense, e dalla disponibilità a correre rischi fisici, sociali, legali e
finanziari per il piacere di tali esperienze” (Zuckerman, 1994) 3.
La ricerca di sensazioni è considerata una dimensione a carattere continuo, che si presenta
distribuita nella popolazione secondo una curva gaussiana che può essere sottoposta a misurazione.
Da un lato della curva troviamo gli individui che ricercano attivamente sensazioni ed esperienze
1 Zuckerman, M., Kolin ,A., Price ,L. e Zoob, I. (1964), Developement of a Sensation-Seeking Scale, Journal of
Consulting Psychology, 28, pp. 477-482. 2 Rossi, B. e Cereatti, L. (1993), The sensation seeking in mountain athletes as assessed by Zuckerman's Sensation
Seeking Scale, International Journal of Sports Psychology, 24, pp. 417-431. 3 Zuckerman, M. (1994), Behavioral Expression and Biosocial Bases of Sensation Seeking, Cambridge University
Press.
forti, definiti da Zuckerman (1979) 4 come High Sensation Seekers (HSS), mentre dall’altra parte si
trovano quelle persone che tendono ad evitare sensazioni troppo forti ed intense (Low Sensation
Seekers, LSS).
La ricerca di forti sensazioni risulta essere un tratto generale che coinvolge tutti gli ambiti della
vita di un individuo, da quello affettivo e lavorativo, a quello degli interessi personali e delle
attitudini.
Zuckerman (1964) 5 definisce quattro componenti essenziali della sensation seeking che, sebbene
distinte, correlano tra loro:
Ricerca del brivido e dell’avventura (Thrill and Adventure Seeking – TAS), che misura
l’interesse per attività fisiche ad alto rischio.
Ricerca dell’esperienza (Experience Seeking – ES), che valuta la ricerca di nuove
esperienze tramite la mente ed i sensi: musica, arte, cibo, droghe.
Disinibizione (Disinibition – Dis), ovvero la ricerca edonistica del piacere attraverso
attività di vario tipo: sesso, gioco d’azzardo.
Insofferenza alla noia ed alla routine (Borebom Susceptibility - BS), che va a misurare
l’avversione per le attività di routine, per le persone percepite come noiose e per l’inquietudine
esperita in un ambiente monotono.
Nella presente ricerca è stata utilizzata la sesta edizione della scala, standardizzata nella
versione italiana da Galeazzi, D'Incerti e Franceschina (2003) 6, che si caratterizza per avere un
focus d’attenzione maggiormente circoscritto e specifico rispetto alle precedenti (Zuckerman,
1984) 7. Infatti vengono prese in considerazione solo due delle quattro dimensioni ritenute
costitutive della Sensation Scale: la “Ricerca del Brivido e dell’Avventura” (TAS) e la
“Disinibizione” (DIS), dato che tali fattori hanno mostrato, nelle ricerche precedenti, una
maggior chiarezza ed attendibilità (Zuckerman, 1984) 7.
Quest’ultima versione richiede, inoltre, che venga fornito un indice differenziato del tratto della
ricerca di sensazioni: da una parte vengono valutati i comportamenti messi effettivamente in atto
dalla persona nel passato (Esperienze passate), e dall’altra si considerano le inclinazioni ed i
desideri rispetto al futuro (Intenzioni per il futuro).
4 Zuckerman, M. (1979), Sensation seeking: Beyond the optimal level of arousal, Eribaum, Hillsdale, N.J.
5 Zuckerman, M., Kolin ,A., Price ,L. e Zoob, I. (1964), Developement of a Sensation-Seeking Scale, Journal of
Consulting Psychology, 28, pp. 477-482. 6 Galeazzi, A., D'Incerti, L. e Franceschina, E. (2003), Sensation Seeking Scale VI: standardizzazione italiana per
giovani dai 14 ai 20 anni. 7 Zuckerman, M. (1984), Sensation seeking: a comparative approach to a human trait, Behavioural and Brain Sciences,
7, pp. 413-471.
Lo scopo della presente ricerca è stato quello di osservare eventuali differenze nei tratti di
personalità di atleti disabili e non, prendendo in considerazione sport tradizionali ed estremi.
Infatti, partendo da un precedente lavoro, dove si è osservato come sportivi disabili non
differivano per motivazione ed autoefficacia da atleti normodotati (Federici e Currò, 2007) 8 e da
una ricerca che ha osservato i valori della SSS su un campione di sportivi estremi (Federici e
Pampanelli, 2009) 9, si è ipotizzato che persone disabili praticanti attività sportive potessero
avere dei profili di personalità simili a quegli degli extreemers.
Si è ipotizzato, inoltre, che ci potessero essere differenti punteggi nella scala in relazione al tipo
di sport praticato.
3.1 Materiali e metodi
Dal mese di giugno 2009 al mese di giugno 2010, è stato somministrato un questionario per via
telematica, mediante il sito internet www.cognitivelab.it/sportestremi/, ad un campione composto
da 433 sportivi disabili (76) e normodotati (357), praticanti sport estremi (extreemers) (345) e
non (88), per studiare l’inclinazione alla ricerca del brivido, la suscettibilità alla noia, la
disinibizione.
Ai fini della ricerca è stata utilizzata la Sensation Seeking Scale VI (SSS – VI) di Zuckermann.
La SSS VI è complessivamente costituita da due dimensioni, da quattro subscale e da una scala
di controllo:
Esperienze-Ricerca del Brivido e dell'Avventura (E·TAS), di 15 item;
Esperienze-Disinibizione (E-Dis), di 42 item;
Intenzioni-Ricerca del Brivido e dell' Avventura (I-TAS) di 22 item;
Intenzioni-Disinibizione (I-Dis) di 42 item;
Scala di controllo, 7 item.
Il test era composto da 128 item che andavano ad elencare una serie di attività, sport ed azioni,
divisi in due sezioni di 64 item. Nella prima sezione (Esperienze) si domandava al soggetto se
aveva mai compiuto queste attività in passato, mentre nella seconda (Intenzioni) veniva chiesto
se intendesse cimentarsi nelle stesse attività in futuro.
Le possibili risposte della prima sezione erano:
8 Federici, S. e Currò, E. (2007), Motivazione e autoefficacia nelle attività sportive di persone con disabilità: indagine
pilota. Tesi di Laurea in Psicologia, Università La Sapienza, Roma. 9 Federici, S. e Pampanelli, G. (2009), Sport estremi e sensation seeking. Tesi di Laurea in Scienze della Formazione,
Università degli studi di Perugia.
A – Non l’ho mai fatto
B – L’ho fatto una volta
C – L’ho fatto più volte
Le risposte della seconda:
A - Non ho desiderio di farlo
B - Ho pensato di farlo, ma probabilmente non lo farò
C - Ho pensato di farlo e lo farò se ne avrò l’occasione
Il tempo previsto per la compilazione della SSS-VI è stato calcolato in circa 20 minuti. Il
punteggio alle scale della SSS-VI viene calcolato attribuendo 1 punto per ogni risposta A, 2 punti
per ogni risposta B e 3 punti per ogni risposta C. Si procede poi alla somma dei punteggi per
ogni scala.
Un indice per la valutazione della attendibilità delle risposte (Indice di infrequenza) si ottiene
sommando le risposte dei sette item della scala di controllo, ovvero quegli item che si riferiscono
ad attività decisamente inconsuete, nelle quali è molto improbabile che il soggetto si sia
effettivamente cimentato.
Il questionario comprendeva oltre agli item della SSS, anche una prima parte anamnestica (20
item), mirata a descrivere lo stato sociale del soggetto, il lavoro, l’età, il sesso, gli sport praticati
sia estremi che non. Inoltre raccoglieva dati sullo stile di vita del soggetto e sul modo di
intendere il proprio sport (Tabella). Grazie a questa prima parte anamnestica abbiamo potuto
dividere gli utenti del test in 4 gruppi:
Non praticanti di sport estremi
Praticanti di uno sport estremo
Praticanti fino a 4 sport estremi
Praticanti oltre 5 sport estremi
Dei 433 sportivi, 76 erano disabili e 357 non disabili, di età compresa tra 14 e 56 anni. Sono stati
esclusi dallo studio 35 soggetti (9 disabili e 26 non disabili) che avevano riportato un valore di
indice di infrequenza, calcolato in base alle domande di controllo del test SSS, superiore a 7
punti.
Il campione finale è stato di 398 soggetti (M = 348, F = 50) con un’età compresa fra i 14 e i 56
anni (media = 29,9 ds = 8,8) (Tabella 1).
Tabella 1 – Descrittive del campione
Disabili Non disabili Totale
N Entro
i gruppi
Tra
i gruppi
N Entro
i gruppi
Tra
i gruppi
Numero 67 100% 16,8% 331 100% 83,2% 398
Maschi 58 86,6% 14,6% 290 87,6% 72,9% 348
Femmine 9 5,4% 2,3% 41 12,4% 10,3% 50
Extreemers 27 40,3% 6,8% 284 85,8% 71,3% 311
Non extreemers 40 59,7% 10% 47 14,5% 11,8% 87
Età 14-30
Età 31-52
33
34
49,2%
50,8%
8,3%
8,5%
204
127
65,6%
34,4%
51,2%
31,9%
237
161
Nubile/celibe
Coniugato/a o convivente
Separato/a o divorziato/a
45
20
2
67,2%
29,8%
3%
11,3%
5%
0,5%
225
98
8
68%
29,7%
2,3%
56,5%
24,6%
2%
270
118
10
Lavoro dipendente
Libero professionista
Disoccupato
41
12
14
61,2%
17,9%
20,9%
10,3%
3%
3,5%
154
70
107
46,5%
21,1%
32,4%
38,7%
17,8%
26,9%
195
82
121
Tempo dedicato allo sport:
Circa un’ora tutti i giorni
4-5 giorni la settimana
2-3 giorni la settimana
Saltuariamente
5
17
38
7
7,5%
25,4%
56,7%
10,4%
1,2%
4,3%
9,5%
1,7%
35
58
143
95
10,6%
17,5%
45%
26,9%
8,8%
14,6%
35,9%
23,9%
40
75
181
102
Il campione di disabili era di 67 soggetti (M = 58, F = 9). Lo sport non estremo praticato più
significativo di questo campione è risultato il basket (32%). Il livello di competenza del
campione era prevalentemente amatoriale (25%) o agonistico non professionale (28%). Circa il
56 % del campione affermava di praticare sport 2/3 vote a settimana. Circa il 59% del campione
non praticava sport estremi, mentre il restante campione praticava da uno fino a cinque sport
estremi.
Il campione degli sportivi non disabili era di 331 soggetti (M = 290, F = 41). Lo sport non
estremo praticato più significativo di questo campione era il ciclismo (44%). Il livello di
competenza del campione era prevalentemente amatoriale (35%) o agonistico non professionale
(27%). Circa il 43% del campione affermava di praticare sport 2/3 vote a settimana. Circa il 85%
del campione praticava uno o più sport estremi.
3.2 Risultati
Considerando tutte le discipline sportive, sono state riscontrate differenze nei punteggi della SSS,
tra i disabili che non praticano sport estremi e gli extreemers (disabili e non). Si evidenzia,
dunque, una minor tendenza alla ricerca di brivido e disinibizione in coloro che non praticano
sport estremi, rispetto a praticanti di tali discipline (Grafici 1,2,3,4).
Grafico 1 - Medie Esp. - Ricerca brivido e avv.
Grafico 2 – Medie Esp. – Disinibizione
Grafico 3 – Medie Futuro - Ricerca di Brivido e avv.
Grafico 4 – Medie Futuro – Disinibizione
È stato osservato che l’aumento del numero di sport estremi praticati correla positivamente con
la disciplina maggiormente praticata. L’analisi della varianza ha mostrato che alcuni sport
predispongono o indicano una predisposizione a praticare sport estremi in soggetti con disabilità:
in particolare sci e ciclismo mostrano differenze significative rispetto alle altre pratiche sportive
(Tabella 2, Grafico 5)
Tabella 2 - Sport più significativo
Grafico 5 – Correlazione tra Numero di sport estremi praticati e Sport più significativo
LSD
(I) sport più
significativo
(J) sport più
significativo
Differenza fra
medie (I-J) Errore std. Sig.
Intervallo di confidenza 95%
Limite inferiore Limite superiore
Sci
Palestra 1,800* ,602 ,004 ,60 3,00
Nuoto 1,615* ,528 ,003 ,56 2,67
Basket 1,727* ,507 ,001 ,71 2,74
Tennis 1,333 ,673 ,052 -,01 2,68
Ciclismo ,583 ,532 ,277 -,48 1,65
Altro 1,111* ,549 ,048 ,01 2,21
Ciclismo
Palestra 1,217* ,438 ,007 ,34 2,09
Nuoto 1,032* ,330 ,003 ,37 1,69
Basket 1,144* ,296 ,000 ,55 1,74
Tennis ,750 ,532 ,164 -,31 1,81
Sci -,583 ,532 ,277 -1,65 ,48
Altro ,528 ,363 ,151 -,20 1,25
*. La differenza media è significativa al livello 0,05
Per osservare l’esistenza di eventuali differenze significative fra i disabili che praticano gli sport
che sono risultati essere indicativi della pratica degli sport estremi (sci e ciclismo, vedi pag. 77) e
gli extreemers non disabili, è stata effettuata un’ulteriore analisi della varianza fra questi due
gruppi di soggetti. I dati hanno mostrano che non si evidenziano differenze significative per i
punteggi della SSS in questi due gruppi (Grafici 6,7,8,9).
Grafico 6 - Medie Esp. - Ricerca brivido e avv. per
sci e ciclismo
Grafico 7 – Medie Esp. – Disinibizione per sci e
ciclismo
Grafico 8 – Medie Futuro - Ricerca di Brivido e
avv. per sci e ciclismo
Grafico 9 – Medie Futuro – Disinibizione per sci e
ciclismo
Campione Normodotati
Dall’analisi della correlazione tra il Numero di sport estremi praticati e le quattro sub-scale della
SSS VI sono emerse correlazioni significative positive molto forti per tutti e quattro i fattori della
scala (Tabella 3).
Tabella 3 - Correlazioni Numero di Sport estremi praticati con scale SSS
Esp. - Ricerca di
brivido e avv.
Esp. -
Disinibizione
Futuro - Ricerca di
brivido e avv.
Futuro -
Disinibizione
Numero Sport
estremi
,442** ,272** ,275** ,185**
,000 ,000 ,000 ,001
Campione disabili
Dall’analisi della correlazione tra il Numero di sport estremi praticati e le quattro sub-scale della
SSS VI sono emerse correlazioni positive per i fattori Esperienza - Ricerca brivido e avventura
(p = ,001), Esperienza – Disinibizione (p = ,006) e Futuro - Ricerca di Brivido e avventura (p =
,001); mentre Futuro – Disinibizione (p = ,051) non correla con la variabile presa in esame
(Tabella 4).
Tabella 4 - Correlazioni Numero di Sport estremi praticati con scale SSS
Esp. - Ricerca
brivido e avv.
Esp. -
Disinibizione
Futuro - Ricerca di
Brivido e avv.
Futuro -
Disinibizione
Numero Sport
estremi
,469**
,330**
,431**
,240
,000 ,006 ,000 ,051
È stata, inoltre, osservata una forte correlazione tra il tempo impiegato nella pratica dello sport e
la ricerca di disinibizione: maggiore è il tempo impiegato nelle pratiche sportive non estreme,
maggiore è la ricerca di disinibizione per il futuro (,439 p<,001).
Dall’analisi della varianza sono emerse differenze significative tra chi pratica sport tutti i giorni e
chi pratica sport 2-3 giorni a settimana (p = ,003) e tra chi pratica sport 4-5 giorni a settimana e
chi 2-3 (p = ,002). Mentre non sono state rilevate differenze significative con i soggetti che
praticano un’attività sportiva saltuariamente (Tabella 5, Grafico 10).
Tabella 5 - Tempo dedicato allo sport
Confronti multipli
Futuro - Disinibizione
LSD
(I) tempo
dedicato allo
sport
(J) tempo dedicato allo sport
Differenza fra
medie (I-J) Errore std. Sig.
Intervallo di confidenza 95%
Limite
inferiore Limite superiore
Circa un’ora tutti
i giorni
4-5 giorni la settimana 15,167 11,300 ,188 -7,75 38,08
2-3 giorni la settimana 33,611* 10,593 ,003 12,13 55,09
Saltuariamente 24,000 14,455 ,106 -5,32 53,32
4-5 giorni la
settimana
Circa un’ora tutti i giorni -15,167 11,300 ,188 -38,08 7,75
2-3 giorni la settimana 18,444* 5,564 ,002 7,16 29,73
Saltuariamente 8,833 11,300 ,439 -14,08 31,75
2-3 giorni la
settimana
Circa un’ora tutti i giorni -33,611* 10,593 ,003 -55,09 -12,13
4-5 giorni la settimana -18,444* 5,564 ,002 -29,73 -7,16
Saltuariamente -9,611 10,593 ,370 -31,09 11,87
Saltuariamente Circa un’ora tutti i giorni -24,000 14,455 ,106 -53,32 5,32
4-5 giorni la settimana -8,833 11,300 ,439 -31,75 14,08
2-3 giorni la settimana 9,611 10,593 ,370 -11,87 31,09
*.La differenza media è significativa al livello 0,05
Grafico 10 - Correlazione tra Tempo dedicato allo sport e Futuro - Disinibizione
Molto significativa è risultata invece la relazione fra il numero di sport estremi praticati e la
composizione del nucleo familiare. I dati hanno mostrato come i soggetti con disabilità con un
coniuge o che vivono in contesti familiari tendono a non praticare o a praticare al massimo uno
sport estremo, mentre chi vive autonomamente da solo o con altre persone senza un
coinvolgimento sentimentale tende a praticare più sport estremi (Grafico 11).
Grafico 11 – Correlazione tra Numero di sport estremi praticati e Convivenza
3.4 Discussione
Dai risultati del questionario è emerso che un gran numero di soggetti pratica attività sportive 2/3
volte a settimana (disabili = 56%, non disabili = 43%). Questo dato, decisamente elevato rispetto
alla media della popolazione italiana (20,1% in base agli ultimi dati dell’Istat risalenti al 2006),
si spiega andando ad esaminare i luoghi di diffusione del questionario. Infatti il sito internet con
il test è stato divulgato presso facoltà di Scienze motorie, palestre, società sportive di atleti
disabili e non, in quanto l’obiettivo della ricerca è stato quello di indagare se i soggetti, facenti
parte del campione, praticassero sport estremi, non se praticassero semplicemente sport.
Anche la percentuale di soggetti che praticano sport estremi è molto elevata (disabili = 41%, non
disabili = 85%), sempre perché ci si è rivolti ad una popolazione particolare, attraverso la
diffusione del questionario in siti internet o network specializzati.
Per quanto riguarda gli atleti disabili, lo sport maggiormente praticato risulta essere il basket
(32%), questo perché ci si è rivolti, prevalentemente, a società sportive di basket in carrozzina ed
in primis al Santa Lucia, che possiede la squadra campione d’Italia della disciplina.
Nella scelta del campione finale, sono stati esclusi i soggetti che hanno indicato di fare un
numero eccessivo di sport estremi, anche se le domande non chiedevano specificatamente
quando era stato praticato lo sport estremo, quindi, soprattutto i soggetti adulti, avrebbero potuto
eseguire diversi sport estremi nell’arco della propria vita.
Inoltre, il campione dei disabili ha una età media superiore rispetto all’altro gruppo di sportivi, in
quanto diversi atleti disabili presentano una disabilità acquisita, anche in età adulta.
Per quanto riguarda il campione di soggetti disabili, i risultati hanno evidenziato forti
correlazioni tra il numero di sport estremi praticati dai soggetti e le sub-scale della SSS, quali
l’esperienza di brivido e avventura passata e la ricerca di brivido e avventura futura, che
presentano item come, per esempio, “Lanciarsi con il paracadute” (item 13 e 77) oppure “Sciare
su piste ripide ed impegnative” (item 24 e 88), e l’esperienza di brivido e disinibizione passata,
con item quali “Provare una droga sconosciuta” (item 9) oppure “Fare qualcosa di pericoloso
perché qualcuno ci sfida a farlo” (item 47).
Per quanto riguarda la ricerca di disinibizione per il futuro, all’interno della quale troviamo item
quali, per esempio, “Fare pazzie solo per vederne l’effetto sugli altri” (item 124) o “Giocare
d’azzardo scommettendo grosse somme di denaro” (item 127), invece, seppure la tendenza dei
dati sembra indicare una relazione, non sembra esserci una differenza significativa fra i dati.
Questa differenza tra i valori delle sub-scale che riguardano il futuro, potrebbe indicare che i
disabili non si aspettano di vivere esperienze particolarmente disinibite, ma non per questo
escludono esperienze di brivido ed avventura nella loro vita futura. Infatti i risultati mostrano che
questi soggetti hanno risposto positivamente ad item quali “Scalare ripide pareti di montagna”
(item 1 e 65) oppure “Nuotare da soli al largo” (item 21 e 85), per quanto riguarda le esperienze
di brivido ed avventura passate e le intenzioni per il futuro, mentre hanno dato risposte negative
ad item quali “Fare qualcosa di illegale ma divertente” (item 81), “Avere rapporti sessuali in
pubblico (dove altri stanno facendo la stessa cosa)” (item 86), “Guidare velocemente
l’automobile rinunciando alla sicurezza” (item 89) oppure “Fare ciò che ci piace senza pensare
alle conseguenze” (item 99), indicando una scarsa propensione alla disinibizione futura.
L’aumento del numero di sport estremi praticati correla positivamente con la disciplina
maggiormente praticata. Nello specifico, atleti disabili che praticano sport come lo sci ed il
ciclismo tendono a praticare un numero maggiore di sport estremi.
Questi dati confermano solo in parte l’ipotesi iniziale. Infatti si era ipotizzato di osservare
punteggi più elevati alle sub-scale di ricerca del brivido e disinibizione della SSS, in sportivi
disabili praticanti sport maggiormente fisici ed aggressivi come, per esempio, il basket. Questi
risultati si possono spiegare partendo dalla natura di questi due sport. Infatti, discipline sportive
come lo sci ed il ciclismo risultano essere maggiormente correlate con la ricerca del brivido e
della disinibizione e con la pratica di sport estremi, in quanto entrambe attività individuali legate
alla velocità, che si praticano all’aperto e con il rischio di incontrare difficoltà dovute a cadute o
scontri con ostacoli.
Sport di squadra come il basket risultano, invece, presentare una percezione di rischio
notevolmente inferiore rispetto a tali discipline.
È stata riscontrata una minor tendenza alla ricerca di brivido e disinibizione, statisticamente
significativa nei punteggi della SSS, nei disabili non extreemers rispetto agli extreemers (disabili
e non), considerando tutte le discipline sportive prese in esame. Tali differenze si annullano
prendendo in considerazione unicamente i disabili che praticano sci e ciclismo. Questo dato
conferma parzialmente l’ipotesi che le persone disabili che praticano uno sport tendono ad avere
profili di personalità simili agli extreemer. Infatti sembra che unicamente disabili che praticano
sport quali sci e ciclismo tendono ad avere quelle caratteristiche di personalità che spingono alla
ricerca del brivido, del rischio, a sperimentare e vivere esperienze e sensazioni intense. Questi
sportivi sembrano presentare quella sorta di narcisismo che contraddistingue i sensation seekers
che spinge tali individui all’attuazione di comportamenti disinibiti e pericolosi. In quest’ottica
risultano molto importanti gli sport estremi, che permettono al sensation seeker, o all’extreemer,
d’incanalare la propria disinibizione e propensione al rischio verso discipline sportive e non più
verso comportamenti disinibiti e disadattivi.
Sempre nei disabili, è stato osservato che il tempo impiegato nello sport ha una forte correlazione
con la ricerca di disinibizione, indicando che maggiore è il tempo impiegato nelle pratiche
sportive non estreme maggiore è la ricerca di disinibizione per il futuro. Questo dato potrebbe
indicare che la pratica assidua di una disciplina sportiva spinge la persona con disabilità ad un
livello di disinibizione simile a quello che può provare un extreemer normodotato, in quanto lo
sport consente lo sviluppo di capacità ed abilità, oltre l’accrescimento dell’autostima, che
permettono al disabile di ricercare ed affrontare tutta una serie di esperienze e sensazioni intense,
che possono andare oltre le normali aspettative di una persona con disabilità.
La correlazione non ci dice la direzione dell’effetto, pertanto possiamo anche affermare il
contrario, ossia che un profilo di personalità più marcatamente disinibito potrà favorire attività
sportive anche nelle condizioni di disabilità, comportamento che, socialmente, potrebbe essere
considerato come “disinibito” cioè oltre il pudore, oltre le aspettative del normale
comportamento di un disabile.
I risultati evidenziano, anche, una relazione molto significativa fra il numero di sport estremi
praticati e la composizione del nucleo familiare. I dati mostrano come i soggetti con disabilità
che vivono con un coniuge o in contesti familiari tendono a non praticare o a praticare al
massimo uno sport estremo, mentre chi vive autonomamente da solo o con altre persone senza un
coinvolgimento sentimentale tende a praticare più sport estremi.
Da questo potremmo affermare che scelte di vita, che consentono una maggiore autonomia ed un
distacco da un ambiente familiare, spesso eccessivamente protettivo con la persona disabile,
corrispondono a determinati profili di personalità, dove spicca una maggior tendenza e
propensione alla disinibizione e ricerca del brivido, di emozioni forti, mediante la pratica di sport
estremi. Inoltre lo sportivo con disabilità, tanto più pratica o ha praticato nel corso della propria
vita un maggior numero di sport estremi, tanto più risulta essere autonomo da legami familiari e
sentimentali. L’attaccamento a persone care, come coniuge o figli, può fungere da freno
inibitorio per lo sportivo che valuta in modo diverso e maggiormente cosciente il rischio
intrinseco alla disciplina estrema, anche se è altrettanto possibile che individui con questi profili
di personalità tendano a non legarsi sentimentalmente con altre persone.
Per quanto riguarda i soggetti non disabili, infine, sono state evidenziate differenze significative
per tutte e quattro le scale del SSS rispetto al numero di sport estremi praticati. Questo dato
conferma l’ipotesi che gli extreemers tendono a ricercare il brivido ed il rischio come puri
sensation seekers (Federici e Pampanelli, 2009) 10
.
10
Federici, S. e Pampanelli, G. (2009), Sport estremi e sensation seeking. Tesi di Laurea in Scienze della Formazione,
Università degli studi di Perugia.
Inoltre, è stato osservato che maggiore è il numero di sport estremi praticato, minore risulta il
tempo che questi sportivi dedicano alla disciplina sportiva non estrema. La pratica di uno sport
estremo, infatti, richiede molta preparazione, sia fisica che mentale, tempo che, inevitabilmente,
l’extreemer toglie alla pratica di altri sport.
Si può concludere sottolineando alcuni limiti emersi dalla presente ricerca. Innanzitutto non è
stato possibile un confronto accurato tra i valori del campione preso in esame e quelli del
campione normativo italiano (età 18-20), in quanto non si è riusciti a raccogliere un campione di
età equivalente sufficientemente numeroso per poter valutare reali cambiamenti nel confronto tra
le medie. La somministrazione telematica del questionario, infatti, non ha permesso di
raccogliere un campione omogeneo per età, sesso o tipologia di sport, oltre che un elevato
numero di soggetti disabili. Inoltre l’utilizzazione per scopi di ricerca del computer nella
popolazione italiana non è ancora così capillare da permettere un reclutamento numeroso; d’altro
canto, questo potrebbe essere considerato un vantaggio, poiché la somministrazione online tende
a ridurre l’effetto della “desiderabilità sociale”: questi soggetti, interfacciandosi unicamente con
il proprio computer in un ambiente familiare, hanno evitato lo stress e l’ansia di essere osservati
e controllati durante una situazione sperimentale.
Infine, tenendo conto che l’età media degli sportivi disabili è tendenzialmente elevata, a causa di
una disabilità spesso acquisita, ottenere un campione sufficientemente numeroso di persone con
disabilità di età 18-20 anni, avrebbero richiesto un’indagine mirata che non rientrava negli scopi
della ricerca. Infatti questo lavoro doveva in via preliminare analizzare uno spettro di età quanto
più ampio possibile, al fine di osservare se le ipotesi proposte avessero un riscontro effettivo e
ragionevole. Dai risultati incoraggianti ottenuti si può prevedere che ulteriori studi su questo
argomento si possano ampliare ed essere indirizzati in modo maggiormente mirato a diverse
fasce di età, coinvolgendo un molto più vasto numero di soggetti disabili estendendo
possibilmente l’indagine a più centri di ricerca.