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Dott. Luigi MorgoniDott. Luigi MorgoniDott. Luigi MorgoniDott. Luigi Morgoni
Geologo
Albo Nazionale degli “Esperti in Pianificazione Territoriale”Albo Nazionale degli “Esperti in Pianificazione Territoriale”Albo Nazionale degli “Esperti in Pianificazione Territoriale”Albo Nazionale degli “Esperti in Pianificazione Territoriale”
Ordine Regionale Geologi N. 101
Studio di
Geologia
Idrogeologia
Geotecnica
Luglio 2010 Proposta di variante al P.R.G
COMUNE DI OSIMO (AN)
PROPOSTA DI VARIANTE AL P.R.G.
VERIFICA ASSOGGETTABILITÀ A V.A.S.
(Area di proprietà Ist. Riuniti Bambozzi)
INTEGRAZIONE RAPPORTO GEOLOGICO
A SEGUITO CONFERENZA DEI SERVIZI DEL 1/9/2009
Dott. Luigi Morgoni via Velluti, 118 Macerata, Tel. 0733 288297 2
Luglio 2010 Proposta di variante al P.R.G.
INDICE
1. PREMESSA 3
2. UBICAZIONE E CARATTERISTICHE IDROGRAFICHE 4
3. CONSIDERAZIONI IDROGEOLOGICHE 5
4. CONTENIMENTO DELLE AREE A MAGGIOR IMPERMEABILIZZAZIONE 6
5. SISTEMI DI RECUPERO DELLE ACQUE IN ECCESSO E LORO ORGANIZZAZIONE 7
APPENDICE: Fig. 1 Estratto PAI Regione Marche
Fig. 2a,b Inquadramento idrografico.
__________________________ Il presente elaborato ed i suoi allegati sono tutelati dalla Legge vigente come opera dell’ingegno. Sono vietati la copia e l’utilizzo dei contenuti senza il permesso scritto dell’autore.
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1. PREMESSA
Nella “Proposta di variante urbanistica al PRG vigente per la trasformazione di alcune
aree nella zona nord rispetto al perimetro del centro storico”, presentata in data 12/6/2009 al
Dipartimento III - Governo del Territorio della Provincia di Ancona, le aree contraddistinte dalla
sigla ATS-29 prevedono trasformazioni del territorio giudicate tali da modificare
significativamente l’ambiente, in particolare l’assetto di permeabilità naturale dei terreni;
ricadono inoltre nei bacini idrogeologici interessati dal P.S. 2006, come evidenziato nell’estratto
del Piano di Assetto Idrogeologico in fig. 1.
Secondo quanto espresso dall’Autorità di Bacino della Regione Marche in sede di
Conferenza dei Servizi del 1/9/2009, è opportuno:
• prevedere contenimenti dei fenomeni di maggiore impermeabilizzazione causati dalle
nuove trasformazioni urbanistiche;
• definire, in via preliminare, sistemi di recupero delle acque meteoriche che seguano il
principio dell’invarianza idraulica;
• valutare la necessità di organizzare o riorganizzare la regimazione delle reti di
smaltimento delle acque superficiali e sotterranee del versante su cui insistono le
trasformazioni urbanistiche in esame.
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Il Servizio II – Gestione viabilità, ha richiesto integrazione anche in merito a:
• modalità di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche relativamente all’area
prospiciente la S.P. 361
2. UBICAZIONE E CARATTERISTICHE IDROGRAFICHE
L’ambito territoriale di trasformazione urbanistica denominato ATS-29 si riferisce a due
sottoambiti distinti:
a) la zona (05) presso Monteragolo a ridosso di via Sbrozzola, che sarà destinata ad una
residenza protetta per anziani (area F1-2 del PRG per attrezzature sanitarie ed
ospedaliere);
b) la zona agricola che sarà oggetto di trasformazione (01÷04) a zona residenziale (zona C2-2
del PRG) delimitata a ovest dalla strada provinciale n°361 (via d’Ancona), a nord dal
distributore di carburante e a est dal fosso di delimitazione del terreno agricolo adiacente,
affluente del Fosso di S. Valentino.
Le due zone descritte ricadono entrambe all’interno del bacino idrogeologico del fosso
di S. Valentino (v. fig. 2 in appendice), interessato dalle delimitazioni delle aree esondabili
individuate nel PS 2006-E-14-07.
L’area (05) presso via Sbrozzola è in particolare prossima allo spartiacque tra il bacino
del fosso San Valentino e quello del Musone 8 (oggetto anch’esso del P.S. 2006);
quest’ultimo è un sottobacino del Fosso Rigo, affluente in destra idrografica del Torrente
Aspio. Le acque di deflusso superficiale dell’area scorrono principalmente verso il fosso di
prim’ordine affluente del fosso San Valentino, dopo un percorso minimo di 400 m ed un
dislivello di 60÷70 m. Il fosso San Valentino confluisce poi in Rio Scaricalasino per poi
affluire anch’esso nel Torrente Aspio.
L’area (01÷04) presso via Ancona presenta invece una configurazione topografica tale da
far defluire le acque superficiali direttamente nel fosso San Valentino, dopo un percorso di
circa 360 metri ed un dislivello di circa 20 m.
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3. CONSIDERAZIONI IDROGEOLOGICHE
Dalle indagini precedentemente svolte nelle aree in esame risulta che la litologia della zona in
studio è schematizzabile come segue:
a) Suolo agrario;
b) Coltre eluvio-colluviale;
c) Formazione pelitica.
La permeabilità di tali tipologie di terreno è relativamente scarsa data l’elevata presenza di
componenti argillose (v. tav. 5 rapporto geologico dott. Morgoni del Maggio 2009); è maggiore
solo nel suolo agrario (spessore di qualche decina di cm) che ricopre le aree indagate.
La realizzazione delle trasformazioni territoriali previste nelle aree ATS-29 comporterà
una regolarizzazione delle superfici topografiche e la creazione di nuove aree impermeabilizzate:
ciò causerà un aumento del deflusso superficiale e della velocità di corrivazione specie nel caso
si realizzino maggiori pendenze topografiche. Le trasformazioni, se non adeguatamente
progettate, possono provocare a loro volta aumenti dei picchi di piena del corpo ricettore delle
acque e, in un territorio sensibile come è quello in esame, possono quindi favorire situazioni di
rischio idraulico. Saranno quindi messe in atto azioni correttive volte a mitigare gli effetti
prodotti dalle trasformazioni urbanistiche che si esplicano essenzialmente nel contenimento delle
aree e degli interventi che diminuiscono la permeabilità attuale e nella realizzazione di volumi di
invaso finalizzati alla laminazione delle piene, in modo da mantenere i colmi di piena prima e
dopo la trasformazione inalterati, secondo il principio di “invarianza idraulica”.
Le strategie attuabili sono essenzialmente tre:
1. riduzione del volume immesso in rete con molteplici invasi di accumulo e riutilizzo
locali;
2. riduzione del volume defluito a mezzo di dispersioni;
3. riduzione della portata massima in rete mediante sfasamento temporale degli apporti
verso il corpo recettore a rischio.
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4. Contenimento delle aree a maggior impermeabilizzazione
Le aree completamente impermeabilizzate saranno le sole superfici edificate coperte. Per
contenere l’entità delle altre aree normalmente impermeabilizzate (parcheggi, marciapiedi, ecc)
si adotteranno i seguenti principi-metodi:
• i parcheggi saranno realizzati con prati grigliati che permettono di non coprire
interamente il terreno garantendone il mantenimento della permeabilità originaria; i
grigliati, se posti su adeguate pendenze, possono inoltre frenare il flusso idrico
diminuendo la velocità del flusso idrico; inoltre la parziale integrazione del terreno
superficiale con materiale granulare ne aumenta la permeabilità e, quindi, la capacità di
ritenzione.
• Nelle aree private (lotti) si individueranno forme di incentivazione per premiare chi si
impegna a mantenere l’area non coperta a verde privato con siepi e prato; al contrario sarà
prevista una penalizzazione per ogni mq di superficie impermeabilizzata, ad es.
imponendo la realizzazione di una vasca di accumulo di volume proporzionato alla
superficie impermeabilizzata -totalmente o parzialmente- in cui convogliare tutte le
acque meteoriche. L’acqua accumulata potrà essere riutilizzata per l’irrigazione del verde
od usi compatibili (es. lavaggio auto). Ogni vasca sarà dotata di tubo di scarico, verso la
pubblica fognatura specifica per acque bianche, con strozzatura e/o valvola per il rilascio
delle acque a portata controllata durante i picchi pluviometrici.
• Nelle aree pubbliche, mantenimento del verde creando diverse zone ribassate che
conservano l’originaria permeabilità ed all’occorrenza costituiranno delle ampie vasche
di laminazione. La realizzazione delle stesse su un’area di versante comporterà una
conformazione a piccoli gradoni che contribuisce a rallentare il deflusso delle acque
migliorando le caratteristiche di deflusso anche rispetto alle attuali condizioni. Infatti con
l’attuale destinazione agricola le aree di versante hanno pendenza uniforme che consente
alle acque meteoriche durante un temporale di ruscellare, prendere velocità e trasportare
in sospensione una parte del suolo, specie se nudo od arato di recente.
• Impianto diffuso di prati permanenti e siepi con andamento trasversale al pendio,
costituite da folte essenze cespugliose. Utilizzo delle stesse sia come delimitazione dei
lotti sia disposte lungo le curve di livello nelle zone di maggior acclività per frenare il
ruscellamento delle acque.
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5. Sistemi di recupero delle acque in eccesso e loro
organizzazione
Nelle aree di nuova urbanizzazione sarà vietata la fognatura mista, verrà realizzata una
doppia rete di smaltimento delle acque:
� quelle reflue che saranno inviate alla depurazione e poi immesse in n corso
d’acqua significativo;
� quelle meteoriche saranno convogliate in un apposito sistema di
regolamentazione dei deflussi.
Secondo il principio dell’invarianza idraulica il progetto di variante urbanistica non deve
apportare aumenti di portata idrica dei corsi d’acqua presenti nel bacino idrogeologico di
riferimento, in questo caso quello del fosso di San Valentino. La mitigazione del picco di piena
ritenuta più efficace è il taglio del volume del picco di deflusso stesso introducendo uno
sfasamento temporale (ritardo) nel rilascio della portata massima dal bacino, ed in particolare
dalle aree di nuova trasformazione territoriale, verso il corpo idrico recettore: fosso di San
Valentino.
Saranno quindi realizzate opere di laminazione delle piene attraverso:
• utilizzo di aree verdi e siepi come sopra descritto che funzionino da metodi filtranti, aree
allagabili e vasche di accumulo;
• gradonature e terrazzamenti con arginature per la formazione di vasche verdi nelle
porzioni più acclivi delle aree non destinate ad edificazione;
• trincee drenanti in ghiaia realizzate anche in aree verdi ribassate, sovrastate da canalette
di ampie dimensioni, che consentono ai deflussi più modesti di scorrere per filtrazione
attraverso la ghiaia e di essere restituiti gradualmente a valle;
• vasche e/o cisterne di laminazione a valle che fungono sia come possibile volume di
regolazione dei deflussi ordinari sia come magazzino per utilizzi a fini non pregiati;
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Luglio 2010 Proposta di variante al P.R.G.
• geometria e dimensioni delle luci di scarico dell’invaso adatte alla quantità d’acqua da
rilasciare e alle modalità di rilascio; in particolare gli scarichi a valle delle opere di invaso
devono prevedere strozzature;
• aree ampie destinate a occasionali allagamenti.
L’esatta ubicazione ed il dimensionamento delle opere previste, i percorsi dei canali di
scarico delle acque bianche e quelli delle acque nere e grigie saranno valutati successivamente
con appositi e approfonditi studi idraulici ed idrogeologici. Obiettivo delle strategie sopra
descritte è di mitigare gli effetti delle “bombe d’acqua” (come quella del 16 settembre 2006,
quando in 3 ore si sono riversati sull’area 148 mm di pioggia). Gli strumenti che si utilizzeranno
sono stati sopra illustrati ed altri potranno essere adottati seguendo le indicazioni che i
competenti Uffici vorranno eventualmente fornire.
Macerata, 27 luglio 2010
Dott. Luigi Morgoni ORDINE REGIONALE GEOLOGI N. 101
Iscritto c/o Min. LL.PP. all’Albo Nazionale degli ESPERTI IN PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
Scala 1:10000
ESTRATTO P.A.I. REGIONE MARCHEaggiornato con i decreti del P.S. 2006
Fig. 1
Proposta di variante al PRG(Area di proprietà Ist. Riuniti Bambozzi)
BASE CARTOGRAFICA
ToponimiTOPONIMI
CTR_Marche
CONFINI COMUNALI
ConfiniComunaliComune
PAI-PS2006
ESONDAZIONI-PAIR1 R2
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ESONDAZIONI-PS2006CODICE_PS
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Aree ATS 29