Post on 19-Feb-2019
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è allarme!città e aziende a rischio ratti
ALL’ INTERNO:
2. PARLIAMO DI NOI: uNA NuOvA cOMuNIcAzIONE PER sALubER4. cERTIfIcAzIONI: sALubER AggIuNgE NuOvE cERTIfIcAzIONI vOLONTARIE
8. L’INTERvIsTA: AREE uRbANE E INDu sTRIALI: è ALLARME RATTI!
I L M A g A z I N E D I
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ratti e infestanti temono una sola cosa: la professionalità.
PARLIAMODI NOI
Con questa significativa affermazione si apre la nuova, sintetica presentazione dell’identità e dell’attività SALUBER. Uno strumento dedicato ad ogni interlocutore alla ricerca di qualità nel servizio.
considerazioni, il nuovo pieghevole
individua e sottolinea gli elementi
cardine sui quali Saluber ha
costruito il proprio posizionamento
di mercato e l’autorevolezza che
ne caratterizza l’attività. Segue
poi un memorandum dei settori
d’intervento: derattizzazione,
deblattizzazione, disinfestazione,
monitoraggio, disinfezione e
allontanamento volatili. L’ampiezza
della gamma di interventi,
sostenuti da risorse umane e mezzi
adeguati, fa di Saluber il riferimento
propositivo e risolutivo per realtà dei
settori alimentare, manifatturiero,
sanitario, ristorazione, residenziale,
enti pubblici.
Con la realizzazione di un nuovo
pieghevole dedicato al proprio
lavoro ed alla prioria offerta
al mercato, Saluber ha voluto
sottolineare un concetto che sta alla
base del suo impegno: assicurare
elevata professionalità del servizio.
Il settore della prevenzione ed
intervento controllato contro gli
animali nocivi richiede infatti
massima serietà, in uno scenario
di mercato che purtroppo
presenta ancora molta, troppo
improvvisazione. In Italia non è facile
per un’azienda o un’amministrazione
comunale individuare chi può
offrire le garanzie di un servizio di
ineccepibile qualità.
Proprio alla luce di queste
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A curA dellA dott.ssA MAriA Fu sco
Fin dal 2004 l’azienda Saluber è certificata secondo lo standard ISO 9001. In occasione del rinnovo di questa certificazione, avvenuto nel 2016, abbiamo deciso di implementare un sistema integrato che comprendesse anche la norma ISO 14001 e la norma UNI EN 16636.
saluber aggiunge nuove certificazioni vol ontarie.
Entrambe le sedi Saluber di
Mazzano (Brescia) e Grottaglie
(Taranto) nei mesi di luglio e
agosto hanno ottenuto il rinnovo
della certificazione UNI EN ISO
9001:2008 e la prima certificazione
secondo lo standard UNI EN ISO
14001:2004 e la norma UNI EN
16636:2015. Importante sottolineare
che queste certificazioni sono
tutte volontarie, sinonimo quindi
di grande serietà e senso di
responsabilità. Il termine ISO indica
l’Organizzazione Internazionale
per la Standardizzazione, che
definisce le norme tecniche relative
ai processi aziendali valide a livello
internazionale. La norma ISO 9001
indica quali caratteristiche deve
possedere un sistema di gestione
della qualità allo scopo di identificare
i processi aziendali, migliorare
l’efficienza nella realizzazione dei
prodotti (o erogazione dei servizi)
ed aumentare la soddisfazione
del cliente. Creare un sistema
integrato che andasse oltre questa
certificazione, ha significato per
Saluber implementare un sistema
organizzativo i cui requisiti
rispettassero quanto richiesto dalle
tre norme. Tali requisiti si applicano
a tutti i processi aziendali, dal
commerciale, alla gestione degli
acquisti, all’erogazione del servizio,
etc. Un’azienda certificata “scrive
quello che fa, fa quello che ha
scritto e lo dimostra”.
Per tutte le certificazioni, la verifica
di conformità è avvenuta tramite
degli audit effettuati da appositi
organismi accreditati. Da quest’anno
Saluber è certificata con l’ente di
certificazione “Kiwa Cermet” per
tutte e tre le norme. In occasione
delle giornate di audit sono state
analizzate nel dettaglio tutte le
attività aziendali, le esigenze dei
clienti e delle altre parti interessate, i
cosiddetti “stakeholder”, effettuando
anche delle visite in cantiere
presso i nostri clienti. Nella fase di
preparazione alle verifiche, Saluber
è stata affiancata dall’Ing. Katiuscia
Lorenzetti di Econord Ambiente
e dal Dr. Guglielmo Pampiglione,
esperto di fama nazionale ed
internazionale in ambito di igiene
ambientale.
Siamo partiti da un’analisi di tutti
i punti delle due nuove norme per
capire eventuali punti critici esistenti
in azienda e dove e come intervenire
per azzerarli. Siamo riusciti quindi
ad integrare alla documentazione
esistente quanto richiesto dalle
norme ISO 14001 e UNI EN 16636.
un’azienda certificatauNI EN IsO 9001
scrive quello che fa
fa quello che ha scrittoMANuALE DELLA QuALITà PROcEDuRE gEsTIONALIIsTRuzIONI OPERATIvE
Lo dimostraREgIsTRA LE ATTIvITà su APPOsITI DOcuMENTI
(MODuLIsTIcA)
Tutti i processi sono documentati all’interno del manuale qualità,
delle procedure e delle istruzioni e tutti i risultati delle attività aziendali
vengono registrati su un’apposita modulistica, i cosiddetti documenti
di registrazione della qualità (piramide documentale)
MAN
PROcEDuRE
IsTRuzIONI OPERATIvE
scHEDE / fLOW cHARTsPROgRAMMI
MODuLI / REgIsTRIcHEcK LIsT
DATAbAsE(MAscHERE / REPORTs)
MISSIONDELL’ORGANIZZAZIONE
CHI FACOSA
COSA SI è FATTO
COMESI FA
La norma ISO 14001 specifica i
requisiti di un sistema di gestione
ambientale. Abbiamo realizzato
un’analisi del nostro scenario e
verificato la conformità aziendale
alla legislazione vigente. Siamo
riusciti quindi a conoscere gli aspetti
ambientali che dobbiamo gestire
(uso risorse, energia, rifiuti, etc.),
attraverso la significatività degli
impatti ambientali.
Mediante il controllo degli impatti
ambientali connessi alle nostre
attività intendiamo perseguire
un miglioramento continuo nelle
nostre performance, la riduzione
del consumo delle risorse
naturali e dell’energia, minore
produzione di rifiuti, la prevenzione
dell’inquinamento anche attraverso
la motivazione ed il coinvolgimento
del personale riguardo le tematiche
ambientali e l’utilizzo consapevole
delle risorse naturali.
A differenza delle norme ISO, la
UNI EN 16636:2015 è una norma
europea, recepita anche in Italia.
Essa definisce da un lato i requisiti
per la gestione e il controllo delle
infestazioni (pest management),
dall’altro le competenze che
devono essere possedute da
tutto il personale coinvolto: dal
responsabile tecnico all’operatore,
dal commerciale, all’amministrativo,
al fine di tutelare la salute pubblica,
i beni e l’ambiente. All’interno
della norma vengono prese in
esame tutte le fasi di erogazione
del servizio: il primo contatto con
il cliente, la progettazione della
modalità di erogazione, la stesura
del preventivo, l’erogazione del
servizio, la valutazione dell’efficacia
degli interventi e, se necessario, la
ritaratura del servizio stesso.
In sede legislativa, la stesura di
questa norma ha richiesto più di
quattro anni per la sua realizzazione.
Il progetto è stato messo a punto in
sede europea dal comitato CEN/TC
404 con la collaborazione di CEPA
(Confederazione Europea delle
Associazioni di Pest Control) e con
la partecipazione di Eurogroup for
Animals che si occupa di benessere
degli animali a livello europeo.
L’adozione di queste norme ci
consente di fornire ai nostri clienti
un servizio ancora più qualificato
e ampiamente certificato. A tutto
ciò abbiamo voluto aggiungere
l’utilizzo del logo “Cepa Certified”.
Ciò vuol dire che in sede di audit le
modalità di verifica hanno un severo
e specifico protocollo, dalle modalità
di verifica fino all’inserimento dei
dati dell’azienda nel Database “Pest
Control Operators” sul sito www.
cepa-europe.org. Siamo molto felici
ed orgogliosi di questo risultato, che
prima di tutto è a favore della nostra
clientela, anche perché è stato fatto
un grandissimo lavoro di squadra
tra le due sedi Saluber, Lombardia
e Puglia, con l’impegno di tutte le
figure aziendali.
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LA NORMA DEfINIscE I REQuIsITI DI uN sIsTEMA DI gEsTIONE PER LA QuALITà
PER uNA ORgANIzzAzIONE. I REQuIsITI EsPREssI sONO DI “cARATTERE gENERALE”
E POssONO EssERE IMPLEMENTATI DA OgNI TIPOLOgIA
DI ORgANIzzAzIONE.
( sIsTEMI DI gEsTIONE PER LA QuALITà )
ISO 9001
LA NORMA IsO 14001 IDENTIfIcA uNO sTANDARD
DI gEsTIONE AMbIENTALE (sgA) cHE fIssA I REQuIsITI DI
uN «sIsTEMA DI gEsTIONE AMbIENTALE» DI uNA QuALsIAsI ORgANIzzAzIONE.
( gEsTIONE AMbIENTALE )
ISO 14001
LA NORMA uNI EN 16636 RAPPREsENTA LO sTANDARD EuROPEO
DI RIfERIMENTO PER LE IMPREsE cHE OffRONO sERvIzI DI PEsT MANAgEMENT.
( gEsTIONE E cONTROLLO INfEsTAzIONI )
unA sceltA orientAtA Al benessere delle persone e dell’ AMbiente
UNI EN16636
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intervistA Al dott. GuGlielMo pAMpiGlione
aree urbane e indu striali: è allarme ratti! Come mai siamo in piena
“emergenza ratti” in alcuni territori e
situazioni urbane?
“Mentre nei comuni diminuiscono
le risorse per la raccolta dei rifiuti
e per le necessità primarie di
igiene ambientale - afferma il Dott.
Pampiglione - contemporaneamente
aumentano i problemi connessi
alla presenza di ratti. La scarsità di
risorse che i Comuni lamentano, ha
purtroppo ridimensionato i programmi
di controllo periodici e soprattutto la
prevenzione. A ciò si aggiunge il fatto
che spesso gli interventi vengono
svolti da persone non preparate e
aggiornate sulla materia, vale a dire
con poca professionalità. In troppe
realtà territoriali il disinfestatore
è ancora visto non come un
professionista al quale dare credito,
ma un generico operaio, il cui
servizio si basa esclusivamente sulla
convenienza nei costi applicati. Tutto
questo è molto grave, perché invece
il tema della prevenzione e della
derattizzazione potrebbe evolvere in
positivo, assicurando migliori risultati
e minore impatto sull’ambiente
e rischi per le persone. Inoltre la
derattizzazione moderna va verso
la detossificazione dell’ambiente
in cui si opera, lavorando proprio
sulla prevenzione, ed eventualmente
con un impiego di derattizzanti
limitato. Come hanno dimostrato
le situazioni venutesi a creare nei
mesi scorsi (Roma è stato l’esempio
più citato), solitamente i Comuni
affrontano il problema dei ratti in
maniera sporadica o con ritardo. Il
servizio di derattizzazione è per lo più
condotto senza una strategia precisa,
con il rilascio a cielo aperto di grandi
quantità di esche rodenticide, mentre
l’uso degli erogatori di sicurezza è
limitato o non applicato. Non esiste,
inoltre, una mappatura del territorio
né sono presi in considerazione gli
aspetti di impatto ambientale. Infine,
le collaborazioni tra gli Enti preposti ai
controlli risultano, nella gran parte dei
casi, inesistenti.”
Ci sono esempi positivi di
amministrazioni in controtendenza,
che svolgono programmi coerenti ed
efficaci contro la piaga dei ratti?
Si notano interessanti esempi di
un cambio di mentalità rispetto
al problema, sia al Nord, come al
Centro e al Sud d’Italia. Ci sono infatti
amministrazioni che hanno intrapreso
un programma di derattizzazione
intelligente e razionale, a basso
impatto per l’ambiente, con risultati
decisamente positivi. Importante
è sottolineare che quanto può fare
una amministrazione comunale in
uno specifico territorio, può essere
applicato anche a livello più mirato
da aziende che devono fronteggiare
il problema dei ratti negli spazi e
negli ambienti delle loro imprese.
Pensiamo ad esempio alle aziende
agricole, alimentari o che hanno
strutture logistiche a rischio. Anche
gli ambienti di un’impresa meccanica,
ad esempio, possono essere presi
di mira dai ratti, in particolare se
esistono situazioni che favoriscono la
un esperto di fama internazionaleIl Dott.guglielmo Pampiglione è
riconosciuto come uno dei massimi esperti italiani nel campi della
parassitologia, etimologia e zoologia urbana. Docente universitario e consulente per società, enti e
amministrazioni pubbliche, è membro della società Italiana di Parassitologia
(sOIPA) e della Royal Entomological society of London (fREs). Inoltre tiene corsi di aggiornamento per i
professionisti del settore sia in ambito accademico (crediti EcM) sia in quello
professionale/industriale. E’ spesso chiamato a relazionare per congressi
e seminari di aggiornamento. Il Dott.guglielmo Pampiglione è da
diversi anni consulente di saluber, in particolare sul tema di come
combattere la presenza di ratti con soluzioni moderne e rispettose di
persone e ambiente.
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loro presenza, all’interno o all’esterno.
Un caso tipico è quello di un’azienda
che confina con una piccola
discarica di rifiuti urbani; oppure
dove i ratti trovano un rifugio ideale
particolarmente protetto e tranquillo,
dove stazionare e proliferare. In ogni
scenario è comunque da evitare e
ormai obsoleta la derattizzazione
svolta secondo la pratica del “lancio”
di esche avvelenate. Non solo
perché così si consumano grossi
quantitativi di derattizzante. In questi
casi solitamente scarsa è anche
l’attenzione alla scelta dei principi
attivi e al tipo di formulazione da
impiegare. Ulteriore problema: non
vengono fatte mappature delle aree
a maggior rischio, né il monitoraggio
dei consumi di esca attraverso l’uso di
postazioni fisse (erogatori). In questo
modo gli interventi di derattizzazione
presentano spesso notevoli rischi per
l’ambiente così come alto è il pericolo
di intossicazioni accidentali.
Quando invece ci si affida a
specialisti del problema, si può
stabilire un programma di intervento
tanto sicuro quanto efficace. Prima
di tutto si procede a determinare
le zone di maggior presenza di
animali attraverso le segnalazioni
delle persone che abitano e lavorano
in zona, ai quali si aggiungono
sopralluoghi mirati. Tutti gli impianti
di derattizzazione installati vengono
mappati su apposita planimetria e
sono messe a punto delle schede di
rilevamento, da compilare ad ogni
ispezione. Dal “lancio” massiccio
delle esche si può così passare ad un
posizionamento mirato delle stesse
negli erogatori di sicurezza o bait
box: sono rigidi, resistenti agli urti
ed alle intemperie, non apribili da
terzi in quanto ispezionabili solo con
un apposito chiavino in dotazione.
All’interno degli erogatori l’accesso
è possibile, grazie a due fori, solo
a ratti e topi, salvaguardando
pertanto gli altri animali non nocivi.
Per quanto riguarda la scelta della
formulazioni dei principi attivi, se
in passato si interveniva solo con
candelotti paraffinati e pellet, senza
un’attenta analisi delle specie presenti
e dell’ambiente in cui si operava, si è
passati in questi ultimi anni a esche
maggiormente efficaci e sicure per le
persone e per l’ambiente, oltre che più
resistenti alle condizioni climatiche e
alle dinamiche tipiche dei roditori. Per
fare un esempio: le concentrazioni di
tossicità di questa nuova generazione
di esche sono di circa il 50% in meno
rispetto alle normali concentrazioni
d’uso; anche in questo modo si
contribuisce a ridurre l’inquinamento
ambientale dei rodenticidi. Le
sostanze di nuova generazione sono
potenti contro i ratti e meno invasive
verso le altre specie animali, prima
fra tutti cani e gatti.
Queste attenzioni che risultati
stanno determinando dove vengono
applicate?
Attraverso l’uso degli erogatori, oltre
a proteggere l’esca e a garantire un
livello di sicurezza decisamente più
alto rispetto alla derattizzazione a
cielo aperto, è stato possibile stilare
un programma di monitoraggio che
ha consentito il controllo degli effettivi
consumi da parte dei roditori e di
conseguenza una riduzione notevole,
fin nel primo anno dopo l’inizio del
programma, delle quantità di esca
utilizzate. Per fornire dei dati, ci sono
casi nei quali si è passati da circa 200
kg di esca ai 150 kg, quindi con una
riduzione molto consistente.
Un ulteriore passo avanti è
rappresentato dalla mappatura
digitale delle aree sottoposte a
derattizzazione, al fine di migliorare
ulteriormente la qualità e l’efficacia
del servizio. Sempre da questo
punto di vista è importante
coinvolgere maggiormente i cittadini,
le industrie nel tessuto urbano e
altri Enti ancora sprovvisti di un
piano di derattizzazione adeguato.
Il tutto dovrebbe sempre essere
accompagnato da programmi di
sensibilizzazione alla cittadinanza,
aventi come obiettivo una maggior
educazione civica per l’ambiente
urbano ed un’attenta informazione
sul problema dei roditori, intorno
a cui circolano ancora numerose
leggende e miti che spesso non fanno
altro che alimentare inutili allarmismi.
D’altro lato per il futuro è importante
continuare a bonificare le aree a
rischio e iniziare un’opera permanente
di educazione ambientale rivolta alla
cittadinanza, avente come destinatari
prima di tutto le scuole, i gestori
di esercizi alimentari e le imprese
maggiormente a rischio.”
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non solo città: il probleMA dei rAtti coinvolG e seMpre di più Anche le iMprese AGricole
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copAn itAliA
In questa nuova testimonianza raccolta presso Copan, azienda leader nel settore dei sistemi per il prelievo microbiologico dei campioni analitici, si evidenzia tutta l’importanza del concetto di “prevenzione” contro animali nocivi ed infestanti. Una consapevolezza che ha portato Copan a puntare su un programma specifico per l’igiene dei propri ambienti di lavoro attuato in collaborazione con Saluber.
la prevenzione è la regola n.1
Copan è un esempio fra i più
significativi per capire meglio ciò
che significa approccio corretto alla
prevenzione dei problemi derivanti
da animali nocivi e infestanti negli
ambienti di lavoro. Con headquarter a
Brescia e aziende controllate in USA e
Cina, Copan ha come mission quella
di migliorare la fase pre-analitica,
dal prelievo alla conservazione
del campione microbiologico.
Avevamo già incontrato Copan sulle
pagine di questa nostro magazine,
sottolineando come una realtà
industriale così autorevole nel campo
delle forniture medico-scientifiche
non possa assolutamente trascurare
un tema tanto delicato a livello di
immagine. Vediamo ora di capire
meglio come si concretizza il progetto
“problemi zero” che Copan ha
messo a punto con la consulenza e
collaborazione di Saluber.
“Esattamente come avviene nel nostro
settore – ci dice Roberto Paroni,
Responsabile gestione acquisti e
pianificazione della produzione di
Copan - vige come regola base il
principio che prevenire è meglio
che curare; lo stesso principio lo
vogliamo applicare per quanto
riguarda l’igiene e la sicurezza dei
nostri ambienti di lavoro.
La crescita e l’autorevolezza raggiunta
da Copan sui mercati mondiali
si avvale anche di un’attività di
Ricerca&Sviluppo molto intensa. I
nostri laboratori e i reparti ad alta
tecnologia integrano competenze
scientifiche di microbiologia clinica
e forense con robotica e informatica
avanzata. Operiamo 24 ore su 24, 7
giorni su 7, producendo all’anno oltre
300 milioni di tamponi tradizionali,
400 milioni di pipette e 250 milioni di
anse, con un market share dell’80%.
Il portafoglio prodotti di Copan
comprende anche una vasta linea
brevettata di tamponi floccati e
terreni di trasporto in fase liquida
che hanno rivoluzionato la fase
pre-analitica in diversi settori,
dalla batteriologia tradizionale alla
biologia molecolare, al forense,
genetica e farmaceutica. Nel 2008,
Copan ha avviato un progetto
di automazione per laboratori
di batteriologia, ampliato poi
nel 2010 con l’introduzione di
una piattaforma modulare che si
occupa, sempre in maniera del tutto
automatizzata, dell’incubazione,
immagazzinamento e acquisizione
digitale di piastre seminate per la
batteriologia. Logicamente in tutti
questi scenari l’igiene è più che
fondamentale: vitale! Non devono
assolutamente accadere situazioni che
compromettano la nostra affidabilità.
Abbiamo concordato quindi con
Saluber un programma di intervento
finalizzato alla prevenzione, basato
su tre elementi base: monitoraggio
preventivo dei rischi derivanti da
animali nocivi e infestanti; calendario
di ispezioni strutturato in base ai
livelli di rischio di ogni singolo
ambiente e locale; verifica periodica
dei risultati e della validità del
programma in corso, con eventuali
perfezionamenti alla luce delle
nostre nuove esigenze o condizioni
generali, come il clima ad esempio,
che possono mutare di stagione
in stagione. Il programma si sta
dimostrando ottimale. Lo possiamo
affermare anche considerando come
negli ultimi anni, a livello generale, i
problemi degli infestanti non sono
diminuiti, ma anzi aumentati. Ma non
da noi. Grazie alla prevenzione siamo
riusciti a tenere completamente fuori
questi problemi. Fra l’altro possiamo
dire, con dati oggettivi, che attuare
della seria prevenzione è una scelta
che ripaga dall’investimento da
ogni punto di vista. Offrendoci la
tranquillità di essere perfettamente a
posto sia nel caso di verifiche di enti
ispettivi per la Qualità, sia durante le
visite dei clienti”.
MONITORAggIO PREvENTIvO dei rischi derivanti da animali nocivi e infestanti;
cALENDARIO DI IsPEzIONIstrutturato in base ai livelli di rischio di ogni singolo ambiente e locale;
vERIfIcA PERIODIcAdei risultati e della validità del programma in corso.
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un nuovo ospite Molto sGrAdit o
Saluber lancia una campagna di conoscenza e intervento mirato contro il pericoloso parassita che è stato protagonista di una proliferazione senza precedenti anche in Italia.
allarme cimice asi atica: interveniamo!
Lo possiamo notare tutti
direttamente in case, uffici e aziende,
oltre che in magazzini e aree di
stoccaggio: la proliferazione rapida
della cimice asiatica (Halyomorpha
halys) è il fenomeno infestante più
rilevante degli ultimi anni.
Che la cimice asiatica sia pericolosa
è cosa risaputa, ma gli allarmi si
stanno moltiplicando anche in sede
istituzionale e socio-economica,
come dimostrano le iniziative di
studio e confronto poste in essere
da università, servizi fitosanitari,
regioni, tecnici e organizzazioni
dei produttori ed agricoltori,
che cercano insieme di trovare
contromisure adeguate a debellare
questo temibile parassita. Non a caso
la Halyomorpha halys è un super
polifago, vale a dire che attacca
tutte le specie di interesse agrario,
con una particolare predilezione per
pero, pesco, peperone, pomodoro,
leguminose e mais. Inoltre non
crea danni solo all’agricoltura, ma
perfino alla popolazione, in quanto
tende a svernare in massa (centinaia
di individui) in luoghi asciutti e
riparati, come case, magazzini ecc.
In aggiunta, le popolazioni svernanti
sono più resistenti rispetto alle
cimici locali, con tassi di mortalità
nettamente inferiori, e come se
ciò non bastasse, in Italia trovano
le condizioni ideali che rendono
possibile il compimento di due
generazioni complete all’anno.
Gli scorsi anni, caratterizzati da
temperature elevate, sono stati
particolarmente favorevoli per il
suo sviluppo. Lo si è potuto notare
pressoché in tutti gli scenari, con
cimici presenti negli ambienti riparati
anche durante i mesi invernali.
In tutte le sedi di confronto fra
esperti, è stato ribadito come
il monitoraggio all’interno delle
aziende sia fondamentale per
capire la presenza dell’insetto ed il
grado di infestazione. Monitoraggio
peraltro, che deve essere eseguito
analizzando non solo le situazioni
di interesse, ma anche altre
condizioni ambientali che ospitano
o possono ospitare il fitofago, visto
e considerato che la cimice è capace
di spostarsi rapidamente ed in massa
da un ambiente all’altro. In questo
senso Saluber, forte della sua
esperienza e specializzazione nel
settore, ha lanciato una campagna
di auditing e prevenzione riferita
alla cimice asiatica e alle cimici in
generale, che rivolge alle aziende
con un apposito servizio di verifica
della situazione (per informazioni:
800.3744805 chiedendo di Livio
Mola).