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Più memoria
www.metodogolfera.com
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PIÙ MEMORIAMigliora la tua capacità di apprendere
usando il metodo dell’uomo con più memoriaal mondo
GIANNI GOLFERA
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Alla Memoria di
Giovanni Pico della Mirandola.
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INDICE
Ringraziamenti 9
Introduzione 11
PARTE I
Memoria e Metodo Golfera:il tesoro e la mappa 15
1. L’inizio del viaggio 17
2. Quanto, come, cosa ricordi? 29
3. Immagino, dunque ricordo (e apprendo) 45
4. La tela dei ricordi: primi tocchi d’artista 61
5. Il quadro prende forma 79
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PARTE II
Il Metodo Golfera per ricordareogni giorno 107
1. Le leve della memoria 109
2. Facciamo nomi e cognomi 113
3. Parole, parole, parole… 127
4. Molto più di… I love you 137
5. Hai tutti i numeri giusti 143
6. Viaggio nei luoghi della memoria:
leggere e ricordare 1777. Meglio di un’agenda elettronica 203
Conclusione 217
Indice analitico 221L’autore 227
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RINGRAZIAMENTI
Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno con-
tribuito alla realizzazione della presente opera. Un
riconoscimento particolare va alle persone che si
elencano qui di seguito:
Swan Emanuela Golfera, che oltre ad essere una
moglie straordinaria è una costante fonte di ispira-
zione e un enorme sostegno.
Mio padre Andrea, che mi ha sempre spronato a
dare il massimo fornendomi un esempio di virtù.
Tutti i miei collaboratori, che con grande dedizione
mi hanno dimostrato molta fiducia, grande disponi-bilità e costante lealtà.
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INTRODUZIONE
Gianni Golfera è stato chiamato in molti modi: mne-
monista, uomo dalla memoria d’oro, quello chericorda tutto, mnemo-manager, computer umano,
formatore, genio, esperto in tecniche di apprendi-
mento...
La comunità scientifica internazionale, dopo unaricerca condotta dai medici dell’Università Vita-
Salute del San Raffaele di Milano in collaborazione
con il Boston Institute of Technology, lo ha definito
“l’uomo con più memoria al mondo”.
Forse gli esperti lo hanno detto quando ha citato alla
lettera 261 libri; o forse lo hanno pensato quando ha
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memorizzato un numero di 10.000 cifre ed è stato
capace di ripeterlo anche in ordine sparso e in ordi-
ne inverso.
Persino gli autori di uno studio pubblicato nel
2004 sul n. 63 del prestigioso Brain Research
Bulletin hanno dichiarato di non essere in grado
di stabilire i limiti della sua memoria...
Gli scienziati si sono interessati alla memoria por-
tentosa di Gianni Golfera per rispondere ad unadomanda molto importante, così importante da coin-
volgere i giornali, le radio e le televisioni di tutto il
mondo; la domanda era questa:
“La memoria di Gianni Golfera è una capacitàgenetica oppure è frutto dell’uso delle tecniche da
lui elaborate?”
Se la sua capacità di ricordare avesse avuto
un’origine genetica, avrebbero cercato di individua-re il gene della memoria.
12 PIÙ MEMORIA
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Dopo numerosi anni di ricerca sono arrivati alla
conclusione che nel cervello di Gianni Golfera non
c’è nulla di geneticamente diverso rispetto all’uomo
medio, e che ciascun essere umano, utilizzando le
tecniche da lui messe a punto in quindici anni di
ricerche e sperimentazioni, può sviluppare la pro-
pria memoria ottenendo vantaggi concreti nel lavo-
ro e nella vita.
Queste tecniche sono conosciute come Metodo
Golfera e tutti possono apprenderle e utilizzarle neicontesti più vari. In Italia Gianni ha insegnato a
migliorare la memoria ai Deputati della Camera, ai
medici dell’Associazione Internazionale di Medicina
Ortomolecolare, all’Iri Management, alle società del
gruppo Enel, ai dirigenti di Poste Italiane, alleUniversità di Bolzano, Ferrara e Milano e in innu-
merevoli altre situazioni e contesti.
Il professor Stefano Cappa, ricercatore di fama
mondiale, ha dichiarato che il sistema di Golfera èuno strumento fondamentale, perché consente delle
eccezionali prestazioni mnemoniche e Piero Angela,
INTRODUZIONE 13
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dopo aver intervistato Golfera a SuperQuark, ha
affermato che i risultati ci sono e sono eccellenti.
Come docente di “Metodologia di studio e lettura
veloce” all’Accademia della Guardia di Finanza, pres-
so la Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia
di Finanza e presso il Comando Generale della
Guardia di Finanza, sono da sempre alla ricerca di
strumenti che consentano di ottenere risultati impor-
tanti nell’apprendimento e nella memorizzazione.
Dopo aver sperimentato di persona il Metodo Golfera
concordo pienamente con Antonio Malgaroli, profes-
sore di fisiologia umana all’Università Vita-Salute del
San Raffaele di Milano, sul fatto che le tecniche di
Gianni Golfera insegnino ad utilizzare la propriamemoria in modo consapevole ed efficace. Il
Metodo Golfera è infatti un metodo semplice e rapi-
do che permette una maggiore attività cerebrale e
neurologica e quindi una maggiore efficacia nell’ap-
prendere e memorizzare.
Alessio Roberti
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PARTE
I
MEMORIAE METODO GOLFERA:IL TESORO E LA MAPPA
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Un indimenticato maestro: Giordano Bruno
Oggi sei invitato a percorrere con me, attraverso
queste pagine, i luoghi in cui sono approdato indiciotto anni di esplorazioni nel mondo della memo-
ria, della sua storia e dei suoi protagonisti.
Rivivrai insieme a me i momenti in cui ho incontra-
to idealmente, più di quattro secoli fa, l’uomo dalquale ho tratto ispirazione e prima linfa per il mio
viaggio nei misteri della mente: Giordano Bruno,
frate domenicano di Nola, maestro di ars memoriae,
grande filosofo e mnemonista del Rinascimento,
nonché autore di De umbris idearum – le ombredelle idee –, il trattato sulla memoria da cui ho deri-
vato parte del mio metodo.
1L’inizio del viaggio
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A Roma, al cospetto di papa Pio V, Giordano Bruno
recitò a memoria, in ebraico, il salmo Fundamenta,
dalla prima all’ultima parola e viceversa. In seguito,
in varie altre occasioni, avrebbe concesso esibizioni
simili del suo talento e della sua tecnica a papi,
imperatori, autorità accademiche ed ecclesiastiche.
La prodigiosa capacità di intuizione di Giordano
Bruno, il suo desiderio di apprendere e di comuni-
care, la sua tecnica di memorizzazione per immagi-
ni e il suo approccio alla conoscenza hanno rappre-sentato per me uno stimolo e un modello nel mio
lavoro sull’intelligenza e sulla memoria.
Il mio obiettivo è diventato sempre più, nel corso
degli anni, quello di mettere a punto un sistema cherestituisse al metodo originario di Bruno l’utilità
pratica che il tempo gli ha sottratto. Il Metodo
Golfera, che oggi insegno e che continuo a raffina-
re, è un mezzo che garantisce efficacia nello studio,
nella professione e nella vita quotidiana, insieme aduna maggiore scioltezza mentale.
18 PIÙ MEMORIA
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L’utilità dell’arte della memoria, le cui radici affon-
dano nella Grecia del VI-V secolo a.C. e, stando a
quanto riferisce Cicerone nel De Oratore, nell’opera
del poeta Simonide di Ceo, è ben lontana, oggi, dal-
l’essere superata o soppiantata dalla stampa, dai
metodi didattici più recenti e dai supporti informatici.
È vero che oggi, più che in passato, ad uno studen-
te viene richiesto di capire, piuttosto che di ricorda-
re letteralmente; di sapersi servire degli strumenti di
consultazione cartacei e informatici; di comprende-re le cause e le ragioni di un evento, piuttosto che di
ritenerne a memoria date e luoghi. Tuttavia, benché
tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno siano
reperibili in internet o in un’enciclopedia aggiorna-
ta, una memoria affidabile consente di organizzarele idee, di muoversi con maggiore agilità nella
messe di notizie da cui siamo bombardati ogni gior-
no, di selezionare i concetti importanti, di sveltire il
pensiero nei momenti in cui siano richieste prontez-
za e lucidità.
L’INIZIO DEL VIAGGIO 19
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Alla fine del nostro viaggio sarai capace di:
• velocizzare i tuoi ritmi di apprendimento;
• memorizzare senza sforzo date, nomi, luoghi,
numeri, informazioni;
• organizzare le idee in modo più funzionale;
• migliorare le tue prestazioni in campo scolasti-
co e universitario e, più in generale, nel campo
dell’apprendimento;
• passare agilmente da un argomento all’altro
durante una presentazione in pubblico;
• ritrovare con tranquillità ed eleganza il filo deldiscorso, anche in seguito ad una lunga digres-
sione;
• aumentare, di conseguenza, la sicurezza in te
stesso in situazioni in cui una buona memoria
rappresenti una qualità fondamentale per
garantire performance efficaci;
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• scoprire e apprezzare potenzialità della tua
mente che non credevi di possedere.
Un po’ di storia
I principi mnemonici presentati da Simonide furono
sviluppati e organizzati in trattati greci di cui oggi,
purtroppo, non è rimasta traccia. Fortunatamente
l’ars memoriae, così come avvenne per altre disci-
pline, venne “importata” dai romani nel corso del
loro processo di assimilazione della cultura greca.
Le prime tre fonti per l’arte della memoria giuntefino a noi sono tutte latine:
• la Retorica ad Herennium, composta verso
l’85 a.C. da un ignoto, anche se per lungo
tempo la paternità dell’opera fu erroneamente
attribuita a Cicerone;
• il De Oratore di Cicerone, del 55. a.C.;
• l’ Institutio oratoria di Quintiliano, del 95 a.C.
Tutte e tre le opere appartenevano alla letteratura
retorica, perché la memoria veniva considerata una
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delle cinque parti di cui constava la retorica stessa,
secondo il seguente schema:
• inventio: trovare cosa dire;
• dispositio: mettere in ordine ciò che si è trovato;
• elocutio: adattare le parole più adeguate e
aggiungere l’ornamento delle figure;
• memoria: ricordare saldamente cosa dire e
quando dirlo;
• pronunciatio: recitare il discorso; controllare la
dizione e la gestualità.
Un buon oratore, infatti, doveva essere in grado dipresentare le cose migliori di cui trattare in relazio-
ne all’argomento assegnatogli. Come?
• Disponendole in una successione coerente e
funzionale al discorso stesso.
• Utilizzando le parole, le figure ornamentali, il
registro e la gestualità più adatti alla circostanza.
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L’INIZIO DEL VIAGGIO 23
• Ricordando tutto questo nella sequenza corret-
ta, nel preciso istante in cui si veniva a trovare
faccia a faccia con il proprio uditorio, dal
momento che non era certo possibile, a quel
tempo, tenere dei foglietti di appunti in mano
né, del resto, sarebbe stato tollerabile per il
pubblico assistere alla lettura di un discorso
scritto.
Nei secoli che seguirono, i contributi più degni di
nota allo sviluppo delle arti della memoria venneroda Alberto Magno, Tommaso D’Aquino e Raimondo
Lullo nel Medioevo; dal giurista Pietro Tomai, auto-
re della Phoenix sive artificiosa memoria – il manua-
le sulla memoria più utilizzato per oltre cento anni –
nel XV secolo; nello stesso periodo, da trattati sul-l’argomento a cura di studiosi quali Publicio e
Romberch.
Il De umbris idearum di Giordano Bruno venne pub-
blicato a Parigi nel 1582 e accolto in maniera entu-siastica, conobbe una vasta circolazione e una note-
vole risonanza. Il merito del nolano consisté, più che
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nella scoperta di nuovi e rivoluzionari metodi mne-
monici, nella capacità di connettere e sintetizzare ciò
che i suoi predecessori avevano applicato.
In particolare, tra i vantaggi del metodo di Bruno ci
sono la sua adattabilità a qualsiasi lingua e la possi-
bilità di condensare elementi unici in un’unica
immagine collocata in un unico luogo (locus). I
limiti del suo sistema, invece, che ho inteso supera-
re con il Metodo Golfera, sono la necessità di un
periodo di apprendimento prolungato e una certamacchinosità.
Nel Metodo Golfera ho mantenuto i principi del-
l’ars classica per quanto riguarda l’uso delle imma-
gini (li analizzeremo insieme), l’ordine dei loci (oluoghi: lo vedremo insieme), il principio dell’asso-
ciazione (lo approfondiremo) e quello del coinvolgi-
mento emotivo all’atto della memorizzazione (lo
esamineremo in seguito). Inoltre ho introdotto
l’alfabeto fonetico per la correlazione di lettere enumeri. A quest’ultima acquisizione hanno contri-
buito nel tempo diversi matematici e linguisti, da
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Pierre Hérigone a Gottfried Leibniz, da Aimé Paris
all’italiano Maurizio Silvin nella metà del secolo
scorso.
Vedo, creo, emoziono, ricordo!
Perché il Metodo Golfera è così efficace? Come mai
ne traggono beneficio studenti, professionisti, casa-
linghe, persone con interessi e formazione diversi?
A questa domanda risponderemo in vario modo nei
capitoli successivi, sviluppando i principi del meto-
do che sono sintetizzati qui di seguito:• L’uso delle immagini mentali: ricordiamo più
facilmente nomi, numeri e parole se creiamo
una rappresentazione visiva del dato in que-
stione. Oltre ad afferrare il concetto da memo-
rizzare, dunque, è necessario “vederlo” o, nelcaso in cui dobbiamo ricordare qualcosa di
astratto, formarsi un’immagine che sia in
grado di richiamare alla propria mente il con-
cetto stesso. La nostra memoria naturale ricorda
meglio per immagini. Il Metodo Golfera svilup-
pa dunque una tendenza già presente nel nostro
cervello.
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• L’ordine dei luoghi: come vedremo nel capito-
lo sulla teoria dei luoghi, è necessario un meto-
do che consenta il recupero ordinato, non casua-
le, delle immagini a cui avremo associato il
ricordo. Serve dunque un “posto”, da noi perfet-
tamente conosciuto, dove andremo a collocare
tali immagini evocative.
• Il coinvolgimento emotivo: le immagini rap-
presentate dovranno essere esagerate, stimolan-ti, attraenti, stupefacenti; per dirla con un’unica
espressione, “degne di nota”. Ricordiamo infat-
ti meglio ciò che ci coinvolge emotivamente, sia
nel bene che nel male.
• La facilità e la rapidità dell’apprendimento:
due giorni intensivi di corso sono sufficienti ad
apprendere i principi fondamentali del Metodo
Golfera. Ciò che fa la differenza, in seguito, è
l’applicazione quotidiana di tali principi allenecessità dello studio, del lavoro e della vita
quotidiana: attraverso un esercizio costante
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L’INIZIO DEL VIAGGIO 27
chiunque può acquisire padronanza del metodo
e verificarne empiricamente l’efficacia. Questo
libro è concepito come un’introduzione al siste-
ma e un “accompagnamento” durante il periodo
di apprendimento.
• La personalizzazione del ricordo: con il
Metodo Golfera la memorizzazione diventa un
atto personale, unico, irripetibile e, per questo,
inconfondibile. Siamo noi a creare le immagini;
noi ad associarle tra loro; noi a modificarle, esa-gerarle, colorarle; noi ad attribuire loro una
valenza emotiva. L’esperienza diretta della
costruzione delle immagini mentali e la solleci-
tazione delle emozioni ad esse collegate rende il
processo profondamente “nostro”.
Sei pronto per cominciare un viaggio… memorabi-
le? Seguimi nei capitoli successivi, allora. Il sentie-
ro è già tracciato.
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Quanto, come, cosa ricordi?
“Il tempo non esiste,
quando i nostri ricordi sono vividi.”
Gianni Golfera
La memoria è la più importante di tutte le funzioni
cognitive: senza memoria non saremmo neanche
capaci di pensare e saremmo privi di identità, dal
momento che quest’ultima è costituita dai nostriricordi: noi siamo quello che ricordiamo.
La memoria è stata definita come la “capacità di
acquisizione, elaborazione e restituzione di
un’informazione”.
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Molteplici sono le classificazioni dei tipi di memo-
ria: memoria procedurale, memoria di lavoro,
memoria episodica e via dicendo. In questo libro ci
riferiremo, per comodità, ad una classificazione in
tre tipi di memoria, basata sul tempo di permanenza
del ricordo specifico. Ciascuno di noi sa, per espe-
rienza diretta, che non tutti i ricordi rimangono per
sempre nella memoria: molti scompaiono con il pas-
sare del tempo. Quanto tempo occorre ad attenuare
o a cancellare definitivamente un ricordo?
A questo proposito, prima di analizzare casi reali di
acquisizione e memorizzazione delle informazioni,
distinguiamo i tre tipi di memoria che ci consentono
di rispondere alla domanda qui sopra:
• Memoria a breve termine (l’informazioneviene ricordata per un periodo che va da pochi
secondi a due settimane circa).
• Memoria a medio termine (l’informazione
viene ricordata per un periodo che va da due
settimane a un anno circa).
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• Memoria a lungo termine (l’informazione
viene ricordata per tutta la vita).
Ipotizziamo ora delle situazioni reali: situazioni che
abbiamo già vissuto. È capitato a tutti di aver cono-
sciuto Andrea (o Giovanni, o Mirella, o una persona
che si chiamasse in qualsiasi altro modo), di avergli
stretto la mano e di aver dimenticato il suo nome nel
tempo di pochi secondi, di qualche ora o di qualche
giorno. In effetti, alla prima acquisizione, capita spes-
so di dimenticare l’informazione che si è assunta, inun periodo di tempo che varia da pochi secondi ad un
massimo di due settimane circa. Ed è esperienza
comune aver incontrato di nuovo il suddetto
“Andrea”, di non aver ricordato il suo nome e di aver
cercato di liberarsi dall’imbarazzo con una frasecome: “Carissimo, come stai?”. Credo proprio che
abbiano inventato questa espressione per tali dram-
matici frangenti…! Ebbene, questo primo tipo di fun-
zione è conosciuto come memoria a breve termine.
Altra ipotesi: ci presentano Barbara e dopo qualche
minuto diciamo: “Barbara, posso offrirti un caffè?”.
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Da un punto di vista neurologico, il fatto di chiama-
re per nome Barbara implica:
• un utilizzo cosciente dell’informazione;
• il conseguente aumento dell’area cerebrale
coinvolta nel processo di memorizzazione;
• l’aumento delle sinapsi, ovvero dei collega-
menti di natura elettrochimica tra masse di
neuroni;
• lo stabilizzarsi del ricordo.
Quanto tempo rimarrà nei nostri ricordi il nome
“Barbara” associato alla determinata persona a cui
abbiamo offerto il caffè? Ci resterà per un periodoche può variare da un minimo di due settimane circa
fino ad un massimo di un anno circa: il tempo della
memoria “a medio termine”. In questo caso, infatti,
il ricordo è passato a medio termine attraverso un
utilizzo cosciente dell’informazione. Se invece di
invitare Barbara a prendere il caffè avessimo sem-
plicemente pensato di farlo e pensato al suo nome,
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avremmo ottenuto il medesimo risultato ai fini del
ricordo. In altri termini, il cervello non opera una
chiara distinzione (da un punto di vista neurologico)
tra la realtà e l’immaginazione.
Ipotizziamo, infine, che ci presentino Claudio;
immaginiamo di invitare Claudio a bere un aperiti-
vo, e poi di invitarlo di nuovo per una pizza. In que-
sto caso abbiamo fatto per due volte un utilizzo
cosciente dell’informazione. Il secondo utilizzo ha
stabilizzato il ricordo fino a portarlo nella “memoriaa lungo termine”, dove potrà rimanere da un anno
fino a tutta la vita.
Questo è un modello didattico che utilizziamo per
spiegare la differenza tra memoria a breve, medio elungo termine. Nello stesso tempo è importante
tener presente che la nostra capacità di memorizza-
re e di apprendere è influenzata da molti fattori, che
esamineremo più avanti.
In questo libro analizzeremo dei sistemi per portare
un ricordo direttamente nella memoria a medio o a
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lungo termine, senza che sia necessario riutilizzare
in modo cosciente l’informazione, né la prima né la
seconda volta. L’obiettivo della nostra ricerca è pro-
prio questo: ricordare per sempre un’informazione
acquisita una sola volta.
Prendiamo in considerazione altri esempi che possa-
no adattarsi alle varie circostanze. Nella memoria a
breve termine possono esserci una lista della spesa,
il nome di una persona appena incontrata, il nuovo
vocabolo di una lingua straniera e ogni tipo di infor-mazione nuova, compreso il codice del nostro ban-
comat, il capitolo di un libro appena letto e tutte le
cose più o meno importanti della nostra vita… la
prima volta che si presentano.
Nella memoria a medio termine, invece, sono pre-
senti tutte le informazioni che abbiamo avuto modo
di utilizzare almeno una volta, come una ricetta con
cui ci siamo cimentati, una strada che abbiamo per-
corso, un vocabolo in lingua straniera che abbiamoutilizzato o altre informazioni che, pur essendo state
acquisite per la prima volta, si sono fissate nella
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memoria in virtù di particolari caratteristiche che
vedremo nei prossimi capitoli.
Nella memoria a lungo termine ci sono la nostra
capacità di andare in bicicletta, i nomi dei nostri
genitori, dei nostri nonni e dei nostri amici di vec-
chia data, un’infinità di episodi e le informazioni
usate varie volte, come l’indirizzo della casa in cui
vivevamo prima, il nostro nuovo indirizzo e così via
dicendo.
Esiste un’unità di misura della memoria, o meglio:
esiste un’unità di misura della quantità dei dati che
possiamo apprendere in successione con un breve
intervallo di tempo tra l’uno e l’altro. La memoria a
lungo termine contiene un’immensa quantità di dati:i vicini di casa di quando eravamo bambini, tutti gli
episodi che hanno caratterizzato la nostra vita e che
ricordiamo meglio degli altri, e tante altre cose che
non è possibile quantificare.
L’unico sistema finora considerato valido per misu-
rare la memoria, ovvero la nostra capacità di
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apprendere e immagazzinare informazioni, consiste
nel fornire alla persona di cui si intende misurare le
capacità di memoria una serie di dati con un inter-
vallo di tempo di due secondi tra l’uno e l’altro, per
poi verificare quanti di questi dati riuscirà a ricorda-
re in successione esatta. Quando un elemento viene
omesso oppure invertito, si considera valido il
numero di dati ricordato fino a quel momento. La
quantità di dati che si può apprendere in un inter-
vallo di tempo di due secondi tra un’informazione e
l’altra viene definita “Span”.
Se ti stai domandando quale sia il tuo Span, la rispo-
sta è semplice: varia dai cinque ai nove (sette più o
meno due) dati memorizzati correttamente ad inter-
valli di due secondi. Se ad esempio ti presentanodieci persone, nel peggiore dei casi potrai ricordar-
ne cinque e, nel migliore, nove. Ebbene, una perso-
na la cui memoria sia stata educata nel modo giusto
(educata e non solo allenata: senza l’educazione,
l’allenamento non serve o serve a poco) ne ricordapiù di cento.
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QUANTO, COME, COSA RICORDI? 37
L’obiettivo del mio insegnamento è sviluppare nelle
persone la capacità di fare altrettanto, o anche
meglio. Potrai renderti conto di cosa sia veramente
la memoria e di quali siano le tue potenzialità. La
genialità non è determinata da un’intelligenza
migliore, ma da un uso migliore della propria intel-
ligenza.
Adesso non resta che definire il tuo Span! Leggi
queste parole:
Chiave .................
Barba .................
Frate .................
Spiaggia .................
Disco .................
Ala .................
Mela .................
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38 PIÙ MEMORIA
Terra .................
Nervo .................
Pacco .................
Latte .................
Ghiaccio .................
Macchia .................
Sale .................
Via .................
Ora copri la lista con un foglio bianco e cerca diriscrivere, negli spazi vuoti sulla destra, le parole
che hai appena letto, nella successione esatta. Il
numero di parole memorizzato in corretto ordine
rappresenta il tuo Span. Se ad esempio ricordi
“chiave, barba, frate, spiaggia, disco, ala, terra emela”, il tuo Span equivale a sei: le ultime due
parole non si contano, perché sono state invertite.
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QUANTO, COME, COSA RICORDI? 39
E MAI CE ne dimenticheremo!Nel paragrafo precedente ho fatto riferimento ad
una classificazione in tre tipi di memoria: le infor-
mazioni acquisite per la prima volta tendono ad
andare nella memoria a breve termine, le informa-
zioni utilizzate in modo cosciente per la prima voltapassano nella memoria a medio termine e quelle che
vengono utilizzate due volte passano nella memoria
a lungo termine.
Esistono tuttavia delle eccezioni: alcune informazio-ni, per le loro caratteristiche particolari, confluisco-
no direttamente nella memoria a medio termine o
nella memoria a lungo termine. Si tratta di quattro
caratteristiche molto importanti che consentono di
attivare una più vasta area cerebrale. Eccole ordina-te in una lista che consente anche di visualizzare
l’acronimo “E.M.A.I.C.E.” (E MAI CE ne dimenti-
cheremo!), a partire dalle iniziali delle parole che le
compongono:
- Esagerazione
- Movimento
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- Associazione
Inusuale
- Coinvolgimento
Emotivo
Quando una, due o tre di queste caratteristiche sono
presenti nell’informazione, essa si stabilizza nella
memoria a medio termine; quando sono tutte e quat-
tro presenti, sono in grado di assicurarti che
l’informazione va a collocarsi nella memoria alungo termine, dove potrà rimanere per tutta la vita.
Esagerazione, movimento, associazione inusuale e
coinvolgimento emotivo possono essere presenti in
modo naturale nelle situazioni della vita, ma è moltointeressante constatare che essi possono anche esse-
re semplicemente immaginati: il nostro cervello
ricorderà perfettamente le informazioni immaginate
proprio come se fossero state acquisite nella realtà.
Ad ogni caratteristica verrà dedicato un approfondi-mento nel capitolo successivo.
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Intanto, osserviamo che quando un ricordo si stabi-
lizza nella memoria a lungo termine attraverso una
corretta acquisizione, si attivano delle reazioni di
tipo biochimico, diverse rispetto a quelle che si atti-
vano per la memoria a breve e a medio termine. In
altre parole, quando un’informazione è esagerata, in
movimento, associata in modo inusuale e capace di
coinvolgerci emotivamente, il nostro cervello fun-
ziona in maniera diversa dal solito. Ci consente,
infatti, di ricordare per sempre quell’informazione e
tutto ciò che è accaduto poco prima e poco dopo ilmomento di assunzione del dato, anche se non è atti-
nente a quest’ultimo.
Affinché questo concetto risulti più chiaro possibi-
le, ti invito a ricordare dov’eri e cosa stavi facendoquando hai appreso la notizia dell’attentato alle due
Torri Gemelle a New York. Quel ricordo è nella
tua memoria a lungo termine, e a ben guardare con-
tiene proprio le quattro caratteristiche di cui sopra:
l’esagerazione dell’evento, il movimento degli aereie del crollo dei due edifici, l’associazione inusuale
degli elementi del contesto e il forte impatto emoti-
QUANTO, COME, COSA RICORDI? 41
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42 PIÙ MEMORIA
vo conseguente a tutto questo. La chimica del cer-
vello permette di ricordare anche molte altre infor-
mazioni aventi in comune una sola cosa: il fatto di
essere avvenute nello stesso periodo di tempo. Nella
formula
P + c———————–—– = L
t
intendiamo:
- con “P” gli avvenimenti particolarmente signi-
ficativi;
- con “c” le circostanze;
- con “t” il tempo;
- e con “L” la memoria a lungo termine.
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Naturalmente “P” è particolarmente significativo,
poiché si riferisce ad un fatto che ci ha coinvolto a
livello emozionale e che ci è apparso esagerato ed
inusuale.
Sostituiamo ora ai simboli individuati gli elementi
corrispondenti:
ATTENTATO
+
dov’ero+
cosa facevo
+
chi mi ha dato la notizia
—————————————–––––––––––––– = Memoria alungo termine
11/09/2001 ore 15,30 circa
QUANTO, COME, COSA RICORDI? 43
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“Non basta una buona mente,
la cosa più importante è usarla bene.”
Cartesio
Che cosa hai fatto fino ad oggi, quando volevi ricor-
dare qualcosa di importante o utile? Probabilmente
hai cercato di assimilare le informazioni che ti ser-
vivano attraverso la ripetizione, il metodo che io
considero il meno efficace in assoluto per fissare
nella propria mente i ricordi e per apprendere in
modo permanente nuovi dati. Il nostro cervello è
una risorsa straordinaria, meravigliosa, con illimita-
te potenzialità, ma nessuno ci ha mai insegnatocome usarla correttamente; nella maggior parte dei
casi siamo stati abituati ad attingere ad essa con
3Immagino, dunque ricordo(e apprendo)
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sistemi didattici obsoleti che hanno l’effetto princi-
pale di incentivare nei bambini un senso di incapa-
cità, di insicurezza e di inadeguatezza.
Se entriamo in una libreria, troviamo manuali per
usare il computer, per coltivare un giardino, per gio-
care a carte, per prendersi cura di un cane o di un
gatto, per imparare le tecniche del bricolage e per
decorare la casa; e troviamo pochissimo sul cervello,
su come fare un’operazione a mente, su come usare
la memoria in modo davvero efficace.
Nel capitolo precedente hai valutato il tuo Span,
riscontrando forse i limiti del sistema di apprendi-
mento tradizionale, basato essenzialmente sulla
ripetizione lineare dei dati da memorizzare. Neicapitoli che seguiranno, migliorerai moltissimo la
tua capacità di apprendere e ricordare, attraverso
l’utilizzo cosciente del cervello e della memoria.
Molte volte mi viene chiesto quale sia la correlazio-ne tra intelligenza e memoria. Ritengo di poter
affermare con certezza che aumentare la nostra
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memoria migliora la nostra intelligenza e che non
esiste intelligenza senza memoria. Nei prossimi
capitoli esamineremo l’origine storica e lo sviluppo
scientifico del Metodo Golfera, che potenziando
enormemente le capacità di memoria aumenta,
appunto, l’intelligenza.
Approfondiamo adesso le tematiche del capitolo
precedente facendo riferimento ai casi particolari,
quelli che permettono di archiviare informazioni
nella memoria a medio termine o a lungo terminedopo una sola acquisizione. Rifletteremo insieme
sui casi della vita che ti hanno portato a ricordare
delle informazioni in modo permanente dopo averle
assunte un’unica volta, e procederemo quindi verso
un approccio nuovo: un approccio che tenga in con-siderazione anche le dinamiche dell’apprendimento
che ognuno di noi possiede come dote naturale,
costruendo così un formidabile strumento per un
apprendimento veloce e per ricordare per sempre le
cose più importanti.
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I quattro pilastri della memoriaRicordiamo i particolari requisiti per cui alcuni
ricordi si stabiliscono direttamente nella memoria a
medio o a lungo termine: esagerazione, movimento,
associazione inusuale e coinvolgimento emotivo. In
presenza di tutti e quattro, l’informazione si stabili-sce nella memoria a lungo termine; nel caso in cui
manchi anche solo uno di questi, si immette nella
memoria a medio termine.
Le informazioni vengono ricordate più facilmentequando sono espresse attraverso delle immagini: la
nostra predisposizione naturale, infatti, ci porta a
ricordare più facilmente le immagini, rispetto ai
concetti astratti che non sono associati ad un proces-
so di visualizzazione. Analizziamo ora nei paragrafiche seguono ciascuno dei quattro requisiti necessari
a fissare un ricordo nella memoria a medio o a lungo
termine.
EsagerazioneL’esagerazione è un concetto riferibile a persone,
animali, idee o cose che indica una sproporzione,
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ovvero la presenza di misure o di caratteristiche al
di fuori della media. Quando ci troviamo davanti a
qualcosa di esagerato, ad esempio di fronte ad un
uomo che pesi duecentocinquanta chili o che sia alto
due metri e venti o, al contrario, davanti ad un
uomo piccolissimo, la nostra attenzione aumenta: la
caratteristica “esagerata” che contraddistingue quel-
la persona ci consente di ricordare con maggiore
facilità ciò che abbiamo appena visto.
Lo stesso processo si verifica quando i requisiti diesagerazione vengono anche solo semplicemente
“pensati”. Pensa ad un nano che gioca in una squa-
dra di pallacanestro, ad un uomo grasso al punto da
non poter entrare in ascensore, ad una donna
magrissima, ad una capigliatura così folta e riccia daoccupare l’intera stanza: si tratta di dati che, per il
fatto di essere rappresentati sotto forma di immagi-
ni “esagerate”, possono essere memorizzati più age-
volmente e passare dallo status di “informazioni” a
quello di “ricordi”. Da un punto di vista neurologi-co, l’esagerazione porta ad un aumento dell’atten-
zione e ad una maggiore attività cerebrale, con un
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conseguente effetto positivo sul processo di riten-
zione mnemonica.
Movimento
Tutto ciò che si muove attira naturalmente la nostra
attenzione e incentiva, quindi, il processo di fissa-
zione di un ricordo. Prova a pensare ad una piazza
piena di persone che stanno camminando.
All’improvviso, una di queste si mette a correre.
Dove andrà la tua attenzione? Alla persona che
corre, naturalmente! Immagina di trovarti in un par-cheggio in cui tutte le auto siano ferme nelle aree di
sosta, tranne una che comincia a fare manovra per
uscire. Dove andrà la tua attenzione? Alla macchina
che si muove, non certo a quelle parcheggiate!
Ovviamente i ricordi si formano là dove si fissa
l’attenzione: in seguito, ricorderemo con maggiore
precisione le cose e le persone che abbiamo visto
muoversi. Anche gli animali sono istintivamente
consapevoli del fatto che tutto ciò che si muoverichiama l’attenzione, e si comportano di conse-
guenza: il fagiano, ad esempio, rimane immobile
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quando vuole evitare di essere notato; può capitare
infatti che, durante una passeggiata in campagna o
in montagna, non ci accorgiamo di un animale che
si trova a pochi metri da noi, sotto i nostri occhi,
perché rimanendo perfettamente immobile non ci
consente di percepire la sua presenza. Hai mai visto
un gatto cacciare? I suoi movimenti sono lentissimi
e felpati, proprio perché, se così non fosse, mette-
rebbe sull’avviso la preda che sta puntando. Il leg-
gendario scatto felino avviene solo quando il preda-
tore si accorge di essere stato notato.
Il nostro cervello tende a fare una selezione istinti-
va delle informazioni utili nel processo di percezio-
ne sensoriale. Nel processo visivo, la natura attribui-
sce vita a ciò che si muove e, conseguentemente, ilnostro interesse istintivo viene attratto dal movi-
mento. Persino quando il movimento è velocissimo,
come in una gara di Formula Uno, noi portiamo
sempre la nostra attenzione su ciò che si muove più
velocemente, ad esempio sull’auto che sta effettuan-do il sorpasso. Anche il movimento dunque, come
l’esagerazione, determina una più intensa attività
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cerebrale e neurologica, favorendo il processo di
apprendimento.
Associazione inusuale
L’associazione inusuale si verifica quando un ele-
mento viene abbinato ad un altro/altri elementi,
senza che ci siano tra essi affinità, prossimità logica
o una consuetudine all’essere associati tra loro. È il
caso di un uomo nudo in un gruppo di persone in
giacca e cravatta, oppure di un uomo in giacca e cra-
vatta nel bel mezzo di un campo di nudisti. Tutto ciòche è insolito rimane impresso nella nostra memoria
con grande forza. Pensiamo anche ad un cane con
tre teste o ad una lucertola con due code.
Probabilmente il nostro cervello, oltre a cogliere
nell’insolito qualcosa di nuovo e sconosciuto, per-cepisce un pericolo o un’opportunità; in ogni caso,
comunque, qualcosa a cui prestare molta attenzione.
Prova a pensare a tutte le cose strane che hai visto:
con tutta probabilità, te ne vengono in mente moltis-
sime, proprio per la capacità innata degli esseriumani di ricordare ciò che è insolito.
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Coinvolgimento emotivo
Il tempo di permanenza di un ricordo è direttamen-
te proporzionale all’attività cerebrale prodotta nel
processo di memorizzazione. Il coinvolgimento
emotivo è certamente il modo più sicuro per aumen-
tare l’attività cerebrale e neurologica: è così deter-minante nell’ambito del processo di memorizzazio-
ne, che meriterebbe un libro a parte. Sicuramente è
il metodo migliore per assicurarsi la permanenza di
un ricordo nella memoria a lungo termine. Pensa a
quanti ricordi affollano la tua mente per il solo fattodi essere stati fissati e supportati da un’emozione:
un bacio, la nascita di un bimbo, un abbraccio, un
matrimonio o anche il personaggio di un cartone
animato che vedevamo da bambini: sono situazioni
impresse nella memoria da un coinvolgimento emo-tivo tale da consentirti di ricordarle con assoluta
limpidezza a distanza di moltissimi anni, per tutta la
vita. La memoria funziona principalmente attraver-
so le emozioni, ed i ricordi, così creati, confluisco-
no nella memoria a lungo termine.
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Molte volte il coinvolgimento emotivo non è diret-
to, ma rievocato. Immagina di conoscere un gruppo
di persone e di ascoltare i loro nomi: certamente
ricorderai con maggiore facilità i nomi che rievoca-
no qualcosa da un punto di vista emotivo; ad esem-
pio, ricorderai più facilmente il nome di una perso-
na che si chiama come tuo padre o come qualcuno
che ti è caro. In un certo senso, la memoria è
un’emozione. Un’altra cosa è sicura: quando il coin-
volgimento emotivo si associa all’esagerazione, al
movimento e all’associazione inusuale, percepiamoqualcosa che rimarrà per sempre dentro di noi.
Molte delle pubblicità più efficaci fanno leva pro-
prio su questi principi, con l’obiettivo di emozionar-
ci e sorprenderci per farci ricordare questo o quel
prodotto. Quando affermo “ricordare”, intendo qui“ricordare per sempre”.
La pubblicità svelataI pubblicitari sanno che gli spot e i messaggi promo-
zionali devono seguire delle dinamiche precise,affinché possano avere un impatto tale da attivare
l’attenzione dei destinatari e garantire la memoriz-
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zazione delle informazioni trasmesse. Sono inoltre
consapevoli del fatto che l’interesse delle persone
viene stimolato da soggetti appariscenti e fuori dal
comune, ragion per cui utilizzano spesso immagini
che hanno caratteristiche di esagerazione, movi-
mento e associazione inusuale, così da favorire il
processo di memorizzazione del messaggio pubbli-
citario. Quando vogliono farci ricordare un pennel-
lo, ne rappresentano uno di dimensioni enormi, in
movimento, inusuale. Ti ricordi? Probabilmente ti è
venuto in mente il pennello “Cinghiale” e lo spot incui veniva pubblicizzato. È sufficiente un quarto di
secondo affinché un’immagine rimanga impressa
per sempre nella nostra memoria, a patto che questa
susciti in noi particolari emozioni, che sia esagerata,
in movimento ed associata in modo inusuale. Lecaratteristiche “E.M.A.I.C.E.” (esagerazione, movi-
mento, associazione inusuale e coinvolgimento
emotivo) sono i quattro requisiti fondamentali per
l’acquisizione di un ricordo nella memoria a lungo
termine.
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Realtà e immaginazionePer alcuni meccanismi di pensiero il cervello non
opera distinzioni tra realtà e immaginazione: deter-
minati processi cognitivi seguono modalità analo-
ghe con esperienze reali e con esperienze immagi-
nate. In termini molto semplici, possiamo tuffarcinel mare e ricordare la frase: “Mi sono tuffato nel
mare”, ma possiamo anche immaginare di tuffarci
nel mare e ricordare la stessa frase con altrettanta
facilità. Quante volte hai sognato senza renderti
conto del fatto che stavi sognando, e percependodunque l’esperienza che facevi nel sogno come se
fosse reale? E quante volte, viceversa, hai soltanto
pensato di fare qualcosa e sei entrato in uno stato
emotivo tale da percepire l’esperienza immaginata
come se fosse reale? Questa premessa ci serve percapire che non sono necessarie esperienze reali per
attivare un processo di memorizzazione: ricordiamo
anche quello che pensiamo e immaginiamo. Cosa
vuol dire “immaginare”? Come ci suggerisce la
parola stessa, immaginare significa “creare delleimmagini”: immagini mentali. Cosa sarebbe succes-
so se invece di vedere questo o quello spot avessi-
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mo cercato di ricordare i prodotti e i servizi recla-
mizzati immaginando la pubblicità senza averla mai
vista? Ricorderemmo quei prodotti e servizi con
altrettanta chiarezza e con la stessa semplicità.
NeuroattivazioneImmaginare non è un processo astratto: è qualcosa
di molto reale che crea risposte neurofisiologiche
reali. Se pensiamo ad una situazione di pericolo, il
nostro battito cardiaco aumenta in modo più o meno
rilevante, a seconda di quanto ci siamo concentratisull’immagine mentale di quella condizione di
rischio; se pensiamo ad un dolce, la nostra saliva-
zione aumenta (la classica “acquolina in bocca”). E
se pensiamo ad un’immagine avendo la precisa
intenzione di ricordare qualcosa attraverso di essa,molto probabilmente ricorderemo l’oggetto a cui
l’abbiamo associata, se tale immagine avrà le carat-
teristiche di esagerazione, movimento, associazione
inusuale e coinvolgimento emotivo.
Ora porta attenzione agli esempi che seguiranno in
questo capitolo e nei successivi, e tutto ti sembrerà
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più chiaro. In questa fase è importante che tu capisca
bene il procedimento; poi imparerai a farlo “tuo”,
così come hai imparato a scrivere e a leggere.
Cartoni e… neuroni
Questo esempio pratico ha l’obiettivo di farti capire
la dinamica del Metodo Golfera. Nei prossimi capi-
toli ti verrà spiegato come creare immagini in una
frazione di secondo e facilmente. Per il momento,
cerca solo di capire bene le ragioni per cui il siste-
ma funziona. Ora facciamo l’ipotesi di voler ricor-dare il sito Internet www.gigotec.com, uno dei siti in
cui viene presentato il sistema che ho messo a punto
per apprendere e memorizzare efficacemente.
GiGoTec ci fa venire in mente Gig Robot d’Acciaio,
il robot dalle dimensioni enormi che molti di noihanno conosciuto attraverso i cartoni animati e che
possiamo immaginare mentre balla e si diverte.
Quest’immagine ha determinato un’attivazione
cerebrale in grado di farci ricordare per sempre il
sito GiGoTec. Ciò avviene perché l’immagine, oltread emozionarci per la forza espressiva che la carat-
terizzava, era esagerata (un enorme robot), in movi-
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mento e certamente associata in maniera inusuale.
Eppure, ricorderemo per sempre la parola “GiGoTec”,
senza che sia necessario pensare ad alcun robot! La
ragione è che l’immagine del robot, piuttosto che
essere un’associazione mentale, è stata solo un
mezzo per far arrivare l’informazione alla memoria
a lungo termine. Il nostro obiettivo, quando voglia-
mo ricordare qualcosa, è determinare un’elevata
attivazione neurologica: il modo migliore per farlo
consiste nel creare immagini “E.M.A.I.C.E.”.
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“Ogni nostro pensiero è un’immagine.”
Gianni Golfera
Immagini per ogni cosaOgni volta che pensiamo a qualcosa, si presenta alla
nostra mente un’immagine particolare che, in qual-
che modo, è connessa al nostro pensiero. Tale
immagine può essere più o meno conscia e certa-
mente rimane indissolubilmente legata al processo
logico che l’ha costruita. Le immagini possono
essere costruite in maniera logica o in maniera istin-
tiva o intuitiva, che dir si voglia. Esse risentono for-
temente del nostro background culturale e delleesperienze che abbiamo vissuto.
4La tela dei ricordi:primi tocchi d’artista
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Pensiamo alla semplice parola “bicicletta” e focaliz-
ziamoci sul concetto che essa richiama alla nostra
mente. Qualcuno penserà alla propria bicicletta da
corsa, qualcun altro al negozio di biciclette dietro
l’angolo, qualcun altro ancora penserà al proprio
bambino che impara ad andare in bicicletta, oppure
al suo vicino di casa che è caduto dalla bicicletta o,
ancora, alla cyclette che ha in camera da letto. Quale
che sia il pensiero che deriva da questa parola, esso
è unico e personale, e se anche due persone pensano
apparentemente alla stessa cosa, ci saranno comun-que delle differenze nei modi in cui se la rappresen-
tano nella propria mente.
Quante volte abbiamo sentito dire o abbiamo pensa-
to che il libro è stato più bello del film? Questoavviene, in genere, quando leggiamo un libro prima
di vedere il film che da esso è stato tratto. Le imma-
gini che ci siamo creati nella mente in base alle
descrizioni contenute nel libro, infatti, rispecchiano
la nostra personale e unica sensibilità e affondano leradici nella nostra esperienza soggettiva. Qualsiasi
altra immagine proposta dall’esterno ci appare spes-
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so inadeguata, lontana, poco rispondente alla nostra
esperienza di lettori.
Questo modo di pensare, basato sulle immagini, si
applica in qualsiasi ambito, anche alle astrazioni
come, ad esempio, a numeri o a concetti filosofici.
Ai bambini viene insegnato a contare partendo dalle
dita della mano, per poi procedere con operazioni
sempre più complicate, ma pur sempre rappresenta-
bili in maniera visiva. Ogni pensiero, ogni idea,
ogni valutazione, ogni emozione ed ogni ragiona-mento possono essere collegati ad immagini.
Questo concetto vale per tutti, anche per quelle per-
sone che prediligono spontaneamente altre modalità
di rappresentazione della realtà, ad esempio quella
auditiva (nel caso di coloro che associano più fre-quentemente i concetti a suoni, rumori e parole) o
quella cinestesica (nel caso di coloro che associano
più spesso i concetti alle sensazioni corporee). La
nostra immaginazione, unita ad altre facoltà fisiche
e neurologiche, ci porta a compiere imprese di cuispesso non siamo consapevoli, come quando, attra-
versando una strada trafficata, la utilizziamo per cal-
LA TELA DEI RICORDI: PRIMI TOCCHI D’ARTISTA 63
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colare tempi e distanze e riusciamo a evitare di esse-
re investiti. In numerose situazioni il confine tra
ragionamento, istinto e immaginazione è così sottile
da non poter essere valutato con parametri oggettivi.
Nei paragrafi successivi impareremo a costruire in
modo consapevole immagini E.M.A.I.C.E. per ricor-
dare le informazioni più svariate e complesse in
modo facile e divertente. All’inizio, forse, ti sem-
brerà complicato, ma poi ti abituerai e ci riuscirai in
una frazione di secondo. Ricorda sempre che leimmagini sono soltanto un mezzo per far fissare le
informazioni nella memoria a lungo termine.
Cercare queste immagini è semplice e intuitivo,
basta seguire l’istinto e applicare le regole che
seguono. L’abitudine sarà maestra.
Cuore, intuito, esercizio… e poesia
Prima di procedere con la parte pratica ed esempli-
ficativa è utile rivolgere la nostra attenzione alle
strategie necessarie alla creazione delle immagini,affinché il metodo diventi semplice e intuitivo attra-
verso l’uso e l’esercizio pratico. Ovviamente le stra-
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tegie sono molteplici; il mio consiglio è mettere in
atto quelle che si percepiscono come più naturali e
istintive, evitando di pensare troppo. Perché
un’immagine sia efficace, dev’essere sempre imme-
diata, intuitiva. A questo scopo, dopo aver letto i
metodi e le strategie per la creazione delle immagi-
ni, sarà opportuno fare pratica in modo rilassato e
senza sforzo, così da evitare elaborazioni eccessive.
È importante imparare ad usare il cuore,
l’intuizione, l’immaginazione. Volutamente evito di
usare la parola “fantasia” perché non si tratta di fan-tasia, né la fantasia è necessaria in questo procedi-
mento. È sufficiente applicare le regole che seguo-
no.
Il modo più semplice e diretto per memorizzarequalcosa (un concetto, un oggetto, una persona, un
animale o una parola) consiste nell’“immaginare
un’immagine” per la cosa stessa; ad esempio,
l’immagine di un bicchiere per la parola/concetto
“bicchiere”, l’immagine di un computer per la paro-la/concetto “computer” e l’immagine di una vecchia
macchina da scrivere per la parola/concetto “mac-
china”.
LA TELA DEI RICORDI: PRIMI TOCCHI D’ARTISTA 65
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Un altro metodo per memorizzare un’informazione
consiste nel rappresentarsi mentalmente l’immagine
di qualcosa dal nome simile, ad esempio
l’immagine di una vite per la parola/concetto “vita”.
In altri casi conviene immaginare una situazione che
abbia lo stesso nome di ciò che intendiamo ricorda-
re, anche se il significato letterale della parola da
fissare nella memoria è diverso nei due contesti: ad
esempio, se si sta preparando un esame in cui cisiano riferimenti all’ambito legale, si può rappre-
sentare l’immagine di un uomo alto che sta diritto
sulla schiena per ricordare la parola “diritto”, oppu-
re quella di un uomo che sta ricurvo rigidamente su
se stesso ed è quindi contratto, per la parola “con-tratto”, appunto.
Un altro criterio di memorizzazione consiste nel raf-
figurarsi una parte per il tutto, ad esempio
l’immagine di una cazzuola per rappresentare laparola/concetto “muratore” o l’immagine di un
bisturi per rappresentare la parola/concetto “chirur-
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go”.
Un altro sistema consiste nella rappresentazione di
una parola che abbia la parte iniziale simile a quella
della parola/concetto che si vuole memorizzare, cer-
cando qualcosa che sia facilmente visualizzabile,
come ad esempio l’immagine di una partoriente per
ricordare la parola “ paralipomeni”. In altri casi,
quando la parola/concetto è lunga e/o complessa,
come nel caso di “giacenza”, possiamo scomporla e
ricomporla in parti più semplici, quali ad esempio“Enza che giace”, e immaginare una persona di
nome Enza, mentre sta sdraiata su un prato.
Quando ciò che vogliamo ricordare (e quindi, rap-
presentare) è la parola che si riferisce ad un concet-to astratto (o, viceversa, è un concetto astratto e
quindi la parola che ad esso si riferisce), possiamo
ricorrere ad una metafora; ad esempio possiamo
rappresentarci la “concentrazione” con l’immagine
di un giocatore di scacchi impegnato in una partitadi torneo.
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Analogamente, si può ricorrere all’immagine di un
mulo per la testardaggine, a quella di un leone per il
coraggio, a quella di una bilancia per la Giustizia
oppure a quella di una donna vestita di verde per la
Speranza.
Per ricordare una parola o una frase in particolare,
possiamo anche rappresentarci mentalmente la per-
sona che è o era solita pronunciarla, ad esempio
immaginare il cantante Al Bano per “felicità” o Mike
Bongiorno per “allegria”.
Un’azione può essere rappresentata dall’immagine
di chi la compie; ad esempio, l’immagine di un
ladro può rappresentare il furto e quella di un medi-
co può rappresentare una cura. Un elemento singo-lo può rappresentare la categoria a cui esso appartie-
ne, ad esempio un’ape o una libellula possono rap-
presentare la categoria degli insetti.
In alcuni casi possiamo utilizzare la radice dellaparola che vogliamo ricordare, come quando rap-
presentiamo per la parola “Roma” un antico romano
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e per la parola “montagna” un montanaro con tanto
di scarponi e piccozza. Quest’ultima strategia, che
muove dal particolare al generale, funziona anche in
senso opposto: ad esempio, ci si può figurare
l’immagine di un ballo per rappresentare la parola
“ballerino”.
Utilizzando un criterio simile, si può rappresentare
un intero periodo dell’anno, ad esempio la stagione
autunnale con l’immagine di una foglia secca o
quella estiva con l’immagine di un ombrellone sullaspiaggia.
Si può ricordare qualcosa anche utilizzando una
rima, ad esempio si può visualizzare il libro di lati-
no o il proprio insegnante del liceo per ricordare iltermine “Palatino”.
I concetti astratti possono essere rappresentati anche
attraverso delle azioni: ad esempio la parola “accor-
do” può essere rappresentata da due persone che sistringono la mano.
LA TELA DEI RICORDI: PRIMI TOCCHI D’ARTISTA 69
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Nei casi di situazioni, concetti o azioni che è diffici-
le rappresentarsi mentalmente, si può ripartire da
ciò che li precede; ad esempio, si può rappresentare
la digestione immaginando l’atto del mangiare.
Un altro metodo molto efficace consiste nel ricorre-
re all’assonanza, cioè nel cercare termini che abbia-
no un suono simile a quello delle parole che si desi-
dera ricordare. Ad esempio, per chi studia le lingue
straniere o per chi ha la necessità di memorizzare
parole o sigle che non hanno senso compiuto nellapropria lingua madre: per ricordare una parola come
spintac si può visualizzare una persona che dà una
“spinta” ad un’altra, oppure si può pensare alla
“spina” di un cactus; per ricordare una parola come
cucer si può pensare alla “cuccia” di un cane.Insomma, occorre trovare qualcosa che suoni in
modo simile.
Esiste un altro criterio di memorizzazione molto uti-
lizzato nello studio del Diritto e delle materie in cuiè necessario ricordare in successione parole delle
quali già si conosce il significato. Questo criterio è
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definito “immagine acronima”. Un acronimo è una
parola creata a partire dalla porzione iniziale di più
parole (singole lettere o anche gruppi di lettere, ad
esempio sillabe). In questo modo è possibile ricor-
dare serie di parole attraverso un’unica parola più
semplice da memorizzare. Ad esempio, possiamo
ricordare le parole del seguente brano (una combi-
nazione di versi tratti da alcune poesie di Giuseppe
Ungaretti), attraverso l’immagine costituita dalla
parola acronima V.E.G.L.I.A., derivata dalle iniziali
di ciascun verso:- Vagammo forse vittime del sonno…
- E dal fondo di notti di memoria
- Già ci sfiorava
- La verità, per crescita di buio,
- Il dolore assopito che ritorna…
- Anima, non saprò mai calmarti?
LA TELA DEI RICORDI: PRIMI TOCCHI D’ARTISTA 71
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A questo punto, possiamo ricordare la parola
“VEGLIA” associando ad essa l’immagine di un
uomo sdraiato a letto, di notte, con gli occhi sbarra-
ti, perché non riesce a dormire.
Nel Trattato di ipnosi di Franco Granone pubblica-
to dalla Utet Edizioni, leggiamo che i fenomeni
ipnotici sono:
- Levitazione
- Catalessia
- Movimenti automatici
- Inibizione dei movimenti volontari
- Analgesia
- Sanguinamento
- Condizionamento
La prima cosa da fare sarà creare la parola partendo
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dalle lettere iniziali delle parole che vogliamo ricor-
dare, in questo modo: le per la parola “levitazione”,
ca per la parola “catalessia”, mo per “movimenti
automatici”, i per “inibizione dei movimenti volon-
tari”, a per “analgesia”, s per “sanguinamento” e co
per la parola “condizionamento”. In questo modo
otteniamo la parola lecamoiasco, che può essere
ricordata attraverso l’espressione assonante “lec-
cammo un fiasco”. A questo punto, potremo ricorda-
re le parole in questione creando l’immagine
E.M.A.I.C.E. di alcuni amici in stato ipnotico,mentre leccano un fiasco.
In linea generale, possiamo definire una regola
molto semplice: ogni informazione che si vuole
ricordare va associata ad un’immagine concreta (evi-tando i concetti astratti) le cui caratteristiche saranno
esagerazione, movimento, associazione inusuale e
coinvolgimento emotivo. Il coinvolgimento emotivo
si ottiene rappresentandosi immagini che siano in
qualche modo note, familiari, e che abbiano un nessocon esperienze vissute ed emozionalmente significa-
tive. Questo paragrafo apre la strada a molte applica-
LA TELA DEI RICORDI: PRIMI TOCCHI D’ARTISTA 73
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zioni future. Tra breve metterai a frutto quello che
hai imparato fino ad ora con applicazioni pratiche
relative all’acquisizione di informazioni che definire-
mo “brevi”, cioè costituite da due o tre elementi lega-
ti tra loro, come nel caso dei nomi di persona, dei
vocaboli di una lingua straniera, degli indirizzi e-
mail, degli indirizzi postali e di molti altri dati simili.
Memoria in movimentoI risultati dell’applicazione del Metodo Golfera con-
sistono, oltre che nel potenziamento delle capacità
di memorizzazione, nell’utilizzo di una più vasta
area cerebrale. È utile ribadire che la tecnica serve a
determinare un’attivazione neurologica che permet-
te di fissare il ricordo; dopodiché, l’informazione
permane nella memoria indipendentemente dalsistema che si è utilizzato per creare il ricordo. Il
tempo di permanenza di un ricordo è direttamente
proporzionale all’ampiezza dell’area cerebrale coin-
volta nel processo di acquisizione del dato.
Un semplice esempio può rendere bene l’idea: io mi
chiamo Golfera, e per ricordare il mio cognome
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puoi pensare ad una gigantesca mazza da golf, asso-
ciarla alla mia immagine (c’è una mia foto sulla
copertina di questo libro) e rappresentarmi nella tua
mente mentre mando in buca una palla. Devi imma-
ginare di farlo veramente. La prima volta che qual-
cuno ti chiederà di dire il mio nome, visualizzerai
questa immagine e “golf” ti farà venire in mente
“Golfera”; le volte successive, invece, sarai in grado
di rispondere correttamente senza pensare a nessuna
mazza da golf. Il sistema funziona a patto che le
immagini rispettino sempre i requisiti sopra espostidi esagerazione, movimento e… Ora dovresti esse-
re in grado di completare la frase. Se manca anche
una sola delle quattro caratteristiche, il ricordo va a
collocarsi nella memoria a medio termine anziché in
quella a lungo termine.
Facciamo un altro esempio. Se vogliamo memoriz-
zare il verbo inglese “to borrow”, che significa
“prendere in prestito”, possiamo immaginare di
andare dal nostro vicino di casa e di chiedere in pre-stito qualcosa: lui ci porterà un gigantesco blocco di
burro (“burro” è una parola assonante con borrow)
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e, poiché l’immagine è esagerata, in movimento,
associata in modo inusuale e dotata di una rilevanza
anche emotiva, (dal momento che conosciamo il
vicino e abbiamo con lui una certa familiarità) non
dimenticheremo più il termine “borrow”.
Questo sistema conosce un’infinità di applicazioni
che analizzeremo nel dettaglio in seguito. Per ora è
necessario rendersi conto che quando
un’informazione si installa nella memoria lungo ter-
mine, lo fa utilizzando come “mezzo di trasporto” leimmagini particolarmente significative che abbiamo
creato. Oltre al dato specifico che ci interessa imma-
gazzinare nella nostra mente, ci ricorderemo anche
le circostanze collegate all’atto della memorizzazio-
ne.
Quando creiamo un’immagine particolarmente
significativa, attiviamo la regola che possiamo rino-
minare come “formula dell’11 settembre”, secondo
la quale l’immagine X, particolarmente significativa,perché dotata delle caratteristiche “E.M.A.I.C.E.”,
va a collocarsi nella memoria a lungo termine insie-
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me a tutte le circostanze che si sono verificate in
quell’intervallo temporale. Questa considerazione è
di fondamentale importanza perché ci porta a rappre-
sentare un limitato numero di immagini al fine di
creare una neuroattivazione, e non certo di sostituire
i ricordi. Il Metodo Golfera è pensato e creato per
far funzionare al meglio la nostra memoria natu-
rale.
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“Quel che sento dimentico,
quel che vedo ricordo, quel che faccio imparo.”
Anonimo
Motore… Esercitazione!Se tutto sta procedendo nel migliore dei modi ora
sentirai una certa… confusione. Era previsto ed è
assolutamente normale, quindi evita di preoccuparti!
La ragione è che ho concentrato nei capitoli prece-
denti una grande quantità di informazioni, che ben
presto si chiariranno e si disporranno nella tua mente
nel giusto ordine, con il proseguire della lettura e con
le applicazioni pratiche che ti verranno proposte.
Probabilmente avrai trovato alcuni concetti partico-
larmente impegnativi; tuttavia era importante spie-
5Il quadro prende forma
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gare nel dettaglio come avviene la creazione delle
immagini finalizzate al processo di memorizzazio-
ne, essendo esse il tramite dei nostri ricordi.
Fino a questo momento abbiamo analizzato nume-
rosi metodi per creare immagini; facciamo adesso
un’applicazione di quanto esaminato finora, prima
di passare alla parte pratica vera e propria. L’antico
adagio “Quel che sento dimentico, quel che vedo
ricordo, quel che faccio imparo”, rende bene l’idea
di quanto sia importante l’esercizio che segue.
A pagina 82 troverai un elenco di dieci parole.
Adesso disponi di numerosi strumenti in più per
memorizzarle, rispetto a quando hai misurato il tuo
Span cimentandoti con la lista alle pagine 37-38.
Seguirà una spiegazione di alcune modalità con le
quali le parole della lista possono essere rappresen-
tate attraverso delle immagini; in questa fase accan-
toniamo per il momento le caratteristiche di esage-razione, movimento, associazione inusuale e coin-
volgimento emotivo.
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Molte applicazioni del metodo, ad esempio quelle
per la memorizzazione dei numeri, verranno
approfondite in seguito: “Omnia tempus habent”,
ogni cosa a suo tempo, dicevano i Latini.
Veniamo ora all’esercizio. Il procedimento più effi-
cace è il seguente: leggi il vocabolo, pensa alla
prima immagine che ti viene in mente e tienila per
buona. Infatti la prima immagine, quella intuitiva, è
sempre la migliore, perché non è condizionata da
ragionamenti che tolgono immediatezza al proces-so: ricordati di seguire il cuore. All’inizio potresti
incontrare delle difficoltà che non dipendono da
un’immaginazione più o meno sviluppata, ma sem-
plicemente dal fatto che devi ancora familiarizzare
con le tecniche presentate nel Capitolo 4 al para-grafo “Cuore, intuito, esercizio... e poesia”. Nel
caso in cui avessi qualche difficoltà, passa oltre, per
poi ritornare sul punto problematico in seguito.
Durante gli esercizi di conversione delle parole in
immagini, cerca per quanto ti è possibile di essererapido: la velocità aiuta, perché più ci stai a pensa-
re, più confuse saranno le immagini che ti vengono
IL QUADRO PRENDE FORMA 81
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in mente; al contrario, più sarai rapido, più sarai
pronto, efficace e preciso nell’esercizio.
Ecco la prima “batteria” di parole:
Cappello ...................................................................
Bicchiere ..................................................................
Carta .........................................................................
Pazza ........................................................................
Gatto .........................................................................
Uniforme ..................................................................
Vittima ......................................................................
Entusiasmo ...............................................................
Accelerazione ...........................................................
Fede ..........................................................................
82 PIÙ MEMORIA
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qualche parte; per la parola “carta”, pensa ad una
risma di fogli di carta, oppure ad un foglio di carta,
oppure ad una carta di credito, e attieniti comunque
alla prima immagine che ti è venuta in mente. Per la
parola “pazza”, procedi in modo analogo: pensa a
una donna affetta da disturbi della salute mentale
che hai incontrato o della quale hai letto, ascoltato o
visto un film; oppure pensa ad una persona che già
conosci nell’atto di impazzire. Per la parola “gatto”,
pensa ad un gatto in particolare o, se ti è più fami-
liare, pensa ad un gatto delle nevi; per la parola“uniforme”, pensa ad una persona in alta uniforme
che suscita ammirazione. Quale immagine ti viene
in mente pensando alla parola “vittima”? Se non ti
viene in mente niente, puoi sempre pensare ad
un’immagine vista in televisione: purtroppo i tele-giornali abbondano di scene e di vittime della vio-
lenza. Per la parola “entusiasmo”, pensa a qualcuno
che ti comunichi questa emozione: una persona che
conosci, un personaggio famoso o il tuo calciatore
preferito mentre esprime il suo entusiasmo inconte-nibile subito dopo aver segnato un gol. Nel caso di
un concetto astratto come quello di entusiasmo,
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infatti, l’importante è creare un’immagine concreta
che lo esprima con forza. Per la parola “accelerazio-
ne”, pensa ad un’auto che aumenta improvvisamen-
te la velocità, compiendo, appunto, una violenta
accelerazione. Sarebbe preferibile che quest’imma-
gine si riferisse ad una situazione che hai realmente
vissuto. Per la parola “fede”, puoi pensare alla tua
amica Federica che chiamate affettuosamente
“Fede”, oppure ad un monaco che prega e che per
questo motivo rievoca l’idea della fede.
Adesso ci concentreremo su una lista di parole ine-
renti al Diritto; anche se non è una materia di cui ti
occupi di solito, ti conviene ugualmente provare a
memorizzare le parole dell’elenco che segue. Tieni
sempre comunque presenti le strategie di cui al para-grafo che inizia a pagina 64. Le soluzioni qui sugge-
rite non sono necessariamente quelle “giuste” o le
migliori in assoluto: ognuno è in grado di formulare
quelle più efficaci per sé, in base alla propria espe-
rienza soggettiva e al proprio modo di ragionare.
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Vediamo ora le parole da memorizzare; anche in
questo caso, piuttosto che leggere subito le indica-
zioni suggerite in seguito, prova a collegare autono-
mamente a ciascuna parola le prime immagini che ti
vengono in mente:
Fideiussione ....... ........ ....... ........ ....... ........ .....
Revoca ..........................................................
Locazione ......................................................
Recesso .........................................................
Ingiunzione ....................................................
Provvedimento ....... ....... ........ ....... ........ ....... ...
Convocazione ....... ........ ....... ........ ........ ....... ....
Riduzione ....... ........ ....... ........ ....... ........ ........ .
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Amministrativo ...............................................
Delega ..........................................................
Adesso confronta ed eventualmente integra le tue
soluzioni con quelle proposte qui sotto:
- Fideiussione: si può visualizzare l’immagine
del cane Fido.
- Revoca: si può visualizzare l’immagine di un
re sul dorso di una vacca.
- Locazione: si può visualizzare l’immagine di
una locomotiva, oppure immagine dell’oca
dello zio.
- Recesso: si può visualizzare l’immagine di un
re seduto sopra ad un….
- Ingiunzione: si può visualizzare l’immagine
di una giuntura.
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quale immagine abbinare a ciascuno di essi.
Abbiamo dedicato il Capitolo 2 della seconda parte
del libro alle strategie di memorizzazione di nomi e
cognomi: qui c’è un “assaggio” di quello che legge-
rai in seguito. Per il momento, cerca soltanto di
creare un’immagine per ogni nome; attenzione:
l’immagine di qualcosa, non l’immagine di qualcu-
no con quel nome.
Alberto .....................................................................
Francesco .................................................................
Giorgia .....................................................................
Giuliano ...................................................................
Greta .........................................................................
Luca .........................................................................
Matteo ......................................................................
IL QUADRO PRENDE FORMA 89
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Morena .....................................................................
Rubens .....................................................................
Se dovessero presentarsi dei nomi composti, come
Pier Francesco, sarà sufficiente rappresentare con
un’immagine uno dei due (una pera, ad esempio, il
cui nome è assonante con “Pier”) per ricordarli
entrambi attraverso la nostra risorsa più importante:
la memoria naturale.
Ricordiamo sempre che questo sistema è un mezzo
per creare una neuroattivazione e che le immagini
associate qui proposte sono indicazioni puramente
dimostrative.
- Alberto: si può visualizzare un’enorme quan-tità di spaghetti, come quelli che mangia
Alberto Sordi nella celebre scena del film Un
americano a Roma.
- Francesco: si può visualizzare il saio di San
Francesco.
90 PIÙ MEMORIA
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- Giorgia: si può visualizzare un giornale.
- Giuliano: si può visualizzare la corona
d’alloro di Giulio Cesare.
- Greta: si può visualizzare un blocco di creta.
- Luca: si può visualizzare l’immagine di un
grosso libro, il Vangelo secondo Luca.
- Matteo: si può visualizzare la camicia di forzadi un matto.
- Morena: si può visualizzare una mora.
- Rubens: si può visualizzare un rubino.
Utilizziamo ora lo stesso sistema per la memorizzazio-
ne dei vocaboli in lingua straniera, applicazione, questa,
che approfondiremo nel Capitolo 4 della seconda parte
del libro. Per il momento, concentriamoci sull’immagi-ne da associare ad essi per ricordare come si pronuncia-
no, piuttosto che sul loro significato corrispondente in
IL QUADRO PRENDE FORMA 91
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italiano. A questo proposito, utilizzeremo principal-
mente il criterio dell’assonanza basato, appunto, sulla
pronuncia del vocabolo. Qui di seguito c’è una lista di
parole inglesi su cui cimentarti.
Spoon .......................................................................
Curtain .....................................................................
Peek ..........................................................................
Last ...........................................................................
Follow ......................................................................
Training ....................................................................
Course ......................................................................
Learn ........................................................................
Deck .........................................................................
Fold ..........................................................................
92 PIÙ MEMORIA
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Cerca sempre di seguire il più possibile l’istinto,
evita di perderti in inutili dettagli e, soprattutto, di
anelare alla perfezione: l’importante è che
l’immagine prodotta ti faccia venire in mente la
parola che ti interessa. Come sempre la soluzione è
soggettiva, come soggettive sono le soluzioni pro-
poste qui di seguito.
- Spoon: si può visualizzare una spugna o la
spuma del mare.
- Curtain: si possono visualizzare delle cartecolorate o anche qualcosa di corto, o Cortina
d’Ampezzo.
- Peek: si può visualizzare l’immagine di un pic-
cone.
- Last: si può visualizzare l’immagine del deter-
sivo Last al Limone.
- Follow: si può visualizzare l’immagine di un
falò.
IL QUADRO PRENDE FORMA 93
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- Training: si può visualizzare l’immagine di un
treno.
- Course: si può visualizzare la scena di una
corsa.
- Learn: si può visualizzare una lira o Gad
Lerner.
- Deck: si può visualizzare un caffè decaffeinato.
- Fold: si può visualizzare una folla di persone.
È arrivato il momento dell’ultimo degli esercizi di
questo capitolo: si tratta di associare le immagini ad
altre tre serie di parole, poste in successione inmaniera del tutto casuale. Usa un foglio di carta per
appuntare le immagini che crei. Cerca di essere
ancora più rapido e spontaneo: agisci subito,
d’istinto, con la prima immagine che ti viene in
mente. Ecco le tre serie di parole.
94 PIÙ MEMORIA
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Prima serie: metamorfosi, arringa, tributo, fervida,
innocenza, chiarore, federazione, indicativo, incline,
apprendimento.
Seconda serie: omonimia, linfociti, ortognatodontico,
efedrina, Odifreddi, Ceruti, filantropico, endocrino,
cospetto, Romberg.
Terza serie: criptoestesia, leucomune, Trazzi, Bustelli,
gomena, traverso, ulivella, creato, evanescente, volu-
metrico, solo, contatto, suzione, rigenera, egemonia,pantagruelica, fastidioso, recondita, satura, recensio-
ne, sancito, Crisippo, Porfirio, vulnerabilità, invidia,
sociali, repubblica, nome, nato, fedeltà, lungimiranza,
ammirazione, sollecitudine, temperanza.
Ed ecco le immagini che sarebbe possibile associa-
re ad esse.
• Per la prima serie
- Metamorfosi: si può visualizzare l’immagine
di un giocatore di football americano che corre
verso la meta facendo molte smorfie.
IL QUADRO PRENDE FORMA 95
7/27/2019 [eBook] Più Memoria
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- Arringa: si può visualizzare un’aringa in sca-
tola.
- Tributo: si può associare l’immagine di un
imbuto.
- Fervida: si può pensare al ferro.
- Innocenza: si può visualizzare un bambino.
- Chiarore: si può visualizzare una chiara d’uovo.
- Federazione: si può immaginare la federa di un
cuscino.
- Indicativo: si può visualizzare qualcuno (una per-sona che si conosce) nell’atto di indicare qualcosa.
- Incline: si può visualizzare un piano di legno
inclinato.
- Apprendimento: si può immaginare un tizio
che appende un quadro al mento di una statua.
96 PIÙ MEMORIA
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Come puoi vedere, la varietà di immagini e di asso-
ciazioni a cui si può pensare è enorme, e non è
necessario che la parola/concetto che si intende
ricordare sia sovrapponibile all’immagine associata
con una precisione “millimetrica”: l’importante è
che l’immagine visualizzata sia funzionale alla fis-
sazione del ricordo.
• Per la seconda serie
- Omonimia: si può visualizzare l’immagine di
un “omone”.
- Linfociti: si può visualizzare della linfa che
scorre.
- Ortognatodontico: si può visualizzare un ortocon sopra degli enormi denti.
- Efedrina: si può visualizzare una federina
(una piccola federa).
- Odifreddi: si può pensare a delle orecchie
fredde.
IL QUADRO PRENDE FORMA 97
7/27/2019 [eBook] Più Memoria
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- Ceruti: si possono visualizzare dei cerotti.
- Filantropico: si può visualizzare un licantropo
o una spiaggia ai tropici.
- Endocrino: si può visualizzare una criniera.
- Cospetto: si può visualizzare un petto.
- Romberg: si può visualizzare una figura di forma
romboidale, ad esempio un aquilone o una figurapiana sulla copertina di un libro di geometria.
Come puoi constatare, le parole sono di vario tipo
(nomi comuni di cosa, nomi propri di persona, nomi
che si riferiscono a concetti astratti, aggettivi e così via)e spesso poco utilizzati nel linguaggio quotidiano. Ecco
alcune idee per memorizzare le parole della terza serie.
- Criptoestesia: si può visualizzare una cripta.
- Leucomune: si può visualizzare un sindaco
che lecca il muro della sede comunale.
98 PIÙ MEMORIA
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- Trazzi: si possono visualizzare delle travi a
forma di razzi.
- Bustelli: si possono visualizzare dei piccoli
busti.
- Gomena: si può visualizzare una grande
gomma d’automobile.
- Traverso: si può visualizzare un tale che tossi-
sce perché gli è andato qualcosa di traverso o,in alternativa, un musicista che suona il flauto
traverso.
- Ulivella: si può visualizzare un’oliva di picco-
le dimensioni o, in alternativa, Olivia (la fidan-zata di Braccio di Ferro).
- Creato: si può visualizzare il globo terrestre o
un mappamondo (intendendolo come
“Creato”).
- Evanescente: si può visualizzare un fantasma.
IL QUADRO PRENDE FORMA 99
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- Volumetrico: si può visualizzare un bambino
che gioca con un cubo trasparente (che ricorda
il “volume”).
- Solo: si può visualizzare un barbone in un
parco pubblico completamente vuoto.
- Contatto: si può visualizzare un uomo che
lavora ai fili di un impianto elettrico.
- Suzione: si può visualizzare un acrobata chesalta sulla testa dello zio (su… zione).
- Rigenera: si può visualizzare la carta riciclata
o l’araba fenice che risorge (si rigenera).
- Egemonia: si può pensare ad un egittologo che
ha la mania dell’Egitto (Ege… monia).
- Pantagruelica: si può visualizzare una donna
un po’ matta (grulla) vestita con un paio dipantacollant.
100 PIÙ MEMORIA
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- Fastidioso: si può visualizzare un uomo che si
gratta con insistenza (perché l’aggettivo “fasti-
dioso” viene spesso associato al prurito).
- Recondita: si può visualizzare un re che con-
disce il suo piatto a tavola.
- Satura: si può visualizzare la sutura di una
ferita effettuata da un chirurgo, oppure una
sa(lda)tura.
- Recensione: si può visualizzare un re che
accende un grande fuoco.
- Sancito: si può visualizzare un santo che ha in
mano un dolce farcito.
- Crisippo: si può visualizzare un uomo dispe-
rato (in crisi) nell’atto di spostare un enorme
ceppo.
- Porfirio: si può visualizzare una vasca di por-
fido (preferibilmente una vasca in particolare,
IL QUADRO PRENDE FORMA 101
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ad esempio io penserei ad una vasca che si trova
a Ravenna nel Mausoleo di Teodorico), oppure
un porro che si riassorbe (che va in “ferie”).
- Vulnerabilità: si può visualizzare una bambina
fragile e pallida.
- Invidia: si può visualizzare una donna vestita di
nero che riga una Ferrari con un chiodo o anche
pensare alla Strega di Biancaneve.
- Sociali: si può visualizzare un assistente sociale
che si è visto in televisione o nella realtà.
- Repubblica: si può visualizzare la bandiera
italiana.
- Nome: si può visualizzare un neonato in braccio
ai suoi genitori, che ancora devono dargli un
nome.
- Nato: si può visualizzare un militare della
NATO.
102 PIÙ MEMORIA
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- Fedeltà: si può visualizzare una fede nuziale.
- Lungimiranza: si può visualizzare un tiratore
scelto che mira lontano con un potente cannoc-
chiale montato sul fucile.
- Ammirazione: si può visualizzare una diva di
Hollywood che viene applaudita dai suoi fans.
- Sollecitudine: si può visualizzare un uomo
legato a una specie di gogna mentre gli vienefatto il solletico sotto ai piedi con delle piume.
- Temperanza: si può visualizzare un enorme
temperino o anche un astuccio pieno di colori
a tempera.
Come avrai certamente notato, l’utilizzo delle
immagini dipende largamente da quello che ci
viene in mente in un determinato momento;
l’importante è che siano immagini che abbiamorealmente visto e che facciano parte del nostro vis-
suto individuale: devono essere reali, reali, reali!
IL QUADRO PRENDE FORMA 103
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Il linguaggio delle emozioniNegli esercizi al paragrafo precedente abbiamo
costruito immagini di vario genere, senza preoccu-
parci delle caratteristiche di esagerazione, movi-
mento, associazione inusuale e coinvolgimento
emotivo. Queste caratteristiche diventano di prima-ria importanza nella messa in pratica del Metodo
Golfera, e nei prossimi capitoli verranno utilizzate
per ogni aspetto operativo. Come già abbiamo detto,
i quattro fattori in questione devono essere tutti pre-
senti senza tralasciarne nessuno; inoltre, ogni imma-gine deve essere ben definita, chiara e il più reale
possibile. Se, per esempio, vogliamo visualizzare
Robin Hood, è preferibile visualizzare l’attore che
ne abbiamo visto interpretare la parte, uno in parti-
colare, immaginando di averlo di fronte in quel pre-ciso istante: il coinvolgimento emotivo, in questo
caso, consiste nel senso di familiarità che ci avvici-
na all’interprete del personaggio.
Il coinvolgimento emotivo implica la nostra parteci-pazione attiva nel processo di visualizzazione. In
questo senso, per visualizzare la parola “amore” non
104 PIÙ MEMORIA
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visualizziamo un grande cuore, come verrebbe istin-
tivo pensare, ma la persona che amiamo. Per il ter-
mine “negare” è funzionale pensare ad una situazio-
ne in cui ci sia stato negato qualcosa, un evento in
particolare, che per qualche motivo ci è rimasto
impresso. Quando immaginiamo una torta, dobbia-
mo anche rievocare lo stato emotivo di quando
abbiamo visto una torta in particolare, ma anche e
soprattutto creare un’emozione attraverso la sineste-
sia, intendendo con questo termine l’attivazione di
un senso per mezzo di un altro, oppure il coinvolgi-mento di più sensi nel visualizzare un’immagine.
Sarebbe a dire che visualizzare una fragola serve a
poco, se non immaginiamo di sentirne il sapore;
visualizzare una rosa serve a poco, se non immagi-
niamo di sentirne il profumo. Le immagini di questesensazioni possono essere create in frazioni di
secondo; la cosa importante è che le emozioni ad
esse collegate ci appartengano in qualche modo, che
ci siano familiari, e che vengano rievocate da situa-
zioni del passato in cui abbiamo vissuto quel mede-simo stato emotivo.
IL QUADRO PRENDE FORMA 105
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Tutti hanno codificato la propria vita attraverso il lin-
guaggio delle emozioni; queste, tuttavia, sono molto
personali e particolari. Ad ogni parola ognuno asso-
cia una sua precisa esperienza emotiva. Ad esempio,
un camionista e una ragazza che hanno frequentato il
corso in cui insegno il Metodo Golfera hanno rac-
contato in che modo ciascuno di loro avesse memo-
rizzato il termine “lasciato”: il primo aveva immagi-
nato di caricare un armadio su un camion insieme al
fratello, e di aver “lasciato” andare l’armadio, con un
tonfo rovinoso. La ragazza, invece, aveva ripensatoal momento in cui aveva “lasciato” il suo fidanzato:
quella triste sensazione, unita all’immagine dell’or-
mai ex-fidanzato, la riconduceva alla parola in que-
stione.
Come vedi, è possibile considerare ogni avvenimen-
to e ogni parola come un’emozione; e l’emozione è
la prima forma di attivazione neurologica.
106 PIÙ MEMORIA
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PARTE
IIIL METODO GOLFERA PERRICORDARE OGNI GIORNO
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“La memoria è la base dell'intelligenza.”
Gianni Golfera
Le applicazioni che abbiamo analizzato finora dimo-
streranno la loro efficacia attraverso un costante eser-
cizio pratico, che consentirà di acquisire anche velocità
e spontaneità nei processi descritti. Dopo qualche set-
timana, utlizzare questi strumenti sarà diventato per teun automatismo, un po’ come quando una persona
diventa così abile a guidare l’auto, da non aver più
bisogno di “fare mente locale” sulla frizione, ogni
volta che ha bisogno di scalare di marcia: ci riesce
“senza pensare”. Lo stesso accade in tutti i processi diapprendimento: la pratica rende spontanea e rapida
l’applicazione di ogni teoria.
1Le leve della memoria
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Prima di addentrarci nella concretezza dell’applicazio-
ne del Metodo Golfera, è necessario trattare alcuni
aspetti di fondamentale importanza nel processo di
apprendimento. Essi sono l’interesse, l’attenzione e
l’associazione.
L’interesseL’interesse è indubbiamente la prima leva della memo-
ria. Spesso capita che i bambini, a scuola, non riescano
a memorizzare ciò che fa parte del programma di stu-
dio, eppure sono capaci di ripetere a memoria goal eformazioni di intere stagioni calcistiche. Questo aspet-
to conferma che ogni persona è dotata di una straordi-
naria memoria: la sua maggiore o minore efficacia
dipende da quanto il campo di applicazione susciti inte-
resse. Per quanto il Metodo Golfera abbia un grandepotenziale di educazione della memoria, è comunque
necessario desiderare e decidere consapevolmente di
ricordare, e quindi di applicare le strategie del metodo.
L’attenzioneNell’attuazione di un processo di memorizzazione,
l’attenzione è il passo successivo all’interesse. Prova a
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pensare a quante volte hai cercato qualcosa che era pro-
prio “sotto il tuo naso”, oppure a quando hai trovato dif-
ficoltà nel tentativo di descrivere qualcosa o qualcuno
che avevi visto poco prima, oppure a quando hai
“dimenticato” le chiavi, il cellulare, l’ombrello, o anco-
ra a quando hai impiegato mezz’ora per ritrovare l’auto,
perché non ricordavi più dove l’avevi parcheggiata. Più
che di casi di scarsa memoria, spesso si tratta di distra-
zione o di insufficiente attenzione, ed è su quest’ultima,
dunque, che occorre lavorare.
L’associazioneL’associazione di idee è il processo più naturale utiliz-
zato per apprendere informazioni nuove o difficili da
ricordare. Pensa a quando, alla scuola elementare, ti
hanno descritto l’Italia come uno stivale, conl’intenzione di farti ricordare la sua forma caratteristi-
ca, oppure pensa a quando ti descrivono qualcosa,
citando numerosi esempi di cose che conosci e che hai
già visto o sentito precedentemente. Una cosa è certa:
possiamo imparare qualcosa di nuovo, quando siamocapaci di associare concetti nuovi con altri appresi in
precedenza. Spesso l’apprendimento di una lingua
LE LEVE DELLA MEMORIA 111
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straniera avviene anche confrontando le sue strutture
con quelle della propria lingua madre. Pensiamo poi a
cosa sarebbero le moltiplicazioni, se non si sapessero
fare le addizioni, o a cosa sarebbero le addizioni se non
si conoscessero i numeri.
112 PIÙ MEMORIA
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“Nessuna parola
è più importante del tuo nome.”
Gianni Golfera
Quante volte hai provato una sensazione
d’imbarazzo e di disagio, davanti ad una persona
della quale non ricordavi il nome? Quante occasioni
hai perso per aver dimenticato il nome di qualcuno?
Eppure, ricordare i nomi delle persone è fondamen-
tale.
Con il Metodo Golfera potrai ricordare, a distanza di
anni, i nomi di tutte le persone incontrate. Sarai inol-
tre in grado di ricordare i nomi di oltre cento perso-ne (non è un errore di battitura, proprio cento!)
incontrate in un’unica occasione.
2Facciamo nomi e cognomi
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Il sistema per riuscirci è semplice e veloce. Esso
consiste nell’associare un’immagine E.M.A.I.C.E. al
nome della persona, collegandola alla caratteristica
dominante del suo volto, quella che più ci colpisce.
A cosa mi riferisco in particolare? Prova a pensare
ad una caricatura: ecco cosa intendo per “esaltazio-
ne di una caratteristica dominante”.
Prima di inoltrarci nella pratica e negli esempi, ti
ricordo che l’immagine E.M.A.I.C.E. non è il fine,
ma il mezzo per acquisire l’informazione che ciinteressa. In questo senso, ricordiamo che ogni
immagine va costruita e associata in modo istintivo
e immediato, in meno di un secondo di tempo.
Passiamo ora alla pratica: se voglio ricordare ilsignor Paolo, la cui caratteristica dominante è un
naso “a patata”, immagino un palo (per assonanza
con “Paolo”) che esce dal naso (E.M.A.I.C.E.!) del
signor Paolo. Se voglio ricordare il nome di Mara,
una ragazza che ha come caratteristica dominantedegli occhi molto espressivi, immagino migliaia di
more (per assonanza con “Mara”) che escono dagli
114 PIÙ MEMORIA
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occhi di Mara. Se mi viene presentato Alessandro,
un signore con delle vistose orecchie a sventola,
associo il suo nome ad Alessandro Magno, immagi-
nando una spada che dondola appesa ad un suo
orecchio.
Ecco, di seguito, un elenco di nomi e immagini che
puoi leggere per farti un’idea di cosa intendo, per
poi procedere con alcuni approfondimenti.
- Andrea: una Croce di S. Andrea
- Antonella: un’anta
- Antonio: il maiale in relazione a Sant’Antonio,
santo protettore degli animali
- Barbara: un’orda di barbari o la bambola
Barbie
- Beatrice: una persona beata, avvolta in una luce
soffusa
- Bruno: metallo scuro brunito
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- Erika: è ricca! (Immagini di ricchezza)
- Fabio: una bottiglia di acqua Fabia
- Federica: una fede nuziale ricca (un’enorme
fede)
- Filippo: un filo
- Fiorenza: un fiore
- Gabriele: l’angelo Gabriele (si associano delle ali)
- Giovanni: un gruppetto di giovani
- Giuseppe: la sega di Giuseppe, il falegnamepadre di Gesù
- Guglielmo: la mela di Guglielmo Tell
- Ilaria: un atteggiamento di ilarità
- Irene: delle renne
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- Iolanda: una ghirlanda
- Ivan: l’atteggiamento violento di Ivan il
Terribile
- Laura: un’aura
- Lauro: dell’alloro, detto anche “lauro”
- Lisa: qualcosa di “liso”, di consumato
- Lorenzo: dell’oro
- Marco: la moneta tedesca, l’atto sportivo di
marcare o ancora una marca da bollo
- Martina: un bicchiere di Martini
- Massimo: il livello massimo di un misurino
- Melania: una mela
- Nadia: un nodo
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- Nando: suonando
- Nina: un nano o la Niña, la caravella di
Cristoforo Colombo
- Norma: una normativa
- Olga: un’alga
- Oliviero: un’oliva
- Oscar: il Premio Oscar
- Osvaldo: un uovo (per assonanza con “ovale”)
- Patrizia: una patrizia nel senso di ricca roma-na: associo la persona a dei gioielli
- Piero: una pera
- Pietro: una pietra
- Pino: un pino nel senso di “albero di pino”
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- Rachele: le chele di un granchio
- Roberta: il deodorante Neutro Roberts
- Rocco: una rocca
- Rosa: una rosa nel senso di “fiore”
- Serena: una serenata
- Silvano: il cappello del mago Silvan
- Silvia: una foglia di salvia
- Simone: sapone (per assonanza)
- Tania: un tonno
- Tiberio: una tibia
- Tiziano: una tazzina
- Tommaso: le dita dell’episodio biblico di San
Tommaso
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- Ubaldo: un balzo
- Umberto: un’ombra (per assonanza con
“umbra”)
- Ugo: un ago
- Valentina: va-lentina (lentezza di una lumaca)
- Valeria: un vaso di valore
- Veronica: una grande vera nuziale
- Vittorio: esultante perché vittorioso
- Sabrina: della brina
A questo punto occorre fare alcune precisazioni utili
per definire il corretto modo di operare nelle varie
circostanze.
1) Ogni nome va riferito ad un oggetto o ad
un’azione.
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2) Un nome non va mai riferito ad una persona
che già si conosce.
3) L’immagine da associare al nome e alla per-
sona va visualizzata per un tempo brevissimo:
circa un quarto di un secondo.
4) Per agevolare la fissazione dell’informazio-
ne, è utile chiamare più volte le persone con il
loro nome, durante la conversazione e quando è
il momento di salutarle.
Per quanto riguarda i nomi composti, come abbiamogià anticipato, non è necessaria un’immagine dop-
pia per ricordarli. Ad esempio, potremo ricordare il
nome di Giampiero visualizzando una “pera” asso-
ciata al volto della persona. Ricordo che l’immagine
che creiamo serve ad aiutare la nostra memoria, noncerto a sostituirla: l’immagine E.M.A.I.C.E. genera
la neuroattivazione necessaria per ricordare.
Successivamente non avremo necessità di ricorrere
a quell’immagine, per ricordare l’informazione.
Ogni immagine rimane indissolubilmente legata al
processo logico o intuitivo che è stato necessario a
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crearla. Questo aspetto ci permette di non confon-
derci mai, né di sbagliare nome partendo da
un’immagine.
A questo punto è arrivato il momento di trattare i
cognomi, i quali vanno memorizzati allo stesso
modo dei nomi, ma costruendo l’immagine con il
criterio dell’assonanza. Ecco degli esempi:
- Allegri: una risata demenziale
- Berti: dei berretti
- Dori: d’oro
- Fiorini: dei fiori piccoli piccoli
- Golfera: un golf
- Invoglia: ingoia
- Lenzi: lenza
- Magnani: uno che mangia voracemente
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- Neri: qualcosa di nero
- Ondini: delle onde piccole piccole
- Piccini: dei folletti piccoli piccoli
- Ranieri: una rana
- Serri: una serra
- Urnari: un’urna elettorale
- Venzi: un ventaglio
- Zamboni: degli zamponi
Consideriamo ora la situazione in cui ci presentano
qualcuno per nome e cognome. In questo caso cree-
remo un’immagine per il nome, la quale andrà ad
interagire con la caratteristica dominante della per-
sona attraverso l’immagine del cognome.
Se, ad esempio, ci presentano il signor Emanuele
Cicogna e notiamo che questa persona ha una fron-
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te molto ampia, possiamo immaginare un’enorme
mano (Emanuele) che toglie dalla fronte (caratteri-
stica dominante) una cicogna. Ovviamente si tratta
solo di un esempio: potremmo farne molti altri rela-
tivi alla medesima situazione.
Ciascuno di noi, infatti, dovrebbe fare proprie le
immagini che gli vengono più istintive e naturali. Ti
renderai conto ben presto, inoltre, che i nomi sono
sempre gli stessi: utilizzerai spesso le medesime
immagini con grande semplicità.
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“Negli affari non importa quello che ricordi
dei prodotti, ma quello che ricordi dei clienti.”
Gianni Golfera
Per “liste” intendo una serie di concetti, parole o più
semplicemente una serie di cose da ricordare, infe-
riore a venti elementi. Potrebbe essere un promemo-
ria di cose da fare l’indomani, le argomentazioni di
un discorso oppure una sequenza di cose da ricorda-
re: una semplice lista della spesa oppure un elenco
di appuntamenti. Questo capitolo contiene alcuni
elementi fondamentali di ciò che verrà in seguito.
3Parole, parole, parole…
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La memorizzazione delle liste avviene attraverso
l’acquisizione dei dati in tre fasi specifiche:
1) cercare un’immagine E.M.A.I.C.E.;
2) legarla a quella che segue;
3) continuare il procedimento legando le
immagini tra loro (due per volta).
Una cosa da puntualizzare è la seguente: EVITA
sempre di inventare storie; limitati ad associare i
vari elementi due per volta. Se l’acquisizione avvie-ne nel modo corretto, potrai imparare facilmente
oltre cento elementi. Ecco la prima lista di parole su
cui cimentarti, seguita da un esempio di strategia
per una memorizzazione efficace:
1) Dottore
2) Cappello
3) Pescatore
4) Scrivania
5) Aereo6) Specchio
7) Maschera
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8) Uva
9) Serpente
10) Computer
11) Vicino di casa
12) Chiave
13) Libro
14) Toro
15) Telo
16) Doccia
17) Fucile
18) Statua19) Topo
20) Matrimonio
Per prima cosa visualizzo un dottore, non uno a
caso, ma il mio dottore, poi associo il dottore alcappello, immaginandolo con un enorme e ridico-
lo cappello sulla testa (E.M.A.I.C.E.). Ora associo
il cappello al pescatore, senza più pensare al dotto-
re! Immagino allora un pescatore che pesca un
ridicolo cappello (esattamente quello di prima),per poi legare il pescatore alla scrivania, immagi-
nandolo mentre cade schiantandosi sulla scrivania.
PAROLE, PAROLE, PAROLE… 129
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Continuo visualizzando un aereo che decolla sulla
scrivania, poi lo stesso aereo lo visualizzo mentre
si schianta contro uno specchio. Dallo specchio
rotto esce una donna con una maschera, sotto la
maschera al posto del volto c’è dell’uva, dall’uva
esce un serpente ed il serpente ingoia il compu-
ter. Dal computer esce il mio vicino di casa con
in mano un’enorme chiave, con la chiave apre un
libro, dal libro esce un toro, il toro tiene un telo,
il telo viene messo in una doccia, dalla doccia
parte un colpo di fucile che colpisce una statuaspezzandola. Dalla rottura della statua esce un
topo che si veste da sposo per il suo matrimonio.
Come avrai visto, o meglio, visualizzato, ho associato
due elementi per volta, collegando il precedente con ilsuccessivo.
Prima di andare avanti nella lettura, fai una cosa
molto importante: torna indietro a rileggere le asso-
ciazioni; non per capire, bensì per visualizzare! Ènecessario che visualizzi bene ogni singolo passag-
gio, per acquisire in modo ottimale l’informazione.
130 PIÙ MEMORIA
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Bene, adesso prova a ricostruire la sequenza usando
la… testa! Se hai visualizzato correttamente i vari pas-
saggi, ci riesci senza problemi. Se invece qualcosa ti è
sfuggito, valuta le seguenti possibilità di errore:
1) Non hai visualizzato bene le immagini.
In tal caso, prova ad occhi chiusi e concen-
trati di più.
2) Le immagini non erano “E.M.A.I.C.E.”.
Rifletti: le immagini erano in movimento?Erano esagerate? Erano associate in modo
inusuale? Erano emotivamente coinvol-
genti? Le caratteristiche in questione devo-
no essere tutte soddisfatte!
3) Le immagini non erano realistiche.
È necessario sempre visualizzare cose e
persone “reali”, come ad esempio: il tuo
dottore, un cappello che hai visto realmen-
te, uno specchio che conosci e così via.L’importanza di una buona visualizzazione
è correlata ad un’efficace attivazione del-
PAROLE, PAROLE, PAROLE… 131
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l’area cerebrale che viene coinvolta duran-
te il processo di visualizzazione. Per que-
sto motivo, l’attività di visualizzazione
riveste una funzione di primaria importan-
za nel nostro sistema.
Ora facciamo lo stesso esercizio con una serie di
concetti e procediamo come sopra nel processo di
memorizzazione:
1) Diritto2) Contratto
3) Giacenza
4) Fideiussione
5) Rendita
6) Lavoro7) Orario
8) Abito professionale
9) Venditore
10) Recesso
11) Telefono12) Firma
13) Guadagno
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14) Banca
15) Dirigente
16) Impiegata
17) Studente
18) Domenica
19) Golf
20) Risultati
Come puoi vedere, si tratta in gran parte di concetti
di tipo astratto. La tecnica da usare è la stessa impie-
gata per la prima lista di parole. Ecco un esempio dicorrelazione tra le parole:
1) Diritto Un uomo alto
2) Contratto che si contrae
3) Giacenza e giace con Enza
4) Fideiussione Enza morde un osso
come farebbe Fido
PAROLE, PAROLE, PAROLE… 133
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5) Rendita l’osso è quello di una
renna con le dita
(ren-dita)
6) Lavoro le dita lavorano
su di un
7) Orario orologio
8) Abito professionale l’orologio si veste in
giacca e cravatta,l’abito professionale
9) Venditore si anima e va a fare il
venditore
10) Recesso il venditore si veste
da Re e si siede
sul ces…
11) Telefono da un water esceil telefono
134 PIÙ MEMORIA
7/27/2019 [eBook] Più Memoria
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12) Firma il telefono firma una
13) Guadagno banconota
14) Banca la banconota va in
banca e
15) Dirigente parla con il dirigente
che è vestito da vigile
(dirige il traffico)
16) Impiegato il vigile piega
il cappello
17) Studente un ragazzo con dei
libri sotto il braccio(studente)
ruba il cappello
18) Domenica lo studente si fa prete
(in questo caso,associo il prete
alla domenica)
PAROLE, PAROLE, PAROLE… 135
7/27/2019 [eBook] Più Memoria
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19) Golf il prete prende
un’enorme
mazza da golf
20) Risultati e colpisce la palla
così forte da
mandarla contro
il tabellone
dei risultati.
Così come hai fatto con la serie precedente, rileggie visualizza le immagini prima di verificare se tutto
è andato bene. Poi prova a ripetere le parole nella
giusta sequenza.
Ricordati anche della possibilità di utilizzarel’immagine costruita sull’acronimo, in particolare
quando ti occorre memorizzare una serie di parole
che si riferiscono alla stessa circostanza (il caso di
Lecamoiasco che abbiamo analizzato alle pagine 72-
73).
136 PIÙ MEMORIA
7/27/2019 [eBook] Più Memoria
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“L’unico passaporto
è la conoscenza delle lingue.”
Gianni Golfera
All’inizio del nostro percorso abbiamo rivolto il
nostro primo atto di memorizzazione all’unità espres-
siva minima del linguaggio umano: la “parola”.
Per memorizzare singoli vocaboli, sia che apparten-
gano ad una lingua straniera o alla nostra lingua
madre, è sufficiente ricorrere al metodo dell’associa-
zione. Abbiamo già riscontrato come sia possibile
ricordare la pronuncia di parole straniere o di termi-ni che non abbiano senso compiuto nella nostra lin-
gua madre attraverso il criterio dell’assonanza.
4Molto più di… I love you
7/27/2019 [eBook] Più Memoria
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Un vocabolo inglese come “even”, che tra i suoi vari
significati annovera quello di “anche”, sarà facil-
mente memorizzabile mediante una semplice asso-
ciazione:
- tra l’immagine che la parola “even” mi sugge-
risce,
- e l’immagine che la parola tradotta “anche” mi
fa venire in mente.
Per questa ragione, un procedimento appropriatoper memorizzare la parola in questione sarebbe il
seguente:
“even”, per assonanza, mi ricorda “Seven”, la
marca di zainetti per la scuola.
“Anche”, per assonanza, mi ricorda la parola
“anca” al plurale.
A questo punto non mi resta che fondere le dueimmagini in un’unica scena “E.M.A.I.C.E.”.
138 PIÙ MEMORIA
7/27/2019 [eBook] Più Memoria
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Quindi vedrò il mio zaino Seven, indossato da una
bellissima ragazza, che ondeggia sinuosamente il
bacino.
Ricordiamo che è sempre opportuno contestualizza-
re le immagini e rapportarle a scene di vita vissuta.
E quindi,
immaginerò la mia ragazza, con la quale trascorro
una meravigliosa e romantica giornata in monta-
gna, godendo di paesaggi incantevoli e di momen-ti magici, e vedrò che indossa il mio zaino
“Seven”, mentre passeggia insieme a me, ondeg-
giando sinuosamente il bacino (da cui ricavo il
termine “anche”).
Facciamo un altro esempio significativo con il ter-
mine inglese “spell”, che significa “incantesimo”.
Anche in questo caso farò appello alla mia immagi-
nazione.
Assocerò “spell” all’immagine di una persona che
si “spella” sotto il sole cocente d’estate; e il signi-
MOLTO PIÙ DI… I LOVE YOU 139
7/27/2019 [eBook] Più Memoria
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7/27/2019 [eBook] Più Memoria
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di soccorso, altamente
sconsigliato in caso di
ustione grave;
Coinvolgimento
Emotivo: tutto ha avuto luogo nella
mia abitazione, mentre
regnava la quiete più assoluta.
Le possibilità di applicazioni simili a queste sono
infinite.Prendiamo adesso in considerazione un vocabolo
della lingua spagnola come “catar” che vuol dire
“assaggiare” o “degustare”.
Anche in questo caso procediamo convertendo in
immagini:- il vocabolo in lingua originale catar
- e il suo significato “assaggiare”.
Catar, per assonanza, mi richiama alla mente
“catarro”. “Assaggiare”… viene di conseguenza.
MOLTO PIÙ DI… I LOVE YOU 141
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Immagino allora di trovarmi in una trattoria tipica
di Salamanca, dove assaggio una zuppa a base di
catarro e mi complimento con il cuoco per l’ottima
consistenza del cibo.
Per tornare all’opportunità di lasciare
l’immaginazione libera di andare nella creazione
delle immagini, avrai notato, nelle associazioni e
nelle immagini proposte negli esempi precedenti – e
anche in quelle che percorrono tutto il libro – che ho
sempre evitato di pormi vincoli di qualsiasi tipo: hosemplicemente dato il via libera alla mia capacità
immaginativa, evitando forzature e incoraggiando la
spontaneità.
142 PIÙ MEMORIA
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“Ciò che abbiamo vissuto ha valore
perché ce lo ricordiamo.”
Gianni Golfera
I numeri sono ovunque: nei codici, nei prezzi, nelle
prenotazioni, nelle date, nelle misure e nel tempo
che scandisce la nostra esistenza.
È proprio così difficile ricordarli? Naturalmente no,
se sappiamo come fare. Anche in questo caso il
metodo di memorizzazione si basa sulle immagini,
sebbene queste verranno costruite in modo partico-
lare. Forse il procedimento potrà sembrarti inizial-
mente un po’ complesso, ma con la pratica ti rende-rai conto di quanto sia facile e divertente.
5Hai tutti i numeri giusti
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La realtà che ci circonda non ha solo una natura ver-
bale: essa è “alfanumerica”, ovvero composta da
parole e da numeri; per molti, questi ultimi rappre-
sentano delle entità astratte. In tale astrattezza risie-
de spesso la causa della difficoltà di memorizzarli.
Gli antichi maestri della memoria hanno suggerito
un insieme di strategie che possono essere adattate
al contesto in cui viviamo oggi e sintetizzate in uno
strumento semplice e molto efficace: “l’alfabeto
fonetico”.
Procedi nella lettura di questo capitolo solo quando
ciò che hai già appreso ti è chiaro in tutti i suoi
punti. Ti spiegherò come ricordare i numeri ad una
cifra, poi a due, poi a tre, finché sarai capace diricordare anche numeri di quaranta cifre! So che ora
questa eventualità ti sembra strana e forse irrealizza-
bile; eppure, imparerai con estrema facilità!
Ad una cifra…In primo luogo visualizzeremo i numeri associando
ad essi un colore ed un’immagine. L’immagine
144 PIÙ MEMORIA
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associata ad ogni numero è stata decisa in base alla
similarità di forme tra cifre e immagini che le rap-
presentano. Esaminiamo dunque i numeri associati
ai relativi colori e alle relative immagini:
Lilla – candela (nota che il numero 1, grafi-
camente, è dritto proprio come una cande-
la).
Nero – cigno (nota che con un po’d’immaginazione la grafia del numero 2
può assomigliare ad un cigno dal collo
lungo e flessuoso).
Marrone – gabbiano (nota che con un po’d’immaginazione la grafia del numero 3
può richiamare un gabbiano in volo).
Rosso – sedia (nota che con un po’
d’immaginazione la grafia del numero 4assomiglia ad una sedia).
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Fucsia – guanto (il 5 fa eccezione nell’abbi-
namento con l’immagine: l’associazione è
con le cinque dita della mano).
Blu – ciliegia (nota che con un po’
d’immaginazione la grafia del numero 6
assomiglia ad una ciliegia).
Turchese – falce (nota che con un po’
d’immaginazione la grafia del numero 7assomiglia ad una falce).
Grigio – pupazzo di neve (nota che con un
po’ d’immaginazione la grafia del numero 8
assomiglia ad un pupazzo di neve).
Pistacchio – palloncino (nota che con un
po’ d’immaginazione la grafia del numero 9
assomiglia ad un palloncino).
Zafferano – salvagente (nota che con un po’
d’immaginazione la grafia del numero 0
assomiglia ad un salvagente).
146 PIÙ MEMORIA
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Ripassa prima soltanto i colori, associandoli ai nume-
ri corrispondenti e alle immagini: una candela fucsia,
un cigno nero e così via, sia in ordine crescente, sia in
ordine decrescente, sia in ordine sparso.
In secondo luogo ripassa il fonema della lettera
associata a ciascun numero. Nota bene: il “fonema”,
non la lettera dell’alfabeto. Cioè: “l” per “lilla” (e
non “elle”); “n” per “nero” (e non “enne”), e così
via.
Nota come i numeri e le lettere corrispondenti si
assomiglino graficamente oppure, come nel caso del
4 e dello 0, abbiano in comune l’aspetto fonetico:
1 assomiglia alla “l” di lilla;
2 assomiglia alla “ ” di nero, se lo ruotiamo di
180°;
3 assomiglia alla “m” di marrone, se lo ruotiamodi 180°;
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4, se pronunciato in modo molto forte, fa perce-
pire una “r” altrettanto forte (la “r” di “rosso),
e inoltre assomiglia graficamente ad una “ ”
maiuscola rovesciata;
5 assomiglia alla “ f ” di fucsia;
6 assomiglia alla “b” di blu;
7 assomiglia alla “ ” di turchese;
8 assomiglia alla “g” di grigio;
9, riflesso in uno specchio, assomiglia alla “p” di
pistacchio.
0 ha come iniziale la “z” di “zero” e di “zaffera-
no”, e questo è sufficiente a ricordare la corri-
spondenza tra numero e lettera.
Gli abbinamenti che abbiamo appena visto sonoschematizzati nella tabella alla pagina successiva.
148 PIÙ MEMORIA
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Prima di procedere con l’esercizio successivo,
ripassa molto accuratamente le corrispondenze tra
numero e lettera e lettera e numero, sia in ordine
crescente, sia in ordine decrescente, sia in ordine
sparso.
Adesso, divertiti a leggere i numeri che seguono
pronunciando le lettere che ad essi corrispondono:
7 9 2 4 3 1 5 9 0 6
2 8 4 5 0 6 0 1 9 7
8 4 3 2 1 6 5 4 3 2
1 0 4 2 9 8 6 4 2 1
0 2 1 2 3 4 5 9 8 0
4 2 7 4 1 2 9 7 0 6
1 4 9 3 8 4 6 2 1 5
1 4 2 0 7 0 1 8 4 8
1 2 7 9 8 1 6 8 2 7
6 4 1 7 0 5 2 5 0 3
0 2 6 3 6 2 0 9 5 40 4 5 0 8 9 1 5 3 6
4 8 4 9 4 6 2 7 8 1
150 PIÙ MEMORIA
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A due cifre…Adesso è arrivato il momento di creare delle imma-
gini per i numeri composti da due cifre. Tra i nume-
ri a due cifre prenderemo in considerazione anche
01, 02, 03, 04, 05, 06, 07, 08, 09 e 00, sebbene possa
sembrare strano.
La regola per memorizzare numeri a due cifre utiliz-
za la “conversione fonetica” ed è la seguente:
A ciascuna delle due cifre corrisponde una conso-nante; le due consonanti, combinandosi con una
o due vocali, formano delle parole.
A questo punto sarà facile passare dalla parola
all’immagine e viceversa.
Nell’elenco che segue leggiamo la parola corri-
spondente al numero a due cifre e anche una descri-
zione dell’immagine evocata da quella stessa paro-
la. Nota che le consonanti doppie (come in “Zorro”e in “zappa”, ad esempio) vengono calcolate come
singole.
HAI TUTTI I NUMERI GIUSTI 151
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12 – Lana una signora anziana
che lavora a maglia
13 – Lama il Dalai Lama, oppure l’animale
con questo nome
14 – Lara la “Lara” del Dottor Zivago
o il personaggio di Lara Croft
15 – Elfo un elfo (questa parola fa eccezione,
perché comincia per vocale)
16 – Lobo un mostro con orecchie
dai lobi enormi
17 – Latte un lattaio
18 – Lego un bimbo che gioca con i Lego
19 – Lupo un cane lupo
20 – Nozze una sposa
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7/27/2019 [eBook] Più Memoria
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21 – Nilo una mummia (non il Nilo, perché
sarebbe troppo dispersivo)
22 – Nonno mio nonno
23 – Nome un neonato al quale bisogna
dare il nome
24 – Nero un ragazzo di colore
25 – Naïf un pittore che dipingeun quadro naïf
26 – Nube una nuvola di cartapesta,
come in una scenografia teatrale
27 – Nato un militare della NATO
28 – Nego una persona in particolare
che nega o mi nega qualcosa
29 – Nappa un amico che indossa un giubbotto
fatto di questo materiale
154 PIÙ MEMORIA
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30 – Mazzo un mazzo di carte e un giocatore
d’azzardo
31 – Mela Eva con una mela
32 – Mano il personaggio “Mano”
della famiglia Addams
33 – Mamma mia mamma
34 – Mare un bagnino
35 – Mafia Al Pacino che interpreta
il personaggio mafioso
nel film Il Padrino
36 – Moby Moby Dick la balena,
ma più piccola
37 – Moto una moto con centauro
38 – Mago il mago Silvan
HAI TUTTI I NUMERI GIUSTI 155
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39 – Mappa un pirata con la mappa del tesoro
40 – Razzo un astronauta
41 – Rullo un rullo schiacciasassi
42 – Rana una rana
43 – Ramo un taglialegna
44 – Raro un vaso cinese raro
45 – Riffa una lotteria
46 – Ruba un ladro che ruba
47 – Rete un pescatore con la rete
48 – Ruga un vecchio marinaio con il viso
solcato da rughe
49 – Rupe un alpinista
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7/27/2019 [eBook] Più Memoria
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62 – Bunny il coniglio Bugs Bunny
63 – Boom un’esplosione di fuochi d’artificio
64 – Burro un pezzo di burro
65 – Baffi un uomo con i baffi
66 – Babbo mio padre
67 – Botte una botte
68 – Biga la biga di Ben Ur
69 – Bip un telefonino
70 – Tazza una tazza
71 – Telo una ragazza al mare sdraiata
su di un telo
72 – Tonno un tonno
158 PIÙ MEMORIA
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73 – Tomo un grosso libro
74 – Toro toro e torero
75 – Tuffo un tuffatore
76 – Tubo un idraulico
77 – Tetto una tegola
78 – Toga un antico romano in toga
79 – Topo un topo
80 – Gazza una gazza
81 – Goal un calciatore
82 – Gonna una ragazza in minigonna
83 – Gemma una signora molto ingioiellata
84 – Gara un corridore
HAI TUTTI I NUMERI GIUSTI 159
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“boom”), dei paggi che arrivano (98), uno dei
quali si trasforma in un topo (79), ed infine il topo
segna un goal (81), come se fosse un calciatore.
Nel caso del prezzo della Golf, assoceremo ad essa
solo il numero 23 (un neonato alla guida della Golf),
perché il resto della cifra è sottinteso e, di conse-
guenza, non è essenziale.
La stessa cosa va fatta quando ci troviamo davanti a
qualcosa di pressoché noto o logicamente deducibi-le. È il caso dei prefissi telefonici di città che già
conosciamo o delle prime due cifre di anni celebri
come il 1939, anno in cui ebbe inizio la seconda
guerra mondiale, o il 1947, anno in cui fu promul-
gata la Costituzione Italiana. Se, ad esempio, vuoiricordare il 1933, anno in cui Hitler venne eletto
cancelliere del Reich, non ti occorre rappresentare il
“19” riferito al secolo, ma è sufficiente rappresenta-
re il 33. Nel caso specifico, ho rappresentato nella
mia immaginazione mia mamma (33) e Hitler che sireggono in equilibrio sul bordo di un cancello (“can-
cello” è assonante con “cancelliere”).
HAI TUTTI I NUMERI GIUSTI 163
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Ora, per acquisire una certa sicurezza nella memo-
rizzazione dei numeri, ti sarà utile cimentarti con un
numero di almeno 15-20 cifre. Nella vita, probabil-
mente, non ti capiterà di dover ricordare un numero
così lungo, ma ti sarà utile farlo adesso, per impara-
re bene il sistema di memorizzazione dei numeri che
abbiamo appena analizzato.
Ecco un numero di 18 cifre da memorizzare:
25.39.55.24.67.36.21.58.78
Le parole corrispondenti saranno: 25 naïf, 39
mappa, 55 fifa, 24 nero, 67 botte, 36 Moby, 21 Nilo,
58 faggio, 78 toga. La conversione dei numeri in
parole ed immagini deve avvenire contestualmentealla lettura oppure all’ascolto del numero… Non fare
quella faccia! Certo, sarà necessario che studi i nume-
ri, per poterci riuscire. Concentrati su di essi, prima di
procedere. Poi collega a due a due le cifre del nume-
ro, attraverso le immagini ad esse associate.
164 PIÙ MEMORIA
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A tre cifre!
Consideriamo ora i numeri di tre cifre. Ti insegno in
proposito un’altra tecnica molto efficace, la quale ti
permetterà di visualizzare, in una sola immagine, un
numero a tre cifre.
Il criterio è molto semplice: si crea un’immagine
utilizzando le due cifre delle decine e delle unità (la
seconda e la terza cifra, quindi) e la si “colora” con
il colore corrispondente al numero delle centinaia
(la prima cifra).
I colori saranno: 0 zafferano (come il salvagente) 1
lilla (come la candela) 2 nero (come il cigno) 3 mar-
rone (come il gabbiano) 4 rosso (come la sedia) 5
fucsia (come il guanto) 6 blu (come la ciliegia) 7 tur-chese (come la falce) 8 grigio (come il pupazzo di
neve) 9 pistacchio (come il palloncino).
Ecco alcuni esempi.
571: si forma la parola con le cifre delle decine e
delle unità (71, telo) e la si colora con il colore
HAI TUTTI I NUMERI GIUSTI 165
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corrispondente alla cifra delle centinaia (5, fuc-
sia) – un telo fucsia.
938: si forma la parola con le cifre delle decine e
delle unità (38, mago) e la si colora con il colo-
re corrispondente alla cifra delle centinaia (9,
pistacchio) – un mago con un abito color pistac-
chio.
328: si forma la parola con le cifre delle decine e
delle unità (28, nego) e la si colora con il colorecorrispondente alla cifra delle centinaia (3, mar-
rone) – un uomo vestito di marrone che nega.
791: si forma la parola con le cifre delle decine e
delle unità (91, pollo) e la si colora con il colo-re corrispondente alla cifra delle centinaia (7,
turchese) – un pollo con il piumaggio turchese.
250: si forma la parola con le cifre delle decine e
delle unità (50, fez) e la si colora con il colorecorrispondente alla cifra delle centinaia (2,
nero) – un fez nero.
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122: si forma la parola con le cifre delle decine e
delle unità (22, nonno) e la si colora con il colo-
re corrispondente alla cifra delle centinaia (1,
lilla) – mio nonno che indossa una giacca lilla.
525: si forma la parola con le cifre delle decine e
delle unità (25, naïf), e la si colora con il colore
corrispondente alla cifra delle centinaia (5, fuc-
sia) – un quadro naïf con la cornice fucsia.
Come vedi non è difficile, si tratta semplicemente diallenarsi e di imparare i numeri. La miglior forma di
apprendimento è la pratica… per cui, allenati, alle-
nati, allenati!
In sintesiTre sono le principali regole del metodo di memo-
rizzazione dei numeri, a seconda che questi siano
costituiti da una, due o tre cifre.
Nel primo caso si usano le immagini visive (la can-dela, il cigno e così via), i colori e le lettere corri-
spondenti a ciascun numero.
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Nel secondo caso si utilizza la conversione fonetica:
alle due cifre corrispondono delle consonanti, che
combinandosi con una o due vocali formano delle
parole. I numeri a due cifre come 39, 44, 75, 66, 72,
77 e così via, vengono rappresentati dalle immagini
di riferimento che scaturiscono dalla conversione
fonetica:
39, MaPPa
44, RaRo
75, TuFFo66, BiBBia
72, ToNNo
77, TeTTo
… e così via.
Nel terzo caso si utilizzano dei colori collegati alle
immagini: le centinaia del numero vengono rappre-
sentate dal colore, le decine e le unità dalla parola di
riferimento formata dalla combinazione delle con-sonanti con le vocali.
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cifre, poi due coppie di cifre, poi un gruppo di tre
cifre. Anche in questo caso metto in atto la conver-
sione delle cifre in immagini e poi creo la scena arti-
colata che le contiene e che mi consente di memo-
rizzarle:
Alessandra indossa un giubbotto di nappa marro-
ne (339) mentre dipinge la bozza (60) di un qua-
dro da cui esce Babbo (66) Natale. Babbo Natale
toglie la maschera e in realtà si tratta di un ragaz-
zo di colore vestito di fucsia (5, fucsia; 24, nero).
Partita IVA
Ecco come ho imparato il numero della mia partita
IVA: 02165020393.
Una tigre dai denti a sciabola (zanna 02) morde il
lobo (16) dell’orecchio di un bersagliere (50 fez),
il quale va a nozze (20) con un pomo marrone (3
marrone, 93 pomo).
Anni solari Ecco come potrei memorizzare il 1582, anno di
pubblicazione del De Umbris Idearum di Giordano
170 PIÙ MEMORIA
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Bruno, teologo e filosofo straordinario rappresen-
tante dell’arte della memoria.
Immagino un elfo (15) vestito da donna (82) che
tenta di sedurmi.
Oppure, omettendo il numero 1, che appartiene allemigliaia:
Immagino una gonna tutta sporca di vernice fuc-
sia (582), indossata da mia sorella che ha appena
ridipinto la bicicletta.
Elementi della Tavola Periodica
Ammettiamo di voler ricordare alcune caratteristi-
che dell’alluminio.
Il simbolo corrispondente è “Al”, il suo numero ato-mico è “13”, la sua massa atomica è “26” e la posi-
zione nella Tavola Periodica è indicata dalla stringa
“IIIA”.
Procediamo!
Il mio macellaio di fiducia usa dei sofisticatissimi
coltelli d’alluminio (utilizzo qui la parola “allu-
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minio” in assonanza con “lama”, 13), i quali
tagliano l’arrosto in fette così sottili da farlo dis-
solvere in una nube (26).
Quando metto tutto nella busta della spesa, questa
si sfonda. Il contenuto della busta mi cade sul
piede, a causa del dolore forte esclamo:
“Aaaaaaaaaaaaaaah!!!” e vedo entrare tre alani
(IIIA) che si avventano sull’arrosto finito per
terra.
Formule matematiche
Il nostro metodo può essere applicato anche per
memorizzare la formula risolutiva delle equazioni di
secondo grado:
Vediamo come possiamo procedere.
Un signore con un gigantesco paio di forbici ( x)
taglia il bordo di un tavolo (_______). Sopra a
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– b ± b2 – 4ac x=2a
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Le immagini ridicole, a volte paradossali, a cui ricorro
nelle applicazioni del metodo sono funzionali alla fis-
sazione dei ricordi, in quanto chiamano direttamente in
gioco molte caratteristiche E.M.A.I.C.E. necessarie a
inviare l’informazione nella memoria a lungo termine.
Il ridicolo e il paradossale sono componenti che da
sempre attirano l’attenzione degli esseri umani, coin-
volgendoli a livello fisico ed emotivo e toccando
potentemente la loro sensibilità.
L’efficacia delle immagini “forti” ai fini della memo-
rizzazione viene segnalata in uno dei più antichi tratta-
ti sulla memoria, a cui lo stesso Giordano Bruno nel
De Umbris Idearum fa un diretto riferimento:
Rhetorica ad C. Erennium, opera che gli studiosi col-locano tra l’86 e il ’70 a.C. Al capitolo XXII leggiamo,
infatti:
“La natura stessa ci insegna quello che conviene
fare. Se nella vita vediamo delle cose insignifican-ti, comuni, quotidiane, non ci capita spesso di
ricordarle, perché solo il nuovo e il meraviglioso
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colpiscono la mente. Ma se vediamo, se raccontia-
mo un fatto di una infamia vergognosa, o di una
virtù speciale, un’azione straordinaria, grande,
ridicola, incredibile, siamo in grado di ricordarce-
ne a lungo”.
Un’immaginazione senza limiti è dunque uno stru-
mento potentissimo: più la coltiviamo e rinforzia-
mo, più utile si rivelerà in un’infinità di situazioni in
cui avremo bisogno di usare efficacemente la nostra
memoria.
Prima di procedere, ti suggerisco di ripassare con
attenzione questo capitolo e di acquisire disinvoltu-
ra e padronanza assolute degli strumenti analizzati,
ai quali verrà fatto spesso riferimento nelle applica-zioni che svilupperemo nelle pagine successive.
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“Quando i tuoi concorrenti sono più forti di te,
una buona memoria può rivelarsi il vantaggio
che conduce alla vittoria.”
Gianni Golfera
In questo capitolo ti spiego cos’è la memoria spa-
zio-temporale e come puoi utilizzarla per imparare
lunghi elenchi di informazioni nell’ordine desidera-
to. Fino ad ora, infatti, abbiamo fatto riferimento aliste che contenevano al massimo venti elementi.
Il sistema che utilizza la memoria spazio-temporale
ti consentirà di memorizzare i capitoli di un libro
voluminoso, i contenuti di un testo da presentare in
pubblico o, ancora, gli argomenti di un esame.
6Viaggio nei luoghi della memoria:leggere e ricordare
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Ora prova a pensare a tre amici. Pensa al contesto in
cui li hai conosciuti: ti verrà in mente se li hai cono-
sciuti in ambito lavorativo, se ti sono stati presenta-
ti da un altro amico e così via. Adesso, invece, pensa
al “dove”: in quale luogo hai conosciuto queste per-
sone? Vedrai che ti verrà in mente facilmente il
posto in cui hai fatto la loro conoscenza e l’ordine
temporale in cui le hai incontrate.
178 PIÙ MEMORIA
Intersezione del tempo e dello spazio
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Nell’immagine viene indicata la direzione in cui il
tempo scorre e la sua intersezione con gli ambienti
nei quali abbiamo incontrato i nostri amici. La
nostra memoria, infatti, ci consente di ricordare con
sorprendente facilità gli ambienti e gli oggetti che
erano presenti.
Pensaci. Ricorderai di sicuro la tua casa, la disposi-
zione delle stanze e gli arredi che si trovano all’in-
terno di essa. Noterai anche che ricordi tutto senza
fatica, in modo naturale. Lo stesso vale per le stra-de, i ristoranti, i cinema e i bar che conosci e che sei
capace di raggiungere.
La teoria dei luoghiÈ arrivato il momento di utilizzare in modo funzio-
nale la tua memoria spazio-temporale. Dovrai creare
un elenco di stanze, in ordine logico sequenziale,
immaginando di mostrare la tua casa ad un amico. In
questo elenco includi, se ce li hai, anche la cantina ed
il garage. Se abiti in un monolocale, prendi comeriferimento la casa dei tuoi genitori o quella di un
amico. È necessario che in questo elenco siano pre-
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senti dieci ambienti, in un ordine che tu sappia rico-
struire con precisione. È molto importante conosce-
re bene i locali in questione, prima di proseguire. A
scopo esemplificativo, ecco di seguito un elenco di
dieci ambienti (luoghi o loci), nell’ordine in cui li ho
predisposti.
1. Ingresso
2. Sala
3. Cucina
4. Angolo cottura
5. Attico6. Studio
7. Camera da letto
8. Cameretta di mio figlio
9. Bagno
0. Garage
Avrai notato che ho utilizzato lo 0 (zero) al posto del
10. Fa’ anche tu lo stesso.
Ora, prima che inizi a “compilare” la tua lista, è
necessaria un’altra precisazione importante: gli
ambienti devono essere di media grandezza e mai
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3 …………………
4 …………………
5 …………………
6 …………………
7 …………………8 …………………
9 …………………
0 …………………
Ora che hai finito di compilare l’elenco, dovrai
essere in grado di ripeterne i vari elementi, dal
primo all’ultimo e viceversa. Volendo, potrai anche
imparare con facilità ed immediatezza a rievocare le
stanze in ordine sparso e casuale. Il metodo per riu-scirci è molto semplice: esso consiste nell’immagi-
nare all’interno di ogni stanza un’immagine corri-
spondente al numero progressivo. Adesso abbiamo
le conoscenze per farlo.
Nella prima stanza colloco l’immagine E.M.A.I.C.E.
di una candela lilla (numero 1), facendola interagire
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con un arredo che si trova, appunto, in quell’ambien-
te. Personalmente ho immaginato una candela che
dava fuoco ad uno specchio situato all’ingresso.
Nella seconda stanza colloco un cigno nero (numero
2) e lo faccio interagire in modo “E.M.A.I.C.E.” con
un arredo di quell’ambiente. Nel mio caso ho visua-
lizzato un enorme cigno sul divano, mentre fuma,
beve, rutta e guarda la televisione. A qualcuno potreb-
be sembrare pazzesco, eppure è proprio grazie a que-
ste caratteristiche che ho fissato il ricordo.
Nella terza stanza colloco il gabbiano marrone
(numero 3), nella quarta una sedia rossa (numero 4)
e continuo così, fino ad arrivare al decimo ambiente.
Ricordiamo ancora una volta che le immagini NON
devono essere banali, ferme o scontate; al contrario,
è necessario che interagiscano con gli arredi in modo
“E.M.A.I.C.E.”. Quando collochi le immagini, devi
sempre immaginarle per meno di un secondo, inmodo da visualizzarle nitidamente e, nello stesso
tempo, velocemente. Questa regola vale per tutte le
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visualizzazioni e per tutte le immagini che creerai in
seguito e che ho spiegato fino ad ora.
Una volta associati i “numeri visivi” alle stanze, ti
sarà facile visualizzarli nel loro luogo, identificando
ogni stanza proprio a partire dai singoli numeri. Ad
esempio, se visualizzo un guanto fucsia, so che mi
trovo nell’ambiente numero 5 (ovvero, secondo
l’elenco che ho predisposto sopra, nell’attico).
Veniamo ora alla spiegazione del “luogo”, o meglio,dei vari utilizzi che possiamo fare di questo formi-
dabile strumento. Quante volte ti sarà capitato di
sentir dire: “In primo luogo, parliamo di… In secon-
do luogo, parliamo di… E in ultima istanza, parlia-
mo di…”. O ancora: “Quella persona parla per luo-ghi comuni”. Espressioni come queste la dicono
lunga sul vasto utilizzo che si faceva nell’antichità
della tecnica dei luoghi, o meglio, dei “loci”, come
venivano definiti da Cicerone nel 55 a.C. Egli scris-
se che l’ Ars Memoriae (l’arte della memoria) è partedella retorica e che i loci (luoghi) servono per collo-
carvi i concetti e i contenuti dei discorsi.
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Le informazioni dovranno interagire tra loro, ma
anche con i mobili e gli altri arredi che incontranostrada facendo: un po’ come se fossero gli attori di
una rappresentazione teatrale, i quali interagiscono
sia tra loro, sia con gli elementi della scenografia.
Anche per l’utilizzo della teoria dei luoghi vale ilconcetto che abbiamo più volte sottolineato in prece-
denza: questo metodo di memorizzazione si avvale
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3 4
12
5
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delle caratteristiche “E.M.A.I.C.E.” delle immagini
quale mezzo per fissare le informazioni nella memo-
ria a lungo termine, piuttosto che come fine. Ne con-
segue, tra l’altro, che gli stessi luoghi possono esse-
re utilizzati infinite volte per nuove serie di informa-
zioni. Dove vanno a finire quelle che vi abbiamo col-
locato in precedenza? Nella memoria a lungo termi-
ne, dalla quale si potranno richiamare senza che sia
necessario ricorrere ad alcuna immagine.
Ti invito a leggere e rileggere con molta attenzionequesto concetto: i luoghi servono “soltanto” a uti-
lizzare più efficacemente il nostro cervello e la
nostra memoria spazio-temporale.
Arreda le stanze della memoriaAdesso prova a mettere in pratica quanto spiegato
finora lavorando alla memorizzazione di un testo.
Come si procede?
Per prima cosa, si individuano le parole chiave deltesto che si intende memorizzare. Quindi, si colloca-
no i vari argomenti lungo le pareti delle stanze, nel-
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l’ordine desiderato, associandoli a immagini che
abbiano caratteristiche E.M.A.I.C.E. e collegandoli a
due a due.
Ti accorgerai che i vari concetti ti appariranno molto
semplici e chiari, nella rievocazione del testo attraver-
so le parole inserite nel luogo. Ovviamente, se lo spa-
zio a disposizione in un luogo non basta, si passa a
quello successivo.
La memorizzazione di un testo lungo non è una cosadifficile. Ciò che è necessario è una buona organizza-
zione mentale.
La premessa fondamentale è una perfetta conoscenza
delle stanze della memoria: meglio conoscere con pre-
cisione trenta stanze, che cento in modo approssima-tivo. Questo perché i luoghi, quando ci sono familia-
ri, lasciano dentro di noi un’impronta più forte, che ci
consente di riprodurli in modo più facile e immediato.
Supponiamo di voler memorizzare il contenuto di unarticolo del Codice Penale utilizzando gli strumenti
che abbiamo appreso finora.
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Passiamo quindi al titolo dell’articolo:
“Stato di incapacità procurato mediante violenza.”
Immagino il Dalai Lama in abito blu che viene
picchiato.
Passo ora a identificare le parole chiave:
- ipnotica
- alcoliche
- stupefacenti
- 1 anno
- consenso
- 579
- 5 anni
- fine reato
- delitto
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A questo punto procedo collocando le immagini
all’interno della stanza che ho scelto di dedicare
all’articolo 613.
Il Dalai Lama vestito di blu viene aggredito da tre
malviventi. Il primo cerca di ipnotizzarlo (sugge-
stione ipnotica), agitando le mani in modo convul-
so; il secondo gli infila in bocca un imbuto ingoz-
zandolo, poi, con whisky (sostanze alcoliche),
mentre il terzo gli punge il braccio con una sirin-
ga piena di droga (sostanze stupefacenti). La sirin-ga viene posta come unica candelina su di una
torta (un anno), mentre un bambino fa segno di sì
con la testa (consenso). Poi il bambino si trasfor-
ma in un topo fucsia (579), il quale agita una
zampa coperta da un guanto (5 anni) che tiene uncalendario. Dal calendario esce un galletto blu
(691), il quale commette un delitto.
Naturalmente, sia la selezione delle parole, sia
l’immagine da visualizzare, corrispondono ad unaserie di procedimenti del tutto personali e soggetti
alla libera interpretazione.
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Poesie a memoria? Sì, grazie!
Passiamo ora al procedimento utile per imparare
una poesia. Se ritieni che ti sia poco utile memoriz-
zare il testo di un componimento poetico, ti assicu-
ro comunque che è molto conveniente da un punto
di vista didattico, nel senso che ti servirà ad acqui-
sire maggiore dimestichezza con il metodo che stia-
mo imparando.
Il principe
Volevamo costruire assiemeuna casa bella e tutta nostraalta come un castelloper guardare oltre i fiumi e i pratisu boschi silenti.
Tutto volevamo disimparare,ciò che era piccolo e brutto,volevamo decorare con canti di gioiavicinanze e lontananze,le corone di felicità nei capelli.
Ora ho costruito un castello
su un’estrema e silenziosa altura;la mia nostalgia sta là e guardafin alla noia, ed il giorno si fa grigio
– principessa, dove sei rimasta?
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Ora affido a tutti i venti
i miei canti arditi.Loro devono cercarti e trovartie svelarti il doloredi cui soffre il mio cuore.
Devono anche raccontarti
di una seducente infinita felicità,devo baciarti e tormentartie devo rubarti il sonno –principessa, quando tornerai?
Hermann Hesse
Ecco come procedere per memorizzare questa poesia.
Ogni verso viene convertito in un’immagine, così cia-
scuna strofa viene ad essere costituita da cinque imma-
gini. Le immagini vengono poi legate tra loro e collo-cate lungo le pareti della nostra stanza, come si vede
nell’immagine seguente. Si procede nello stesso modo
con i versi delle strofe successive.
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Se non dovesse bastare una stanza, passa pure a quel-
la successiva. L’utilizzo delle informazioni farà sì che
esse vengano portate nella memoria a lungo termine,
e questo passaggio ti consentirà di liberare le stanze e
di utilizzarle ancora.
Torniamo per un attimo alla poesia. A seguire troveraidescritte le immagini che ho creato per ciascun verso.
Successivamente leggerai come ho collegato tra loro
le immagini, disponendole in una stanza della casa.
194 PIÙ MEMORIA
3 4
125
Immagini prima strofa
I m m a g i n i s e c o n d a
s t r o f a
Immagini terza strofa
I mm a gi ni q u ar t a s t r of a
I m m a g i n i q u i n t a
s t r o f a
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VIAGGIO NEI LUOGHI DELLA MEMORIA: LEGGERE E RICORDARE 195
Versi prima strofa
Volevamo costruire assieme
una casa bella e tutta nostra
alta come un castello
per guardare oltre i fiumi e iprati
su boschi silenti.
Versi seconda strofa
Tutto volevamo disimparare,
ciò che era piccolo e brutto,
volevamo decorare con cantidi gioia
vicinanze e lontananze,
le corone di felicità nei capelli.
Versi terza strofa
Ora ho costruito un castello
su un’estrema e silenziosa altura;
Immagini prima strofa
Una coppia di muratori, uomoe donna
Il modellino di una casa
Il modellino di una torre con afianco un metro enorme
Un enorme occhio sbarrato
Un enorme abete imbavagliato
Immagini seconda strofa
Un bambino con un cappelloda asino
Calimero
Bimbi che cantano decoraticome regali
Una lente d’ingrandimento ed
un cannocchialeEnormi corone con stampati sor-risi su teste dai lunghi capelli
Immagini terza strofa
Uncastellocon sopra unorologio
Un alpinista fa il tipico gestoper richiamare il silenzio(dito indice sulle labbra)
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196 PIÙ MEMORIA
la mia nostalgia sta là e guarda
fin alla noia, ed il giorno si fagrigio
principessa, dove sei rimasta?
Versi quarta strofa
Ora affido a tutti i venti
i miei canti arditi.
Loro devono cercarti e trovarti
e svelarti il dolore
di cui soffre il mio cuore
Versi quinta strofa
Devono anche raccontarti
di una seducente infinita felicità,
devo baciarti e tormentarti
e devo rubarti il sonno
- principessa, quando tornerai?
Una donna triste mi fissa in
piedi su di un mobile
Un militare (Naja, è in assonan-za con noia) vestito di grigio
Una principessa si lava con ilsapone “ Dove”
Immagini quarta strofa
Un orologio, dal quale esce Fidosoffiando fortissimo come Eolo
Cantanti vestiti da paracaduti-sti (gli “Arditi” della Folgore)
Poliziotti con i cani, che cerca-no e trovano qualcuno
Un dentista con il velo
Un cuore cinto da una coronadi spine e sanguinante
Immagini quinta strofa
La nonna nell’atto di racconta-re le favole
Una donna seducente e moltofelice
Due che si baciano sotto unatormenta di neve
Un fantasma ruba qualcosa adun tizio che dorme
Una principessa che si allontana
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Ora colleghiamo le immagini all’interno del luogo
prescelto.
1) Sulla prima parete colloco le immagini relative
alla prima strofa:
una coppia di muratori, uomo e donna, costruisce
una casa dalla quale esce una torre con a fianco un
lungo metro, in cima al metro un enorme occhio
sbarrato cade su un grande abete.
2) Sulla seconda parete colloco le immagini relative
alla seconda strofa:
un bambino che indossa un cappello da asino lan-
cia Calimero contro dei bimbi che cantano deco-rati come regali, i bimbi estraggono un’enorme
lente e costruiscono un cannocchiale, dal cannoc-
chiale escono enormi corone decorate con sorrisi
su teste dai lunghi capelli.
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198 PIÙ MEMORIA
3) Sulla terza parete colloco le immagini relative
alla terza strofa:
c’è un castello con sopra un orologio, dall’orologio
esce un alpinista che invita al silenzio avvicinandosi
il dito indice alle labbra, poi indica una donna triste,
che abbraccia un militare vestito di grigio. Il milita-
re porge ad una principessa una saponetta Dove.
4) Sulla quarta parete colloco le immagini relative
alla quarta strofa:
c’è un orologio da cui esce Fido, soffiando fortissi-
mo su alcuni cantanti vestiti da paracadutisti; i para-
cadutisti si vestono da poliziotti e cercano qualcuno,
fino a trovare un dentista con il velo che mostra uncuore cinto da una corona di spine e sanguinante.
5) Nel centro della stanza colloco le immagini rela-
tive alla quinta strofa:
la nonna racconta una favola ad una donna sedu-
cente e molto felice; la donna bacia un ragazzo
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VIAGGIO NEI LUOGHI DELLA MEMORIA: LEGGERE E RICORDARE 199
sotto una tormenta di neve, il ragazzo si addor-
menta e viene tormentato da un fantasma, il quale
gli ruba qualcosa; il fantasma si trasforma in una
principessa e si allontana.
Se ti stai domandando se corri il rischio di perdere i
contenuti o di confonderti quando ripensi alle
immagini, la risposta è no. Infatti, ogni immagine
rimane indissolubilmente legata al processo logico
che l’ha costituita. A questo proposito, ogni imma-
gine dev’essere creata da te. Le immagini che ho
creato io saranno valide per me, mentre quelle che
creerai tu funzioneranno perfettamente per te: è per
questa ragione che dovrai utilizzare le tue immagi-
ni, costruendole in modo rapido ed intuitivo.
Se qualcosa non torna, potrai sempre modificare o
aggiungere un’immagine, che definiremo “immagine
supplementare”.
Nel mezzo del cammin di nostra vita...Cimentiamoci ora con alcune terzine della Divina
Commedia. Nonostante la singolarità espressiva di
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Dante, vedremo che è possibile applicare il nostro
metodo anche all’arte del Sommo Poeta.
Inferno – Canto I
Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
che la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
Esta selva selvaggia e aspra e forteChe nel pensier rinova la paura!
Tant’è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’ì vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’ì v’ho scorte.
Ecco come rappresenterei queste prime tre terzine
associando i versi alle immagini, collegandole tra
loro e visualizzandole all’interno del luogo che ho
scelto, utilizzando per ciascuna terzina una paretedella stanza che ho scelto.
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Prima parete: immagino di camminare lungo
una linea di mezzeria (nel mezzo del), e mentre
cammino mi gratto il naso (nostra vita: “nostra”
è assonante con “naso”).
Mi ritrovo con gli amici (mi ritrovai) in mezzo
a tanti alberi neri (per una selva oscura).
Immagino una chela (che la) mentre disegno
una linea ondulata per terra (diritta via era
smarrita).
Seconda parete: immagino di pungermi con unago (ahi) parlante (quanto a dir) che si atteggia
a “duro” (qual era è cosa dura).
Immagino un Estathé gigantesco (esta) da cui
esce un albero (selva); dall’albero scende della
selvaggina (selvaggia) bevendo succo di limone(aspra) e facendo sollevamento pesi con un
bilanciere (e forte).
Dal bilanciere esce un fantasma (che nel pensier
rinova la paura).
Terza parete: una gigantesca bottiglia di aran-
ciata amara (tant’è amara) contiene poca aran-
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ciata (che poco) e viene bevuta dalla Morte (è
più morte).
Una mano (ma) enorme tratta il muro ( per trat-
tar), è la mano di un angelo (del ben) che trova
qualcosa per terra (ch’ì vi trovai).
Da un’enorme bocca escono delle cose (dirò
de l’altre cose) e vengono scortate (ch’ì v’ho
scorte) da un gruppo di poliziotti.
Memoria a tutto volumeQuando il testo da memorizzare è lungo e discorsi-
vo, come nel caso dei contenuti di un libro o di un
manuale, si utilizza il sistema delle parole chiave,
legate tra loro all’interno di un luogo. Nei luoghi
dovrai collocare solo l’essenziale: la memoria natu-
rale farà il resto. Il Metodo Golfera non ha lo scopo
di sostituirsi alla tua capacità di ricordare, bensì di
sviluppare ed educare la migliore di tutte le tue
risorse: la memoria naturale.
202 PIÙ MEMORIA
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“Il ricordo è vita.”
Gianni Golfera
Il Metodo Golfera è applicabile in ogni circostanza
ed è un validissimo strumento per memorizzare ogni
cosa, compresi i concetti astratti. In questo capitolo
troverai una serie di applicazioni del Metodo
Golfera per necessità varie e anche molto frequenti.È importante tener presente che è necessario utiliz-
zare ogni volta le regole di base e poi sviluppare
l’applicazione del metodo in modo del tutto autono-
mo e personale.
7Meglio di un’agenda elettronica
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Le due uniche regole universali saranno:
1) Pensare per immagini E.M.A.I.C.E.;
2) In alcuni casi, collocare le immagini nell’or-
dine desiderato all’interno del luogo.
Tutto il resto è a tua discrezione!
Come ricordare gli appuntamentiCon il Metodo Golfera puoi tenere un’agenda men-
sile nella tua testa, con una facilità sorprendente.Come si procede?
1) Si crea un’immagine per l’appuntamento;
2) Si associa l’immagine per l’appuntamento
all’immagine del giorno;
3) Si associa l’immagine del giorno all’immagi-
ne dell’orario dell’appuntamento.
204 PIÙ MEMORIA
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L’immagine del giorno e l’immagine dell’appunta-
mento sono costruite con il metodo di memorizza-
zione dei numeri che già conosciamo. Facciamo
alcuni esempi.
Dentista, giorno 24, ore 16.00
Immagino allora per un attimo:
Il dentista che opera su un uomo di colore (24,
nero) con denti enormi (immagine E.M.A.I.C.E.)e con enormi lobi (16, lobi).
Commercialista, giorno 10, ore 18.00
Immagino per un attimo:
il mio commercialista, mentre prende al lazo (10,
lazo) un bambino che gioca con i Lego (18, Lego).
Signor Ferri, giorno 03, ore 09.00
MEGLIO DI UN’AGENDA ELETTRONICA 205
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Immagino per un attimo:
un enorme robot di ferro (Ferri), il quale brandisce
una telecamera (03, zoom) a cui è attaccato un
enorme palloncino (9, palloncino).
Alessia Rossi, Via Alberici n° 4,
giorno 17, ore 15.30
Immagino per un attimo:
un enorme aliante (Alessia) rosso (Rossi) che cade
da un albero (Via Alberici) sopra una sedia (4), la
sedia si scioglie diventando latte (17, latte) ed il
latte viene leccato da un elfo (15, elfo) il quale ha
sulla testa un mazzo (30, mazzo) di fiori.
Come puoi vedere, è possibile ricordare appunta-
menti, giorno, ora, nomi e persino indirizzi! La pra-
tica renderà estremamente semplice e rapido il pro-
cedimento.
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Come ricordare una lista di cose da fareIl sistema più semplice per ricordare una serie di
cose da fare durante il giorno consiste nel suddivi-
derle in una sorta di decalogo, assegnando a ciascu-
na di esse un numero visivo, e poi associandole tra
loro a due a due.
Passiamo ad un esempio pratico.
Giornata di domani:
• Telefonare al Sig. Quadrelli
• Scrivere al Dott. Saverio
• Sistemare la grafica delle e-mail
• Chiamare il Dott. Lillo
• Sostituire l’auto al noleggio• Telefonare all’avvocato
• Preparare il comunicato stampa
• Inviare la newsletter
• Migliorare il sito
• Incontrare Fabrizio Rondi
MEGLIO DI UN’AGENDA ELETTRONICA 207
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Come ricordare clienti e trattativePer ottenere il massimo da una trattativa, è necessa-
rio ricordare bene il cliente e quanto si è discusso la
volta precedente che ci si è visti o sentiti. A questo
scopo sarà sufficiente:
- associare l’immagine del nome del cliente coni punti chiave dell’incontro;
- trasformare eventuali numeri (riferiti ad esem-
pio a prezzi o a quantità) in immagini;
- associare tra loro i vari elementi.
Otterremo così brevi liste facilmente memorizzabi-
li, associando il primo elemento al secondo, il
secondo al terzo e così via, fino ad arrivare anche aventi elementi.
Ecco un esempio:
Ditta Pesti, preventivo per un meeting di un solo
giorno presso la loro azienda, 5.500,00 euro.
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Immagino un tale che divora spaghetti al pesto
(Pesti), mentre sopraggiunge un mostro che lo
spaventa (55, fifa).
Questo basterà per ricordare le informazioni fonda-
mentali sulle quali verterà l’incontro.
Come memorizzare quotazioni in borsae cambi valutaSpesso i manager che investono in borsa si trovano
nella condizione di prendere in fretta decisioni
importanti. Per prendere delle decisioni adeguate, è
necessario avere in mente ogni circostanza. Di solito
sono proprio coloro che utilizzano la memoria in
modo più efficace a prendere le decisioni migliori
nell’ambito della finanza.
Immagina di voler fissare nella memoria i dati che
seguono:
Mibtel – 0,17%Mib 30 – 0,34%
Tech Star + 0,10%
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Dow Jones + 0,23%
Eurodollaro + 1,2188%
Ed ecco, qui di seguito, come memorizzerei io que-
sti dati.
Immagino “Mibtel” come un telefono mobile; lo
immagino rosso, perché il titolo è negativo e com-
pleto l’immagine raffigurandomi il telefono men-
tre si tuffa in una piscina colma di latte (17, latte).
Rappresento il numero 17 invece che il numero0,17, perché la logica e il buonsenso saranno suf-
ficienti per farmi arrivare al numero originale.
Per rappresentare “Mib 30”, immagino solo 30,
figurandomi un mazzo (30, mazzo) di fiori; imma-gino che i fiori siano di colore rosso, dal momen-
to che anche in questo caso il titolo è in calo, e li
immagino nel mare (34, mare). Non ho la neces-
sità di raffigurarmi il numero decimale (–0,34%)
per le stesse ragioni di cui al punto sopra.Anche in questo caso, come nel precedente e in
quelli successivi, tutto ciò che non risulta essere
essenziale non va rappresentato.
212 PIÙ MEMORIA
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“Tech Star” è rappresentabile come una stella
meccanica in movimento, di colore rosso (perché
l’indice è negativo), mentre maneggia un lazo (10,
lazo: non abbiamo la necessità di rappresentare la
cifra decimale).
Se voglio ricordare che il Dow Jones è salito dello
0,23%, sarà sufficiente immaginare per un attimo
Indiana Jones con in braccio un neonato (23, dia-
mogli un nome); in questo caso, non ho colorato
l’immagine, perché l’indice era in crescita.
Per memorizzare il tasso di cambio euro/dollaro,
immagino la bandiera europea che si dispiega pro-
ducendo enormi quantità di dollari; i dollari ven-
gono bruciati da una candela (1); la candela vienepresa da una mummia del Nilo (21, Nilo) che si
toglie le bende, dimostrando la sua vera identità:
si tratta di un comico che fa una gag (88, gag). Se
hai visualizzato tutto correttamente, non sarà dif-
ficile ricostruire il numero 1,2188%.
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Le prime volte avrai la necessità di ricostruire le
immagini per arrivare ai numeri; successivamente
riuscirai ad arrivare a ciascun numero senza bisogno
di alcuna immagine. Come abbiamo più volte ricor-
dato in precedenza, è necessario tenere sempre pre-
sente il fatto che l’immagine è “solo” lo strumento
attraverso il quale possiamo generare una maggiore
attivazione neurologica e arrivare, quindi, alla
memoria a lungo termine.
214 PIÙ MEMORIA
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In sintesi
1) Quando le informazioni sono meno di venti,
esse vengono associate tra loro attraverso
immagini E.M.A.I.C.E.
2) Quando si tratta di numeri, questi si trasforma-no in immagini E.M.A.I.C.E. con i metodi spie-
gati al Capitolo 5 della seconda parte del libro.
3) Quando le informazioni sono in numero
superiore a venti, occorre convertirle inimmagini E.M.A.I.C.E. inserendole nei luo-
ghi, come abbiamo visto nel capitolo 6 della
seconda parte del libro.
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CONCLUSIONE
Il Metodo Golfera è un potente strumento che abbia-
mo a disposizione per migliorare le nostre risorse e
che possiamo adattare alle nostre esigenze.Per poter ottenere dalla memoria il massimo dei
risultati, bisogna tener conto di alcuni punti fermi:
1) Pensare per immagini.
2) Le immagini devono essere sempre
E.M.A.I.C.E.
3) È necessario legare le immagini due alla
volta.
4) Se le informazioni sono più di venti, andran-
no inserite nei “luoghi”.
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218 PIÙ MEMORIA
5) È utile conoscere perfettamente l’alfabeto
fonetico;
6) È molto importante conoscere a memoria la
successione delle stanze.
7) Ogni immagine dev’essere visualizzata in
modo intuitivo e per una frazione di secondo.
Vale la pena spendere qualche parola in più sull’ultimo
concetto.Ognuno di noi è dotato di una sorta di giudice interio-
re, che valuta cosa è buono e cosa non lo è, cosa è giu-
sto e cosa è ingiusto, cosa è morale e cosa, invece, è
immorale.
Lo scopo del nostro lavoro è quello di facilitare e inco-raggiare il diritto/dovere all’istruzione e all’apprendi-
mento. Se questo è l’obiettivo che ci poniamo, ritenia-
mo che non esistano immagini “troppo banali”, “trop-
po elementari”, “troppo infantili”, “improprie” e così
via. Ogni immagine ha un suo valore, un suo vigore,una sua forza che esprimono l’atto cogitativo grazie al
quale possiamo apprendere e memorizzare perfetta-
mente ciò che desideriamo.
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L’immagine che abbiamo generato è frutto della nostra
mente e non deve essere messa in discussione: essa
fungerà infatti da “carrozza luccicante” e ci condurrà
all’informazione che vogliamo padroneggiare. E
potremo risalire all’informazione, se avremo stabilito
una corrispondenza tra l’informazione stessa e
l’immagine creata.
Siamo passati da concetti astratti come numeri, formu-
le e componenti della tavola periodica, fino a giungere
al più concreto mondo della parola.Il procedimento di memorizzazione è confluito in sem-
plici operazioni di immaginazione e visualizzazione.
Prima di salutarti voglio incoraggiarti a evitare di porti
limiti. Convinciti del fatto di poter memorizzare dav-vero tutto, perché è effettivamente così. Ogni informa-
zione, trasformata in immagine, diventerà facile da
ricordare.
Buon lavoro, allora, e buona memoria!
CONCLUSIONE 219
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A
Acronimo, 39, 70, 136Alberto Magno, 23Alfabeto fonetico, 24,
144, 218Alighieri, Dante, 200
Apprendimento, 24, 26-27, 47delle lingue, 111processo/i di, 52, 109-110
Appuntamenti, 127, 204 e
segg.Area cerebrale, 32, 39, 74,132
Ars Memoriae, 17, 21, 184Arte della memoria, 19, 21,
171, 184Associazione, 110, 137-
138, 146, 221di idee, 111inusuale, 40-41, 52,54-55, 57
mentale, 59principio dell’, 24
Astrattezza, 144Attenzione, 49 e segg., 54,
57, 64, 110-111, 174Attivazione (v. anche
Neuroattivazione),105, 131cerebrale, 58neurologica, 59, 74,106, 214
Attivitàcerebrale, 49, 51-52,
53di visualizzazione, 132neurologica, 51-52, 53
B
Background culturale, 61
Beneficio, 25Bruno, Giordano, 17-18,
23-24, 174
INDICE ANALITICO
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222 PIÙ MEMORIA
C
Cambi valuta, 211, 213Campo di applicazione,
110Caratteristica dominante,
114, 124-125Cervello, 33, 40-41, 42,
51-52, 56Cicerone, 19, 21, 184Cognomi, 89, 123Coinvolgimento emotivo,
26, 40, 48, 53 e segg.,73, 104
Colori, 145, 147, 165,167-168Concetti, 19, 69, 79, 111,
132, 184astratti, 48, 69, 73, 219filosofici, 63
Conversione
di numeri, 164, 170di parole, 81fonetica, 151, 168
Criteri/odell’assonanza, 92,123, 137
di memorizzazione, 66e segg., 83, 165
D
D’Aquino, Tommaso, 23 De Umbris Idearum, 17,
23, 170, 174
E
E.M.A.I.C.E., 39, 55, 138,174, 187Emozione, 53-54, 63, 84,
105-106Esagerazione, 39 e segg.,
48-49, 51, 54-55, 73Esercizio, 26, 64, 80 e
segg., 109, 132, 150Esperienza, 27, 30-31, 56,
63emotiva, 106soggettiva, 62, 85
FFamiliarità, 76, 104Fonema, 147Formule, 219
matematiche, 172
G
Granone, Franco, 72
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INDICE ANALITICO 223
I
Immaginare, 56 e segg., 65e segg., 75, 96, 125,182, 213
Immaginazione, 33, 56, 63e segg., 142, 175, 219
Immagine
acronima, 70concreta, 73, 85E.M.A.I.C.E., 64, 114,122, 128, 131, 204,215, 217mentale, 57
supplementare, 199Informazione, 29, 30 esegg., 40-41, 73, 174acquisire l’, 114fissazione dell’, 83, 122memorizzare l’, 66ricordare l’, 122
risalire all’, 219utilizzo cosciente dell’,32 e segg.
Intelligenza, 18, 37correlazione tra memoriae, 46
Interesse, 51, 55, 110Intuizione, 18, 65Istinto, 64, 93-94
L
Lingua, 24, 137, 141straniera, 34, 74, 91,111, 137madre, 70, 112, 137
Liste, 127, 128, 177, 185, 210Loci (v. anche Teoria dei
luoghi), 24, 180, 184Lullo, Raimondo, 23Luoghi, 26, 179 e segg.,
186 e segg., 202, 215, 217della memoria, 177
MMaestri della memoria, 144Memoria,
a breve termine, 30-31,34, 39a lungo termine, 31, 33
e segg., 39 e segg., 48,55, 173-174, 194a medio termine, 30, 32,34, 39 e segg., 47-48, 75spazio-temporale, 177,179, 187naturale, 25, 77, 90, 202
Memorizzareil contenuto di un articolodel Codice Penale, 188quotazioni di borsa, 211
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224 PIÙ MEMORIA
tassi di cambio, 213
un capitolo, 177un numero, 151, 162un testo, 192 e segg., 202un vocabolo, 137un’informazione, 66, 185una formula, 172
una parola, 70, 85, 98,136, 138Memorizzazione
dei numeri, 164, 167,169, 205delle liste, 128di un testo, 187-188
efficace, 128metodo di, 143, 186
Metafora, 67Metodo
dell’associazione, 137di memorizzazione,
143, 167, 186, 205Golfera, 24 e segg.,58, 74, 77, 110, 113,202 e segg., 217
Movimento, 39, 40-41,48, 50, 55, 73 e segg.
N
Neuroattivazione (v. anche
Attivazione), 57, 77,90, 122
Nomi, 25, 54, 74, 88-89,
115, 125composti, 90, 122memorizzazione dei, 89
Numeri, 25, 63, 143 esegg., 150, 167 esegg., 215
ad una cifra, 144con due cifre, 151, 168conversione dei, 164di telefono, 169di tre cifre, 15memorizzazione dei,81, 164, 167, 205
visivi, 184, 208
O
Ordinedei luoghi (o loci), 24, 26logico sequenziale, 179
temporale, 178
P
Parolechiave, 187, 190, 202straniere, 137
Pensiero, 19, 61 e segg.meccanismi di, 56
Pio V, 18Processo
di acquisizione deldato, 74
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INDICE ANALITICO 225
di apprendimento, 52,
110di fissazione di unricordo, 50di memorizzazione,53, 55-56, 80, 110, 132di percezione sensoria-
le, 51di ritenzione mnemonica,50di visualizzazione, 48,104, 132logico, 61, 122, 199visivo, 51
Pronuncia, 92, 137Pubblicità, 54, 57
Q
Quintiliano, 21Quotazioni in borsa, 211
R
Ricordoacquisizione del, 55fissazione del, 50, 97permanenza di un, 53
personalizzazione del, 27stabilizzarsi del, 32tempo di permanenzadel, 30, 53, 74
Rumori, 63
S
Sensazioni, 105corporee, 63
Sequenza, 23, 127, 131,136, 181
Simonide di Ceo, 19, 21Sinapsi, 32, 140
Sinestesia, 105Span, 36 e segg., 46, 80Specificità dell’immagine
associata, 83Spontaneità, 109, 142Stanze, 179, 181-182, 184,
187-188, 194, 218della memoria, 187-188
T
Tasso di cambio, 213Tavola periodica, 171, 219
Teoria dei luoghi (v. anche Loci), 26, 179, 186
V
Visualizzazione, 83, 131,219
Vocaboli, 74, 91, 137
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L’AUTORE
Gianni Golfera
Ha cominciato ad interessarsi all’Arte della
Memoria durante l’adolescenza, studiando Giordano
Bruno e Pico della Mirandola e acquisendo così le
basi per costruire il Metodo Golfera, che gli ha per-
messo di imparare a memoria 261 libri.
Oggi è considerato dalla comunità scientifica interna-
zionale “l’uomo con più memoria al mondo” ed è
docente di numerosi corsi di formazione per lo svilup-po della memoria presso molti enti pubblici e privati,
tra i quali l’Università del San Raffaele di Milano, il
gruppo Enel, Poste Italiane, l’Università degli Studi di
Ferrara, l’Università di Bolzano, l’Associazione
Internazionale di Medicina Ortomolecolare, la Cameradei Deputati, l'Iri Management, Technogym, Fincan-
tieri.
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Annotazioni personali
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