Forum delle Camere di Commercio dellAdriatico e dello Ionio Durazzo 25 e 26 maggio 2006 Mariangela...

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 Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio

Durazzo 25 e 26 maggio 2006

Mariangela Gritta Grainer

LE DONNE una risorsa per lo sviluppo

Alcuni dati dal primo rapporto nazionale

sull’imprenditoria femminile “impresa in

genere” promosso dal MAP e

dall’UNIONCAMERE, realizzato da

RETECAMERE

Come è costruito il rapporto “impresa in genere”

Elaborazione dati statistico-quantitativi dell’Osservatorio dell’imprenditoria femminile Infocamere

Indagine di campo su un campione misto e evidenziazione delle differenze “di genere” dalle risposte

Indagine relativa ai primi quattro bandi della legge 215/92

Obiettivi e finalità del rapporto

Fase di avvio dell’impresa (motivazioni, strumenti informativi e strutture di consulenza utilizzate,difficoltà incontrate, capitali investiti, fonti di finanziamento)

Struttura organizzativa dell’impresa (dimensioni, addetti, propensione all’innovazione, processi e prodotti)

Ancora obiettivi e finalità

Mercati dei prodotti e dei servizi Grado di sensibilità sociale Organizzazione del lavoro Andamento del fatturato Grado di soddisfazione attività svolta Percorsi professionali pregressi Rapporti tra tempi di lavoro e tempi di vita

Il quadro strutturale dell’imprenditoria femminile

Totale imprese attive 2005: 5.118.498 Imprese femminili: 1. 219.112 (23,82%) con

tassi differenti a seconda delle diverse aree geografiche. Nord Ovest:24,27%; Nord Est 21,46; Centro 25,01%; Sud: 28%; isole: 24,79%

Ovvie differenze rispetto alla distribuzione territoriale delle imprese totali ma che inducono a qualche riflessione.

Le regioni che si affacciano sull’adriatico e sullo ionio

Il Veneto presenta il 21,05% di partecipazione femminile

Il Molise presenta il picco di 32,17% Le altre regioni si mantengono quasi

tutte al di sopra della media nazionale (Basilicata 29,79; Abruzzo 28,48; Friuli 24,51; Puglia 24,35; Marche 23,62; Emilia Romagna 20,07)

Italia: alcuni dati e riflessioni

il tasso di scolarizzazione femminile è in linea con l’Europa dei 25 (78,1% in Italia 80% in Europa mentre quello maschile presenta uno scostamento (68% in Italia 75% Europa)

Il tasso di occupazione femminile (45,4%) è il più basso tra i 25 paesi e di 11 punti inferiore alla media europea

Istruzione lavoro

Dopo i trenta anni l’80% delle donne laureate è sul mercato del lavoro; i due terzi delle diplomate; il 64% delle donne con qualifica professionale; il 43% di quelle con licenza media; il 20% con licenza elementare o senza titolo.

Le donne che studiano sono più degli uomini; terminano prima gli studi e con voti migliori.

Dove si accede per concorso a un posto di lavoro si qualificano meglio; vincono più degli uomini.

Il rapporto istruzione lavoro è direttamente proporzionale: più istruzione, più presenza sul Mercato del lavoro

Famiglia lavoro

Se ci soffermiamo sulla classe di età 30-39 anni:

Il tasso di attività delle donne “single” è pari all’89,7% (quello maschile al 94,7%).

Il tasso di attività delle donne in coppia, senza figli, scende di oltre dieci punti (quello maschile rimane stabile).

Il tasso di attività delle donne in coppia con figli scende di quasi 35 punti (si attesta, infatti attorno al 56%).

Le donne con figli meno presenti sul mercato del lavoro

Il tasso di attività femminile diminuisce al crescere del numero dei figli.

La “rinuncia” a partecipare al mercato del lavoro delle donne con figli è evidente: da un più alto tasso di disoccupazione (12,3%) rispetto a quello delle donne in coppia senza figli (8%) e delle single (6%).

La presenza dei figli nella coppia sembra condizionare maggiormente le donne più giovani.

Donna o uomoe’ “differente”

Il contesto familiare condiziona poco la partecipazione maschile al mercato del lavoro. Il tasso di attività maschile tra i 30 e i 39 anni si mantiene molto alto qualunque sia il contesto familiare:

95% per i single; 98% per gli uomini che vivono in

coppia; il contesto familiare sembra “premiarli”.

Elementi salienti che emergono dal rapporto

Tasso di femminilizzazione imprese ancora basso (quasi il 24%)

La galassia delle imprese femminili non si discosta dalle caratteristiche generali (micro e piccole in prevalenza)

Maggiore determinazione e impegno ma anche maggiore fragilità

Alcune differenze significative

Il 40% segnala i mass media come canale di informazione (4 volte volte più delle imprese non femminili)

La rete famigliare è fondamentale come supporto e aiuto ma anche come fattore di successo (specie se rapporto paritario con il partner)

La burocrazia: un peso e una difficoltà maggiore che per gli uomini

Le difficoltà più accentuate

L’accesso al credito è più problematico soprattutto per quanto riguarda le garanzie patrimoniali

Cruciale il nodo della “conciliazione” tra i diversi tempi della vita (e anche meno flessibilità nell’organizzazione d’impresa)

Alcune differenze qualitative

Maggiore propensione alla valorizzazione delle risorse umane e a un loro coinvolgimento nelle decisioni

Maggiore attenzione agli effetti della produzione sull’ambiente

Sono convinte della centralità del cliente e della qualità del prodotto/servizio

Identikit dell’imprenditrice in sintesi

Convenzionale e statica ma anche innovativa e dinamica

Tradizionale e conservatrice ma anche moderna ed esploratrice

Rispetto alle sue aspettative esprime ambivalenza: un po’ sospesa tra sogno e realtà

C’è uno stile imprenditoriale femminile?

C’è uno stile differente che avanza

Non c’è ancora un modello

La forza femminile c’è ma perché si affermi compiutamente

C’è bisogno di assecondare i trend positivi

C’è bisogno di sciogliere i nodi che ancora ostacolano il massimo sviluppo della risorsa femminile nel quadro di uno sviluppo economico occupazionale e sociale del paese più equo armonioso e solidale

I nodi cruciali

Ancora scarsa cultura d’impresa Accesso al credito difficile Formazione Capacità di rischio ancora scarsa Conciliare famiglia lavoro è difficile

I punti di forza dell’imprenditrice

Creatività, intuizione Relazionalità Determinazione e caparbietà Capacità consolidata di tenere

insieme più piani di impegno e di responsabilità

I nuovi impegni per il sistema camerale a tutti i livelli

Scegliere di investire energie, risorse, impegni sulle donne

Attivare una nuova fase di sviluppo della rete dei Comitati su progetti innovativi

Elaborare in sinergia con i soggetti dello sviluppo una strategia a sostegno dell’impresa “in genere”

I comitati per la promozione dell’imprenditoria femminile

Nascono dal protocollo d’intesa MAP UnionCamere maggio 1999

Ogni Camera di commercio ne ha deliberato l’adesione

Attualmente in tutte le realtà esiste il comitato per l’imprenditoria femminile

Che cosa fanno i comitati

Propongono iniziative nell’ambito delle attività camerali che riguardino lo sviluppo e la qualificazione della presenza delle donne nel mondo dell’imprenditoria

Partecipano all’attività delle camere favorendone la messa in contatto con il mondo femminile

Conoscere informare

Promuovono indagini conoscitive Promuovono iniziative per lo sviluppo

dell’imprenditoria femminile, per l’informazione e la formazione

Promuovono azioni per facilitare l’accesso al credito e per qualificare l’imprenditoria femminile

Sinergia sul territorio

Individuano gli strumenti idonei per attivare un sistema di collaborazioni sinergiche con gli enti pubblici e privati che sul territorio svolgono attività di promozione e sostegno dell’impresa

Attivano iniziative per facilitare la conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro (protocollo MAP UnionCamere legge 53 del 2000)