Post on 29-Nov-2020
transcript
GALILEO.
RIVISTA DI INFORMAZIONE, ATTUALITÀ E CULTURA ( e N) O ( | nq ue
Enzo Siviero 1996. Santiago Calatrava. Una mostra (quasi) inutile * Gu-
glielmo Monti Quale tram per Padova? * Attilio Siviero Ancora sul pro-
posto casello di Padova Nord * Marco Buggio Il Laboratorio per le prove
sui materiali da costruzione nell'Università di Padova. Sviluppo storico
e Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo Relazione sull’atti-
vità 1997 e Servizi Pubblici per gli Enti Locali Intervista a Francesco
Marcato a cura di Giorgia Roviaro e Giancarlo Sfriso Panopticon. Un’i-
dea di architettura » Enzo Cucciniello Il Coordinatore per la progetta-
zione e per l’esecuzione dei la-
vori * Orfeo Minore La fine del
mondo per l’anno prossimo? A
cura di Rinaldo Pietrogrande
==
Spedizione in abbonamento postale 45%, art. 2, comma 20/b, legge 662/96, Filiale di Padova. N. 105, Luglio 1998. Anno X. Copia omaggio.
In caso di mancatorecapito restituire a: Collegio degli Ingegneri, Via Scrovegni 29, 35131 Padova. ISSN 1122-9160. Contiene IP e IR.
Così, ovunque nel mondo,in qualsiasi posto...
Passerella di Ponte San Nicolò, Padova. Progetto Enzo Siviero. 1998. Foto G. Roviaro
... Il mio pensiero vada e si arresti, trovafedeli e operosi ponti, come eterno e maisoddisfatto desiderio dell'uomodicolle-
irien i lii ifetà gare, pacificare e unire insiemetutto ciò_ e che appare davanti al nostro spirito, ai
nostri occhi, ai nostri piedi, perché noncisiano divisioni, contrasti, distacchi ...
IVO ANDRIC
Premio Nobelperla letteratura (1961)
Via Roma 46 | =35014 FONTANIVA [e| À
Padova | | E se = )
Tel. 049.594,2011 IA "i tFax 049.594.1555 ni mm. \
GALILEORIVISTA DI INFORMAZIONE, ATTUALITÀ E CULTURA
Anno X
n.105 e Luglio 1998
Editore Collegio degli Ingegneri della Provincia di Padova, Via
degli Scrovegni 29, 35131 Padova, Telefono e Fax 049.875.6160
* Direttore responsabile Enzo Siviero * Vice Direttori Lucio Bo-
nafede, Paolo Faccio, Rinaldo Pietrogrande, Giorgio Simioni *
Comitato di gestione Mario Fiscon, Paolo Mazzi, Giorgio Roma-
ro, Attilio Siviero * Responsabile per la zona dell’Alta padovana
Giorgio Simioni e Comitato di redazione Enrico Albertoni, Gui-
do Cassella, Enrico De Nadai, Paolo Foletto, Roberto Gori, Giu-
liano Marella, Giorgia Roviaro, Alfredo Schiavo * Collaboratori
Gian Luigi Burlini, Paola Bussadori, Giovanni Cagnoni, Luigi Ca-
salucci, Giorgio Clemente, Antonio Ereno, Giancarlo Ravagnan *
Relazioni esterne e diffusione Giorgia Roviaro e Pubblicità e im-
paginazione Queen's Srl, Via Paolotti 7, 35121 Padova, Telefono
e fax 049.875.9328, e-mail: pariseda@gpnet.it * Stampa La Pho-
tograph, Via I. da Zara 8, 35020 Albignasego, Pd, Tel
049.862.5690, Fax 049.862,5691 * Autorizzazione Tribunaledi
Padova n. 1118 del 15 marzo 1989 e Spedizione in abbonamen-
to postale 45%,art. 2, comma 20/b,legge 662/96,Filiale di Pado-
va ® ISSN 1122-9160* Illustrazionedi copertina Santiago Cala-
trava, immagini della Stazione d'Oriente di Lisbonain fase di co-
struzione.
Le notizie riportate sono desunte dafonti ritenute attendibili, tuttavia
la Direzione avvertei lettori che non si assume alcuna responsabi-
lità per eventuali danni causati da informazioni errate. Gli articoli
firmati esprimonosolo l'opinione dell'autore e non impegnanoin
alcun modoné l'editore né la redazione.
TUTELA DELLA PRIVACY Qualorasiano allegati alla ri-
vista, o in essa contenuti, questionari oppure cartoline
commerciali, si rende noto che i dati trasmessi verranno
impiegati a scopo di indagine di mercato e di contatto
commerciale, ex D.L. 123/97. Si informanogli abbonati
che il loro indirizzo potrà essere impiegato anche per
l'inoltro di altre riviste o di proposte commerciali. È di-
ritto dell'interessato richiedere la cancellazioneo la ret-
tifica, ai sensi della L. 675/96.
1996. Santiago Calatrava a Padova. Una mostra (quasi) inutile
Enzo Siviero
2
Quale tram per Padova?Guglielmo Monti
3
Ancorasul proposto casello di Padova Nord
Attilio Siviero
5
Il Laboratorio per le prove sui materiali
da costruzionenell'Università di Padova
Marco Buggio
7
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
Relazionesull'attività 1997
12
Servizi pubblici per gli Enti Locali
Intervista a Francesco Marcato, Presidente del CISPEL Veneto
a cura di Giorgia Roviaro
20
Panopticon. Un'idea di architettura
Giancarlo Sfriso
22
Il Coordinatore per la progettazione
e perl'esecuzionedeilavori
Enzo Cucciniello
28
Orfeo Minore
La fine del mondoperl’anno prossimo?
A cura di Rinaldo Pietrogrande
31
NORMEPER GLI AUTORIGalileo pubblica articoli di ingegneria, architettura, legislazione e
normativa tecnica,attualità, redazionali promozionali. L'approvazione per la stampa spetta
al Direttore che si riserva la facoltà di modificare il testo nella forma per uniformarloalle ca-
ratteristiche e agli scopi della Rivista dandone confermaall'autore * La proprietà letteraria e
la responsabilità sono dell'Autore * Gili articoli forniti, se possibile, su dischetto magnetico
(formato Word per Macintosh o per Windows) unitamente a una stampasucarta dell'intero
lavoro vannoinviati a: Redazionedi Galileo, Via Paolotti 7, 35121 Padova,telefonoe fax
049.875.9328, e-mail: pariseda@gpnet.it e Le figure, numerate, devono essere su carta bian-
ca, Di esse dovrebbeesserefornito l'originale. Tutte le illustrazioni — anche le fotografie — de-
vono avere un'unica numerazione consecutiva * Bibliografia e note vanno riportate con nu-
merazione progressiva seguendol'ordine di citazione e Un breve curriculum professionale
dell'autore (circa 60 parole)e il recapito telefonico e fax può essereinserito alla fine dell’arti-
colo e comparirà nella stampa * Le bozze di stampa vannorestituite entro tre giorni dall'invio
* Gli Autori ricevono a titolo gratuito tre copie della rivista, ulteriori copie o estratti possono
essere richiesti a pagamento — al momento dell’inoltro del dattiloscritto — a Redazionedi Gali-
leo, Via Paolotti 7, 35121 Padova, tel&fax (049) 8759328, e-mail: pariseda@gpnet.it,
EDITORIALE
1996. SANTIAGO CALATRAVAa Padova
Una mostra (quasi)Enzo Siviero
ue anni sono passati dall'evento principe per l’architettu-
ra e l'ingegneria a Padova. Ma nonsonostati sufficientii
18 mila visitatori alla mostra antologica di Santiago Ca-
latrava al Palazzo della Ragione, i numerosi dibattiti e i molti in-
terventi sulla stampa locale,le aspettative di una ricaduta cultura-
le dell’avvenimento sulla qualità dei progetti di architettura, l'au-
spicio di veder stimolati committenti nuovamente«illuminati»in-
tenzionati a valorizzare giovani talenti attraverso progetti simbo-
lo: su tutto è calatoil silenzio.
Le proposte avanzate perché Calatrava potesse progettare alme-
no un’opera a Padova sonovia via cadute nell’indifferenza (quasi
fastidio) dei possibili committenti pubblici e privati. Eppure le oc-
casioni non mancavano: rivisitazione di progetti obsoleti, proget-
tazioni preliminari da rendere definitive con nuovi indirizzi, vec-
chie e nuove idee da realizzare, finalmente, in modo non banale.
Peccato!
E pensare che proprio nel 1996 Padovasi era candidata(e forse
si comprende unodei perché dell’insuccesso) come sededel
congresso mondiale degli Architetti. Per mostrare quali architet-
ture?
D'altro canto non va tanto meglio nel resto d’Italia. Mentre i
progetti di Calatrava vanno regolarmentein portoin tutto il mon-
do — valga per tutti Lisbona che per l'Expo ha la sua Stazione d’O-
riente! —, a Venezia il suo progetto del quarto ponte sul Canal
Grande è caduto nell'oblio, così come «incagliate» sonole altre
iniziative del Nostroin Italia.
A vederele migliaia di dottori in architettura che vengonosfor-
nati annualmente dalle università italiane (anche se solo poche
centinaia superano l'esamedi Stato) la cultura del costruire do-
vrebbe essere ampiamentediffusa nella nostra società. Ma così
non è.Il buon costruirein Italia resta un fatto del passato,
L'uso del cemento armatoe dell'acciaio qui non sembra aver
cambiato di molto l'architettura. Restiamo ancorati a stili storici e
filosofie costruttive lontani dai ritmi moderni. Le nuove armonie
di profili e volumi che architetti come Calatrava ci mostrano,al
tempostesso ricchi di arte e di scienza, sembrano ripugnareal
funzionario medio(cre): insensibilità culturale, piccoli interessi di
bottega, endemici sia nelle corporazioni professionali sia nella
classe politica, condizionano inevitabilmente le Commissioni e-
dilizie, e se i centri risplendono deicolori (sintetici) di un non
sempre sano risanamento,la crescita e la gestione delle periferie
restano in balia dei soliti noti diplomatiin standardizzazione.
Noi non siamotra quelli che gettano la croce addosso ai geome-
tri, vittime e carnefici del mal costruire italiano, riteniamo invece
chesia alla latitanza degli ingegneri e degli architetti patentati
2 GALILEO 105 » Luglio 1998
inutile
chesi debbaattribuire la responsabilità della mancanzadi fanta-
sia e di coraggio (anche nell’ammettereil proprio limite) con cui
si costruisce qui da noi. La popolazioneincalza, la qualità costa,
gli spazi vuoti si riempiono comesi può ... le cattive coscienze
degli amministratori si placano con concessioni edilizie a proget
ti formalmente idonei quanto poveri di idee.
Oltre confine, forse perchéil confronto col passato è più evane-
scente, si costruisce di più, con più coraggio e in maggiorsinto-
nia coi tempi.
In Italia discorriamodi architettura, disegniamo progetti sognan-
ti e realizziamo opere anonime, mentreall’estero altri marcano
luoghi anonimi con opere di eccezione.
La «sensibilità del leggero, del pratico, dell’effimero, del velo-
ce» che volenti o nolenti dobbiamo imparare ad adottare è qui
ancorasoffocata — per dirla con le tribunizie parole di Sant'Elia
che già nel 1914 elencavavizi e virtù del XX secolo — da un no-
stalgico «fiorire di idozie e di impotenza»retaggio di neo-classi-
cismi che non hannopiù significato in un presente mutevole e
tecnologico.
Se Calatrava non è ancora presente a Padovae in Italia, accon-
tentiamocidelle interviste, guardiamole diapositive e poi ... met-
tiamoci purein viaggio! $?
Guglielmo Monti
Soprintendente
ai BB.AA.AA.del Veneto
Nord-Orientale
Quale TRAM per Padova?
ispetto ad'altri capoluo-
ghi veneti, il problema
della circolazione a Pa-
dova, ancorairrisolto in molte
aree, si presenta però con toni
meno drammatici, facendo in-
travedere,se ci si deciderà ad
avere più coraggio nell'usare
saggiamentele risorse senza di-
lapidarle in affrettate politiche
infrastrutturali, un futuro più u-
mano.
terrato a
: ‘anni ’50,
SBBTFe orail traf-
Radda riviera dei
omanie doveA.dpbyre be correre ila
Matoro tram. Foto trat-
te da: Camillo Semen-zato, Padova. Ritratto
di una città millenaria,
Editoriale Programma,
Padova 1996.
Basilare in quest'ambitoè l’at-
tenzionechesi dedicaa risol-
verel'intreccio fra traffico vei-
colare e pedonalità. Una volta
messa da parte l’idea, trasmessa
a urbanisti, amministratori e cit-
tadini di questo secondo dopo-
guerra dalle avanguardie degli
anni trenta, che la città storica
dovesse diventare un ricordo
musealizzato in un organismo
totalmente nuovoe regolato da
meccanismi sostanzialmente e-
stranei ai tradizionali sviluppi
insediativi, bisogna imparare a
rispettare questi ultimi e a con-
viverci. Se siamo decisia riuti-
lizzare le case e le strade del
passato, non possiamo dimenti-
care che eranofatte per uomini
e cavalli; possono sopportarei
veicoli a motoresolo se questi
si accostano agli edificati in
puntadi piedi, servendoi punti
essenziali, sparendo rapida-
mentee lasciando ampio spa-
zio a chi cammina. Altrimenti
la funzione delle antiche piaz-
ze diventa impossibile e il loro
restauro inutile.
Il tram, che ha fatto discutere
e perfino votare i padovani, è
VIABILITÀ DI PADOVA
naturalmenteal centro di simili
questioni. Sin dalle prime pro-
poste, è apparsa come una
grande possibilità di estendere
la pedonalizzazione nel cuore
della città, ssombrandolo dal
traffico di attraversamento. Il
sostegno della soprintendenza
al veicolo elettrico, già speri-
mentato con successo in molte
città europee, è legato a questa
prospettiva, che l’amministra-
zione dovrà sostenere con ini-
ziative capaci di limitare l’ac-
cesso veicolare al centro stori-
co allo stretto indispensabile
per il servizio dei residenti. So-
lo così l'investimento notevole
e i notevoli sacrifici richiesti a
tutti saranno compensati da u-
na reale svolta nella qualità del-
la vita, evitando che tuttosi ri-
solva neisoliti compromessiin-
concludenti.
Mac'è un altro obiettivo, più
ambizioso ma non utopistico
proprio per quel ritrovatoaffet-
to della città nei confronti della
sua memoria da cui partono
queste considerazioni, che sti-
mola e condiziona l'adesione
all’iniziativa da parte di chi vo-
Pur tra mille contraddizioni, il ritrovato affetto di Padovanei
confronti di alcuni centri nevralgici della sua memoria, comeil
parco Treves, il caffè Pedrocchio il Salone,unito alla valoriz-
zazionedi grandi aree di parcheggio, fanno sperare chela città
abbia intrapreso una strada proficua per uscire dagli anni bui
del saccheggio dello spazio urbano.
GALILEO 105 * Luglio 1998 3
Quale tram per Padova?
glia riscoprireil legametra la
nuova Padovae la sua storia. Il
percorso proposto, che ha al-
larmato molti per l'interferenza
con i luoghi più delicati del
centro, rappresental'aspetto
più stimolante del progetto. La
linea tranviaria toccheràinfatti
alcuni punti dolenti dello svi-
luppo urbano, dal labile cordo-
ne ombelicale teso tra l’Arcella
e piazza Mazzini attraverso la
ferrovia all’interramento imme-
more dei ponti romani, testi-
monianzadi insensato disprez-
zo verso una delle componenti
fondamentali dell'immagine
patavina, ormai quasi dimenti-
cata: l’acqua. C'è da augurarsi
che l'obbligo di mettere il dito
in queste profonde piaghe del
corpocittadino spinga a rimet-
tere in questionele vecchie in-
crostazioni e a discutere con
rinnovato sensocritico scelte
vecchiee letali, motivate solo
dalla sfiducia verso la tenutavi-
tale dell'organismoantico.
Portare l’attenzione su deci-
sioni chesi riconoscono ormai
miopi se confrontate col desi-
derio di riprendereil dialogo
coni secoli trascorsi per non
consegnare prodotti effimeri a
quelli che verranno, può farci
trovare il coraggio di guardare
in faccia un vasto panoramadi
violenze edilizie perpetrate nel
corso del nostro secolo, ma ac-
celerate dall'euforia degli ulti-
mi quarant'anni. Si potrebbe
allora scoprire che gli spaesati
colossi di corso Milano,i con-
domini periferici del quartiere
Conciapelli e la spocchia ban-
caria in vetro e cementodeipa-
lazzoni intorno a piazzale Bo-
schetti non sono ineluttabili
malanni destinati a divorare i
caratteri particolari di Padova
per omologarla a un astratto
modello di città senza qualità,
ma realizzazioni suscettibili di
riacquistare, con una progetta-
4 GALILEO 105 » Luglio 1998
zione lungimirante e decisa a
ritrovareil contatto conla tradi-
zione, un volto umano. Il pro-
getto del tram, per innescare un
processocritico così radicale,
deve però possederegià i re-
quisiti conservativi e coraggiosi
che dovrà portare alle parti ur-
banein cui si inserisce. Innan-
zitutto sarà rispettoso della ric-
ca stratificazione storica, ser-
vendolae valorizzandola sen-
za imporre la sua immagine sul
contesto, ma anzi mettendoin
atto raffinate tecnichedi dise-
gno perrealizzare con la pree-
sistenza un'armonia tra distinti
prodotti tecnologici.
Naturalmente questorisultato
sarà tanto più a portata dimano
quanto meno saranno presenti
così di favorire la riscoperta di
tracciati dimenticati 0, comun-
que, un'adeguata valorizzazio-
ne di un’edilizia da ricalibrare
per le percezione pedonale,li-
berata dal traffico e quindi di-
sponibile a spazi apertipiù arti-
colati. Perché sia possibile una
radicale rivisitazione di equili-
bri stabiliti occorre però che la
struttura del nuovo mezzosia
duttile e leggera, capacedi a-
deguarsialle mille difficoltà di
un percorso impegnativo senza
alterare troppo i materiali stori-
ci, ma nel contempo senza
consolidare le aberrazioni più
recenti.
Un carattere determinante ap-
pare a questo puntola reversi-
bilità delle scelte costruttive
nel centrotraffici antagonisti,
che rendano necessario, per ga-
rantire la rapidità, l’uso di in-
gombranti corsie preferenziali
col loro corredo di sbarramenti.
Ma una simile discrezione nei
confronti del patrimonio co-
struito si accompagneràalla
capacità di rendersi indipen-
dente da strutture recenti che
hannofalsatoi rapporti antichi
senzariuscire a innescare nuo-
vi valori durevoli. Sarà in grado
certamente impossibile da rea-
lizzare integralmente per inter-
ventitanto determinanti da non
poter passare senza lasciare
durevoli tracce, ma fondamen-
tale comecriterio per stabilire
convincenti rapporti col passa-
to e col futuro. Le preesistenze
hanno infatti bisogno di acco-
stamenti delicati e suscettibili
di rimozionese non si vogliono
compromettere in maniera per-
manentei loro caratteri: chi in-
terverrà nella città di domani
dovrà poter rimuovere impianti
tecnicamente superati facendo
menodanni possibili. Inoltre un
oggetto reversibile è più libero
di articolare la propria formari-
spettando quello che trova, ma
non mimetizzandosi; non hain-
fatti l'obbligo di rifare il verso a
qualcosadi cui ha stabilmente
compromessol'integrità.
Il progetto di tramvia presen-
tato è ancora lontano dal pos-
sedere queste caratteristiche e
perciò la Soprintendenza ha
condizionato la propria defini-
tiva approvazioneall’attuazio-
ne di profondi e numerosi cam-
biamenti nella versione che do-
vrà andare in cantiere. Non
crediamo però che le innegabi-
li difficoltà con cui dovranno
confrontarsi i progettisti debba-
no portarci fin d’ora a rinuncia-
re a un'ideadi trasporto collet-
tivo e di tracciato così gravida
di possibili benefici per un or-
ganismo urbanochene ha ve-
ramente bisogno per avviare a
positivi sviluppi le molte mal-
formazioni dalle quali è ancora
afflitto.
Si tratta, come sempre accade
nelle occasioni importanti di
disegnarele trasformazioni; di
una sfida che la cultura speria-
mo accetti, se vuol provareai
cittadini che vuol cambiare
realmente strada. È evidente
però che si gioca in maniera
pericolosamente scoperta: toc-
cando, uno dopol’altro, i tratti
salienti del volto padovano,si
rischia di sfigurare anche quel
che neresta, riportandolo nella
mediocrità che ha ormai segna-
to gran parte delle espressioni
del nostro tempo nel centro
storico. Occorre perciò una
maturariflessione e un pazien-
te lavoro di affinamento su ogni
dettaglio perché l'esito di tanti
sforzi non deluda le speranze
migliori. &
VIABILITÀ DI PADOVA
Ancorasul proposto casello di PADOVA NORD
Attilio Siviero
Holetto con interesse nel n. 96 di Galileo la proposta del prof. Enzo Siviero circa l'opportunità diintro-
durre un nuovocasello autostradale a Padova Nord, in corrispondenzadivia del Plebiscito, presso lo sta-
dio del rugby.
Trovo che questo intervento sia particolarmente utile e fecondo perché dà occasione a chi per mestiere
(e cultura) si interessa e occupa di mobilità di esprimere il risultato, seppur parziale, della propria espe-
rienza e dei propri pensieri.
Peraltro il tema, se non vado errato, era già stato proposto in Galileo qualche anno fa, essendo frutto di u-
na tesidi laurea veneziana, ed era stato anche proposto agli amministratori padovani, per cui tanta con-
vinzione va corrisposta con un'occasionedi dibattito, sempre utile anche se alberga qualche misurata po-
lemicae critica.
Vorrei tuttavia affrontare l'argomento premettendo un'analisi di carattere generale sulle tendenze evolu-
tive della mobilità, in Italia ed altrove, per calare poiil discorso nel case study proposto dal prof. Siviero.
o sviluppodeltraffico privato, nel nostro paese, negli ultimi
decenniè stato stimolatoa tassi di crescita particolarmente
alti principalmente dall’aumentato livello di benessereedi
ricchezza diffusa, specialmente nel nord del paese, e devo dire
che non trovo estranea a questo fenomenola /obby dei costrutto-
ri di veicoli, italiani e stranieri, né il particolare individualismo
che caratterizza le nostre genti, e che le differenzia dalle popola-
zioni nordiche, per esempio. Comedire che il bene che più è
stato consumato, con la nuova disponibilità economica,è stato
la libertà di mobilità, unita a volte allo status symbolcostituito
dall’automobile.
L'autorità locale e nazionale ha in genere corrisposto a questa
richiesta della cittadinanza, per le parti di propria competenza,
strade e parcheggi, assecondando dunquela ricerca di ciascuno
della massimaflessibilità di movimento, garantita dal mezzo
privato sempre e comunquedisponibile.
Nelle aree fortemente urbanizzate, e il Nord Est comincia a far
parte di questa categoria, la massimalibertà di mobilità sta inge-
nerando elementi di caos, e deve essere continuamente insegui-
ta da nuoveinfrastrutture: nel caso particolare del Nord Est ciò
risulta comunque una necessità per raggiungere un livello mini-
mofisiologico di infrastrutturazionedelterritorio, poiché le no-
stre provincie si collocano attualmentealdi sotto di tale livello.
SPARSA
Poiché, dunque,il caos induce la negazione della libertà, limi-
tandole scelte individuali di ciascuno, ad esso si deve contrap-
porre un nuovoobiettivo, la regola. Ed è ciò che distingue una
società matura, civile e governata, da una comunità interessata
solamente ad una tumultuosacrescita: i giapponesi diconoji-
doka, ossia fermati e pensa.
Nell'ultimo decennio si sono introdotte nelle nostre città le cor-
sie specializzate per i mezzi pubblici, le piste ciclabili, le aree
pedonali ... il tram, tutti motivi di strutturazione della mobilità
(la regola), anche con forti elementi simbolici.
Paradossalmente, per esempio,la rigidità del tram è il suo mag-
gior pregio: nessuno lascerebbe 30 secondi la macchinasulle ro-
taie del tram per entrare un attimo in un negozio,tutti lo abbia-
mofatto lasciando la macchina sul marciapiede o sulla corsia
dell'autobus. Grazie a ciò il tram gode di una quasi assoluta re-
golarità di transito,e l'utenteè libero di disporre del suo tempo.
Questi nuovi elementidi «strutturazione» della mobilità si sono
dunqueaggiunti a quelli tradizionalmenteesistenti, quali ferro-
vie, autostrade, tangenziali: lo scarso sviluppo di queste ultime
(le tangenziali) nel nostro territorio hanno degradato la specializ-
zazione delle autostrade, che dunqueda itinerari di lunga per-
correnza sono diventate delle «circonvallazioni non scelte» del-
le città.
statati
Ciò chetuttavia limita questo degradodi specializzazione delle
autostrade,è il fatto che siano a pagamento,e qui si apre un nuo-
vo capitolo, che chiamerei, rifacendomi ad un servizio apparso
sull’Economist nello scorso dicembre ‘97, del road pricing.
Com'è noto, le autostrade in Europa e nel mondo sono gestite
secondotre diversefilosofie:
1. totalmente gratuite, come in Germania: il costo di gestioneri-
cadesull'intera comunità attraverso l'imposizionefiscale, che
ciascuno usi o menol’infrastruttura;
2. col sistema a barriere, ove è necessario localmente un soccor-
so alla viabilità ordinaria, come l’area metropolitanadi Parigi
e di Venezia: il costo di gestione è pagato solo da alcuni,
quelli che passano le barriere, e questi pagano anchepergli
utentidell’area metropolitana;
3. col sistema a caselli, come per la Brescia-Padova, dove paga
il costo di gestione solo chi utilizza l'infrastruttura.
Naturalmente esistono poi infinite combinazioni delle tre va-
rianti descritte, per rispondere ad esigenzesia tecniche,che,tal-
volta, politiche.
Partendo dall’osservazione che la costruzione di nuovestrade,
al di sopra di un livello fisiologico minimodi cui sopra ho fatto
cenno, non semprerisolve il problema della congestione del
traffico, ma a volte paradossalmente lo aggrava perché induce u-
na «produzione»di nuovotraffico, gli analisti dell’ Economist,
nella loro indagine, hannorilevato che in alcune aree del piane-
ta particolarmente evolute (negli USA, in Norvegia e in Estremo
Oriente)si è trovato il coraggio di introdurre il concetto della ta-
riffa d'uso della strada,aiutati dalle nuove tecnologie dei portali
GALILEO 105 * Luglio 1998 5
Ancora sul proposto casello di Padova Nord
Telepass, comeper tutti gli altri servizi a retetipo telefono, ac-
qua, gas ecc.
A Bergen, in Norvegia, esiste una tariffa d’ingresso in città dalle
6 del mattino alle 9, una tariffa minore dalle 9 alle 17, la totale
gratuità dalle 17 alle 6: quindi a fasce orarie comeil telefono.|
fondi ottenuti in tal modo vengono reimpiegati localmente per
adeguarela viabilità, per i parcheggie per i trasporti pubblici,
che quindi sono migliorati di qualità e frequenza a servizio di
chi non può o vuole pagarela tariffa stradale.
Poiché l'imposizionefiscale sul carburante, adottata per motivi
di bilancio, non ha comportato limitazioni al traffico, si sta dun-
que tentando questa nuovastrada, con discreti risultati pur se fra
non poche difficoltà, perchéè difficile far accettare alla gente di
pagare qualcosa che è semprestato gratuito (ecco il coraggio
degli amministratori di Bergen).
È evidente dunque che questa tendenzasi colloca in una meto-
dica di gestione che qui da noi in parte già esiste, ed è il modello
di cui al punto 3. sopra, e ne costituisce un'estensione.
GPRS
E veniamoalla proposta del casello di Padova Nord. Questa
nuovainfrastruttura, che trova l'opposizione dell'ANAS, com-
porta una conformazione leggermente diversa da quella illustra-
ta dal prof. Siviero, perché ivi manca l’area dei portali di paga-
mento (se non capisco male dal disegno), comepertuttii caselli,
e dovrebbe essere spostato verso est, interferendo pesantemente
conlo stadio del rugby.
In alternativa, si dovrebbe pensare alla liberalizzazione del-
l'autostrada, ovvero a un'’esazionecolsistema a barriere, in pa-
rallelo e in concorrenza parziale alla Tangenziale Nord,lotto in
costruzione.
Entrambe queste soluzioni comportanotuttavia la scelta di una
filosofia contraria alla tendenzaattuale di strutturazione e spe-
cializzazione delle linee di traffico, degradandoil livello di ser-
vizio dell'autostrada, già sovraccarica, con l'incentivazione dei
traffici locali e l'aumento del disturboai flussi causato dal mag-
gior numerodi entrate e uscite.
La seconda soluzionesi pone poi in tendenza contraria al road
pricing.
Da tutto quanto sopra esposto, e che rappresentala sintesi delle
mie convinzioni in materia di mobilità, non posso che riafferma-
re la validità della tangenziale nord, poiché Padovaè attual-
mente sprovvista di un anello completo di tangenziali, mentre
soluzioni intermedie come quella, interessante, proposta dal
prof. Siviero, secondo me vanno esaminate quandofallisce l’im-
postazione metodologica posta in atto a livello urbanistico, che
si allinea con le generali tendenze di soluzione del problema
della viabilità, ed il cui disegno è ad oggi incompleto.
Nella ipotesi che ciò non basti, ipotesi che purtroppo non mi
sembra lontana nel tempo, ritengo che vada ripensatoin fotoil
modello relazionale, sull'esempio di quantosi sta tentando nelle
citate aree evolute (e più congestionate) del mondo,ossia il road
pricing, il trasporto delle persone su ferro (sotterraneo, come a
Milanoe altre metropoli, o in superficie, come a Zurigo), il tele-
lavoroe altre soluzioni che la tecnologiae la fantasia stanno o-
vunque proponendo perla soluzione di un problema che è or-
mai planetario. €
NiBOUCHERON
LUNETTESLaga alii
Elda
toChUPRELAVA SS
DIVASANI
PADOVA
aaerONTICA + ORTOMETRIA= CONTANTOLOGIA
sl PRE di4LZ,AAAauer
LOGallariz DUOrrno,PADEC)NIAO:L9)/750)
Toy‘Fal,
LOTO ORO: VINTOVizr r. Magasllano, 2
MO\VENTA PADOVANA (d215))Tal. 0:15)/5235 LL
L LABORATORIO PERSUI MATERIALI DACOSDELL'UNIVERSITÀDI|Sviluppo storico
Marco Buggio
Dipartimento di Costruzioni e Trasporti
Università di Padova
| Laboratorio per le prove sui materiali da
costruzione dell’Università di Padova
vennecreato nel 1880in concomitanza
dell'istituzione del Gabinetto di meccanica
applicata della r. Scuola d'applicazione per
gli ingegneri annessoalla cattedra di Mac-
chine. Fu costituito dal professor Enrico
Bernardi, titolare della cattedra, che tenne
per incaricoil corso di Meccanica applicata
fino al 1910 e che era subentrato nel 1878
al professor Jacopo Benetti, trasferitosi pres-
so la nuova Scuola d'applicazione di Bolo-
gna.
Il Laboratorio nel 1882 si avvalse della pri-
ma macchinadi prova (figura 1), della por-
tata di 20 t, posseduta dalr. Istituto veneto
di scienze,lettere ed arti di Venezia il qua-
le, comescrissero i professori Domenico
Turazza e Gustavo Bucchia alrettore Emi-
lio Morpurgo nel marzo 1881, «ne accorda
graziosamente l’uso a codesta Scuola, la
quale così può soccorrere a un bisogno cui
non avrebbepotuto soddisfare coi proprili-
nireneè Gppascadieaidiediropsvopens
mitatissimi assegnamenti. La Scuola in ri-
cambiosi obbliga difare perl’Istituto tutti
quegli esperimenti che a lui piacesse o dei
quali fosse richiesto da Ingegneri e Costrut-
tori».
La macchina, concessa alla Scuola assie-
me a un motore Lenoir e ad un torchio
idraulico che fu ado-
perato nella rivoluzio-
ne veneziana del
1848 per confeziona
re razzi, vennecollo-
cata, rinforzata alla
base con una travedi
ghisa, al piano terreno
del Bo in una stanza
attigua all’atrio d’in-
gresso dalla antica via
dei Portici Alti, oggi
via S. Francesco, che
STORICIDOCUMENTI
già conteneva una piccola macchinaa va-
pore, e fu adoperata per oltre vent'anni nel-
la misura delle resistenze delle pietre, delle
ghise e degli acciai.
Nell'anno 1895 il Gabinetto di meccanica
applicata, che dal 1886 era stato portato,
assieme al Gabinetto di fisica tecnica, nella
casa ex-Sacchetto in prossimità del ponte di
S. Lorenzo, attualmente interrato in riviera
dei Ponti Romani, vennetrasferito con l’in-
tera Scuola d'applicazioneal restaurato ed
ampliato palazzo ex-Cavalli alle porte Con-
tarine, già sede degli uffici della Dogana.Il
gabinetto di Meccanicaapplicata e quello
di Macchine occuparono alcune stanzeal
piano terreno del palazzo ex-Cavalli sul la-
to prospiciente via dell'Arena, oggi corso
del Popolo, e precisamente una stanza per
la raccolta di piccoli modelli, due locali de-
stinati ad officina, una stanza destinata a
1. La prima macchinaperle prove sui materiali del Laboratorio.
2. Sala per le macchinedi prova.
GALILEO 105 * Luglio 1998 7
Laboratorio per le prove sui materiali da costruzione
3. Macchina universale Mohr e Faderhaff
da 30 tonnellate al palazzo ex-Cavalli.
studio, due stanze per i modelli di dimensioni maggiori e le mac-
chine(fig. 3) e infine un locale destinato a deposito.
Per i nuovi insegnamentiintrodotti e per il maggiore spazio richie-
sto da alcuni gabinetti e laboratori il palazzo ex-Cavalli si dimostrò
in breve tempoinsufficiente. Venneallora acquistato lo stabile atti-
guo alla Scuola, casa Fontana, sulla cui area e su quella occupata
dall'abitazione del custode della Scuola, oggi sede del Dipartimen-
to di mineralogia e petrologia, venne effettuato l'ampliamento. AI
piano terra di questo stabile, dal 1907 al 1929, trovò postoil Labo-
ratorio.
Un forte impulsoall'attività del Laboratorio avvenneallorchéil
Ministerodei lavori pubblici decretò nel gennaio 1907 cheleforni-
ture di calci e cementi impiegate nelle opere pubbliche dipendenti
da esso dovessero obbligatoriamente soddisfare a dei requisiti da
controllarsi con apposite prove: resistenza alla compressionee tra-
zione, finezza di macinazione, densità assoluta, presa e indeforma-
bilità stabilendo chele prove di cui abbisognasserogli uffici del
Geniocivile delle province di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, U-
dine, Venezia, Verona e Vicenza venissero effettuate nella Scuola
d'applicazione di Padova,il che diede un caratteredi ufficialità al
Laboratorio: da allora le domandedi provaaffluirono numerosesia
dapartedi enti pubblici che di privati.
Per il potenziamento della dotazione di strumenti e macchinedi
provai docenti della Scuola richiesero più volte al Ministero della
pubblica istruzioneaiuti finanziari: «in Germaniae altrove nume-
rose esperienze vengonofatte annualmente che sonodisussidio di-
retto ai pratici costruttori, formano incrementoa studiscientifici,
accresconoil credito intellettuale di una nazione.In Italia una be-
nemerita associazionerivolge la sua attività a tale ordine distudi ed
è intenzione di quel Consiglio direttivo di distribuire fra i professori
delle varie scuole politecniche gli argomentidistudi sperimentali
di così vasta materia. Ora è evidente che nulla di questo può farsi
senza mezzi. Il Laboratorio per la resistenza dei materiali della
Scuola di Padova è senza dubbiotra i primi che meritano sotto que-
sto aspetto l’attenzione del Ministero. Il minimo necessario per un
conveniente corredo di questo Laboratorio sarebbe la sommadili-
re 10 mila, la quale potrebbe essere concedutain via straordinaria
ed in più esercizi».
Conil contributo degli enti locali consorziati nel Consorzio uni-
versitario venne acquistata nel 1907 una macchina Mohr e Fa-
derhaff della portata di 50 tonnellate, analoga ad un'altra della stes-
sa ditta posseduta dal 1890 e della portata di 30 tonnellate, con la
qualefu possibile eseguire prove di compressionee di trazione su
barre di sezionecilindrica e rettangolare, corde e cinghie.
Nel 1910 vennecreata la cattedra di Meccanica applicata ed il
prof. Carlo Parvopassu, membrodella Association internationale
pourl’essai des materiaux, ne divennetitolare ed assunsela dire-
zione delrelativo gabinettoe dell’annesso laboratorio, sostituendo
il prof. Bernardi.
Egli subito completò il materiale occorrente per l'esecuzione delle
provefisiche e meccanichesugli agglomeranti idraulici e delle pro-
ve di resistenza sulle pietre, metalli e legnamie quindi intraprese
un programmadi continuo incremento di strumenti e macchinedi
prova. Questo programmavenneinterrotto dalla prima guerra
mondiale durante la quale parte del personale del gabinetto venne
impiegatoal fronte ed il restante si dedicò quasi esclusivamente
TARIFFA perte prova normali a complementiti degli sE tt
INDICAZIONE DELLE PROVE II
flomretenti Ideaiatit
4*e[k
1 INDICAZIONE DELLE PROVE Î 1 4 PIETRE FOLLA ALTA REPLIE4 7 E i "dure fa peso, la ra 1 parte dî sgclomoranteÈ 1adile carmile.
to |bied "i Eouone alla jratlone per ogni grado di magioAZPROVE RORENLI PRESCRITTEDAL D. Y. 40 CTR, 1407
per gli agglomeraeti che devono tire inpiegoli nelleipenteztl cal Minisiera del Lavori Pobblich,
la estitiiiaate ban vs 1a |eazi a
pc reiit 5° gionaroraFaippoo la osi crt aleai Ital serie DI presdenie
CJ PROSE COLPLENINTARIsualonqua Ut Pagglorerinte liranbico
per site dla Ioni incimo Egon fa que duet dita pratopiena ”
ndnell'appiomersarefa di matta e ‘grado gi su
3 Prove normali
seipeer, i eta lenspalla prcivsie rito i Y93 RE 10
B) PROVE ROFRELI SINGOLEqueleegoo sin l'agglemerizie (eranlica
LisicaimeciabeiiFinest dl marinaziene cnienua £<!Deniia astolva 6 petò sfeslhto aero dsl
ave 5 ili1 padapo stavo si jiMSA 1 INDICAZIONE DELLE ESPERIENZE isrulte coll lrcbote mormame a riaccie “| oafaF if
8 PROVE SULLA PASTÀ AORKALE EI di eineAl ei aprano ste pui, Ù |Regirtenza sila ronora per ursame e cori Mippatenie si È1Emini seimbinza logameho percentuale»
uo Auf 1 eSlgha vt4 LriteoIOlA 01 volume con 3 proviniper faprova refnie ne ionn freddo. ed Mfivuwwnil per ]4 prova a caldo.» S| ded LR eiibi simo la pese Manl
| Deerminazioni, mediazie 2 proc, de pote) < Tp peba ipo pie pondon Spe delta presa ‘nio a| dig livido ialrorati] Pirsamento del om 10 Resttensa ana iratore cal slo ddi aiigio:me in per cn e |a] L pireagaidaint
Pe pd ole 8 rogito racreate al feoto niro n pe nie, la tan10 |Resisenta Ela eampremione,7et on nl ils ui ninna diseit a Lainegoa 4| selSub Pasonalio: won fa per N sco $i,
Podere, dente 1308
din Div [OPTTETTI
8 GALILEO 105 » Luglio 1998
CERTIFICATO N°241,/4477 ibrersia e;ita pae
masiMirprinaferie seRiaaprePiton ata Fa
an estpiro. ce aodoi=_=odana tamentepa pa ni lle
Nodengple #4 alii
= pratelplein pie*TATEdifranceaes:Leni Fonsi, sapaitadiraflorSinearacalliiditecl «FoprariiMensingito segpeooInia rca Enade ZIA L -AS ellaftea piede sbesst pr'olinari enti ET
Pnleprastià. Branoga<a a ARE,i sw -eSRI
(48) = IVIIR____________T—r x
fasi == ; 1 put dpr nifelininLeaveli pini—Smallpi Sarannoieidedi
icae
4. Tariffario delle principali prove eseguite dal Laboratorio (anno 1908).
5. Certificato di prova relativo a materiale bellico (anno 1917).
Facoltà di Ingegneria, Università di Padova
6. Sala per le prove sui cementi.
7. Sala principale.
all'esecuzione delle numerose proverichie-
ste peril collaudo di materiali bellici (fig. 5).
Terminata la prima guerra mondiale — sul
finire della quale, con il fronte della guerra
sul fiume Piave,i locali della Scuola erano
stati occupati da uffici militari — il Laborato-
rio riprese gradatamente le normali funzio-
ni per risponderealle esigenze della rico-
struzione.
Nel 1922, quandogià era iniziatoil trasfe-
rimento di alcuni gabinetti nella nuova sede
della Scuola in zona Portello, il Laboratorio
occupava essenzialmente cinque stanze: u-
na stanzariservata al direttore, una per le
macchinedi prova (fig. 2), una sala riservata
alle prove sui cementi (fig. 6), una stanza
per le macchineutensili e un’altra per i mo-
delli e gli strumenti.
Nel 1924 i gabinetti appartenenti alle varie
cattedre vennero raggruppati per costituire
gli istituti, tra cui quello di Meccanicaappli-
cata e annessor. Laboratorio sperimentale
per le prove dei materiali da costruzione,
formato dal Gabinetto di meccanicaappli-
cata e dal Gabinetto di statica grafica.
Sul finire del 1928i locali della nuova sede
dell'Istituto furono portati a compimento e
agli inizi del 1930l’attività del Laboratorio i-
niziò nella nuovasedein via Marzolo. L’Isti-
tuto si estendevasu tre piani conil pianoter-
ra ed il sotterraneoriservati al Laboratorio
(figg. 8.e 9) il primo piano destinatoa uffi-
ci, studi e ad un’ampia aula perle lezioni.
A UNIVERSITÀ DEGLI STUDI - PADOVATICUITA. DISSE
ISTITUTO DI MECCANICA APPLICATAr
PAIEGNIICANI SPCLIATNTALE PER TA ANDOVA DES MAIERALI CA COSTADZONE
in
taliziorae.
» Furc
razt
tarz
ezas
8. Piano terra del Laboratorio.
uniteterna
9. Piano seminterrato del Laboratorio.
BAND FEFREAD POCA
PippigiASPRI ,
GALILEO 105 * Luglio 1998 9
Laboratorio per le prove sui materiali da costruzione
% 10. Sala per le manipolazionidegli agglomeranti.
11. Provadicarico su arco ribassato eseguita nel
Il pianterreno presentava due grandi salo-
ni comunicantidei quali il maggiore(fig. 9),
riservato alle prove meccaniche, misurava
24.6 x 8.3 metri, con altezza libera di 8 me-
tri e l’altro in prosecuzione,destinato alle
provefisiche e alle collezioni di strumenti,
di 14.7 x 8.3 metri. Nelsotterraneo vi era u-
na grandesala, destinata alle manipolazio-
ni degli agglomerantiidraulici (fig. 10) in-
siemeconaltri nove ambientiutilizzati per
la lavorazione del legnoe delle pietre e per
la stagionaturae il deposito di materiali.
Fra le tante macchinedi prova di cui poté
disporre il Laboratorio nella nuovasede vi e-
rano una pressa da 500 tonnellate e una
macchina per provedi torsione, entrambe
della ditta Mohr e Faderhaff, fornite dalla
Germania comeriparazione dei danni pro-
dotti nella prima guerra mondiale. La dota-
zione di macchine del Laboratoriosi incre-
mentò ulteriormente nel 1939 in seguito
all'uso concesso dal Magistrato alle Acque
di Venezia di due macchineuniversali delle
ditte Losenhausenwerk e Amslere delle por-
tate rispettivamente di 20 e 200 tonnellate,
entrambe munite di pulsatore che vennero
successivamente acquistate dall'Istituto.
Numerosissimi eranoi tipi di esperienze
di carattere fisico e Meccanico, non solo su
materiali ma anchesu parti di costruzioni e
su modelli, che il Laboratorio era in grado
di eseguire (vedi tabella 1). | meriti furono
da ascriversi principalmente al professor
Parvopassu; egli dedicò una parte non pic-
cola del suo tempoall'attività del Laborato-
rio occupandosi personalmentedi tutte
quelle prove ed esperienze che avessero
carattere di originalità e curando chele
prove ordinarie fossero sempre eseguite nel
modopiù scrupoloso secondo le normefis-
sate, affinché esse avessero pieno valore
comparativo.
cortile a fianco del Laboratorio (anno 1937).
La seconda guerra mondiale portò inevita-
bilmenteall'arresto dell’opera di potenzia-
mento del Laboratorio cosicché quandoil
professor Dante Bonvicini successe nel
1951 al professor Parvopassu nella direzio-
ne dell’Istituto la situazione del Laboratorio
era pressoché analoga a quella antecedente
la guerra.
Nonostante le nonlievi difficoltà di carat-
tere economicodi questo periodo vennero
acquistate due macchine universali da 2 e
100 tonnellate, quest’ultima munita di pul-
satore, rispettivamente delle ditte Lo-
senhausenwerk e Amsler e un vibroforo
Amslerdella portata di 10 tonnellate.
Sempresotto la direzione del professor
Bonvicini il Laboratorio si dotò di una mo-
derna officina e tutte la macchine vennero
munite di autonoma motorizzazione.
Nel 1962l’Istituto di meccanica applicata
venne suddiviso nell’Istituto di scienza del-
le costruzioni e annessolaboratorio speri-
mentale per le prove sui materiali da co-
11
Tabella 1. Esperienzedi caratterefisico
e meccanicoeseguite dal Laboratorio
METALLI
1) Prove normali relalive alla determinazione del-la resistenzaalla rottura pertrazione,conrilievo
del limite di elasticità, del limite di snervamento,
dell’allungamento percentualee della strizionepercentuale; della resistenzaalla rottura per com-pressione, per taglio, per piegamento a freddo e acaldo, per flessionestatica, per flessione d'urto,
pertorsione; 2) Prove complementari relative
all'esame macrografico e micragrafico; allacleterminazionedelpeso specifico, dei moduli dielasticità, della durezza Brinell, della durezza al-
lo sclero-elastometro,del limile di scorrimento a
caldo; alla valutazione della resistenzaalla rottu-
ra per sollecitazioni longitudinali ripetute ed al-terne,perflessionio torsioni alterne, per Irazione
flessionead urtiripetuti; allo studio dell’appiat-timento,della laminazione,del ricalcamento,
della punzonatura ed allargamentodi fori a caldo0 freddo sul materiale allo stato naturale o dopopreliminare trattamento termico;studio di salda-
ture autogeneossiacetileniche od elettriche e deirelativi processi di esecuzione.LEGNAMI
1) Prove normali relative alla determinazionedelpeso,del grado di umidità, della densità assoluta
ed apparente, dell’assorbimento; della resistenza
alla rottura per trazionestatica o dinamica nelle
varie direzioni, per compressionestatica nelle va-rie direzioni con rilievo dei moduli di elasticità;
2) Provespeciali di adesibilità alle colle, putresci-bilità, lucidatura, di durezza Brinell; di resistenza
alla rouura per taglio, per spacco,per flessionestatica o dinamica,per pressoflessione, per fatica;
di resistenza all'usura per attrito radenteo sotto
getto di sabbia ed aria compressa;analisi macro-
grafica e micrograficaLATERIZI
Determinazionedel peso, densità assoluta ed ap-
10 GALILEO 105 © Luglio 1998
parente, durezza, porosità, assorbimento, evapo-
razione, permeabilità, gelività; della resistenzaalla rottura per compressioneo perflessione gra-duale o d'urto; della resistenza all’abrasionee ai
solfati alcalini.AGGLOMERANTI
1) Prove normali relative alla determinazionedel
gradodi granulosità, della finezza di macinazione,
delpeso specifico,dell'acqua normale,delle ca-ratteristiche di inizio, durala e termine della presa,
della resistenzaalla rottura per compressionee pertrazionedi paste o malte normali neivari gradi distagionatura, della indeformabilità a caldo ed afreddo; 2) Prove complementari per la determina-zionedella resistenzaalla rottura per flessione o ta-glio della pasta normale,dell'aderenza,della po-rosità e permeabilità,della resistenza alla decom-
posizione in acqua di mare, del rendimento volu-
metrico deigrasselli delle malte; 3) Calcimetria.
PIETRE NATURALI
Determinazionedi densità assoluta e apparente,
durezza, porosità, assorbimento, permeabilità, a-
desibilità alle malte,gelività, resistenza al fuoco;
della resistenzaalla rottura per compressionestati-ca o d'urto, perflessionestatica o d'urto,pertaglio,
per trazione; della resistenza all’usura perattrito o
sotto gettodi sabbiae aria in pressione; dei moduli
di elasticità; struttura macrografica e micrografica.SABBIE E GHIAIE
Determinazionedi densità assoluta ed apparente,vuoti, impurità, gelività, composizione mineralo-gica e analisi granulometrica.
CONGLOMERATI ARTIFICIALI
1) Prove analoghea quelle delle pietre naturaliedei laterizi; 2) Analisi strutturale del calcestruzzo
tratto d'opera per determinare la dosatura di ce-mento,sabbia e ghiaia, il grado di compattezza edi finezza; 3) Gettidi calcestruzzo sperimentale
con dosaturetipo di acqua, cemento, sabbia e
ghiaia o pietrisco,perlo studio della consistenza,plasticità e fluidità, del rendimento in volume,
del ritiro, delle resistenze meccaniche persuc-
12. Provadicarico sul viadotto della tranvia
Mestre-Bassano a Mestre (anno 1940).
struzione,la cui direzione venne assunta in
quell’anno dal professor Bruno Dall'Aglio,
e nell'Istituto di meccanica applicata alle
macchine.
Nel 1964 si diede corso all'ampliamento
del Laboratorio allo scopo di predisporregli
impianti perl'esecuzione di prove su gran-
di modelli e su parti di costruzioni. Questo
risultato fu ottenuto addossando,sul lato
più lungo del vecchio salone riservatoalla
esecuzione delle prove meccaniche, un
nuovosalone(fig. 13) delle massimedi-
mensioni consentite dalla disponibilità
dell’area.
Tale ampliamento,portato a terminetrail
1964e il 1966, consiste essenzialmentein
una sala delle dimensioni di 14 x 25 metri,
affacciata per un lato su via Poleni tramite
una parete mobile di 20 x 7,5 metri. Questa
parete mobile in collaborazione con una
gru a ponte della portata di 10 tonnellate,
munita di una speciale attrezzatura telesco-
pica, consentedi prelevare le strutture da
sperimentare direttamente dai mezzi di tra-
sporto. Sempre in quegli anni venne acqui-
stata una pressa Amsler della portata di
1000 tonnellate e più recentementeè stata
acquistata una pressa Galdabini della por-
tata di 300 tonnellate.
Negli ultimi anni il Laboratoriosi è munito
di una vasta dotazionedi strumentielettro-
nici e di centraline di acquisizione dati con
l’obiettivo di migliorare la precisione delle
misure effettuate.
Dall’aprile 1996 l’Istituto di scienza e tec-
nica delle costruzioni ha costituito, assieme
agli Istituti di strade e trasporti e di topogra-
fia, il Dipartimento di costruzionie trasporti
sotto la direzione del prof. Bernhard Schre-
fler mentre al professor Claudio Modena è
stata affidata la direzione del Laboratorio.
Bibliografia
R. Scuola d'applicazione pergli ingegneri, Laboratorio
sperimentale per le prove dei materiali da costruzione,
«Tariffa per le prove degli agglomeranti idraulici (calci i-
drauliche e cementi) e normeperottenereil relativo cer-
tificato», 1908.
Archivio dell’Università di Padova, Scuola di applica-
zione, Carteggio 1880-81, Turazza e Bucchia al rettore
dell’Università, Padova 23 marzo 1881.
Favaro A., L'Università di Padova, 1922.
Tomasatti G., «La nuovasede della Scuola d’applicazio-
ne pergli ingegneri in Padova», L'edilizia moderna, 9,
1900,pp.68-72.Gullino G., «| primi decenni di attività dell'Istituto», Isti-
tuto venetodi scienze,lettere ed arti, Ingegneria e politi
ca nell'Italia dell'Ottocento: Pietro Paleocapa, 1990,
pp. 67-87.
Archivio dell'Università di Padova, Scuola di applica-
Università di Padova
zione, Verbali delle sedute del Consiglio direttivo per gli
anni 1904-07, pp. 54-55.
Fubini L., GambariL., «Sulle esperienzedella resistenza
di alcune pietre naturali da costruzione delle province
venete», Atti dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed
arti, serie IV, tomoII, 1873, pp. 1359-1377.
Archivio dell’Istituto veneto di scienze,lettere edarti, /n-
ventari 1867-1898, Bernardi al direttore della Scuola
d'applicazione, Padova 18 Maggio 1892.
Minesso M., Tecnici e modernizzazione nel Veneto,
1992.
Tomasatti G., «Notizie sui lavori edilizi universitari»,
Annuario della r. Università degli studi di Padova per
l’anno accademico 1907-908, 1908, pp. 273-283.
Ministero della pubblica istruzione, Monografie delle
Università e degli Istituti superiori, vol.1,1911.
ParvopassuC., «L'Istituto di meccanicaapplicata e r. La-
boratorio sperimentale per la prova dei materiali da co-
struzione», R. Università degli studi di Padova, Annua-
rio per l’anno accademico 1938-39, 1939, pp. 464-485.«Lar. Università di Padovae i suoi Istituti scientifici»,
Appendiceall’Annuario della r. Università di Padova
perl'anno accademico 1899-1900, 1900.
Dall’Aglio B., «L'ampliamentodell'Istituto di scienza
delle costruzioni», Università degli studi cli Padova, An-
nuario per l’anno accademico 1967-68, 1968, pp. 803-
808.
«Ricordo di Carlo Parvopassu», Politecnico di Milano,
Rendiconti e pubblicazionidel corso di perfezionamen-
to per le costruzioni in cemento armato, vol, 14, 1962,
pp.11-18. &è
cessive stagionature, delle caratteristiche elasti-
chee perla deduzionedeicriteri di correzionedegli agglomerati litoidi, ghiaie o pietrischi, sab-bie naturalio artificiali,FIBRE TESSILI, FILATI E CORDAMI,TELE E TESSUTI VEGETALI O ANIMALI,
CUOI, PELLI, CERE, COLLEEsame macroscopico e microscopico; determina-
zione dello spessore,peso unitario, densità, as-
sorbimento, evaporazione,adesibilità, porosità,
permeabilità; della resistenza alla rottura per tra-zione con valutazione del modulodi elasticità;
della resistenza alla perforazione,al taglio, al pie-gamento,all'usura,GOMMAELASTICA E CAOUTCHOUCVULCANIZZATO, EBANITE
Esame macroscopico e microscopico; determina-
zionedello spessore, peso unitario, densità, as-
sorbimento, evaporazione,porosità, permeabi-
lità, durezza, aderenzae attrito; della resistenza
alla trazione ed alla compressione,statica a fati-
ca, a freddo ed a caldo; dei moduli di elasticità;
della resistenza alla flessione,statica a fatica;
della resistenza alla compressione per urto,al ta-glio, alla perforazione,all'usura.
VETRI E CRISTALLI, PORCELLANE,
AMIANTOIN FIBRE,FILI, TESSUTI
Determinazionedel peso unitario, densità, spes-sori; della resistenza alla trazione, alla compres-sione,alla flessione statica e per urto; dei moduli
di elasticità e della resistenza al fuoco ed al gelo.PEZZI FINITI DI MACCHINE E STRUTTURE
PORTANTI
Prove di collaudodi chiavarde, dadi, chiodi, ti-
ranti, giunti, tenditori, ganci, catene,funi, cin-
ghie,isolatori, zoccoli per freni, tubi, bombole e
recipienti, molle, manometri, termometri, dina-
mometri e bilance, calibri, traversine, rotaie, im-
palcature, solai, coperture, volte (fig. 11), cupole,pareti, ponti e viadotti (fig. 12), silos,pali, serba-
toi, dighe; studio di modelli trasparenti sotto cari
co medianteluce polarizzata.
lagii i peimà |N Ti - LI ;
13. Provadi carico su trave in cap eseguita nel nuovo salone (1969).
GALILEO 105 e Luglio 1998 11
ATTIVITÀ SOCIALI
ONDAZIONECASSA DI RISPARMIO DI PADOVA E ROVIGO
L'Attività 1997
Venerdì 24 aprile è stataillustrata l’attività istituzionale svolta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.
Nell'esercizio 1° ottobre 1996 - 30 settembre 1997 l’ente ha potutoutilizzare risorse finanziarie per 12 miliardi e 750
milionidilire, che rappresentanoil 61%circa deiredditi disponibili per l'esercizio. Questa capacità di intervento,già
apprezzabile in termini di ampiezza, ha trovato ulteriore crescita nell'esercizio corrente, avviato lo scorso 1° ottobre;
infatti i mezzi finanziari a disposizioneperi finiistituzionali ammontanoa circa 15 miliardi di lire, con un incremento
rispetto all'anno precedentedi quasi il 18%. L'azione dell'Ente — ha dettoil suo Presidente, Giovanni Sammartini - si
sta distinguendo per una sempre maggiore vo-
lontà di caratterizzare la propria attivitàistitu-
zionaleal fine di rispondere in maniera partico-
larmente efficace, mirata e organicaalle esigen-
ze espressedalla collettività locale, attraverso un
progressivo affinamento nella progettazione e
nella realizzazione degli interventi.
In tale ottica, la fondazione intende operare
principalmenteattraverso un progressivo affina-
mentonella progettazione e nella realizzazione
degli interventi, intendendo operare principal-
mente attraverso un’autonomaprogettualità,
sulla base di indirizzi preventivamenteindivi-
duati; ciò nella consapevolezzachela propria
attività istituzionale non può essere incentrata
in un'azione di mero accoglimento delle molte-
plici e diversificate istanze provenienti dalterri-
torio.
L'adozionedi tale scelta operativa, che contem-
pla comunque un’opportunae necessaria colla-
borazione conle principali istituzioni ed enti del
territorio, determina indubbiamente un maggio-
re impegno da parte della Fondazione, anchein
relazioneall'esigenza di disporre di approfondi-
te conoscenze,oltre che delle specifiche mate-
rie, anche delle diverse opportunità di interven-
to e relative priorità che possonovia via presen-
tarsi.
12 GALILEO 105 * Luglio 1998
Ricercascientifica
L'attività della Fondazionenelsettore si è caratterizzata per la realizzazione
di un ambizioso progetto volto a favorire e a incentivare l'adozione di inno-
vazioni scientifiche e tecnologiche da parte delle imprese operanti nel terri-
torio. Tale iniziativa ha portato alla costituzione della società consortile per
azioni Parco Scientifico e Tecnologico Galileo che si proponedi creare un
proficuo collegamentofra il mondodella ricerca scientifica e il sistema pro-
duttivo. La società disponedi un capitale sociale iniziale di 7.510 milioni di
lire, sottoscritto, oltre che dalla Fondazione, anche dalla Camera di Com-
mercio, dal Comunee dalla Provincia di Padova, dalla finanziaria regionale
Veneto Innovazione, nonché da un soggetto privato con una quota limitata.
Un altro importantefilone di intervento riguardaattività di studio e indagine
in campo medico-sanitario; particolarmente intensoè stato il rapporto con
l'Ateneo patavino,le cui facoltà scientifiche necessitano di strumentazioni e
apparecchiature funzionali e rispondentiai costanti progressi della tecnolo-
gia. Fra le diverse iniziative va ricordato l‘allestimento di un nuovo Labora-
torio di ricerca sulle terapie geniche presso l’Università, dotato di sofisticate
e complesse apparecchiature scientifiche.
Semprein collaborazione con l’Università patavina, la Federazione ha ap-
provato un progetto finalizzato alla salvaguardia e tutela dell'Orto Botanico
di Padova.Si tratta di un organico pianodi interventi che prevede un attento
studio e la successiva riprogettazione delsistemairriguo dell'Orto Botanico
che, a seguito di una modificazione della falda acquifera,si sta rivelando pe-
ricolosamente inadeguato alle esigenze delle preziose specie vegetali pre-
senti.
FondazioneCassa di Risparmio di Pac
va e Rovigo
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo © Attività 1997
Istruzione
Sonostati delineatitre diversi filoni di intervento, rispettivamentefi-
nalizzati all'attività didattica nelle scuole, al sostegno di progetti vol-
ti a favorire l'avviamentoal lavoro dei giovani e alla promozione
della formazionefisica dei ragazzi.
Iniziative per le scuole di ogni ordine e grado: l'ampiezza di questo
programma, direttamente promossoe progettato dalla Fondazione,
ha assunto una dimensione ragguardevole, essendo stati coinvolti
circa 55 mila fra bambinie ragazzi nelle diverseattività. In partico-
lare, nelle scuole medie inferiori, è stato organizzato un breve ciclo
di lezioni sull'economia,sul risparmio e sulle più basilari nozioni
ovigo
CADIPALCOSCENICO
dovetti
bancarie; è inoltre proseguita l'iniziativa La natura insegna, avviata
con successo negli anni scorsi allo scopo di coinvolgere questi ragazzi
nel processodi crescita degli alberi, dalla semina alla messa a dimora
di piante autoctoneneicortili delle scuole o nei giardini pubblici. Par-
ticolare successo hannoriscossogli incontri fra la scuola e il mondo
della produzio-
ne e del lavoro:
attraversola vi-
sita di alcuni fra
i più importanti
stabilimenti in-
dustriali della Regione,i ragazzi delle scuole superiori hanno potuto
conoscere direttamente gli aspetti e le problematiche di una realtà,
quella produttiva, decisamente diversa da quella vissuta quotidiana-
mente nelle aule scolastiche.
Sempre perle scuole medie superiori è stato proposto ancheil con-
corso Studenti in palcoscenico, volto ad avvicinare i giovani al tea-
tro, non tanto come spettatori, ma come attori, registi e comunque
artefici di una rappresentazioneteatrale.
L'impegno della Fondazionesi è altresì rivolto alle problematiche
della formazionee dell'occupazione giovanile. Si colloca in questa
prospettiva l'impegnoa sottoscrivere una significativa quota del ca-
pitale della società CEN.SER. SpA,al fine di promuoverenel Polesi-
ne un centro universitario, anche nella prospettiva di incentivare lo
sviluppo sociale ed economicodella zona; vi è ancheil rinnovato
sostegno della Fondazioneall'attività del Consorzio Università Ro-
vigo-CUR,istituzionesorta al fine di avviare nel capoluogo polesano
alcuni corsi di diploma universitario nell’ambito delle facoltà di in-
gegneria, agraria e giurisprudenza. La Fondazioneha inoltre soste-
nuto l'avvio della Scuola di Specializzazione post-laurea in Parchi e
Giardini, in collaborazione conla facoltà di Agraria dell’Università
patavina.
È proseguita la collaborazione con TecnoPadova, azienda speciale
della Camera di Commercio di Padova,perl'istituzione di alcune
borse di studio per la partecipazione di giovani neo laureati a un
Master in Software Engineering.
Per quanto concerneil programmadi interventi finalizzati alla for-
mazione anchefisica dei giovani, va segnalata l'inaugurazione della
piscina per ragazzi «Luisangela Tosi» di Rovigo.
La Fondazione ha attentamente sviluppato l’analisi delle esigenze
prioritarie che caratterizzanoil settore sportivo, sia per quanto con-
cerne le necessità operative espresse dalle numerosissime associa-
zioni e società sportiveaffiliate ai CONI provinciali di Padova e Ro-
vigo, sia con riferimento alla carenza e inadeguatezza delle strutture
sportive, soprattutto quelle dedicate ai giovanissimi. Il risultato di
questa riflessione tende a privilegiare quegli interventi di tipo im-
piantistico e strutturale che consentono alla Fondazione di meglio
caratterizzare e qualificare la propria azione, limitando quindi il so-
stegnoall'attività degli enti sportivi al fine di non disperderele risor-
se disponibili; in tale prospettiva l'Ente ha assunto l'impegno di con-
tribuire alla costruzione a Padova di una nuovapalestra attrezzata
per la scherma.
GALILEO 105 © Luglio 1998 13
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo * Attività 1997
Arte
In questo settore la Fondazione ha sviluppa-
to maggiormente la propria azione. La sele-
zione degli interventi è stata effettuata sulla
base di un'attenta valutazione che ha tenuto
conto del parere espresso da consulenti e-
sperti della materia nonché dell’essenziale
giudizio delle competenti Soprintendenze.
Per la città, meritano di esserecitati i lavori
di restauro degli interni del Duomo di Pado-
va, del coperto della Chiesa degli Eremitani
e dell'Arco Vallaresso.
In provincia di Padova, la Fondazionehari-
volto la propria attenzione verso alcuni inte-
ressanti beni artistici non adeguatamente co-
nosciuti e valorizzati quali le chiesette me-
dievali di Saletto di Montagnanae di Ponso
e la chiesetta di Cinto Euganeo conaffreschi
settecenteschi di Jacopo Guarana,allievo
del Tiepolo.
Sempre in provincia di Padovasaranno re-
staurate dalla Fondazionel'antica Sala del
Forno dell'Abbaziadi Praglia, e la settecen-
tesca torre campanaria della chiesa parroc-
chiale di Camposampiero.
Nella provincia di Rovigo,l'intervento più
rilevante riguarda il campanile del Duomo
di S. Sofia di Lendinara, la cui eccezionale
altezza supera i cento metri; ulteriori inter-
vent hanno interessato il coro ligneo della
chiesa arcipretale di Crespino e i preziosi
organi delle chiese di Contarina e Berganti-
no,il primo realizzato dal Callido nell’anno
1787 e il secondo dallo Zavarise nel 1810.
A seguito degli importanti ritrovamenti
nell'area archeologica di Adria, la Fonda-
zione ha deciso di sostenere, in collabora-
zione con il Museoadriese e la Soprinten-
denza Archeologicaper il Veneto,il restauro
e la catalogazionedi due corredi funerari e-
truschi che andranno quindi ad arricchireil
museodella città polesana.
La Fondazione ha voluto poi proseguirel’at-
tività di divulgazione e promozionedella
cultura musicale proponendola quinta edi-
zione del programma Musica, grazie anche
al lavoro della Direzione Artistica è stato
proposto al pubblico un ricco e articolato
cartellone di appuntamenti riguardanti non
solo concerti musicali eseguiti da grandi or-
chestre, e da formazioni giovanili prove-
nienti dai Conservatori musicali delle nostre
province, ma ancheincontri culturali, ma-
14 GALILEO 105 * Luglio 1998
ster class, conferenze e una mostra multi-
mediale interattiva dedicata ad Arnold
Schonberg.
Sonostate realizzate alcune iniziative edito-
riali volte al recupero o all’approfondimento
della cultura, della storia e delle tradizioni
locali. In occasione delle celebrazioni del
bicentenario della caduta della Serenissima
Repubblica, la Fondazione ha promosso la
pubblicazione di una raccolta dei diari del
nobiluomo veneziano Marin Sanudo, rima-
sti a lungo inediti e dimenticati. È inoltre mo-
tivo di orgoglio aver collaboratoalla realiz-
zazione del volume Padua Felix. Atlante I-
conografico della Cappella di Giotto 1300-
1305 che fornisce un nuovoe originale stru-
mentodi lettura degli affreschi.
Sanità
Nel settore è stata rivolta una particolare at-
tenzione alle esigenze segnalate dalle A-
ziende Ulss operanti nelle province di Pado-
va e Rovigo, soprattutto per quanto concer-
ne l'acquisto di attrezzature diagnostiche e
terapeutiche.
Oltre agli interventi realizzati in collega-
mentoconle strutture della sanità pubblica,
la Fondazione ha inteso promuovereulterio-
ri iniziative in collaborazione con enti, orga-
nizzazioni e associazioni di volontariato che
meritoriamente operanonelsettore. In tale
ambito va menzionato un progetto promos-
so da un comitato di medici ospedalieri e u-
niversitari di Padova e da una comunità par-
rocchiale della città: si tratta della creazione
di un centro di accoglienza delle persone
che, dovendo prestare assistenza a pazienti
lungo degenti non sonoin gradodi affronta-
re le spese di un prolungato soggiorno in
condizioni decorose.
Nell'ambito della donazione di ambulanze e
automediche perservizi di pronto soccorso
e di trasporto di infermi la Fondazione ha
fattivamente contribuito ad ampliare il parco
automezzi delle istituzioni impegnatea svi-
luppare il nuovo servizio di emergenza
SUEM 118.
L'attività della Fondazionetrova inoltre mol-
teplici connessioni con gli interventi effet-
tuati nel campodella ricerca scientifica, do-
ve diversi studi avviati con il sostegno
dell’Ente risultano finalizzati all’individua-
zione di nuove metodologie di prevenzione
e curadi gravi patologie. Si colloca in que-
sto ambito il Progetto Veneto Anziani, lo
studio promosso e finanziato dalla Fonda-
zione nell'ottica di individuarei principali
fattori di rischio che determinanola disabi-
lità nelle persone anziane
Sociale
Oltre a proseguire finalità di assistenza e tu-
tela delle categorie più deboli, assicurandoil
tradizionale e particolarmente atteso soste-
gno alle numerosissimeassociazioni di vo-
lontariato che meritoriamente operano nel
territorio, la Fondazione ha dato impulso a
un programmadi interventi a favore dei sog-
getti disabili.
È stato avviato un impegnativo progetto che
porterà a una radicale ristrutturazione di un
padiglione dell'Opera della Provvidenza di
Sarmeola, benemerito ente morale sorto nel
1956allo scopodi ricoverare e assistere per-
sone affette da grave handicap psicofisico;
l’ingente opera, che consentirà di trasforma-
re l'attuale struttura in modernee funzionali
Unità Residenziali, sarà sostenuta finanzia-
riamente dalla Fondazione nel corso del
triennio 1997-1999.&
kela
Op!
Passerella in legno lamellare lunga 39 metricheriunifica il centro abitato di Truccazzano.
all’INTERHOLZITALIA di Erbuscoil
28 dicembre 1997 è partito un carico
di eccezionali dimensioni destinato al Comunedi Truc-
cazzanoin provincia di Milano: si tratta di un ponte in legno la-
mellare lungo 39 metri e largo 4 metri che oggi congiunge le due
spondedel canale Muzzaall’interno del Parco Adda Nord.
Un impegnonon indifferente per la giovane azienda presieduta
da Martino De Rosache ha scelto di affiancare l'ormai consoli-
dataattività edilizia del GRUPPO MORETTIpresieduto da Vitto-
rio Moretti con un comparto specializzato nella costruzionedie-
lementi in legno lamellare. Il ponte di Truccazzanoè stato inau-
gurato il 28 dicembre alla presenza delle autorità locali e il «va-
ro» della struttura è stato affidato al Franciacorta ContadiCastal-
di Zero prodotto dall'omonima cantina che insieme alla BELLA-
VISTA rappresentail settore enologico del GRUPPO MORETTI.
Il nuovo ponte è stato realizzato in sole due settimane nei cantie-
ri dell’INTERHOLZITALIA,e la posa in opera della struttura ha
richiesto due sole ore, menodi quanto nonsia stato necessario al
suo trasporto. La decisione di consegnare la passerella preassem-
blata è stata infatti determinata dall'esigenza di operare in condi-
zioni di tempo e sicurezza ottimali quali si possono garantire so-
lo all’interno dell'Azienda.
LE AZIENDE INFORMANO
Resistenzaall'usura e solidità strutturale sono infatti
i punti di forza di questa passerella progettata
dall'ing. Massimo Ongaroalfine di restituire al pae-
se di Truccazzano la sua anima antica ricongiun-
gendoil centro abitato alla parrocchia e al cimitero.
Proprio in considerazione di questa esigenza,
l’INTERHOLZITALIA ha realizzato una particolare
struttura in grado di sopportare non solole sollecita-
zioni dinamiche del normale transito ciclo-pedona-
le, ma anche quelle provocate da un eventuale
mezzodi soccorsoo, nel caso specifico, di un intero
corteo funebre. Il ponte è costituito da due travi
principali ad andamento curvilineo che, oltre ad assolvere una
funzione portante fanno da parapetto; queste travi sono poi col-
legate fra di loro da 17 rostridi irrigidimentovisibili all’interno
della struttura e da file di travetti secondari atti a sostenere un
tavolato di calpestio in legno di larice dello spessore di 60 mm.
La resistenza agli agenti atmosferici delle strutture in legno è
quindi determinata da un'accurata connessionetra gli elementi
costruttivi i quali vengono preservati nei punti di contatto fra le-
gno/legno e legno/carpenteria metallica mediante guaine bitu-
minosee scossaline in rame.
Il ponte di Truccazzano pesa 250 quintali ed è solo una delle nu-
meroserealizzazioni dell'INTERHOLZITALIA che è oggi impe-
gnata su 20 cantieri, fra cui quello delle Porte Franche,il nuovo
Centro Commerciale che il GRUPPO MORETTIsta costruendo
alle porte della Franciacorta.
TERRA
Ufficio Relazioni Esterne, Clara Zucchi
Via Gandhi 9, 25030 Erbusco (Bs)
Tel. 030.7718114. Fax 030.7702826
Per ulteriori informazioni: MORETTI
GALILEO 105 * Luglio 1998 15
Chiuso.
Aperto.Il caso Microlift
Microlift è da 50 anniil piccolo e più ven-
duto montacarichi del mondo. Microlift
è adattabile a ogni tipo di esigenzae vie-
ne utilizzato nella sanità comenellari-
storazione, nel commercio comenegli uf-
fici. Ovunque, Microlift velocizza 1l ser-
vizio e migliora l’efficienza, senza tra-
scurare la sicurezza. Il Microlift vuole ar-
METAEO0
rivare oggi direttamente all’utilizzatore
finale ad un prezzo controllato da lire
8.500.000(Iva esclusa), compresoassi-
stenza e manutenzioneper il primo anno.
Ce n'è quanto basta per aprire un caso. E
per chiuderetutti i problemilegati al tra-
sporto di piccoli carichi.
Microlift Service
Numero Verde
1607-217711 38100 Trento, Viale Verona 190, Servizio Clienti 0461.380533
LE AZIENDE INFORMANO
Il 2000 è già nell’aria con gli
ASSORBITORI AD ALTA EFFICIENZA
Robur
In occasione di EXPOCOMFORT, mostra convegnosvoltasi a Mi-
lano nello scorso marzo,l'azienda Robur ha presentato un prodot-
to innovativo: le nuove UNITÀ AD ASSORBIMENTOADALTA EF-
FICIENZA(acqua-ammoniaca) ALIMENTATE A GAS,frutto di un
intenso programmadi ricerche orientato alla messa puntoe alla
commercializzazione di una nuova generazionedi refrigeratori
d’acqua ad assorbimento.
Per presentare queste importanti novità, è stato realizzato dalla
Robur un CD-Rom daltitolo «Il freddo generato da una fiamma».
Grazie al contributo di un testimonial d'eccezione come Albert
Einstein, il CD-Romillustra la storia dell’assorbimento,il ciclo di
funzionamentodelle unità, i vantaggi, le caratteristiche tecniche e
gli schemi di impianto delle Unità ad Alta Efficienza.
Bancadi CreditoCooperativo S. Elena
Albignasego, Padova
Potenza termica kW 57
Potenzafrigorifera kW 35
nun’era in cui innovazionee tec-
nologia sono talvolta in antitesi
con sicurezza e salute, Roburè u-
na certezza: i suoi impianti di climatizzazione assicurano
da semprealte prestazioni, ottimizzazione dell'energia
impiegata e soprattutto rispetto per l’ambiente.
Principi base dei refrigeratori d’acqua per il riscalda-
mentoe il condizionamento a gas Robur sonoinfatti una
miscela di acqua e ammoniaca (H,0-NH;), due elementi
chesi trovano in natura e che quindi non inquinanoco-
mefluido refrigerante, e il gas naturale combustibile puli-
to comefonte energetica.
Sonopiù di 350 mila gli impianti realizzati con queste
unità nel mondo, un successo consolidato nel tempo e
basato su decenni di ricerca avanzata, al servizio del
comfort dell'uomo.
Ma oggi con Robur la climatizzazione degli ambienti ha
una nuova dimensione: i Refrigeratori d’acqua ad Assor-
bimentoa gas ad Alta Efficienza.
Si tratta di refrigeratori monobloccoraffreddati ad aria e
alimentati a gas, che funzionano secondoil perfezionato
principio dell’assorbimento ad acquae gas,le cui unità
montate in batteria in numerodi 2, 3, 4 0 5 costituiscono
i modelli RTCF (da 34,98 a 87,45 kW) e il modello AYF
60-108 per il condizionamentoe il riscaldamentoa gas,
con possibile produzione di acqua calda sanitaria (17,49
kW in condizionamento e 23,74 kW in riscaldamento).
Le Unità ad Alta Efficienza assicurano alto rendimento,
bassi costi di esercizio, elevata affidabilità e vantano
molteplici possibilità a livello impiantistico.
La semplicità operativa,l'affidabilità e il risparmio ener-
e unaperfetta ricezione dei contenuti.APmmCihm
ni nostri. Successivamentesi passa alla seconda sezioneintitolata Comefunzio-
na. Questa parteillustra il funzionamentodell'Unità ad Alta Efficienza Robur. Infatti comparirà un menù in cui sono
presenti dieci pulsanti. Ciascun pulsante corrisponde a una specifica parte delrefrigeratore, spiegata da Einstein attraver-
so dei cartoni animati colorati, vivaci, ma sorprendentementechiari ed efficaci. Nella fascia nera sul fondo dello scher-
mo comparirannodelle frecce che permetteranno di accedere rapidamentealle sezioni successive o precedenti, oppure
di tornare al menù relativo a questo capitolo.
18 GALILEO 105 « Luglio 1998
Cliccando sul primo articolo verrà presentata la storia del processo di assorbi-
mento a cartoni animati, dalla sua scoperta fino ad arrivare al suo impiegoai gior
II CD-Rom IL FREDDO GENERATO DA UNA FIAMMA!è, comeîl suotestimonial, geniale e divertente: appenainserito nel com-
puter, la presentazioneinizierà automaticamentevisualizzando la prima schermatadi scelta della lingua. Dopo avercliccato sulla
lingua desiderata, una brevesigla introdurrà alla prima pagina dell'originale giornale «Daily Robur», cheillustra quattro capitoli: II
freddo generato da una fiamma, Come funziona, La macchinadelfuturo e Giochiamoall’assorbimento.Sullo sfondo dello scher-
mosi potrannotrovaregli strumenti di navigazione, un sistemavelocee facile per poter viaggiare comodamenteall’interno delle
singole parti del CD-Rom.Lasceltadi utilizzare le parole al posto delle spesso sconosciute icone permette un'immediata leggibilità
Ciclo frigorifero ad assorbimento.
getico fanno di questo innovativorefrige-
ratore d’acqua Robur un prodotto ideale
per ogni tipo di applicazione comepere-
sempio hotel, centri commerciali, abita-
zioni, uffici, grandi e piccole industrie, ri-
storanti e discoteche.
Robur ha racchiusoil futuro in una mac-
china che finalmenteè ... in simbiosi con
l'ecosistema. Infatti il ciclo di funziona-
mento è basato sull’assorbimento del-
l’ammoniaca in acqua: una formula che
ha un potenziale di danneggiamento
dell'ozono (ODP)pari a zero e riduceil
fabbisognodi energia elettrica dell'88%.
Ciò significa risparmio: si evitano infattii
costifissi della cabina elettrica, il sovrac-
carico elettrico viene eliminato edi costi
di manutenzione sono trascurabili. Non
solo: l'installazione all’esterno dei refrige-
ratori Robur elimina anchei costi per la
costruzione della centrale termica.
Le Unità ad Alta Efficienza non temonoil
tempo,né quello meteorologico (sfidano
praticamente qualsiasi temperatura in o-
gni stagione), né quello cronologico: Ro-
bur garantisce infatti fino a 10 anni le sue
unità (estensionea richiesta)!
Guardandoad un futuroin cui l'utilizzo
di fluidi alogenatisintetici, frequentemen-
te usati dai condizionatori d’aria, verrà
semprepiù limitato per legge e i consu-
matori dovrannofar fronte al problema
della sostituzione dei fluidi stessi, Robur
ha anticipato i tempi, impiegandoun re-
frigerante naturale. A conferma della
bontà della direzione intrapresa, anchegli
esperti delle 25 più importanti società del
gas americane convenutiall'incontro or-
ganizzato da Robur Corporation presso la
sua sede di Evansville, in Indiana (USA),
nel Maggio 1997, hanno approvatogli
stanziamenti per finanziare la ricerca e lo
sviluppo di una pompadi calore ad assor-
bimento alimentata a gas, prossima evolu-
zione delle Unità ad Alta Efficienza.
Alta Tecnologiaal servizio del comfort:
Robur si propone sul mercato come im-
portante produttore del settore e lo fa in
modo innovativo e dinamico. Basti vede-
re il successo ottenuto dal CD-Rom «Il
freddo generato da una fiamma», che ha
accompagnatoil lancio delle Unità ad As-
sorbimento ad Alta Efficienza, in occasio-
ne di Mostra Convegno Expocomfort
1998. Oggi si può comunicare in molti
modi: attraverso la carta stampata,la tele-
visione, la radio. Ma non è facile: al di là
del veicolo di presentazione di un prodot-
to c'è un pubblico che chiededi essere
informato in modo esauriente, chiaro,
semplice, completo.
II CD-Rom tutto questo: è il miglior
Termotecnica
Refrigeratore d’ac-
qua ad Assorbimentoad Alta Efficienza,
modello ACF 60-00
mezzoper presentare un prodotto di alta
tecnologia e contenuto innovativo comei
nuovi refrigeratori d’acqua Robur, in quan-
to può fornire molte informazioni nelle di-
mensioni di un piccolo dischetto. Non solo
puòessererivisto tutte le volte chesi desi-
dera, ma può essere «letto» e ascoltato a
partire dalla sezione interessata, prose-
guendoo tornando indietro a piacimento.
Scegliere di comunicare attraverso un
CD-Rom scegliere di interagire con pro-
pri destinatari, i quali possono conoscerei
nuovi modelli di refrigeratori Robure il
loro back-ground attraverso una guida in-
terattiva dallo stile accattivante e dal lin-
guaggio semplice, puntuale, tecnico.
| «lettori» sono guidati in questo sorpren-
dente «cammino» da un personaggio
d'eccezione: Albert Einstein. Personalità
geniale ed eccentrica, scienziato del se-
colo, Einstein ha partecipato attivamente
all'evoluzione tecnologica di cui oggi Ro-
bur rappresenta un alto esempio. Infatti la
formula dell’assorbimentoè stata arricchi-
ta anche dagli studi e dai brevettidi tale
scienziato!
Conlui si avrà la conferma di come Ro-
bur sia riuscita a creare una macchina che
condizionae riscalda qualsiasi ambiente
rispettando la natura e soddisfacendole e-
sigenze dell’uomo.&
La terza sezioneintitolata La macchinadel futuro è un efficace documentointerattivo che presenterà al «lettore»
tutti i vantaggi delle unità ad assorbimento, alcuni esempidi schemidi impianto e le tabelle tecniche dei prodotti.
In apertura apparirà l'Unità ad Alta Efficienza Robur, cliccando sulla quale potrà essere ruotata e vista da qualun-
queangolazione. Maci sonoaltri due puntidi forzaall’interno di questo «articolo». Il primo riguardala possibilità
di accedere a un data basericco di referenzesulle installazioni degli impianti di climatizzazione Robur realizzati
nel mondo,in Furopae in Italia. Selezionandola scelta «per potenzainstallata» 0 «per utenzaservita», si potranno
osservare fotografie che riproducono impiantiinstallati. Secondo,si potrà conoscere dettagliatamente come viene
utilizzata l'ammoniacanel processo di assorbimento grazie agli approfondimenti sulle innovazioni apportate da
Roburai suoi nuovi modelli di refrigeratori d'acqua ad assorbimento a gas. Sempre in questo capitolo un segmen-
to molto importante è stato dedicato alla vigente normativasui fluidi frigorigeni dove vengono indicatele date di
bandodegli stessi.
Infine, per chiudere in bellezza il CD-Rom,è stato inserito uno spassoso passatempo,il videogioco Doctor Freeze
che in mododivertente riprendeil fenomeno di separazione delle molecole di acqua e ammoniaca che avviene
all’interno delciclo ad assorbimento. II CD-Rom realizzato costituisce un completo e valido strumento per cono-
scere da vicino il nuovo prodotto della Robur: le Unità di assorbimento ad Alta Efficienza. Robur oggi comunica
conla sua tecnologia la certezza di un domani ecologicamente confortevole.
PER SAPERNE DI PIÙ;
ROBURSpaVia Parigi 4/6
24040 Verdellino/Zingonia (BG)
Tel. 035.888.333
Fax 035.482.1334
e-mail: robur@robur.it
ESSEDUE SncVia G. Rossa, 31/A
35020Ponte S. Nicolò (Padova)
Tel. 049.718140, Fax 049.718217
GALILEO 105 e Luglio 1998 19
ENTI PUBBLICI
ERVIZI PUBBLICIper gli Enti Locali
Intervista a Francesco Marcato
Presidente del CISPEL Veneto
A curadi Giorgia Roviaro
CISPEL &VENETO
ASSOCIAZIONE REGIONALE
DEI SERVIZI PUBBLICIDEGLI ENTI LOCALI
Francesco Marcato, laurea in economia,è stato per
dieci anni Presidente dell’AMNIUP padovana. Gra-
zie alla vasta esperienzanel settore dei servizi accu-
mulata anche in qualità di Presidente di FEDERAM-
BIENTE,si sta attualmente interessando dell’orga-
nizzazionee dello sviluppo di Cispel Nazionale e di
Cispel Export con operazioni di ampio respiro qua-
le, ad esempio, il monitoraggio deiservizi in Argen-
tina ed in Montenegrosu incarico del Ministero del
Commercio Estero.
L'Associazione, statutariamente si propone di «promuoverelo sviluppo e la
tutela delle Imprese e degli Enti di gestione dei servizi pubblici locali [ex A-
ziende Municipalizzate. NdR] operanti in Veneto». Qualiarticolazioni asso-
ciative territoriali di CISPEL Nazionale,le associazioni regionali rappresenta-
no le Impresee gli Enti iscritti alle Federazioni nazionalidi settore alfine di
rappresentarli presso la Regione Veneto gli EE.LL., di promuoverelo svilup-
poe assicurarnela tutela.
CISPEL Venetoinoltre fa parte del Coordinamento delle Autonomie Locali -
CAL - assieme ad ANCI, UPI, Lega Autonomie e Comunità Montanealfine di
sintetizzare in un unico interlocutoreil rapporto con la Regione.
In un'attenta opera di coordinamentoe di collaborazione conistituzioni re-
gionali, Enti Locali, Associazioni pubbliche e private, nonchéle rappresentan-
ze delle CISPEL europee,l'Associazioneoffre ai proprisoci servizi di caratte-
re economicoe finanziario, legislativo e fiscale, contabile e di bilancio, previ-
denziale e formativo con corsi di aggiornamento professionale, percorsidi
qualità, customerssatisfactions, fino all’attestazione della certificazione della
qualità.
Composta attualmente da 970 associati - ciascuno federato alla Federazione
di settore di competenza (gas-acqua, ambiente, trasporti, farmacia, casa, cul-
tura) -— per un totale di 185.000 lavoratori ed un fatturato di 27 mila miliardi
(il 3%del PIL), CISPEL Nazionale sorse nel 1949 sulle ceneri della Federazio-
ne dell'Energia, fondata a sua volta negli anni Venti. Le adesioni erano rivolte
alle antiche «Aziende Municipalizzate», che ora sono tutte quelle Imprese e
quegli Enti Pubblici economici e pubblico-privati, che gestisconoi servizi
pubblici.
Le Municipalizzate furono volute da Giolitti nel 1903 per ovviareall’ineffi-
cienzadeiservizi locali gestiti dai privati con concessione comunale. Ultima-
mentela legge ha ribaditoil concetto di trasformazione delle municipalizzate
in aziendespeciali aventi propria identità giuridica e iscrizione camerale e
più recentementela legge Bassanini ne favorisce la trasformazione in SpA
pubblico-private.
Il Presidente di CISPEL VE-
NETO(Associazione Imprese
dei Servizi Pubblici Locali) e-
spone in queste pagine la
realtà, i programmie la com-
plessità dell’associazione re-
gionale, con risposte che ne e-
videnzianoa tutto tondol’at-
tivismo e la volontà di poten-
ziare le caratteristichedi effi-
cienza e di efficacia dei servi-
zi erogati, come ribadito an-
che nel corso della 24a As-
semblea Regionale del2 apri-
le 1998.
Dott. Marcato, com'è compo-
sta CISPEL VENETO?
Il sistema associativo delle Im-
prese del Veneto si compone
oggi di 98 associati. Di questi,
4 sono i Comuni, 71 sono già
Imprese e/o Aziende speciali
consortili e 23 sonoin fase di
trasformazione. Le SpA sono
7, così comele Ater. | settori
delle Imprese di servizi sono
così suddivisi: 35 erogano ac-
qua, 8 provvedonoalla depu-
razione, 5 si occupano anche
di calore, 17 forniscono gas, 5
energia elettrica, 3 illumina-
zione pubblica, 15 sono i ser-
vizi di igiene pubblica, 14 in-
vecesi occupanodi trasporti,
38 sonole farmacie, 5 i mer-
catiall'ingrosso, 3 le onoranze
20 GALILEO 105 » Luglio 1998
funebri, 10 aziendesi occupa-
no della casa (7 Ater e 3 azien-
de comunali). AI 31.12.1997il
totale degli addetti ammonta-
va a 10.245di cui 261 quadri
e 176 dirigenti.
Elaborandoi dati dei bilanci e
relativi all'esercizio d'impresa
chiuso al 31.12.1997,risulta
quanto segue: fatturato com-
plessivo per i servizi d'utenza,
3.026 miliardi; investimenti o-
perati per 448 miliardi; utile
complessivo, al netto delle
perdite di alcuni settori e ov-
viamente prima delle imposte,
157 miliardi; costo totale del
personale, compresi quadri e
dirigenti, 747 miliardi; costo
totale medio del personaledi
tutti i settori, compresi quadri
e dirigenti, 73 milioni pro-ca-
pite annuo; produzione media
pro-capite dei 10.245 addetti,
295 milioni annui.
Non male, per essere un com-
parto di servizi pubblici tanto
demonizzato dai poteri forti
dell'economia! E non male so-
prattutto sul piano della qua-
lità dei servizi resi alla cliente-
la, visto che nel comparto dei
servizi locali, solo le nostre
imprese sono statecertificate
qualità ISO 9000, mentrei pri-
vati non hannoancorainiziato
il percorso riorganizzativo.
Gli organi statutari invece so-
no il Presidente,il Consiglio
Direttivo, il Collegio dei Revi-
sori dei Contie il Segretario
Generale. Il Presidente viene
eletto dall'Assembleae resta
in carica cinqueanni, così co-
meil Consiglio Direttivoe il
Collegio dei Revisori dei Con-
ti, mentre il Segretario è eletto
dall'organodirettivo. lo sono
stato eletto nel 1990 e ricon-
fermato nel 1995.
Qualè la filosofia che sotten-
de alle Imprese dei servizi lo-
cali?
Oltre, naturalmente, all’eco-
nomia d'impresa,è prioritaria
la diffusione dei servizi in li-
nea generale, compresele a-
ree che potrebbero risultare
non convenienti da un punto
di vista economico. Questa
caratteristica ci differenzia dal
privato, il cui ruolo è quello di
esasperare la remunerazione
del capitale investito con il
conseguente scadimento della
qualità. Noi siamo servitori di
interessi, andiamo versole esi-
genzedi tutti i cittadini e non
solo di quelli che possono pa-
gare, i privati invece...
Quelè il rapporto conil pri-
vato, importante da eviden-
ziare soprattutto in un mo-
mentodi privatizzazione im-
perante?
In questo periodo c’è una dia-
triba voluta da Confindustria
in quanto sulla scia della nuo-
va modadelle privatizzazioni
tout court, il mondo confindu-
striale intenderebbeprivatiz-
zare anchei servizi locali, non
tanto e non solo per assegnare
ai privati servizi chei privati
stessi hanno dimostratodi sa-
per gestire molto male — vedi
nel Centro-Sudin cui i servizi
sono gestiti il 61%daiprivati e
funzionano male —, ma anche
perché Confindustria intende
appropriarsi gratuitamente del
mercato dei servizi pubblici,
che è un business allettante. E
tenta di farlo attraverso l’azio-
ne surrettizia di /obbing sul
Parlamento, delegittimando
per Decretole attuali Imprese
pubbliche locali (cfr. art. 10
DDL-S-1388).
La scarsa attenzionee la ridot-
ta competenzaspecificadial-
cuni parlamentari, unitamente
all'assenza di ANCI, rendeas-
sai più facile il percorso di
Confindustria e molto più diffi-
cile quello di CISPEL.
Quali sono,in quest'ottica,i
programmidi rafforzamento
di CISPEL?
Noi siamo prontissimi al con-
fronto purché si parta dagli
stessi blocchi di partenza...Il
mondo CISPEL non intende as-
solutamente subire quello che
risulta essere un vero espro-
prio dell'impresa pubblica di
proprietà degli Enti Locali,
quindi dei cittadini, ma ribatte
colpo su colpo elencandotutti
i privilegi che il mondo Con-
findustria ha sempre avuto
(ammortizzatori sociali, mino-
ri costi previdenziali, semplifi-
cazioni procedurali, finanzia-
menti pubblici). La realtà è
che tutti, compresa Confindu-
stria, hanno potuto riscontrare
che il grande comparto dei
servizi pubblici locali, acquisi-
ta la personalità giuridica, si è
spinto con una rapidità sor-
prendente verso una condizio-
ne assai più manageriale ed e-
conomicadi un recente passa-
to, con il risultato che la con-
correnzaal privato, oggi, la
stiamo facendo noi. E ciò non
sta bene a Confindustria.
Ancheil settore dei trasporti
sta rapidamente migliorando i
propri margini operativie l’e-
dilizia pubblica residenziale,
con la trasformazione degli |-
stituti delle Case Popolariin a-
ziende economiche (ATER),
sta dando buoni risultati im-
prenditoriali, così come tutti
gli altri settori a eccezionedel-
le farmacie, che alcune miopi
Servizi Pubblici per gli Enti locali
Amministrazioni Comunali
continuanoa voler gestire in
economia, confondendoi dati
del conto economicodelle
stesse nel calderone del bilan-
cio comunale, quindi senza
stimoli ad una gestione vera-
mente economica.
Noi non abbiamoalcun timo-
re della concorrenza, purché
sianorispettate le regole: ecco
perché abbiamo manifestato
davanti a Palazzo Chigi. Ab-
biamo protestato perché le
procedure cui siamo sottoposti
ci soffocano; perchéil costo
della previdenza per noi è su-
periore di 3,6 punti percentua-
li; perché non possiamo com-
petere fuori dalle muracittadi-
ne però possiamo andarea fa-
re servizi in Russia, Bosnia, Al-
bania, Montenegro, Argentina;
perché siamo esclusi dall'art.
3 del D.A. Legge Galli che non
permettel’accesso alle gare al-
le nostre Imprese; perchéi pri-
vati rinnovano concessioni
ventennali senza andare a ga-
ra; perché alcuni settori locali
(trasporti ed edilizia residen-
ziale pubblica), pur essendo
soggetti economici, vengono
vincolati dalla Tesoreria Uni-
ca; perché coni sostegni eco-
nomici si regalano quattrini e-
sclusivamente alle Imprese
private e a noi non tocca mai
nulla.
Cosa pensadeitentatividi an-
dare verso un federalismo re-
gionale?
Cercodi essere attento a quel-
lo che succede in Veneto e nel
Paese e sono del parere che o-
ra ci stiamo giocandoil futuro
per i prossimi vent'anni e non
solo nel compartodei sevizi
locali, ma in tutto il sistema
produttivo veneto, soprattutto
se permarrà la logica del fede-
ralismo a metà, l’attuale carico
fiscale e lo stato di confusione
normativaesistente.
Se non saremoin gradodi ot-
tenere un vero decentramen-
to di poteri alle Regioni e ai
Comuni e se non riusciremo
a produrre, almenoin Vene-
to, uno sforzo per il raggiun-
gimento omogeneodi stan-
dard ottimali d'impresa e an-
cora se a fianco delle Azien-
de nonci sarà un’Associazio-
ne o un sindacato d'impresa
che possa disporre di mezzi e
risorse adeguati, il prossimo
futuro sarà incerto e in de-
clino.
Noi l'avevamo capito per
tempo già nel ‘95 ed aveva-
mo istituito uno strumento
che sembrava essere solo 0-
perativo, cioè una società di
servizi come CIS.VE srl, che
invece è diventata strumenta-
le e strategica comefornitrice
di servizi qualificati ad ampio
raggio e a tutti gli associati:
servizi importanti comefor-
mazione, qualità, controllo
di gestione, comunicazione,
informatica, previdenza,pia-
nificazione aziendale, con-
tratti di servizi, recuperotri-
buti locali, cartografie e ban-
che dati.
Se entreremotutti nella logica
associativa, comefail priva-
to, e se faremo veramente
sistema, ma soprattuttoseil
sistema nazionale ANCInon
ci ostacolerà, saremo in grado
di costruire un futuro per le
nostre Imprese. Se inveceri-
marrannole solite riserve e in
Veneto qualcuno continuerà
ad agire in un modo, mentre
quando è a Romaagiscein un
mododiverso, adeguandosi al
sistema centrale, saremo de-
stinati solo a vivacchiare e ad
essere subordinati ad un siste-
ma centrale obsoleto.
lo però sto riscontrando, a
tutt'oggi, un mezzofederali-
smo, anzi un decentramento
di poteri.
Stiamo a vedere.
GALILEO 105 * Luglio 1998 21
ARCHITETTURA E FILOSOFIA
PanopticonUn'idea di architettura
Un sistema per acquisire potere, potere della
Giancarlo Sfriso
mente sulla mente, in misura senza precedenti.
Robin Evans, Controspazio, ottobre 1970
Tolone il Fourier3 di una società poliziesca"la cui i-seÌ
ha aèun’ Seeprogramma che funziona comeunasortadila-(ib \
Ul potere. un accrescimentodi sapere che viene aVedi
“palespanFLpotere e scopre oggetti da cono-
Espertiici doveL'quilsto si esercita.
Laconiagisce direttamentesull’individuo senzaaltro
|temesico)Thelioe una geometria; è un’idea
PISravhiteendiariincuilo spafofico organizzatoesercita, attra-
_versolele sue.caratteristithetetecnologiche, una rivoluzione utopi-
stica della storia. Esso ci parla di un nostro possibile futuro.
Louis Le Vau, Serraglio di Versailles per Luigi XIV. Foucault vi
trova una preoccupazionedell’osservazione individualizzante,della caratterizzazione e della classificazione, dell’organizzazio-
neanalitica dello spazio analogaa quella che ispira Bentham.
n Europafino al XVII secolo l’inguadramento quotidiano della vita
di un individuo mediante l'imposizione di norme di comportamen-
— le discipline esisteva quasi esclusivamente nei conventi dove
vigevano regole estremamenterigide, quali non si avevano neppure
nell'esercito o nelle istituzioni educative. Con l'esplosione demografi-
ca e l'affermarsi delle classi borghesi legate all’industrializzazione,i-
niziano a formarsi sempre più nuove e importanti zonedi disciplina:
quella militare, scolastica, sanitaria ...
A partire dal XVIII secolo, l'architettura è legata all'esigenza di ripar-
tizione di più individui nello spazio: la scuola, gli ospedali, i recluso-
ri, i mattatoi sono diventati luoghi a gerarchia fortemente piramidale,
con esigenze architettoniche precise, atte a favorire la sorveglianza.
Dal XIX secolo la formula disciplinare si estende alla prigione,agli a-
sili psichiatrici e infine alla fabbrica: uno dei massimi luoghi di disci-
plinarizzazione.
tico e scrittore inglese. Nella ricerca
filosofica sull'origine delle idee del
Note pitale, del lavoro e del «talento».
4. J. Bentham, Panoptique, Mémoire sur
(aritmetica morale) attraversoil cal-
colo delle conseguenze(piaceri o do-
1. Michel Foucault, saggista e storico
francese. Ha criticato ogni forma di
storicismoe di ottimismorazionalisti-
co, studiandoin particolare le mani-
festazioni del diverso e del deviante,
2. Jeremy Bentham (1748-1832) filosofo
inglese, teorico dell‘utilitarismo; tese
a trasformare l'etica in scienza esatta
22 GALILEO 105 * Luglio 1998
w
lori) di ogni azione; vide nel-
l'interesse personale l’unico stimolo
all’azione umana.
. Charles Fourier (1772-1837)filosofo
ed economista francese. Ideò un si-
stema sociale utopistico fondato su
comunità produttive (falansteri) con
una retribuzione equilibrata del ca-
un nouveau principe pour construire
des maisons d'inspection, et nommé-
ment des maisons de force, stampata
per ordine dell'Assemblea nazionale
di Parigi (1791). La versione pubbli-
cata successivamente è leggermente
modificata e contiene due Postscript.
5. Edmund Burke (1729-97) uomopoli-
sublime e del bello (1756) introdusse
nell’estetica la nozione di sublime.
. Claude Nicolas Ledoux (1736-1806)
architetto e teorico francese, Muo-
vendodalle utopie illuministe pro-
gettò costruzioni ideali che preludo-
no alla moderna architettura «razio-
nale».
ALCUNIDATI METRICI
* con un diametro di 30,48 metrisi
possonorealizzare 48 celle;
e la larghezza delle celle misurate nel-
la facciata esterna è di 1,82 metri;
e la profondità di ciascuna cella è di
3,96 metri;
e l'altezza della stessa risulta di 2,59
metri;
Imi
il prolungamentodelle pareti diviso-
rie (per limitare la vista) è di 91,44
centimetri;
la larghezza dell’area intermedia è
di 4,27 metri;
in totale dall'esterno dell’edificio fi-
no alla torre risultano 9,90 metri;
il diametro quindi è di metri 19,90,
lasciando per diametro della torre
Panopticon
Panopticon di Jeremy e Samuel Bentham.
Nella prima versione(sinistra) sonovisibili
ancorale scale in ferro in seguito eliminate
(destra).
10,67 metri compreso lo spessore Queste misure sonoforse ricavate dal
dei muri; Silentium, costruito a Roma nel 1704
per ordine di papa Clemente XI e primal’altezza totale dell'intero edificio è
di 16,45 metri; prigione importante realizzata in Euro-
pa a sistema cellulare.il punto più distante da cui proviene
la luce è di 15,24 metri, una distan-
za circa uguale a quella riscontrabi-
le nelle chiese.
Panopticon comearchitettura
Quello checi interessa, in questa sede, nonè il livello architetto-
nico di un organismochenon verrà mai applicato, ma piuttosto
quel concetto generale da Foucault chiamato panoptismo. Panop-
tismi sarannotutti i dispositivi, tutti gli strumenti di organizzazione
spaziale che nasceranno da questa metafora costruita.
Jeremy Benthamscriveil suo trattato sul Panopticon?, in forma e-
pistolare, durante un soggiornoin Russia doveil fratello Samuel,
ingegnere al servizio della Grande Caterina e consulentedi
Potémkin, collabora all’industrializzazione del paese progettando
stabilimenti per manifatture.
Questo rivoluzionario sistema architettonico consente a un solo
sorvegliante, situato in posizione centrale, di controllare un gran-
de numerodi individui che possonoessere, indistintamente,pri-
gionieri, studenti, ammalati, operai.
Nel Postscriptche correda la seconda pubblicazione, Bentham e-
numerae classifica ben 157 vantaggi del progetto, un'innovazione
ancor oggi sconcertante per l’idea che la sottende e che permette
di raggiungere conla distribuzione della costruzione materica,
quindi senzaregolescritte o discipline particolari, un fine etico e
filosofico.
Si tratta di un edificio cilindrico la cui circonferenza è delineata
da celle convergenti verso il centro dove, separata da un'area in-
termedia, è posta una torre, semprecilindrica, chiamata «residen-
za dell'ispettore».
Ogni cella è illuminata da una finestra mentrela parete oppostari-
volta verso il centro è dotatadi sottili inferriate. Dalla torre, comple-
tamente schermata dalla vista dei reclusi, un solo sorvegliante può
osservare controluce, non visto,tutti i piani delle celle azionando
un ascensore postonelcilindro centrale.
Le pareti che dividonole celle sono aggettanti in modochei re-
clusi non possano comunicaretra loro.
Il padre di questa terrificante macchinadi controllo è trai filosofi
quello che La Fontaine è tra i poeti: un bambino - comelodefini-
sce Bertrand Russell — vissuto solitario dal 1792, lottando nel vano
tentativo di ridurre la legge a un sistema e la mente umana a una
macchina.
Le linee visuali tra le celle e la torre di ispezione,il corridoio cir-
colaree le finestre, sono calcolate con una doviziadi particolari
tale da entusiasmareil più esigente architetto o ingegnere.Le strut-
ture del tetto, la torre di sorveglianza,i serramenti, le scale,i divi-
sori interni delle celle e altri particolari sono in ferro; un sistema
progettuale integrato che assicura tre condizioni: aria, lucee resi-
stenza, anche agli incendi. Le colonne in ferro, cave, fungono da
grondaie e da camini peri forni situati in basso.
Questa combinazionefunzionaledi strutture e servizi si diffonde
rapidamentetra i progettisti: ne è famoso esempioil mulino Philips
& Lee, costruito a Salford nel 1801, in cui le colonne portanti sono
utilizzate peril riscaldamento a vapore. Altra proposta di Bentham
innovativa per la sua epocaè il serbatoio cilindrico per l’acqua
che, collocato sul tetto, può fungere daestintore.
GALILEO 105 * Luglio 1998 23
Panopticon
Panopticon comerealizzazione del sublime
Teoria del sublimee teoria del reclutamento del pazzosi incon-
trano nel Settecento, diventando spettacolo: il pazzofa paura,il
pazzo rinchiuso può diventare spettacolo. Sull’importante model-
lo spaziale di questo secolo nel quale morale e desideriosi fondo-
no, Foucault osserva: non è un caso cheil sadismo, come fenome-
no individuale che reca il nome di un uomoè nato dall’interna-
mentoe nell’internamento, se tutta l’opera di Sadeè ispirata
dall'immagine della Fortezza, della Cella, del Sotterraneo, del
Convento, dell'Isola inaccessibile che formano,così, il luogo natu-
rale dello sragionare...
Per Burketutto ciò che può destare idee di dolore e pericolo, 0s-
sia tutto ciò che agisce in modo analogoalterrore, è fonte di subli-
me: 0,se si vuole, ciò che può suscitare la più forte emozione che
l'animo sia capacedi sentire. Il sublime non è un piacere ma una
specie di dilettoso orrore, una specie di tranquillità tinta di terrore.
Maper Bentham non basta l’immagineperriformare, egli crea
dunqueun dispositivo, una macchina, un sistema. Un sistema ba-
sato sul potere delle cose. In questo sensosi può dire che il Panop-
ticon, essendo una macchina per riformare, un sistema definitivo
di repressione al tempostesso tempofisico e psicologico, è una
sorta di sublimerealizzato.
La soluzione di Bentham è una soluzionedi principio, non ar-
chitettonica bensì metafora visiva, metafora costruita. Una mac-
china per riformare i comportamenti dell’uomochesi fonda su
un dispositivo: il custode che vedeil custodito, ma che non è vi-
sto. Metafora che vale anche perla società borghese capitalisti-
ca, nel senso cheil custode, anchese hail potere, è tuttavia co-
stretto a rimanere nel centro. Nel suo ruolo di custode. Non può
fuggire. Un doppio sistemadi alienazionefra chi è custodito e
chi custodisce. // mio destino — dice il Maestro del Panopticon- è
legato a loro, a quello dei detenuti, attraverso tutti i legami che ho
potuto inventare.
Panopticon comeesercizio del potere
Oggetto complesso,il panottico si presenta comeun asettico la-
boratorio di potere: vedere è sapere. Il vedere fornisce un sapere
sul detenuto, sul soggetto da riformare, quindi un potere. Potere
chesi fonda su una dissimmetria: vedere senza essere visto. Quin-
di macchinaperdissociareil vedere-essere visti. Meccanismoper-
verso cheassicura la dissimmetria, lo squilibrio, la differenza, ma
anchenello stesso tempo macchina meravigliosa che, partendo
dai desideri più diversi, fabbrica effetti omiogeneidi potere. Stru-
mentoarchitettonicoperistituire e reggere un rapportodi autorità
autonomadacolui che la esercita. Non vi è insomma, dice Cac-
ciari, «un fo Penso kantiano che tenga assiemei diversi fenomeni
del Potere. L'esercizio del Potere non è deducibile da /ogoi pro-
spettici — esso è localizzato».
Sicurezza e sapere, sorveglianza e osservazione,controllo e regi-
strazione, conoscenzae certezza, ma sempree tutto in permanen-
za: un sapere, comelabirinto senzafine.
Quindi il Panopticon non è un modello chesi applica, ma una
macchina astratta. Non è un edificio onirico. Nonè il Castello de-
scritto da Sade nelle 720 giornate di Sodoma e Gomorra. Non è
neancheun carceredi Piranesi. È il diagramma di un meccanismo
di potere, ridotto alla sua forma ideale. Il suo funzionamento a-
24 GALILEO 105 * Luglio 1998
N. Harou-Romain,
Progetto di peni-
tenziario, 1840.
Un detenuto,nella
sua cella dice le
preghiere davanti
alla torre centraledi sorveglianza.
Il recluso è messoin condizione di
vederel’altare: la
vista è diretta ver-
so il centro (visio-
ne centripeta); in
Bentham il concet-
to è invertito: la vi-
sta è diretta dal
centro versoil re-
cluso (visione cen-
trifuga).
stratto da ogni ostacolo,resistenzae attrito, può nondimenoessere
rappresentato come un purosistema architettonicoe ottico.
Il dispositivo panoptico predispone unità spaziali che permettono
di vedere senza interruzionee di riconoscere immediatamente.In-
somma,il principio della segreta viene rovesciato; o piuttosto e-
scluso dalle tre funzioni — rinchiudere, privare della luce, nascon-
dere — non si mantiene chela prima e si sopprimonolealtre due.
La piena luce e lo sguardodi un sorvegliante captano più di quan-
to facesse l'ombrache,alla fine, proteggeva.La visibilità è una
trappola.Il recluso è oggetto di una informazione, mai soggetto di
una comunicazione.
Nel Panopticon la regola si fa pietra della ragione della di-
sciplina, tecnologia della soggezione, principio, anche,in cui il
Potere è visibile e inverificabile. Visibile perchéil recluso avrà
continuamente davanti ai suoi occhi la sagoma imponente della
torre centrale da doveè spiato. Inverificabile perché egli non saprà
maise e quandoè osservato, ma deve essere certo che può esserlo
continuamente senzasoste.
Questo apparato circolare, teoricamente perfetto avrebbe per-
messo — con un solo sguardo — di vedere tutto in permanenza,sta-
bilire dei controlli e delle relazioni allo scopo di esercitare un po-
tere omogeneoe continuo.
Anche Claude-Nicolas Ledoux6, l'ideatore della Salina di
Chaux ad Arc-et-Senans, disponegli edifici in cerchio (prenden-
do comeriferimento il Sole per tracciare la cerchia urbana) tutti
aperti verso l'interno dove una costruzione più alta cumula le
funzioni amministrative direzionali, di controllo poliziesco,di
controllo economico,di verifica, di religione, di incoraggiamen-
to all’obbedienzae al lavoro. Da questo spazio sarebberostati
diramatigli ordini, sarebberostate registrate tutte le attività di
qualsiasi genere, individuati gli errori. Tutto senza altro supporto
che un’esatta architettura.
Daqui, fra le ragioni del prestigio accordato, nella seconda metà
del secolo XVIII, alle architetture circolari, viene da includere la
considerazione che esse esprimessero una qualcheutopiapolitica.
Mal'utopia non è forse insita nella funzione dell’architetto?
Panopticon comeutopia della disciplina
Del Panopticonsi è detto che rappresenta /a logica o l’arte di co-
municare le idee, non si configura comelingua o simbolo(così so-
stenevano Pugin e Ruskin) ma piuttosto ha funzione promotricedi
progresso civile e di trasformazionesociale.
Nella mente dei fratelli Bentham la loro creatura si poteva appli-
care, con varianti, a qualsiasi genere di sistema: scuole, ospedali,
asili, lazzaretti, manicomi, orfanatrofi, scuole materne,fattorie,i-
stituti per ciechi e muti, case per ragazze abbandonate,e persino a
un gigantesco allevamentodi polli. Questa vigilanza gerarchiciz-
zata, continua e razionale, non è un’invenzionedel secolo XVII,
mala sua estensione trova importanza nei nuovi meccanismi di
dominio: la sorveglianza esprime la sua potenza in quelle discipli-
ne in cui diviene un sistema integrato e legato dall'internoall’eco-
nomiae quindi ai dispositivi concui si esercita. È un poterediva-
rie forme, automatico e anonimo, poiché se è vero chela sorve-
glianza è riposta su degli individui, il suo funzionamento è quello
Claude N. Ledoux, Salina di Chaux ad Arc-et-Senans. Parigi 1803. Par-
ticolare del progetto mai realizzato di raddoppiare la salina trasfor-mandolanel centro di un'intera città. Da L’architecture considerée
sousle rapport de l'art, des moeurset dela législations.
di una rete direlazioni dall'alto in basso, ma anche dal basso
all'alto e collateralmente.
L'osservazione che fa P. Veronesi a questo proposito merita di es-
sere riportata integralmente: grazie alle tecniche di sorveglianza,
la fisica del potere, la presa sul corpo, si effettuano secondotutto
un giocodispazi, di linee, di schermi, di fasci, di gradi, e senza ri-
correre, almenoin linea di principio, all'eccesso, alla forza, alla
violenza. Potere che è in apparenza tanto meno corporale quanto
più è sapientementefisico.
In teoria questo meccanismodisciplinare potrebbe investire tutte
le istituzioni, tutto il camposociale. In questo sensosi è voluto
parlare anche di una nuovacartografia: organizzare la disciplina è
strutturare un insieme di dispositivi che attraversano e penetranoil
funzionamentodella società. A questo proposito scrive F. Rella: fa
cartografia delle strategie e dei dispositivi racchiude dunque uno
spazio bianco, un cuore di tenebra impenetrabile che è la verità
stessa della cartografia.
Il Falansterio di Charles Fourier ha la forma del Panopticon. Fou-
rier e Bentham: due personaggi che hanno in comune l’ansia della
classificazione, del voler praticare una tassonomia a qualsiasi og-
getto appartenente alla società.
Panopticon
Panopticon come organizzazionesociale
Secondoil suo autore il Panopticon sarebbestato in grado di
riformare la morale, preservare la salute, rinvigorire l'industria, sta-
bilizzare l'economia comesulla roccia. Ma essa è solo una me-
tafora oggi inapplicabile, dal momento che nonsi dà un potere
centrale unico che osserva, bensì un insieme di poteri dislocati di
forma e materializzazione diverse, che sonole varie tecnichedi
controllo sull'economiae sul sociale. Il panoptismo è valso e pote-
va valere soprattuttoall’interno dello studio di un solo oggetto
qualeè la riforma carceraria. Non ha senso quandovieneesteso a-
busivamentea tutto l'insieme dell’organizzazione sociale.
Tra il 1780 il 1840cifu un grande dibattito sulle forme di carce-
razione: dai progetti di Lewis Cubitt che si ispirano al Panopticon,
ai progetti di penitenziari mai costruiti come quello di N. Harou-
Romain nel 1840, interessante in quanto è il più fedele, tecnologi-
camente, al Panopticon.
La struttura di Bentham tuttavia pocosi presta a quella cheè l’i-
deafissa della prima metà dell’800: la classificazione dei reclusi a
secondadei crimini commessi, seguendola vecchia teoria della
possibile contaminazione reciproca dei condannati.
Il grande movimentodi riforma — scrive Foucault nella sua Storia
della follia- che si svilupperà nella seconda metà del XVIII secolo
trova la sua prima origine: ridurre la contaminazione, distruggen-
do le impurità e i vapori, e, calmandotutte quelle fermentazioni,
impedire alle malattie e al male, di viziare l’aria e di spandereil lo-
ro contagio nell'atmosfera della città.
In definitiva il Panopticonrisulta essere solo una metafora della
tecnologia disciplinare poiché,se tradotto a sistema reale, è im-
perfetto, essendo basato solo sulla visibilità, mentre altri sonoi si-
stemi di controllo dei movimentidi un individuo in un edificio.
1984 di George Orwell si basa anch'esso sull’allarmante sensa-
zione del controllo continuoe dell’organizzazioneclassificatoria e
analitica dello spazio cheispira il Panopticon. Una società gover-
nata secondoi principi del Grande Fratello che tutto vedee tutto
sa: i suoi occhi sonole telecamere che spiano di continuole case,il
suo braccio la psicopolizia che interviene al minimo sospetto.
Un grido di allarme contro l'indifferenza che tollera forze — di
qualsiasi natura e in qualsiasi tempo — che annichilisconola li-
bertà e la dignità individuale; una grandiosafantasia apocalittica
di profeta visionario.
ds
Internodel penitenziario di Stateville, Usa, secolo XX.
GALILEO 105 * Luglio 1998 25
Panopticon
Il panoptismotuttavia è un grande sognochevaletto comeprincipio generatoredi
un’anatomia politica dove oggetto e fine non sonoil rapporto di sovranità male rela-
zioni di disciplina: la polvere degli avvenimenti, delle azioni, dei comportamenti, del-
le opinioni. Evitare il disordine, la disobbedienza,la cattiva condotta, quello che l’ar-
chitetto rivoluzionario Ledoux aveva eliminato dal suo progetto di città architet-
tonicamenteideale: il delitto da insorveglianza.
Nella società del XX secoloil potere della legge sta integrandosi al potere della nor-
ma. Forse ha ragione Foucault quandoafferma che è stata, in fondo,l'informazione,la
diffusione delle notizie, che hanno reso evidente, nel XIX secolo,il carattere utopico
della politica dello sguardo.
Ora, nel momentoin cui dobbiamo abbandonareil discorso, avvertiamole disconti-
nuità e le lacune, e vorremmo — maè poipossibile? — colmarei vuoti, magari con un’uni-
ca idea architettonica ...4#
BIBLIOGRAFIA e RETE
]. Bentham, Panopticon, a cura di M, Foucault e M. Perrot, Marsilio, Saggi 109, 1983.
M. Cacciari, F. Rella, M. Tafuri, G. Teyssot, /{ Dispositivo Foucault, Cluva, Venezia 1977.
R. Evans, «Panopticon», Controsopazio 10, 1970.
R. Evans, «Ordine e Produzione», Lotus International 12, 1976.
B. Foucart, «Architecture Carcerale et Architectes Fonctionalistes en France au XIX», Revue de Art 32, 1976.
M. Foucault, Sorvegliare e Punire, Einaudi, 1975.
M. Foucault, Nascita della Clinica, Einaudi, 1969.
L. Formigari, L'estetica del Gusto nel Settecento Inglese, Tip. Coppelli, Roma 1962.
E. Kaufman, Da Ledoux a Le Corbusier, Mazzotta, 1973.
). Le Goff, P. Nora, Faire de l’histoire, Gallimard, Parigi 1974.
G. Orwell, 7984, Trad. G. Baldini, Mondadori, 1991,
G, Rusche, O. Kircheeimer, Pena e struttura sociale, Il Mulino, 1978.
P, Rossi, Clavis Universalis, Il Mulino, Saggi 244, 1988.
B. Russell, Storia delle Idee del XX Secolo, Einaudi, 1950.
G. Teyssot, Storia dell’architettura Il C, Dipartimento di Analisi Storica, IUAV, 1978.
M. Weber, Economia e Società, Comunità, Milano 1961.
Siti Internet suggeriti:
http/Awww.sims.berkeley.edu/impact/f96/Projects/dengberg/index.html
http://bliss.berkeley.edu/impact/students/mike/mike_paper.html
http:/doric.bart.ucl.ac.uk/web/Nina/Bentham.html.
The Virtual Panopticon
Michael Levy, Electronic Monitoring in the Workplace:
Power Through the Panopticon, 1995.
VRMLArchitecture Group, The Virtual Reality Modeling
Language Specification, Version 2.0, 1996.
http://vag.vrml.orgANRML2.0/FINAL/
26 GALILEO 105 * Luglio 1998
JEREMY
BENTHAM
ON LINE
OVVERO
IL SORVEGLIANTE
SORVEGLIATO
Estratto delle ultime volontà di }. Bentham
«Lascio il mio corpo al caro dottor Southwood Smith
affinché ne disponga nella maniera... descritta nel-
la postilla al mio testamentosu cui sta scritto Auto /-
con.
Lo scheletro dovrà essere composto in modotale
che l’intera figura risulti seduta su una seggiola che
io sonosolito usare da vivo, in atteggiamentoin cui
siedo quando penso o quandoscrivo... rivestito di
unodegli abiti neri che io sono solito indossare, con
inoltre alcuni altri oggetti da me usati nei miei ultimi
anni ... egli farà in modochetutto ciò venga compo-
sto in una teca opportunasulla quale sarà affissa una
targa conincisi a caratteri grandi — così comepergli
scrigni di cristallo che conterrannole parti interne
del mio corpo - ... ilmio nomeintero,l’epitaffio e
la data della mia morte... i miei amici e discepoli fa-
ranno in mododi incontrarsi annualmentealfine di
commemorare il fondatore del massimo sistema
moralee legislativo della felicità.
Il mio esecutorefarà inoltre in modo che detto con-
tenitore sia collocato in una parte della stanza dove
dette assembleesi terranno».
Un'opera d’arte concettuale perla rete
In una sala dell'University College di Londra, in una
teca confronte in vetro siede il corpo mummificato
di Jeremy Bentham. Filosofo, economista, propugna-
tore dell’Utilitarismo, Bentham è ricordato soprattut-
to per aver inventato il Panopticon, una prigione
«trasparente» concepita perassicurare la sorveglian-
za assoluta.
Oggi una telecamera puntata su Bentham, aggiorna
la sua immaginein Internet ogni cinque minuti ... Il
creatore del Panopticon può essere scrutato da mi-
lioni di persone in tutto il mondo, in qualsiasi mo-
mento.| ruoli sono stati invertiti.
Sfortunatamentela testa è una replica. Quella vera è tuttora
conservata ma nonin non ottime condizioni. Si mormora che
negli anni ‘30 degli studenti del King's College (nemicostori-
co dell'University College) abbiano rubatola testa per giocar-
ci una partita di calcio in una qualche occasionegoliardica.
Acquedotto Euganeo Bericoun CONSORZIO INTERPROVINCIALE che significa
DIECI ANNI DI OTTIMA ACQUA
Duecentrali di produzione ad Abbadia Polegge (Vicenza) e Carmignano di Brenta (Padova), quest'ultima
è costituita da cinque pozzidi attingimento dal vicino lago di Camazzole di Fontaniva (profondità 15 metri).
I cinque pozzi forniscono in media 650 litri al secondo, con punte di 750. Dalla vasca di accumulo dove
viene clorata, l'acqua spinta dalla condotta raggiunge la stazione di Taggì a Villafranca Padovana dove
viene raccolta in serbatoi e di nuovotrattata perla disinfezione.
TEMPI CERTI PER I SERVIZI
La CARTA DEI SERVIZIfissa i termini d'esecuzione a garanziadel cliente.
RIMBORSO ALL'UTENTE PER I LAVORI IN RITARDO
Rimborsofisso di 50 MILA LIREin caso di RIATTIVAZIONE DOPO UN GUASTO DEL CONTATOREsupe-
riore ai tre giorni lavorativi; VERIFICA DEL LIVELLO DI PRESSIONE NELLE CONDOTTEsuperioreaitre
giorni lavorativi (sabato e domenica esclusi); RILASCIO DEL PREVENTIVOoltre trenta giorni dalla data di
richiesta a quella di spedizione all'utente; ESECUZIONE DELLE PRESEoltre 40 giorni di calendario dalla
data di pagamento dell’allacciamento a quella d'inizio lavori; ATTIVAZIONE DELLA FORNITURA superio-
re a cinquegiornilavorativi dalla stipula del contratto all'avvio della fornitura con intervento del personale;
CESSAZIONE DELLA FORNITURA superiore ai cinque giorni lavorativi dalla data di ricevimento della
disdetta e la disattivazione effettuata dal personale.
Centralino (049) 8221800 Fax (049) 8221801
Ufficio Utenti (049) 8221850 Via Galvani 1/A, Rubano
Ufficio Allacciamenti (049) 8221810 Via Galvani 1/A, Rubano
Numero verde 167 - 013027
NUOVE FIGURE PROFESSIONALI
II COORDINATORE PER LA PROGETTAZIONE
E PER L'ESECUZIONEDEI LAVORI
La cultura della prevenzione degli incidenti nei cantieri
nel corso di Progettazione ambientale dello IUAV
Enzo Cucciniello
on D. Lgs. 14 agosto 1996
n. 494, a recepimento della
direttiva 92/57/CEE, sono
state definite le misure specifiche
per la tutela della salute e per lasicurezza dei lavoratori nei can-
tieri temporanei e mobili e sono
state introdotte,tra l’altro, le nuo-
ve figure professionali dei coordi-
natori per la progettazione e per
l'esecuzionedeilavori.Poiché l'art. 10 del decreto ha in-
dividuato la Regione quale interlo-
cutoredi riferimento per l’organiz-zazione dei corsi necessari alla
preparazionedi tali figure, l'Am-
ministrazione Regionale del Vene-to, tramite la Direzione Regionale
per la Prevenzione, ha promossola realizzazione di un progetto pi-
lota specificamente dedicato alla
formazionedegli studenti.Il progetto si proponedi avviare,
fin dalla fase di apprendimento u-
niversitario, momenti formativi fi-
nalizzati alla crescita della cultura
prevenzionistica e alla migliore at-
tuazione delle normedi sicurezzae tutela della salute negli ambienti
di vita e di lavoro, sviluppando'co-
sì le attitudini dei futuri professio-nisti sugli aspetti inerenti la sicu-rezza nel settore edile.
Tale progetto, realizzato grazie
alla collaborazione con l’IstitutoUniversitario di Architettura di Ve-
nezia, ha seguito i protocolli me-
todologici predisposti nel maggio1997 dalla Regione con la Guida
alla progettazione dei corsiper le
figure dei coordinatori alla sicu-rezza e ha fatto capo a unospecifi-
co gruppodi riferimento della Di-
rezione Regionale per la Preven-zione.
L'iniziativa formativasi sta at-
tuandonel contesto del Corso diProgettazione Ambientale, di cui è
responsabile lo scrivente: l’obietti-
vo è fornire, nell’ambito del nor-
male programmadi preparazione
universitaria, le basi e gli strumenti
per la conduzione dell’attività dicoordinamento della sicurezza nei
cantieri temporanei e mobili. Il
corso è organizzato in dueparti:
e la prima è più strettamente legata
ai temi della prevenzione,conrife-rimentoall'igiene e alla salute ne-
gli ambientidi lavoro e all’acquisi-
zione dei concetti e strumenti rela-
tivi alla valutazione del rischio e
alla pianificazione della sicurezza;
e la seconda affronta, partendo
dal progetto, attraverso le fasi dimanutenzionee l’attività di realiz-
zazione,i vari aspetti del lavoro
nel settore delle costruzioni.Per la peculiarità dell'iniziativa, la
prima in ambito regionale, e per la
sua rilevanza come esperienzadi
riferimento, la Regione sta seguen-do conattenzionele fasi di realiz-
zazione, anchenella previsione,
auspicatae sollecitata, che la mate-ria della sicurezza entri in modo
continuativo nella progettazione
deicorsi di studio universitari.
4454Afaràf
Nel D. Lgs. 494 l’area delle re-
sponsabilità legate all’organizza-
zione e alla gestione della sicurez-za nell’ambito dei cantieri edili è
stata estesa al Committente il qua-
le, per primo, deve attenersi, nella
fase di progettazionee nella fase e-
secutiva dell’opera, ai principie al-le misure generali di tutela stabilite
dalla recente normativa. Anchela
figura dell’Architettosi trova coin-volta nella richiesta di una miglio-
re, più corretta, professionalità neiconfronti della prevenzione, che
interessa integralmente l’edificare
(progetto, costruzione, manuten-zione) e prevedespecifici requisiti
che consentonol’accessoalle fun-
zioni di coordinatori in materia di
sicurezza e salute nei cantieriten
poranei e mobili. Tra questila fre-
quenzaad unospecifico corso, po-
stuniversitario, di approfondimentodei temi della prevenzionedegli in-
cidenti sul lavoro.
Alle facoltà di Architettura e diIngegneria vieneattribuita la pos-
sibilità di istituire corsi perla for-
mazione di coordinatori in mate-ria di sicurezzae salute sia nella
fase di progettazione che nei can-
tieri temporanei e mobili.Tutto ciò comporta la necessita
da parte dell’architetto di riappro-
priarsi del cantiere e delle tecni-che costruttive, ponendosi nuova-
mente al centro dell’edificare e, in
definitiva, dell’Architettura.
Il Corso di Progettazione Am-
bientale, impostato secondole ri-
chieste formative presenti nell’art.
10 e dall’all. V del D.Lgs 494/96, è
a numerochiuso (99 studenti) e ha
durata di 120 ore.Le lezioni, orga-
nizzate in moduli, vedonola par-
tecipazione di Docenti esterni
provenienti dai Servizi di Preven-
zione delle ASL, dalle Università,
dal mondo della Professione e
dell'Impresa. &#
ISTITUTO UNIVERSITARIO DI ARCHITETTURA DI VENEZIA
Corso di Progettazione Ambientale(ed Ergonomica)
Responsabile: Prof. Enzo Cucciniello
IL PROGRAMMA
1. Le argomentazioniscientifiche1.1. La normativa italiana e dell’Unione Euro-pea in materia di salute e sicurezza negli am-bienti di lavoro1.2. L'analisi del problemainfortunistico e del-le malattie professionali nei cantieri tempora-nei e mobiliViolazione della normativa vigente
Carenzeprogettuali
Carenzeorganizzative
Carenzespecifiche in presenzadi situazionipericolose dovute ad interferenza tra Impresediverse1.3. La sicurezza la salute nei cantieri mobili.Progetto, esecuzione, manutenzione di opere
28 GALILEO 105 e Luglio 1998
edili e civili: questioni di sicurezza e salute. |destinatari delle normedi tutela: committente;
responsabili dei lavori; coordinatori per la sicu-
rezza; datori di lavoro: lavoratori autonomi.
1.4. L'individuazione,l’analisi e la valutazionedelrischio1.5. La realizzazionedeipianidi sicurezza ecoordinamento2. La parte applicativa2.1. La costruzione dell’operaDalprogetto, alla realizzazione, alla manuten-zione.
2.2. Il cantiere edileLocalizzazioneProgettazione esecutiva
Le tecnologie costruttive
La scelta dei materialiLa programmazionedelle fasi costruttive
2.3. I movimentiterraLe tecnologie le attrezzatureGli elementi di pericolo2.4. La realizzazione delle opere in elevazioneLe tecnologie, i materiali e le attrezzature
Gli elementi di pericolo2.5. La realizzazione delle opere di coperturaLe tecnologie, i materiali e le attrezzatureGli elementidi pericolo2.6. La realizzazione delle operedi finituraLe tecnologie, i materiali e le attrezzatureGli elementi di pericolo2.7. La realizzazionedegli interventidiristrut-turazione, di consolidamento,di restauro del-le opereLe tecnologie, i materiali e le attrezzatureGli elementi di pericolo2.8. La realizzazione delle opere mediantel'assemblaggio di elementi prefabbricatiLe tecnologie, i materiali e le attrezzatureGli elementi di pericolo2.9, La manutenzionedell’operaLe tecnologie, i materiali e le attrezzatureGli elementi di pericolo2.10. Le proceduredi lavoro, i sistemi di qua-lità, le norme ISO 9000L'analisi costi-benefici di: formazione, infor-
mazione, prevenzione. ‘è
DIMINUISCONOI FERMI MACCHINA
NELLA PRODUZIONE
La THK lanciail sistema «QZ»
che allunga sen-
sibilmentel’in-
tervallo di rilu-
brificazione dei
sistemilineari
on il nuo-
vo model-
lo QZ, la
THK ha sviluppato
un sistemadi lubri-
ficazione integrato
per guide lineari a
ricircolo di sfere. Un feltro ad alto potere assorbente confitta tra-
ma,inserito in un serbatoio da anteporre al carrello, ha il compi-
to di trattenere e creare una riserva di lubrificante secondola
quantità e il tipo richiesti.
LE AZIENDE INFORMANO
Il filtro entra direttamente in contatto conle piste di scorrimento
delle sfere e dunquerilascia il lubrificante solo nel punto dove
serve e nella giusta quantità. È per questo motivo cheil sistema
Q2Zdella THKsi inserisce ottimamente nelle applicazioni sensi-
bili ai problemi ecologici.
Attraverso l’impiego di QZ non solo gli intervalli di rilubrifica-
zione sono molto ampi ma,grazie al rilascio mirato, ancheil ri-
sparmiodiolio risulta essere sensibile. Un test effettuato da THK
nei suoi stabilimenti ha visto un suo sistema a guide lineari per-
correre 20 mila chilometri senza problemi di usura dovuta a
scarsa lubrificazione.
| vantaggidi QZ si possonoriassumerequi di seguito:
e ilsistema contribuisce alla diminuzionedegli intervalli di ri-
lubrificazione sotto l'influenza di ogni tipodi carico e/o di a-
genti aggressivi;
e fornisce la quantità ottimale di olio lubrificante solo nei punti
dove necessita;
e perqualsiasi applicazione può essere scelto l’appropriatoti-
po di olio lubrificante (peres. in presenza di alte o basse tem-
perature, ambienti aggressivi o asettici ecc.);
e ilfeltro QZ può essere riempito senza smontare le guide; per
questo motivoil sistema è esente da manutenzionepertutta
la durata di vita.
Conil sistemadi lubrificazione QZsi apre la possibilità di uti-
lizzo di sistemi linearia ricircolo di sfere attenti all'impatto con
l'ambientee ai costi di esercizio.
Pi
SVEC
IMPRESA DI COSTRUZIONI
Società Veneta Edil Costruzioni Spa. Via Cerato, 14 35122 Padova. Telefono 049/654111.
GALILEO 105 © Luglio 1998 29
LIBRI
AGENDADEL PROPRIETARIO! L'Agenda del Proprietario di Villa Veneta è uno strumento di informazione e di ‘aggiornamento su temi di attual ità cheÉ "gi l'associazione mette a disposizionedei propri soci. Gli argomenti sono suddivisi in schede ognunadelle quali tratta un
temadi interesse pratico peril proprietario di villa veneta. Ogni schedatrova collocazione all’interno di tematiche di
natura:fiscale: detraibilità delle spese di manutenzione; Ici su ville venete, parchi e giardini; problematiche catastali; compra-vendita, donazione,eredità di villa veneta; lva sulle manutenzionio restauri...
legale: il decreto di vincolo; il vincolo indiretto; obblighi diritti del proprietario; poteri e limiti delle Soprintendenze,
prelazionedello Stato ...AETiVaina î finanziaria: finanziamenti agevolati per la manutenzionee il restauro;l’Istituto Regionale Ville Venete;i contributi sta-
î tali...tecnica: rapporti e modalità con le Soprintendenzeperi progetti di restauro; concessione e autorizzazioni edilizie,...Ciascun argomentoè trattato in modoagile e snello, con l’usodi linguaggio chiaroe pratico,illustrato con esempi,ri-portando la normativa vigentee le interpretazioni amministrative e le sentenzepiù significative. La struttura delle sche-
it
WiiAi
É ss0cuziote de monotematiche consentirà il periodico aggiornamentodegli argomenti.pa Per informazioni: ASSOCIAZIONEPER LE VILLE VENETEdn i Di Castello di San Pelagio, 35020 Due Carrare (Padova). Telefono e fax 049,9125929,
Indispensabili elementi della vita urbana,i ponti si inseriscono come componentestorica essenziale del territorio nelsuo complesso. Loro funzione è quella di essere uno strumento politico, economico, sociale di grandeefficacia, dal
momento che esercitano un enorme impattofisico sul luogo. Tutte le potenzialità che questo manufatto ha in sé, oltrea modificarel'aspetto formale dell'ambiente, diventano anche mezziper sviluppare, regolare, pianificare, promuove-
PONTIDELLEVENEZIE o, re una politica sociale ed economica non strettamente locale bensì di apertura versol'esterno. Nell'area venetai ponti
UN PERCORSO furono laboratorio di sperimentazionedi innovazioni tecnico-strutturali nell'epoca della Rivoluzione Industriale; ispi-STORICO rati dal fervore culturale dell’Università di Padova,i progettisti ottocenteschi contribuironoall’ideazionedei primi
grandi ponti in ferro, sulla scia della consolidata scuola francese.AI loro fianco,le fonderie e le officine meccanicheHat venete garantirono una produzione che conobbeunaprogressivacrescita fin dall'Unità d’Italia. Quasiunfilo ideale di
continuità è rintracciabile con Andrea Palladio, che molti anni prima divulgavaperla città della Serenissimala propriaesperienza in temadi idraulica e di ponti ricoprendo conpiù disinvoltura il ruolo di inzegneroperitissimo chedi ec-cellentissimo architetto, con intuizioni che ancora oggirestano insuperate.
Enzo Siviero, Stefania Casucci, Roberto Gori(a cura di), Ponti delle Venezie. Un percorso storico, Cortina, Pa-
dova 1997, pp. 295, L. 30.000.
Undiel
LisnertROOLinoveOAE Il paesaggio fino a qualche decennio fa genere geografico edestetico, o addirittura artistico, è diventato in questaa fine secolo tema di grande e generale attualità a fronte dei problemi posti dalla crisi ambientalein cui tutti, in ogni
sbisbusninti luogo, siamo attivamente o passivamente coinvolti. Sensibilmente: attraverso quanto è direttamente e chiaramen-SULLA NOZIONEDI
PAESAGGIOIN "ARCHITETTURA"
NEL DIBATTITO CONTEMPORANEO
te visibile; nel degrado del paesaggio appunto. Gabriele Boschiero affronta in questo libro questo problema; èdetto nella presentazione che «argomentoè il Paesaggio... e l’Architettura, dunque l’Architettura del Paesaggio».Ambito culturale e specialistico di recente costruito attraverso la concretezza delle coseesistenti, il pensiero pro-
gettante, la letteratura specialistica sul tema: scientifica e letteraria; mediante il contributo di diverse areediscipli-nari. Sinteticamente: l'architettura del paesaggio in quanto «forma della struttura dell'ambiente». Evento naturalee antropico.
L'autore, docente, letterato e architetto, prende in esamediciotto testi sull'argomento del paesaggio,di varia col-locazionedisciplinare, prodotti in questo ultimo mezzosecolo,a partire dal testo classico e innovativo di R. Bia-sutti: // paesaggio terrestre, 1947. Ne discute gli argomenti di ognunoe i contenutiin due parti distinte e conse-
guenti (1° e 3°) intramezzate da una parte (2°): «Il Paesaggio nella legislazione italiana», che vieneripresaalla fi-ne del lavoro nell'ottica della conservazione e della tutela del paesaggio.Nella Prima partei testi presi in esame sono raggruppati tematicamente secondol’interpretazione che del pae-
saggio danno geografi ed ecologisti, storici e paleontologi, critici delle arti visive e storici dell’arte, filosofi. E alla fine, gli architetti che, dopo tutto delsettore dell’architettura del paesaggio sono nel contempoi produttori,i critici e gli storici, nel bene e nel male.Ogni autore è esaminato sistematicamente, monograficamente, con un'analisi critica del testo prescelto a sua volta divisa in due parti distinte e conse-guenti: A) il contenuto dell’opera e B) la sua interpretazione e discussione da parte dell'autore.Nella Terza parte — di sintesi critica — i testi e le argomentazioni svolte vengonoriprese e incrociate in sei capitoli (7°-12°) che ripercorronosottoaltroprofilo critico le tematiche poste nelle ripartizioni precedenti, con argomentazioni ricompresetra il tema della ricerca di una definizioneattuale del
paesaggio (7°) e le sue dimensioni simboliche, corali e comunitarie (119-129).
Alla fine, secondola sacralità del paesaggio, che è il tema e il fine su cui si invera più profondamenteil significato del paesaggio dell’architettura e dellanatura, secondo G. Boschiero: quello costruito, abitato e vissuto dall'uomo; e contemplato, memorizzato.
Il libro presenta una trattazione del tema — tanto vago quanto fuorviante ed equivoco secondoil senso comune, quanto scientificamente polidisciplina-
re— originale e pregnante,ricca di spunti e di interpretazioni. Suscettibile di forti interpretazioni conservazionistiche e innovative nello stesso tempo.Attraverso un lavoro che è nato in ambito universitario, nell’IUAV di Venezia e nel settore del Restauro Urbano, nel Laboratorio di Laurea di Progetta-
zione del Restauro Ambientale e Urbano da metenuto;lavoro di analisi e di sintesi di una parte fondamentale della letteratura scientifica sull'argomen-to, esso offre aperture puntuali e stimolanti e punti di stazione necessari a quanti, studenti di architettura e dei beni culturali, architetti, ingegneri e pro-gettisti, storici, ma anche studiosi delle scienze dell'ambiente e dell’uomo,letterati e persone variamente interessate all'argomento vogliano avere una
visione chiara e criticamente proiettata nel futuro; su quanto abbiamo quotidianamentesotto il nostro sguardo. Sui modi di leggere, comprenderee di-fendereil paesaggio. Sulla forma dell'ambiente in cui quotidianamente viviamoe che tuttavia, quotidianamente è soggetto a modificazionie a tradi-menti, G.B. Stefinlongo
GLi BATISTA STERINIOIICO
Gabriele Boschiero, Sulla nozionedi paesaggio in «Architettura» nel dibattito contemporaneo a cura di Giovanni B. Stefinlongo, Editrice Veneta, Vicen-za, mm 207x207, pp. 220,4 ill., brossura, Lit. 28.000
*Il libro è reperibile nelle librerie oppure presso Editrice Veneta, via Ozanam 8, Vicenza e presso sig.ra Rina Lago Boschiero, via Paolo Sarpi, Vicenza,tel. (0444) 922.513,
30 GALILEO 105 * Luglio 1998
A curadi Rinaldo Pietrogrande
vviamente speriamo di no; maalter-
mine di un millennio è naturale che
i millenaristi spuntino comefunghi do-
vunque. La profezia della fine del mondo
(in Matteo 24-25 e nei suoi corrispondenti
sinottici Marco 13 e Luca 21), con quel-
l’immaginedelFiglio dell'Uomo che arri-
va «sopra le nubi» a giudicare il mondofa
parte ormai dell'inconsciocollettivo, gra-
zie anche ai Giudizi Universali di Giotto
agli Scrovegni e di Michelangelo nella Si-
stina. E benchégli stessi Evangeli ammo-
niscano che nessuno conosceil giorno e
l'ora, a farlo ci si sono provatiin tanti.
A molti di loro come anno della fineil
1999 è parso un buon candidatopertre
motivi, che ora esporremo; nessunodi es-
si però, per fortuna, regge a un esamecri-
tico approfondito.
Il primo argomentoè astrologico: nel pros-
simo annosi verificherà, a quanto pare, un
raro «grande allineamento»deipianeti, se-
gno si dice — di altrettanto grandi rivolgi-
menti. Masta di fatto che allineamenti con-
simili si sono già verificati in passato. L'ulti-
monel 1984, e indusse molti celebri astro-
logi a prevedere per quell’anno la terza
guerra mondiale e conessal’inizio della fi-
ne; ciononostante il mondo è ancoraqui,
grazie al Cielo, e pare anzi in buonasalute.
Il secondo argomentoderiva dall'antica
profezia del mille e non più mille, secon-
do la quale il mondo deve durare menodi
due millenni dalla nascita di Cristo. Non
tutti sanno però che Gesù non nacqueaf-
fatto nell’anno zero (il 752 di Roma), ben-
sì almeno quattro anni prima: nell’anno
zero Erode il Grande era già nella tomba
da un pezzo (morì nel 750 di Roma), e
non potevacerto ordinare il massacro dei
maschi nati a Betlemme dai due anniin
giù. Ciò significa, in pratica, che i duemi-
la anni fatidici dalla nascita di Cristo sono
già passati da tempo, e noi nemmenoce
ne siamo accorti.
Il terzo argomento, che ora approfondi-
remo,deriva da una celebre quartina di
Nostradamus:
(Xx, 72)L’an mil neuf cens nonante neufsept mois
Duciel viendra un grand Roy d’effrayeur:
Resusciter le grand roy d'Angolmois
Avant apres mars regner par bon heur.
La fine del mondoperl’anno prossimo?
Secondo questa quartina dunquenellu-
glio del 1999(o nell'ottobre, come vedre-
mopoi) dovrà venire dal cielo un gran re
di spavento,il gran re dell’Angoumois do-
vrà resuscitare e, prima e dopola guerra
(mars) regnerà per parecchio tempo, 0
con buonafortuna (Bonheun.
È da dire anzitutto che in Nostradamusle
date non sempre sono come appaiono: a
volte egli è molto preciso, comenella Let-
tera a Enrico, re di Francia secondo, dove
dell’anno 1792 (caduta della monarchia
e prima repubblica in Francia) dice que
l’on cuidra estre une renovation de siecle
(che sarà creduto un rinnovarsi dei secoli);
altre volte è più complicato, comein que-
sta quartina oscura solo in apparenza, che
indica in numeri quasi romani l’anno
1660 (MCCCCCCXXXXXX: lascio la spie-
gazioneall’intuito del lettore)
(X,100)
Quandoil forcuto sarà sostenuto da due spade
Consei mezzicerchie sei forbici aperte,
Il molto potente signore, erede dei rospi,
Allora soggiogheràsotto di sé tutto l'universo.
Il «molto potente signore, erede dei ro-
spi» è Luigi XIV, che in quegli anni fu ac-
clamato «re Sole» del sistema universale
(eliocentrico) costituito dai regni del mon-
do. Il rospo erail simbolo dei Merovingi,
chefu in seguito ereditato — stilizzato nei
gigli d’oro — anche daire di Francia.
Altre volte infine la data effettiva è di-
versa da quella apparente, comenella
quartina seguente:
(X,91)
Clergé Romain l'an mil six cents et neuf,
Au chefde l’an fera election:
D'un gris et noir de la Compagne yssu,
Qui onc ne fut si malign.
Clero di Romal’anno milleseicentonove
AI capodell’annofarà elezione:
D'un grigio e nero dalla Compagnia
Che mainessunofu altrettanto astuto.
Questo astutissimo papaeletto (il pro-
venzale malign, corrispondeal francese
malin: furbo, smaliziato piuttosto che
malvagio) è sicuramente Sisto V, Felice
Peretti, ex padre generale dei frati minori
conventuali (dall’abito grigio e nero): pare
ORFEO MINORE
cheperfarsi eleggere papasi sia fatto cre-
dere malato in fin di vita e se ne sia rima-
sto raggomitolato sullo scranno per tuttoil
conclave, salvo poi, non appena eletto,
raddrizzarsi all'improvviso e intonare un
tonante Te Deum.Sisto in realtà divenne
papail 24 aprile del 1585; ma se teniamo
conto che per Nostradamus l’anno inco-
minciava col mesedi aprile, ecco che i
conti tornanoe la frase Milleseicentonove
al capo dell’anno acquista improvvisamen-
te significato: infatti 1585+24=1609. No-
stradamus conosceva personalmenteil Pe-
retti: l'aveva incontrato in Italia per strada,
e gli aveva predettoil soglio pontificio. Se
avessescritto apertamente la data del suo
stratagemma,l'avrebbecerto vanificato.
Ma torniamoalla nostra quartina sulla fi-
ne del mondo. Nonostante le suggestioni
e gli sforzi di tanti interpreti, è invece cer-
to che, almenoperil suo autore, essa non
vi si riferiva affatto: nella Letteraal figlio
César Nostradamus afferma che le sue
centurie contengonoprevisioni di avve-
nimenti da ora fino all'anno 3797. Ben ol-
tre il 1999, quindi.
Sicuramente peròvisi parla di una guer-
ra: l'accenno a marte è inequivocabile.
Mauna guerra di che genere? C'è chi ha
pensato a un'invasione dell'Europa da o-
riente: il cielo da cui deve venireil «re di
spavento» sarebbeallora il Celeste Impero
cinese. Quanto all’Angoumois,si tratta di
una zona a nord-est di Bordeaux che non
è maistata regno, ma solo ducato o con-
tea. Nel corso della storia ebbe una certa
importanza solo nel quinto secolo, quan-
do costituiva il confine occidentale del re-
gno dei Visigoti e insieme la loro base di-
fensiva contro le scorrerie di Attila. Perciò
l'interpretazione più comuneè chenel
1999 verrà dall'Asia un invasore terribile,
a rinnovare le gesta del grandeAttila.
Maforse è più attendibile un’altra inter-
pretazione: nelle Centurie abbondanoa-
nagrammie giochi di parole, che spesso
celano dei nomi propri. È dunque possibi-
le che la chiave dell’enigmastia proprio
in quel «grand roy d’Angolmois» che deve
resuscitare: potrebbe essere il nomedella
persona, o del movimento,o dell‘idea de-
cisiva per vincereil pericolo suscitato dal
grand Roy d’effrayeure istituire il regno
par bon heur. La nuovaetà dell’Aquario?
Chissà.
Nonci resta che attendere, un poco scet-
tici ma anche un po’curiosi: in fondo alla
data fatidica non manca ormai che un an-
no appena. &
GALILEO 105 e Luglio 1998 3Ì
MATERIALI
Applicazioni dello smalto porcellanato
APPARECCHIIGIENICO-SANITARI
A curadi Giorgia Roviaro
Uno dei manufatti più comuni realizzati in ac-ciaio porcellanato il lavabo da semi-incasso.Il
mobile portalavabo permette il premontaggio
delle rubinetterie e delle adduzioniidriche. Il ma-teriale resiste perfettamente all’usura,ai graffi,
all’azione deidetersivi.
Nuao ore
Gli apparecchiigienico-sanitari in smalto porcellanato sono largamenteusatipoi-
ché rispondonoal meglio alle esigenzediigiene, conservazione e manutenzione. La
duttilità e la varietà del materiale permettono inoltre di spaziare condisinvoltura
nel mondodeldesign e dell'eleganza grazie ad unanutrita varietà di formee colori.
a produzionein se-
rie, necessità carat-
teristica della ci-
viltà industrializzata,
permette di studiare e
produrre oggetti perfetti
sottotutti i puntidi vista,
del design, della tecno-
logia, della funzionalità,
della durata...
Nel caso particolare del-
la vasca da bagno, gli
studi condotti da tecnici
igienisti riconoscono al-
la vasca tradizionale
con lo schienale inclina-
to a 30-35° il massimo
del comfortin quanto
questa forma, progettata
con rigorosi criteri ana-
tomici, favorisce il natu-
rale appoggio del busto
nel più completo relax.
Secoli di tradizione in
tal senso lo confermano.
La grande avanzata del
colore rappresenta uno
degli aspetti più vistosi
del cambiamentoradi-
cale nelle scelte d’arre-
do nell'abitazione. Era
dunque inevitabile che
la sempre più marcata
tendenza verso elementi
colorati toccasse anche
il bagno e non solo nel
settore degli accessori,
ma anchein quello degli
apparecchi igienici.
Le vasche porcellanate —
siano esse in acciaio 0
in ghisa — vengonoforni-
te in una vastissima
gamma e di colori bril-
lanti e inalterabili nel
tempo, che si adattano
perfettamente e armoni-
camenteai colori degli
altri elementi che com-
pongonol’ambiente ba-
gno, è
VENETA
IDROSANITARIA
WIR RISCALDAMENTO
commercio ingrosso e dettaglio di
IDRAULICA e RISCALDAMENTO e CONDIZIONAMENTO @ ARREDO BAGNO
Sede Legale Amministrativa e CommercialeVENETA IDROSANITARIA RISCALDAMENTO V.I.R. SpAVia A. Pacinotti, 26 35136 - Padova Tel. (049) 8712777 Fax (049) 8711136
MAGAZZINOSedeVia A. Pacinotti, 26 35136 - Padova Tel. (049) 8712777 Fax (049) 8711136
FILIALI
Via Croce Rossa, 7
Via della Scienza, 18
Via Piave, 106
35129 - Padova
36100 - Vicenza
31044 - Montebelluna
Tel. (049) 8074900
Tel. (0444) 348477
Tel. (0423) 609900
Fax (049) 645073
Fax (0444) 348386
Fax (0423) 282036
sig PSA LA «RESIDENZA DEL SOLE»di Padova
Via Boccaccio, Padova
7 GalileoRivista di informazione, attualità
Comune d i Pa d ova e cultura degli Ingegneri di Padova
2m
» superficie del PdL 32140
e verde pubblico 13100
* strade, marciapiedi
e percorsi pedonali 5490
* parcheggi pubblici 2375
* volume urbanistico 49500
L'intervento, realizzato ad est
della città di Padova, nel quar-
tiere Terranegra, si compone di
cinquelotti edilizi: A, B, C, D, E
con sei edifici realizzati lungo
via Boccaccio e di via Testa,
con nella parte retrostante, pro-
tetta dalla viabilità motorizzata, un’area a verde attrezzato.
Si tratta del primo esempio in Padovadi edilizia convenzionatasu areaprivata conil 40% (fabbricati D-E) del volume urbanistico.
Il «cuore» dell’insediamento è identificabile con il fabbricato B che ha la forma di una «C» aperta sul lato ovest. L'elemento edilizio
raccoglie al centro la piazza principale, mentre l'apertura sul lato ovest offre un «continuum»tra la piazza principale e la piazza giardi-
no posta sul retro del corpo B e prospiciente al corpo C.Il traffico veicolare ha accessoall'insediamento solo tramite rampe di collega-
mentoconi piani interrati dove si trovano le autorimesse. Il collegamento interno pedonale è assicurato attraverso viali che sfociano su
slarghi attrezzati a piazze o a giardini privati ad uso pubblico, creando un insieme chesi afferma non nell'accezione di luogoditransito
madi incontro e di socializzazione.
DAL PROGETTO AL CANTIERE
EDILIZIA PRIVATA CO.GE,PASrl
BOCCACCIOSrl Progettazione architettonica e strutturale
Opere Urbanistiche Arch. F. Barina, Arch. M. Maran
COOPERATIVA PADOVANA MURATORI(C.P.M.) Scrl Direzione Lavori
EDILIZIA CONVENZIONATA Arch. Fabrizio Barina
Committente Fabbricato D Ing. SimonePetrini
COOPERATIVA SACRO CUORESrl Geom. Giacomo Giacomin
Committente Fabbricato E Coordinamentodi cantiere
COOPERATIVA FORCELLINI Srl C.P.M. Scrl: Geom. Antonio Furlan, Ing. Roberto Migliorato
Impreseesecutive Co.GE.PA Srl: Geom. Gioacchino PadoanC.P.M.Scrl
COSTRUIRE PADOVA A cura di Giorgia Roviaro SCHEDE PER UNA CITTÀ FUTURA
ATO )
a
Pannello termòjsolante perda poalizzazionelati.di sistemi*di coperturaven
ISOVENTILATO \ ȏ un pannello isolantein poliuretano espansorigido che ingloba, per tuttaia lunghezza, duelistelli dilegno che consentono dieliminare le orditure disostegno che costituisconoponti termici nella copertura.
| Dimensioni — 1200x2400mm Conduttività di calcolo A 0,032 W/mk‘Densità della schiuma 35 kg/me Resistenza alla compressione 1,50 ko/cmq
Il Spessori 50-60-80-100 mm Assorbimento d'acqua 0,4 % in volume
I Rivestimenti in fibra minerale e composti inorganici Resistenza al vapore p=100
|. Dimensionillistello 50x25x2400 mm Glasse di reazione al fuoco 1Pannello 2 Schiuma
E STIMAMIGLIO & C neormazioNI 167-840012
F. STIMAMIGLIO & C. S.p.A. - Viale della Navigazione Interna, 54 - Zona Industriale Nord - 35129 PADOVA - Tel. 049/9997911 r.a. - Fax 049/774727
È
Per ricevere informazioni e documentazione tecnica su ISOVENTILATOe i suoi accessoriinviare il coupon.
iNome e Cognome
iVia e N° CAPe Città
i Tel. I ProfessioneGALILEO i
PADOVATODAY