Ghellini - bibliotecabertoliana · 2017. 1. 28. · ovvero: “Strani” amori nellaVicenza del...

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  • 32 Giovedì1 Aprile 2004 ILGIORNALEDIVICENZACon la collaborazionedi Silvia MSilvia Maria DuboisSilvia Maria Dubois

    La Storia? A volte è meglio di “Beautiful”!

    di Sonia Residori (rarascripta@bibliotecabertoliana.it)(rarascripta@bibliotecabertoliana.it)(

    La contessa Laura Maria Ghellini era)glia di Antonio e di Ottavia Capra,proveniva quindi da due delle ca-sate aristocratiche più antiche e invista di Vicenza. Le nozze con il marcheseNicolò Colocci di Iesi erano state preparatedalle rispettive famiglie con lunghe trattati-ve e quando il giovane marchese era giuntonella città berica per de)nire l’accordo ma-trimoniale, era stato accolto nella splendidavilla di Villaverla da parenti ed amici dellafamiglia Ghellini. Laura Maria, ostile inizial-mente ad accettare il matrimonio impostoledai genitori, alla vista di Nicolò non avevasaputo resistere al suo fascino e se n’era in-namorata perdutamente. La visita del Colocciaveva, invece, fatto cambiare idea ai suoi ge-nitori ai quali non erano piaciuti i modi alterie scortesi del giovane. Anzi, erano rimasti al-quanto sconcertati dal suocomportamento per loscandaloso attaccamentoche egli aveva apertamentemostrato nei confronti delsuo cameriere, Giuseppino.Ma i coniugi Ghellini nonavrebbero saputo comegiusti)care un eventua-le ripensamento di fronteall’intera città e neppurecontrastare l’improvvisoquanto ostinato innamora-mento della )glia, pertantoavevano dovuto fare buonviso a cattiva sorte. Accon-sentirono al matrimonioche fu celebrato fastosa-mente dallo zio, il canonicoLelio Ghellini, nella chiesa

    della Madonna delle Grazie di Vicenza il 29agosto 1765. Appena gli sposi si stabilirono aIesi, Nicolò non solo mantenne una premuraappassionata per il suo giovane cameriere cheteneva sempre insieme a lui, notte e giorno,ma palesò, fra lo stupore di tutti, di non gradi-re affatto di dividere lo stesso letto con la suagiovane sposa.La contessa Laura Maria si era lusingata cheil marchese potesse “mutar pensieri e distac-carsi a poco a poco dall’affetto osservabile”che il marito nutriva per il suo cameriere, eche da tutti era risaputo,ma dopo una serie diprove prive di ef)cacia, si rese conto che erainutile ricorrere alle “arti donesche”.A peggiorare la situazione, )n dai primi mesiLaura Maria divenne preda del furore e del-le bizzarrie del marito che la perseguitava inmodo gratuito e crudele giungendo persino

    a picchiarla: “Invece dicessare” scriveva al pa-dre il 25 ottobre 1765“sempre più s’accresconoli cattivi tratti di mio ma-rito, che più arrivò l’altrasera a volermi bastona-re ... lui seguitò a dirmimolti altri insulti, alli qua-li nulla risposi: ero troppoingroppata il core senten-domi così a insultare inpublico e fuor di ragione”.“Io sono veramente di-sperata” scriverà ancoraun mese più tardi ai geni-tori “mio marito segue adusarmi tratti tali inumanie per conseguenza fuordi ragione, che non pos-

    so più vivere ... io so certamente che la miavita è in continuo pericolo”. Appresa la gravitàdella situazione il conte Antonio Ghellini de-cise di andare a prelevare a Iesi la )glia perricondurla nella città natale.Una volta tornataa Vicenza, Laura avanzò la richiesta di divor-zio nei confronti del marito che, se accolta,prevedeva l’annullamento del matrimonio. Lasituazione era scandalosa con grave lesioneall’onore delle famiglie. La condizione af)nchéla causa di divorzio potesse essere avviata etrattata era che la moglie fosse accolta in unmonastero in attesa della risoluzione dellavertenza giudiziaria e non ricondotta alla casapaterna. Il tutto, ovviamente, con il consen-so del marito. Il Senato veneziano autorizzòcomunque il tribunale ecclesiastico vicenti-no a procedere e dopo alcuni anni il legametra Laura e il marchese Colocci fu annullato.Il dramma matrimoniale della giovane Ghel-lini era risolto e la vicenda )nita nel miglioredei modi per la sua famiglia. Ma nel giugnodel 1772, come sopra anticipato, Laura Maria,dopo essersi furtivamente allontanata dallacasa paterna, contrasse un secondo matri-monio, questa volta clandestino. Di mattinapresto, con un rito matrimoniale ben lonta-no da quello previsto dai canoni ecclesiastici,aveva sposato Francesco Rizzi, un chiericodella Cattedrale di vile condizione. L’episodioera talmente grave che intervenne il Consi-glio dei Dieci istruendo un processo a caricodei due che, nel frattempo, erano fuggiti aFirenze. Ancora una volta il padre, AntonioGhellini, svolse un compito assai delicato:pur ribadendo la gravità del fatto che ave-va colpito l’onore della sua famiglia, il contesi espresse in termini benevoli nei confrontidella )glia e supplicò l’autorità veneziana di

    concedere il perdono ai due sposi fuggiaschi.La tormentata vicenda di Laura Maria ebbeuna conclusione lieta e i due sposi tornaronoa Vicenza l’anno seguente per sposarsi nel-la sacrestia maggiore della stessa cattedrale,secondo la normativa ecclesiastica.

    Biblioteca Civica Bertoliana, Memorie diVicenza del conte Arnaldo Arnaldi I Tor-nieri (1762-1822), ms 3108, c. 40 v.

    L.M. Ghellini Colocci, Lettere (ai miei ge-nitori), ottobre - dicembre 1765, Vicenza[1996].

    Laura Maria Ghelliniovvero: “Strani” amori nella Vicenza del Settecento

    “1772: 2 giugno.La contessa LauraGhellini, )glia delconte Antonio Ghel-lini, giovane Damae adorna di bel-le qualità, è stataanni sono congion-ta in matrimoniocol marchese Coloc-ci, cavaliere di Iesi.Ma ritornata doponon molto tempoin Vicenza fu persentenza del nostrovescovo dichiaratonullo il matrimonio

    sudetto. Ora questa mattina, mentre in Duomodiceva messa il parroco Marchiori alle ore otto,mentre era alla Benedizione, si presentò questadama, unitamente ad un chierico altarista della det-ta cattedrale (giovine di diecinove anni in circa, nonancora in sacris), si presentarono, dico, in faccia alprete dicendo il chierico, già gittata la vesta: ‘questaè mia moglie’; dicendo la dama: ‘questo è miomarito’, con due testimoni presenti. Il Parroco fa-ceva le meraviglie e li hà sgridati, ma toltisi di là,gittato il chierico l’abito clericale, partirono tosto in-sieme ambedue verso Venezia, per quanto si sa.Questo Chierico è )gliuolo di un povero uomo e nonha nulla. Questa nuova inaspettata ha fatto stordirtutta la città. La dama può aver 28 anni, ha padre,madre, fratelli. Ah che caso, ah che avventura!”.

    Frontespiziodell’opuscolo pubblicatoin occasione delle nozzeColocci-Ghellini