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Giornalismo e ipertelevisione. Il caso italiano (Paolo Costa)
2a lezione, 22 febbraio 2011Il giornalismo: modelli e mitologie
Insegnamento: Comunicazione Digitale e Multimediale A - a.a. 2010-2011
Agenda
• A che cosa serve il giornalismo
• I modelli di giornalismo, fra mito e realtà
• Crisi del giornalismo?
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Informazione e libertà
• La nostra libertà è funzione dell’ambiente informativo di
cui disponiamo come individui e come società
• Il modo in cui informazione, conoscenza e cultura sono
scambiate ha un impatto enorme sulla nostra vita
– Condiziona la nostra capacità di giudicare il mondo e di
immaginare opzioni differenti
– Determina chi ha il potere di influire su tali opzioni
– Definisce il modo in cui la società compie le proprie scelte
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Il giornalismo come “apparato”
• L’apparato è la somma di elementi discorsivi che
indirizzano e regolano il comportamento del soggetto,
attraverso i quali il soggetto stesso si costituisce e ha la
possibilità di esprimersi
• In questo senso il giornalismo è un apparato
– Uno spazio sociale (fatto di attori, riti e miti)
– Una forma di mediazione culturale (terzietà del giornalista,
funzione di gatekeeping)
– Il quarto potere (watchdogging)
– Fattore abilitante della sfera pubblica
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Campo giornalistico e società industriale
• Il giornalismo moderno e la notizia nella sua accezione
comunemente intesa nascono nel momento in cui la
stampa diventa mezzo di comunicazione di massa, nel
corso dell’Ottocento
– Non c’è giornalismo senza l’avvento delle macchine per la
stampa metalliche, azionate a vapore, in grado di produrre un
numero significativo di copie identiche del giornale in una breve
unità di tempo.
– E non c’è giornalismo senza l’invenzione di un nuovo tipo di
contenuto – l’informazione di attualità, ovvero la notizia – che
comincia a essere consumato in modo significativo proprio nel
corso dell’Ottocento.
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Mass media e news media
• L’espressione corrisponde all’italiano mezzi di
comunicazione di massa.
• Si parla anche di news media, per designare i mezzi di
comunicazione che hanno l’informazione (in inglese
news) come contenuto principale.
• Il prefisso mass è stato abbandonato negli anni Ottanta,
in base all’idea che i mezzi di comunicazione nell’epoca
contemporanea siano necessariamente “di massa”.
• Ma l’avvento di Internet ha reso di nuovo utile la
distinzione fra comunicazione di massa e comunicazione
interpersonale.
– Internet è al tempo stesso un mass e un personal medium.
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I modelli di Siebert, Peterson e Schramm
• Fred S. Siebert, Theodore Peterson e Wilbur Schramm,
Four Theories of the Press: The Authoritarian,
Libertarian, Social Responsibility and Soviet Communist
Concepts of What the Press Should Be and Do (1956)
– La stampa riflette il sistema di controllo sociale sulla base del
quale sono impostate le relazioni fra gli individui e le istituzioni.
– Esistono pertanto differenze fondamentali per ciò che riguarda il
ruolo dei mezzi di comunicazione, a seconda del sistema in cui
questo ruolo è esercitato.
– È possibile identificare quattro modelli: autoritario, liberale, della
responsabilità sociale e comunista sovietico.
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I tre modelli di Michael Schudson
• In The Public Journalism Movement and Its Problems
(1968) Shudson individua tre modelli
– Trustee model: i giornalisti hanno il compito di fornire quelle
notizie che, dal loro punto di vista, sono necessarie per mettere i
cittadini in condizione di deliberare, ossia per farne degli
informed decision-makers.
– Market model: i giornalisti tendono a rispondere alla domanda
del loro pubblico, qualunque essa sia.
– Advocacy model: assegna al giornalista un ruolo di parte, cioè la
difesa di un punto di vista specifico nella società.
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Daniel Hallin e Paolo Mancini
• In Comparing Media Systems. Three Models of Media and
Politics (2004), identificando tre modelli di riferimento.
– Il modello liberale, prevalente nel Regno Unito, in Irlanda e negli
Stati Uniti, è caratterizzato dal dominio relativo dei meccanismi di
mercato e dei media commerciali.
– Il modello democratico corporativo, tipico dell’Europa settentrionale
e continentale, è segnato dalla coesistenza di differenti mezzi di
comunicazione – gli uni di natura commerciale, gli altri legati a
interessi politici e sociali organizzati – e dal ruolo attivo, anche se
limitato dalla legge, esercitato dallo stato.
– Il modello polarizzato pluralista, prevalente nei paesi del
Mediterraneo e dell’Europa del Sud, è associato a un’integrazione
più o meno evidente fra media e partiti politici, a uno sviluppo ridotto
dei media commerciali e a un ruolo significativo dello stato
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Una crisi che viene da lontano
• La crisi dello spazio sociale del giornalismo è la crisi di
un modello ideologico – il modello libertario di Siebert,
Peterson e Schramm – più professato che praticato
• Il volto e la natura del giornalismo sono cambiati
progressivamente nel corso del ventesimo secolo, prima
dell’avvento di Internet
– Prima fase (1920-1950; dopo il 1970 in Italia): affermazione di un
modello industriale assoggettato a ricavi pubblicitari e audience.
– Seconda fase (1950 in USA, 1970-80 in Europa): avvento
dell’informazione televisiva di tipo commerciale.
– Terza fase (dopo il 1980): accelerazione dei cambiamenti, nel
quadro della globalizzazione.
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Mito e realtà: due linee divergenti
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INDUSTRALIZZAZIONE
DEL PROCESSO PRODUTTIVO
SPETTACOLARIZZAZIONE
DISINTERMEDIAZIONE,
NARROWING E CRISI DELLA
TERZIETÀ
PROPERTIZATION
DELLA NOTIZIA
Primo emendamento
Cost. USA (1791)
Walter Lippman,
Public Opinion, 1922
Corte Suprema USA
su INS vs. AP, 1918Joseph Pulitzer, The
College of Journalism, 1904
Carl Bernstein e Bob
Woodward, 1974
1927:
televisione
elettronica
1982:
Internet
2010:
Post Web
1814pressa piano-
cilindrica
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Il modello proprietario dell’informazione
• Da oltre un secolo l’economia del mondo avanzato è centrata sulla produzione dell’informazione e della cultura– Servizi finanziari, contabilità, software, scienze, notizie
– Film, musica
– Sistemi simbolici (marche, pubblicità)
• Nell’economia industriale dell’informazione numerosi meccanismi basati sul diritto di proprietà sono applicati ai contenuti di tale produzione– Brevetti
– Proprietà intellettuale
– Marchi registrati
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La sfida al modello proprietario
• L’avvento dell’economia dell’informazione interconnessa
(“networked information economy”) ha favorito un
modello alternativo a quello fondato sul diritto di
proprietà
– Creative Commons
– No copyright
– Copyleft
– Open source
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La riduzione del pluralismo informativo
• Un processo di lunga durata che ha portato alla
concentrazione della proprietà dei media nelle mani di
pochi, grandi gruppi.
– La lievitazione dei costi di struttura e produzione determina la
sopravvivenza di pochi vincitori.
– I più adatti, in questo scenario competitivo, sono gli attori di
grandi dimensioni: grandi gruppi editoriali in grado di integrare la
propria offerta declinandola su più piattaforme (carta, tv, radio e
adesso Internet).
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La concentrazione dei gruppi
• Il quadro nel settore televisivo …
– Dopo avere subito un rallentamento per alcuni anni, negli Stati
Uniti la concentrazione è tornata a essere manifesta: i maggiori
network raccolgono la metà della audience nel prime time.
– Non meno evidente è la concentrazione in Europa e in Italia (si
veda il rapporto Television Across Europe: Regulation, Policy,
and Independence dell’ Open Society Institute, 2005)
• … e in quello della carta stampata
– Una tendenza analoga è si registra in tutto il mondo.
– Nell’ambito dei quotidiani locali, in particolare, è sempre più
frequente la sopravvivenza di un’unica testata: a fronte di costi
strutturali crescenti il quotidiano locale deve fare i conti con le
dimensioni relativamente limitate del proprio mercato.
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Informazione del potere e post giornalismo
• Secondo Furio Colombo la notizia è diventata l’oggetto
di una concertazione sempre più frequente tra fonte,
giornalista, poteri e pubblico
– “Interessi vasti e importanti si sono spostati verso i punti caldi
dell’editoria e i punti caldi dell’editoria si sono addossati al potere
economico”
– “In alcune parti del mondo (prima di tutto in Italia) vi è stata
un’aperta invasione di campo da parte di un’immensa ricchezza
direttamente nell’area delle notizie, con l’effetto di impastare
insieme un impero finanziario, un impero mediatico e uno
schieramento politico”
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F. Colombo, Post giornalismo. Notizie sulla fine delle notizie (Roma, 2007, pp. 12 e 20)
Disintermediazione e negoziazione 2.0
• Internet permette al pubblico di connettersi direttamente
alle fonti e di esercitare il ruolo di testimone, fonte di
informazione e gatekeeper
– Fonti, giornalisti e pubblico partecipano al processo di
ricostruzione di senso tradizionalmente formalizzato nelle routine
giornalistiche
– Da un’interazione di tipo lineare tra fonte, giornalista e pubblico,
nella quale la funzione di gatekeeping è svolta dal giornalista, si
passa a un’interazione di tipo circolare o – per meglio dire – “a
maglia”: ognuno dei tre attori svolge, almeno parzialmente, i
compiti di solito svolti dagli altri
– Il modello è quello delle reti di tipo mesh
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Più informazione, meno conoscenza
• Oggi l’informazione è dappertutto, ma è giudicata
sempre meno affidabile
– Fatichiamo a seguire il ritmo frenetico con il quale le notizie si
accumulano e quindi a smaltire il sovraccarico informativo
– Il prodotto giornalistico perde agli occhi del pubblico i connotati
di completezza, accuratezza, affidabilità e autorevolezza
– Il giudizio sulla qualità dei mezzi di informazione da parte del
pubblico è costantemente peggiorato: nel 2009 solo il 29% degli
americani riteneva che i media informassero in modo accurato,
mentre il 63% pensava il contrario (Pew Research Center)
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Un nuovo ecosistema della notizia?
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Sicurezza ontologica e memoria collettiva
• Diventa sempre più difficile, per il giornalista, contribuire
alla produzione di sicurezza ontologica
– Oggi il prodotto giornalistico fatica a generare significati condivisi
– Nel consegue una perdita di memoria comune
– I nuovi media “ampliano a dismisura le memorie comuni, ma non
è assolutamente detto che ciò provochi un contemporaneo
ampliarsi della memoria collettiva, intesa come il risultato delle
rappresentazioni sociali scaturite da un’intensa negoziazione fra
individui per elaborare, definire e condividere informazioni
riguardanti il passato” (Carlo Sorrentino)
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Deadline e ciclo della notizia
• La deadline è il termine ultimo entro il quale la notizia
deve essere consegnata dal redattore in tipografia
• Da tempo assistiamo a un accorciamento del ciclo della
notizia (news cycle)
– Ha frequenza giornaliera, settimanale o mensile, a seconda della
periodicità della testata
– L’avvento del giornalismo televisivo, con la possibilità di
trasmettere più edizioni nell’arco della medesima giornata, ha
accorciato l’intervallo fra le deadline
– Con i canali televisivi all news, di cui CNN è stata capostipite nel
1980, il concetto di deadline ha cominciato a essere messo in
discussione
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Logica delle developing news
• Virtuale convergenza fra il momento in cui i fatti
accadono, quello in cui le notizie si confezionano e
quello in cui il pubblico si informa
• Questa tendenza si è accentuata con l’avvento del Web:
i nuovi media estremizzano la logica di flusso
– Cambia il rapporto del giornalista con il tempo
– L’intensità del news cycle mette in crisi la capacità di controllo
del giornalista: è sempre più difficile sottoporre a verifica voci e
dicerie
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L’avvento della mixed media culture
• Un nuovo tipo di cultura dei media, sempre più orientata
verso il sensazionalismo e lo spettacolare
• I giornalisti appaiono come bestie frenetiche, che
rimestano nel pettegolezzo e nella notizia incontrollata
con la scusa del lavoro investigativo
• Un fenomeno in atto da quasi vent’anni, manifestandosi
all’inizio negli Stati Uniti
– La vicenda O.J. Simpson (1994)
– Lo scandalo Clinton-Lewinsky (1998)
• Oggi il giornalismo italiano dimostra di essersi adattato
pienamente agli standard della mixed media culture
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La vicenda O.J. Simpson
• Oriental James Simpson fu accusato, processato e
assolto per l’omicidio della ex moglie Nicole Brown e
dell’amico Ronald Goldman
• I mezzi di informazione americani seguirono la vicenda
in modo ossessivo e voyeuristico
• Famosa la folle corsa di O.J. sulle autostrade di Los
Angeles, il 17 giugno 1994, durante il tentativo di arresto
da parte della polizia: la sua fuga fu ripresa in diretta TV
e seguita da almeno 100 milioni di telespettatori
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“All Monica, all the same”
• La relazione fra il presidente USA e la stagista fu resa
nota attraverso due lanci successivi sul sito Drudge
Report, la sera del 17 gennaio 1998
• Newsweek aveva deciso di rinunciare alla pubblicazione
dello scoop per un misto di prudenza e responsabilità
• La linea di Drudge Report costrinse tutti i media ad
abbassare i propri standard per inseguire la notizia
• Il canale TV via cavo MSNBC riuscì a migliorare i propri
indici di ascolto del 131% nel giro di 24 ore
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Hard e soft news (o quasi-news)
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Argomenti Stile Punto di vista
Hard news Complessi, tempestivi (“timely”)
Conciso e fattuale Oggettivo
Soft news Semplici, non tempestivi (“not timely”)
Spettacolare(leggero o drammatico)
Soggettivo
Pablo J. Boczkowski, Rethinking Hard and Soft News Production: From Common Ground to Divergent
Paths (2009)
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Tabloidizzazione dei media e politica
• Diminuzione delle hard news e aumento delle soft news
• Avvento dell’infotainment
• Impatto sulla politica: cambiano i processi di
costruzione del discorso pubblico
• Deterioramento degli standard giornalistici od
opportunità per una nuova cittadinanza?
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Howard Kurtz, Media Circus: The Trouble with America's Newspapers (1994)
Kees Brants, Who’s Afraid of Infotainment? (1998)
Matthew A. Baum, Soft News and Political Knowledge: Evidence of Absence or Absence of Evidence?
(2003)
Matthew A. Baum, Soft News Goes to War: Public Opinion and American Foreign Policy in the New
Media Age (2005)
Matthew A. Baum e Angela S. Jamison, The Oprah Effect: How Soft News Helps Inattentive Citizens
Vote Consistently (2006): http://ajamison.bol.ucla.edu/Oprah-Effect-2006.pdf
Il ruolo dell’informazione politica
• Le soft news rispondono effettivamente a una domanda
del mercato?
• L’infotainment riesce a trasmettere conoscenze
“sostantive” della politica e quindi a mettere il cittadino
nella condizione di formarsi un’opinione consapevole e a
scegliere fra le varie opzioni sul campo?
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Thomas E. Patterson, Doing Well and Doing Good: How Soft News and Critical Journalism Are
Shrinking the News Audience and Weakening Democracy – And What News Outlets Can Do About
It, (2000)
Michael X. Delli Carpini e Bruce A. Williams, Let Us Infotain You: Politics in the New Media Age
(2001)