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I disturbi del comportamento: come gestire e incanalare la rabbia.
Il ruolo dei fattori emotivo-relazionali nell’apprendimento
Roberto Lingua
robertolingua@tiscali.it
Centro Riabilitazione Ferrero-AlbaCentro Psicopedagogico Matuta –Pinerolo
Associazione Italiana DislessiaSez. Cuneo
Istituto Comprensivo Mondovì
26/11-9/12- 2013
I disturbi emotivi e del comportamento nella
Classificazionemultiassialedei disturbi
psichiatrici del bambinoICD 10
ICD 10 Struttura Multiassiale
• Asse 1: sindromi cliniche psichiatriche• Asse 2:Sindromi e disturbi da alterazione
globale dello sviluppo psicologico • Asse 3:livello intellettivo• Asse 4:condizioni mediche spesso associate
con le sindromi e i disturbi psichiatrici
• Asse 5:situazioni psicosociali anomale• Asse 6:Valutazione globale del
funzionamento sociale
Sindromi e disturbi comportamentali ed emozionali con esordio abituale nell’infanzia e nell’adolescenza
F 90-F98• F90: Sindromi ipercinetiche• F 91: Disturbi della condotta• F92: Disturbi misti della condotta e della sfera
emozionale• F93: Sindromi e disturbi della sfera emozionale
con esordio caratteristico dell’infanzia• F94: disturbi del funzionamento sociale con
esordio caratteristico dell’infanzia e dell’adolescenza
• F95: Disturbi a tipo tic• F98: Altri disturbi comportamentali ed
emozionali con esordio abituale nell’infanzia e nell’adolescenza
Sindromi ipercineticheF90
• Caratteristiche:– Esordio precoce,comportamento ipercinetico, marcata inattenzione,
mancanza perseveranza, imprudenza, impulsività, disinibizione, problemi disciplinari, compromissione cognitiva frequente, comportamento antisociale, più frequenti nei maschi,frequente associazione con problemi di lettura
• Direttive diagnostiche– Prematura interruzione compito, da attività ad altra, perdita rapida di
interesse, irrequietezza, agitarsi, infrazione regole sociali, associazione con disturbi apprendimento e goffaggine motoria
– Esordio prima dei 6 anni e lunga durata
• Diagnosi differenziale– Disturbi della condotta
Sindromi ipercineticheF90: sottotipi
• F 90.0 : Disturbo dell’attività e dell’attenzione:
– Assenza di disturbi della condotta
• F90.1: Disturbo ipercinetico della condotta:
– Disturbo ipercinetico con disturbo della condotta
Disturbi della condottaF91
• Modalità ripetitiva e persistente di condotta antisociale, aggressiva o provocatoria
• Rilevanti violazioni della aspettative sociali in rapporto all’età
• Livelli eccessivi di violenza o spacconeria• Crudeltà verso altre persone o animali• Gravi danni a proprietà (incendi, furti,
fughe da casa, accessi d’ira), comportamento insolente e provocatorio, disobbedienza persistente
• Durata superiore a 6 mesi
Disturbo della condotta limitato al contesto
familiare • Il disturbo della Condotta implica un
comportamento antisociale o aggressivo (e non meramente oppositivo, provocatorio), in cui il comportamento anomalo è interamente o quasi interamente, limitato alla casa e alle interazioni con i membri della famiglia nucleare o estesa. È necessario che i criteri generali per la F91 siano soddisfatti. Le relazioni genitori-figli gravemente disturbate non sono di per sé sufficienti per la diagnosi.
• Le relazioni al di fuori della famiglia devono essere nella norma.
Disturbo della condotta con ridotta socializzazione
• Questo disturbo della condotta è caratterizzato dall’associazione di un persistente comportamento antisociale o aggressivo (e non meramente oppositivo, provocatorio) con una diffusa e significativa anormalità nelle relazioni dell’individuo con gli altri (isolamento impopolarità, mancanza di amicizie strette, discordia, ostilità e risentimento). Vi possono anche essere buone relazioni con gli adulti ma mancano di stretta confidenzialità.
Disturbo della condotta con socializzazione normale
• Questo disturbo della condotta è caratterizzato dall’associazione di un persistente comportamento antisociale o aggressivo in individui che sono generalmente ben integrati nel loro gruppo di coetanei (durature e adeguate amicizie con coetanei che possono o no essere implicati in attività antisociali). Le relazioni con gli adulti autorevoli tendono a essere scadenti ma possono essere buoni con gli altri adulti.
Disturbo oppositivo provocatorio
• Disturbo della condotta, di solito si verificano nei bambini di età inferiore ai 9-10 anni. E’ caratterizzato da un comportamento marcatamente provocatorio, disobbediente, che non include gli atti delinquenziali o le forme più estreme di comportamenti aggressivi o antisociali che violano la legge e i diritti fondamentali degli altri (furto, prepotenza, crudeltà, distruttività).
• Il disturbo del comportamento clinicamente significativo di solito è accompagnato da un comportamento antisociale o aggressivo che va oltre la semplice sfida e la disubbidienza.
Disturbi misti della condotta e della sfera
emozionale F92
• Un gruppo di disturbi caratterizzato dalla combinazione di un comportamento persistentemente aggressivo, antisociale o provocatorio con evidenti e marcati sintomi di depressione, ansia o altri disturbi emotivi.
Disturbo depressivo della condotta
• Questa categoria richiede la combinazione di disturbo della condotta (F91. -) con una persistente e marcata depressione dell'umore, come dimostrato da sintomi quali tristezza eccessiva, perdita di interesse e piacere nelle attività usuali, senso di colpa e disperazione. Possono essere presenti disturbi del sonno o dell’appetito.
Altri disturbi misti di comportamento e delle
emozioni • questa categoria richiede la
combinazione di disturbo della condotta (F91. -) con sintomatologia di tipo emotivo persistente e marcata come ansia, ossessioni o le compulsioni, depersonalizzazione o derealizzazione, fobie, ipocondria.
Sindromi e disturbi della sfera emozionale con esordio
caratteristico dell'infanzia F93
• I bambini con disturbi della sfera emozionali diventano perlopiù adulti normali
• Molti disturbi rappresentano esagerazioni di alcuni aspetti dello sviluppo normale, piuttosto che i fenomeni qualitativamente di per sé anormali.
Sindrome ansiosa da separazione dell'infanzia
(F93.0)• Dovrebbe essere diagnosticato quando la
paura della separazione costituisce il fulcro dell’ansia e quando l'ansia emerge durante i primi anni dell'infanzia. Si differenzia dall’ ansia da separazione normale quando è di grado (gravità) statisticamente inusuale (tra cui un’abnorme persistenza oltre il periodo di età solito), e quando è associata a significativi problemi nel funzionamento sociale.
Sindrome fobica dell'infanzia
(F93.1) • I bambini come gli adulti possono sviluppare
una paura che si focalizza su un ampia gamma di oggetti o situazioni. Alcune di queste paure (o fobie) non sono parte del normale sviluppo psico-sociale (agorafobia per esempio) e devono essere codificati sotto la categoria appropriata (F40-F48). Alcune paure mostrano una marcata specificità per una determinata fase dello sviluppo e insorgono nella maggioranza dei bambini (es. paure degli animali)
Sindrome di ansia sociale dell’infanzia (F93.2)
• Questa diagnosi è limitata ai bambini di età inferiore ai 6 anni
Disturbo di rivalità tra fratelli
• Un’alata percentuale di bambini mostra un certo grado di disturbo emozionale dopo la nascita di un fratello più giovane nella maggior parte dei casi il disturbo è lieve ma la rivalità o la gelosia può essere notevolmente persistente. Un disturbo rivalità tra fratelli dovrebbe essere diagnosticata solo se il grado o la persistenza del disturbo è statisticamente rilevante e associato ad anomalie di interazione sociale.
Altri disturbi emotivi nell'infanzia
• Disturbo dell'Identità di disturbo ansioso
Disturbi del funzionamento sociale con esordio specifico
dell'infanzia e dell'adolescenza • Un gruppo piuttosto eterogeneo di disordini che
hanno in comune anomalie nel funzionamento sociale che iniziano durante il periodo di sviluppo, ma che (a differenza dei disturbi pervasivi dello sviluppo) non sono principalmente caratterizzate da una incapacità apparentemente costituzionale sociale o da un deficit che pervade tutte le aree di funzionamento. In molti casi sono associate gravi distorsioni ambientale che probabilmente svolgono un ruolo cruciale nella eziologia.
Mutismo elettivo
• Caratterizzata da una marcata, selettività emotivamente determinato nel parlare, in modo che il bambino dimostra una competenza linguistica in alcune situazioni ma non riesce a parlare in altre (definibili) situazioni. La malattia è di solito associata alle caratteristiche di personalità marcata che coinvolgono l'ansia sociale, il ritiro, la sensibilità, o la resistenza.Il mutismo selettivo
Disturbo reattivo dell’ attaccamento dell’infanzia
Inizia nei primi cinque anni di vita ed è caratterizzato da anomalie persistenti nelle relazioni sociali del bambino che sono associate a turbe emozionali e sono reattive ai cambiamenti ambientali. Sono caratterizzate da timorosità e ipervigilanza (che non regredisco con il conforto), scarsa interazione sociale con i coetanei, l'aggressività verso se stessi e altri, deficit di crescita in alcuni casi). La sindrome si presenta probabilmente come diretta conseguenza di una grave negligenza dei genitori, abuso o maltrattamento.
Disturbo disinibito di attaccamento dell'infanzia
• Un modello particolare di anormale funzionamento sociale che nasce durante i primi cinque anni di vita e che tende a persistere nonostante i notevoli cambiamenti delle circostanze ambientali, per esempio diffusa, non selettiva focalizzata comportamento di attaccamento, ricerca di attenzione e indiscriminatamente comportamento amichevole, scarsamente modulata interazioni tra pari; seconda su circostanze ci possono essere anche associati disturbi emotivi o comportamentali.Affectionless psicopatia sindrome Istituzionale
Disturbo a tipo tic
• Sindromi in cui la manifestazione predominante è una qualche forma di tic. Un tic è un movimento o produzione vocale involontaria, rapido, ricorrente, nonritmica (di solito coinvolgono gruppi muscolari circoscritti) di insorgenza improvvisa e non finalizzata a nessuno scopo apparente. I tic tendono ad essere vissuti come irresistibile ma di solito possono essere soppressi per periodi di tempo variabili.
• Sono esacerbati dallo stress, e scompaiono durante il sonno. • Comuni tic motori semplici includono solo gli occhi
lampeggianti, movimenti a scatto del collo, e smorfie del viso.
• Comune tic vocali semplici includono schiarirsi la gola, tossire, annusare.
• Comuni tic complessi includono colpire se stessi, saltare e saltellare.
• Comune tic vocali complessi sono la ripetizione di parole particolari, e talvolta l'uso di socialmente inaccettabile (spesso oscene) parole (coprolalia), e la ripetizione dei propri suoni o parole (palilalia).
• F98.0 Enuresi non organica• F98.1 Encopresi nonorganica• F98.2 Disturbo dell’alimentazione
dell'infanzia e della fanciullezza• F98.3 Pica dell'infanzia e della
fanciullezza• F98.5 Balbuzie• F98.8 Altri disturbi comportamentali ed
emozionali specificata con esordio abituale nell'infanzia e nell'adolescenza
BISOGNI EDUCATIVI
SPECIALI
DISABILITA’DISTURBI EVOLUTIVI
SPECIFICI e non
SVANTAGGIOsocio-economico
linguisticoculturale
BISOGNI EDUCATIVI
SPECIALI
FISICI BIOLOGICI FISIOLOGICIPSICOLOGICISOCIALI
DisturbiEvolutivi Specifici
DSL DNVDSA ADHD DCDDISPRASSIA
FUNZIONAMENTO
COGNITIVO LIMITE
DISTURBI SPETTRO AUTISTICO
LIEVE
DOP
BES:osservazione
• “fermo restando l’obbligo di presentazione delle certificazioni per … situazioni di disabilità e di DSA è compito doveroso del consiglio di classe o dei teams dei docenti …. Indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale e inclusiva di tutti gli alunni”
(C.M. n°8 , 6 marzo 2013)
CIRCOLARE MINISTERIALE n. 8 Roma, 6 marzo 2013
Prot. 561
Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 “Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”. Indicazioni operative
Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica, che delinea e precisa la strategia inclusiva della scuola italiana al fine di realizzare appieno il diritto all’apprendimento per tutti gli alunni e gli studenti in situazione di difficoltà.
BES:osservazione
• Intenzionale e finalizzata– Aree:
• Della relazionalità• Emotivo-motivazionale• Socio-economico-culturale-linguisitca• Cognittivo-linguistica• Cognitivo extraverbale
– Punti di forza
Diritto
• Per tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla Legge 53/2003.
La presa in carico dei BES deve essere al centro dell’attenzione e dello sforzo congiunto:
• della scuola e• della famiglia.
Disturbi evolutivi specifici
intendiamo, oltre i disturbi specifici dell’apprendimento, anche i deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, ricomprendendo – per la comune origine nell’età evolutiva – anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività, mentre il funzionamento intellettivo limite può essere considerato un caso di confine fra la disabilità e il disturbo specifico.
Alunni con deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività
Con notevole frequenza l'ADHD è in comorbilità con uno o più disturbi dell’età evolutiva:
• disturbo oppositivo provocatorio • disturbo della condotta in
adolescenza• disturbi specifici dell'apprendimento• disturbi d'ansia• disturbi dell'umore
Adozione di strategie di intervento per i BES
Si evidenzia, in particolare, la necessità di elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e studenti con bisogni educativi speciali, anche attraverso la redazione di un Piano Didattico Personalizzato, individuale o anche riferito a tutti i bambini della classe con BES, ma articolato, che serva come strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate.
DIFFICOLTA’ SCOLASTICHECONSEGUENZE
EMOTIVO-RELAZIONALI
INDIVIDUAZIONE PROCOCE
ATTIVARE INTERVENTIAPPROPRIATI
IN FAMIGLIA A SCUOLA
BUONA RELAZIONE CON L’ALUNNO
INTERNALIZZANTI
ESTERNALIZZANTI
DISTURBI PSICOPATOLOGICI
DISTURBIESTERNALIZZANTI
ADHDDISTURBO
OPPOSITIVOPROVOCATORIO
DISTURBI DELLA
CONDOTTA
DISTURBI PSICOPATOLOGICI
DISTURBIINTERNALIZZANTI
DISTURBID’ANSIA
DISTURBISOMATOFORMI
DISTURBI DELL’
UMORE
DIFFICOLTA’ SCOLASTICHE
PERFORMANCE INADEGUATE(incapacità)
VALUTAZIONIINSUFFICIENTI
PUNIZIONIFERITA
NARCISISTICA
DIFFICOLTA’ SCOLASTICHE
DEMOTIVAZIONE
EVITAMENTOCOMPITO
PASSIVITA’RICHIESTA
DI AIUTO
DIFFICOLTA’ SCOLASTICHE
INCAPACITA’PROLUNGATA
PERSISTENTIRISULTATI NEGATIVI
ALTRE ESPERIENZE FRUSTRANTI
VALUTAZIONENEGATIVA
DISE’
BASSAAUTOSTIMA
Regolazione comportamento in compito
Stili personalimotivazionali
Processi di controllo
Conoscenza di sè
Motivazioneintrinseca
Motivazioneestrinseca
Autostima Orientamento
al compito
Manifestazioni disagio
Aggressività Difficoltà
di relazioneinterpersonale
RelazioneInsegnante-alunno
Qualitàdella
relazione
Contestidi apprendimento
specifici
GestioneInput
ElaborazioneOutput
Feed back
Buona relazione
interazioni
aspettative
convinzioni
credenze
emozioni
Buona relazione
Con l’alunno
Con la famiglia
Con i colleghi
Con i compagni
Buona relazione
Cornice del PDP
Affronta le resistenze
Facilita il legame
Buona relazioneAttribuzione di valore
positivo
Accettazione incondizionata
Ha valore anche se non cambia (apprende)
Comprensionedella specificità
Decolpevolizzazione
Buona relazioneEmpatia:
regolazione emozioni
Espressione Produzione
Interpretazione Legittimazione
Sostegno Autoregolazione
Buona relazioneAumenta autoregolazione
Tolleranza ansia
Regolazione emozioni
Contenimento dei comportamenti
Collegamenti tra vissuti e pensieri
Buona relazione
Proattività
Stimola Aiuta
Decide Guida
Propone Trasmette aspettative
positive ed alte
Buona relazioneProattività
Autostima
Autoefficacia
Motivazione intrinseca
Curiosità
Interessi
Obiettivi più ambiziosi
Sicurezza di sé
Nell’alunno
Nell’insegnante
Buona relazioneProattività
Più autonoma
Più articolata
Più forte
Crea memoria autobiografica
Identità
RelazioneCon i pari
Disturbi esternalizzanti del comportamento
Comportamenti evitantiansiosi
Scarso autocontrollo
Difficoltà di attenzione
Rifiuto
La qualità degli insegnanti è chiave del successo degli
studenti • “Disponiamo oggi di un’importante serie di ricerche
che ci indicano con chiarezza quanto la qualità degli insegnanti abbia un’enorme influenza sugli studenti e il loro futuro. [….]
• Nell’arco di un singolo anno scolastico, lo scarto fra le conoscenze acquisite dagli studenti di un insegnante eccellente rispetto a quelli che hanno seguito un insegnante scadente equivale alla frequenza di un intero anno di un gruppo medio di riferimento.
• Un insegnante che si collochi nella fascia alta di una scala di qualità – a parità di ogni altra condizione – migliora le aspettative di reddito dei suoi studenti nell’arco della loro vita lavorativa.[
Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo del 3 agosto 2007 dal titolo
«Migliorare la qualità degli studi e della formazione
degli insegnanti» • la presa in considerazione delle
esigenze specifiche di ciascun discente;
• l'autonomia dei discenti nell'intero arco della vita;
• l'acquisizione da parte di tutti i giovani delle competenze-chiave;
• l'adeguamento dell'insegnamento ad un ambiente multiculturale;
• l'impiego delle nuove tecnologie.
Strategie di interventoBES
DISABILITA’DISTURBI
EVOLUTIVI SVANTAGGIO
INS, SOSTEGNOSTRATEGIE PERCORSI
DIFFERENZIATI
PDPPERCORSI INDIVID.STRATEGIE
COMPENSATIVI/DISPENSATIVEVALUTAZIONE
PERSONALIZZATA
COMPENSATIVI/DISPENSATIVEVALUTAZIONE
PERSONALIZZATA
Emozioni a scuola
• Dimensioni dell’apprendimento– Cognitive: considerate prioritarie – Emotive : trascurate
• Qualità delle interazioni sociali: direttamente proporzionali a integrazione scolastica e comprensione da parte del bambino
• Abilità di padroneggiare il funzionamento emotivo dell’insegnante– capacità di modulare la comunicazione con
interlocutore
Sistema limbico
La comprensione delle emozioni
• Fattore determinante del successo scolastico
• Relazione diretta con qualità dei comportamenti prosociali verso compagni e insegnanti sia età prescolare sia scolare
• Bambini più abili nel riconoscere le emozioni da espressioni facciali sono più popolari
Stadi sviluppo comprensioneemozioni
• 1° stadio: 2- 4/5 anni: esterno– a 2 anni categorizza: gioia, tristezza,
paura,rabbia– A 3 anni: cause esterne delle emozioni– A 4/5 anni: incidenza del pensiero sulle
emozioni
Stadi sviluppo comprensioneemozioni
• 2° stadio: 4/5-8/9 anni. interno– dimensioni interne delle emozioni
(desiderio, conoscenze)– Distinzione tra emozioni apparenti-
esterne e vissute-interne
Stadi sviluppo comprensioneemozioni
• 3° stadio: 8/9 -11/12 anni: complesso– Regole morali: senso di colpa, orgoglio– Emozioni miste
• Ambivalenza• conflitto
– Controllo emozioni
La rabbia a scuola
• La rabbia è una considerevole disorganizzazione del sé, una vera e propria agitazione della mente e del corpo. Durante uno scoppio di ira, il livello di eccitazione nel corpo e nella mente del bambino è talmente alto da essere inevitabilmente scaricato, verbalmente e/o fisicamente.
• Alcuni bambini hanno frequenti scoppi di ira e mordono, picchiano, imprecano, gridano, allo scopo di scaricare l’intensa tensione che sentono nel corpo e nella mente.
Chi sono i bambini arrabbiati?
I bambini che picchiano, gridano, calciano, feriscono, mordono.
I bambini che hanno perso il controllo di loro stessi.I bambini che hanno frequenti scoppi di ira e di
rabbia, senza motivo.I bambini aggressivi che agiscono senza riflettere
sulle proprie emozioni e azioni.I bambini che agiscono in modo impulsivo.I bambini che non sono in grado di tollerare le
frustrazioni.
Le cause che possono portare un bambino a sperimentare frequentemente la rabbia sono
molteplici • quando l’amore o il bisogno vengono minacciati in
modo continuo e traumatico, molti bambini assumono un atteggiamento rabbioso nei confronti della vita;
• la perdita di una persona amata, per abbandono o per morte, può causare rabbia e irritabilità;
• un genitore a volte presente e affettuoso, a volte no, può suscitare rabbia in quanto il bambino è costretto in uno stato di stimolazione emotiva e corporea, dovuto alla speranza di una vicinanza futura, e poi alla frustrazione della delusione;
• un bambino il cui genitore è sempre arrabbiato vive in continua allerta, in attesa del prossimo scoppio di rabbia; essere impulsivi in un ambiente abusivo è una vera e propria forma di adattamento;
Le cause che possono portare un bambino a sperimentare frequentemente la rabbia sono
molteplici • un’infanzia di botte, violenze verbali e grida può
consolidare nel bambino un circuito ininterrottamente attivato di rabbia;
• l’essere testimone di violenze domestiche; un bambino che vede il padre picchiare la madre (o viceversa) trattiene il proprio dolore e la paura, assumendo un atteggiamento difensivo-aggressivo;
• modelli educativi che si basano sul far provare vergogna a un bambino attivano circuiti rabbiosi e rancorosi. L’origine della rabbia deve essere cercata nell’esperienza infantile di tragica disperazione del trovarsi vis-à-vis con un genitore umiliante. Tale disperazione è fonte di un dolore intollerabile, in quanto vera e propria minaccia per la continuazione e l’esistenza del Sé, ed evoca quindi la più forte difesa possibile dello stesso Sé, sotto forma di rabbia (Sunderland, 2008).
Quattro fondamentali funzioni regolatrici “adulto-
bambino”, per un bambino pieno di rabbia: 1. Sintonizzarsi con l’intensità delle emozioni del bambino, ovvero rispondere all’intensità delle emozioni del bambino
con un’appropriata espressione del viso e il giusto tono di voce, per mostrargli che si percepisce limpidamente la qualità e la forza di quello che prova.
2. Convalidare la sua esperienza, ovvero offrire al bambino l’esperienza di una comprensione
profonda, un riconoscimento di quello che lui è e di quello che prova.
3. Contenere il bambino e le sue emozioni, ovvero riuscire ad essere sufficientemente calmi, forti e
gentili per andare oltre le facoltà emotive del bambino di elaborazione della sua sofferenza.
4. Calmare il bambino, ovvero tranquillizzarlo con un tono morbido e un tocco
gentile (Sunderland, 2008).
La rabbia è spesso attivata quando i propri bisogni non sono soddisfatti.
• I bisogni fondamentali dei bambini sono:– il bisogno di valere qualcosa;– il bisogno di essere accettato;– il bisogno di appartenere a qualcosa e a
qualcuno;– il bisogno di essere amato.
Riconoscere il movente della rabbia è il primo passo per gestire il comportamento
del bambino. • Rosemarie Portman ha elaborato una serie di
giochi cooperativi per insegnare ai bambini la gestione della propria rabbia.
• 1. L‘escluso– I bambini si muovono in una stanza e quando si
incontrano si salutano, si stringono la mano, si scambiano qualche parola. A turno, un bambino, previo accordo, rappresenta l’escluso, cioè sarà sempre ignorato. Il suo compito sarà di farsi accogliere dal gruppo e il gioco finisce quando l’escluso riesce a parlare o a stringere la mano a qualcuno.
• 2. Non rubare il mio posto!– I bambini si siedono in cerchio, con al centro una sedia.
Un bambino prende posto sulla sedia e per 5 minuti deve difenderla da un altro che cerca di contendergliela verbalmente; sono vietati gli atti fisici. Successivamente si scambiano i ruoli.
• 3. Sono arrabbiato come una bestia!– Ai bambini viene chiesto di immaginare di essere un
animale. Inizialmente l’animale è pacifico e non ha intenzioni cattive, successivamente incontra un altro animale con il quale tempo fa ha avuto uno scontro e con il quale è ancora molto arrabbiato. Ai bambini viene chiesto di scrivere o disegnare la propria continuazione della storia.
• 4. Quello che mi dà fastidio è…– Ai bambini viene chiesto di disegnare un cerchio e di
scrivere al suo interno tutto quello che dà loro fastidio. I disegni vengono confrontati e discussi in gruppo al fine di trasmettere la conoscenza di ciò che dà fastidio ai singoli e li fa reagire con rabbia.
• 5. Scoppiare di rabbia– I bambini ricevono un palloncino e lo gonfiano. Poi
ciascuno immagina una situazione che potrebbe portarlo a scoppiare di rabbia e lo disegna su un foglio. I bambini cercano a turno di scoprire cosa provoca la rabbia di un altro bambino a sua scelta. Chi indovina deve far scoppiare il palloncino del compagno.
• 6. Il punto di esplosione– I bambini rispondono alle seguenti domande, scritte su un
cartellone:– Quando mi sento arrabbiato, io….– La cosa che mi fa più arrabbiare è…– Quando mi arrabbio penso che…– Il mio migliore amico mi fa arrabbiare quando…– Quando gli altri sono arrabbiati, io…– Rispondere a queste domande può essere utile per riflettere e
smaltire la tensione.• 7. Quando sono arrabbiato…
– I bambini disegnano ciò che fanno per sbarazzarsi dalla propria rabbia. I disegni vengono confrontati e discussi in gruppo al fine di trasmettere la conoscenza di ciò che può essere fatto per gestire la rabbia.
• 8. Biglietti antirabbia– Dopo uno scatto di rabbia è difficile scusarsi e tornare a
giocare insieme. Può essere utile creare dei biglietti antirabbia con dei messaggi di pace. I biglietti stanno sempre in un angolo della stanza, in attesa di essere utilizzati. Ciascun bambino in caso di necessità può farne uso per inviare un messaggio di pace ad un altro bambino (Portman, 2007; Viola, 2010)
Identità
• Immagine di sé: insieme degli elementi cui una persona fa riferimento per descrivere se stesso ed è frutto della nostra memoria
• Autostima: è la valutazione soggettiva di tali elementi e si basa su una valutazione integrata di diverse componenti (esperienza familiare, amicale, scolastica...)
• Autoefficacia scolastica: fa riferimento al valore che il soggetto attribuisce a se stesso come studente ed è la misura con cui egli si percepisce come “bravo quanto basta” e se riesce a raggiungere i suoi standard di successo scolastico
Immagine di sé e (in)successo scolastico
L'insuccesso scolastico minaccia di l’identità
(Leonardson,1989)
Rappresentazione di sé: percezione
• Giudizi di valore di:– Genitori– Insegnanti– Coetanei– Se stesso
• La solitudine e la vergogna del ragazzo che non capisce perso
in un mondo in cui gli altri capiscono...
Solo noi possiamo tirarlo fuori da quella prigione, sia che
siamo formati per farlo o meno. Gli insegnanti che mi hanno
salvato e che hanno fatto di me un insegnante non erano
formati per questo,... non hanno perso tempo a cercare le cause,
erano adulti di fronte ad un adolescente in pericolo …. ci
hanno letteralmente ripescati. Dobbiamo loro la vita.
D. Pennac, Diario di scuola
• “non sono veloce ma sono bravo”
Alessio, 11 anni
Componenti dell’autostima
• Conoscenza di sé-
• Il Sé e gli altri
• Accettazione di sé-
Autonomia
• sapere come prendersi cura di sé• credere di avere il controllo della
propria vita• saper valutare il proprio grado di
indipendenza e automotivazione
Accettazione di sé
• essere consapevoli dei propri punti di forza
• accettare il fatto che fare errori è naturale
• sentirsi adeguati rispetto alla propria immagine corporea
Il Sé e gli altri
• Conoscere il funzionamento delle relazioni interpersonali
• Comprendere le difficoltà insite nelle relazioni
• Essere consapevoli delle proprie emozioni e di come esprimerle
Conoscenza di sé
• Acquisire un senso di sicurezza su chi sono “io”
• Comprendere le differenze e le somiglianze
Espressione di sé
• comprensione del modo in cui comunichiamo l’uno con l’altro
• imparare a decifrare i segnali che vanno oltre le parole
• riconoscere e apprezzare il modo unico in cui ciascuno di noi si esprime
Fiducia in se stessi
• consapevolezza che ognuno ha il diritto di essere se stesso e che ognuno ha il suo valore
• sviluppare un approccio creativo alla soluzione dei problemi e avere fiducia nelle proprie abilità
Consapevolezza di sé
capacità di restare centrati sul presente
porsi obiettivi stimolanti ma realisticicapire che il cambiamento è una parte
naturale della propria vita
Il ruolo della motivazione ad apprendere
La motivazione ad apprendere
• Allievo motivato– Voglia di imparare– Buona tenuta nello
studio– Senso di
responsabilità verso i doveri scolastici
– Certo grado di sicurezza di sé
• Allievo demotivato– Svogliato– Poco sicuro di sé– Poco in grado di
affrorntare le difficoltà di studio
La motivazione ad apprendere
• Comportamentismo:– Motivazione e
apprendimento sono connessi
– Ruolo del rinforzo– Il bisogno
• Le dimensioni della motivazione ad apprendere– L’obiettivo
Le tre dimensioni della motivazione
• Ruolo attivo dell’individuo, che costruisce la propria motivazione perché
• Modalità con cui l’individuo si percepisce in rapporto a un compito e al risultato conseguito
• Strumenti che l’individuo mette in atto per raggiungere gli obiettivi
Ruolo attivo dell’individuo
• agisce intenzionalmente nell’ambiente
• valuta le proprie capacità prima e durante l’azione
• utilizza i mezzi (strategie) di cui dispone in funzione dell’obiettivo
Autopercezione dell’individuo
• senso di efficacia, autopercezione di competenza, concetto di sé
• rapporto tra prestazione e idea della propria competenza: influenza reciproca
Strumenti e obiettivi
• Strategie di studio• Monitoraggio e autosservazione• Regolazione delle emozioni
pianificare, organizzare, controllare e valutare il proprio comportamento rivolto ad uno scopo
Le ragioni dell’apprendere
• Obiettivi di riuscita (scopo):– di padronanza:
• centrato sul compito (fare e bene)• l’individuo non si confronta con gli altri ma con se
stesso– di prestazione:
• guidati da aspettative sociali• livello di competenze in relazione agli altri
– di evitamento della prestazione: • evitare di mostrare la propria incompetenza rispetto
agli altri– La struttura di obiettivo
• Messaggi sugli obiettivi dominanti in classe-scuola
L’Amore è contraddizione e conflitto.
S.Freud