I Giardini Pubblici di Castelnuovo Berardenga SI

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Foto scattate durante una passeggiata nei giardini di Castelnuovo Berardenga da Fabio Mugnaini

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Promenade d’agosto

A Castelnuovo Berardenga

Mercoledì, 5 agosto 2008. Giardini pubblici del capoluogo.

I giardini conobbero un tempo l’onore del pratino, ma quest’anno non ve n’è traccia.

L’impianto di irrigazione del pratino non sembra funzionare più, ma qualche dispersione d’acqua c’è ancora, e dà vita ad un’oasi, dove vespe e zanzare possono trovare il loro habitat

ottimale.

Da qualche parte col fango ci fanno i percorsi di salute, ma con questo non si saprebbe proprio cosa fare

Tranne qualcuno che ne approfitta per lasciarci una barchetta, con un fazzoletto usato ed una cannuccia

Le pietre del lastricato saltano ( e ci si può allegramente inciampare) ;

le coperture dei pozzetti si rompono, e tutto rimane lì

Intanto si accumulano i segnali dell’uso e dell’incuria, sia dei frequentatori che dell’istituzione

che dovrebbe garantire manutenzione e decoro.

Questa è una parziale antologia dei gusti dei fumatori, per esempio.

Ed anche chi forse ha deciso di smettere lascia un segno del suo passaggio

passando alle caramelle, più innocue, ma non per la pulizia del giardino

Si accumulano i segni del degrado: a ciò che resta di una gruccia (sopravvissuta forse ad un mercato del giovedì) si somma un foulard, caduto o dimenticato. Chissà quando.

Le cose non cambiano se si passa nello spazio giochi per i bambini. Dentro l’area –sommariamente separata dalla

strada statale- la situazione è identica.

I tappeti di materiale sintetico sono, come al solito sommersi dal ghiaino, polveroso, tagliente, e presente senza motivo né

giustificazione in un’area di gioco.

Il cestino è pieno ed anche il terreno, è ampiamente segnato dalla spazzatura dispersa

Si può cercare di riparare verso la piazza, lasciandoci alle spalle i giardini lasciati all’incuria.

Ma anche in piazza

continuano i segni delle abitudini di consumo, lasciati dai passanti

D’altro canto, ormai un pezzo di piazza è tornata ad essere strada, e anche parcheggio

(modifico il colore, così per non fare la spia ai vigili urbani)

Gli arredi urbani risentono della

calura

E si direbbe che nessuno se ne

accorga

Anche il grande vaso di coccio dove cresce l’olivo, sembra

diventato una succursale dei giardini:

Qualche tempo fa, un concittadino, benemerito, vi aveva seminato il basilico, ed il cavolo nero. Non era forse meglio

degli stecchini del gelato?

Gli utenti del bancomat, non si curano di disperdere preziosi dati personali, pur di lasciare tracce del proprio passaggio;

Persino il sagrato della chiesa, oggi che non è usato come parcheggiolascia emergere la spazzatura.

Che cosa ci è successo?

Sono immagini prese in cinque minuti, in un giorno qualunque ( e non dei peggiori)