Post on 15-Aug-2020
transcript
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
I LANCI
Koltai J. 1975 “se osserviamo i bambini, potremo constatare che nei giochi quotidiani eseguono diversi tipi di
lancio ………”
GETTO DEL PESO (4-7,26 KG.)
LANCIO DEL DISCO (1-2 KG.)
LANCIO DEL MARTELLO (4-7,26 KG.)
TIRO DEL GIAVELLOTTO (PALLINA, VORTEX) (600-800 G.)
È comune l’utilizzo del termine lanciare per tutte le specialità
I fattori responsabili della prestazione sono in ordine di importanza:
1. Velocità di uscita dell’attrezzo
2. Altezza del baricentro dell’attrezzo al momento del
rilascio
3. Angolo di uscita dell’attrezzo
4. Fattori aerodinamici
Le specialità dei lanci, incluse nel programma olimpico
possono sembrare diverse soprattutto per due aspetti:
Il tipo di attrezzo usato
Per i movimenti che l’atleta esegue in pedana per
lanciare
Dal punto dei dinamismi tuttavia i lanci sono simili tra di
loro e anche il fine è lo stesso: lanciare l’attrezzo il più
lontano possibile nel rispetto delle norme del
regolamento Internazionale
Le quattro principali fasi tecniche e biomeccaniche comuni a tutti i lanci sono:
FASE D’AVVIO- PARTENZA O PRELIMINARI
FASE DI TRASLOCAZIONE - accelerazione del sistema atleta - attrezzo
FASE FINALE - posizione di forza o DOPPIO APPOGGIO - rilascio dell’attrezzo
FASE DI RECUPERO - evitare il nullo di pedana
118
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
IL GETTO DEL PESO “LANCIARE” dal gesto naturale al gesto sportivo - AA.VV.-EDI-ERMES 1989
Lancio con “traslocazione dorsale” (O’ Brien)
Lancio con rotazione (simile al lancio del disco)
La tecnica dorsale
Impugnatura
Il peso è collocato fra la mandibola, il collo e la
mano flessa dorsalmente. L’attrezzo non deve
essere afferrato , ma posato alla base delle tre
dita centrali normalmente distese e leggermente
distanziate fra di loro; il pollice e il mignolo posti
lateralmente conferiscono all’impugnatura
maggior stabilità.
Il gomito assume un atteggiamento in fuori
basso, in linea con la traiettoria di lancio.
Dopo aver impugnato l’attrezzo l’atleta si
dispone con il dorso rivolto alla direzione di
lancio e con l’avampiede destro vicino al bordo
posteriore della pedana, il piede sinistro è
appoggiato più indietro di circa trenta centimetri.
Mentre il busto si flette in avanti l’arto sinistro
viene avvicinato al destro che si “carica”, da
questa posizione il lanciatore si sposta lungo il
diametro della pedana (traslocazione) tramite
119
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
una decisa spinta della gamba destra ed il
contemporaneo slancio della sinistra. Durante
la fase di volo l’arto destro viene portato
attivamente sotto il corpo al centro della
pedana, mentre il sinistro si abbassa
velocemente in direzione del fermapiedi (il
busto non si muove e lo sguardo è rivolto in
senso opposto a quello di lancio).
Al termine della traslocazione i due piedi
atterrano quasi simultaneamente ed il
lanciatore assume la posizione di
“piazzamento finale”: il busto è in torsione e
flesso in avanti, il peso del corpo grava
prevalentemente sulla gamba destra con
il tallone sollevato ed il piede girato di
circa 45° rispetto alla direzione di lancio.
La gamba sinistra prende contatto
leggermente piegata con la punta del
piede sinistro in linea con il tallone del piede destro. Dalla posizione di piazzamento la
gamba destra dà inizio al finale e spinge portando il bacino verso l’avanti-alto anticipando
così la rotazione del busto ed il movimento del braccio.
Nel momento in cui l’arto destro ha quasi esaurito la sua spinta concludono
contemporaneamente la loro azione la gamba sinistra ed il braccio destro, che imprimono al
peso l’ultimo decisivo impulso.
120
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
Il lancio termina con una estensione di tutto il corpo in direzione dell’attrezzo. Per consentire
alla spalla destra di essere proiettata il più possibile avanti-alto quella sinistra si abbassa
leggermente, mentre il braccio sinistro viene flesso ed avvicinato al corpo.
La tecnica rotatoria
Lo stile di lancio con rotazione ricalca l’esecuzione del lancio del disco, fermo restando il tipo
d’impugnatura dell’attrezzo che per regolamento deve essere tenuto vicino al mento fino al
momento del lancio vero e proprio.
Questa tecnica di lancio consente di
sviluppare una velocità maggiore
rispetto a quella tradizionale (spazio
di accelerazione superiore a 3,5
metri contro i 2,5 metri del dorsale);
caratteristica che unita alle ridotte
dimensioni della pedana eleva la
possibilità di incorrere in lanci nulli.
Dalla posizione di partenza l’atleta
sposta progressivamente il
peso del corpo sulla
gamba sinistra e dà inizio
al movimento che lo
porterà a ruotare in
pedana di circa 360°
attorno al proprio asse
longitudinale. Al termine della rotazione il lanciatore assume una posizione che richiama
121
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
quella della tecnica O’Brien e dalla
quale esegue il finale tramite una
decisa estensione di tutto il corpo in
direzione dell’attrezzo. Dopo il rilascio
l’atleta inverte la posizione degli
appoggi, esegue il cosiddetto
“cambio”.
122
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
A differenza di quanto accaduto in altre specialità dell’atletica leggera, vedi ad esempio il
fosbury che al suo avvento ha in pochi anni fatto sparire il ventrale nel salto in alto, la tecnica
rotatoria ha avuto vita parallela all tecnica dorsale.
Nata negli anni cinquanta quasi contemporaneamente alla traslocazione dorsale che ha
visto come primo interprete O’Brien nel 1952 (prima il peso veniva lanciato con traslocazione
laterale) in questi ultimi anni ha avuto maggior sviluppo arrivando addirittura in Italia a
sopravanzare la tecnica dorsale tra gli specialisti uomini. In campo femminile la quasi totalità
delle atlete utilizza la tecnica dorsale.
123
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
AVVIAMENTO ALLE SPECIALITA’ DEI LANCI
Le esercitazioni propedeutiche per i lanci possono venire suddivise in due gruppi:
1. le attività tendenti allo sviluppo del lanciare come schema motorio di base (8-11 anni);
2. i lanci con la palla medica (12-14 anni ).
Le esercitazioni del primo gruppo verranno proposte essenzialmente in forma di gioco e potranno avere come
scopo la lunghezza o la precisione del lancio.
Gli obbiettivi che ci prefiggiamo in sequenza sono:
• lanciare palloni di media dimensione e peso con movimento ampio degli arti superiori (per alto, per fuori,
per avanti alto, ecc.);
• coordinare la spinta degli arti inferiori e degli arti superiori nelle azioni di lancio ad una e a due mani (con
palle di diversa dimensione);
• combinare la corsa e il lancio a una o due mani;
Al fine di raggiungere tali obbiettivi possiamo proporre le seguenti esercitazioni:
• passaggi e lanci effettuati modificando la posizione del corpo e la traiettoria dell’attrezzo;
• lanci effettuati facendo rimbalzare una pallina in zone obbligate;
• lanci di precisione effettuati su bersagli disposti sul terreno a distanze diverse;
• lanci e passaggi effettuati in forma di gioco;
• lanci effettuati su bersagli in movimento;
• lanci di precisione su bersagli alti, effettuati variando le modalità di lancio.
I lanci con la palla medica rappresentano l’anello di congiunzione tra la fase dell’apprendimento del gesto del
lanciare e le specialità dei lanci vere e proprie.
Le finalità che ci prefiggiamo sono:
• arricchire il patrimonio motorio dell’allievo;
• far acquisire le diverse modalità del lanciare senza dover concentrare l’attenzione sull’impugnatura;
• far “sentire” l’importanza dell’intervento degli arti inferiori e coordinarlo con le azioni del busto e degli arti
superiori;
• irrobustimento progressivo dei gruppi muscolari coinvolti nell’azione di lancio.
A tal fine possiamo proporre le seguenti esercitazioni:
• lanci frontali a due mani dal petto;
• lanci frontali a due mani dal basso
• lanci dorsali
• lanci laterali
• lanci da sopra il capo
• in seguito possiamo proporre forme di lancio più complesse.
124
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
PRINCIPI COMUNI NELL’APPRENDIMENTO TECNICO
l’acquisizione tecnica è un processo complesso legato a continui adattamenti motori ed all’apprendimento
di abilità. Tale lungo processo lo possiamo suddividere in due macro - blocchi:
Apprendimento tecnico basilare: legato alle fasi di apprendimento dei soggetti(età auxologica e
cronologica)
Affinamento tecnico: legato allo sviluppo delle capacità coordinative speciale e fisiche
L’esecuzione motoria dei lanci è un movimento di tutto il corpo
L’accelerazione finale è la risultante di elevate tensioni muscolari sviluppate secondo una catena ben
precisa che partendo dalle gambe passa alle anche, al tronco ed infine viene trasmessa, attraverso gli arti
superiori, all’attrezzo
Nell’approccio alle specialità dei lanci, l’allievo dovrà immediatamente sensibilizzare che l’impulso per poter
lanciare lontano parta dalle gambe
Il finale del lancio è sempre da interpretare non come un “arrivo”, ma bensì come una “partenza” per tutta
la fase di accelerazione successiva
L’allenamento tecnico dovrà creare una rappresentazione motoria corrispondente alle condizioni
menzionate
Non esiste una tecnica senza un controllato intervento di forza, ma non esiste una manifestazione di forza
senza tecnica
PRINCIPI COMUNI NELL’APPROCCIO AI LANCI • il lancio va effettuato in accelerazione
è importante far capire e percepire all’allievo fin dai primi giorni dell’apprendimento tecnico l’esatto ritmo
del lancio, e la sua struttura dinamica , far interpretare il finale del lancio non come un “ARRIVO”, bensì
come una “PARTENZA”
• il lancio inizia con la parte inferiore del corpo
125
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
uno degli errori comuni che l’allievo compie inizialmente, è quello di focalizzare l’attenzione solo su
l’attrezzo e quindi su l’arto lanciante; è fondamentale invece che subito riesca a comprendere che
l’azione inizia con la spinta delle gambe e che quindi più intervengono più l’attrezzo andrà lontano
• il lanciatore è tutt’uno con l’attrezzo
si deve insistere molto su gli esercizi di SENSIBILITA’ con l’attrezzo, avere la giusta padronanza e
sicurezza con l’attrezzo fa sì che l’attenzione focale si possa rivolgere verso altri particolari tecnici
eventualmente richiesti
• lo sguardo dell’atleta nel finale deve essere orientato sempre verso l’attrezzo
con questo semplice accorgimento didattico si può ovviare al rischio di disperdere delle forze
accumulate nel finale di lancio, potendole così trasferire tutte su l’attrezzo. La semplice richiesta fin
dai primi momenti dell’apprendimento tecnico o anche durante i giochi sui lanci, del guardare
l’attrezzo che “vola via” ( quindi porre lo sguardo verso la direzione di lancio) , consentirà all’allievo di
rimanere alto sul “puntello”, permettendo anche alla spalla sinistra di non “cadere “ o ruotare
eccessivamente, errori questi che creano una dispersione delle forze accumulate ed un relativo
mancato trasferimento sull’attrezzo ,o una non esatta pretensione muscolare fondamentale per la
riuscita del finale.
• gli attrezzi da usare devono sempre consentire alte velocità di uscita
soprattutto nelle fasce d’età che abbiamo considerato, la possibilità di utilizzare attrezzi leggeri ha il
duplice scopo:
di facilitare l’apprendimento tecnico, utilizzando strutture ritmiche altamente dinamiche
motivare l’allievo, che è gratificato nel vedere il proprio attrezzo che vola lontano e quindi prova
“PIACERE NEL LANCIARE”
• il lancio deve essere sentito
è un obiettivo fondamentale, che si realizza man mano che la tecnica si evolve, la
”PROPRIOCEZIONE“ del gesto è indice di maturazione tecnica. A tal proposito sono molto
importanti le informazioni di ritorno ( feed back) che l’allievo dà al suo tecnico ; sapere cosa l’atleta
ha provato o “sentito” nell’effettuare il lancio ha una duplice finalità:
consente all’allievo di effettuare un’introspezione tecnica , di rivivere in altre parole il lancio subito
dopo la sua realizzazione . Questo allenamento IDEOMOTORIO gli permetterà di creare un
modello tecnico che con il tempo si affinerà sempre più.
Il tecnico a sua volta utilizza le informazioni di ritorno date dall’allievo per assicurarsi che i “messaggi”
tecnici inviati siano stati effettivamente recepiti.
126
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
• il lanciatore è un atleta
• il lancio deve essere eseguito con la massima decontrazione
• nell’allenamento dei giovani dare la priorità allo sviluppo della tecnica e delle capacità motorie di base
• nell’approccio didattico prima focalizzare l’attenzione sulle posizioni poi sulla velocità di esecuzione del gesto
GETTO DEL PESO
• impugnatura
• lancio da fermo dalla posizione frontale
• lancio da fermo dalla posizione laterale
• lancio da fermo dalla posizione di piazzamento finale
• camminando, lancio con partenza laterale
• traslocazioni dorsali senza lanciare
• calciare un pallone traslocando all'indietro
• lancio completo con traslocazione (tecnica O'BRIEN )
GETTO DEL PESO: ERRORI FREQUENTI
• il peso non poggia sulla radice delle dita
• il gomito è troppo alto
• il peso non appoggia tra la mandibola e la parte anteriore del collo
• durante la traslocazione il busto ruota in direzione di lancio
• l'attrezzo si sposta e non aderisce più al corpo
• durante il piazzamento finale il peso del corpo si sposta sulla gamba anteriore
• durante il finale l'arto posteriore non si distende completamente e il busto si flette
lateralmente
GETTO DEL PESO CON TECNICA ROTATORIA
⇒
⇒
⇒
⇒
⇒
⇒
Lancio frontale
Lancio con ¼ di giro
Lancio con ½ giro
Lancio con 2/3 di giro
Lancio con 1 giro
Lancio completo
127
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
REGOLAMENTO
il lancio deve avvenire da una pedana circolare. Il concorrente deve cominciare il lancio
da una posizione di
immobilità. Al concorrente è
consentito toccare l’interno del
fermapiedi e del bordo di ferro
della pedana.
Il peso deve essere lanciato
dalla spalla con una sola
mano. Nel momento in cui il
concorrente prende posizione
in pedana per iniziare un
lancio, il peso deve toccare od
essere in stretta prossimità
del collo o del mento e la
mano non deve essere
abbassata da questa
posizione durante l’azione di
lancio. Il peso non deve
essere portato dietro la linea delle spalle
Il lancio è nullo se il concorrente, dopo essere entrato in pedana ed aver cominciato ad
eseguire un lancio, tocca con qualsiasi parte del
corpo il terreno al di fuori della pedana, la parte
superiore del cerchio metallico o del fermapiedi o
128
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
si libera scorrettamente del peso durante l’esecuzione di qualsiasi tentativo
Perché un lancio sia valido il peso deve cadere completamente entro i margini interni del
settore di caduta
La misurazione di ciascun
lancio deve essere fatta
immediatamente dopo il
lancio, dal primo punto di
contatto del peso con il terreno al bordo
interno del cerchio metallico della pedana
lungo una linea che passa per il centro
della pedana
129
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
130
S.U.I.S.M. Torino Teoria, Tecnica e Didattica degli Sport individuali(Atletica leggera) Paolo Moisè
131