Post on 01-Jul-2015
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I luoghi della formazione ai saperi
Noi frequentiamo le gallerie non per amore dei pittori ma per amore di noi stessi.
J. Burckhardt
I luoghi della formazione ai saperi
Cultura e suoi artefatti = elementi che mediano la nostra relazione con il mondo e, a mezzo dell’intervento
educativo, la nostra formazione.
Assumono forme, confini e funzioni a seconda dei contesti nei quali licollochiamo.
- museo - biblioteca - scuola
Condividono una natura intenzionale come istituzioni tese a realizzare una progettualità educativa, sebbene
espressa diversamente…idea di sistema formativo integrato
I luoghi della formazione ai saperiIl Sistema formativo integrato: sistema formale
sistema non formale sistema informale
Sistema formale – La Scuola
Ritardi nella qualità delle conoscenze anche a causa di: . dispersione scolastica. analfabetismo linguistico. cultura in pillole degli alfabeti elettronici
Sistema non–formale – Agenzie extrascolastiche intenzionalmente formative
Museo, Biblioteche…Famiglia, Enti locali, Associazionismo, Chiese, Mondo del lavoro, Reteeducativa tradita e delegittimata dalle politiche di investimento del nostroPaese, Macchina tenuta a motore spento, Volontariato: grazie a questo hamantenuto credibilità educativa
I luoghi della formazione ai saperiIl Sistema formativo integrato: sistema formale
sistema non formale sistema informale
3) Sistema informale – Mercato self service dei consumi culturali
. Mare massmediologico ed elettronico smisurato
. Nube che avvolge il fruitore 24 ore su 24
Frabboni ci dice che
Sistema formativo → si presenta come un triangolo scaleno
Lati diseguali : il lato più esteso è quello informale.
Privo di angoli : i lati si presentano slacciati tra loro, separati, non comunicanti.
Lati autarchici, autosufficienti ed autoreferenziali, che danno vita a
modelli cognitivi monoculturali.
I luoghi della formazione ai saperiIl Sistema formativo integrato: sistema formale
sistema non formale sistema informale
A questo si aggiunge che…
Lato formale = lato mediano .Pochi spazi di libertà e autonomia .Massima esposizione temporale
Lato non-formale = lato minor .Molti spazi di libertà e autonomia .Bassa esposizione temporale
Lato informale = lato maior .Non ha limiti di libertà e autonomia .Esposizione temporale non
pronosticabile!
I luoghi della formazione ai saperiIl Sistema formativo integrato: sistema formale
sistema non formale sistema informale
Necessità di un patto pedagogico, di una grandealleanza pedagogica! ↓1) Negoziazione tra sistema formale e non formale.
Scambio scuola – territorio.
2) Inserimento del sistema informale, a patto cheaccetti le sane regole dell’educazione.
↓Per una CITTA’ EDUCATIVA
Museo si occupa di “saperi”
• Li colleziona, li studia, li espone…
• Musei disciplinari, storico artistici, scientifici, della matematica, …
Saperi che si occupano di musei
Museologia, museografia, didattica museale,
discipline del patrimonio culturale,…
Ogni riflessione sul museo si configura come un discorso di secondo livello sul
sapere…
Il Museo“un’istituzione permanente senza scopo di lucro, al servizio della società e del suosviluppo, aperta al pubblico e che effettua ricerche sulle testimonianze materiali eimmateriali dell’uomo e del suo ambiente, le acquisisce, le conserva, le comunica especificamente le espone per scopi di studio, educazione e diletto”, Il Consiglio internazionale dei musei (ICOM)
Def. Descrittiva Def. FunzionaleIstituzione permanente Azioni e scopi:Svolge un servizio pubblico conservazioneRappresenta la cultura, la storia.. ricerca
comunicazione
Carattere pubblico del museo è dato dall’effetto congiunto e sinergico di queste tre attività
E’ quindi un’istituzione culturale che porta con sé (trasmette e costruisce) leepistemologie dei saperi del suo tempo.
Il MuseoLa storia del museo può essere ricostruita proprio a partire dalla storiadel modo in cui sono stati concepiti gli oggetti del sapere:testimonianze di cui nel tempo ha definito implicitamente il valore e lefunzioni.
Nel Cinquecento valore degli oggetti di tipo politico ed economico
Le pratiche della loro acquisizione e conservazione erano legate al lavoro degliaffaristi, mercanti, nobili, le cui collezioni erano rappresentative del loro statussociale.
Epoca illuminista e positivista l’oggetto culturale assume valore conoscitivo
Se osservato empiricamente, infatti, esso disvela la realtà ultima delle cose.Nascono i musei universitari e i primi musei pubblici.
Il MuseoParallelamente a queste tipologie di valore (economico, politico,conoscitivo), gli oggetti sono stati rivestiti di un valore in sé di tipoassoluto legato alla loro rilevanza come prodotti della creatività umana.
Per ragioni estetiche, museo come luogotecniche, di originalità sacro della cultura.delle idee.
Tra Otto e Novecento tendenza alla specializzazione disciplinare che consuma la separazione tra cultura artistica e cultura scientifica e la
frammentazione delle collezioni sino a quel momento esistenti e perdita di importanza degli
aspetti dinamici di studio e ricerca rispetto a quelli statici dicatalogazione esposizione conservazione.
Il MuseoInfine gli oggetti hanno anche un valore testuale, ossia possono essere
interpretati come documenti, come risorsa di informazione: ci dicono chi siamo
stati, chi siamo e chi potremo essere.
Valore economico, politico, conoscitivo, testuale e FORMATIVO…
Non nel senso del disvelamento della verità, bensì al suo opposto, del pungolo
del dubbio che l’oggetto inesorabilmente solleva, o dell’errore che il progredire
della conoscenza nel tempo ha mascherato.
Economico politico = museo come luogo di collezioni di
“rappresentanza”
Conoscitivo e assoluto = museo come luogo sacro della cultura
Testuale e documentario = museo come luogo di studio e ricerca
Formativo = museo come luogo di educazione
La funzione educativa del Museo
“La comunicazione è intrinseca all’opera d’arte; quest’ultima si realizza,
infatti, in modo proprio, e cioè secondo la natura dell’atto che l’ha
generata, solo quando l’atto comunicativo viene contemplato, e cioè
raggiunge con successo i suoi destinatari”, Antinucci.
In questo senso la funzione educativa diventa funzione comunicativa.
Comunicare è lo scopo e la natura stessa degli oggetti che il museo contiene.
L’oggetto culturale davanti al quale indugiamo trattiene in sè un
elemento di conoscenza, in senso lato un “messaggio”, è un segno che
denota un significato…
La funzione educativa del Museo
L’oggetto e il suo significato sono inseparabili.
Porci davanti ad un’opera significa fare esperienzadi quel significato.
Pb: il Museo rende possibile tutto questo?
Il Museo trasmette cultura? Il Museo rende comprensibili agli
spettatori le sue opere?
La funzione educativa del Museo“Oggi come oggi, per quello che oggettivamente è, per come è offerto
al pubblico, per il tipo di educazione che caratterizza la gran parte dei
suoi fruitori, mi sembra difficile che il museo possa trasmettere
cultura alle grandi masse che lo frequentano” (sovraintendente in
carica, già ministro dei Beni culturali).
“I musei odierni (...) non rispondono in generale a quella che dovrebbe
essere la loro esigenza fondamentale o primaria, di essere strumenti di
comprensione delle opere d'arte, cioè non svolgono la loro funzione
educativa di carattere pubblico” (Carlo Ludovico Ragghianti, 1974).
“Le belle opere d'Arte (...) sono quelle che perdono di più ad essere
condannate al ruolo inattivo che le attende nei musei (...) in quel luogo
dove nessun sentimento accessorio prepara l'anima e le dispone alle
affezioni corrispondenti all'opera” (Quatremère de Quincy, archeologo,
1815).
Quale il problema alla base di queste denunce?Dipende solamente dal tipo di educazione, dal livello d'istruzione che ha oggi il pubblico? In parte sì, ma il problema è più vasto.
Trasmettere cultura = trasmettere conoscenze e valori, in
un particolare contesto e con particolari modalità.
COMUNICAZIONE
“Il museo dovrebbe essere, e non è, il
luogo principe della comunicazione dell'arte” (Ragghianti).
Opere d’arte e teoria della comunicazione
Che cos’è un’opera d’arte?
Un’opera d’arte è un oggetto creato dall’uomo quindi, adifferenza degli oggetti della natura, ha in sé un’intenzione
lo scopo che il suo creatore/
autore/ fattore si prefigge
quindi un oggetto d’arte è un oggetto comunicativo e se non svolge
questa funzione cessa ipso facto di essere un’opera d’arte e passa nella
categoria degli oggetti d’uso. Se non sappiamo leggere un libro questo cessa di essere un libro e diviene solo un blocco di carta…
Esporre per comunicare
Se le opere d’arte sono segniche, allora è ovvio che il
museo deve rispettare e rispecchiare questa loro natura
ha il compito di promuovere
l’atto comunicativo che è alla base della loro
generazione e costituzione
se non avviene le opere d’arte decadono ad oggetti d’uso
Opera d’arte segno visivo
la comunicazione avviene solonell’incontro visivo con il pubblico
esposizioneQuindi se il compito primario del museo è la comunicazione, è l’esposizione che deve assolverlo.
Primario significa:a) assolvere questo compito ha la precedenza su altri compiti che
l’esposizione si può prefiggere, e dunqueb) ha la precedenza nel determinare caratteristiche e modalità
dell’esposizione quando queste influiscono su di esso, e dunque ancora - per fare chiarezza –
c) che caratteristiche e modalità così determinate prevalgono in caso di eventuali conflitti
La comunicazione: significante, significato, codice
Che cos’è la comunicazione?È un atto in situazione dove qualcuno comunica qualcosa a
qualcun altro
trasmette conoscenze a chi non le ha
Conoscenze = sono elaborazioni e depositi mentali, stati interni, rappresentati in qualche modo nel cervello.
Ma come trasmetterle dal cervello di un essere umano ad un altro?Occorre perseguire una via indiretta devo trasformare questi
contenuti interni in una formache possa essere percepita dai nostri sensi, dato che solo attraverso i sensi abbiamoaccesso al mondo esterno a noi.
La funzione educativa del MuseoLa possibilità del museo di assolvere alla propria funzione
educativa di acquisizione della conoscenza è di rendere intellegibile il
messaggio che le opere e i sistemi integrati di opere intendono
trasmettere.
Questo implica la consapevolezza pedagogica della complessità del
processo di costruzione dei significati e la gestione delle condizioni per
un’integrazione feconda tra significati personali, culturali e sociali.
Ciò reclama un’analisi critica della pratica museale alla quale la
pedagogia dei saperi può dare un contributo, contemperando le istanze
dell’oggetto e del soggetto.
La Biblioteca
È un luogo estraneo, oggi, alla è strumento di
maggior parte della popolazione? Vs democrazia
cognitiva?
doppio status
Tempio sacro del sapere, luogo Funzione di raccolta e
chiuso, difficilmente accessibile divulgazione del sapere
La BibliotecaLa definiamo come un’istituzione culturale che deve:
1. collezionare e proteggere ciò che è stato scritto;2. garantirne l’accesso e la divulgazione nelle forme che esso assume
nel tempo.
questo luogo, infatti, più di altre istituzioni culturali, porta in sé i segnidelle trasformazioni che le forme del sapere hanno subito nel tempo,nonché le tecnologie che ne hanno sostenuto la trasmissione.
La biblioteca non raccoglie solo il sapere, ma il sapere nelle sue proprie
forme.
La Biblioteca: conservare il sapere e le sue forme
Oggi, nello specifico, si richiede alla biblioteca di adattarsi alle esigenze
dei vari àmbiti disciplinari.
Sono state così istituite vere e proprie biblioteche digitali:
1. biblioteca come zona di controllo;2. biblioteca come insieme di sistemi e servizi;3. biblioteca come catalizzatore.
Biblioteca come zona di controlloTraspone al digitale le funzioni normalmente esercitate sui media tradizionali:acquisizione, conservazione, gestione, nonché elaborazione dei metadati. In questo caso i contenuti digitali sono portati nell’ambiente della biblioteca laquale media la relazione tra editore e utente.Zona protetta e regolata, distinta concettualmente e tecnicamente dalla zona acircolazione libera di internet. Garantisce qualità e accessibilità agli oggetti delsapere.
La Biblioteca: conservare il sapere e le sue forme
Biblioteca come insieme di sistemi e serviziÈ un’evoluzione della precedente, in quanto sposta la sua attenzione dallagestione dei prodotti digitali alla comprensione del contenuto e all’uso di questoda parte degli utenti. Selezione del contenuto e sua messa in relazione con altri(il web raccoglie metadati, costruisce relazioni tra termini e oggetti digitali,ecc).
Biblioteca come catalizzatoreRaccolgono contenuti distribuiti, organizzazioni, strumenti di comunicazione(forum, mailing list) e di analisi utili agli utenti di una particolare comunità. La biblioteca assume, in questo senso, un preciso ruolo sociale: far convergereintorno a tali comunità di informazioni persone che hanno un interesse comunein una certa area tematica.Si fa, così, agente del cambiamento che agisce sui prodotti (come nei duecasi precedenti) ma anche all’interno dei processi della loro produzione etrasmissione…..
…nuova creazione e trasmissione dei saperi…
La Biblioteca: luogo di apprendimento
La biblioteca esercita il suo ruolo di mediazione culturale e contribuiscead assolvere alla sua funzione educativa, attraverso l’attività direperimento, conservazione ed organizzazione del sapere al fine direnderlo accessibile ed utilizzabile.
Attività di reference strumenti informativi e bibliografici,(livello concettuale e tecnico) servizi di consulenza e assistenza,
orientamento personalizzato.
La biblioteca, così, è davvero “istituto di apprendimento” che istruisce isingoli utenti, indipendentemente dal loro status sociale e culturale.
Libro come rappresentante del sapere e come mezzo per la suaacquisizione.
La scuola: saperi come elementi componenti il percorso formativo
Formuliamo un’ipotesi metodologia di progettazione curricolare, seppur
limitatamente alla componente “esplicita” del curricolo.
individuazione e organizzazione dei saperi
Sfondo TEORICO della nostra ipotesi: PROBLEMATICISMO DIDATTICO
Formazione
istanza dialettica e in divenire, conciliazione ed integrazione del
momento eterocentrico (oggetto) e di quello puerocentrico (soggetto).
La scuola: saperi come elementi componenti il percorso formativo
Curricolo dispositivo progettuale in grado di realizzare la conciliazione tra oggetto e soggetto.
A patto che le scelte su che cosa insegnare, come e in funzione di qualiobiettivi, rispondano tanto a
ragioni epistemologiche quanto a ragioni pedagogiche
. Fatte valere dai saperi . Fatte valere dal soggetto
. Si fanno carico dell’istanza eterocentrica . Istanza puerocentrica
. Principio di vigilanza epistemologica che richiede . Condizioni dell’apprendimento di interrogarsi sulle forme didattiche dei saperi in base a fattori di contesto e in rapporto alle loro forme scientifiche individuali.. Occorre progettazione curricolare epistemologicamente scelte culturali e adeguata che salvi dal “tradimento” i saperi didattiche
articolate intorno a MODELLI
La scuola: saperi come elementi componenti il percorso formativo
Modello didattico schema concettuale teorico e metodologico che articola fini e mezzi secondo alcune
opzioni dominanti
si ricorre a processi di unificazione che garantiscano pari opportunità formative a tutti gli allievi
. Modello delle competenze di base individualizzazione
. Modello dei talenti personali personalizzazione
. Modello dei processi cognitivi superiori
. Modello dell’arricchimento culturale
La progettazione curricolare dei saperi è un processo selettivo che si inscrive in
quello più ampio e articolato di trasposizione didattica dal sapere esperto alsapere da insegnare scelte consapevoli sia in ordine ai saperi sia in ordine alle pratiche di
insegnamento/apprendimento.
Criteri per l’individuazione dei saperiDevo scegliere che cosa insegnare
Devo fare salve le ragioni dell’oggetto e del soggetto
adesione ad un’opzione epistemologica + rispetto delle condizioni di
possibilità dell’apprendimento
equivale ad interrogare i saperi in ciò implica individuare contesti
chiave epistemologica: quali sono formativi capaci di dare senso
gli elementi che ne costituiscono alle conoscenze in essi
lo scheletro e la struttura, ecc…? Implicite e tali da permettere
l’esercizio di specifiche forme
di pensiero da parte dell’allievo
Come procedere metodologicamente?
Criteri per l’individuazione dei saperiOccorre ricondurre questi principi a criteri procedurali che nepermettano la traduzione operativa.
hanno funzione regolativa e selettiva non essendo né univoci né esaustivi
1. criterio di essenzializzazione2. criterio problematizzazione dei saperi3. criterio di storicizzazione
Dal punto di vista della progettazione curricolare, significa procedere adun’analisi che individui gli elementi essenziali della disciplina e costruiscaintorno ad essi situazioni problematiche e approfondimenti storici.
Criteri per l’individuazione dei saperi1. Criterio di essenzializzazionePermette l’esplicitazione degli oggetti o delle strutture tipiche della disciplina,
ma anche dei metodi di indagine e dei suoi linguaggi specifici.
statuto della disciplina
Correlato delle sue componenti epistemolgiche
2. Criterio di problematizzazioneConsente di circoscrivere intorno a situazioni problematiche lo specifico modo
di pensare e di agire della disciplina
Tali situazioni si danno come contesti semantici, assimilabili a campi
di attività e d’esperienza nei quali possono essere collocati gli elementi
essenziali della disciplina attraverso processi di “genesi artificiale” del sapere.
Criteri per l’individuazione dei saperi
3. Criterio di storicizzazioneApre la via ad un’immagine antidogmatica dei saperi e allo sviluppo diuna mente critica che pensa e giudica sapendo che le conoscenze scientificheche sostengono il pensiero e il giudizio sono qualche cosa di costruitostoricamente e socialmente.
Mostra quei problemi che hanno originato certe teorie
Messa in forma didattica della disciplina Essenzializzazione Problematizzazione
Storicizzazione
Criterio metodologicamente sovraordinato agli altri dueinfatti è intorno agli elementi essenziali che si costruisce il percorso curricolare come insieme di Sdad un tempo
rappresentative dei saperi e significative per l’apprendimento
Criteri per l’individuazione dei saperi
Essenzializzazione che cosa insegnare
Storicizzazione
come insegnare
Problematizzazione
…all’interno di una medesima opzione teorica che aderisce in senso
epistemologico e pedagogico ad una concezione dei saperi come
sistemi organizzati e formali di conoscenze, ma anche come contesti di
elaborazione di significati.
Opzione teorica e metodologica per la progettazione curricolare
L’analisi disciplinare
compiuta sul criterio di essenzializzazione
dispositivo metodologico
di programmazione didattica
Per ogni sapere disciplinare (Sd) si tratta di individuare degli elementi essenziali
(Ei , i=1, …, n)
sui quali costruire situazioni problematiche, ciauscuna delle quali
sia in funzione di tali elementi
P(Ei, Ej, …i, j =1, …, n)
e tali che eventualmente riproducano la genesi storica
dei saperi St[P(Ei, Ej, …i, j =1, …, n)]