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IAS 36:
IMPAIRMENT TEST
a.a. 2012/2013
Sapienza Università di Roma – Facoltà di Economia – Corso di Economia dei Gruppi e delle Aggregazioni Industriali - Prof.ssa Maria Teresa Bianchi
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Garantire che le attività aziendali siano
iscritte ad un valore non superiore al valore
recuperabile attribuibile alle stesse.
a.a. 2012/2013
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FINALITA’ IAS 36
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Le disposizioni dello IAS 36 si applicano:
• al singolo bene facente parte del patrimonio aziendale;
• alle unità generatrici di flussi di cassa (CGU), unità minima
di aggregazione dei beni ai fini della determinazione dei
flussi, nell’ipotesi in cui risulti impossibile determinare il
valore di recupero del singolo bene da sottoporre ad
impairment test.
a.a. 2012/2013
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AMBITO DI APPLICAZIONE
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INDICATORI DI IMPAIRMENT 1/2 a.a. 2012/2013
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ESTERNI
- Declino nei valori di mercato delle attività, superiore a quanto prevedibile per
effetto del trascorrere del tempo e dell’uso normale del bene; in questa ipotesi è
probabile che il valore recuperabile sia divenuto inferiore al valore contabile,
calcolato tenendo conto del solo ammortamento.
- Si sono verificate nell’esercizio variazioni significative con effetto negativo per
l’impresa nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o normativo in cui
l’impresa opera o nel mercato al quale l’attività è rivolta. Si deve trattare di
cambiamenti o innovazioni che potranno ridurre sensibilmente il valore di mercato
o le modalità di utilizzo durevole di un’attività (es. limitazioni o divieti all’utilizzo
nella produzione di determinati impianti).
- Sono aumentati i tassi d’interesse di mercato o altri tassi di rendimento degli
investimenti ed è probabile che tale aumento comporterà che un incremento del
tasso di attualizzazione utilizzato dall’impresa nel calcolo del valore recuperabile
(es. aumento del rendimento dei titoli di stato, che costituisce il risk-free sul quale è
basato il computo di attualizzazione dei flussi finanziari).
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INDICATORI DI IMPAIRMENT 2/2 a.a. 2012/2013
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INTERNI
- Obsolescenza dei cespiti (tecnologica od operativa).
- Si sono verificati nell’esercizio cambiamenti significativi nella misura o nel modo
in cui un’attività viene utilizzata o si suppone sarà utilizzata (es. programmi di
ristrutturazione del settore operativo; programmi di dismissione di un cespite).
- Vi sono indicazioni derivanti dal sistema informativo interno che dimostrano che i
risultati attesi saranno peggiori di quelli stimati:
• flussi finanziari derivanti dalle attività in oggetto negativi o inferiori alle
previsioni;
• previsioni aziendali di perdite operative nette nel settore o nella business unit in
cui il cespite è utilizzato.
Non sempre – quando si verifica uno dei sintomi indicati – l’impresa è tenuta a
calcolare il valore recuperabile del cespite: se detto valore è già stato calcolato in
precedenza (es. fine esercizio precedente) ed esso si è dimostrato significativamente
maggiore del valore contabile, non è necessario procedere al ricalcolo se tale
margine di valore non si è interamente ridotto o se i sintomi indicati hanno su di
esso una scarsa influenza.
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PERDITA DUREVOLE DI VALORE a.a. 2012/2013
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PERDITA DUREVOLE DI VALORE:
Eccedenza del valore contabile di un’attività rispetto
al valore recuperabile
VALORE ISCRIZIONE
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MINORE TRA
VALORE CONTABILE =
VALORE RECUPERABILE
= MAGGIORE TRA
Costo storico –Fondo ammortamento –Svalutazioni VALORE D’USO VALORE NETTO
DI REALIZZO
VALORE RECUPERABILE
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MAGGIORE TRA
VALORE D’USO VALORE NETTO DI REALIZZO
valore attuale dei flussi di cassa attesi dal
bene
ammontare ottenibile, al netto dei costi di
dismissione, dalla vendita di un’attività
RIDUZIONE PERDITA DUREVOLE DI
VALORE
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VALORE CONTABILE > VALORE RECUPERABILE
PERDITA DI VALORE = VALORE ISCRIZIONE – VALORE RECUPERABILE
FAIR VALUE AL NETTO DEI COSTI DI
VENDITA
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1. La migliore evidenza del fair value (al netto dei costi di vendita) è data dal prezzo pattuito in un accordo vincolante di vendita (binding sale agreement) in una operazione fra parti indipendenti, rettificato dei costi attribuibili direttamente alla cessione dell’asset.
2. Se, per un determinato cespite, non vi è alcun accordo vincolante di vendita, ma è commercializzato in un mercato attivo il valore ricercato è pari al prezzo corrente di mercato (alla data di riferimento della valutazione) al netto dei costi di dismissione. Va considerato il prezzo corrente dell’offerta; se esso non è disponibile, si deve far ricorso al prezzo della transazione più recente.
3. Se non esistono né un accordo vincolante, né un mercato attivo, va stimato il prezzo ottenibile in una libera contrattazione tra parti consapevoli e disponibili, al netto dei costi di dismissione, tenendo conto dei risultati di transazioni per beni analoghi effettuate all’interno dello stesso settore industriale.
VALORE D’USO
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Il valore d’uso è il valore attuale dei flussi finanziari futuri netti che la singola attività è in grado di generare durante la sua prevista vita utile, più il valore attuale del flusso finanziario netto derivante dalla dismissione del cespite alla fine della vita utile. Per la determinazione del valore d’uso occorre, dunque, procedere: 1. alla stima dei flussi finanziari futuri generati dal cespite considerato (in entrata e in uscita); 2. alla stima del flusso finanziario connesso alla dismissione del bene al termine della sua vita utile; 3. all’attualizzazione di detti flussi, il che implica la individuazione di un tasso di attualizzazione appropriato.
VALORE D’USO: CRITERI
DETERMINAZIONE FLUSSI DI CASSA
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Nella individuazione dei flussi di cassa prospettici legati al bene, l’impresa deve operare come segue: 1. la stima dei flussi deve essere basata su ipotesi ragionevoli e sostenibili che tengano conto della condizione dell’azienda e delle aspettative legate al mercato di riferimento; 2. occorre effettuare, sulla base dei piani aziendali, proiezioni analitiche (generalmente non superiori a 5 anni); 3. vanno esclusi i flussi (positivi e negativi) legati ad eventi di carattere straordinario; 4. il flusso derivante dalla cessione del bene va stimato considerando il fair value al netto dei costi di vendita di cespiti similari utilizzati fino alla fine della loro vita utile in condizioni similari a quelle dell’asset considerato. Determinazione dei flussi di cassa: Ricavi operativi monetari (-) Costi operativi monetari (+/-) Variazione crediti e altre attività ( + / - ) Variazione dei debiti e delle altre passività (+/-) Variazione investimenti
VALORE D’USO: ATTUALIZZAZIONE
FLUSSI DI CASSA
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Il tasso di sconto ▫ Il tasso di sconto o di attualizzazione rappresenta il rendimento richiesto da coloro che si accingono a finanziare l’impresa in termini di capitale di rischio e di capitale di debito. ▫ Tale “rendimento” è espresso, secondo indicazioni ricorrenti della prassi valutativa, dal WACC (Weighted Average Cost of Capital) che indica il costo medio ponderato per l’impresa.
VALORE D’USO: ATTUALIZZAZIONE
FLUSSI DI CASSA
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WACC – Il WACC o costo medio ponderato è calcolato come segue: WACC = Ke * We + Kd * Wd * (1 - t) Dove: Ke = Costo dei mezzi propri We = Peso dei mezzi propri Kd = Costo del debito Wd = Peso dei mezzi di terzi t = Aliquota fiscale – Il costo dei mezzi propri è stato stimato applicando la formula del CAPM (Capital Asset Pricing Model).
VALORE D’USO: ATTUALIZZAZIONE
FLUSSI DI CASSA
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CAPM ▫ La formula del CAPM è la seguente: Ke = Rf + Premio di mercato per il rischio x Betal dove: Rf = Tasso di interesse privo di rischio Betal = Beta levered • Il market risk premium individua il maggior rendimento che nel lungo periodo caratterizza le attività rischiose rispetto a quelle prive di rischio. Esso è ottenuto per differenza tra la media aritmetica dei rendimenti azionari e la media aritmetica dei rendimenti dei titoli di Stato. • Il beta indica il rischio della specifica azienda, espresso dalla volatilità del suo rendimento rispetto a quella dell’intero mercato.
VALORE D’USO: ATTUALIZZAZIONE
FLUSSI DI CASSA
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Il valore attuale dei flussi di cassa • L’importo dei flussi di cassa scontati è dato dalla seguente formula: dove: CFt = Flussi di cassa attesi anno per anno n = Durata (in anni) del periodo di previsione analitica del flusso di cassa
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CMC S.R.L. a.a. 2012/2013
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CASO PRATICO:
IMPAIRMENT TEST
PARTECIPAZIONE DI
CMC INTERNATIONAL S.R.L.
IN CMC S.R.L.
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CMC S.R.L. a.a. 2012/2013
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CMC
International
srl
100%
CMC
srl
Controllante: svolge la funzione di holding del gruppo la cui unica attività è quella di gestire la partecipazione nella controllata.
Società operativa: si occupa di produzione e vendita di macchine per imbustamento ed incellophanamento.
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CMC S.R.L. a.a. 2012/2013
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L’acquisizione della CMC srl da parte della CMC International risale ad Aprile del 2008, mediante un’operazione a leva per il tramite della quale gli azionisti storici della CMC srl hanno ceduto al fondo di private equity “LBO Italia Investimenti”
una partecipazione di circa il 70%.
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CMC S.R.L. a.a. 2012/2013
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La CMC opera per il tramite di tre stabilimenti tutti siti in Citta di Castello, occupando circa 164 persone. Si avvale per la commercializzazione di un consistente ufficio commerciale interno che inoltre coordina una radicata rete di vendita (agenti/dealer), coprendo quindi tutti i mercati di sbocco dei cinque continenti. Caratteristiche distintive della Società sono il forte livello di internazionalizzazione delle vendite (circa il 95% del fatturato fuori dell’Italia) e i rilevanti investimenti in R&S. Ad oggi la società vanta un portafoglio brevetti pari a circa 50 brevetti. Dopo aver raggiunto nel biennio 2006-2007 il picco storico del fatturato (circa Euro 34 milioni), la CMC ha risentito nel corso del biennio 2008-2009 della forte crisi che ha colpiti i mercati mondiali. Nonostante la crisi continui a perdurare tutt’ora nei mercati mondiali, gia nel biennio 2010-2011 la Società ha evidenziato forti segni di ripresa, passando da un fatturato del 2009 di Euro 20,3 MLN ad Euro 27,6 MLN nel 2011 (+36% nel biennio).
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CMC S.R.L.: PIANO ECONOMICO
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Pre cons Budget Piano Piano Piano Piano
Euro'000
CMC srl 2011 % 2012 % 2013 % 2014 % 2015 % 2016 %
Vendita Macchinari 25.202 91,2% 27.769 92,9% 33.000 93,2% 38.407 93,4% 40.551 93,6% 41.858 93,6%
Ricambi 1.548 5,6% 1.768 5,9% 2.012 5,7% 2.249 5,5% 2.316 5,3% 2.386 5,3%
Assistenza 643 2,3% 350 1,2% 403 1,1% 457 1,1% 471 1,1% 485 1,1%
Laboratorio 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0%
Ricavi diversi 230 0,8% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0%
Totale fatturato 27.623 100,0% 29.887 100,0% 35.415 100,0% 41.113 100,0% 43.338 100,0% 44.728 100,0%
Costo del venduto 16.083 58,2% 18.091 60,5% 21.198 59,9% 24.475 59,5% 25.832 59,6% 26.684 59,7%
Mdc Industriale 11.540 41,8% 11.796 39,5% 14.217 40,1% 16.638 40,5% 17.505 40,4% 18.044 40,3%
Costi industriali -3.947 -14,3% -3.291 -11,0% -3.627 -10,2% -4.093 -10,0% -4.403 -10,2% -4.521 -10,1%
Costi commerciali -2.416 -8,7% -2.946 -9,9% -2.778 -7,8% -3.317 -8,1% -3.130 -7,2% -3.753 -8,4%
Altri costi fissi -2.822 -10,2% -2.413 -8,1% -2.516 -7,1% -2.640 -6,4% -2.699 -6,2% -2.753 -6,2%
CMC America 0 -119 -121 -124 -126 -129
Ebitda 2.355 8,5% 3.028 10,1% 5.174 14,6% 6.464 15,7% 7.147 16,5% 6.890 15,4%
Accantonamenti FSC -300 -42 -47 -52 -55 -56
Ammortamenti -836 -819 -856 -825 -692 -703
Leasing -41 -41 -41 -41 -41 -41
Ebit 1.178 4,3% 2.126 7,1% 4.230 11,9% 5.546 13,5% 6.359 14,7% 6.090 13,6%
CE CMC srl CE CMC srl CE CMC srl CE CMC srl CE CMC srl CE CMC srl
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CMC S.R.L. a.a. 2012/2013
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Sulla base delle previsioni del management, la crescita del fatturato attesa nel quinquennio sarà conseguita tramite un rafforzamento della rete di agenti/dealer e tramite forte investimenti in innovazione di prodotto. Sono inoltre in corso le trattative per la conclusione di un contratto di distribuzione (firma previste entro febbraio 2012) in esclusiva per alcune linee di business con un importante cliente/distribiture americano: tale contratto dovrebbe assicurare per il prossimo quinquennio un importante volume di ordini minimi garantiti sul mercato americano. Inoltre, è opportuno evidenziare che a seguito della cristi del periodo 2008-2009, alcuni principali concorrenti hanno abbandonato il settore di riferimento della CMC, permettendo pertanto a quest’ultima di poter lavorare anche su queste nuove quote di mercato. Al fine di supportare inoltre la ragionevolezza delle ipotesi dei ricavi di vendita, al 31 dicembre 2011 l’ammontare degli ordini in portafoglio per il 2012 è pari ad Euro 7,2 milioni (pari al 27% del fatturato previsto nel 2012), a cui si aggiungono trattative calde alla stessa data per Euro 7 milioni, con possibilità di concretizzarsi entro Febbraio del 2012.
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CMC S.R.L.: IMPAIRMENT TEST a.a. 2012/2013
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L’impairment test è stato effettuato confrontando il “recoverable amount” della partecipazione (100%) di CMC International in CMC Srl con il relativo valore contabile alla data del 31 dicembre 2011.
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CMC S.R.L.: IMPAIRMENT TEST a.a. 2012/2013
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Il “recoverable amount” è il maggiore tra il prezzo netto di vendita di un asset ed il suo valore d’uso; per prezzo netto di vendita si intende l’importo ottenibile dalla vendita di un asset in una ipotetica transazione tra parti consapevoli e disponibili, al netto dei costi di dismissione, mentre per valore d’uso si fa riferimento al valore attuale dei flussi di cassa futuri stimati che deriveranno dall’uso permanente di un asset e dalla sua dismissione al termine della sua vita utile. Se non è possibile stimare il prezzo di vendita, per valore di realizzo può essere assunto il valore d’uso, quindi i flussi di cassa futuri.
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CMC S.R.L.: IMPAIRMENT TEST a.a. 2012/2013
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Lo IAS 36 prevede che ai fini dell’impairment test debbano essere considerati i flussi finanziari derivanti dalla corrispondente CGU. Nel caso in specie, la CGU per ovvi motivi è stata ipotizzata essere l’intera azienda CMC Sr.l. e pertanto sono stati presi in considerazione i flussi di cassa derivanti dal Piano 2012-2016 della CMC S.r.l..
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CMC S.R.L.: VALORE D’USO a.a. 2012/2013
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dove: W=Valore d’uso dell’attività; F(t)=Flussi finanziari “unlevered” per ciascuno degli n anni considerati nel periodo di proiezione esplicita; F(n)=Valore residuo della sola attività operativa del complesso aziendale alla fine dell’ultimo periodo di previsione esplicita; WACC=Costo medio ponderato del capitale investito.
n
t
n
n
t
t WACCFWACCFW1
)()( )1(1
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CMC S.R.L.: VALORE D’USO a.a. 2012/2013
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Nella successiva tabella sono evidenziati le principali variabili utilizzate per il calcolo dei flussi del periodo 2012-2016 e per il periodo terminale.
DCF 2012 2013 2014 2015 2016 TV
EBITDA 3.028 5.174 6.464 7.147 6.890
Ammortamenti 819- 856- 825- 692- 703-
EBIT 2.209 4.318 5.639 6.455 6.187 6.311
Taxes on EBIT (966) (1.649) (2.083) (2.348) (2.270) (2.316)
NOPLAT 1.243 2.670 3.556 4.107 3.917 3.995
Rettif ica Ammortamenti 819 856 825 692 703
Variazioni di Circolante (506) 402 (695) (772) (431)
CAPEX (700) (700) (700) (700) (700)
Free cash flows from operations - FCFO 856 3.228 2.986 3.327 3.489 3.995
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CMC S.R.L.: VALORE D’USO a.a. 2012/2013
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Nella determinazione dei flussi di cassa operativi per il periodo esplicito (2012-2016), abbiamo effettuato le seguenti principali assumptions: Il carico fiscale è stato determinato applicando un’aliquota IRES del 27,5% sull’Ebit ed un’aliquota IRAP del 3,9% sull’Ebit aumentato del costo del personale. I Capex sono stati ipotizzati pari ad Euro 700 migliaia, costanti per il periodo 2012-2016; Le variazioni del CCN sono state determinate con specifico riferimento alle ipotesi di Stato Patrimoniale effettuate per la redazione del “Piano 2012-2016”. Il flusso per il calcolo del valore residuo è stato ipotizzo pari al NOPLAT, come sopra determinato. Infatti, nel lungo periodo, si è ipotizzato che l’azienda raggiunga uno stato d’equilibrio tale che le variazioni del circolante siano pari a zero e gli investimenti netti d’esercizio siano uguali ai relativi ammortamenti.
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CMC S.R.L.: WACC a.a. 2012/2013
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Ai fini dell’attualizzazione dei flussi finanziari e del valore residuo, deve essere utilizzato un tasso rappresentativo del costo medio del capitale investito nella Società. Tale tasso è denominato Weighted Average Cost of Capital (WACC). Il WACC è definito come segue:
t1iwiwWACC ddee
dove: we Peso attribuito al capitale proprio; wd Peso attribuito al capitale di terzi (debiti onerosi); ie Costo del capitale proprio; id Tasso di interesse medio sul capitale di terzi (debiti onerosi); t Aliquota fiscale media della Società.
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CMC S.R.L.: WACC a.a. 2012/2013
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Calcolo WACC
Calcolo del WACC Valori Fonte
Risk free Rate (RF) 6,00% Fonte: Sole 24 ore 5/1/12, BTP 10 anni
B levered 1,22 Fonte: Damodaran on line, machinery
Market premium (Rm-Rf) 5,80% Fonte: Damodaran on line, Italy
Costo del capitale proprio 13,08%
Costo del debito 6,0% (analisi interna CMC)
Aliquota fiscale (t) 27,5%
Costo del debito (netto imposte) 4,4%
D/E 50,52% Fonte: Damodaran on line, Italy
Capitale proprio/fonti (We) 66,4%
Capitale debito/fonti (Wd) 33,6%
Wacc Nominale 10,1%
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CMC S.R.L.: RECOVERABLE AMOUNT
PARTECIPAZIONE
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La seguente tabella evidenzia i principali parametri utilizzati per determinare il “recoverable amount” della partecipazione alla data del 31 dicembre 2011. Il valore terminale è stato determinato ipotizzando un tasso di crescita g pari a 1%.
Calcolo Recoverable amount Partecipazione
Importi in Euro 000 2012 2013 2014 2015 2016
Valore Attuale flussi di cassa espliciti 777 2.661 2.234 2.260 2.152
Sommatoria VA Flussi di Cassa Espliciti 10.084
Valore attuale del Valore Terminale 27.207
Enterprise Value 37.291
PFN 31 12 2011 9.908
Equity Value 27.383
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CMC S.R.L.: RISULTATO VERIFICA
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Dati in Euro 000 Recoverable Amount Valore Contabile Delta
Partecipazione CMC Srl 27.383 26.983 400
CONCLUSIONE…