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Fondazione Besso di Roma
IL CONFLITTO COME RISORSA E STRUMENTO EDUCATIVO.
Le caratteristiche del conflitto; le principali modalità di gestione del conflitto; alcune strategie per valorizzare la
parte positiva del conflitto.
dott.ssa Fabiola TrojaniPsicologa, Psicoterapeuta, Psicologa Giuridica
CONFLITTO
SINTOMO, CAMPANELLO D’ALLARME, ESPRESSIONE DI UN DISAGIO.
LA DEFINIZIONE DI CONFLITTO
Psicologia Scolastica
PSICOLOGIA SCOLASTICA
Il conflitto va tirato fuori, esplicitato,
compreso ed elaborato.
stima
rispetto
autonomia
comprensione
Dietro ogni conflitto ci sono bisogni umani non soddisfatti:
PSICOLOGIA SCOLASTICA
TIPOLOGIE DI CONFLITTO
Conflitto intrapsichico
Conflitto interpersonale
CONFLITTO INTRAPSICHICO
Riguarda un conflitto interno tra bisogni e motivazioni contrastanti (es., il contrasto tra il bisogno di «autonomia» e il bisogno di «dipendenza» nell’adolescenza)
CONFLITTO INTERPERSONALE
si sviluppa tra due o più persone quando la
soddisfazione di un desiderio o il conseguimento di un
obiettivo da parte del singolo entra in contrasto con i
desideri o gli obiettivi di altre persone.
I MOTIVI DEL CONFLITTO A SCUOLA
Per gli studenti:
Le offese fisiche e verbali con i compagni
(Scuola Materna e Scuola Primaria)
Le divergenze di idee e pensieri con i compagni e
i docenti (Scuola Media e Scuola Superiore)
I MOTIVI DEL CONFLITTO A SCUOLA NEL RAPPORTO
GENITORI-INSEGNANTI
POCA STIMA E POCO RICONOSCIMENTO DEI RECIPROCI RUOLI
Esempio
Dalla parte degli insegnanti: l’insegnante assegna un compito (es. ricerca)da svolgere a casa; i genitori banalizzano e sottovalutano la consegna dataal figlio e lo invitano a non preoccuparsi se non effettuerà la ricerca.
Dalla parte dei genitori: dopo non aver svolto il compito a casa,l’insegnante svaluta e mette in discussione l’educazione ricevuta dallostudente e lo invita a non dare ascolto ai genitori.
I MOTIVI DEL CONFLITTO A SCUOLA NEL RAPPORTO
GENITORI-INSEGNANTI
DISTORSIONE E FRAINTENDIMENTO COMUNICATIVO
Esempio
Dalla parte dei genitori: i genitori, preoccupati delle eccessive note delfiglio, chiedono spiegazioni agli insegnanti. Gli insegnanti possono viverlain maniera distorta come una critica nei confronti del loro operare e, diconseguenza, possono mettersi sulla difensiva.
Dalla parte degli insegnanti: durante i colloqui gli insegnanti fannopresente ai genitori che loro figlio ultimamente ha difficoltà a concentrarsie a svolgere i compiti autonomamente. I genitori possono fraintenderequanto detto dagli insegnanti come una critica nei loro confronti e, diconseguenza, si indignano e si mettono sulla difensiva.
I MOTIVI DEL CONFLITTO A SCUOLA NEL RAPPORTO
GENITORI-INSEGNANTI
DIFFICOLTA’ NEL TROVARE SPAZI E TEMPI PER INTERAGIRE
Esempio
Dalla parte dei genitori: un genitore fa presente all’insegnanteche, per motivi di lavoro o di salute, non potrà essere presente alcolloquio genitori-insegnanti prestabilito. L’insegnante siirrigidisce e non si rende disponibile a ritagliare un altro spazioperché troppo oberato dal lavoro e dagli incontri istituzionali.
Dalla parte degli insegnanti: alcuni genitori, ignorando la regolache non si può entrare in classe durante lo svolgimento dellelezioni, entrano in aula per parlare con gli insegnanti perchéhanno difficoltà a trovare altri momenti a causa degli impegnifamigliari e di lavoro.
I MOTIVI DEL CONFLITTO A SCUOLA NEL RAPPORTO
GENITORI-INSEGNANTI
CONFUSIONE DI RUOLI
Esempio
Dalla parte dei genitori: gli insegnanti invitano i genitori ad evitaredi segnare il figlio al catechismo o ad una determinata attivitàsportiva perché per i ragazzi possono essere più utili altre cose.
Dalla parte degli insegnanti: la famiglia ritiene che la quantità dicompiti assegnata sia eccessiva e si lamenta direttamente con ilDirigente Scolastico, senza confrontarsi prima con il team deidocenti.
I MOTIVI DEL CONFLITTO A SCUOLA NEL RAPPORTO
GENITORI-INSEGNANTI
PAURA DI SENTIRSI GIUDICATI
Esempio
Dalla parte dei genitori: l’insegnante, di fronte alle difficoltà diapprendimento dello studente, si lamenta con i genitoriattribuendo la causa alla situazione famigliare che il ragazzo vive.
Dalla parte degli insegnanti: i genitori, preoccupati per losvolgimento del programma, durante i colloqui con i docenti fannocontinui riferimenti al fatto che i ragazzi di un’altra sezione stannopiù avanti, fanno più ricerche, ecc..
I MOTIVI DEL CONFLITTO A SCUOLA NEL RAPPORTO
GENITORI-INSEGNANTI
MANCANZA DI ACCORDO TRA «LA COPPIA GENITORIALE» O TRA «IL TEAM DOCENTI»
Esempio
Dalla parte dei genitori: durante i colloqui un docente afferma che ilragazzo è particolarmente agitato durante le lezioni e un collegasmentisce affermando che non gli sembra così agitato! In questo caso igenitori, confusi, sono portati ad assumere un atteggiamento diffidentenei confronti del team dei docenti, oppure ad allearsi con l’insegnanteche rimanda un’immagine positiva, svalutando e isolando l’altroinsegnante.
Dalla parte degli insegnanti: durante i colloqui un papà afferma che ilfiglio avrebbe bisogno di maggiori regole a casa e la moglie disconfermaaffermando che i ragazzi devono essere lasciati liberi. Entrambi cercanol’appoggio dell’insegnante che può sentirsi «triangolato» e può reagiremettendosi sulla difensiva o alleandosi con uno dei due genitori.
IL CONFLITTO A SCUOLA
Il conflitto, a scuola, può esprimersi attraverso: atteggiamento di evitamento interazioni aggressive adozione di comportamenti non adeguati reazioni psicologiche di «paura» (ansia, fobie, ecc.) reazioni fisiche e lamentazioni di malattie reazioni depressive
LE FUNZIONI DEL CONFLITTO
Il conflitto può avere le seguenti funzioni:
funzione di «adultità» funzione di «trasgressione» Funzione di «visibilità»
GLI STUDENTI SI ASPETTANO DAGLI INSEGNANTI…
ASCOLTO
RICONOSCIMENTO
FIDUCIA
LA FAMIGLIA SI ASPETTA DAGLI INSEGNANTI…
RASSICURAZIONE… sull’essere un «bravo
genitore» e sulle potenzialità del figlio.
GLI INSEGNANTI SI ASPETTANO DAGLI STUDENTI E DALLE
FAMIGLIE…
RISPETTO… del proprio ruolo
FIDUCIA… nel proprio operato
LA GESTIONE DEL CONFLITTO
Promuove le «life skills», ossia le abilità cognitive, emotive e relazionali che
consentono agli alunni di operare con competenza sia sul piano individuale che su
quello sociale.
Potenziare la comunicazione efficace
Potenziare l’autostima Potenziare l’assertività Potenziare le abilità di «problem
solving»
ATTIVITA’ DA POTER SVOLGERE
Utilizzo di questionari per l’analisi della situazione (SEDS-Test dei problemi comportamentali ed emozionali- Edizioni Erikson)
Utilizzo delle favole (es. «La Volpe Giulia» e «Il Drago Mattia» della Erikson)
Utilizzo del «Messaggio Io » e «Ascolto Attivo» di Gordon
Utilizzo di attività di Circle Time e ProblemSolving
Circle time
un piccolo gruppo di discussione su un argomento o problema in cui l’adulto ha il compito di
“facilitare” la discussione senza nessuna funzione autoritaria con l’obiettivo primario di creare un clima collaborativo e amichevole fra i ragazzi.
Il circle time promuoveconoscenza reciproca più approfondita
senso di appartenenza sviluppo di rapportie coesione di gruppo interpersonali più gratificanti
scambio di opinioni su argomenti
Il circle time, da un punto di vista tecnico, richiede:
La disposizione delle sedie in circolo: fondamentale per garantire una comunicazione realmente circolare
Criterio per decidere quale argomento sarà trattato
La durata della discussione: di circa 50 minuti Rispetto di regole ( non interrompere chi parla, accettare il
punto di vista dell’altro, non deridere, non umiliare)
IL PROBLEM SOLVING Il “problem solving”( l’arte di risolvere i problemi), è
una delle tecniche utilizzate per la gestione dei conflitti .
Il problem solving non è una tecnica standard, è un atteggiamento mentale; ha bisogno di flessibilità e creatività.
Il problem solving permette di cambiare punto di vista allargando gli orizzonti
Ogni nuova soluzione ha inizio con un buon brainstorming che letteralmente significa “ tempesta cerebrale”.
IL PROBLEM SOLVING
E’ una tecnica cooperativa per gestire i conflitti, sia tra insegnante e alunno, che tra due o più alunni, fino a
coinvolgere l’intero gruppo classe.
E’ una tecnica che permette di non lasciare “vincitori e vinti”.
Il Problem Solving si svolge in sei fasi:
1. individuare il problema2. proporre le possibili soluzioni3. valutare le varie soluzioni4. individuare la soluzione migliore5. stabilire in che modo attuare la soluzione
prescelta6. accertarsi che la soluzione prescelta abbia
effettivamente risolto il problema.
IL PROBLEM SOLVING
LA GESTIONE DEL CONFLITTO
INTERVENTO DI UNA TERZA PERSONA:alcune situazioni di conflitto a scuola possono richiedere l’intervento di una terza persona, il cosiddetto «mediatore», che deve possedere due caratteristiche: essere equidistante dalle parti in conflitto essere super partes
Bibliografia Relazioni affettive. I sentimenti nel conflitto e
nella mediazione, Ritagrazia Ardone e Claudia Chiarolanza, 2007, Il Mulino
Mediare i conflitti a scuola. Presupposti teorici e intervento psicosociale, Ritagrazia Ardone, 2003, Carocci Editore
I conflitti a scuola. La mediazione pedagogico-didattica, Elisabetta Nigris, 2002, Bruno Mondadori