Il viaggio degli schiavi (Gaia)

Post on 19-Jun-2015

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Il viaggio degli schiavi

In circa tre secoli, a partire dal XV secolo, quasi 12 milioni di Africani sono stati deportati nelle Americhe e i sopravissuti al viaggio venduti come schiavi.

La pratica di deportare schiavi africani verso le Americhe fu un elemento fondamentale della nascita e dello sviluppo delle colonie europee prima del Sud e Centroamerica e poi anche nel Nordamerica.

Un commercio “onesto”

Gli schiavi erano considerati una delle merci comunemente trattate nei commerci internazionali.

I negrieri erano i mercanti di schiavi

Erano considerati con maggior rispetto perché erano imprenditori di successo.

Gli Europei ritenevano che portando gli africani in un mondo civilizzato, offrisse loro la possibilità di convertirsi al Cristianesimo.

Gli Africani cominciarono a considerare gli Europei come dei malvagi che si arricchivano sfruttandoli e così nacque l’ostilità verso i bianchi.

Il ricevimento

Allo sbarco degli Europei, il comandante della nave era ricevuto dallo yovogan, il responsabile dei commerci con i bianchi.

La trattativa coi re

Le navi negriere arrivavano sulla costa occidentale dell’Africa, attorno al Golfo di Guinea chiamato Golfo degli schiavi.

I mercanti contrattavano coi re locali, ai quali offrivano alcolici, armi, polvere da sparo, perline prive di valore e tessuti scadenti di lana e di cotone.

La tratta degli schiavi

Con “la tratta degli schiavi” si indica un commercio di uomini ridotti in schiavitù e la maggior parte degli Africani era stata resa schiava da poco.

La consegna degli schiavi

Le trattative tra i negrieri e i re Africani erano lunghe e difficili e al termine delle discussioni, un guardiano consegnava ai bianchi lunghe file di schiavi incatenati insieme.

La traversata atlantica

La traversata atlantica avveniva in condizioni disumane e gli schiavi venivano messi in normali navi mercantili.

Nelle stive venivano alloggiati gli schiavi , generalmente 600 persone, cioè il 50% in più di quante una stiva di quell’epoca potesse contenere.

Gli schiavi venivano denudati e rasati per limitare il diffondersi dei pidocchi e subito portati nella stiva.

Gli Africani venivano, 2 volte alla settimana, fatti salire sul ponte della nave per essere lavati con energici spruzzi d’acqua e ogni 15 giorni venivano loro tagliati i capelli.

Gli schiavi venivano incatenati a coppie con delle cavigliere di ferro e marchiati a fuoco sul petto e sulle spalle.

Le stive erano areate solo da alcune aperture sui fianchi della nave e gli schiavi venivano portati sul ponte 2 volte al giorno per mangiare e bere a volte un po’ di rum.

Le donne erano solo un centinaio ed erano alloggiate a prua, sotto la cabina degli ufficiali, sempre in spazi stretti ma con più libertà di muoversi.

Anche i marinai faticavano a vivere per mesi in spazi ridotti e dormivano a turno sulle amache situate sul ponte della nave.

Le perdite

Il 20% dei deportati moriva di scorbuto e certi si buttavano in acqua per la disperazione.

I mercanti stavano molto attenti a non perdere troppi schiavi e così cercavano di navigare non più di due mesi.

L’alimentazione era variabile ma c’era un problema: l’acqua potabile.Le riserve d’acqua si infettavano facilmente e si riempivano di vermi.

Le ribellioni

Di notte gli schiavi erano chiusi e incatenati nelle stive e lì avvenivano delle rivolte, sempre più frequenti nel passare delle settimane.

Le rivolte si verificavano la mattina, all’apertura dei boccaporti.Durante la notte, gli schiavi, erano riusciti a togliersi le catene.

La maggior parte delle ribellioni fallivano e se una di esse aveva successo, la nave su cui era avvenuta, in genere, andava alla deriva.

Lo sbarco nelle Americhe

Prima di sbarcare, le autorità tenevano le navi in quarantena in modo da avere la certezza che non vi fossero epidemie a bordo.

Gli schiavi venivano nutriti meglio, sul corpo veniva loro cosparso dell’olio di palma e il medico si accertava delle loro effettive condizioni.

Gli schiavi venivano messi all’asta su dei tavoli o su delle botti così potevano essere visti bene da tutti.

Gli schiavi, dopo essere acquistati, venivano marchiati a fuoco con le iniziali del nuovo padrone, veniva dato loro un nuovo nome ed erano condotti nelle piantagioni.

La vita nelle piantagioni

Gli schiavi erano destinati alle grandi piantagioni

Indispensabili in Brasile

In Sud America, in ogni piantagione, c’erano tanti schiavi che, vivendo insieme, conservarono la loro identità culturale.

Nell’America del Nord, gli schiavi, erano suddivisi tra tanti proprietari e formarono un’etnia afro-americana.

I guadagni dei negrieri

La tratta degli schiavi era l’attività più redditizia per un mercante del 600 e dei secoli successivi.

Le merci che i negrieri davano ai re africani valevano pochissimo, mentre i ricavi delle vendite erano anche 2000 volte superiori ai costi sostenuti.

I beni di lusso per l’epoca

Le merci per l’Europa erano beni di lusso molto richiesti dai ricchi Europei del tempo: zucchero, caffè, cioccolata, cotone e soprattutto l’indaco.

Il trasporto fruttava molto denaro ai negrieri aggiungendosi ai grandi guadagni già realizzati col commercio umano.

Prodotto da Gaia

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