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7/23/2019 Introduzione Allestetica Come Filosofia Dellarte- F. Focosi
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Cos lestetica
Estetica come teoria della sensibilit
Estetica come filosofia dellarte
Estetica come teoria della bellezza Estetica come filosofia dellesperienza
Da Paolo DAngelo, Tre modi (pi uno) dintendere lestetica,Aesthetica Preprint Suppl 25 (2010), pp. 25-49 e (dove
specificato) da Tiziana Andina, Filosofie dellarte, da Hegel a
Danto(Carocci, 2012)
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Estetica come teoria della sensibilitriferimenti storico-teorici
Estetica come scienza della conoscenza sensibile (gnoseologiainferior rispetto alla logica), che studia le sensazioni, e a partire daci fornisce principi allo studi delle arti liberali; da Baumgarten,Estetica(1750-58)
Estetica come filosofia del senso, ovvero di condizione sentita e nonappresa intellettualmente (senso qui inteso sia come organodellesperienza sensibile, sia come significato o valore); da Garroni,Senso e paradosso, 1986.
Estetica come percettologia, ovvero come teoria dellapparire,della conformazione sensibile di un oggetto percettivo ( da MartinSeel), o atmosferologia, ovvero come studio delle sensazioni edegli stati affettivi che si provano, sono avvertiti, quando facciamocerte esperienza, quotidiane o della natura pi che dellarte (daGernot Bhme)
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Estetica come teoria della sensibilitproblematiche
Della sensazione e della percezione si occupano gi la psicologia e lescienze cognitive: che contributo pu dare la riflessione filosofica?
Se anche tale contributo vi fosse, perch non estenderlo allo studio deifenomeni artistici o del bello naturale?
Non tutte le sensazioni o percezioni di atmosfere sono esperienze
estetiche: udire un fruscio nel buio non come ascoltare una sinfonia,vedere fiumi o alberi non come vedere un paesaggio
Non tutte le esperienze estetiche sono sensibili o percettive: la lettura diuna poesia o di un romanzo ha pi a che fare con limmaginazione, con ilrappresentarsi cose assenti (ovvero, non presenti ai sensi); opere come i
ready-made sono arte pur condividendo le propriet percettive conoggetti comuni, mentre oggetti comuni come quelli della Apple non sonoarte, pur avendo un aspetto che colpisce locchio per la sua eleganza (v.Andina, pp. 20-21)
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Estetica come filosofia dellarteriferimenti storico-teorici
Estetica come filosofia dellarte: disciplina specialistica, in quantodiretta a un ambito circoscrittole opere darte di cui si voglionodeterminare i confini rispondendo a domande come che coslarte? Che differenza passa tra un oggetto comune e unoperadarte?, attraverso lelaborazione di una definizione che ne
individui le propriet condivise, le condizioni necessarie e sufficientidi appartenenza a quella classe; a partire da Batteux, Le belle artiricondotte ad unico principio (1746) e successivamente da Hegel(Lezioni di estetica; cfr. Andina, pp. 12-9)
Estetica come filosofia della critica darte, che cerca di risolvere i
problemi filosofici (non solo relativi alla definizione) attraversolanalisi e la chiarificazione linguistica dei discorsi critici (formalizzatio ordinari, esplicativi o descrittivi) sullarte; a partire da Beardsley,Aesthetics: Problems in the Philosophy of Criticism (1958)
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Estetica come filosofia dellarteproblematiche
Restringendo lorizzonte alle sole opere darte, non si affrontano problemi
tradizionali della riflessione estetologica come il bello naturale,
lesperienza estetica
Cercando di definire lambito delle arti belle, o della arti alte o
davanguardia, si escludono dallorizzonte le arti popolari, di massa, il
kitsch, fenomeni sempre pi importanti
Nella realt, sembra si possa distinguere cosa arte da cosa non lo senza
lausilio di una definizione (cfr. Andina, ibid.)
[esistono risposte a tutte e tre le obiezioni; cfr. infra]
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Estetica come teoria della bellezzariferimenti storico-teorici
Nellantichit, le riflessioni sulla bellezza, pur diffuse, sono inizialmenteindipendenti dallarte, legate piuttosto al bene, alla sfera dellagire; vediPlatone e Aristotele.
Progressivamente, da Cicerone, Plotino, si afferma una nozione di bellezzaideale, in quanto perfezionamento della realt (di cui si selezionano leparti migliori e si eliminano le imperfezioni) guidato dalla elaborazione
mentale del genio o dalla contemplazione delle forme ideali. Questo tipodi bellezza si realizza nelle arti: la riflessione sulla bellezza, connettendosicon la costituzione del sistema delle belle arti, alla base del battesimosettecentesco dellestetica; in questo secolo proliferano saggi sul bello(Crousaz, Andr, Hutcheson, Winckelmann).
Dopo una lunga fase di appannamento (Ottocento e prima metNovecento), in cui la bellezza affiancata e superata da altre categorie (tracui, il brutto), lidea dellestetica come comprensione filosofica dellebellezza tornata prepotentemente alla ribalta in tempi recenti, in areaanalitica (Danto, Mothersill, Zangwill, Sartwell) e continentale (Zecchi,Julien, ecc.), e nella neuroestetica (Zeki, Ramachandran), la quale mira afondare, a livello neurologico, alcuni principi tradizionali della bellezza.
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Estetica come teoria della bellezzaproblematiche
Affermare limportanza della bellezza in quanto concetto normativo e nonsolo descrittivo, equivale a riaffermare la centralit del valore esteticonellesperienza dellarte: tuttavia si rischia di offuscare gli altri valore chelarte possiede.
Se ad essere sostenuto anche un concetto descrittivo di bellezza, in
quanto armonia e proporzione, si ricade nel vagheggiamento di idealiclassici e nel rifiuto moralistico di molta arte contemporanea. La maggiorparte dellarte contemporanea e del Novecento non ha a che fare conperfezione e bellezza (Guernicadi Picasso, ad es., non bella, perlomenonon in senso tradizionale: cfr. Andina, p. 25)
I principi che le indagini neurologiche di per s ottengono, corroborano
principi gi conosciuti (simmetria, bilanciamento, ordine) senza riuscire aspiegare come essi possano accordarsi tra loro (ad es., con liperbole,lesagerazione, ecc.), il che pu essere fatto dallestetica, quando per nonelevi a norma universale del gusto un criterio particolare (quale puessere considerato la bellezza).
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Estetica come filosofia dellesperienzariferimenti storico-teorici
Estetica come filosofia dellesperienza estetica, in quanto raddoppiamentodellesperienza ordinaria, i cui caratteri sono insieme attenutati (in virtdel disinteresse e del distacco) e intensificati (nel loro aspetto qualitativo,svincolato da scopi conoscitivi o pratici). Tale esperienza peculiare, manon esclusiva, dellarte, in quanto capace di reduplicare i contenuti e le
forme , dando loro una nuova organizzazione e finalizzazione e creandocos un mondo di finzione, in cui non si hanno vere conoscenze edemozioni, ma si accumula una riserva di esperienze possibili.
Antecedenti storici: Aristotele (per la concezione della mimesis non comecopia, ma come diretta al verosimile), Bacone/Vico (per il collegamento traarte e immaginazione o fantasia), Cartesio (per la centralit del soggetto
nel rapporto col mondo), Kant (per i concetti di disinteresse e liberogioco), Schiller (per la dimensione ludica dellesperienza estetica), Dewey(per la continuit tra esperienza estetica ed esperienza ordinaria), Jauss(per la sua difesa dellesperienza estetica in quanto fonte di godimenti e divalore).
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Estetica come filosofia dellesperienzaproblematiche
Secondo alcuni (es., Dickie, Danto) non esiste qualcosa comeunesperienza distintamente estetica, ma solo una diversa forma diattenzione (pi concentrata) in quanto riservata alle opere darte oalla natura. Se si afferma la centralit dellesperienza esteticadellarte, come dar conto di quelle arti (ad es., concettuali o
performative) che sembrano farne a meno? [il vantaggio invece didar conto dellimportanza dellarte nella vita delluomo]
La separazione dellestetico dal mondo comune risponde a unavolont tipicamente occidentale di imposizione di potere culturale[tuttavia, si possono avere esperienze estetiche anche in assenza diun repertorio concettuale e linguistico che cos le definisca; inoltre,
tale repertorio naturalmentediffuso e utilizzato, anche in settorinon artistici]
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Filosofia dellarte: le origini
settecentesche
Esigenze originarie
Il sistema dellestetica
La prima definizione dellarte
Da Charles Batteux, Le belle arti ricondotte ad unico principio
(1746), Aesthetica (Palermo, 1992), pp. 7-50, e Andina,
Filosofie dellarte, da Hegel a Danto(Carocci, 2012), pp. 45-9.
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Batteux: esigenze / sistema
Esigenza di autonomia (a partire dal Rinascimento):
separazione del dominio delle arti da quello delle scienze,
delle arti liberali (rivolte al piacere: tali sono musica, poesia,
pittura, scultura, danza) da quelle meccaniche (abilit
pratiche, artigianali volte allutile secondo il significatooriginario di ars -, al soddisfacimento dei bisogni delluomo)
Esigenza di sistematicit: costituzione del sistema delle arti
(con metodo scientifico), riconducendone i principi particolari
(sin troppi) a un unico principio (del bello e di questioni similisi parla molto, ma si conosce poco), a una definizione esatta
(pp 31-36) che catturi le propriet comuni alle arti.
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Batteux: la definizione mimetica delle
arti
Larte (pittura, scultura, danza, musica, poesia) imitazione della bella natura espressa con i colori, irilievi, gli atteggiamenti, i suoni, il discorso misurato
Scopo delle arti di procurare un nuovo ordine dipiacere (v. DuBos)
Il genio non deve copiare servilmente, non deveimitare la natura tale e quale essa , ma deveperfezionarla, selezionandone le parti migliori (p.37),
per un creare un mondo verosimile, fittizio ma chepossiede i caratteri della realt (v. Aristotele)
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Filosofia della (critica dell) arte:
lestetica analitica
Visione filosofica: cosa significa fare analisi
Stile filosofico
Principali problemi affrontati Prospettive attuali
Da Simona Chiodo, Che cosa arte, pp.XV-XXXII; Paolo DAngelo,Elementi di estetica analitica, pp. 7-23; F. Focosi, pp. 25-7.
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Estetica analitica: visione filosofica
Punto di partenza: separazione tra linguaggio che ha verit(scientifico) e linguaggio che non ha verit (poetico): da Frege,Russell
Sviluppo successivo: fare filosofia significa fare analisi dellinguaggio, ovvero: a) sostituire i concetti e le forme del discorsocomune (laddove manchevoli) con un linguaggio / uso dei concetti /modello di discorso ideale, artificiale, ad hoc, che permetta unadescrizione esatta della realt (da Carnap), ma il cui criterio dicorrettezza la coerenza logica interna, non la corrispondenza almondo; b) descrivere, cercare di comprendere e sciogliere gli
enigmi dei giochi linguistici che caratterizzano il linguaggioordinario, luso comune delle parole; riformulandolo etraducendolo, se ne coglie il significato, e con esso il mondo, che nellinguaggio si specchia (da Wittgenstein)
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Nascita dellestetica analitica: analisi/chiarificazione del linguaggio
critico (specialistico e non) relativo allarte, laddove vago e confuso
(dunque, metacritica), i problemi estetici essendo relativi al modo incui le parole vengono usate, (al modo in cui) i concetti vengono
impiegati per creare e pensare larte.
Da una iniziale sfiducia nella capacit di assolvere a tale compito
(Passmore, in unantologia del 1954, parla di squallore dellestetica),
si passa a un rinnovato ottimismo (Margolis, nel 1962, eloger la
forza sorprendente delle posizioni che si stavano sviluppando),
attestato dalla straordinaria densit di monografie, introduzioni e
antologie pubblicate in area anglosassone negli anni Ottanta e
Novanta, e dalla qualit e continuit del dibattito che animanotuttora le principali riviste di studi di estetica analitica (la rivista
americanaJournal of Aesthetics and Art Criticism, fondata nel 1942,
e la rivista inglese British Journal of Aesthetics, fondata nel 1960).
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Estetica analitica: stile
Argomentazione chiara, standardizzata e aperta:
dichiarazione degli obiettivi / esposizione della tesi centrale
definizione ed esemplificazione dei termini adoperati
esame delle confutazioni ed eventuale escogitazione dicontroesempi o rimodulazioni della teoria proposta allinizio
Loggetto di analisi circoscritto a questioni specifiche (ad es.,
alle singole arti)
Linteresse analitico e descrittivo, non storico e biografico: simira ai problemi e si lasciano da parte gli autori (quasi come
in un lavoro di laboratorio, che analizza oggetti estratti dalle
loro procedure genetiche)
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Estetica analitica: problemi
rilevanti Definizione dellarte, identificabilit degli oggetti artistici
Rapporto tra esteticit e artisticit
Ontologia dellarte / modi di esistenza delle opere darte
Temi (interconnessi) della rappresentazione,dellesemplificazione e dellespressione
Natura delle propriet estetiche (e conseguente validit dei
predicati che le contengono) in quanto qualit terziarie
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Estetica analitica: pregi, difetti e
prospettive Difetti: il chiudersi nella propria tradizione (autori analitici di lingua inglese), la
mancanza di una prospettiva storica che guardi oltre, fa correre il rischio della
fallacia della ignoratio elenchi e attribuisce al capostipite della discussione un
peso che non sempre in grado di sostenere
Pregi:
il circoscrivere il dibattito a un numero limitato di autori (recenti e omogenei)
gli dona una intensit altrimenti difficilmente ottenibile (si pensi alla ripresa e
allapprofondimento dei medesimi temi)
Lo stile argomentativo scientifico favorisce la dimensione di sforzo
collettivo e costruttivo delle discussioni di volta in volta intraprese (si pensi alla
fitta rete di obiezioni e repliche che circonda le teorie pi interessanti) Prospettive: la distanza tra analitici e continentali si sta gradualmente
riducendo: da un lato, gli analitici sono tradotti e studiati e i loro problemi
(solitamente estranei allestetica continentale, soprattutto il primo e il quinto)
affrontati; dallaltro, gli analitici contemporanei si stanno sempre pi aprendo
ad autori e tematiche che fuoriescono dalla loro orbita originaria
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Il problema della definizione
dellarte nel Novecento
Ragioni generali
Esigenze particolari
Da Warburton, pp.IX-XXIII; Andina, pp. 16-7, 48-9, 52-5;
Beardsley,An aesthetic definition of art, 1983, pp.15-17;
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Definizione dellarte: ragioni
generali Ragioni teoretiche: ogni filosofia dellarte dovrebbe conoscere
la natura delloggetto di cui si occupa, e a quali oggetti la
teoria in questione potr applicarsi
Ragioni culturali: per capire a fondo una cultura, necessario
conoscere la caratteristiche distintive delle attivit perseguite
dai loro membri, come pure le ragioni che li motivano a
perseguirle
Ragioni pratiche: tanto i critici (esperti e non) e gli storici
dellarte, quanto i legislatori e operatori del settore, hannobisogno di criteri che permettano di identificare le opere
darte, di strategie per apprezzarle, di motivi per finanziarle
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Definizione dellarte: esigenze
particolari Diversificazione delle pratiche artistiche nel Novecento, che
mettono in crisi il paradigma imitativo
Comparsa delle arti concettuali, ready-made, performance,
che mettono in crisi ogni paradigma artistico precedente
(comprese le Avanguardie), dal momento che non solo le
opere non imitano pi la realt, ma questultima (gli oggetti
comuni) a invadere il campo dellarte (da Duchamp a Hirst, da
Capote a Saviano)
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Immagini di riferimento
Opere paradigmatiche del passato: Piero della Francesca, Flagellazione di
Cristo, 1444-1470; Botticelli, Primavera, 1482; Michelangelo, David, 1501-4; Raffaello, Madonna della seggiola, 1513-4; Vermeer, La lattaia, 1660;
Canaletto, Piazza San Marco, 1735.
Avanguardie di primo Novecento: Cezanne, Lac dAnnecy, 1896,La
montagna Sainte-Victoire, 1905; Picasso, Les Demoiselles d'Avignon,1907;
Kandinskij, Giallo rosso e blu, 1925; Mondrian, Composizione, 1921
Oggetti ansiosi: Duchamp, Fountain, 1917; Mark Wallinger,A Real Work of
Art, 1993; Andy Warhol, Brillo Box, 1964; Tracey Emin, My Bed, 1999.