IORGIO ESTELLI perché il dialogo parte dalla musica”gine che Orozco-Estrada ha guidato con...

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LA STAMPAMARTEDÌ 15 NOVEMBRE 2016 .Spettacoli .39

Tff, Jasmine Trinca madrina“Un festival libero come pochi”

Sarà l’attrice Jasmine Trin-ca a condurre la serata diapertura della 34a edizionedel Torino Film Festival:l’inaugurazione venerdì alLingotto, con serata di gala eproiezione in anteprima delfilm Between Us, diretto daRafael Palacio Illingworth.

«Sono felicissima di torna-re a Torino - ha detto Jasmi-ne Trinca, l’esordio a soli 19anni in La stanza del figlio diNanni Moretti e numerosipremi, tra cui tre Nastri d’ar-gento, due Globi d’oro e il Ma-

stroianni alla Mostra di Vene-zia -. Accompagno un Festivallibero come pochi altri - ag-giunge - capace sempre di an-ticipare un’idea di cinema ine-dita con la curiosità e lo sguar-do ancora più che di un Cine-ma Giovane, di un CinemaBambino».

«Avere accanto a me Jasmi-ne, attrice che ammiro e stimoda sempre, mi rende partico-larmente orgogliosa - ha di-chiarato la direttrice Emanue-la Martini -. Insieme presente-remo il programma del Festi-val». Tra i prossimi appunta-menti di cui sarà protagonista

Jasmine Trinca, c’è Slam - Tut-to per una ragazza di AndreaMolaioli, che sarà in sala nellaprossima primavera ma verràpresentato in anteprima asso-luta proprio durante il 34° To-rino Film Festival. [S. N.]

c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

TORINO

L’attrice Jasmine Trinca

DuettoIl pianistaUri Caine

(foto) e PaoloFresu ora in

concertoinsieme.

«TwoMinuettos»,

è il cdche viene

presentato inanteprima in

questo toureuropeo, ma

che esceufficialmente

a febbraio.Apre e chiude

con dueminuettidi Bach

Imeticciati sono il pane diPaolo Fresu. Perché il gran-de trombettista non consi-

dera il jazz come un mondo in-contaminabile, anzi, lo sotto-pone spesso a visite spurie cheperaltro risultano vincenti. Neè testimonianza il recentissi-mo concerto a Bologna dove ha incontrato sul palco le sono-rità del pianista Uri Caine e delquartetto d’archi Alborada. Dunque Bach e contempora-neità, grande lirismo e balancedi stampo cameristico unite aljazz e ai songs americani, sug-gestioni che hanno fruttatoTwo Minuettos, il cd che esce afebbraio ma che è stato pre-sentato in anteprima in questotour europeo appena passatoper Milano. Oppure l’inaugu-razione di una mostra, festeg-giata in sound sulla scalinatadella Gam a Roma.

Così non stupisce che abbiaaccettato di partecipare a un progetto di giovani autori e mu-sicisti di riprendere canzonettedel Settecento veneziano, leclassiche “canzoni di battello”,che ebbero all’epoca un grandesuccesso tra i gondolieri e nonsolo, dando origine a una fortu-nata tradizione che sarebbeproseguita nei secoli a venire,fino a La biondina in gondoleta.Ecco allora che Raffaele Casa-rano ha affrontato in chiavejazzistica con Paolo Fresu, Wil-liam Greco e Marco Bardoscia,questo materiale storico ripor-tandolo alla luce reinterpretatoin Venetian Ballads.

Un successo il suo debuttoalla Biennale Musica di Vene-zia che tramite il curatore IvanFedele, si era data il compito di ripercorrere la tradizione mu-sicale romantica. Dice Casara-no: «C’è un vissuto che mi acco-muna a Fresu. Per me che ho 35anni e per i giovani musicisti che ho radunato, è e resta unidolo. Paolo mi ha ascoltato e siè divertito anche se non gli horaccontato subito quello cheavremmo fatto. Grazie alla suatotale fiducia molto è accaduto,da buon jazzista ha letto con la sua sensibilità quanto ho scrit-to. Un onore per me che nasconelle bande di paese, funerali,

Soprattutto in questo momen-to storico laddove “apertura” èsinonimo di dialogo e di comu-nione. In particolare quelladella musica che è spesso cita-ta ma poche volte effettiva-mente realizzata. Oltretutto,nel caso della Biennale, sonostato felice di essere stato coinvolto in un progetto di gio-vani musicisti italiani. Questiartisti sono in buona parteprodotti dalla mia piccola eti-chetta discografica e dunque iltutto dà ancora di più un sensoalla mia presenza».

Entro quali limiti e in che formavede uno scambio tra jazz e mu­sica colta? Auspica un dialogopiù frequente e articolato?

«Sono soddisfatto di notareche esiste un evidente dialogoin continua crescita. Bisogne-rebbe però ridiscutere i termi-

ni per comprendere che cosasignifichi colto e popolare. Iltermine colto presuppone cheesista qualcosa di incolto,quando a mio avviso, tutte lemusiche sono sullo stesso pia-no. Ecco, fino a quando non sa-rà effettivamente così, quel-l’auspicio rischia di essere soloteoria».

Nel suo lavoro ha usato branidella  tradizione sarda che  leappartiene. Com’è stato avvi­cinare la musica popolare ve­neziana?

«É stato interessante scoprireuna musica che non conosce-vo. Inoltre, essendo ospite diun progetto non mio mi sonoconcesso il lusso di non appro-fondire la ricerca e ho soprat-tutto cercato di dare un contri-buto istintivo».

c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Paolo Fresu: “Guardo oltre il jazzperché il dialogo parte dalla musica”

Il grande trombettista: “Amo i meticciati, mischio Bach a suoni d’oggi”

Paolo Fresu, il jazzista in tour europeo suona con giovani musicisti canzonette popolari e con un quartetto d’archi rilegge BachAFP

AFP

feste e processioni e pizzica. Sono un amante della tradizio-ne musicale locale che purtrop-po è completamente ignorata».

Fresu, recentemente lei predili­ge contesti nei quali ci si apre adiversi generi. È successo con laBiennale e con il Festival jazz diBologna. 

«In senso ampio vedo moltobene ogni genere di apertura.

Il progettoPaolo Fresucon Raffaele

Casaranoautore di

«VenetianBallads»

presentatoin Biennale

Una bella sorpresa ilconcerto diretto daAndrés Orozco-

Estrada per la stagione diSanta Cecilia: interpreti gio-vanissimi, una metà del pro-gramma con musiche pocobattute o del tutto fuori giro,come l’ouverture per «TheSchool for Scandal», com-media satirica di RichardBrinsley Sheridan (1777),scritta da Samuel Barber aventun anni, ancora allievodel Curtis Institute di Fila-delfia; quindi giovane anchelui, ma già in grado di saperetutto quello che si può chie-dere a un’orchestra.

La costruzione del pezzonon presenta una dialetticadi tipo drammatico, ma soloalternanze fra idee sostan-ziose, vivaci, snocciolate conquella «facilità» che era an-che del suo amico GiancarloMenotti; non c’è ancora laspontaneità e la coerenzadel Barber compositore dimusica vocale, ma la disin-voltura nel delineare e con-trapporre quadretti singoli ènotevole e comunque piace-vole da sentire.

Il «Concerto in fa» di Ge-orge Gershwin ha fatto cono-scere il pianista statunitenseConrad Tao al suo debuttonei concerti di Santa Cecilia:ventidue anni e un istintoformidabile per questa mu-sica che sotto le apparenze«europeistiche» vive e respi-ra di «songs», «swing» e dijazz sincopato: come in quel-la sorta di «Chopin sbarcatoa New York» che è l’Andantecentrale; il primo movimen-to è un po’ lungo, c’è pocaproporzione fra la natura deitemi e la durata complessi-va, ma la brillantezza delpianismo del Tao lo ha fattosalutare da un lungo applau-so fuori ordinanza; alla finedi tutto, Tao ha poi suonatocome bis una pagina di EliotCarter di virtuosismo india-volato, sorprendente per unmusicista così rigoroso.

Seconda parte della sera-ta tutta per Ravel, con la«Rapsodia spagnola» e l’in-tramontabile «Bolero»: pa-gine che Orozco-Estradaha guidato con maestrìa,sontuosità e finezza, otte-nendo dall’orchestra ingrande forma il massimorisalto di tutte le bellezzeche contengono.

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GIORGIO PESTELLI

Colonna sonora

Santa Ceciliaosa musichedi Barbere conquista

Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, RomaDirettore Andrés Orozco­Estradapianoforte Conrad Tao

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Andrés Orozco-Estrada

Aerosmith, tour di addiocon tappa a Firenze

Gli Aerosmith, la band rockpiù grande d’America, ha an-nunciato un mastodonticotour europeo per il 2017, chepromette di essere uno deglieventi più importanti dell’an-no: il loro «Aero-Vederci Ba-by!» sarà infatti il tour delcongedo. Anche l’Italia ospi-terà Steven Tyler e compagni:il 23 giugno saranno il primogruppo headliner della neona-ta rassegna musicale estiva«Firenze Rocks», in program-ma il 23 e 25 giugno alla Visar-no Arena - Ippodromo del Vi-

sarno, nel capoluogo toscano. «Gli Aerosmith hanno appe-

na finito di girare il Sud Ameri-ca come ambasciatori del rock -ha detto Steven Tyler -; la bandè inarrestabile in questo mo-mento, e anche in Europa conti-nueremo a fare quello che fac-ciamo meglio». Per oltre 45 an-ni gli Aerosmith sono stati unodei gruppi più influenti e amati,inseriti nella Rock & Roll Hall ofFame, e hanno venduto oltre100 milioni di album. I bigliettiper l’unica data italiana saran-no in vendita dalle 12 del 18 no-vembre su e ticketone.it.

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ROMA

MICHELA TAMBURRINOROMA

Intervista