La Consolata nel mondo

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stenuto da Pio IX. Mariani, come Michelan-gelo, dunque, rivive la maggiore stagione del-le committenze pontificie del Cinquecento.

Sulla parete della controfacciata, Mariani di-pinse le imponenti figure di Debora e Giudit-ta, sovrastate da un’iscrizione in cui viene ri-cordato il loro valoroso impegno nelle im-prese di liberazione e di redenzione deglischiavi. Ancora sulla controfacciata, sono si-stemate, all’interno di una finta quinta archi-tettonica, le personificazioni dell’Arte, sedutasu di un fastoso triclinio, e della Storia, ada-giata sul lato destro.

Lungo la navata di santa Lucia, sorgono seicappelle laterali, tre su ciascun lato, delimi-tate da pilastri, decorati da Cesare Mariani.Sulle ampie superfici, egli dipinse alcuni per-sonaggi biblici connessi alla liberazione dipopoli oppressi e alla realizzazione di operedi carità, attività solitamente condotte dallaConfraternita del Gonfalone. Sul lato destrotroviamo alcuni personaggi biblici: Tobiolo,figlio di Tobia, il sommo sacerdote Esdra e ilGovernatore Neemia, sul fianco sinistro iprofeti Daniele, Geremia e Zorobabele. Co-municanti tra loro, le cappelle presentanoun apparato decorativo estremamente omo-geneo, capace di mantenere tuttavia le ca-ratteristiche distintive di ciascun sacello: sul-le volte, nei sottarchi e sulle pareti lateraliMariani e i suoi collaboratori eseguirono fit-te decorazioni. Gli altari conservano ancorale cornici settecentesche e i disegni dellemense e dei paliotti. Da ricordare, inoltre,lungo la navata, le quattordici tele dipinte adolio, raffiguranti gli episodi centrali della ViaCrucis, dove la Passione di Cristo viene illu-strata con un linguaggio corsivo e dimesso,intimo e immediato, lontano da qualsiasi am-plificazione retorica.

te dalla Confraternita del Gonfalone sin dalCinquecento. In quest’opera, dalla strutturacomplessa ma ben articolata, Mariani coniugail lessico di Raffaello con la monumentale le-zione compositiva proposta da Michelangelonella volta della Cappella Sistina, istituendocosì un diretto legame tra il proprio operato equello dei maestri precedenti. Responsabile diuna radicale trasformazione nella sfera del-l’arte, Michelangelo introdusse, in seno all’at-tività creativa, le premesse di un soggettivi-smo anticanonico e sovvertitore delle regoleclassiche, deliberatamente votato alla «licen-za». La presenza del modello del Buonarroti,con il suo tremendo splendore, acquista per-tanto sulla volta di santa Lucia un’inequivoca-bile valenza simbolica: imitare «l’inimitabile» eadottare il linguaggio non immediatamentecodificabile, significa per Cesare Mariani riba-dire la necessità di attuare un ponderato re-cupero dell’arte rinascimentale, in modo dastabilire un fondamentale nesso interpretativotra le creazioni dell’Ottocento e la grande of-ficina del Cinquecento italiano.

Instaurando in tal modo un sottile dialogocon le creazioni di Michelangelo, l’artista ro-mano poté assicurare alle proprie imprese unindiscutibile valore estetico, facendoci ricor-dare quel miracolo dell’arte che è la Cappel-la Sistina, come sentenziava un acuto osser-vatore dell’epoca. Nel proporre il capolavororinascimentale quale modello insuperato perl’esecuzione di una moderna pittura religiosa,Mariani riuscì ad assecondare, con pienaconsapevolezza e sorprendente dominioespressivo, il più ampio programma di rina-scita dell’antica gloria artistica e pontificia so-

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della «Consolata» venne analizzato e restau-rato. Si scoprì, sotto la cornice, la scritta ni-tida «S.MARIA.DE.PPLO.DE.URBE», inse-rita sul bordo inferiore. Didascalia impor-tante, storica, e non solo devozionale, chelega il quadro della Consolata di Torino allostesso originale da cui il quadro menzionatodella chiesa di Santa Lucia, ha preso origi-ne. L’originale, che ha ispirato sia il quadrodi Roma, in santa Lucia nel Cinquecento, esia l’immagine torinese del Quattrocento,nella Basilica della Consolata, è un quadro

di due secoli piùvecchio, del XIII se-colo, La Madonnadel Popolo, dellaBasilica di SantaMaria del Popolo diRoma. Si tratta diun antico modelloromano della «Ma-donna con bambi-no benedicente»,probabilmente unaversione occidenta-le dell’antica iconabizantina della Ma-donna Odighitria(«colei che guida»,che conduce per lavia).

Ma a cosa si deve il legame tra il quadro del-la Consolata di Torino (1485) e il quadro diSanta Maria del Popolo, a Roma, di due se-coli precedente? Il legame è dato dalla fa-miglia Della Rovere. Papa Sisto IV, alloraregnante, nativo di Pecorile, una frazionetra Celle Ligure ed Albisola (SV), apparte-neva infatti a questa famiglia nobile, cheaveva uno dei suoi punti di forza a Vinovo(TO), dal 1400 al 1692. Proprio qui nacque

La zona absidale racchiude importanti testi-monianza artistiche, tra cui gli affreschi raffi-guranti – come finti arazzi – due episodi par-ticolarmente emblematici nella storia dellaCompagnia Romana: a sinistra il giuramentodi Giovanni Cerrone, eletto prefetto di Ro-ma, e a destra Papa Sisto V nell’atto di be-nedire gli schiavi liberati. Nel catino absidalel’artista romano di-pinse la maestosaVisione di San Bo-naventura, un avve-nimento diretta-mente legato allafondazione dellaConfraternita delGonfalone. L’altaremaggiore, realizza-to intorno alla metàd e l l ’ O t t o c e n t o ,mette in risalto unacopia della celebreraffigurazione dellaMadre di Dio, con iltitolo di Salus Popu-li Romani, conser-vata nella Chiesa di«Santa Maria delPopolo», a Roma. L’opera di fattura alquan-to delicata, viene tradizionalmente attribuitaal pittore originario di Forlì Livio Agresti, det-to il Ricciutino, a Roma negli anni centrali delCinquecento.

E’ proprio questa titolazione di Santa Mariadel Popolo che è venuta alla luce a Torino,nel 1979 quando, in seguito ad un furto deigioielli della cornice, il quadro del Santuario

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strade di una preghiera riconquistata, unaRiforma non integralista, che il Della Rove-re continuava a meditare attraverso la rac-colta di testi miniati, indirizzando il cultoverso i paradigmi della nuova cultura» (prof.Andreina Griseri). Il diffondersi del modelloduecentesco della Madonna del Popolo nelQuattrocento è documentata all’interno delRinascimento romano da opere di artistiquali il Pinturicchio e il Perugino. Il maestroAntoniazzo, dunque, aveva già dipintoun’altra Madonna con Bambino per la Basi-

lica Romanadei Santi Apo-stoli, e quellache si trova oraa Montefalco(Perugina), edera già chiama-to da molti il«San Luca» delXV secolo,specialista nel-l’interpretazio-ne aggiornata

di immagini mariane della tradizione roma-na paleocristiana.

Il dono dell’immagine della Consolata è de-stinato alla venerazione di tutti, e trovò im-mediatamente un riscontro popolare, inedi-to, ripreso presto con richiesta di copie, exvoto per le strade torinesi, affreschi e scul-ture. Dono luminoso, evocativo, trasposi-zione della saggezza del re Salomone,«specchio materno senza macchia dellamaestà di Dio». L’icona con la MadonnaConsolata e il Bambino è diventata per icredenti il libro sacro, aperto al colloquio,per un messaggio di luce rivolto a tutti colo-ro che, presso la Madre, cercano la forza ela consolazione divina.

nel 1440 Domenico della Rovere, che giàfin dal 1465 intraprese stretti rapporti arti-stici e culturali tra Torino e la Città Eterna,curando anche la nascita dell’AccademiaRomana di Pomponio Leto, tutore del futu-ro Papa Giulio III, Farnese. Quando Dome-nico della Rovere venne eletto Cardinale eArcivescovo di Torino, in Vaticano non viera più PapaSisto IV, Fran-cesco DellaRovere, bensìInnocenzo VIIIprima e Ales-sandro VI Bor-gia poi, con iquali strinse ot-timi rapporti.Egli chiamò aTorino l’archi-tetto toscanoAmedeo (Meo) Del Caprino, che aveva la-vorato con Papa Sisto IV nella chiesa di SanPietro in Vincoli, al carcere Mamertino, pri-gione di san Pietro a Roma. Gli affidò la co-struzione del Duomo di San Giovanni Batti-sta di Torino, con l’aiuto di maestranze to-scane.

Fu proprio Domenico della Rovere a chie-dere al pittore Antoniazzo Romano (Anto-nio Aquili) di dipingere una quadro che s’i-spirasse all’antico modello di Santa Mariadel Popolo, con il Bambino Gesù benedi-cente in braccio. Un’immagine dal fascinointatto, senza tempo perché al di là dei ca-noni della bellezza classica. Lo sguardo ver-so quell’antico modello «aiutava a trovare le

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Saper Donare...“Saper donare” è un progetto della FondazioneCRT volto a sostenere e promuovere la culturadella donazione. Il progetto è nato nel 2004 conla redazione e la diffusione di un vademecum fi-scale, che fornisce informazioni dettagliate sullepossibilità di agevolazione fiscale di cui può go-dere chiunque, cittadino o impresa, desideri so-stenere iniziative no profit. Dello stesso vade-mecum è stato redatto un aggiornamento nel-l’anno successivo. La Fondazione CRT, al fine di stimolare ed age-volare la ricerca autonoma di fondi di finanzia-mento privati (fund raising), ha avviato nel 2006la linea d’intervento “Uno per uno”, tramite laquale s’impegna a finanziare alcuni progetti se-condo le modalità dell’«erogazione sfida», rad-doppiando le donazioni autonomamente reperi-te dall’organizzazione richiedente.

Per sostenere tutte le iniziative caritative e cultu-rali no-profit del SANTUARIO BASILICA DEL-LA CONSOLATA di Torino puoi fare la tua do-nazione, che la Fondazione CRT s’impegna araddoppiare sul:

Conto corrente n. 2493070 intestato a:Santuario della Consolata - Torino

Codice IBAN: It 81 H 02008 01046000002493070

Agenzia di Via XX settembre, 31 - Torino Causale: Sapere Donare-UnoPerUno

Grazie.I preti della Consolata

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Il due luglio sono iniziati i restauri alla Sacrestiamaggiore del Santuario. Questi lavori costitui-scono l’ultimo tassello della grande campagna diinterventi, attuati tra il 1999 e il 2005, che hariguardato tutto l’edificio comprese le sacrestieminori, la sacrestia del lavabo e il corridoio delCrocifisso. Rimaneva quindi da portare a termi-ne il lavoro restituendo nuovo decoro all’am-biente più ampio di un complesso di vani checompone nel suo insieme la Sacrestia del San-tuario della Consolata.La sistemazione attuale dello spazio adibito allavestizione dei sacerdoti, secondo l’articolazionedi ambienti di diverse dimensioni, ha origine trail 1730 e il 1736 durante i lavori di ricostruzio-ne di tutto il monastero adiacente alla chiesa. Imonaci cistercensi della Consolata, abitatori delmonastero (oggi Convitto Ecclesiastico) dal1589, decisero in quegli anni di trasformarel’antica sacrestia, a un solo vano, in un grande espazioso complesso di piccole stanze fra loro co-municanti. Essa quindi si compose di:- un atrio proporzionato di nobile architettu-

ra (l’attuale “corridoio del Crocifisso”);- un primo ambiente assai più spazioso delli

altri (l’odierna Sacrestia maggiore) utilizzatounicamente per la vestizione dei sacerdotinelle messe ordinarie;

- due camere più piccole comunicanti con laprecedente e utilizzate in occasione di messedi particolare importanza, una per i sacerdotie l’altra per i superiori;

- due ambienti più ampi nei quali furono collo-cati un grandioso lavamani, in marmi colora-ti, e un altare, composto di due pannelli inta-

gliati rappresentanti l’Adorazione dei Magi el’Albero di Jesse, mirabile scultura databiletra il tardo XV secolo e i primi anni del XVI.

Dal punto di vista artistico tutta la sacrestia è dinotevole interesse sia per quanto riguarda l’ap-parato ligneo sia per gli stucchi e gli affreschiche ricoprono le volte. Per la Sacrestia maggio-re si segnalano inoltre le tele settecentesche in-serite all’interno degli ovali delle sopraporte e idipinti a coronamento dei due grandi mobilicontenenti i paramenti sacri.L’insieme di tutte queste meraviglie artistiche,frutto dell’opera di pittori, scultori e decoratoridel XVIII secolo, potrà essere nuovamente am-mirato nel suo antico splendore grazie all’inter-vento dei restauratori che ripuliranno l’ambienteda secoli di polvere e ritocchi che essendo statieffettuati senza il rispetto della tessitura di base,nel corso dei secoli ne hanno modificato l’aspet-to originario.Dalle pitture della volta, affrescata dal pittoreMichele Antonio Milocco probabilmente neglianni della sua costruzione, verranno eliminati glistrati di pittura ottocentesca e novecentesca chehanno scurito le tinte originali compromettendola leggerezza e la trasparenza coloristica tipica diquesto pittore. L’operazione quindi oltre che adare nuovo lustro alla sacrestia del Santuario sa-rà di fondamentale importanza per la ricostru-zione della figura di questo artista che visse tra il1690 e il 1772 e che fu attivissimo in Piemon-te. Si segnalano all’interno della sua ampia atti-vità gli interventi ad affresco della cappella delSeminario Metropolitano di Torino, quelli per lachiesa della Maddalena ad Alba e per la Catte-drale di Asti.

I restauridella Sacrestia Maggiore

23Intagliatore piemontese, Angelo sopraporta (1730-1736)

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Michele Antonio Milongo, Angeli in volo. Affresco sulla volta (1730-1736).Pietro Francesco Guala, Cristo che staccatosi dalla croce abbraccia san Bernardo.Olio su tela a coronamento dei mobili della sacrestia (1730-1736),

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Per quanto riguarda le cornici decorative dellavolta, di mano ignota, saranno restituite le tona-lità settecentesche degli stucchi che non corri-spondono a quelle ora visibili e che le fonti ori-ginali ci descrivono in parte dorati.Anche l’apparato decorativo in legno, che costi-tuisce una cifra caratteristica del Settecento pie-montese e che tocca in questa Sacrestia uno deipiù alti vertici qualitativi, sarà ripulito mediantel’eliminazione di vernici sintetiche che, oltre adanneggiare la salute del legno, ne alterano l’a-spetto estetico opacizzandone la superficie.Questo nuovo cantiere è quindi formato da per-sone con competenze e formazioni diverse evuole costituire un modello operativo che possaessere applicabile per iniziative future di questo

tipo. Attraverso l’operare comune, pur nellespecificità delle proprie conoscenze, si ridarà lu-stro a questo luogo, importante sia per quantoriguarda l’aspetto religioso sia per quello storico-artistico, tenendo conto delle esigenze esteticheche l’ambiente richiede e delle necessità e deicriteri legati alla conservazione e alla tutela ri-chiesti dalle Soprintendenze. Il lavoro è finanziato grazie al contributo dellaFondazione CRT che attraverso l’iniziativa SA-PERE DONARE, raddoppierà le donazioni fina-lizzate a questo progetto che perverranno alSantuario della Consolata, permettendo così diraggiungere la cifra necessaria per i restauri.

dott.ssa Fabiana Borla

Carlo Tana, Partecipazione di san Bernardo al Concilio di Reims. Olio su tela del sovrapporta (1730-1736)

L’Album fotografico della Festa

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UN APOSTOLATO ALLA PORTATA DI TUTTI

Certamente siete a conoscenza di persone che vivono nel bisogno di accompagnamento e di so-stegno spirituale: malati, tribolati, persone sole o nella prova, giovani, adulti accostati dal dubbio sul-la fede, fratelli e sorelle che si sentono fragili nelle situazioni del mondo di oggi.

Ci sembra che queste persone potrebbero trovare qualche giovamento dalla lettura della Rivi-sta della Consolata, per camminare con Maria alla sequela del Cristo Misericordioso. Siamo dis-posti ad inviare tre numeri della nostra rivista, ed in seguito regolarmente, se ri-chiesto. I primi invii sono gratuiti, mentre in seguito chi vorrà proseguire potrà utilizzare l’appo-sito conto corrente.

Pertanto è sufficiente che ci mandiate i loro indirizzi. “Chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa” (Mt 10,42). Così hadetto Gesù. A maggior ragione, l’atto di dare un nutrimento spirituale a coloro che lo desiderano,agli «affamati» non di pane, ma di «ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

Affidiamo questo apostolato a Maria, Consolatrice poiché Consolata da Dio, e perciò in grado didiventare ella stessa «sorgente di acqua viva».

Inviare questo foglio direttamente a :

E’ possibile anche utilizzare la posta elettronica: rivistasantuario@laconsolata.org

Santuario della Consolata Via M.Adelaide 2 – 10122 Torino Tel. +39 011 436 2517 • Fax +39 011 431 0464Cell: 331 297 2605Email: segreteria@laconsolata.org

Segreteria RivistaSantuario della Consolata

Via Maria Adelaide, 210122 TORINO

ITALIA

Il mio Nome...................................................... Cognome...................................................

Il mio Indirizzo.......................................................................................................................

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Vi comunico qualche indirizzo di persone alle quali potrete inviarela rivista del Santuario della Consolata

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SANTO ROSARIO

O Dio vieni a salvarmi.Signore, vieni presto in mio aiuto.

SANTO ROSARIOIl testo è a disposizione,per chi lo desidera,nella Sacrestia del Santuario

PREGHIERENOVENA DELLA CONSOLATA

Ultima edizionedel libretto

PREGHIERENOVENA DELLA CONSOLATA

Il testo è a disposizione,per chi lo desidera,nella Sacrestia del Santuario

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È uscito “Nel segno dellaConsolata”, il nuovo DVD in cuisi può compiere un viaggio affascinatenella chiesa che nel corso dei secolii Torinesi e i devoti hanno dedicatoalla Patrona della Arcidiocesie della Città di Torino.Entriamo nel “Segno della Consolata”e prepariamoci a un grande percorsodi scoperta.Vediamo sfilare davanti ai nostri occhisecoli di eventi, con una ricostruzionestorica dall’anno 1000 a oggi.Scopriamo a ogni passo le meraviglied’arte e di fede con la visita virtualedell’interno.Analizziamo le opere più significativecon le schede di approfondimentodettagliate.Nel DVD è presente inoltreun’intervista con il Sindaco di Torino,con il Presidente della Fondazione CRTe con il Rettore del Santuario.

Nel Segnodella ConsolataStoria, arte e fededella chiesa torinese

È possibile prenotare il DVD presso la Sacrestia del Santuarioo telefonando al numero 011/436.32.35

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Pellegrinaggio di bambini torinesial Santuario, per la festaPellegrinaggio di bambini torinesial Santuario, per la festa