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Collana “30 MINUTI”
Soluzioni di formazione mirate quando e dove ti servono
Manuali che garantiscono l’apprendimento e la
memorizzazione delle informazioni in modo rapido
e pratico
Manuali veloci ed efficaci su comunicazione, editoria,
giornalismo, autopubblicazione, marketing e web design
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In questa collana
Guida alla pubblicazione giornalistica
La correzione di bozze e i suoi simboli
Checklist per la comunicazione d’impresa
Come gestire la comunicazione d’impresa
Manuale di retorica per giornalisti e scrittori
Manuale di comunicazione d’impresa
Manuale di self-editing per autori
Manuale di self-marketing per autori
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Livello base (L1) → Questo ebook è L1
Contenuti introduttivi per principianti. Questi ebook e questi corsi
includono generalmente:
Istruzioni passo per passo su come iniziare
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Al termine, sarai in grado di eseguire procedure di base relativamente
all’argomento trattato.
Livello intermedio (L2)
Contenuti di livello intermedio sia per principianti sia per chi ha già
esperienze di base nel settore trattato. In genere, si parte dagli elementi
di base per proseguire con l’approfondimento di attività più articolate,
corredate da molti esempi pratici.
Al termine, sarai in grado di padroneggiare e gestire progetti
relativamente all’argomento trattato.
Livello avanzato (L3)
Contenuti avanzati per diventare esperti dell’argomento in questione
attraverso funzionalità avanzate e padronanza della materia.
Al termine, sarai in grado di padroneggiare le conoscenze relative
all’avvio, sviluppo e gestione di progetti complessi, di identificare e
gestire eventuali problemi connessi, di individuare i metodi più
appropriati per determinare il successo del progetto, relativamente
all’argomento trattato.
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I nostri corsi online di editoria
e di correzione di bozze
I corsi di editoria e di correzione di bozze di FirstMaster sono
laboratori teorico-pratici realizzati con l’obiettivo di far
apprendere il percorso produttivo del libro e i compiti del
correttore di bozze attraverso l’esperienza diretta, unendo
teoria ed esercitazioni.
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esigenze. I docenti e i tutor di FirstMaster progettano
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Corso di correzione di bozze
Corso di correzione di bozze specialistico
Editing avanzato e correzione di bozze
Lavoro editoriale e correzione di bozze
Master in Editoria
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Loredana Ferraris
La correzione di bozze e i suoi simboli
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La correzione di bozze e i suoi simboli
ISBN 978-88-98618-02-6
© 2016 FirstMaster Associazione culturale di promozione sociale – Roma
TUTTI I DIRITTI RISERVATI – È vietata la traduzione, la memorizzazione elettronica, la riproduzione totale o parziale, con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche ad uso interno o didattico. L’illecito sarà penalmente perseguibile a norma dell’art. 171 della Legge n. 633 del 22/04/1941.
Edizione digitale realizzata da FirstMaster, Roma
Il nostro sito: firstmaster.com
Il nostro magazine: firstmaster.it
La nostra area elearning: firstmaster.com/fad
Scrivici: redazione@firstmaster.com
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Sommario
1. Introduzione .......................................................................... 12
2. I giri di bozze ........................................................................ 15
2.1 La prima bozza .......................................................... 16
2.2 La seconda bozza....................................................... 17
3. Come correggere .................................................................. 18
4. I simboli ................................................................................. 22
5. Sostituire lettere o parole ..................................................... 24
5.1 Sostituire una lettera .................................................. 24
5.2 Sostituire una lettera con inserimento ....................... 25
5.3 Sostituire una o più parole ......................................... 26
5.4 Sostituire un gruppo di lettere ................................... 27
6. Eliminare lettere o parole .................................................... 28
6.1 Eliminare una lettera ................................................. 28
6.2 Eliminare lettere o parole .......................................... 29
6.3 Eliminare lettere o parole e riunire ............................ 30
7. Eliminare/inserire spazi ....................................................... 32
7.1 Eliminare uno spazio e riunire ................................... 32
7.2 Inserire uno spazio e staccare .................................... 32
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8. Apici e pedici ......................................................................... 34
8.1 Disporre in apice (esponente) .................................... 34
8.2 Disporre in pedice (deponente) ................................. 34
9. Scambi e spostamenti ........................................................... 36
9.1 Scambiare di posto lettere o parole ........................... 36
9.2 Spostare una o più righe ............................................ 36
10. Inserire o eliminare un a capo ............................................. 38
10.1 Inserire un a capo ...................................................... 38
10.2 Eliminare un a capo ................................................... 38
11. Rientranze e allineamenti .................................................... 40
11.1 Inserire una rientranza ............................................... 40
11.2 Eliminare una rientranza ........................................... 40
11.3 Allineamenti orizzontali e verticali ........................... 41
11.4 Centrare il testo ......................................................... 42
12. Aumentare o diminuire spaziature ..................................... 43
12.1 Avvicinare o distanziare verticalmente ..................... 43
12.2 Avvicinare o distanziare orizzontalmente ................. 43
13. Maiuscolo, minuscolo e maiuscoletto .................................. 45
13.1 Mettere in minuscolo (basso) .................................... 45
13.2 Mettere in maiuscolo (alto) ....................................... 45
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13.3 Mettere in minuscolo con iniziale maiuscola ............ 46
13.4 Mettere in maiuscoletto ............................................. 46
13.5 Mettere in maiuscoletto con iniziale maiuscola ........ 47
14. Tondo, nero e corsivo ........................................................... 48
14.1 Mettere in corsivo (italic) .......................................... 50
14.2 Mettere in tondo (normale) ........................................ 50
14.3 Mettere in bold (nero, grassetto) ............................... 50
14.4 Mettere in chiaro (non bold) ...................................... 51
15. Vive! ....................................................................................... 52
15.1 Annullare la correzione ............................................. 52
15.2 Ripristinare la correzione .......................................... 52
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1. Introduzione
Una delle prime cose che ho dovuto imparare quando ho ini-
ziato a lavorare in editoria è stato come interpretare e come
tracciare i simboli di correzione di bozze.
Già nel Medioevo, i correctores indicavano sul margine del fo-
glio i cambiamenti da apportare al testo manoscritto, usando
segni simili alle lettere greche. Dal XV secolo, con la comparsa
della stampa, compositori, tipografi e correttori di bozze hanno
adoperato gli stessi segni. Segni, che con qualche variazione,
usiamo ancora oggi.
Se, nel corso dell’ultimo decennio, la maggior parte del lavoro
editoriale è stato convertito in processi digitali, un metodo di-
gitale, standard, pratico, economico e di facile applicazione per
indicare e comunicare le correzioni ancora non c’è.
Le tecniche di proofreading digitale non sono ancora miglio-
rate al punto che le modifiche possano sempre essere effettuate
direttamente sul file digitale. A volte non è né facile né pratico,
per il correttore, annotare rapide indicazioni comprensibili per
l’impaginatore su come inserire, eliminare e regolare lettere,
parole, punteggiatura, spazi, allineamenti, interlinee, corpi e
così via.
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L’avvento delle tecniche di desktop publishing e l’uso di cor-
rettori ortografici inclusi nei word processor hanno cambiato
in modo radicale la filiera editoriale, ma l’uso della carta e delle
bozze stampate è ancora radicato in molti workflow lavorativi
del settore.
È il grafico impaginatore che, generalmente, ha il compito di
riportare sul file le correzioni indicate sulle bozze. Proviamo a
immaginare il suo lavoro: deve scorrere il foglio, leggere le
correzioni una a una, interpretarle e riportarle a schermo. Uno
standard unico dei simboli di revisione gli permette di lavorare
in modo rapido e automatico, indipendentemente da quante
persone siano intervenute sulla bozza.
Su una stessa bozza, infatti, si possono trovare indicazioni
dell’autore, del curatore, del correttore di bozze e dell’editor.
È molto facile che una pagina corretta da più persone (spesso
ne basta una sola!) si trasformi in un guazzabuglio: calligrafie
indecifrabili, a volte in più lingue, frecce e linee dagli inseri-
menti incerti, simboli di correzione sconosciuti ecc.
La realtà è che, ancora oggi, in questi anni di innovazioni tec-
nologiche, il lavoro editoriale si può concludere con pacchi di
carta che passano da una mano all’altra e con l’uso di carta e
penna.
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Quindi, anche se oggi molte fasi del processo di produzione
sono risolte a schermo, parte del lavoro si può ancora svolgere
con l’uso dei simboli di correzione di bozze, segni che è molto
opportuno che ogni editor, redattore, autore, designer, web de-
signer conosca e sappia utilizzare.
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2. I giri di bozze
Qualche anno fa ho lavorato con una casa editrice che ha stam-
pato una monografia a colori in Cina. I preventivi di stampa
delle tipografie italiane erano molto costosi, mentre la tipogra-
fia cinese ha, in pratica, dimezzato i costi. Nonostante la di-
stanza e le differenze linguistiche, i giri di bozze hanno avuto
un iter normale, senza particolari difficoltà.
I simboli per la correzione di bozze costituiscono, infatti, un
pratico linguaggio universale che permette agli operatori del
settore di interagire a prescindere dalla loro origine e dalla loro
lingua.
Quando l’autore ha approvato la revisione, l’editor collaziona,
cioè riunisce e accorpa, su un unico documento tutte le corre-
zioni e le variazioni annotate sia da lui sia dalle altre figure
della filiera editoriale e prepara il file, in genere in formato Mi-
crosoft Word, per la fase successiva, l’impaginazione.
Il file ricevuto dall’impaginatore viene inserito in un software
di impaginazione. I più diffusi sono Adobe InDesign e Quark
XPress.
Una volta impaginato, il grafico invia all’editor la prima bozza
in versione cartacea o in Pdf o entrambe.
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L’editor controlla questa prima bozza, annota sul margine cor-
rezioni e osservazioni e la invia nuovamente all’impagina–
tore, il quale applicherà le nuove correzioni segnalate dal re-
dattore sul suo file impaginato.
Nuovo giro di bozze con l’invio all’editor della seconda bozza
(su carta o in PDF). L’editor controlla che le sue correzioni,
annotate in prima bozza, siano correttamente riportate su que-
sta seconda bozza.
Se il lavoro è stato svolto correttamente in tutte le precedenti fasi,
questa seconda bozza potrebbe essere la definitiva, o addirittura
la cianografica. Verificata, infatti, la corretta applicazione delle
correzioni, il redattore può dare il “Visto si stampi”.
Le correzioni di maggior entità si fanno in Word, ma è neces-
sario intervenire anche sulle bozze impaginate perché spesso il
passaggio da un word editor a un software di impaginazione
può provocare errori di tipo tecnico.
2.1 La prima bozza
In prima bozza, ci si concentra sulle differenze rispetto il testo
in Word: refusi, salti, righini, divisione delle sillabe in fin di
riga, accenti, apostrofi, simboli particolari, chiusura delle vir-
golette, delle parentesi e delle lineette, vedove, codici spuri,
parole in altre lingue o in altri alfabeti (per esempio, greco,
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arabo, cirillico ecc.), traslitterazioni, trattini lunghi e corti, sil-
labazione, titoletti correnti, numerazione, eventuali refusi in-
trodotti accidentalmente dal grafico ecc.
Si controlleranno i margini e gli a capo, i rientri errati o non
eseguiti, ma anche errori di battitura quali l’eccessiva spazia-
tura tra le lettere o tra le parole o fra i paragrafi. Si verifiche-
ranno note e relativi richiami, titoli di capitolo e titoli di para-
grafo, titoletti correnti, citazioni, bibliografie ecc.
2.2 La seconda bozza
In seconda bozza, si accerta l’esattezza delle correzioni prece-
denti e, soprattutto, che non siano stati introdotti nuovi errori
dal grafico. Si effettua una rilettura completa e attenta del testo
e si riesaminano margini, a capo, maiuscole, righini, vedove e
orfani.
Si controlla la sequenza dei numeri di pagina, dei capitolo e dei
paragrafi, gli indici analitici e l’indice generale e si verifica che
vi sia un riscontro delle indicazioni di pagina al loro interno.
Si controlla il frontespizio e il colophon, copyright, indirizzo
dell’editore, anno di edizione, l’ISBN ecc. e, infine, si effettua
un controllo sul cosiddetto “Finito di stampare”, collocato
nell’ultima pagina e contenente le indicazioni di legge riguar-
danti lo stampatore, come nome e indirizzo della tipografia,
mese e anno di stampa.
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3. Come correggere
In caso di revisione su bozze in carta, è molto opportuno che il
correttore usi un pennarello a punta fine di colore rosso. Per-
ché? Perché il rosso è più visibile rispetto ad altri colori ed evita
al grafico di confondersi con il nero dell’inchiostro tipografico.
La punta deve essere sottile affinché il tratto non copra il testo,
che deve sempre essere leggibile.
Alcuni correttori usano un righello per non saltare nessuna riga
e una lente d’ingrandimento, soprattutto quando il corpo usato
è molto piccolo.
La correzione può avvenire confrontando due bozze (l’attuale
e la precedente) oppure può trattarsi un proofreading blind,
come dicono gli anglosassoni, e cioè un controllo su una sola
bozza, non comparativo.
Quando si revisionano le bozze e si segnano le correzioni da
apportare, si stanno trasmettendo informazioni a un operatore,
il quale deve interpretare le indicazioni del correttore di bozze
e applicarle sul suo file.
Ogni annotazione scritta a mano deve essere chiara, perfetta-
mente leggibile, senza possibilità di equivoci poiché l’impagi-
natore può anche non conoscere la lingua in cui il testo è
scritto.
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In Italia, i simboli usati per la correzione sono quelli prescritti
dall’UNI 5041/1996 per le bozze di stampa, divisi in simboli
per la correzione del testo e simboli per il cambiamento del tipo
di carattere, questi ultimi sostituibili con particolari sottolinea-
ture.
Vediamo, dunque, come procedere.
La maggior parte delle indicazioni non sono scritte per esteso,
ma sono sostituite da simboli che rappresentano un’istruzione
precisa:
sostituisci (lettera o parola)
elimina (lettera o parola)
aggiungi lettera o parola
aggiungi spazio
elimina spazio
vai a capo
inverti le lettere o le parole ecc.
Questi simboli vengono inseriti all’interno del testo, nel punto
esatto in cui deve essere fatta la correzione (il tipo di simbolo
usato indica la natura della correzione). Lo stesso simbolo è
riportato al margine del rigo e, accanto al simbolo, si scrive la
lettera da sostituire, la parola d’aggiungere ecc.
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La presenza di più errori sulla stessa riga si risolve con l’uso di
diversi simboli, che a margine seguiranno l’ordine di succes-
sione nel testo per evitare disguidi all’impaginatore.
La vicinanza del refuso al margine sinistro o destro determina
su quale dei due margini annotare il segno. Le indicazioni
vanno riportate nelle parti bianche del foglio e mai tra le righe
di testo.
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Per agevolare la decodifica e la comprensione da parte del gra-
fico, si possono usare, oltre ai simboli UNI, altri segni grafici
anche non convenzionali, purché siano chiari e inequivocabili
per l’impaginatore.
Dubbi o richieste vanno cerchiati e distinti dagli interventi di
revisione veri e propri.
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4. I simboli
I simboli da usare per comunicare lo stesso tipo di informa-
zione (sostituisci, aggiungi ecc.) possono essere difformi.
Ogni paese ha un suo standard e le proprie consuetudini. Se si
lavora con operatori di altre aree linguistiche, è sempre oppor-
tuno allegare uno schema dove si indica il segno e a fianco, in
inglese generalmente, il suo significato.
In questo corso sono illustrati i simboli UNI di uso più comune
in Italia. Sono simboli semplici che rispondono all’esigenza di
chiarezza e velocità: si tracciano rapidamente, si interpretano
con facilità ed evitano di imbrattare e riempire il foglio di se-
gni, scritte, riporti fino a rendere la pagina illeggibile e confusa.
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5. Sostituire lettere o parole
5.1 Sostituire una lettera
Per sostituire una lettera all’interno di una parola si usa il sim-
bolo raffigurato nella Fig. 1: una T rovesciata.
Il simbolo ha una duplice funzione:
nel testo indica la lettera da
modificare e si traccia sulla
lettera sbagliata;
sul bordo bianco esterno indica
la lettera con cui sostituire
quella sbagliata. Si ripete il
simbolo a fine rigo e gli si scrive
accanto la lettera corretta.
Nella Fig. 2 è riprodotta una pagina dove si esemplifica l’uso
del simbolo.
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5.2 Sostituire una lettera con inserimento
Il simbolo illustrato precedentemente può essere usato anche
in caso di sostituzione con inserimento. È sempre opportuno
usare i simboli prescritti dall’UNI 5041/1996. i segni usati per
lo stesso tipo di informazione (sostituisci, elimina, aggiungi
ecc.) possono essere rappresentati in modi diversi. In questo
caso la sostituzione con inseri-
mento può essere rappresentata sia
dal simbolo della Fig. 1 sia da quello
della Fig. 3.
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Nella Fig. 4 tutti e due i simboli precedentemente descritti sono
usati per indicare sostituzione con inserimento. La comunica-
zione al grafico impaginatore risulta comunque chiara in en-
trambi i casi.
5.3 Sostituire una o più parole
Per sostituire una o più parole si usa il simbolo illustrato nella
Fig. 5. Anche in questo caso il simbolo
ha una doppia funzione:
nel testo indica la parola da
modificare. Si traccia, quindi, il
segno sulla parola sbagliata (o
su un gruppo di parole);
sul bordo si ripete il simbolo e
si scrive accanto la parola (o il
gruppo di parole) corretta.
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Ne vediamo un esempio nella Fig. 6.
5.4 Sostituire un gruppo di lettere
Per sostituire un gruppo di lettere è possibile:
usare il simbolo precedente (Fig. 5);
oppure il segno illustrato nella Fig. 7
ed esemplificato nella Fig. 8.
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6. Eliminare lettere o parole
6.1 Eliminare una lettera
Per eliminare una lettera si usa il simbolo
raffigurato nella Fig. 9: una T rovesciata
con a fianco una X.
Il simbolo ha una doppia funzione:
nel testo si traccia sulla lettera da
eliminare;
sul bordo bianco esterno si ripete il
simbolo seguito dalla X.
La Fig. 10 esemplifica l’uso del simbolo. Per eliminare le let-
tera L della parola dell, si traccia il simbolo sulla L all’interno
del testo, mentre sul bordo a fine riga si traccia lo stesso segno
seguito da una X.
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6.2 Eliminare lettere o parole
Per eliminare una o più parole si usa il sim-
bolo riprodotto nella Fig. 11. Anche in que-
sto caso il simbolo ha una doppia funzione:
nel testo indica la parola da eliminare
e si traccia sulla parola sbagliata (o
su un gruppo di parole);
sul bordo si ripete il simbolo e
accanto si appone una X.
La Fig. 12 ne riporta alcuni esempi pratici.
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6.3 Eliminare lettere o parole e riunire
L’eliminazione di una lettera e la riunione
delle lettere rimanenti si indica con il sim-
bolo della Fig. 13.
L’eliminazione di un gruppo di let-
tere e la riunione delle lettere rima-
nenti si indica con il simbolo della
Fig. 14.
NB. Nella prassi comune, tuttavia, potrai trovare che anche i simboli riportati nelle figg. 9 e 11 sono abitualmente usati per indicare eliminazione e riunione.
Nella Fig. 15, per esempio, è evidente che la N di transmette
va eliminata e la parola che ne deve risultare è trasmette.
Il simbolo di riunione non è indispensabile per comunicare, in
modo inequivocabile, la correzione all’impaginatore.
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Si possono verificare, però, situazioni di dubbio e di incertezza,
come in caso di lingue straniere, per esempio, dove è preferi-
bile un eccesso di chiarezza piuttosto che un ulteriore giro di
bozze.
La Fig. 15 riporta un testo con entrambi i simboli di elimina-
zione e riunione.
Se, eventualmente, sussistono ancora dubbi sulla chiarezza
della correzione o su una possibile interpretazione sbagliata da
parte del grafico, si può scrivere la parola corretta per intero,
cerchiata, vicino al relativo simbolo.
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7. Eliminare/inserire spazi
7.1 Eliminare uno spazio e riunire
Per eliminare uno spazio e unire le due
parti della parola si usa il simbolo illu-
strato nella Fig. 16.
7.2 Inserire uno spazio e staccare
Per inserire uno spazio e staccare due
parole si usa il simbolo illustrato nella
Fig. 17.
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L’uso pratico dei due segni è esemplificato nella Fig. 18.
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8. Apici e pedici
8.1 Disporre in apice (esponente)
Si definisce apice la lettera scritta in dimen-
sioni ridotte e spostata in alto rispetto alla base
del testo. Si usa nei testi scientifici. In matema-
tica, per esempio, per indicare la potenza a cui
è elevato un numero oppure per indicare un nu-
mero ordinale come 1ª. Per indicare di disporre
in alto rispetto alla riga di base una lettera o un
segno si usa il simbolo illustrato nella Fig. 19.
8.2 Disporre in pedice (deponente)
Il pedice è una lettera, sempre di dimensioni
ridotte, spostata in basso rispetto alla linea
del testo: si usa prevalentemente in mate-
matica e chimica, come, per esempio, il 2
nella formula H2O. Per indicare di disporre
in basso rispetto alla riga di base una lettera
o un segno si usa il simbolo illustrato nella
Fig. 20.
L’uso pratico dei due segni è esemplificato nella Fig. 21.
L’esempio è più complesso dei precedenti. Sulla stessa riga,
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infatti, ci sono più correzioni. Le note a margine devono se-
guire lo stesso ordine di successione del testo. Si possono usare
entrambi i margini, cercando di annotare la correzione sul mar-
gine più vicino e in ogni caso è opportuno usare simboli diversi
per più correzioni sulla stessa riga o molto vicine.
La linea-guida, come sempre, è essere più chiari possibili, in modo che l’impaginatore non abbia dubbi e rallentamenti.
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9. Scambi e spostamenti
9.1 Scambiare di posto lettere o parole
Scambiare di posto due lettere o due parole sulla stessa riga si
indica con il simbolo della Fig. 22.
9.2 Spostare una o più righe
Per spostare una o più righe in un altro
punto del testo si usano i simboli della
Fig. 23.
36
Nella Fig. 24 un esempio di uso dei segni di scambio e sposta-
mento. Per rendere ancora più chiaro lo spostamento di righe,
i versi sono stati numerati secondo l’ordine desiderato.
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10. Inserire o eliminare
un a capo
10.1 Inserire un a capo
Per indicare l’inserimento di un a capo e,
quindi, l’inizio di un nuovo paragrafo o di
una nuova riga si usa il simbolo illustrato
nella Fig. 25.
10.2 Eliminare un a capo
Per indicare, invece, l’eliminazione di un a
capo e, quindi, l’eliminazione del para-
grafo successivo si usa il simbolo illustrato
nella Fig. 26.
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Nella Fig. 27 un esempio di uso dei segni di inserimento e elimi-
nazione di un a capo.
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11. Rientranze e allineamenti
11.1 Inserire una rientranza
Per indicare l’inserimento di una rien-
tranza si usa il simbolo illustrato nella
Fig. 28.
11.2 Eliminare una rientranza
Per indicare, invece, l’eliminazione di
una rientranza si usa il simbolo illu-
strato nella Fig. 29.
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Nella Fig. 30 un esempio di uso dei segni di inserimento e elimi-
nazione di una rientranza.
11.3 Allineamenti orizzontali e verticali
Per indicare una parte di testo da allineare
orizzontalmente o verticalmente si usano i
simboli della Fig. 31.
41
11.4 Centrare il testo
I simboli usati per indicare che il testo
deve essere centrato orizzontalmente o
verticalmente sono illustrati nella
Fig. 32.
Nella Fig. 33 un esempio di uso dei segni precedentemente de-
scritti.
42
12. Aumentare o diminuire
spaziature
12.1 Avvicinare o distanziare verticalmente
Per indicare la riduzione o l’aumento di
una spaziatura verticale si usano i sim-
boli illustrati nella Fig. 34.
12.2 Avvicinare o distanziare orizzontalmente
Per indicare la riduzione o l’aumento di
una spaziatura orizzontale si usano i sim-
boli illustrati nella Fig. 35.
43
Nella Fig. 36 un esempio di uso dei segni spaziatura orizzon-
tale e verticale.
44
13. Maiuscolo, minuscolo
e maiuscoletto
13.1 Mettere in minuscolo (basso)
La Fig. 37 illustra come indicare di mettere un testo in minu-
scolo. Si può indicare anche con
“basso”.
13.2 Mettere in maiuscolo (alto)
Per indicare la composizione in
maiuscolo di un testo si può usare
il simbolo illustrato in alto nella
Fig. 38 oppure una tripla sottoli-
neatura (è comunque preferibile e
più comprensibile il simbolo).
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13.3 Mettere in minuscolo con iniziale maiuscola
Per indicare la composizione di un
testo in minuscolo con iniziale
maiuscola (alto/basso) si usa il se-
gno della Fig. 39.
13.4 Mettere in maiuscoletto
Il maiuscoletto è un maiuscolo in
corpo minore (in genere il 70% in al-
tezza del maiuscolo della stessa fa-
miglia di caratteri). Per indicare la
composizione in maiuscoletto si usa
il simbolo della Fig. 40 oppure una
doppia sottolineatura (è comunque
preferibile usare il simbolo).
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13.5 Mettere in maiuscoletto con iniziale maiuscola
Per indicare la composizione di un
testo in maiuscoletto con iniziale
maiuscola si usa il simbolo della
Fig. 41.
Nella Fig. 42 un esempio dell’uso dei precedenti simboli.
47
14. Tondo, nero e corsivo
I font della stessa famiglia hanno lo stesso stile grafico, ma
presentano delle varianti.
Le varianti più comuni sono:
roman (normale)
corsivo o italic
grassetto o bold
grassetto corsivo o bold italic
Alcuni font sono declinati in numerose varianti:
light, book, medium, bold, black, extrablack
condensed, extra-condensed, expanded ecc.
italic, cursive, slanted (inclinato)
Poiché uno stesso font è visivamente diverso a seconda del suo
spessore e della sua geometria, per indicare sulle bozze la scelta
del carattere, è necessario definire altri suoi elementi, quali:
la gradazione del colore: chiarissimo/extra light -
chiaro/light - normale/medium - neretto/demi -
nero/bold - nerissimo/extra bold;
il ritmo: tondo/roman - corsivo/italic -
stretto/condensed - largo/large - filettato/outline -
ombreggiato/shadow
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In linea di massima i simboli illustrati qui di seguito sono suf-
ficienti per la gran parte dei lavori di correzione di bozze.
Sono necessarie indicazioni più precise sui font quando si la-
vora su grafiche editoriali e pubblicitarie più complesse.
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14.1 Mettere in corsivo (italic)
La Fig. 44 illustra come indicare di
mettere un testo in corsivo. In genere
si usa il simbolo.
A volte (soprattutto in ambito giornali-
stico) si trova una sottolineatura singola
per indicare la corsivizzazione.
14.2 Mettere in tondo (normale)
Per indicare la composizione in tondo
(non corsivo) di un testo si usa il sim-
bolo illustrato in alto nella Fig. 45.
14.3 Mettere in bold (nero, grassetto)
Per indicare la composizione di un testo
in bold si usa il segno della Fig. 46. Si
può anche ricorrere a una sottolineatura
ondulata, ma in generale si ricorre al ter-
mine bold e non nero, come è indicato
nelle norme UNI.
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14.4 Mettere in chiaro (non bold)
Per indicare la composizione di un te-
sto in chiaro (non in bold) si usa il se-
gno della Fig. 47.
La Fig. 48 riassume l’uso dei simboli usati per il tondo, il bold
e il corsivo.
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15. Vive!
15.1 Annullare la correzione
Vive! è l’annotazione che si usa apporre
sulle bozze di stampa per annullare una can-
cellatura o una correzione già apportata, per
avvertire cioè che questa deve considerarsi
non valida, e che il testo composto resta im-
mutato. In genere nel testo si sottolinea la
correzione con un puntinato.
Variante: vive com’è.
15.2 Ripristinare la correzione
Il ripristino di una correzione, precedente-
mente annullata, si indica come illustrato
nella Fig. 50.
La Fig. 51 riassume l’uso dei simboli qui in esame.
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