LA CULTURA DELL’INCLUSIONE e LA RELAZIONE EDUCATIVA · condizioni di disabilità, per abbracciare...

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prof.ssa Angela Fossati - Biella 18 marzo 2016

LA CULTURA DELL’INCLUSIONEe

LA RELAZIONE EDUCATIVA

Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Ufficio Scolastico Regionale per il PiemonteUfficio X - Ambito territoriale di BiellaUfficio VIII - Ambito territoriale di Vercelli

IL MIO INTERVENTO

LA CULTURA DELL’INCLUSIONE

Aspetti normativi

La scuola inclusiva

Il docente inclusivo LA RELAZIONE

EDUCATIVA

Il senso della relazione educativa

Cos’è educativo

Strategie metodi e finalità della relazione educativa

Vi è relazione educativa nell’e-learning?

IL NUOVO CONTESTO IN CUI SI MUOVE LA SCUOLA

IL NUOVO CONTESTO IN CUI SI MUOVE LA SCUOLA

e’ definito da

La LEGGE 107/2015 di riforma su «La Buona Scuola»

La Direttiva ministeriale del 27 dicembre 2012:

"Strumenti di intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l'inclusione

scolastica» e

La C.M. n.8 del 6 marzo 2013 «Indicazioni operative»

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Dalla Legge 107 del 13 luglio 2015 (la «Buona Scuola»)

Art 1 comma 1 ….la seguente legge PROMULGA …

«il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza e innalzare i livelli di istruzione e le competenze delle studentesse e degli studenti, rispettandone i tempi e gli stili di apprendimento, per contrastare le diseguaglianze socio-culturali e territoriali, per prevenire e recuperare l’abbandono e la dispersione scolastica, in coerenza con il profilo educativo, culturale e professionale dei diversi gradi di istruzione, per realizzare una scuola aperta, quale laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica, di partecipazione e di educazione alla cittadinanza attiva, per garantire il diritto allo studio, le pari opportunità di successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini

IL NUOVO CONTESTO IN CUI SI MUOVE LA SCUOLA

Dalla direttiva del 27 dicembre 2012

“... ogni alunno, in continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta.”

DUNQUE…L'espressione Bisogni Educativi Speciali fa riferimento ad un'ampia categoria di difficoltà che vanno dalle condizioni di disabilità, per abbracciare il campo dei disturbi specifici dell'apprendimento, lo svantaggio sociale e culturale e ancora le difficoltà linguistiche per gli alunni stranieri. Queste situazioni di disagio possono essere globali e pervasive (si pensi all'autismo) oppure più specifiche (es.la dislessia), settoriali (es.disturbi del linguaggio, disturbi psicologici d'ansia, …); gravi o leggere, permanenti o transitorie, certificate e non

IL NUOVO CONTESTO IN CUI SI MUOVE LA SCUOLA

La C.M. n.8 del 6 marzo 2013, specifica che:

La Direttiva del 27 dicembre 2012 estende a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell’apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla Legge 53/2003

Prefigura la nuova figura di scuola attraverso:

• l’attivazione del Gruppo di lavoro e di studio d’Istituto (GLHI) che assume la denominazione di Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (GLI), con il preciso compito di elaborare una proposta di Piano Annuale per l’Inclusione (PAI) riferito a tutti gli alunni con BES

• l’inserimento nel POF (ora Piano Triennale) della scuola di un concreto impegno programmatico per l’inclusione

• il compito dei Consigli di classe è indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l'adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni.

IL NUOVO CONTESTO IN CUI SI MUOVE LA SCUOLA

La C.M. n.8 del 6 marzo 2013 prefigura:

Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e

personalizzato, redatto in un Piano Didattico

Personalizzato (PDP), che ha lo scopo di definire,

monitorare e documentare, secondo un’elaborazione

collegiale, corresponsabile e partecipata, le strategie

di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli

apprendimenti.

IL NUOVO CONTESTO IN CUI SI MUOVE LA SCUOLA

IL NUOVO CONTESTO IN CUI SI MUOVE LA SCUOLA

La scuola deve costruire una rete di risorse in un’ottica di inclusione

scolastica avanzata

La scuola deve diventare un luogo in cui• ognuno si sente di appartenere > presa in carico dell’alunno come

persona - comunità – luogo di «vita»• ognuno è accettato, dà sostegno e ne riceve dai suoi compagni e dai

membri della comunità scolastica > comunità educante• Si co-costruiscono significati ed apprendimenti• Si costruiscono, si condividono, si esercitano competenze

TUTTO IL PERSONALE SCOLASTICO DEVE LAVORARE INSIEME PER RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO DI FORNIRE

UN’EDUCAZIONE EFFICACE AD OGNI ALUNNO

Presa in carico di ciascun alunno

ALUNNO = PERSONA

IL DOCENTE INCLUSIVO: PROFILO E COMPITI ISTITUZIONALI

L’ European Agency for Development in Special Needs Education ha elaborato nel 2012 il “Profilo dei docenti inclusivi”, suddiviso in quattro valori, ciascuno dei quali declinato in un interessante elenco di indicatori, sui quali le scuole potrebbero aprire una attenta riflessione, proprio in relazione alla stesura del PAI.

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IL DOCENTE INCLUSIVO: PROFILO E COMPITI ISTITUZIONALI

I quattro valori di riferimento condivisi dai docenti inclusivi sono:

I. (Saper) valutare la diversità degli alunni : la differenza tra gli alunni è una risorsa e una ricchezza

II. Sostenere gli alunni: i docenti devono coltivare aspettative alte sul successo scolastico degli studenti

III. Lavorare con gli altri: la collaborazione e il lavoro di gruppo sono approcci essenziali per tutti i docenti

IV. Aggiornamento professionale continuo: ’insegnamento è una attività di apprendimento e i docenti hanno la responsabilità del proprio apprendimento permanente per tutto l’arco della vita.

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L’insegnante di sostegno è

PROMOTORE della cultura dell’ INTEGRAZIONE,

CONTITOLARE della classe,

per gli alunni è una presenza efficace,

ha il compito di PROGETTARE

per PROGRAMMARE

e compiere AZIONI FORMATIVE MIRATE

per favorire

un’ EDUCAZIONE INCLUSIVA e la RIDUZIONE DELL’HANDICAP

IL DOCENTE INCLUSIVO: PROFILO E COMPITI ISTITUZIONALI

Profilo personale dell’insegnante

… in termini di attitudini, atteggiamenti e capacità, che rappresentano le caratteristiche personali auspicate in ogni insegnante.

Profilo professionale dell’insegnante

…in termini di competenze, conoscenze, valori e identificazione con la professione, auspicate in ogni insegnante in funzione dell’esercizio della professione docente.

Compiti istituzionali dell’insegnante

… in termini di responsabilità che questi ha nei confronti dello Stato e della società, delle famiglie, dei datori di lavoro, degli allievi e delle sedi d’insegnamento.

IL DOCENTE INCLUSIVO:

PROFILO E COMPITI ISTITUZIONALI1 - Profilo personale dell’insegnante

Scegliere la professione di insegnante è idealmente il frutto di una consapevolezza e di un reale interesse per tale attività.

Motivazione e attitudini caratterizzano in maniera particolare ogni insegnante e giocano un ruolo rilevante, in un ambito professionale nel quale aspetti come la socializzazione o la comunicazione hanno grande importanza e in cui l’atteggiamento nei confronti della flessibilità o della collaborazione fra colleghi può giocare un ruolo determinante nel successo formativo dei ragazzi. consistente negli anni a venire. Aspetti, quali ad esempio l’apertura verso la cultura e le sue manifestazioni, l’attitudine alla gestione di conflitti, oppure le attitudini a livello di gestione e conduzione di gruppi e di situazioni, sono di particolare rilievo.

IL DOCENTE INCLUSIVO:

PROFILO E COMPITI ISTITUZIONALI

2 - Profilo professionale dell’insegnante Le competenze disciplinari, pedagogiche, didattiche, psicologiche e di sociologia dell’educazione di cui un docente dispone costituiscono il fondamento della sua professionalità, che trova nelle attività svolte all’interno della classe la sua piena espressione.

La competenza è qui intesa come il disporre di una struttura mentale – che si esplicita poi in azioni intenzionali – che permetta di interpretare e gestire in modo efficace situazioni

In questo contesto, è pure molto importante la capacità di sviluppare meta-competenze, intese come frutto di una costante riflessione sul proprio operato professionale.

Tutti i processi qui descritti dovrebbero essere inclusi in una prospettiva orientata all’apprendimento continuo.

2.1 Identificazione con la professione docente

La consapevolezza del proprio ruolo d’insegnante nel contesto sociale, culturale, economico è di grande importanza.

Essere docente

•L’insegnante s’identifica con il ruolo sociale e i valori caratteristici della professione docente;

•al di là della propria specializzazione disciplinare, ogni insegnante considera l’educazione e la formazione degli allievi nella loro globalità come proprio compito professionale primario

2.2 Aspetti etici e deontologia professionale

L’allievo, inteso come individuo in divenire e in formazione – in prospettiva allo stesso tempo persona, cittadino e lavoratore – deve essere posto al centro dell’azione educativa, secondo i principi etici espressi nella Legge della scuola.

Garanzia dei diritti fondamentali dell’allievo e Rispetto della missione educativa della professione

L’insegnante favorisce lo sviluppo armonioso dell’allievo come persona e lo sviluppo del suo senso critico, lo aiuta ad inserirsi nella vita della classe e lo coinvolge nella definizione di regole di convivenza in tale contesto; rispetta le esigenze di discrezione e di segreto legate alla professione.

Rapporti con la famiglia degli allievi

Rapporti con le aziende e con il territorio

Sostegno alla scuola pubblica in quanto istituzione democratica

2.3 Competenze professionali

Competenze disciplinari

•L’insegnante conosce i contenuti che insegna e li sa collocare in un quadro più ampio, comprendente in particolare riferimenti alla realtà vissuta dagli allievi;

•è in grado di situare i contenuti che insegna in un quadro epistemologico, storico e culturale in modo tale da saperne evidenziare le premesse e le implicazioni;

•si mantiene aggiornato rispetto ai progressi della disciplina, delle metodologie didattiche a essa relative, alla ricerca in materia condotta a livello accademico e applicato;

•sa preparare percorsi di apprendimento differenziati per allievi con diverse capacità e attitudini, in maniera tale da condurli a utilizzare in modo ottimale le loro potenzialità;

•ha una visione chiara dei concetti-chiave della disciplina, tale da consentirgli di favorire la comprensione delle tematiche da parte degli allievi;

•nel settore della Formazione Professionale, dispone di competenze aggiornate e corrispondenti alle modalità in uso nei contesti aziendali.

Competenze in materia di insegnamento e apprendimento

•L’insegnante conosce i fondamenti delle scienze di costruzione degli apprendimenti all’interno dell’aula scolastica, collocando i propri interventi didattici all’interno di tale prospettiva;

•conosce le diverse possibilità per far giungere gli allievi all'apprendimento e le applica in maniera differenziata secondo gli obiettivi mirati;

•sa osservare gli allievi e la classe come gruppo, rilevandone le dinamiche più importanti e utilizzando tali informazioni in modo appropriato per migliorare i risultati e il comportamento, a livello individuale e collettivo;

•valuta in modo valido e con regolarità vari aspetti legati ai processi di insegnamento-apprendimento e alla vita in classe, ricorrendo in modo appropriato alle diverse funzioni della valutazione;

•sa collocare adeguatamente la valutazione all’interno di processi e dinamiche volti al miglioramento e alla crescita individuale e collettiva in classe e nell’istituto scolastico;

•è in grado di raccogliere e interpretare dati riguardanti situazioni rilevanti ai fini dell’apprendimento e/o della socializzazione degli allievi, condividendo i risultati con i colleghi e sviluppando riflessioni appropriate;

•conosce e padroneggia l’uso di varie tipologie di mediatori dell’apprendimento: lo spazio, i

materiali, le situazioni problematiche, i progetti

Competenze di pianificazione, organizzazione e svolgimento delle lezioni

• L’insegnante è in grado di condurre ogni allievo e ogni persona in formazione a conseguire almeno degli obiettivi minimi rispetto alle tematiche dei piani di studio e di formazione. In particolare, partendo dalla conoscenza della classe e dalle sue percezioni, osserva, ascolta e rileva le potenzialità degli allievi e le loro debolezze già durante la fase di apprendimento, adeguando il corso delle lezioni a tali aspetti;

• sa organizzare opportunità di apprendimento diversificate a dipendenza delle potenzialità e delle caratteristiche dei vari allievi, in modo tale che ognuno di essi abbia la possibilità concreta di vivere dei successi;

• interpreta correttamente sintomi di difficoltà e disagio nell’apprendimento manifestati dagli

allievi e dà delle risposte in chiave preventiva a questi fenomeni, coinvolgendo in seguito se necessario le istanze competenti;

• sa agire in un contesto d’interdisciplinarità, integrando le conoscenze disciplinari con quelle

appartenenti a discipline “contigue” e/o affini e con la tecnologia;

• adatta o crea metodologie adeguate per l’insegnamento dei diversi temi curricolari.

Competenze in materia di socializzazione e relazione

•L’insegnante tiene conto nella propria azione educativa delle teorie relative all’apprendimento

sociale ed emozionale;

•instaura un rapporto con l’allievo basato sull’accettazione e sul desiderio di comprendere, valorizzandone la soggettività e incrementandone la socialità;

•aiuta l’allievo nella presa di coscienza dei propri saperi e delle proprie emozioni;

•sa gestire adeguatamente gruppi di alunni tenendo conto delle loro caratteristiche individuali e relazionali;

•costruisce una relazione positiva con gli allievi, basata sul mutuo rispetto e sulla condivisione di valori positivi;

•pratica in modo adeguato l’ascolto attivo;

•comunica e si pone in relazione in modo efficace con gli alunni e le famiglie, mettendoli in

grado di comprendere i percorsi di apprendimento;

•suggerisce alle famiglie le modalità migliori per sostenere i propri figli nelle attività di studio a

domicilio

Meta-competenze e pratica riflessiva

•L’insegnante è in grado di riflettere criticamente e costruttivamente sul proprio modo di porsi quale insegnante e di sviluppare la propria professionalità conseguentemente;

•sa riflettere sugli aspetti disciplinari e didattici relativi al proprio campo di competenza e li struttura in modo più approfondito ed efficace sulla base di una conoscenza e di una comprensione che estende costantemente;

•sa apprendere dai propri errori e si rende conto che il proprio sapere è comunque limitato;

•sa disimparare quando è necessario (cambio di paradigmi, di metodologie, di strumenti).

Competenze nell’uso e nella gestione di risorse digitali per l’apprendimento (RDA)

• L’insegnante padroneggia da un punto di vista tecnico le RDA a disposizione e le utilizza in modo appropriato nell'ambito della propria azione d’insegnamento;

•È capace di sviluppare le competenze mediali degli allievi in funzione di una loro crescita culturale e individuale, facendo sì che questi sviluppino l’attitudine a servirsi di tali strumenti in modo doppiamente efficace (dominio allo stesso tempo tecnico e intellettuale sulle macchine).

2.4 Capacità di gestione

Il possesso di competenze si deve tradurre, in termini operativi, nella gestione da parte dell’insegnante di varie problematiche che toccano la scuola di oggi, in particolare il cambiamento, l’eterogeneità della popolazione scolastica, e le dinamiche che interessano il gruppo-classe.

Gestione del cambiamento

•L’insegnante sa interpretare e assimilare in modo adeguato i cambiamenti necessari per un esercizio attualizzato della professione docente.

Gestione dell’eterogeneità

•L’insegnante sa gestire in modo adeguato sia le problematiche poste dall’eterogeneità degli allievi presenti in classe, che l’imprevisto, l’inatteso…

Gestione della classe come gruppo

•L’insegnante coinvolge direttamente gli allievi nell’organizzazione istituzionale del contesto educativo: tempi, spazi, elaborazione di regole condivise, gestione delle trasgressioni;

•sa creare un clima di accoglienza e fiducia, favorevole all’apprendimento;

•lascia agli allievi il tempo necessario per elaborare i loro pensieri in modo approfondito, accettando i necessari silenzi.

IL DOCENTE INCLUSIVO: PROFILO E COMPITI ISTITUZIONALI

3 -Compiti istituzionali – responsabilità dell’insegnante

L’insegnante ha delle responsabilità, che derivano dal suo ruolo professionale, nei confronti della società. Si auspica che gli studenti formati dall’istituzione scolastica sviluppino competenze e conoscenze tali da essere buoni cittadini e da saper svolgere i compiti professionali richiesti dalla società in modo adeguato. Inoltre un buon docente è sempre in grado di motivare le proprie

scelte davanti ad allievi e famiglie sulla base di criteri educativi riconosciuti, conosce e mette in atto i piani di studio e di formazione, e partecipa in modo attivo e affidabile alle attività dell’istituto.

Responsabilità verso lo Stato e la società

•L’insegnante opera in modo professionale per raggiungere gli obiettivi formativi che lo Stato e la società si prefiggono; mette in collegamento aspetti del proprio insegnamento con la realtà quotidiana vissuta dagli allievi.

Responsabilità verso gli allievi e le famiglie

•L’insegnante si pone in relazione con allievi e famiglie sulla base di criteri educativi validi;

•sa dare chiare indicazioni ad allievi e famiglie per migliorare la riuscita scolastica.

Responsabilità rispetto alle prescrizioni curricolari

L’insegnante conosce gli orientamenti in materia di politica educativa, le leggi, i regolamenti e piani di studio e di formazione e sa declinare in modo collaborativo all’interno di gruppi di lavoro disciplinari le tematiche più generali presenti nei piani di studio e di formazione.

Responsabilità generali presso la sede di insegnamento

• L’insegnante partecipa alla definizione delle regole dell’istituto scolastico, le rispetta e le fa rispettare;

•è presente in modo attivo e responsabile nelle attività d’istituto;

•rispetta le scadenze amministrative e comunica in modo affidabile le informazioni che è tenuto a trasmettere;

•utilizza in modo appropriato le risorse dell’istituto;

•promuove gli interessi e l’immagine dell’istituto;

Responsabilità verso il mondo del lavoro

L’insegnante forma i propri studenti in modo tale che essi sviluppino competenze, conoscenze

e abilità utili a un loro inserimento efficace nel contesto professionale..

prof.ssa Angela Fossati Vercelli, 24 febbraio 2016

LA RELAZIONE EDUCATIVA

IN

UNA SCUOLA INCLUSIVA

Parlare della relazione educativa significa analizzare

il cuore dell’educazione come esperienza umana

POICHE’ AL CENTRO C’E’ LA PERSONA,

LA RELAZIONE PORTA AL RICONOSCIMENTO

DELLA COMUNE UMANITA’

DELLA DIVERSITA’ INDIVIDUALE E CULTURALE

AD ACCOGLIERE IDENTITA’ E DIFFERENZA

DUE I CARATTERI COSTITUTIVI DELLA RELAZIONE EDUCATIVA

L’INTENZIONALITÀ (che si traduce nell’avviare un processo di comprensione di

desideri, bisogni e attese dell’educando)

L’ASIMMETRIA (età, maggiori esperienze, conoscenze e maturità personali

dell’educatore rispetto all’educando).

La relazione è complementare ed educativa quando i diversi livelli di asimmetria

evolvono in senso contenutistico e relazionale,

annullando l’asimmetria stessa

La base di una relazione che si definisce educativa è dunque costituita dalla:

• disponibilità ad uscire dalla propria singolarità per incontrare l’altro in nome della comune umanità;

• accettazione della diversità riconoscendola come valore inestimabile;

• comprensione di tale differenza e • ricerca continua di strategie e percorsi

migliori, sostenuti dall’impegno e dalla passione per aiutare gli allievi ad intraprendere il percorso verso la conquista della propria umanità

Partire dalla centralità della relazione educativa significa

superare:

• il legame tradizionale tra maestro e scolaro basato su una rigida demarcazione di ruoli;

• la considerazione di un sapere da trasmettere secondo una traiettoria lineare e unidirezionale.

L’educando non è termine passivo della relazione,

ma influisce significativamente sulle interazioni

reciproche atraverso un feedback educatvo 

la disponibilità degli insegnanti di: • rivedere criticamente i propri

interventi; • lasciarsi contaminare; • intrecciare con gli alunni un’autentica

rete di comunicazione.

Da un punto di vista metodologico il MIUR nel 2009 suggerisce il ricorso ai metodi attivi, capaci di coinvolgere gli allievi:• didattica laboratoriale, • il lavoro di gruppo• l’apprendimento cooperativo, • altre scelte didattiche (il contrato

formativo, la peer education, la discussione) che promuovono la partecipazione e la citadinanza attiva

Il ripensamento del curricolo non risulta sufficiente se è basato solo sull’adeguamento dei programmi

scolastici, richiede un mutamento del modo di fare scuola che sappia guardare agli

esiti di lungo termine secondo le coordinate dell’educazione al

cambiamento e della centralità dell’intelligenza

VI E’ UNA RELAZIONE EDUCATIVA NELL’E-LEARNING?

E’ POSSIBILE PENSARE CHE IL SEMPLICE INSERIMENTODELLE NUOVE TECNOLOGIE NEI CONTESTI SCOLASTICI E FORMATIVI CONSENTA DI MIGLIORARE LE PRATICHE EDUCATIVE ?

LA STRUTTURA ESSENZIALE DELLA RELAZIONE EDUCATIVA VIENE MODIFICATA DALL’USO DELLE NUOVE TECNOLOGIE?

LA RISPOSTA A QUESTE DOMANDE E’

SOSTANZIALMENTE NEGATIVA

L’UTILIZZO DELLE NUOVE TECONOLOGIE NEI PROCESSI DI

APPRENDIMENTO NON SCONVOLGE L’ESSENZA DELLA

RELAZIONE EDUCATIVA, MA MODIFICA LE FORME DI

MEDIAZIONE

Normative e interventi istituzionali didattica per competenze

Le competenze chiave per l’apprendimento permanente dell’Unione Europea un allegato della raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, relativa a competenze chiave per l’apprendimento permanente, che è stata pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il 30 dicembre 2006/L394.

Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio "Relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente" (2006/962/CE)

Nota del capo Dipartimento per l’Istruzione n. 1208 del 12/4/2010 che ha diramato il Decreto e le Indicazioni per la certificazione delle competenze relative all’assolvimento dell’obbligo di istruzione nella scuola secondaria superiore.

Il decreto ministeriale 27 gennaio 2010 n. 9 che rende obbligatorio la certificazione delle competenze per gli studenti che completano il ciclo decennale, coincidente con il termine del secondo anno delle scuole secondarie di secondo grado.

Modello per la certificazione di base delle competenze di base in uscita del biennio

Indicazioni per la certificazione delle competenze per capire cosa si intende per competenza, come si debba valutare e certificare.

La pagina del Ministero delle Pubblica Istruzione da cui scaricare il testo delle Indicazioni nazionali per le scuole dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione

Normative disabilità

1. Relazione Falcucci ‘75 (prima direttiva per l’integrazione degli alunni HC nelle classi normali)

2. Legge 517/77 (introduzione del docente di sostegno e dei percorsi individualizzati)

3. Legge 104/92 (legge specifica per l’handicap, ruolo della scuola e dei servizi sanitari)

4. Legge 328/2000 (sistema integrato dei servizi)

5. Legge 185/06 (certificazione multidisciplinare)

6. Linee guida 2009 sull’integrazione della disabilità

7. ICF Classificazione internazionale del funzionamento

8. Legge 134/15 e linee guida Alunni Autistici

BES

A. CM 24/2006 (integrazione alunni stranieri)

B. Legge 170/10 + linee guida (2011) DSA

C. Direttiva 27 dicembre 2012 e cm 8/2013 (alunni con BES)