La Grande Guerra -...

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La Grande Guerra

•Le cause

•Le battaglie

•Le trattative di pace

LE CAUSE E GLI SCHIERAMENTI

http://www.raiscuola.rai.it/articoli/l’impero-ottomano-alla-vigilia-della-grande-guerra/26249/default.aspx

http://www.oilproject.org/lezione/gavrilo-princip-scoppio-prima-guerra-mondiale-attentato-di-sarajevo-arciduca-francesco-ferdinando-16206.html

LE BATTAGLIE

Piano Schlieffen

Le grandi battaglie.

• Sul fronte occidentale:

– La Marna (1914)

– Verdun (1916)

– La Somme (1916)

• Per l’Italia:

– Strafexpedition (1916)

– Disfatta di Caporetto (1917)

– Battaglia del Piave (1918)

La Marna (1914)

• Dopo una rapida avanzata attraverso il Belgio, le truppe tedesche, sia pure in modificazione di quelli che erano le direttive del piano "Schlieffen", si trovavano ormai alle porte della capitale Parigi. Joffre decise di dare il via ad una controffensiva in grado di fermare l’avanzata.

• Nei pressi del fiume Marna i Francesi fecero affluire tutte le forze disponibili avvalendosi di qualsiasi mezzo, compresi i taxi della capitale, requisiti per favorire il trasferimento dei soldati al fronte.

• Dopo diversi giorni di feroci scontri, il comandante tedesco von Molke perse il controllo della situazione, non riuscendo a disporre al meglio le sue truppe che andarono incontro, inesorabilmente, ad una clamorosa sconfitta.

• La battaglia della Marna salvò la Francia dalla capitolazione, determinando l’inizio della guerra di trincea.

Verdun (1916) • E’ stata la più cruenta e drammatica battaglia

della storia: vi persero la vita, nel giro di pochi mesi, 700.000 persone, mandate al massacro dai rispettivi comandi.

• Sul finire del 1915, il comandante in capo dell’esercito tedesco sul fronte occidentale, von Falkenhayn, concertò un attacco avente come obiettivo la fortezza di Verdun, dichiarata imprendibile dai Francesi.

• Il 21 febbraio 1916, preceduta da un poderoso fuoco di artiglieria, che per 10 lunghi giorni martellò le posizioni avversarie, partì l’attacco germanico, con poderose cariche, volte alla conquista del forte.

• Il comandante Pétain, chiamato alla difesa di Verdun, ordinò di tenere le posizioni a qualunque costo: il nemico non sarebbe mai dovuto passare. Von Falkenhayn dal canto suo decise di perseverare negli attacchi.

• Alla fine i Tedeschi, attaccati sulla Somme e costretti, dunque, ad alleggerire la pressione, furono costretti a rinunciare a quello che divenne il simbolo dell’onore francese, mentre il comandante Pétain, promosso sul campo, ottenne grande fama e prestigio in tutta la nazione.

La Somme (1916)

• Alla conferenza interalleata di Chantilly del dicembre 1915, il comandante francese Joffre ideò, per l’estate successiva, un attacco anglo-francese sulla Somme, ma l’assalto a Verdun, da parte dei tedeschi, obbligò le truppe a sobbarcarsi l’incombente di un’offensiva.

• La battaglia della Somme, iniziata in piena estate, si prolungò anche nell’autunno e nell’inverno, trasformando il campo di battaglia in un inferno di morte e fango, con le trincee ridotte a pozzanghere e con i soldati inzuppati dalla pioggia e seppelliti dalla melma.

• Alla fine dell’attacco, nel novembre 1916 gli Inglesi riuscirono ad avanzare solo di pochi chilometri, a scapito della perdita di un pauroso numero di uomini, tale da archiviare la Somme come un totale fallimento, per le forze dell’Intesa.

• Il 15 settembre furono utilizzati, sia pure con scarso successo, i primi carri armati della storia.

Tannenberg (1914)

• Al termine di una lenta e complessa mobilitazione, le armate zariste, al fine di alleggerire la pressione sul fronte occidentale, organizzarono un’offensiva in Prussia che obbligò il prudente comandante tedesco von Prittwitz a ripiegare sulla Vistola.

• Il comandante fu sostituito da un duo, quello composto da Hindenburg e Ludendorff, destinato ad incidere profondamente sulle sorti del Reich, grazie alla straripante vittoria che le truppe tedesche, da loro guidate, ottennero, tra il 26 e il 30 agosto 1914, a Tannenberg (villaggio in Polonia), accerchiando e distruggendo la II armata russa, inducendola ad avanzare; la tattica scelta diede, in effetti, immediatamente, il risultato sperato: dopo una rapida avanzata nel cuore del territorio nemico, il generale Samsonov, comandante della II armata, si rese conto di essere accerchiato dai tedeschi, senza possibilità di scampo.

• Tannenberg rappresentò il trampolino di lancio per la prestigiosa e fulminea carriera di Hindenburg e Ludendorff, che, qualche giorno dopo, nella zona dei Laghi Masuri, sarebbero riusciti ad ottenere un altro impressionante trionfo, contro le sempre più malandate armate dello zar Nicola II.

Gallipoli

• Nel tentativo di aprire un passaggio via mare attraverso lo Stretto dei Dardanelli e restituire alla flotta russa l’accesso all’Egeo e al Mediterraneo, la flotta anglo-francese si imbarcò in una serie di sfortunati scontri navali e poi sbarcò a fine aprile 1915 nell’arida penisola di Gallipoli. Una delle prime operazioni anfibie della storia si trasformò in un terribile insuccesso, a causa della resistenza ottomana.

• http://www.grandeguerra.rai.it/articoli/la-battaglia-di-gallipoli/26250/default.aspx

La disfatta di Caporetto (1917) • Il 24 ottobre 1917,

gli Austro-Tedeschi, forti dei rinforzi proveniente dal fronte orientale dissolto dalla rivoluzione russa, attaccarono le linee italiane e riuscirono a sfondare il fronte, nella zona di Caporetto e a dilagare nelle retrovie, tagliando, alle spalle la ritirata nemica; per l’esercito italiano fu il disastro: l’intero Friuli occupato, 12.000 morti, 31.000 feriti, 300.000 prigionieri, intere divisioni dissolte ed un numero impressionante di armamenti caduti in mano austriaca. Cadorna fu sostituito con Diaz.

Il Piave (giugno 1918)

• Dopo il disastro di Caporetto, l’Italia ebbe il merito di risollevarsi e di ricreare, dal nulla, un esercito che si era praticamente dissolto.

• I circa 300.000 sbandati dell’Isonzo, rinforzati da nuove di divisioni, costituite, in gran parte, dai "ragazzini" del 1899, da nuovi reparti ed equipaggiamenti, furono riorganizzati e riportati sulla linea del Piave, per mano del nuovo comando maggiore, guidato da Armando Diaz, uomo di straordinarie doti umane, sconosciute, invece, da un Cadorna che, con la sua fermezza, aveva contribuito, non poco, allo scoramento delle truppe.

• Dal 15 al 23 giugno sul fiume scoppiò una battaglia spaventosa, costata circa 250.000 morti, al termine della quale gli austro-tedeschi, dopo aver tentato più volte, invano, di sfondare, furono costretti alla ritirata.

• L’Italia era salva e il trionfo ottenuto pose le basi per l’offensiva che portò il nostro esercito alla vittoria finale su un’Austria-Ungheria che non sopravvisse alla disfatta.

• Il Piave, dal canto suo sarebbe, divenuto, da quel momento in poi, l’emblema dell’orgoglio nazionale italiano e del coraggio di un popolo deciso a resistere fino alla morte, contro ogni tentativo di sopraffazione

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http://www.itinerarigrandeguerra.it/La-Battaglia-Del-Piave-Canzone-Della-Prima-Guerra-Mondiale

Vittorio Veneto

http://www.raistoria.rai.it/articoli/armando-diaz-e-la-battaglia-di-vittorio-veneto/4875/default.aspx

Vittorio Veneto è una tranquilla cittadina che sorge tra le colline del Trevigiano e le pendici delle Prealpi Bellunesi. In Italia tutti la conoscono per essere il luogo dove, di fatto, terminò la Grande Guerra con la vittoria dell'esercito italiano su quello austro-ungarico nell'ottobre del 1918. Oggi offre la possibilità di scoprire questa importante vicenda grazie all'affascinante Museo della Battaglia, recentemente riaperto al pubblico.

http://www.lagrandeguerrapiu100.it/puntate/la-chiesa-di-fronte-alla-guerra-la-lettera-di-benedetto-xv-del-1%C2%B0-agosto-1917

Trattato di Brest-Litovsk

1919