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La lenta crescita italiana
tra verità e falsi miti
Le leve della crescita per l’Italia, i suoi territori, le imprese
Rapporto Area Research Banca MPS – Université Paris1, Panthéon - Sorbonne
2
La dinamica del reddito procapite
Italia: Tassi di crescita del PIL pro capite, media per decennio
Fonte: Penn World Tables
0%
1%
2%
3%
4%
5%
6%
1951
1953
1955
1957
1959
1961
1963
1965
1967
1969
1971
1973
1975
1977
1979
1981
1983
1985
1987
1989
1991
1993
1995
1997
1999
2001
2003
2005
2007
'50
'80
'70
'60
'902000
3
Il declino relativo: un confronto
Italia: PIL pro capite, rapportato a quello dei principali paesi
Fonte: Ocse
0,6
0,65
0,7
0,75
0,8
0,85
0,9
0,95
1
1,05
1,1
1970 1980 1990 2000 2009
ITA/GER ITA/USA ITA/FR ITA/UK
4
La produttività dei fattori
Italia: media del decennio (1998-2007)
Fonte: Klems
-1,50
0,00
1,50
3,00
-1,50
0,00
1,50
3,00
Ore lavorate
Composizione del lavoro
Capitale ITC
Capitale non ITC
TFP
ITALIA
USA
2.54
1.46
2.80 2.55
1980-1989 2000-2007
1980-1989 2000-2007
5
Falsi miti: “l’errore cognitivo”
Le caratteristiche del sistema italiano:
- alto peso di settori tradizionali,
- piccola dimensione delle imprese,
- problemi nel mercato del lavoro,
- scarsi investimenti
Qual è il problema?
Attribuire il declino produttivo italiano (LA DINAMICA) a
queste caratteristiche
Il decennio 1998-2007
6
Non è solo un problema di composizione settoriale
Fonte: Klems
-0,7
2,9
-0,4
0,2
0,6
0,0
0,2
0,7
1,3
0,9
0,2
-8,7
1,0
1,7
0,4
0,1
0,3
3,7
1,9
1,4
3,4
6,7
3,2
2,2
4,1
3,6
4,4
-4,4
2,4
3,1
2,6
2,0
-10,0 -8,0 -6,0 -4,0 -2,0 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0
Costruzioni
Produzione e distribuzione di energia elttrica, gas e acqua
Estrazione di minerali
ALTRI SETTORI DELL'INDUSTRIA
Altre industrie manifatturiere
Fabbricazione di mezzi di trasporto
Fabbricazione di apparecchi elettrici, elettronici ed ottici
Fabbricazione di macchine ed apparecchi meccanici
Metallurgia, fabbricazione di prodotti in metallo
Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi
Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche
Fabbricazione di prodotti chimici e di fibre sintetiche e artificiali
Coke, petrolio e trattamento dei combustibili nucleari
Industria della carta; stampa ed editoria
Industria del legno e dei prodotti in legno
Industrie tessili e dell'abbigliamento
Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco
MANIFATTURIERO UE-25 ITALIA
Tasso di crescita per ora lavorata (media 1998-2007)
7
L’investimento aumenta in tutti i comparti (1998-2007)
Fonte: Klems
4,2%
4,0%
3,8%
3,4%
2,7%
2,6%
2,6%
2,6%
2,1%
2,0%
1,8%
1,6%
1,2%
0,9%
0,8%
0,4%
-0,5%
Carta riciclata, carta, stampa ed editoria
Apparecchiature elettriche ed ottiche
Altri minerali non metalliferi
Estrazione di minerali
Metalli e prodotti in metallo
Totale industrie
Prodotti alimentari, bevande e tabacco
Coke, raffinerie di petrolio e combustibili …
Totale produzione
Gomma e materie plastiche
Altre industrie manifatturiere; riciclaggio
Macchine
Legno e prodotti di legno e sughero
Chimica, gomma, plastica e carburante
Mezzi di trasporto
Tessuti, tessili, cuoio e calzature
Industrie chimiche
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La piccola impresa cresce
La piccola impresa cresce più della grande
Fonte: Istat
90
95
100
105
110
115
120
125
130
135
140
2002 2003 2004 2005 2006 2007
Dinamica del valore aggiunto per classi di addetto (2002=100)
1-9 10-49
50-249 250 e oltre
Totale
Elaborazione su dati ISTAT - Struttura e competitività del sistema delle imprese industriali e dei servizi
9
La micro impresa è un problema
Classe imprese 1-9 10-49 50-249 250 e oltre
1-9 53 42 5 0
10-49 8 81 11 0
50-249 2 18 75 6
250 e oltre 1 3 22 74
Fonte: Elaborazione propria su dati Aida-BvD
2007
20
00
Transizione delle imprese tra classi dimensionali. Valori %. 2000-2007
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Dimensione di impresa e internazionalizzazione
E’ la piccola impresa che condiziona l’efficienza del settore?
Maggiore incidenza di piccole imprese < apertura al commercio
Maggiore incidenza di piccole imprese > incidenza di beni intermedi
Le piccole imprese esportano attraverso le grandi
Relazione positiva tra produttività delle grandi che operano nel settore finale e le piccole che producono beni intermedi.
QUAL E’ IL NESSO DI CAUSALITA’?
L’efficienza della grande impresa l’efficienza delle piccole imprese e dell’intero settore
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Riavviare il motore della crescita:
vincoli e incentivi
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Produttività e dinamismo economico/sociale
Il problema è l’assenza di crescita della produttività
Nei paesi leader aumento della produttività significa entrata di nuove imprese, ri-allocazione di risorse (lavoro e capitale) fra imprese e settori
Aumento della produttività vuol dire dinamismo
Produttività = Mobilità
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Cosa blocca il dinamismo?
Problemi “strutturali” legati alla specializzazione produttiva?
Assenza di incentivi?
Problemi istituzionali: barriere (burocrazia, tassazione), contesto socio-istituzionale?
Problemi di vincoli finanziari?
Iniziamo dai primi due punti
Le possibili cause
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Specializzazione produttiva
Siamo tra i più esposti alla concorrenza dei paesi emergenti, Cina in primis
La nostra specializzazione è ingessata
Ma perché e come uscirne?
- Spazio dei prodotti
- Aumento della produttività come processo di spostamento entro la “foresta dei prodotti”
Globalizzazione: problemi e opportunità
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Lo “spazio dei prodotti”: network a livello globale(metodologia Hausmann e altri, Harvard University)
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Dimmi cosa esporti e ti dirò chi sei
“What You Export Matters”: relazione positiva fra il PIL procapite di un paese e il livello di reddito implicito nei beni cheesporta.
Specializzarsi in alcuni prodotti porterebbe ad una crescitapotenzialmente maggiore di quella che si otterrebbespecializzandosi in altri.
La struttura della produzione migliora attraverso il passaggio dirisorse da vecchie produzioni a produzioni nuove ad esse vicine.
Il concetto di vicinanza: non somiglianza merceologica, nélegame verticale (input in altre produzioni), quanto vicinanzanelle skills e risorse richieste per produrre un dato bene.
Sulla base di tale vicinanza nelle skills/risorse è possibilerappresentare un network produttivo come una foresta formatada alberi.
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Spazio dei prodotti in Italia: una foresta densa
2009
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Product space nel 2009: differenze regionali
LombardiaSicilia
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Open forest
Sono le produzioni non ancora sfruttate, misurate per il lorovalore e la distanza dalle produzioni esistenti
Tanto più grande è l’Open forest tanto più alte le potenzialità permigliorare la struttura esistente
Le prospettive sono buone per molte regioni: le opportunitàvanno però sfruttate
Differenze regionali: Più la foresta è densamente popolata, piùesistono produzioni simili una vicino all’altra. Al contrario, unaforesta rada implica che per spostare la produzione daun’attività ad un’altra è necessario fare “salti” estremamentelunghi.
La metafora delle scimmie
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Open Forest e PIL pro capite (2008)
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Guardando in avanti
I benefici del mutamento
Le simulazioni effettuate: esiste spazio per favorire la crescitadel paese attraverso l'evoluzione della sua struttura produttiva.
Passando a produzioni con più alta qualità vicine alle esistenti(quindi potenzialmente raggiungibili) aumenterebbe la crescitamedia annua del PIL procapite 0,7 e 1,7 punti percentuali.
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Una foresta densa: possibile spostarsi con sforzo minimo
Spostarsi su altri prodotti è possibile, ma bisogna far
saltare l’homo italicus. Quando gli alberi sono vicini è
facile
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Una foresta rada: o piantare nuovi alberi o aumentare la gettata del salto della scimmia
In molte regioni del Sud la spinta deve essere molto
più forte, gli alberi sono più lontani
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Foresta rada nel sud
I problemi
Problema: finché non si è convinti di poterraggiungere un altro albero non si salta
Ma come si fa a piantare altri alberi se non ci sonoscimmie che ci vogliono andare?
Problemi di coordinamento
Simili a quelli del take-off dei paesi in via disviluppo
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La capacità di saltare
Un problema per tutto il paese
Incentivi
Attitudine rispetto al rischio
Risorse: finanza
Inoltre....
I vecchi alberi abbandonati si seccano: problemapolitico-sociale per le risorse che devono cercarealtro impiego
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L’homo italicus (la scimmia)
Le caratteristiche, valori e incentivi
Individualismo e immobilismo: Paradosso
Cultura/valori?
Più della cultura contano gli incentivi
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I valori sarebbero (o erano?) quelli favorevoli alla crescita...gli incentivi no
Fonte: Hofstede database
0,0
20,0
40,0
60,0
80,0
100,0
120,0
140,0
160,0
180,0
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
GD
P p
ro c
apit
e
Indice individualismo
Individualismo e reddito pro capite, 2000
Lussemburgo
Stati Uniti
Singapore
Italia
Francia
Germania
Ma stanno peggiorando?
I più recenti indicatori di fiducia inter-personale molto bassi (dati OCSE)
E non migliorano con l’istruzione (grave)
E’ più plausibile, pero’, che vi sia un problema di incentivi
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Vecchio e nuovo: Riforme
Favorire il nuovo e scoraggiare il vecchio
Riforme devono favorire il nuovo rispetto al vecchio
Più diventa efficiente il vecchio meno incentivi acambiare
Il dibattito va quindi spostato dalla genericarichiesta di “riforme strutturali” alle priorità perincentivare il nuovo e rendere possibile (eaccettabile) il cambiamento
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Incentivi: Circolo vizioso
Alto rapportoricchezza/reddito
Bassi incentivi ad accumulare capitale
umano ed entrare nel mercato del lavoro
Bassa fertilità
Protezione sociale a favore degli anziani. Pochi incentivi alle famiglie dei giovani.
Famiglia : giovani vivono con i genitori, genitori
anziani vivono con i figli. Trasferimento di
ricchezza nella famiglia
Immobilità sociale
Il sistema si riproduce : interessi comuni giovani
e anziani. Paradosso
Invecchiamento dellapopolazione Demografia
Disincentivi
immobilità sociale
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Evidenza empirica sul circolo vizioso
Demografia
Alto rapporto ricchezza/reddito (ricchezza altaquota dell’ immobiliare)
Gap crescente sull’istruzione superiore
I salari riflettono solo l’anzianità
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L’invecchiamento della popolazione e capitale umano
La piramide della popolazione
1 giovane su 5 (oltre 2 Mln) né studia né lavora
Il tasso di disoccupazione giovanile supera il 25% e raggiunge quasi il 30% per le donne.
Escludendo Malta, il tasso di inattività femminile è il più elevato in Europa (quasi il 50%).
Fonte: Istat
33
La mancanza dei giusti incentivi: “rendite” controreddito
4,765,44
6,29
6,977,52
7,68 7,84
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Usa Canada Germania Giappone Francia Regno Unito Italia
Ricchezza netta delle famiglie in rapporto al reddito disponibileUn confronto Internazionale
Elaborazioni su Fonte Banca d'Italia, Supplementi al Bollettino Statistico (20 dicembre 2010): La Ricchezza delle Famiglie Italiane 2009
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Capitale umano: il divario si allarga
% di popolazione che ha completato un corso di scuola post-secondiaria (universitaria e non)
Quasi la metà della popolazione italiana ha al massimo un diploma di scuola media
Fonte: Barro, Robert and Jong-Wha Lee, April 2010, "A New Data Set of Educational Attainment in the World, 1950-2010." NBER Working Paper No. 15902
0
5
10
15
20
25
30
35
1950 1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010
Francia Germania
Italia Spagna
USA Regno Unito
35
La mancanza dei giusti incentivi: anzianità e salari
15000
20000
25000
30000
35000
40000
45000
meno di 30 30-39 40-49 50-59 over 60
Reddito medio annuo
Unione Europea (15 paesi) Germania Regno Unito Svezia Italia
Fonte: Eurostat
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Vincoli e opportunità
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È la mancanza di risorse finanziarie la causadel divario del Sud Italia?
O è il contesto socio-istituzionale a bloccare la crescita?
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Il contesto socio istituzionale vs credito
Elevata correlazione positiva tra il reddito pro capite delle province italiane e la misura della qualità del contesto socio istituzionale
Quale direzione di causalità?
Contesto socio-istituzionale (province Italia) Dimensioni sistema bancario (province Italia)
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Le variabili socio istituzionali e le caratteristiche del sistema bancariospiegano in misura significativa le differenze di produttività delle imprese.
Il miglioramento socio-istituzionale ha effetti nettamente più elevatidell’aumento del credito
Principali risultati
l’aumento delle dimensioni del sistema bancario sulla produttività delle imprese è
più ampio in presenza di un contesto socio istituzionale migliore.
Effetti su produttività delle imprese da aumento dimensione sistema bancario
Effetti su produttività delle imprese da miglioramento contesto socio istituzionale
40
E accresce l’impatto del credito sulla produttività, soprattutto
al Sud
Ha un impatto maggiore rispetto
all’aumento della dimensione del
settore bancario
Un miglioramento
del contesto socio
istituzionale
…….forte complementarietà fra credito e progresso socio-istituzionale
il miglioramento della qualità del contesto socio istituzionale nel Sud Italia potrebbe mediamente aumentare la produttività delle imprese del 14%, cumulato.
l’aumento della dimensione del settore bancario inteso come maggior credito dell’1,8%, cumulato.