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La neuroriabilitazionein età evolutiva
Fontanellato, 9-10 Febbraio2-3 Marzo 2019
4° Corso della Scuola Superiore SIRN
Centro Cardinal Ferrari - S. Stefano Riabilitazione
Disturbi della comunicazione e strategie di trattamento
Fontanellato, 9 febbraio 2019
Logopedista - Chiara MoschiniTerapista Occupazionale - Matteo cantoni
Cos’è la comunicazione?
È il risultato di un complesso processo interazionaleche consente a individui diversi di trasmettersireciprocamente informazioni di variabilecomplessità grazie all’uso integrato di numerosecompetenze. (Andrea Marini)
lLa comunicazione umana si avvale di:
Competenze comunicative verbali: utilizzano il canale acustico-fonatorio.
Competenze comunicative non verbali:• Cinesica: sfrutta movimenti del corpo, mimica..• Prossemica: modulazione della distanza interpersonale• Atipica: modulazione del contatto interpersonale• socio-culturale: convenzioni sociali, specifici registri
linguistici e comportamentali
...i bambini vengono al mondo con la motivazione e la capacità per cominciare a stabilire un’ immediata
relazione sociale con chi li cura…(Volkmar 97)
sono quindi predisposti per comunicare
…un rapido excursus sulla normale evoluzionelinguistico-comunicativa nei bimbi…
Dal profilo evolutivo normale emerge una chiaracontinuità tra comunicazione preverbale everbale.
La prima è precursore necessario allo sviluppodell’uso intenzionale del linguaggio.
Un comunicatore competente è la risultanza dell’interazione tra capacità cognitive, socio-affettivee linguistiche.
SVILUPPO DELLE COMPETENZE COMUNICATIVE ELINGUISTICHE (Sabbadini, De cagno, Michelazzo, Vaquer 2000)
Da 0 a 12/ 20 mesi si sviluppano gli aspetti interattivo-comunicativi. Questo periodo si può dividere in 4 sottoperiodi:
0-3 mesi: sviluppo dell’ intenzione comunicativa; i richiami nonintenzionali del bambino acquistano un valore di segnali, perchéprovocano la risposta di coloro che circondano il bambino.Questi segnali acquisiscono un gran significato attraverso lacondivisione con l’adulto.
3-4 mesi: condivisione dell’oggetto: il bambino, partecipe aglistimoli esterni, raggiunge oggetti e soddisfa bisognivolontariamente, attraverso la condivisione con l’adultodell’oggetto da raggiungere.
8- 12/14 mesi: sviluppo elementi comunicativi che costituisconoi prerequisiti del linguaggio: gesti e gioco come schema diazione con l’oggetto.
12-20 mesi: il bambino amplia il proprio lessico, apprende ericonosce le regole fonologiche e morfosintattiche; si vengonoad affinare sia gli aspetti formali che funzionali del linguaggio.
…quando le cose non sono proprio così…
Cos’è un disturbo della comunicazione?
È una compromissione della capacità di entrarein relazione e comunicare con gli altri individui epuò essere dovuta a molteplici fattori:
• Ritardo o disturbo di sviluppo• Deficit uditivi e/o visivi• Disturbo di linguaggio• Disturbo dello spettro autistico
Classificazione dei disturbi del neurosviluppo (DSM-5, APA 2013)
Disturbi del neurosviluppo
Disturbi dello sviluppo intellettivo
Disturbi delloSpettroAutistico
Disturbi dellacomunicazione
Disturbo da deficitdell’attenzione e iperattività
DSA Disturbispecifici dellacoordinazione
Disturbi specificidi linguaggio
Disturbo fonoarticolatorio
Disturbo socio-pragmaticocomunicativo
Balbuzie
Cosa riferisce il genitore?
1. Il mio bimbo non comprende bene2. Non è in contatto con l’ambiente
circostante3. Ritardo nello sviluppo del linguaggio4. Normale sviluppo del linguaggio entro un
certo periodo e poi arresto5. Sviluppo corretto del linguaggio ma non
viene utilizzato per comunicare
Come intervenire?
Per un corretto intervento riabilitativo occorre
una valutazione accurata
La valutazione del linguaggio e della comunicazione sibasa su una descrizione dettagliata delle abilitàlinguistiche e delle competenze comunicative cheincludono la pragmatica e l’uso sociale del linguaggio.
Valutazione linguistico-
comunicativa
Osservazione clinicaContesto semi
strutturato
Contesto strutturato
Il percorso valutativo indaga i seguenti comportamenti target:
Comportamenti non
verbali
Comportamenti verbali
Uso del contatto visivo Iniziativa comunicativa
Attenzione condivisa Intenzionalità comunicativa
Iniziativa comunicativa Turn talking
Intenzionalità comunicativa Aspetti prassico-articolatori
Uso spontaneo/elicitato del
canale mimico gestuale
Aspetti fonetico-fonologici
Aspetti lessicali
Aspetti morfosintattici
Aspetti narrativi
Aspetti pragmatici
Valutazione delle abilità linguistico comunicative
Metodi indiretti: checklist o report compilati dai genitori (Il PrimoVocabolario del Bambino PVB forma lunga e breve, Caselli e Casadio,8-36mesi; Questionario ASCB abilità socio conversazionali delbambino, Bonifacio, Girolametto e Montico 2013, 12-36mesi).
Prove cliniche: gioco simbolico Thal e Bates 18-36 mesi, giocosimbolico spontaneo con materiale strutturato (Rescola).
Valutazione delle abilità linguistico comunicative
Prove standardizzate: PFLI Prove per la valutazione fonologica 2-5 anniBortolini, Batteria di Valutazione del Linguaggio 4-12 anni BVL 4-12; Marianiet al.2014, TVL Test di Valutazione del linguaggio, Cianchetti et al. 2003 2.6-5.11 anni, test di comprensione verbale precoce TCVP 16-36 mesi(Miller,1980), PinG (Parole in Gioco) Bello et al. 19-37 mesi, Giunti O.S., Testdelle Prassie Orofacciali (Bearzotti, Fabbro), Bus Story Test, 3-8 anni, lafavelliana, 2015; CMF Competenze Meta-fonologiche Marotta et al. 5-11anni, 2008, Prove MT3, valutazione delle abilità di lettura e comprensione,Cornoldi, Carretti, Giunti, TOR Test di comprensione Orale del Testo 3-8 anni,Levorato et al. Giunti, DDE-2 Batteria per la valutazione della DislessiaEvolutiva, Sartori et al., Giunti, AC-MT 6-11 Test di valutazione delle abilità dicalcolo e soluzioni di problemi, 2012, Erickson, AC-MT 11-14 Test divalutazione delle abilità di calcolo e problem solving, 2004, Erickson.
Nell’intervento sui disturbi della comunicazione è fondamentale:
• Ruolo dell’equipe riabilitativa• Ruolo della famiglia• Coinvolgimento della scuola, insegnanti e gruppo
dei pari
lo scopo è di promuovere la generalizzazione degli apprendimenti per una migliore qualità di vita.
Quale intervento?
Non esiste un unico modello di riferimentouniversalmente valido…
Esistono diversi modelli terapeutici che tenganoconto di:• Età del bambino• Livello delle sue competenze linguistiche• Gravità del disturbo di comunicazione• Bisogni del bambino e della famiglia
Indagine sui prerequisiti di base per la definizione del tipo di intervento:
• Diagnosi e tipologia di danno (congenito, acquisito)• Competenze senso-motorie• Responsività• Contatto oculare• Tempi e modi di scambio• Riconoscimento dell’interlocutore• Intenzionalità comunicativa• Presenza di un sì/no codificato e strutturato• Capacità di simbolizzazione: è necessario ci sia una
rappresentazione interna delle proprie conoscenze.• Presenza /assenza abilità di letto-scrittura.
1. Interventi volti a ricercare i prerequisiti linguistici
2. Interventi sul linguaggio
3. Interventi di tipo non verbale
Intervento sui prerequisiti linguistici
• Imitazione su oggetti, gesti, oro-facciale, vocalica.
• Sollecitare l’uso di gesti naturali e convenzionali• Sviluppare vocalizzazioni intenzionali, dare un
significato alle vocalizzazioni spontanee
Eccoci all’opera…i prerequisiti alla comunicazione
Interventi sul linguaggio
In presenza dei prerequisiti, sono da preferire eda ricercare in tutti quei bambini che,nonostante la disabilità, hanno le potenzialitàper sviluppare o incrementare il linguaggioverbale.
PROSODIA
MOVIMENTI SEQUENZIALI coarticolazione attraverso i vari piani di movimento
MOVIMENTI LINGUALIMovimenti antero-posteriori e verticali
MOVIMENTI LABIO-FACCIALIMovimenti orizzontali
CONTROLLO DELLA MANDIBOLAMovimenti verticali
TONO CONTROLLO FONATORIOSOSTEGNO FONATORIO
TIMING
VOICE ONSET TIME
PRODUZIONE SEGMENTALETIMINGDURATA
…Intervento sul linguaggio
Interventi di tipo non verbale
Sono strategie che mirano a favorire lo scambio comunicativo in soggetti con disabilità verbale.
Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA)
Comprende strategie che mirano a potenziare le abilità comunicative in soggetti con compromissione della comunicazione verbale.
Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA)
• Aumentativa: non sostituisce ma incrementa le abilità comunicative
• Alternativa: utilizza modalità diverse da quelle tradizionali
• Non si pone in antitesi alle metodiche riabilitative di tipo verbale
• Non inibisce ma promuove lo sviluppo del linguaggio verbale
le strategie di comunicazione aumentativa-alternativa si suddividono in:
• Unaided (senza il supporto di strumenti): si basano sull’utilizzo del corpo ed includono vocalizzi, gesti, uso del contatto visivo.
• Aided (con il supporto di strumenti): include l’uso di fotografie, disegni, dispositivi elettronici, tablet.
COSA SONO LE
TECNOLOGIE ASSISTIVE?Strumenti al servizio dell’autonomia e
dell’assistenza personale.
Applicazione strutturata di conoscenze
e abilità nel campo degli ausili e dei
relativi servizi e sistemi.
MOBILITÀ
COMUNICAZIONE ED
USO DI STRUMENTI ICT
SPORT
PROTESI E ORTESI
BASSA
TECNOLOGIA
MEDIA
TECNOLOGIA
ALTA
TECNOLOGIA
PRIMA NON VI ERA DIFFERENZA ADULTO/BAMBINO (O PER BAMBINO NON
ESISTEVA NULLA).
ORA ESISTONO AUSILI SPECIFICI PER L’ETÀ EVOLUTIVA (APP, SOFTWARE,
SINTESI VOCALE PERSONALIZZATA, SUPPORTI PIÙ ACCESSIBILI).
AUSILI / NON AUSILI (IPAD) SEMPRE PIÙ DI FACILE REPERIMENTO
TABLET OFFRE LA POSSIBILITÀ DI LAVORARE SU MOLTE AREE
(CONTENUTI SCOLASTICI, FUNZIONI COGNITIVE SUPERIORI: MEMORIA,
PROBLEM SOLVING, ATTENZIONE) E SU MOLTE TIPOLOGIE DI
APPRENDIMENTO (PERCETTIVO-MOTORIO, SIMBOLICO, ETC.).
BARRIERA O FACILITATORE?
CARATTERISTICHE
A scuola si usavano tecnologie assistive molto simili a quelle che
utilizzavano gli adulti, ma è di fondamentale importanza ricordare che:
il bambino utilizza l’ausilio per imparare competenze di base
trasversali, che l’adulto conosce già…
Non solo scrivere al PC ma anche SCRIVERE, non solo leggere con
l’ingranditore ma LEGGERE, non solo comunicare con il comunicatore ma
COMUNICARE…
È fondamentale sostenere
l'INTENZIONALITÀ e la
motivazione con ATTIVITÀ
«ESPERIENZIALI»
DIVERSIFICATE
RICHIESTE
DELLA
FAMIGLIAAlleggerire carico
assistenziale dei
care-giver
RICHIESTE
DEL
BAMBINOSe ci sono, cosa
vorrebbe fare
OCCUPAZIONECosa il bambino
vuole/dovrebbe fare
AMBIENTECasa, scuola,
amici, etc.
AUSILIO
FINALITÀ EDUCATIVE (PRESCOLARI,
SCOLARI, RIABILITATIVE, MISTE) APP E
SOFTWARE
ACCESSO AL PERSONAL COMPUTER CAA – COMUNICAZIONE
AUMENTATIVA ALTERNATIVA
FINALITÀ LUDICHE
DOMOTICA
QUALI STRUMENTI…?
SOSTEGNO E
SUPPORTO
PSICOLOGICO
INTERFACCIA
PERSONA / AUSILIO
VALUTARE LE COMPONENTI RESIDUE (motorio,
cognitivo, sensoriale) E RAPPORTARLA CON
L’AUSILIO
MECCANICO
ACUSTICO
TOUCH
OTTICO - EYEGAZE
TIPO DI SUPPORTO
ALFABETICO
ETRAN
ICT
SOFTWARE
CAA
VALUTAZIONE
TRAINING
APP
ADATTAMENTO E TRAINING
• SOFTWARE E INTERFACCIA/SUPPORTO
CAMBIANO AL VARIARE DELLE CONDIZIONI
DEL PAZIENTE (soprattutto nei bambini -
crescita)
• SOFTWARE «STANDARD»
• TRAINING ALLA FAMIGLIA/CAREGIVER
INTERFACCIA
PERSONALIZZATO
STANDARD
SOFTWARE
L’IMPORTANZA DELL’OUTCOME
SCALE SPECIFICHE PER LA VALUTAZIONE DEGLI AUSILI (doverientrano anche le tecnologie per la comunicazione – adatte anche autenti pediatrici)
IPPA (Individual Prioritised Problem Assessment)
[Eats Consortium, 1999]
QUEST (Quebec User Evaluation of Satisfaction with assistiveTechnology) versione 2.0
[L. Demers, R. Weiss-Lambrou & B. Ska, 2000 Traduzione italiana a cura di Fucelli P e Andrich R, 2004]
PIADS (The Psychological Impact of Assistive Device Scale)
[H. day & j. jutari, 1996]
SCALE DI VALUTAZIONE PERSONALIZZATE E CREATEAPPOSITAMENTE ATTRAVERSO LO STRUMENTO VALIDATOICF-CY (International Classification of Functioning, Disability andHealth Child Version)
SCHEDA DI VALUTAZIONE
UTILIZZANDO IL SISTEMA
INTERNAZIONALE ICF-CY CHILD
REPORT ANALISI / RIVALUTAZIONE
DURANTE IL TRATTAMENTO
Matteo
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x
x
DPCM 12 GENNAIO 2017
CLASSE 22 - “AUSILI PER LA COMUNICAZIONE E L’INFORMAZIONE”
Allegato 5 elenco 2B
NUOVI LEA
GR EAZI