Post on 14-Jun-2020
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BOTANICA
LA RADICE
• La radice è un organo molto importante
per la pianta. Serve alla pianta per restare
attaccata alla terra e per assorbire, cioè
prendere, dal terreno, le sostanze (acqua
e sali minerali) per nutrirsi.
• La radice è formata da diverse parti. Ci sono varie zone, da quella del colletto, che è quella più vicina al fusto, alla zona della cuffia radicale o pileoriza, che è quella più in basso e si sviluppa nel terreno. La cuffia è fatta da cellule che si rovinano spesso e devono essere sostituite molte volte. Queste cellule sono prodotte da un tessuto che si chiama meristema apicale. Esso si trova tra la cuffia e la zona di allungamento. Quest’ultima si chiama così perché avviene la moltiplicazione delle cellule del meristema apicale, che permette l’allungamento della radice.
• Sopra questa zona c’è quella dei peli radicali, che è la parte più importante della radice. Questi peli sono moltissimi e aumentato i punti di contatto della pianta con il terreno. Così riesce ad avere più nutrimento.
• Il colletto invece ha solo la funzione di tenere la pianta attaccata al terreno.
• Se analizziamo l’area dei peli radicali, dalla parte più esterna a quella più interna, possiamo vedere tre zone: epidermide, corteccia e cilindro centrale. L’ epidermide è costituita da un solo strato di cellule. Da alcune di esse partono i peli radicali, che possono essere lunghi fino a 10 mm.
TIPI DI RADICE
• Ci sono due tipi di radice:
• radice a fittone
• radice fascicolata
• La radice a fittone è fatta da una radice principale molto grande, da cui partono tanti piccole ramificazioni. Un esempio di questo tipo di radice è la carota.
• Invece la radice fascicolata ha tante radici più o meno uguali tra di loro, che si sviluppano in tutte le direzioni.
FUNZIONI DELLA RADICE
• Assorbimento: di acqua e sali minerali in essa disciolti assicurando un continuo approvvigionamento idrico necessario alla crescita e sopravvivenza della pianta.
• · Ancoraggio: sostiene e mantiene la pianta attaccata al terreno
• · Riserva : è il principale organo di riserva della pianta in quanto è formata soprattutto da parenchime di riserva
• · Produzione di ormoni
ALTRE FUNZIONI DELLA RADICE
• TRATTENIMENTO DEI PENDII
• CONTRIBUTO AL MIGLIORAMENTO DELLA
STRUTTURA DEL TERRENO
• EFFETTO DISINQUINANTE NEI CONFRONTI DELLE
ACQUE
ASSORBIMENTO DELLA SOLUZIONE
CIRCOLANTE
• L’ASSORBIMENTO DELL’ACQUA E DEI
SALI MINERALI AVVIENE ATTRAVERSO
LA PARETE CELLULARE E LA
MEMBRANA CELLULARE
• La linfa grezza dal pelo radicale attraversa le cellule dell'epidermide e quelle della corteccia fino a raggiungere i vasi legnosi. Attraverso i vasi legnosi la linfa sale in alto lungo le radici e il fusto fino alle foglie (la pianta riesce quindi a vincere la forza di gravità "pompando" i liquidi verso l'alto). La maggior parte dell'acqua viene eliminata con la traspirazione, delle foglie.
METAMORFOSI DELLE RADICI
A SECONDA DELL’AMBIENTE E DALLE
FUNZIONI CHE SVOLGONO LE RADICI
SUBISCONO DELLE TRASFORMAZIONI
CHE HANNO LA CARATTERISTICA DI
VERE E PROPRIE METAMORFOSI
• Tra le metamorfosi delle radici ricordiamo
le radici aeree ,rampicanti ,avventizie
Il fusto
• Il fusto è l’organo di sostegno delle piante
e stabilisce il collegamento tra foglie e
radici. In fase giovanile può svolgere
attività fotosintetica, anche se a livelli più
bassi rispetto alle foglie. Il fusto è deputato
anche al trasporto attraverso il sistema
conduttore di questo organo che è
connesso con quello degli altri organi.
• Le sostanze assorbite dal terreno (acqua e
nutrienti minerali) sono trasportate, via
xilema, dalla radice al fusto e da questo
alle foglie, mentre i prodotti della
fotosintesi sono condotti, attraverso il
floema, dalle foglie al fusto e da questo a
tutti gli altri organi della pianta.
STRUTTURA DEL FUSTO
• Il fusto ha caratteristiche e dimensioni che
possono variare a seconda del tipo di
piante. Però la sua struttura è più o meno
sempre la stessa: lo strato più esterno è
l’epidermide; sotto c’è la corteccia e nella
parte interna si trova il midollo, fatto di
cellule parenchimatiche, il floema e lo
xilema.
• La crescita del fusto avviene grazie a
tessuti meristematici:
• il fellogeno, che si trova sotto l’epidermide
• il cambio, che si trova tra xilema e floema
• L’apice vegetativo dà origine al corpo
primario del fusto, grazie all’attività
meristematica di una o più cellule iniziali.
CONSISTENZA DEL FUSTO
• Fusti erbacei
• Stelo: è caratteristico delle erbe, porta foglie e fiori.
• Culmo: è un fusto generalmente cavo per la mancanza di midollo, ma molto resistente perché provvisto di fibre e pareti mineralizzate. A livello dei nodi invece è pieno.
• Scapo: fusto che porta uno o più fiori, senza foglie e rami.
• Acaule :fusto molto corto con internodo minimoricoperto di foglie
• Con il termine "germoglio" ci si
riferisce al sistema di organi
comprendente fusto, rami, foglie e
gemme apicali e ascellari; esso
rappresenta, nella generalità dei casi,
la porzione aerea della pianta.
• Le foglie si inseriscono sul fusto al livello
dei nodi; le regioni comprese tra un nodo
e quello successivo sono definite
internodi. La distanza tra i nodi aumenta
al progredire della distanza dall’apice
vegetativo, fino a raggiungere un valore
massimo che tende, poi, a mantenersi
costante.
• Le regioni del fusto localizzate al di sopra
delle inserzioni fogliari sono dette ascelle
fogliari; in corrispondenza di tali regioni si
trovano le gemme laterali (o ascellari),
strutture simili alla gemma apicale, da cui
traggono origine i rami laterali.
FORMA DEL FUSTO
• I rami laterali presentano sviluppo,
morfologia e anatomia del tutto simili a
quelli del fusto. Questo tipo di
ramificazione è detto monopodiale e da
origine alle chiome delle conifere e, tra le
angiosperme, a quelle delle querce,
dell’acero e del frassino.
• In altre piante il fusto principale arresta presto il suo accrescimento e prendono a svilupparsi i rami di primo ordine, finché anche questi ultimi arrestano il loro sviluppo e iniziano a svilupparsi quelli di secondo ordine e così di seguito. Questo tipo di ramificazione è detta simpodiale e da origine a chiome come quelle del tiglio, dell’olmo e del carpino e in molte piante erbacee.
Tiglio
Modificazioni del fusto
• Le modificazioni del fusto
possono interessare la parte
epigea (fuori dal terreno) e la
parte ipogea( sotto il terreno)
MODIFICAZIONI DEL FUSTO EPIGEE
difesa da animali erbivori: rami trasformati in aculei, con una
grande abbondanza di tessuti meccanici; in alcuni casi (es. rosa) vengono prodotte protuberanze dalla corteccia del fusto, dette emergenze (distingubili dagli aculei in quanto in sezione trasversale non presentano la struttura tipica del fusto e perchè si staccano facilmente);
riserva acqua: le piante a fusto succulento sviluppano un abbondantissimo parenchima acquifero (es. Cactaceae). Anche in queste piante, spesso con foglie ridotte o trasformate in spine o mancanti
sostegno: in alcune piante, dette rampicanti, con fusti e rami deboli, si sviluppa la capacità del fusto (detto allora fusto rampicante) e/o dei rami (detti allora viticci) di avvolgersi attorno a sostegni esterni;
Modificazioni del fusto ipogee
• Rizoma: ricorda nell’aspetto una radice, ma è un fusto ipogeo, ispessito e carnoso per accumulo di sostanze di riserva, che si sviluppa solitamente in orizzontale appena sotto la superficie del terreno. È provvisto di nodi molto ravvicinati, da cui si dipartono foglie e gemme verso l’alto e radici avventizie tendenzialmente verso il basso. Grazie a questa struttura molte piante erbacee riescono a sopravvivere nel periodo sfavorevole, inoltre il rizoma è anche un mezzo ottimo di riproduzione vegetativa (da un unico rizoma possono avere origine più piante); anche gli stoloni (es. fragole) sono da considerarsi rizomi; questi perdono la funzione di riserva e assumono solo quella per la riproduzione vegetativa. Tubero: parte terminale di un ramo che interrandosi si dilata per trasformazione del parenchima corticale in abbondante parenchima di riserva amilifero (es. patate). Sulla superficie compaiono "occhi", gemme laterali da cui partono radici avventizie. Un singolo “occhio” è in grado di formare un’intera pianta di patate, quindi di effettuare riproduzione vegetativa. Bulbo: più che un fusto trasformato, il bulbo è una pianta intera trasformata: radici, fusto e in parte le foglie (molto carnose nella loro parte ipogea e dette catafilli) (es. aglio, cipolla, tulipano, giglio, ecc).
tubero
rizoma
bulbo
stolone