“LA PREVENZIONE NEI DSA: LO SCREENING PRECOCE” · Non si tratta di fare una DIAGNOSI ma di...

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DOTT.SSA VERONICA ALINI PSICOLOGA DELLO SVILUPPO E ISTRUZIONE VIA CICERONE N. 8 3406092819 VERONICALINI@GMAIL.COM

“LA PREVENZIONE NEI DSA:

LO SCREENING PRECOCE”

I BAMBINI E LA SCUOLA

I bambini che si avvicinano alla letto-scrittura in prima elementare sono fra loro molto eterogenei e

l’apprendimento successivo sarà notevolmente influenzato

Abilità di base

Metodologia utilizzata nell’insegnamento

Individuazione dei punti deboli

Di fondamentale importanza risulta l’individuazione precoce dei bambini considerati a “rischio”per prevenire la comparsa e il consolidamento di strategie o meccanismi errati e inefficaci, per limitare i danni derivanti dalla frustrazione e per l’inevitabile conseguente insuccesso

L’IMPORTANZA DELLO

SCREENING

Gli studi effettuati (U.Frith,2003; Stella G.e

ApolitoA.,2004) infatti, affermano che lo screening è uno strumento adeguato all’individuazione della fascia

di alunni a rischio di difficoltà scolastiche (dati confermati dalla stessa ricerca-azione che

dall’anno 1999 si sta allargando a diverse province in varie regioni d’Italia)

ITER PER LA GESTIONE DEI DSA

DALL’ART.3 LEGGE N.170/210

PERCHE’ UNO SCREENING?

Screening: significa “setacciare”

Con il termine Screening si intende una metodologia di rilevazione che è in grado di predire un disturbo sulla base della presenza di un segno critico individuato in precedenza (Screening = Monitoraggio)

Lo Screening è possibile perché

gli apprendimenti di base (lettura, scrittura, calcolo) sono il risultato di funzioni psicologiche che hanno iniziato a

svilupparsi gradualmente molto tempo prima; la valutazione del livello di sviluppo di tali precursori

critici, consente di prevedere le caratteristiche dell’ evoluzione degli apprendimenti scolastici.

LO SCREENING

Lo Screening non pretende di evidenziare in modo inequivocabile un disturbo, ma piuttosto di

individuare con un buon livello di attendibilità i soggetti a rischio di un determinato disturbo

Non si tratta di fare una DIAGNOSI ma di porre le basi per un programma educativo di recupero

Offre diversi vantaggi:

idoneo a valutare un ampio numero di soggetti;

rivaluta il ruolo della scuola (come contesto

“ecologico” per il recupero);

avvicina insegnanti e specialisti

L’IMPORTANZA DI UNA

SEGNALAZIONE PRECOCE

L’individuazione precoce dei bambini a rischio è importante per:

PREVENIRE la comparsa e il consolidamento di strategie o meccanismi errati e inefficaci

LIMITARE I DANNI derivanti dalla frustrazione per l’insuccesso, quali la perdita di motivazione all’apprendimento, la chiusura in se stessi, la bassa autostima e problemi relazionali

INOLTRE

La precocità della diagnosi e dell’intervento giocano un ruolo positivo nel determinare l’evoluzione del

disturbo e il complessivo sviluppo affettivo e cognitivo del bambino

C’è minore possibilità che il bambino vada incontro a:

abbandono della scuola;

futuro professionale di basso livello;

difficoltà nello sviluppo della personalità;

adattamento sociale non equilibrato.

OBIETTIVI

Controllo delle abilità di letto – scrittura

Intervento tempestivo di recupero sulle difficoltà

Individuazione di procedure e strumenti volti a favorire i processi di apprendimento per gli alunni in difficoltà

FINALITA’

Costruire conoscenze adeguate sui processi di acquisizione del linguaggio, della letto-scrittura e sull’evoluzione del loro sviluppo nell’apprendimento.

Costruire strumenti utili all’identificazione precoce dei bambini con difficoltà di apprendimento riducendo i tempi di individuazione con la possibilità di massimizzare gli effetti del recupero.

Costruire strumenti di recupero delle difficoltà di apprendimento

Costruire una rete di collaborazione e intervento tra Scuola, Famiglia,Servizi specialistici e Associazioni.

GLI INTERVENTI DI INDIVIDUAZIONE

PRECOCE

1° STEP SCREENING DI INDIVIDUAZIONE PRECOCE:

Prova di ripetizione di parole

Lettura

Prova di scrittura

Prove di calcolo

FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI PER LA SOMMINISTRAZIONE DELLE PROVE

ATTIVITA’ DI RECUPERO DIDATTICO

MIRATO

2°STEP ATTIVITA’ DI POTENZIAMENTO MIRATO ALLA SPECIFICA DIFFICOLTA’

RISCONTRATA DURANTE LO SCREENING:

Elaborazione di materiali specifici

Attivita’ di laboratorio e di gruppo

Confronto all’interno del gruppo di lavoro

FORMAZIONE DOCENTI SULLA DIDATTICA DEL POTENZIAMENTO

COMUNICAZIONE SCUOLA-FAMIGLIA

3° STEP COMUNICAZIONE E

COLLABORAZIONE TRA LA SCUOLA E LA

FAMIGLIA:

Scambio continuo tra la scuola e la famiglia al fine di ottenere un continuum tra attività scolastica ed extrascolastica

Indicazione sulle attività svolte e da svolgere

Insegnare ad alunni con tipologie diverse di difficoltà è un aspetto del saper insegnare. Ciò di cui noi abbiamo bisogno

sono delle buone prassi didattiche, di mezzi che, come diceva Maria Montessori,

“possono rendersi adatti alle capacità di ciascuno”.

Quindi occorre conoscere molti strumenti didattici, molti metodi, molti modi di lavorare e

di organizzare la classe … E conoscere i processi attraverso cui

possiamo di volta in volta trasformarli, Modificarli per “renderli adatti alle capacità di ciascuno”.

RUOLO CHIAVE DELLA SCUOLA

ATTIVITA’ DI

INDIVIDUAZIONE

PRECOCE DEI DSA

ATTIVITA’ DI

POTENZIAMENTO

PERCHE’ IL POTENZIAMENTO NELLA

SCUOLA (DELIBERA REGIONALE N.233)

DIFFICOLTA’ DI

APPRENDIMENTO:

I percorsi didattici di

potenziamento possono

portare il bambino a

superare le difficoltà

emerse nello screening

raggiungendo livelli di

apprendimento nella

norma

DISTURBO DI

APPRENDIMENTO:

Il bambino non ha superato le

difficoltà emerse durante lo

screening nonostante il

percorso di potenziamento

pertanto necessita di diagnosi

a seguito della valutazione

neuropsicologica

QUANDO EFFETTUARE LO

SCREENING E IL POTENZIAMENTO?

GENNAIO

screening

POTENZIAMENTO

MAGGIO

screening

durante le prove di ingresso

porre particolare attenzione

agli alunni con precedenti

difficolta’

POTENZIAMENTO

MARZO: screening

POTENZIAMENTO

COMUNICAZIONE ALLA

FAMIGLIA E AI SERVIZI

CLASSE 1 ° CLASSE 2°

QUALI POSSIBILI SCREENING?

IPDA “Questionario osservativo per

l’identificazione precoce delle difficoltà di

Apprendimento” per la scuola dell’infanzia

(Terreni, Tretti et al.,Erickson)

Giacomo Stella: Screening di primo livello “Test

delle 16 parole” (per la 1° e 2° elementare) per

identificare le difficoltà di elaborazione fonologica

della parola

“Spillo” (Giunti Scuola) Strumento per

l’identificazione della lentezza nella lettura in 1

minuto per le classi dalla 1° alla 5° elementare

IL POTENZIAMENTO A SCUOLA

IL POTENZIAMENTO

Apprendimento cooperativo: sviluppa forme di cooperazione e di rispetto reciproco fra gli allievi e veicola le conoscenze/abilità/competenze

Tutoring (apprendimento fra pari: lavori a coppie)

Didattica di laboratorio

Favorisce la centralità del bambino/ragazzo

Sintesi fra sapere e fare, sperimentando in situazioni di gruppo (contesto classe)

Modalità strutturata e sequenziale

RISORSE E ATTIVITA’ NELLA SCUOLA

proporre attività con modello fisso e dal semplice al complesso

faciliteranno nell’alunno

l’esecuzione delle consegne;

la memorizzazione;

l’ordine nell’esposizione dei contenuti

ALCUNI CONSIGLI PRATICI

SCUOLA PER L’INFANZIA: COSA

OSSERVARE

Già nella scuola per l’infanzia è importante osservare ed agire sui bambini che presentano le prime difficoltà nell’ambito

linguistico, risultano infatti molto significativi due aspetti da osservare e su cui successivamente lavorare:

Lo sviluppo del linguaggio

Le abilità meta-fonologiche del bambino (trovare parole che iniziano con la stessa sillaba, riconoscere e produrre rime, dividere parole in sillabe, etc.)

LE ATTIVITA’

proporre attività per lo sviluppo e il potenziamento:

Delle abilità fonologiche e metafonologiche

Della percezione uditiva

Delle capacità di ascolto

Stimolare la scoperta del mondo della lettura e della scrittura.

SCUOLA PRIMARIA

Approfondire le conoscenze riguardo ai DSA;

Osservazione attenta di ciascun alunno della situazione di

partenza ;

Comunicazione nel passaggio dalla scuola materna alla scuola

primaria tra i docenti;

Comunicazione costante tra la scuola e la famiglia;

Progettare percorsi di potenziamento mirato con la

collaborazione del corpo docenti ;

Promuovere le attività di gruppo in classe;

Promuovere interventi didattico- educativi della scuola

(percorso formativo, strategie didattiche, metodologie specifiche)

Mantenere i criteri e le modalità di verifica e valutazione.

SCUOLA PRIMARIA

Porre attenzione allo sviluppo dell’autostima e del concetto di sé dell’alunno;

Avviare all’uso delle metodologie apprese;

Ricordare che l’alunno con difficoltà per imparare ha bisogno solitamente di più tempo e si stanca facilmente;

Mettere in evidenza e far riconoscere le capacità presenti e i punti di forza;

Favorire le attività di gruppo;

Esprimere atteggiamenti positivi e costruttivi.

COME VALORIZZARE LO STILE DI

APPRENDIMENTO

ABC

Visivo - Verbale

Preferenza per la

letto - scrittura

Prendere appunti in classe e

rileggerli a casa

Riassumere per iscritto

Prendere nota delle

“istruzioni” per i compiti

Accompagnare grafici e

diagrammi con spiegazioni

scritte

Elencare per iscritto ciò che si

vuole ricordare

Avere istruzioni e spiegazioni

scritte

CANALI E STILI DI

APPRENDIMENTO STRATEGIE PER VALORIZZARE

LO STILE DI APPRENDIMENTO

COME VALORIZZARE LO STILE DI

APPRENDIMENTO

VISIVO – NON VERBALE

Preferenze per immagini,

disegni, fotografie,

simboli, mappe

concettuali, grafici

“Visual Learning”

(memoria visiva)

Usare disegni, mappe in cui

inserire parole – chiave,

immagini, grafici etc… per

ricordare i termini e

riassumere

Usare il colore nel testo per

evidenziare le parole chiave e

i diversi contenuti

Sfruttare gli indici testuali

prima di leggere il capitolo

Creare immagini mentali di

ciò che viene ascoltato o letto

per il recupero dei contenuti

CANALI E STILI DI

APPRENDIMENTO

STRATEGIE PER VALORIZZARE

LO STILE DI APPRENDIMENTO

COME VALORIZZARE LO STILE DI

APPRENDIMENTO

UDITIVO

Privilegia l’ascolto

È favorito dall’ assistere a

una lezione,

partecipare a

discussioni e dal lavoro

con compagni e a

gruppi

Prestare molta attenzione alle

spiegazioni in classe

Sfruttare il recupero e la

verbalizzazione delle

conoscenze pregresse su un

argomento

Spiegazioni orali

Registrare le lezioni

Registrare la propria voce

quando si ripete la lezione

Trasformare le pagine del

libro in formato audio

Sintesi vocale

Lavori di gruppo

CANALI E STILI DI

APPRENDIMENTO

STRATEGIE PER VALORIZZARE

LO STILE DI APPRENDIMENTO

COME VALORIZZARE LO STILE DI

APPRENDIMENTO

CINESTETICO

Predilige attività concrete

come fare esperienza

diretta di un problema per

comprendere ciò di cui si

sta parlando

Trasformare in pratica ciò che

si deve insegnare in teoria;

Suddividere in maniera

chiara i momenti si studio e

di pausa

Alternare momenti in cui si

sta seduti a momenti in cui ci

si alza

Creare mappe, grafici,

modellini di ciò che si deve

insegnare (apprendere)

CANALI E STILI DI

APPRENDIMENTO

STRATEGIE PER

VALORIZZARE LO STILE DI

APPRENDIMENTO

STILI DI INSEGNAMENTO ESEMPI DI STRATEGIE

DELL’INSEGNANTE

CARATTERISTICHE

DELL’ALUNNO A RISCHIO

VERBALE

•Usare parole precise

•fare riferimenti al testo

scritto

•Sfrutta le spiegazioni

orali attraverso il

canale uditivo

•Difficoltà per i

riferimenti al testo

scritto

VISUALE

•Utilizzo di mappe,

immagini, disegni con

riferimento a tutti gli

aspetti iconici nel testo

•Fare riferimento al

testo come fosse una

fotografia

•Sfrutta gli elementi

iconici forniti

dall’insegnante

attraverso il canale

visivo

GLOBALE

•Focalizzarsi su un’idea

generale dell’argomento

•Definire

macrostruttura e

macrorelazioni del testo

•La spiegazione globale

permette di attivare le

conoscenze pregresse

ANALITICO

•Spiegazione che parte

dai dettagli (micro)

evidenziando un

elemento per volta

•Maggiore

comprensione dei

singoli elementi del

testo con l’aiuto di

mappe

STILI DI INSEGNAMENTO ESEMPI DI STRATEGIE

DELL’INSEGNANTE

CARATTERISTICHE

DELL’ALUNNO A RISCHIO

SISTEMATICO

La spiegazione segue in

maniera dettagliata la

scaletta degli argomenti

•Valido aiuto nel caso di

argomenti complessi

che richiedono una

distinzione chiara delle

diverse tappe del

compito

INTUITIVO

•Spiegazione che segue

a linee generali la

scaletta degli argomenti

che però si modifica

sulla base del feedback

dell’alunno

•Abituazione al

ragionamento intuitivo

e promozione dello

sviluppo dei processi

inferenziali sugli

argomenti

COME FARE UNA BUONA DIDATTICA?

I due aspetti che vanno tenuti in considerazione per

costruire una buona didattica cioè un percorso

adatto alle esigenze di tutti i bambini sono:

La struttura fonotattica della lingua (cioè le

modalità di combinazione dei suoni)

Il livello di acquisizione dell’ortografia

Mescolando questi due aspetti si può iniziare a

costruire un percorso graduato che va dal semplice

(struttura fonotattica di base e livello alfabetico) al

complesso (struttura fonotattica complessa e livello

lessicale)

ALFABETO PER IMMAGINI (CLASSE 1°)

PER FACILITARE LA TRANSCODIFICA

RICONOSCIMENTO DEL FONEMA

INIZIALE (CLASSE 1°)

RICONOSCIMENTO DELLA SILLABA

INIZIALE (CLASSE 1°)

ANALISI DEL FONEMA NELLA

PAROLA (CLASSE 1°)

SEGMENTAZIONE E FUSIONE DI FONEMI

(CLASSE 1°)

PRESENTARE AL BAMBINO SUONI SEMPLICI

(STRUTTURE BISILLABICHE)

RICONOSCIMENTO DELLO STAMPATO

MAIUSCOLO/MINUSCOLO (CLASSE 1°)

RICONOSCIMENTO DELLA

SILLABA NELLA PAROLA

(CLASSE 1°) UNA BUONA DIDATTICA DI LETTO SCRITTURA COMINCIA

IL PERCORSO PARTENDO DA SUONI SEMPLICI (“OCA”

“AGO” )PER PROCEDERE VERSO STRUTTURE PIU ‘

COMPLESSE

LETTURA CON IL SOSTEGNO

DELL’IMMAGINE (CLASSE 1°)

LETTURA CON SOSTEGNO DI

IMMAGINI (CLASSE 2°)

STRUTTURA

FONOTATTICA

FASE DI

SCRITTURA

PAROLA

CVCV ALFABETICA MANO DITO CODA

CVCVCV LUMACA DENARO

CVCVV,CVVCV SEDIA FIORE FUOCO

CVCCV BARCA MONTE

CVCCVCV MONTONE

CCVCV SCOPA PRATO

CVCCVCV LACRIMA

CCCVCV STRADA

CVCV ORTOGRAFICA GHIRO

CVCCV PANCIA

SUPPORTO VISIVO

TESSERE CON DIDASCALIE

UTILIZZO DELLE IMMAGINI PER LA

COMPRENSIONE DEL TESTO

ABBINAMENTI IMMAGINI

DIDASCALIE

ATTIVITA’ DIDATTICHE A PICCOLI

GRUPPI

GIOCARE CON LE RIME INVENTANDO STORIE DIVERTENTI O FAVOLE

“in estate la regina Margherita adora andare in gita con la sua amica …”

“Alle feste Edoardo non è mai in ritardo …”

LABORATORIO MANUALE-

ESPRESSIVO SUL LINGUAGGIO

GIOCO DELLA RANA PESCA COPPIE

DI SILLABE

COSA CONTA DAVVERO …

la scuola deve essere il percorso che favorisce lo scambio dall’apprendimento scolastico all’apprendimento come stile di vita;

l’importanza dell’apprendere è pari al vivere con un certo benessere in un gruppo eterogeneo “la classe” (importanza delle relazioni!);

maturare la capacità di vivere i “conflitti e frustrazioni” nella logica della costante ricerca del bene comune;

l’accoglienza non è un rituale di avvio dell’anno scolastico ma la buona prassi di ogni giorno;

le competenze sono nella pluralità degli individui, con le loro storie, i loro caratteri ecc.

COME FARE ?

Sostenere la motivazione ad apprendere

Lavorare perché l’alunno possa accrescere la fiducia nelle proprie capacità

Per alunni “lenti” predisporre verifiche brevi, su singoli obiettivi;

semplificare gli esercizi (evitare esercizi concatenati);

consentire tempi più lunghi o ridurre il numero degli esercizi nello stesso tempo (strategia da scegliere secondo la personalità del bambino/ragazzo)

PER ALUNNI CHE MANIFESTANO

DIFFICOLTÀ DI CONCENTRAZIONE: fornire schemi/mappe/diagrammi prima della

spiegazione (aiuteremo la mente a selezionare, categorizzare, ricordare, applicare quanto recepito durante la spiegazione);

evidenziare concetti fondamentali/parole chiave sul libro;

spiegare utilizzando immagini; utilizzare materiali strutturati (figure geometriche,

listelli ….); fornire la procedura scandita per punti

nell’assegnare il lavoro

Didattica multisensoriale: uso costante e simultaneo di più canali

percettivi (visivo, uditivo, tattile, cinestesico)→incrementa l’apprendimento

Tecnologie multimediali (computer, notebook per utilizzare software specifici)

LIM Utilizzi multiformi: •permette di accedere a quantità infinita di informazioni, •visualizzazione di filmati o immagini; •interazione visiva di testi o esercizi (costruzione di testi collettivi); •costruzione di unità di lavoro informatizzate con possibilità di personalizzarle per il gruppo classe e utilizzandole in modo flessibile (eventuale consegna agli alunni copia della lezione o delle attività proposte in formato cartaceo o digitale); •favorisce e promuove l’interazione lasciando spazio alla creatività degli studenti affinchè realizzino ricerche o unità di lavoro multimediali in modo autonomo, singolarmente o in piccolo gruppo; •favorisce un apprendimento costruttivo ed esplorativo;

Una scuola che ‘include’ è una scuola che ‘pensa’

e che ‘progetta’ tenendo a mente proprio tutti.

Una scuola che, come dice Canevaro,

non si deve muovere sempre

nella condizione di emergenza,

in risposta cioè al bisogno di un alunno

con delle specificità che si differenziano

da quelle della maggioranza

degli alunni ‘normali’ della scuola.

Una scuola inclusiva è una scuola che si deve muovere

sul binario del miglioramento organizzativo

perché nessun alunno sia sentito come non appartenente,

non pensato e quindi non accolto.

GRAZIE PER L’ATTENZIONE

BIBLIOGRAFIA:

Giacomo Stella, Luca Grandi “Come leggere la Dislessia e i

Dsa- conoscere per intervenire-” Ed. Giunti Scuola *

Giacomo Stella, Emanuela Siliprandi, Claudio Gorrieri “ Le

difficoltà all’avvio alla lettoscrittura” Ed. Giunti Scuola *

Giacomo Stella “In classe con un allievo con disordini di

apprendimento” Fabbri editori,2001

USP Mantova “Dislessia ……. che fare. Mini guida per gli

insegnanti”

SITOGRAFIA UTILE

http://blog.libero.it/dislessicamente

www.libroparlato.org

www.istruzione.it/web/istruzione/dsa

www.ivana.it

www.bo.istruzioneer.it/cts/dsa_sw.php